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Claudio Napoleoni e la tendenza fondamentale del nostro tempo

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aggiunti in re<strong>la</strong>zione all’interpretazione di Sraffa, e al<strong>la</strong> necessità di rintracciarele diverse risposte che sono state date in merito all’origine <strong>del</strong> sovrappiù.La riformu<strong>la</strong>zione <strong>del</strong> concetto marxiano di sfruttamento, che è anche ciò che,come abbiamo visto, consente di stabilire il suo rapporto con <strong>la</strong> teoria neoc<strong>la</strong>ssica<strong>del</strong> sovrappiù, comporta <strong>la</strong> necessità di ripensare aspetti e concetti <strong>del</strong> pensiero diMarx, vagliando con cura le interpretazioni tradizionali. 72È possibile identificare in questa proposizione <strong>la</strong> seconda tesi <strong>fondamentale</strong><strong>del</strong> Discorso. Ovvero, dopo aver compiuto un profondo ripensamento <strong>del</strong><strong>la</strong>nozione di alienazione in Marx, <strong>Napoleoni</strong> sembra ammettere che se spinta allesue estreme conseguenze, tale nozione condurrebbe l’analisi marxiana ad unaaporia. 73 Sarà lo stesso <strong>Napoleoni</strong> a indicare due direzioni d’indagine capaci, a un<strong>tempo</strong>, di rilevare le contraddizioni irrisolte nel pensiero di Marx e predisporreun’ulteriore possibilità di ripensamento: <strong>la</strong> prima rimane all’interno <strong>del</strong>lecategorie marxiane chiarendo <strong>la</strong> nozione di totalità <strong>del</strong> capitale, <strong>la</strong> seconda tocca ilfondamento filosofico <strong>del</strong>l’intero impianto marxiano.Nel<strong>la</strong> seconda parte <strong>del</strong> Discorso <strong>Napoleoni</strong> affronta dunque i seguentiproblemi che gli consentiranno di esplicitare <strong>la</strong> nozione di totalità <strong>del</strong> capitale:Il problema <strong>del</strong> <strong>la</strong>voro produttivo, soprattutto in rapporto al concetto, che in Marxsi trova con un senso che sembra semplicemente metaforico, di “produttività <strong>del</strong>capitale”.La questione <strong>del</strong>le “macchine”, in re<strong>la</strong>zione sia all’influenza <strong>del</strong>l’uso di esse sul<strong>la</strong>teoria <strong>del</strong> valore-<strong>la</strong>voro sia al<strong>la</strong> distinzione tra “macchina” e “uso capitalistico <strong>del</strong><strong>la</strong>macchina”.La questione <strong>del</strong><strong>la</strong> definizione nel<strong>la</strong> teoria di Marx <strong>del</strong> concetto di valore d’uso e<strong>del</strong> suo rapporto col valore di scambio.72 C. <strong>Napoleoni</strong>, Discorso, op. cit., p. 65.73 Massimo Amato, che si avvale <strong>del</strong> termine aporia proprio in re<strong>la</strong>zione all’interpretazionenapoleoniana di Marx, <strong>la</strong> definisce in questi termini: “Un’aporia non è <strong>la</strong> stessa cosa di un vicolocieco. In partico<strong>la</strong>re, in ciò che concerne il movimento <strong>del</strong> pensiero, attribuire ad un pensierodeterminato un’aporia non significa confutare quel pensiero, ma piuttosto richiamare l’attenzionesul fatto che proprio quel pensiero, nel<strong>la</strong> misura in cui è aporetico, rimanda ad una costituzione piùprofonda <strong>del</strong><strong>la</strong> sua problematica. In “termini heideggeriani”, <strong>la</strong> constatazione <strong>del</strong>l’aporia è il primopasso per un rinvio pensante al non-pensato di un pensiero.” M. Amato, Quale eredità?Osservazioni su <strong>Napoleoni</strong>, Marx, Heidegger e sul<strong>la</strong> possibilità di un dialogo produttivo con ilmarxismo in “Il pensiero economico italiano”, n. 2, 1994, pp. 123-160.25

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