Claudio Napoleoni e la tendenza fondamentale del nostro tempo
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sostenibile, e che perciò, se di sfruttamento capitalistico si vuole ancora par<strong>la</strong>re,non lo si può fare all’interno <strong>del</strong>l’affermazione di una sostanziale identità con leforme precedenti di sfruttamento. Lo sfruttamento capitalistico non è altro in realtàche quel<strong>la</strong> inversione di soggetto e predicato <strong>del</strong><strong>la</strong> quale abbiamo par<strong>la</strong>to; quel<strong>la</strong>inversione cioè per <strong>la</strong> quale l’uomo, il “soggetto” non è altro che il predicato <strong>del</strong>proprio <strong>la</strong>voro, con <strong>la</strong> conseguenza che <strong>la</strong> produzione mette capo a un prodotto,assolutamente peculiare <strong>del</strong>l’assetto capitalistico, che è il valore, <strong>la</strong> ricchezzaastratta, dominatrice, attraverso il meccanismo impersonale <strong>del</strong> mercato, <strong>del</strong>“produttore” stesso. In questo sfruttamento, ciò che domina è <strong>la</strong> cosa stessa. 67 Laquale è dominatrice <strong>del</strong>lo stesso capitalista, che, come capitalista, “funzionaunicamente come capitale personificato, capitale-persona, allo stesso modo chel’operaio funziona come <strong>la</strong>voro personificato”. 6867 Riportiamo qui per intero <strong>la</strong> nota che <strong>Napoleoni</strong> ha aggiunto nello stesso punto <strong>del</strong> testo: “iltermine ‘sfruttamento’ potrebbe, alternativamente, essere riservato alle realtà di rendita presentinel concreto <strong>del</strong><strong>la</strong> società capitalistica; si definirebbero cioè come effetto <strong>del</strong>lo sfruttamento tuttiquei redditi che, nel<strong>la</strong> società capitalistica, derivano da pura proprietà, e <strong>la</strong> cui esistenza non èdovuta solo al<strong>la</strong> sopravvivenza di strutture sociali precapitalistiche, ma anche, e, soprattutto, aposizioni di forza legate allo stesso rapporto capitalistico. Fu questo il criterio adottato, negli anniSessanta, dal<strong>la</strong> “Rivista Trimestrale”. Preferiamo <strong>la</strong> strada indicata nel testo, per sottolineare chel’oppressione sociale, il fatto cioè che <strong>la</strong> società è l’origine di un’oppressione, è presente nelrapporto capitalistico in quanto tale, ossia nel denaro, come nesso sociale astratto,indipendentemente dal<strong>la</strong> distribuzione personale <strong>del</strong> denaro stesso.” Il riferimento che viene fattoal<strong>la</strong> “Rivista Trimestrale” serve, infatti, a capire come dallo stesso ragionamento riportato, neglianni Sessanta, si traevano conclusioni funzionali al<strong>la</strong> politica rivoluzionaria <strong>del</strong><strong>la</strong> rivista. Ma ilfatto che <strong>la</strong> sostanza <strong>del</strong> ragionamento, fino a un certo punto, rimanga immutata conferma <strong>la</strong>presenza di alcune forti continuità, pur nelle sue evoluzioni, <strong>del</strong>l’interpretazione che <strong>Napoleoni</strong> dàdi Marx. Tuttavia le dichiarazioni presenti in questa nota mettono bene in luce il mutatoatteggiamento di <strong>Napoleoni</strong> rispetto al<strong>la</strong> possibilità di liberazione dallo sfruttamento per viapuramente politica.68 C. <strong>Napoleoni</strong>, Discorso, op. cit., pp. 53-54. Così però <strong>Napoleoni</strong> chiarisce il diverso modo in cuii due soggetti <strong>del</strong> rapporto capitalistico subiscono questa generica alienazione al<strong>la</strong> cosa: “Certo <strong>la</strong>posizione <strong>del</strong>l’operaio e quel<strong>la</strong> <strong>del</strong> capitalista sono realtà profondamente diverse, giacché‘l’operaio si eleva fin dall’inizio al di sopra <strong>del</strong> capitalista, perché quest’ultimo è radicato in unprocesso di alienazione nel quale trova il suo appagamento assoluto, mentre l’operaio, in quanto neè <strong>la</strong> vittima, è a priori con esso in un rapporto di ribellione, lo sente come processo di riduzione aschiavitù’. Ma questa differenza è tutta interna a un’identità, che consiste nell’essere, l’uno el’altro, figure o maschere di una medesima alienazione: <strong>la</strong> subordinazione al<strong>la</strong> cosa.” Ibid., p. 54,le citazioni di Marx sono prese da K. Marx, Il Capitale: Libro I, capitolo VI inedito. Risultati <strong>del</strong>processo di produzione immediato, La Nuova Italia, Firenze 1969 (seconda ed. 1997), pp. 20-21.23