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Fisica - Libretto per gli studenti 2012-2013 - Dip. Fisica - Sapienza

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Roma, 7 Lu<strong>gli</strong>o <strong>2012</strong><br />

Siamo lieti di pubblicare una versione aggiornata del volume contenente<br />

le informazioni relative all’attività scientifica e didattica del <strong>Dip</strong>artimento<br />

di <strong>Fisica</strong>.<br />

Tale libretto ha lo scopo di illustrare a<strong>gli</strong> <strong>studenti</strong> la struttura dei diversi<br />

cicli de<strong>gli</strong> studi in <strong>Fisica</strong> alla <strong>Sapienza</strong> (Laurea, Laurea Magistrale e<br />

Dottorati) e di fornire informazioni e notizie pratiche sull’attività didattica.<br />

Il libretto descrive inoltre brevemente l’ampio spettro delle attività<br />

di ricerca presenti nel nostro <strong>Dip</strong>artimento allo scopo di <strong>per</strong>mettere a<strong>gli</strong><br />

<strong>studenti</strong> di orientarsi nella scelta dell’indirizzo e del settore scientifico nel<br />

quale intendono cimentarsi.<br />

Riteniamo che tali informazioni siano utili alle matricole e a tutti<br />

le studentesse e <strong>gli</strong> <strong>studenti</strong> che studiano e lavorano nel nostro<br />

<strong>Dip</strong>artimento come strumento di mutua conoscenza.<br />

Ulteriori informazioni e aggiornamenti sulle attività del <strong>Dip</strong>artimento di<br />

<strong>Fisica</strong> possono essere trovate all’indirizzo web:<br />

www.phys.uniroma1.it/ (alla voce Future Matricole)<br />

dove è anche possibile scaricare il presente volume in formato PDF.<br />

Giancarlo Ruocco<br />

Direttore del <strong>Dip</strong>artimento di <strong>Fisica</strong><br />

1


2<br />

A cura del <strong>Dip</strong>artimento di <strong>Fisica</strong> della <strong>Sapienza</strong><br />

Hanno collaborato alla realizzazione:<br />

Maria Grazia Ianniello<br />

Egidio Longo<br />

Antonio Polimeni<br />

Sonia Riosa<br />

Si ringrazia inoltre:<br />

Paolo Mataloni<br />

Progetto grafico:<br />

Fulvio Medici


Indice<br />

5<br />

35<br />

36<br />

46<br />

49<br />

51<br />

53<br />

54<br />

55<br />

71<br />

86<br />

99<br />

103<br />

110<br />

Le ricerche in <strong>Fisica</strong> alla <strong>Sapienza</strong><br />

Principali Istituzioni e Laboratori Nazionali e Internazionali<br />

La nostra Storia - I protagonisti<br />

Il Museo di <strong>Fisica</strong><br />

Lettera alle matricole<br />

Informazioni <strong>per</strong> <strong>gli</strong> <strong>studenti</strong><br />

I nuovi Corsi di studio universitari<br />

Attività di Orientamento<br />

Il Corso di Laurea in <strong>Fisica</strong><br />

Il Corso di Laurea Magistrale in <strong>Fisica</strong><br />

Il Corso di Laurea Magistrale in Astronimia e Astrofisica<br />

I Dottorati di Ricerca<br />

Informazioni generali<br />

<strong>Fisica</strong> e mercato del lavoro<br />

3


Le ricerche in fisica alla <strong>Sapienza</strong><br />

I fisici del nostro <strong>Dip</strong>artimento sono attivi in tutte le aree di ricerca riportate<br />

nella figura. Nonostante le diverse aree differiscano talvolta anche in<br />

maniera rilevante <strong>per</strong> quanto riguarda metodi di indagine, dimensioni delle<br />

attrezzature s<strong>per</strong>imentali, strumenti di calcolo o ampiezza delle ricadute<br />

applicative, spesso la linea di demarcazione tra settori di diversa denominazione<br />

tradizionale non può essere tracciata in maniera netta.<br />

È il caso, <strong>per</strong> esempio, di due campi abbastanza lontani tra loro fino a tempi<br />

relativamente recenti come l’astrofisica e la fisica delle particelle elementari,<br />

che si trovano oggi sotto molti aspetti a confrontarsi con <strong>gli</strong> stessi problemi.<br />

Si parla anche di “fisica astroparticellare”: rispondere a domande sul “sempre<br />

più piccolo” equivale oggi a rispondere a domande sul “sempre più<br />

vicino alla nascita dell’universo”.<br />

Allo stesso modo, ricerche originate come speculazioni relativamente<br />

astratte e lontane dalle applicazioni in meccanica statistica si rivelano<br />

fondamentali <strong>per</strong> rispondere ad interrogativi sul funzionamento di sistemi<br />

biologici complessi (è il caso della ricerca sulle reti neuronali, un settore<br />

fertilissimo che si situa all’intersezione tra fisica statistica, biofisica, cibernetica<br />

e fisica della materia).<br />

Nel seguito troverete, senza alcuna pretesa di completezza, brevi indicazioni<br />

su alcune delle grandi questioni intorno a cui si lavora in <strong>Dip</strong>artimento,<br />

sui più stimolanti problemi a<strong>per</strong>ti e sulle prospettive della ricerca avanzata<br />

in questi settori.<br />

5


6<br />

Le ricerche in fisica alla <strong>Sapienza</strong><br />

<strong>Fisica</strong> delle particelle<br />

La fisica delle particelle studia i costituenti fondamentali della materia e le<br />

loro interazioni, le relazioni tra energia, materia, spazio e tempo, le simmetrie<br />

e le leggi che governano l’Universo e la sua evoluzione.<br />

Qual è la struttura ultima della materia? Oggi sappiamo che la materia è<br />

organizzata in fami<strong>gli</strong>e di particelle, repliche più pesanti ed instabili della<br />

fami<strong>gli</strong>a con cui è fatta tutta la materia ordinaria, costituita dall’elettrone<br />

col suo neutrino e dai due quark, up e down, che formano il protone e il<br />

neutrone.<br />

Ci sono motivazioni profonde <strong>per</strong> questa struttura a “repliche”?<br />

A questa intrigante domanda non c’è ancora una risposta.<br />

Le forze fondamentali che conosciamo sono quattro: l’interazione gravitazionale,<br />

l’interazione debole, l’interazione elettromagnetica e l’interazione<br />

forte. Queste interazioni agiscono tra le particelle di “materia”, elettroni,<br />

neutrini e quark, e sono “mediate” dalle particelle di “forza”, gravitoni, bosoni<br />

W e Z, fotoni e gluoni.<br />

La forza debole è alla base della combustione dell’idrogeno nelle stelle


Queste sono le domande fondamentali che si pongono oggi i fisici<br />

delle particelle:<br />

• Quali sono le Simmetrie dell’Universo?<br />

• Qual è l’origine della massa delle particelle?<br />

• Perché l’Universo è fatto di materia?<br />

• Ci sono tracce di antimateria?<br />

• Qual è la natura della massa mancante dell’Universo?<br />

La risposta a queste domande può venire da diversi es<strong>per</strong>imenti.<br />

Presso il CERN di Ginevra è possibile riprodurre le altissime energie<br />

dell’universo primordiale e conoscere la natura ultima della materia.<br />

La composizione dei raggi cosmici viene studiata da es<strong>per</strong>imenti che raccolgono<br />

particelle al di fuori dell’atmosfera, come sulle stazioni orbitanti o<br />

sulle sonde spaziali (AMS).<br />

Nei Laboratori Nazionali del Gran Sasso si studia la trasmutazione di<br />

neutrini prodotti al CERN di Ginevra e rivelati al Gran Sasso dopo un viaggio<br />

di tre millesimi di secondo (es<strong>per</strong>imento OPERA).<br />

Rivelatore<br />

dell’es<strong>per</strong>imento<br />

OPERA presso i<br />

Laboratori Nazionali<br />

del Gran Sasso<br />

L’es<strong>per</strong>imento<br />

AMS<br />

7


8<br />

Le ricerche in fisica alla <strong>Sapienza</strong><br />

Gli es<strong>per</strong>imenti di “Alte Energie”<br />

La collisione tra particelle dotate di energie molto elevate <strong>per</strong>mette di<br />

ricreare in laboratorio i costituenti fondamentali presenti nei primi istanti<br />

dell’Universo e di studiarne le loro interazioni.<br />

Per accelerare le particelle alle energie necessarie si devono costruire macchine<br />

troppo grandi e costose <strong>per</strong> una Università o anche <strong>per</strong> un singolo Paese.<br />

Molti de<strong>gli</strong> es<strong>per</strong>imenti dei fisici del <strong>Dip</strong>artimento si svolgono al CERN di<br />

Ginevra, al FERMILAB di Chicago, a SLAC in California.<br />

Il CERN di Ginevra


L’es<strong>per</strong>imento ATLAS al CERN<br />

In un tipico es<strong>per</strong>imento di alte energie due fasci di particelle<br />

vengono fatti collidere (in questo caso elettroni contro positroni).<br />

La loro massa si converte in energia, generando varie particelle<br />

osservate nei diversi “rilevatori”.<br />

9<br />

Le ricerche in fisica alla <strong>Sapienza</strong>


10<br />

Le ricerche in fisica alla <strong>Sapienza</strong><br />

L’antimateria<br />

Molti pensano che l’antimateria sia un’invenzione dei libri di fantascienza:<br />

non è così. L’antimateria viene prodotta dai raggi cosmici che colpiscono<br />

l’atmosfera terrestre e ne<strong>gli</strong> acceleratori di particelle con la stessa probabilità<br />

con cui viene prodotta la materia. Come predetto da P.A.M. Dirac nel 1927<br />

e dimostrato da C.D. Anderson nel 1932 con la sco<strong>per</strong>ta del positrone,<br />

l’antiparticella dell’elettrone, ad ogni particella corrisponde un’antiparticella<br />

con le stesse proprietà ma carica elettrica opposta.<br />

Le leggi della fisica devono essere le stesse <strong>per</strong> materia ed antimateria, <strong>per</strong><br />

cui ci dovremmo aspettare un Universo pieno di antimateria. Quando materia<br />

ed antimateria si incontrano, si disintegrano, producendo una grandissima<br />

quantità di energia sotto forma di fotoni: il secondo passo di Armstrong<br />

sulla Luna dimostra che non ci sono apprezzabili quantità di antimateria su<br />

distanze planetarie. L’assenza di vistose esplosioni nel nostro Universo porta<br />

ad escludere apprezzabili<br />

quantità di antimateria<br />

fino a 20<br />

Megaparsec, (cioè<br />

milioni di parsec, una<br />

unità di misura che<br />

rappresenta la distanza<br />

di un oggetto che<br />

ha una parallasse di<br />

un arco di secondo<br />

ed equivale a 3.26<br />

anni luce).<br />

La ricerca nello spazio<br />

delle più deboli tracce<br />

di antimateria e la<br />

formulazione delle<br />

possibili spiegazioni<br />

della sua scomparsa<br />

sono un tema affascinante<br />

che promette<br />

di svelare i segreti<br />

fondamentali della<br />

primigenia evoluzione<br />

dell’Universo in cui<br />

viviamo.


La Materia Oscura<br />

Un altro dei misteri dell’Universo riguarda la quantità di materia che esso<br />

deve contenere: in base a molte delle caratteristiche che osserviamo (<strong>per</strong><br />

esempio la velocità di rotazione delle Galassie, che dipende dalla massa<br />

totale in esse contenuta e può essere misurata tramite l’effetto Doppler della<br />

luce che arriva fino a noi) essa risulta molto maggiore della materia visibile<br />

identificata.<br />

Sulla natura di questa Materia Oscura sono state formulate diverse ipotesi,<br />

molte delle quali coinvolgono particelle dai nomi esotici (WIMP, neutralini,<br />

ecc.) non ancora osservate e accanitamente ricercate dai nostri es<strong>per</strong>imenti.<br />

Le più recenti misure dell’espansione dell’Universo suggeriscono un aumento<br />

della velocità di espansione: una possibile spiegazione potrebbe essere<br />

che il “vuoto cosmico” sia in realtà riempito da una forma di “energia<br />

oscura”, ricollegabile alla presenza della “costante cosmologica”, prevista<br />

da Einstein.<br />

Antimateria, materia oscura, energia oscura: alcuni dei pezzi mancanti del<br />

puzzle del nostro Universo.<br />

11<br />

Le ricerche in fisica alla <strong>Sapienza</strong>


12<br />

Le ricerche in fisica alla <strong>Sapienza</strong><br />

Dalle frontiere della fisica alle frontiere della tecnologia<br />

Le tecniche necessarie <strong>per</strong> la realizzazione de<strong>gli</strong> es<strong>per</strong>imenti della fisica di<br />

punta sono quasi sempre ai limiti delle possibilità della tecnologia moderna<br />

e spingono continuamente verso nuovi traguardi alla frontiere della tecnologia,<br />

con applicazioni in campi spesso molto lontani da quelli di origine. I<br />

dati trasmessi in un secondo di funzionamento di un es<strong>per</strong>imento di LHC, il<br />

collider del CERN, equivalgono all’informazione media scambiata con 100<br />

milioni di telefonate: da questa immensa mole di informazioni, sofisticati<br />

algoritmi devono filtrare ed estrarre le rarissime informazioni corrispondenti<br />

ai segnali delle nuove particelle.<br />

Ogni 25 miliardesimi di secondo, il rivelatore centrale dell’es<strong>per</strong>imento CMS<br />

produce un’immagine come quella di sinistra. Da questa immensa mole di<br />

informazioni, il software dell’es<strong>per</strong>imento è in grado di filtrare in tempo reale le<br />

tracce de<strong>gli</strong> eventi rari ed interessanti (a destra).


Dal WWW alla GRID<br />

Il World Wide Web è stato inventato nel 1989 dal Dr. T. Berners Lee, che<br />

lavorava al CERN di Ginevra: originariamente il sistema era stato concepito<br />

<strong>per</strong> lo scambio istantaneo di informazioni tra ricercatori impegnati ne<strong>gli</strong> stessi<br />

progetti scientifici, ma che lavoravano in Laboratori e Università sparsi <strong>per</strong><br />

il mondo. Oggi ha milioni di utilizzatori scientifici e commerciali in tutto il<br />

mondo.<br />

Se il WWW dà un accesso semplice ed immediato all’informazione distribuita<br />

sulla rete, la nuova frontiera è l’accesso altrettanto immediato alla<br />

potenza di calcolo distribuita sulla rete: i ricercatori del nostro <strong>Dip</strong>artimento<br />

partecipano ad un ambizioso progetto, detto GRID (gri<strong>gli</strong>a) che nasce da<br />

una vastissima collaborazione internazionale tra l’Unione Europea, il CERN,<br />

l’INFN, la NASA, il Department of Energy de<strong>gli</strong> Stati Uniti, l’MIT ed altre<br />

prestigiose istituzioni.<br />

13<br />

Le ricerche in fisica alla <strong>Sapienza</strong>


14<br />

Le ricerche in fisica alla <strong>Sapienza</strong><br />

Astrofisica<br />

L’Astrofisica, anzichè un settore della <strong>Fisica</strong>, è da intendere come quella<br />

disciplina che applica le conoscenze di tutti i settori della fisica alla comprensione<br />

della fenomenologia legata ai corpi celesti e alla distribuzione<br />

della materia e dell’energia nell’Universo.<br />

Da un lato essa si basa su osservazioni dei fenomeni cosmici, sui quali<br />

non si puo’ avere un controllo diretto, diversamente da quanto accade ne<strong>gli</strong><br />

es<strong>per</strong>imenti di laboratorio. D’altro canto <strong>gli</strong> astri e il cosmo rappresentano<br />

proprio dei “laboratori” in cui si possono realizzare naturalmente situazioni<br />

estreme non s<strong>per</strong>imentabili a terra. Talvolta, infatti, le teorie fisiche possono<br />

avere un diretto riscontro solo in fenomeni astronomici come esplosioni di<br />

su<strong>per</strong>novae, buchi neri, lenti gravitazionali, stelle di neutroni, ecc..<br />

Le osservazioni coinvolgono l’intero spettro elettromagnetico e, di conseguenza,<br />

le tecnologie piu’ diverse: dai rediotelescopi e interferometri di<br />

dimensione planetaria, a<strong>gli</strong> osservatori spaziali <strong>per</strong> la radiazione infrarossa,<br />

ultravioletta e visibile e <strong>per</strong> i raggi X e gamma, ai grandi telescopi ottici a<br />

terra. Anche “finestre non elettromagnetiche” sono a<strong>per</strong>te sul cosmo: neutrini,<br />

raggi cosmici di altissima energia ( molto maggiore di quella ottenibile<br />

nei grandi acceleratori di particelle) e, potenzialmente, la radiazione gravitazionale<br />

prevista dalla teoria della relativita’ generale.<br />

I quattro telescopi da 8.2 m del Very Large Telescope dell ESO<br />

(European Southern Observatory), utilizzabili come interferometro<br />

(VLTI). Cerro Paranal (Cile)


Il telescopio XMM-Newton dell’Agenzia Spaziale Europea, <strong>per</strong> l’osservazione<br />

delle sorgenti cosmiche di radiazione X<br />

Le attività di ricerca teoriche e osservative del nostro <strong>Dip</strong>artimento<br />

riguardano alcune delle domande fondamentali dell’astrofisica:<br />

• Qual e’ la geometria e quale la dinamica globale dell’Universo ?<br />

• Quali sono le distribuzioni di galassie e di materia oscura<br />

nell’Universo e il loro legame con la dinamica cosmica complessiva ?<br />

• Come sono nati e come evolvono galassie e nuclei galattici attivi ?<br />

• Come si alimenta il “motore centrale” di un nucleo galattico attivo, e<br />

qual e’ la sua relazione con la dinamica della galassie che lo ospita ?<br />

• Quali sono i meccanismi che spiegano la distribuzione spettrale, dal<br />

radio ai raggi gamma, delle sorgenti cosmiche di alta energia ?<br />

15<br />

Le ricerche in fisica alla <strong>Sapienza</strong>


16<br />

Le ricerche in fisica alla <strong>Sapienza</strong><br />

La radiazione di fondo dell’Universo<br />

Il problema della “localizzazione” dell’antimateria nell’Universo, o quello<br />

della massa mancante (della “materia oscura”) sono due buoni esempi del<br />

modo in cui si intrecciano domande tradizionalmente associate ai campi<br />

della fisica delle particelle e dell’astrofisica. Un altro esempio in proposito<br />

è fornito dalle ricerche che hanno portato recentemente alla realizzazione<br />

dell’es<strong>per</strong>imento Boomerang, condotto in prima fila da ricercatori del nostro<br />

<strong>Dip</strong>artimento.<br />

Un lancio di Boomerang<br />

I dati raccolti dall’es<strong>per</strong>imento, il cui obiettivo è la misura delle anisotropie<br />

della radiazione elettromagnetica di fondo, hanno <strong>per</strong>messo di ricostruire una<br />

“fotografia” dell’universo in una fase primordiale, quando era 50000 volte<br />

più giovane, mille volte più caldo e un miliardo di volte più denso di adesso;<br />

grazie a queste indicazioni si è in grado di ottenere informazioni sui primissimi<br />

istanti di vita dell’universo, immediatamente dopo il Big Bang, e insieme di<br />

conoscerne me<strong>gli</strong>o la distribuzione della massa e della densità.<br />

Un’immagine delle strutture<br />

dell’universo primordiale<br />

osservate da Boomerang.<br />

Per dare un’idea della scala, il<br />

piccolo tondo nero in basso a<br />

destra corrisponde alle<br />

dimensioni apparenti della Luna.


Esistono le onde gravitazionali?<br />

Previste dalla teoria della relatività generale, le onde gravitazionali hanno<br />

resistito finora ad ogni tentativo di captarne la presenza attraverso la realizzazione<br />

di apposite antenne (le “antenne gravitazionali”).<br />

È questa una linea di ricerca che vanta una lunga tradizione nel nostro<br />

<strong>Dip</strong>artimento, con la realizzazione di sbarre risonanti criogeniche, e che<br />

vede attualmente la partecipazione di un nostro gruppo di ricerca alla collaborazione<br />

internazionale che sta costruendo Virgo, un gigantesco interferometro<br />

(localizzato nella pianura a ridosso di Pisa) che dovrebbe essere<br />

in grado di rilevare segnali anche di debolissima intensità e dare quindi<br />

indicazioni empiriche definitive in favore dell’esistenza di questi elusivi<br />

oggetti previsti dalla relatività generale.<br />

17


18<br />

Le ricerche in fisica alla <strong>Sapienza</strong><br />

<strong>Fisica</strong>,<br />

Complessità e<br />

Disordine<br />

Secondo voi questo<br />

disegno è complesso o no ?<br />

Dopo enormi successi la fisica ha scelto una nuova, formidabile sfida. La natura<br />

delle scienze fisiche è quella di fornire detta<strong>gli</strong>ate previsioni quantitative sui<br />

fenomeni naturali. Questo ha portato alla elaborazione di un quadro teorico<br />

che consente una comprensione profonda dei grandi fenomeni fondamentali<br />

(le particelle elementari, i quark, la frontiera del piccolissimo): anche se in questi<br />

campi rimane ancora molto da fare, i grandi successi conseguiti hanno stimolato<br />

l’a<strong>per</strong>tura di una nuova, caldissima frontiera, quella della Complessità.<br />

La fisica oggi cerca di spiegare in modo quantitativo e di prevedere il<br />

comportamento di sistemi in cui il disordine che ne caratterizza i componenti<br />

elementari o la complessità intrinseca delle loro interazioni ha un ruolo<br />

importante, che arriva fino<br />

a modificare crucialmente<br />

la natura stessa del sistema,<br />

consentendo<strong>gli</strong> comportamenti<br />

di enorme interesse. Il<br />

fatto che l’analisi di semplici<br />

strutture matematiche porti<br />

Rappresentazione grafica di<br />

sistemi biologici ad alta<br />

complessità che la fisica cerca<br />

di aiutare a capire. Si vede il<br />

processo di mitosi in una salamandra,<br />

una macro-cellula del<br />

fegato di un topo, un ribosoma.


alla creazione di strutture affascinanti è stato molto importante. Guardate la<br />

figura di questa pagina: non si direbbe proprio che nasca da una fredda e<br />

semplice equazione, vero?<br />

Eppure si tratta del risultato di una elementare regola di iterazione.<br />

Questi metodi hanno una valenza straordinaria: ad esempio, possono suggerirci<br />

come provare ad aiutare la struttura delle connessioni di Internet a<br />

crescere in modo intelligente. Provate invece a fare un vero es<strong>per</strong>imento,<br />

ed aprite a metà il rubinetto del bagno: vedete una complicata struttura di<br />

filamenti che si intersecano e si modificano nel tempo. Cos’è che genera<br />

una struttura così “artistica”?<br />

Da un lato queste teorie stanno dando grandi contributi alla comprensione<br />

di materiali fisici di grande interesse (<strong>per</strong> esempio la struttura dei semplici<br />

vetri delle finestre è ancora un mistero, che si sta forse chiarificando grazie<br />

a queste idee). Dall’altro lato il campo in cui questi metodi cercano di aiutare<br />

la nostra capacità di comprensione si allarga: adesso i fisici cercano<br />

di comprendere complessi sistemi biologici, sistemi di agenti in interazione,<br />

come modelli di mercati economici, ed aggregati di esseri complessi che<br />

interagiscono socialmente (insomma, noi...).<br />

Si tratta certamente di una frontiera pionieristica piena di promesse.<br />

19<br />

Le ricerche in fisica alla <strong>Sapienza</strong>


20<br />

Le ricerche in fisica alla <strong>Sapienza</strong><br />

Informazione quantistica con i fotoni<br />

L’informazione quantistica studia come impiegare le leggi fondamentali della<br />

fisica <strong>per</strong> mi<strong>gli</strong>orare la trasmissione e l’elaborazione di segnali. E’ una<br />

scienza relativamente giovane, la cui origine risale all’inizio de<strong>gli</strong> anni ’80,<br />

grazie alla proposta di Richard Feynman di usare in modo congiunto la<br />

teoria classica dell’informazione e le leggi della meccanica quantistica <strong>per</strong><br />

realizzare un computer quantistico. L’unione di queste due scienze <strong>per</strong>mette<br />

o<strong>per</strong>azioni altrimenti impossibili, quali la creazione di codici crittografici<br />

indecifrabili, il teletrasporto di una particella (come ad esempio un fotone)<br />

e la soluzione di problemi computazionali complessi a una velocità molto<br />

maggiore di un qualsiasi computer classico.<br />

Per il suo carattere intrinsecamente multidisciplinare, l’informazione<br />

quantistica abbraccia diversi campi, dalla fisica alla matematica, dalla<br />

computazione all’ingegneria. Gli es<strong>per</strong>imenti di informazione quantistica si<br />

avvalgono di tecniche di fisica atomica, ottica quantistica e fisica del laser,<br />

nonché di fisica dello stato solido e dispositivi a su<strong>per</strong>conduttore.<br />

Il rapido sviluppo de<strong>gli</strong> ultimi 20 anni dimostra le grandi potenzialità di<br />

questa disciplina di rivoluzionare molte aree della scienza e della tecnologia.<br />

In questa prospettiva è ragionevole aspettarsi che schemi sempre più<br />

efficienti di codifica, decodifica e trasferimento dell’informazione vengano<br />

elaborati nel prossimo futuro. Al tempo stesso, la crescente miniaturizzazione<br />

dei circuiti logici <strong>per</strong>metterà di sviluppare nuovi metodi <strong>per</strong> il trattamento<br />

dell’informazione basati sulla meccanica quantistica.<br />

L’elemento fondamentale dell’informazione quantistica è il quantum bit,<br />

(qubit) che, a differenza del bit dell’informazione classica, che può assumere<br />

di volta in volta uno dei due valori, 0 o 1, viene espresso come la<br />

sovrapposizione coerente di due stati quantistici antitetici. Un qubit può essere<br />

realizzato in molti modi, ad esempio sfruttando la polarizzazione di un<br />

fotone, oppure usando ioni intrappolati, atomi neutri interagenti con cavità<br />

ottiche, impurezze in solidi etc.<br />

Nel processo di emissione<br />

parametrica spontanea un cristallo<br />

irradiato da un laser, di lunghezza<br />

d’onda appartenente alla regione<br />

dell’ultravioletto, genera coppie di<br />

fotoni entangled su tutto lo spettro del<br />

visibile. L’immagine in figura deriva<br />

dalla sovrapposizione di un grande<br />

numero di eventi di emissione<br />

di coppie di fotoni.


L’altro concetto chiave dell’informazione quantistica è dato dall’entanglement<br />

(letteralmente grovi<strong>gli</strong>o, intreccio) che, usando le parole di Erwin Schroedinger,<br />

rappresenta “il tratto caratteristico della meccanica quantistica”. Uno stato<br />

entangled di due o più particelle è una risorsa essenziale <strong>per</strong> il teletrasporto,<br />

la crittografia e la computazione quantistica.<br />

Oggi è possibile generare e rivelare stati quantistici di singoli fotoni o stati<br />

entangled di fotoni prodotti da cristalli non lineari mediante il processo della<br />

emissione parametrica spontanea. Stati entangled di due o più fotoni vengono<br />

utilizzati nella crittografia quantistica su grandi distanze (fino a 200<br />

Km), sia attraverso una fibra ottica che nello spazio libero, e nel teletrasporto<br />

quantistico che rappresenta, a oggi, una delle più spettacolari dimostrazioni<br />

dell’entanglement.<br />

Nel nostro <strong>Dip</strong>artimento, dove nel 1997 è stato effettuato il primo teletrasporto<br />

di un fotone, vengono studiati stati entangled di fotoni ad alto<br />

numero di qubit. Codificando l’informazione su vari gradi di libertà del<br />

fotone, come la polarizzazione, l’energia, la direzione e il momento angolare<br />

orbitale, vengono realizzati circuiti logici finalizzati alla computazione<br />

quantistica, si effettuano misure con risoluzione o sensibilità ben al di là di<br />

quelle <strong>per</strong>messe dalla fisica classica e vengono studiate le proprietà di stati<br />

quantistici fotonici macroscopici.<br />

Rappresentazione schematica del teletrasporto quantistico. Il fotone (qubit) che si<br />

vuole teletrasportare, |ψ>1, è misurato dall’osservatore A (Alice) insieme al fotone<br />

(qubit) 2 appartenente a una coppia di fotoni entangled, |φ+ >23. Il risultato della<br />

misura viene comunicato all’osservatore B (Bob) che effettua una particolare<br />

o<strong>per</strong>azione sul fotone 3. Il risultato è il trasferimento istantaneo (teletrasporto) dello<br />

stato del fotone 1 sul fotone 3. La comunicazione classica tra Alice e Bob garantisce<br />

che lo scambio di informazione avvenga rispettando il principio di causalità.<br />

21<br />

Le ricerche in fisica alla <strong>Sapienza</strong>


22<br />

Le ricerche in fisica alla <strong>Sapienza</strong><br />

<strong>Fisica</strong> della materia<br />

Si indica generalmente come “fisica della materia” quella parte della fisica<br />

che studia, anziché le proprietà dei costituenti “elementari” nella loro individualità<br />

e le caratteristiche ancora sconosciute delle interazioni che si esercitano<br />

tra di essi, i comportamenti e le proprietà tipici di aggregati di numerosissimi<br />

costituenti di cui sono ben note le proprietà individuali e quelle delle<br />

forze che li legano (si tratta in sostanza di interazioni elettromagnetiche), ma<br />

che presentano talvolta comportamenti nuovi e inediti dovuti al gran numero<br />

di componenti dei sistemi in esame. Le domande che si pongono in questo<br />

settore sono le più disparate, e spaziano da questioni di immediato interesse<br />

applicativo a quesiti di carattere assolutamente fondamentale.<br />

La su<strong>per</strong>conduttività<br />

Ad esempio, uno dei problemi di fisica della materia più dibattuti ne<strong>gli</strong> ultimi<br />

decenni è l’origine della su<strong>per</strong>conduttività ad alta tem<strong>per</strong>atura in certi materiali<br />

ceramici. I su<strong>per</strong>conduttori sono noti fin dall’epoca della Prima guerra<br />

mondiale e il loro funzionamento è stato compreso ne<strong>gli</strong> anni Cinquanta del<br />

Novecento. Sono metalli che al di sotto di una tem<strong>per</strong>atura molto vicina allo<br />

zero assoluto (-273 °C) offrono una resistenza assolutamente nulla al passaggio<br />

della corrente. A causa di ciò, ad esempio, in un semplice filo su<strong>per</strong>conduttore<br />

chiuso su se stesso, e senza che vi sia inserito alcun generatore,<br />

la corrente può scorrere <strong>per</strong> un tempo infinito. I su<strong>per</strong>conduttori oggi sono<br />

usati soprattutto <strong>per</strong> ottenere alti campi magnetici, come quelli che tengono<br />

sollevati i treni a levitazione magnetica (vedi foto) e che incurvano la traiettoria<br />

delle particelle che viaggiano quasi alla velocità della luce nei grandi<br />

acceleratori. Tuttavia le bassissime tem<strong>per</strong>ature necessarie al loro funzionamento<br />

richiedono l’uso di refrigeranti costosi e complicati da maneggiare,<br />

come l’elio liquido che bolle a -269 °C.<br />

Un treno a levitazione magnetica come questo, grazie ai suoi<br />

magneti su<strong>per</strong>conduttori, trasporta i passeggeri a 550 km/h tra<br />

la città di Shanghai e il suo aeroporto.


Se si riuscisse a far funzionare un su<strong>per</strong>conduttore alla tem<strong>per</strong>atura<br />

dell’ambiente si potrebbe trasmettere l’elettricità dalla centrale alle nostre<br />

case senza <strong>per</strong>dite, con grande risparmio energetico; si potrebbero costruire<br />

calcolatori molto più veloci de<strong>gli</strong> attuali; oppure fabbricare potenti<br />

magneti a costi molto più bassi.<br />

Nel 1986 sono stati sco<strong>per</strong>ti dei nuovi materiali ceramici su<strong>per</strong>conduttori<br />

che funzionano a circa 100 gradi dallo zero assoluto, e quindi possono<br />

essere raffreddati anziché dall’elio liquido dall’aria liquida, con grandi vantaggi.<br />

Tuttavia, sia <strong>per</strong> mi<strong>gli</strong>orare questi materiali che <strong>per</strong> trovarne di nuovi<br />

con tem<strong>per</strong>ature di lavoro ancora più alte, bisogna intanto capire come si<br />

innesca la su<strong>per</strong>conduttività in queste ceramiche.<br />

I fisici ancora non lo sanno, nonostante un grande sforzo di ricerca che continua<br />

tuttora anche nel nostro dipartimento. Qui lavorano da molti anni, sulla<br />

su<strong>per</strong>conduttività ad alta tem<strong>per</strong>atura, due gruppi teorici e quattro gruppi<br />

s<strong>per</strong>imentali con diverse tecniche.<br />

Le nanotecnologie<br />

Un altro affascinante campo in cui il nostro <strong>Dip</strong>artimento è attivo è quello<br />

delle nanotecnologie. Ne<strong>gli</strong> ultimi anni <strong>gli</strong> scienziati della materia hanno<br />

imparato a costruire nuove architetture atomiche e molecolari e a controllare<br />

dimensioni, forma e funzioni di una grande varietà di materiali su scala<br />

atomica scoprendo proprietà elettriche, meccaniche, ottiche e magnetiche<br />

spesso inattese. L’interesse scientifico <strong>per</strong> lo studio delle proprietà di queste<br />

nuove strutture ha fatto sorgere <strong>gli</strong> ormai diffusi neologismi di nanoscienza<br />

e nanotecnologia <strong>per</strong> indicare il filone scientifico/tecnologico che si occupa<br />

di architettura/ingegneria di nuove strutture atomiche e molecolari con<br />

specifiche proprietà e funzionalità.<br />

Nano-fili unidimensionali ordinati<br />

di molecole pentacene allineate<br />

sui gradini monoatomici di una<br />

su<strong>per</strong>ficie di rame. I nanofili sono<br />

larghi circa 1 nanometro e lunghi<br />

centinaia di nanometri<br />

23<br />

Le ricerche in fisica alla <strong>Sapienza</strong>


24<br />

Le ricerche in fisica alla <strong>Sapienza</strong><br />

Immagine di punti quantici<br />

semiconduttori ottenuta<br />

mediante un microscopio<br />

a scansione tunnel; ogni<br />

punto e’ in realtà costituito<br />

da circa 10000 atomi<br />

La novità sta soprattutto nello studio di nuove metodologie <strong>per</strong> assemblare<br />

le architetture atomiche e molecolari e nella capacità di finalizzare le nuove<br />

strutture a una precisa funzione, progettando, controllando e verificando<br />

le proprietà microscopiche ottiche, magnetiche ed elettriche desiderate.<br />

Se atomi e/o molecole si aggregano in strutture su scala<br />

nanometrica (1 nanometro=un miliardesimo di metro) possono<br />

avere proprietà diverse rispetto ai materiali solidi su scala<br />

macroscopica (si vedano <strong>gli</strong> esempi nella pagina precedente).<br />

Una catena unidimensionale di atomi di ferro è magnetica e conduttrice ?<br />

Possono esistere metalli in una dimensione ?<br />

Come variano le proprietà ottiche di un nano-cristallo semiconduttore al<br />

variare del numero di atomi che lo costituiscono ?<br />

Possiamo quindi considerare queste nano-particelle come uno stato<br />

della materia le cui proprietà non dipendono solo dalla composizione<br />

chimica ma anche dalla forma e dalla dimensione. La grande promessa<br />

della nanotecnologia è di proporre un’alternativa in cui si assemblano i<br />

componenti più semplici (le molecole e/o altre nanostrutture) <strong>per</strong><br />

costruire dispositivi con funzioni specifiche ed altamente flessibili. Inoltre,<br />

dall’unione della su<strong>per</strong>conduttività con le nanotecnologie nascono nuovi<br />

dispositivi, che a loro volta possono essere utilizzati <strong>per</strong> incrementare<br />

sensibilmente la sensibilità e la raffinatezza di strumentazione utile in altri<br />

settori di ricerca (bolometri e microrefrigeratori, <strong>per</strong> misurare la radiazione<br />

cosmica, o <strong>gli</strong> SQUID, che misurano campi magnetici e sono usati dai<br />

ricercatori del <strong>Dip</strong>artimento <strong>per</strong> studiare le leggi fondamentali della meccanica<br />

quantistica), e trovare poi anche un gran numero di impieghi pratici.


Un ulteriore campo di applicazione delle nanotecnologie e’ quello relativo<br />

all’immagazzinamento a stato solido dell’idrogeno quale vettore<br />

energetico ed ecologico. L’interesse verso l’uso dell’idrogeno come vettore<br />

energetico ha avuto recentemente un notevole rilancio motivato dalla<br />

necessità di re<strong>per</strong>ire mezzi energetici alternativi ai combustibili fossili<br />

e al fine di diminuire l’inquinamento ambientale da essi causato. L’avvio<br />

di una tecnologia a idrogeno comporta molteplici problemi tecnici connessi<br />

con la sua produzione, l’immagazzinamento e l’utilizzazione. In<br />

particolare, lo scopo di immagazzinare l’idrogeno è quello di rendere<br />

disponibile il fabbisogno di energia al momento della sua utilizzazione.<br />

Dei possibili modi di immagazzinare l’idrogeno, quello in forma di composti nei<br />

solidi è il più efficace in termini di densità di energia accumulabile e sicurezza.<br />

In genere, l’idrogeno entra come idruro interstiziale all’interno di reticoli<br />

metallici o forma dei complessi molecolari con altri elementi.<br />

Una via di frontiera seguita nel <strong>Dip</strong>artimento è quella di usare nanopolveri<br />

(<strong>per</strong>ché la su<strong>per</strong>ficie volumica, sulla quale avvengono le reazioni<br />

di rilascio, è elevata) e dis<strong>per</strong>derle in materiali nanoporosi, <strong>per</strong>ché<br />

la dimensionalità de<strong>gli</strong> strati di assorbitore ottenuti è più bassa.<br />

Le aspettative sono il cambiamento dei meccanismi termodinamici in questi<br />

strati sottili rispetto alle proprietà di volume con possibile abbassamento delle<br />

tem<strong>per</strong>ature di rilascio dell’idrogeno e una maggiore resistenza al de<strong>per</strong>imento<br />

con l’avanzare del numero di cicli di idrogenazione/deidrogenazione.<br />

25<br />

Le ricerche in fisica alla <strong>Sapienza</strong>


26<br />

Le ricerche in fisica alla <strong>Sapienza</strong><br />

La materia soffice<br />

Nell’ambito dello studio della “struttura della materia”, un campo di indagine<br />

importante nel corso del XX secolo e’ stato quello di determinare il comportamento<br />

di un grande numero di componenti elementari (atomi, molecole, …)<br />

a partire dal loro potenziale di interazione.<br />

Pensate come sarebbe interessante, ma anche quante applicazioni avrebbe,<br />

se fosse possibile “inventare” la forma funzionale con cui i mattoni elementari<br />

che costituiscono la materia interagiscono tra loro. Che succederebbe<br />

se, <strong>per</strong> esempio, le particelle interagissero attraverso un potenziale soffice<br />

puramente repulsivo, se le particelle potessero interpenetrarsi, se il raggio<br />

della interazione attrattiva fosse molto piccolo rispetto alle dimensioni della<br />

particella stessa ? Pensate anche quante possibilita’ si aprirebbero se le strutture<br />

macroscopiche fossero costituite da particelle il cui movimento non e’<br />

controllato dalle equazioni di Newton, ma piuttosto (a causa della presenza<br />

di un mezzo in cui queste sono immerse) dalle equazioni che determinano il<br />

moto Browniano, oppure se la dinamica non fosse controllata dal moto termico,<br />

ma da moto proprio (particelle autopropellenti). Quali nuovi materiali<br />

si potrebbero “disegnare”, e quali comportamenti collettivi risulterebbero da<br />

queste nuove forme di interazione tra i costituenti elementari ?<br />

La materia soffice - quella branca della fisica della materia condensata che<br />

studia il comportamento di sistemi fisici facilmente deformabili se soggetti a<br />

sollecitazioni esterne (termiche, meccaniche, elettriche, …) - tenta di rispondere<br />

proprio a queste domande. Studiare la materia soffice vuol dire studiare<br />

aggregati atomici e/o molecolari di dimensioni nano- e micro-metriche in<br />

un solvente, polimeri, schiume, gel, materiali granulari, e svariati tipi di materiali<br />

biologici. In numerosi casi, le particelle costituenti possono essere<br />

considerate come su<strong>per</strong>-atomi interagenti attraverso potenziali efficaci di cui<br />

predire lo stato di aggregazione mediante tecniche di meccanica statistica.<br />

Rispetto ai sistemi atomici e/o molecolari e’ oggi possibile disegnare nuove<br />

forme di interazione e, di conseguenza, nuove fasi della materia. I materiali<br />

soffici infatti mostrano strutture autoorganizzate su scale mesoscopiche (cioe’<br />

intermedie tra micro e macroscopiche) che originano dal gran numero di<br />

interno gradi di libertà, di interazioni deboli tra <strong>gli</strong> elementi strutturali, e dal<br />

delicato bilancio termodinamico che vi si instaura.<br />

La ricerca in materia soffice (con le sue forti connessioni con la ricerca in<br />

materia biologica) e’ sviluppata nel <strong>Dip</strong>artimento di <strong>Fisica</strong> attraverso una<br />

azione sinergica tra ricercatori teorici, numerici e s<strong>per</strong>imentali. e si sviluppa<br />

in collaborazione con il centro “Soft” (INFM-CNR).<br />

Immagine di un polimero a stella. Il potenziale<br />

di interazione tra i centri di massa di<br />

questi polimeri e’ ben rappresentato da un<br />

decadimento logaritmico (da cui il nome di<br />

potenziale ultra-soffice).


<strong>Fisica</strong> dei biosistemi<br />

La complessità intrinseca dei sistemi biologici rende lo studio della fisica di<br />

questi sistemi una sfida difficile ed affascinante. L’approccio “fisico” e quantitativo<br />

allo studio dei sistemi viventi, la bio-fisica, o fisica dei biosistemi, è<br />

un campo di ricerca che <strong>per</strong> le sue molte sovrapposizioni con la biochimica,<br />

la biologia molecolare, le nanoscienze, la bioingegneria, la biologia dei<br />

sistemi, ecc. è connotato da una forte “vocazione” interdisciplinare.<br />

Una delle sfide importanti nella fisica dei biosistemi è la caratterizzazione<br />

dei comportamenti “di singola molecola”. Ad esempio: quali sono le interazioni<br />

che determinano il “ripiegarsi” (“folding”) di una proteina in un<br />

preciso modo, fino ad assumere quella conformazione che le rende possibile<br />

attuare la sua funzione? e attraverso quale <strong>per</strong>corso di “conformazioni<br />

intermedie” avviene questo processo?<br />

Viceversa, altro tema di grandissima attualità è quello dello studio dei processi<br />

collettivi di aggregazione spontanea (self-assembly) di molecole, che<br />

portano alla formazione delle complesse strutture biologiche (come quelle<br />

riportate in figura). Ad esempio, è <strong>per</strong> aggregazione spontanea di numerosissime<br />

molecole assai più piccole delle proteine, i lipidi, che si forma<br />

la struttura principale delle membrane cellulari, la “matrice lipidica”. E’ in<br />

questa matrice che si inseriscono proteine ed altre macromolecole, fino a<br />

formare quelle strutture flessibili e dalle complesse proprietà funzionali che<br />

sono le membrane.<br />

27<br />

Le ricerche in fisica alla <strong>Sapienza</strong>


28<br />

Le ricerche in fisica alla <strong>Sapienza</strong><br />

Anche i “motori molecolari” sono formati da proteine che si aggregano formando<br />

delle “macchine” nanoscopiche, capaci di convertire energia chimica<br />

in energia meccanica. Ad esempio, la proteina kinesina, è in grado di muoversi<br />

sui filamenti proteici (microtubuli) che costituiscono lo “scheletro” della<br />

cellula, trasportando “carichi” da un punto all’altro della cellula in maniera<br />

molto più efficiente di quanto avverrebbe <strong>per</strong> diffusione. L’osservazione delle<br />

straordinarie strutture generate dall’organizzazione spontanea di molecole<br />

relativamente semplici, spinge la ricerca verso lo studio dei meccanismi di<br />

“self-assembly” anche <strong>per</strong> ottenere materiali e “nanomacchine” artificiali <strong>per</strong><br />

applicazioni innovative. Le straordinarie caratteristiche di certi materiali naturali<br />

derivano infatti dalla loro struttura su scala molecolare: ad esempio, la<br />

sorprendente resistenza meccanica delle conchi<strong>gli</strong>e, composte di calcare,<br />

duro ma fragile, e di flessibili fibre proteiche.<br />

Analogamente, <strong>gli</strong> efficienti motori molecolari ispirano la ricerca verso<br />

la progettazione di efficienti “nanomacchine” artificiali <strong>per</strong> il trasporto di<br />

sostanze in “microlaboratori” di analisi realizzati su singoli “chip” elettronici,<br />

o l’organizzazione delle membrane cellulari mostra la strada verso la progettazione<br />

di “nanovettori” (sorta di “nanopillole”) <strong>per</strong> il trasporto mirato di<br />

sostanze biologicamente attive a cellule e tessuti all’interno dell’organismo. E<br />

così via, in un continuo scambio tra ricerca fondamentale e applicata.<br />

Dinamica molecolare<br />

Anche antiche domande sui fondamenti si ripropongono in termini nuovi.<br />

Come si spiega l’apparente paradosso <strong>per</strong> cui de<strong>gli</strong> oggetti come le molecole<br />

di un gas, che obbediscono alle leggi della meccanica classica (e<br />

che dovrebbero quindi muoversi secondo una dinamica reversibile, cioè<br />

comportarsi in un modo indifferente allo scorrere della freccia del tempo),<br />

esibiscono invece, se osservati in grande numero a livello macroscopico, il<br />

comportamento tipicamente irreversibile sancito dal secondo principio della<br />

termodinamica? Posto oltre un secolo fa nei lavori dei padri fondatori della<br />

meccanica statistica, il problema si ripropone ancora vivo all’attenzione dei<br />

ricercatori di oggi, che hanno <strong>per</strong>ò ora a disposizione un poderoso strumento<br />

<strong>per</strong> studiarlo, fornito dalla incredibile potenza di calcolo dei moderni<br />

calcolatori, che sono in grado di “inseguire” la dinamica di un gran numero<br />

di particelle in interazione e simularne il comportamento reale.<br />

La dinamica molecolare <strong>per</strong>mette così, attraverso questi “es<strong>per</strong>imenti teorici”<br />

in cui il calcolatore svolge una essenziale funzione di simulazione di comportamenti<br />

collettivi che non sarebbero altrimenti calcolabili analiticamente,<br />

di porre e analizzare in termini nuovi una antica domanda fondamentale<br />

che sta a fondamento della meccanica statistica.


Su<strong>per</strong>calcolatori<br />

Lo sviluppo di strumenti di calcolo sempre più veloci, flessibili e potenti è<br />

una linea di ricerca da sempre <strong>per</strong>seguita con eccellenti risultati nel nostro<br />

<strong>Dip</strong>artimento, nella tradizione che trae origine da un suggerimento di Enrico<br />

Fermi.<br />

In particolare dall’idea che diede origine ad APE, il primo calcolatore parallelo<br />

specificamente progettato <strong>per</strong> eseguire simulazioni di Cromodinamica<br />

Quantistica su reticolo, i ricercatori del nostro <strong>Dip</strong>artimento hanno realizzato,<br />

nell’ambito di una collaborazione europea, il calcolatore parallelo<br />

apeNEXT caratterizzato da una potenza di calcolo dell’ordine del Teraflops<br />

(10 12 o<strong>per</strong>azioni floating point al secondo).<br />

Nel seminterrato dell’Edificio E. Fermi del nostro <strong>Dip</strong>artimento è ospitato uno<br />

dei maggiori laboratori di calcolo scientifico europei, con 14 unità apeNEXT,<br />

<strong>per</strong> una potenza complessiva di circa 10 Teraflops e una memoria di 1.8<br />

TeraBytes.<br />

E’ attualmente in fase di progettazione un processore di calcolo multi-core,<br />

caratterizzato da alte prestazioni e bassi consumi, che sarà alla base della<br />

prossima generazione di calcolatori APE con potenze di calcolo dell’ordine<br />

del Petaflops (10 15 o<strong>per</strong>azioni floating point al secondo).<br />

Simulazione del moto di un fluido riscaldato<br />

29<br />

Le ricerche in fisica alla <strong>Sapienza</strong>


30<br />

Le ricerche in fisica alla <strong>Sapienza</strong><br />

Sistemi fisici nonlineari e ordinati: Teoria dei solitoni<br />

La nostra comprensione di moltissimi fenomeni naturali si basa sulla nostra<br />

capacita’di risolvere le equazioni del moto di sistemi sia discreti (insiemi di<br />

particelle, reticoli, automi cellulari) che continui (fluidi, campi elettromagnetici,<br />

campi gravitazionali). Queste equazioni sono generalmente non lineari<br />

ed, a fronte della enorme difficolta’ di escogitare metodi analitici di indagine, la<br />

loro non linearita’ da’ luogo a fenomeni estremamente interessanti e complessi.<br />

L’approssimazione lineare semplifica i calcoli ma e’ molto spesso inadeguata<br />

a comprendere la fisica di quanto si osserva.<br />

Ne<strong>gli</strong> ultimi quarant’anni sono stati sco<strong>per</strong>ti sistemi modello che descrivono<br />

comportamenti dinamici non lineari, universali ed ordinati tali da essere trattabili<br />

in modo esatto con tecniche di analisi ed algebra.<br />

La generalità di questi metodi di indagine <strong>per</strong>mette la loro applicazione<br />

ai fenomeni piu’ vari: onde nei fluidi come ne<strong>gli</strong> oceani e nell’atmosfera,<br />

propagazione di energia nelle catene molecolari come nel DNA, onde<br />

elettromagnetiche come fasci LASER in mezzi non lineari, onde gravitazionali<br />

come da esplosione di su<strong>per</strong>novae, onde nella materia condensata come in<br />

solidi e plasmi. In particolare, nello studio della propagazione di onde non<br />

lineari, e’ emerso un nuovo paradigma capace di unificare diversi comportamenti:<br />

quello di SOLITONE.<br />

Generalmente questo designa un’ onda capace di propagarsi in un mezzo<br />

dis<strong>per</strong>sivo senza dis<strong>per</strong>dersi (!) grazie ad un bilanciamento tra l’effetto dis<strong>per</strong>sivo<br />

e quello non lineare. Questa sco<strong>per</strong>ta ha avviato una ricerca esplosiva<br />

sulla teoria dei solitoni e sulle loro applicazioni. Le piu’ recenti riguardano<br />

la trasmissione di impulsi ottici sia in fibra su grandissime distanze sia in<br />

componenti logiche <strong>per</strong> calcolatori ottici. Questi solitoni ottici si comportano<br />

come robuste “particelle di luce” (nella Fig 1 si vede l’urto di due solitoni<br />

stabili mentre nella Fig. 2 l’urto e’ tra due solitoni instabili e la Fig. 3 mostra<br />

due solitoni legati). La non linearita’ delle equazioni del moto comporta una<br />

ricca fenomenologia come urti tra onde, fusione di onde, creazione ed annichilazione<br />

di coppie, decadimenti, formazione di strutture estese coerenti,<br />

ed oggi la teoria sottostante porta ad un controllo matematico di questi<br />

fenomeni ed a fare previsioni dei dati s<strong>per</strong>imentali.<br />

Recentemente si e’ cominciato a vedere anche una via analitica <strong>per</strong> trattare<br />

processi di onde d’urto e <strong>per</strong> descrivere analiticamente la transizione dai<br />

moti ordinati a quelli caotici.


Geofisica<br />

Nel vasto ambito della geofisica, nel nostro <strong>Dip</strong>artimento si svolgono varie<br />

attività tra cui lo studio della radiazione UV, e di vari aspetti del clima e delle<br />

cause che lo modificano.<br />

La radiazione solare ultravioletta al suolo è un importante parametro ambientale.<br />

Il suo studio <strong>per</strong>mette di quantificare quanta radiazione arriva alla su<strong>per</strong>ficie<br />

terrestre in funzione della posizione del sole e della composizione<br />

dell’atmosfera. Questo tipo di indagine è anche importante <strong>per</strong> valutare<br />

quanta radiazione viene intercettata da<strong>gli</strong> individui durante le loro attività<br />

all’a<strong>per</strong>to.<br />

Per quanto riguarda lo studio del clima esso ha aspetti di carattere<br />

fondamentale, come lo studio della circolazione generale dell’atmosfera,<br />

della tropopausa atmosferica, del ruolo dell’oceano nelle variazioni paleoclimatiche.<br />

Un obiettivo è quello di descrivere l’origine delle zone climatiche<br />

della Terra. Oggi esistono basi razionali da cui far derivare una completa<br />

spiegazione dell’origine delle zone climatiche e della loro dipendenza dalle<br />

forze che si esercitano sul sistema. Tuttavia le difficoltà insite nella natura non<br />

lineare dei processi fisici coinvolti fa si che queste spiegazioni appaiono<br />

ancora elusive ed insoddisfacenti.<br />

La circolazione generale dell’atmosfera: schema<br />

31<br />

Le ricerche in fisica alla <strong>Sapienza</strong>


32<br />

Le ricerche in fisica alla <strong>Sapienza</strong><br />

Il ruolo dell’oceano nelle variazioni paleoclimatiche è un altro tema fondamentale.<br />

Le circolazioni oceaniche su scala planetaria dipendono anche<br />

dalla distribuzione di salinità e la differenza di densità associata guida delle<br />

circolazioni profonde che hanno scale dei tempi anche millenarie. Interruzioni<br />

improvvise di tali circolazioni possono indurre variazioni climatiche,<br />

incluse le glaciazioni.<br />

Satellite <strong>per</strong> osservazione della Terra.<br />

Di ovvia importanza pratica è lo studio del ciclo idrologico e della siccità,<br />

de<strong>gli</strong> eventi estremi e l’uso di satelliti <strong>per</strong> la raccolta di dati su scala globale.<br />

I satelliti sembrano essere le piattaforme ideali da cui eseguire con continuità<br />

tali misure. Attualmente, un gruppo del <strong>Dip</strong>artimento si è impegnato nell’uso<br />

di dati GPS (‘Global Position System’) <strong>per</strong> la determinazione dell’altezza<br />

della tropopausa e del contenuto di vapore acqueo dell’atmosfera.<br />

Per quanto riguarda la siccità e il ciclo idrologico, come riportato dalla stampa,<br />

le risorse idriche del pianeta saranno presto sottoposte ad uno sforzo al<br />

limite della sostenibilità. In particolare, il bacino del Mediterraneo, un’area<br />

soggetta ad episodi siccitosi frequenti, pone il problema dell’uso razionale<br />

delle risorse <strong>per</strong> prevenire e mitigare <strong>gli</strong> effetti avversi di questi eventi.<br />

In questo ambito nel <strong>Dip</strong>artimento si è studiato il ciclo idrologico dell’acqua<br />

nel bacino del Mediterraneo, sviluppando una metodologia <strong>per</strong> il monitoraggio<br />

della siccità.<br />

Indice di siccità SPI sulla scala<br />

temporale di 3 mesi <strong>per</strong> Aprile<br />

2007. Dati NCEP/NCAR.<br />

Lo studio della statistica de<strong>gli</strong> eventi estremi è uno dei capitoli fondamentali<br />

<strong>per</strong> monitorare e prevenire <strong>gli</strong> effetti di disastri naturali quali la siccità e le<br />

inondazioni. Nel <strong>Dip</strong>artimento si sviluppano metodi non tradizionali <strong>per</strong> la<br />

classificazione di tali eventi.


<strong>Fisica</strong> e Beni Culturali<br />

I Beni Culturali fisicamente tangibili comprendono un enorme numero di<br />

manufatti - libri, sculture, affreschi, mosaici, vasi, edifici - realizzati con i<br />

materiali più diversi come, <strong>per</strong> citarne solo alcuni, pigmenti pittorici, carta o<br />

legno che, in un certo senso, sono inconsueti <strong>per</strong> un fisico. Nella maggior<br />

parte dei casi questi materiali hanno strutture microscopiche molto complesse<br />

ed eterogenee, spesso contaminate da miriadi di impurezze legate<br />

all’ambiente da cui sono prelevati. L’ambiente di provenienza ed il lavoro<br />

umano lasciano quindi molte tracce nelle strutture microscopiche dei manufatti,<br />

tracce che possono essere fatte emergere con tecniche opportune <strong>per</strong><br />

arricchire con dati oggettivi il baga<strong>gli</strong>o di conoscenze intorno ad un’o<strong>per</strong>a e<br />

contribuire così alla sua corretta collocazione storica o preistorica, oltre che<br />

<strong>per</strong> agevolare la sua conservazione ed eventualmente il restauro.<br />

La fisica, specialmente la fisica della materia e quella delle particelle elementari,<br />

ne<strong>gli</strong> ultimi anni ha imparato ad utilizzare su questi materiali il patrimonio<br />

di metodologie s<strong>per</strong>imentali che <strong>per</strong> decenni ha utilizzato nello studio<br />

di atomi, molecole e cristalli. Tecniche basate sull’uso di neutroni, elettroni,<br />

luce, onde radio, radiazione infrarossa o a raggi x, sono state spesso reinterpretate<br />

<strong>per</strong> poter essere utilizzate con bassa invasività nello studio delle<br />

o<strong>per</strong>e d’arte. Attualmente si possono ottenere informazioni sulla natura dei<br />

pigmenti di un dipinto senza asportare parte della pellicola pittorica, si possono<br />

ricavare informazioni sulla similarità di ceramiche interrogando l’acqua<br />

intrappolata nei loro pori, oppure<br />

ottenere informazioni sui<br />

cambiamenti o<strong>per</strong>ati da un<br />

pittore - i pentimenti - o sulle<br />

scritte in un papiro completamente<br />

annerito utilizzando<br />

radiazione infrarossa o raggi<br />

X, ottenere informazioni della<br />

composizione minerale<br />

di un manufatto tramite<br />

elettroni e neutroni.<br />

Nella figura la Pietà di<br />

Sebastiano del Piombo è<br />

studiata con una sonda a<br />

risonanza magnetica: in<br />

questo caso una tecnica nata<br />

<strong>per</strong> lo studio delle strutture<br />

molecolari ed utilizzata<br />

anche in medicina è stata<br />

adattata <strong>per</strong> misure non<br />

invasive e in situ su Beni<br />

Culturali.<br />

33<br />

Le ricerche in fisica alla <strong>Sapienza</strong>


34<br />

Le ricerche in fisica alla <strong>Sapienza</strong><br />

Si può datare un’o<strong>per</strong>a attraverso la concentrazione di certi isotopi usando<br />

tecniche molto più sensibili della datazione al carbonio 14 tradizionale e,<br />

<strong>per</strong> materiali inerti, liberando con il calore elettroni intrappolati nelle sue<br />

strutture cristalline. E’ un mondo affascinante, tra arte e scienza, in continua<br />

evoluzione <strong>per</strong>ché molte delle tecniche ado<strong>per</strong>ate normalmente in altri<br />

ambiti della ricerca scientifica, sono recepite e riadattate <strong>per</strong> il mondo dei<br />

Beni Culturali. Il <strong>Dip</strong>artimento di <strong>Fisica</strong> della <strong>Sapienza</strong> possiede e sviluppa<br />

un’intensa attività di ricerca in quest’ambito, e molte delle tecniche citate<br />

sopra sono utilizzate e tuttora <strong>per</strong>fezionate nei suoi laboratori.<br />

Le ricerche in storia della fisica<br />

Come sono nate e cresciute queste idee, come sono state confrontate<br />

con il duro banco di prova che è l’es<strong>per</strong>imento, quale è la storia delle<br />

istituzioni di ricerca al cui interno si sono formati i fisici che le hanno<br />

concepite e sviluppate?<br />

Sono le domande di chi si occupa di storia della fisica, attività particolarmente<br />

coltivata nel nostro <strong>Dip</strong>artimento, dove i ricercatori possono avvalersi<br />

della ricca collezione di strumenti del Museo di <strong>Fisica</strong> (una preziosa testimonianza<br />

del passato della disciplina) e dei consistenti fondi archivistici, in cui<br />

è custodita gran parte della memoria storica della fisica italiana.<br />

Una lunga tradizione scientifica si trasmette grazie al passaggio di competenze<br />

tra successive generazioni di fisici che si realizza nell’insegnamento.<br />

Studiare le modalità di trasmissione e di apprendimento del particolare linguaggio<br />

e dei contenuti conoscitivi specifici della fisica è il compito dei<br />

ricercatori in didattica della fisica.


Principali Istituzioni e Laboratori<br />

Nazionali e Internazionali<br />

collaborazioni<br />

35


36<br />

La nostra Storia<br />

LA FISICA A ROMA ALLA SAPIENZA:<br />

LE TAPPE PRINCIPALI, DALLE ORIGINI AL 1960<br />

1303 Viene fondato da Bonifacio VIII lo Studium Urbis; la prima università<br />

pubblica di Roma verrà denominata, a partire dalla seconda metà del<br />

Cinquecento, “La <strong>Sapienza</strong>”, da una scritta posta all’ingresso del palazzo<br />

dove ha sede, “Initium sapientiae timor Domini”<br />

1701 Viene istituita alla <strong>Sapienza</strong> la prima cattedra di <strong>Fisica</strong> s<strong>per</strong>imentale.<br />

I docenti che insegnano fisica sono tutti appartenenti a<strong>gli</strong> ordini religiosi<br />

1748 Si inaugura il Teatro Fisico, dove si eseguono “pubblici es<strong>per</strong>imenti”<br />

1817 Viene fondata la Scuola di applicazione <strong>per</strong> <strong>gli</strong> ingegneri, oggi a<br />

San Pietro in Vincoli<br />

1819 Ricopre la cattedra di <strong>Fisica</strong> s<strong>per</strong>imentale Saverio Barlocci, primo<br />

docente laico di fisica<br />

1872 L’Università di Roma, passata ormai dallo Stato Pontificio al Regno<br />

d’Italia, viene equiparata alle altre università del regno.<br />

Viene chiamato a ricoprire la cattedra di <strong>Fisica</strong> s<strong>per</strong>imentale e a dirigere il<br />

Regio Istituto Fisico, Pietro Blaserna<br />

1881 L’Istituto Fisico si trasferisce dal Palazzo della <strong>Sapienza</strong> al nuovo<br />

edificio di via Panis<strong>per</strong>na. Nella Scuola Pratica fondata da Blaserna <strong>gli</strong><br />

<strong>studenti</strong> del primo biennio fanno <strong>per</strong> la prima volta, nell’università romana,<br />

es<strong>per</strong>imenti<br />

1896 Il Circolo fisico di Roma, fondato da Blaserna, promuove un ciclo<br />

di conferenze pubbliche <strong>per</strong> diffondere la cultura fisica.<br />

Soprattutto le conferenze sul radio, subito dopo la sco<strong>per</strong>ta della<br />

radioattività naturale (H. Becquerel, 1896) e del radio e del polonio<br />

(Marie e Pierre Curie, 1898) appassioneranno l’uditorio<br />

1918 Orso Mario Corbino diventa direttore del Regio Istituto Fisico.<br />

Il ruolo di Corbino sarà fondamentale <strong>per</strong> il decollo della Scuola di<br />

<strong>Fisica</strong> di Roma<br />

1825 Enrico Fermi formula una nuova statistica <strong>per</strong> le particelle a spin<br />

semintero (elettroni, protoni, neutroni, oggi detti fermioni)<br />

1926 Fermi vince a Roma la prima cattedra di <strong>Fisica</strong> teorica fatta istituire<br />

da Corbino. Intorno a Fermi si raccolgono i giovani Edoardo Amaldi, Emilio<br />

Segrè, Ettore Majorana. Nel 1927 si unisce al gruppo Franco Rasetti, allora<br />

assistente di A. Garbasso a Firenze ed es<strong>per</strong>to di spettroscopia


1933 Fermi formula la teoria del decadimento beta<br />

1934 I ragazzi di via Panis<strong>per</strong>na, Rasetti, Segrè, Amaldi e il chimico<br />

Oscar D’Agostino, guidati da Fermi, scoprono la radioattività indotta dai<br />

neutroni<br />

1934-36 I ragazzi di via Panis<strong>per</strong>na, ai quali si è aggiunto Bruno Pontecorvo<br />

appena laureato, studiano le proprietà dei neutroni lenti<br />

1936 L’Istituto Fisico si trasferisce alla Città universitaria, nella attuale sede<br />

del <strong>Dip</strong>artimento di <strong>Fisica</strong> (Edificio Marconi). Amaldi, Fermi e Rasetti<br />

realizzano il prototipo di un piccolo acceleratore elettrostatico da 200 keV<br />

<strong>per</strong> deutoni<br />

1937 Corbino muore e alla direzione dell’Istituto di <strong>Fisica</strong> G. Marconi<br />

<strong>gli</strong> succede Antonino Lo Surdo<br />

1938 Fermi vince il premio Nobel <strong>per</strong> la fisica. Anche a causa delle leggi<br />

razziali che colpiscono sua mo<strong>gli</strong>e, lascia l’Italia <strong>per</strong> <strong>gli</strong> Stati Uniti.<br />

La fuga dei cervelli prosegue e anche Segrè, Pontecorvo, Rasetti abbandonano<br />

l’Italia. A tenere le fila della ricerca rimane solo Edoardo Amaldi<br />

e con lui Gilberto Bernardini, Mario Ageno, i giovani neolaureati<br />

Oreste Piccioni e Marcello Conversi, Giancarlo Wick e pochi altri<br />

1939 Amaldi e Rasetti in collaborazione con G. C. Trabacchi e Daria<br />

Bocciarelli dell’Istituto di Sanità realizzano un acceleratore elettrostatico<br />

Cockcroft-Walton da 1 MV da impiegare nella ricerca e nella produzione<br />

di sostanze radioattive artificiali <strong>per</strong> uso medico<br />

1945 Conversi, Ettore Pancini e Piccioni conducono a Roma un<br />

es<strong>per</strong>imento che dimostra che le particelle penetranti dei raggi cosmici<br />

(note all’epoca con il nome di “mesotroni” e oggi dette “muoni”)<br />

non sono le particelle di Yukawa ma appartengono alla fami<strong>gli</strong>a dei<br />

leptoni: l’es<strong>per</strong>imento segna l’inizio della fisica delle alte energie<br />

1951 Viene fondato l’Istituto Nazionale di <strong>Fisica</strong> Nucleare (INFN),<br />

fortemente voluto da Amaldi; primo presidente Gilberto Bernardini<br />

1954 Nasce a Ginevra il CERN, il Centro europeo <strong>per</strong> la ricerca<br />

nucleare; primo segretario generale, Edoardo Amaldi<br />

1959 Viene completato a Frascati, sotto la direzione di Giorgio Salvini,<br />

un elettrosincrotrone da 1100 MeV<br />

1960 Viene realizzato a Frascati AdA, il primo anello di accumulazione<br />

a fasci collidenti <strong>per</strong> elettroni e positroni ideato da Bruno Touschek,<br />

docente dell’Istituto di <strong>Fisica</strong> di Roma: da questo prototipo derivano tutti i<br />

grandi “collider” usati oggi<br />

37


38<br />

I protagonisti<br />

I protagonisti<br />

I due edifici in cui è diviso il <strong>Dip</strong>artimento (Marconi e Fermi), alcune aule<br />

(Amaldi, Cabibbo Conversi, Corbino, Majorana), aulette (Persico, Touschek)<br />

e laboratori (Pontecorvo, Segrè) sono intitolati a importanti protagonisti della<br />

storia della fisica italiana che sono stati attivi come docenti e ricercatori<br />

nell’Istituto di <strong>Fisica</strong> romano. Di seguito trovate alcune brevi note biografiche<br />

su questi <strong>per</strong>sonaggi, e su Pietro Blaserna, primo direttore del nuovo Istituto<br />

di <strong>Fisica</strong> di via Panis<strong>per</strong>na, da lui fondato dopo che Roma divenne capitale<br />

dello Stato italiano nel 1870.<br />

chi erano<br />

Amaldi, Edoardo<br />

(Carpaneto Piacentino 1908 - Roma 1989)<br />

Laureatosi nel 1929 a Roma nel gruppo Fermi, collaborò alle fondamentali<br />

ricerche sulla fisica del neutrone (radioattività indotta, neutroni lenti).<br />

Passò vari soggiorni all’estero: nel 1931, a Lipsia<br />

da Peter Debye a studiare la diffrazione dei raggi<br />

X nei liquidi; nel 1934 al Cavendish Laboratory di<br />

Cambridge, e nel 1936, alla Columbia University<br />

a New York e presso il <strong>Dip</strong>artimento di Magnetismo<br />

terrestre della Carnegie Institution, a Washington<br />

D.C. Dal 1937 ricoprì la cattedra di <strong>Fisica</strong> S<strong>per</strong>imentale<br />

a Roma. Nel dopoguerra ha svolto un ruolo<br />

determinante nella costituzione in Italia dell’Istituto<br />

Nazionale di <strong>Fisica</strong> Nucleare (INFN, del quale<br />

sarà presidente dal 1960 al 1965) e in Europa, a<br />

Ginevra, del Conseil Européen pour la Recherche<br />

Nucléaire (CERN, 1952). Figura chiave nella politica della ricerca in Italia,<br />

è stato uno dei principali protagonisti nella nascita dei Laboratori nazionali<br />

di Frascati, nei progetti spaziali ESRO (organizzazione nata nel 1962 <strong>per</strong><br />

dare poi vita all’ ESA), nella politica energetica.<br />

Ha dato notevoli contributi anche allo studio delle particelle elementari<br />

(nei raggi cosmici e con l’impiego di macchine acceleratrici) e ha infine<br />

promosso, dal 1971, la ricerca delle onde gravitazionali.<br />

Il suo impegno <strong>per</strong> il disarmo fu costante e attivo: aderì al movimento pacifista<br />

Pugwash dall’anno della sua costituzione, nel 1957.<br />

Dal 1966 fu presidente della International School on Disarmament and<br />

Research on Conflicts (ISODARCO).


Blaserna, Pietro<br />

(Fiumicello in Aquileja,1836 - Roma 1918)<br />

Completati <strong>gli</strong> studi di matematica e di fisica presso l’università di Vienna,<br />

fu assistente di Andreas von Ettingshausen(dal 1856 al 1859), direttore<br />

dell’Istitutodi <strong>Fisica</strong> di Vienna. Perfezionò quindi la sua formazione di fisica<br />

s<strong>per</strong>imentale alla Sorbonne di Parigi, nel laboratorio di Regnault.<br />

Tornato in Italia, nel 1862 ottenne un incarico presso l’Istituto Su<strong>per</strong>iore<br />

di Firenze e un anno dopo fu chiamato a ricoprire la cattedra di <strong>Fisica</strong><br />

nell’Università di Palermo. Nel 1872 venne trasferito a Roma, all’Università<br />

La <strong>Sapienza</strong>, sulla cattedra di <strong>Fisica</strong> S<strong>per</strong>imentale e l’anno dopo venne<br />

nominato direttore dell’Istituto Fisico, carica che manterrà fino al 1918.<br />

In pochi anni Blaserna modificò alle radici <strong>gli</strong> insegnamenti di matematica e<br />

fisica, riuniti nella Facoltà Fisico-Matematica (denominata dal 1874 Facoltà<br />

di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali).<br />

Il contributo maggiore dato da Blaserna alla<br />

creazione della scuola di fisica di Roma fu la<br />

progettazione dell’Istituto Fisico di via Panis<strong>per</strong>na,<br />

dove l’Istituto si trasferì nel 1881. Gli interessi<br />

scientifici di Blaserna spaziavano dalla geofisica<br />

all’elettrotecnica, dall’acustica alla “fisica musicale”.<br />

Su incarico del Ministero partecipò alla spedizione<br />

<strong>per</strong> studiare l’eruzione dell’Etna del 1879; dallo<br />

stesso anno, fu presidente del Consi<strong>gli</strong>o Direttivo di<br />

Meteorologia. Dopo il terremoto di Casamicciola,<br />

nel 1883, fu presidente della Commissione Governativa; è stato uno dei<br />

fondatori del Servizio Geodinamico in Italia <strong>per</strong> la rilevazione de<strong>gli</strong> eventi<br />

sismici.<br />

Dal1887 al 1907 fu Presidente del Consi<strong>gli</strong>o di Meteorologia e Geodinamica.<br />

Socio della Reale Accademia dei Lincei dal 1873, ne divenne<br />

segretario nel 1879 e Presidente nel 1904.<br />

Fu socio fondatore della Società de<strong>gli</strong> Spettroscopisti Italiani.<br />

Fu nominato senatore del Regno nel 1890, vicepresidente del Senato nel<br />

1904, vicepresidente dell’Ordine Civile di Savoia. Oltre alla musica coltivò<br />

la passione <strong>per</strong> la montagna (fu tra i 50 soci fondatori della Sezione Romana<br />

del Club Alpino Italiano, istituita nel 1873).<br />

39<br />

I protagonisti


40<br />

I protagonisti<br />

Conversi, Marcello<br />

(Tivoli 1919 – Roma1988)<br />

Laureatosi in fisica a Roma nel 1940, ha insegnato<br />

<strong>Fisica</strong> su<strong>per</strong>iore presso le Università di Pisa e di<br />

Roma. Tra il 1950 e il 1958 diresse l’Istituto Fisico<br />

dell’Università di Pisa, tra il 1960 e il 1966 quello<br />

dell’Università di Roma. Durante <strong>gli</strong> anni di guerra,<br />

insieme a E. Pancinie O. Piccioni, condusse presso<br />

l’Istituto di <strong>Fisica</strong> G. Marconi di Roma una serie di<br />

fondamentali es<strong>per</strong>imenti, che dimostravano che il<br />

mesotrone non era la particella prevista da Yukawa<br />

ma un leptone pesante, denominato poi muone. Nel 1955, a Pisa, insieme<br />

ad A. Gozzini, realizzò il primo rivelatore “a camera a scintilla”.<br />

Sempre a Pisa diresse il progetto <strong>per</strong> la realizzazione di un avanzato centro<br />

di calcolo elettronico.<br />

Corbino, Orso Mario<br />

(Augusta, 1876 – Roma1937)<br />

Nato ad Augusta, in provincia di Siracusa, da una<br />

modesta fami<strong>gli</strong>a di artigiani pastai, si laureò in fisica<br />

a soli 20 anni presso l’Università di Palermo,<br />

dove divenne in seguito assistente di Damiano Macaluso.<br />

Nel 1904 vinse la cattedra di <strong>Fisica</strong> s<strong>per</strong>imentale<br />

all’Università di Messina. Nel 1908 si trasferì<br />

a Roma, chiamato da Blaserna <strong>per</strong> succedere<br />

ad Alfonso Sella sulla cattedra di <strong>Fisica</strong> complementare.<br />

Morto Blaserna, nel1918 <strong>gli</strong> succedette alla<br />

direzione dell’Istituto Fisico e alla cattedra di <strong>Fisica</strong><br />

s<strong>per</strong>imentale. Ricoprì importanti cariche amministrative e politiche: nel 1917<br />

venne nominato Presidente del Consi<strong>gli</strong>o Su<strong>per</strong>iore delle acque e dei Lavori<br />

Pubblici, senatore del Regno su proposta di Giovanni Giolitti nel 1920,<br />

ministro della Pubblica Istruzione nel 1921 nel governo Bonomi, ministro<br />

dell’Economia Nazionale nel 1923-24. Fu anche Presidente della Compagnia<br />

Generale di Elettricità, della Società Meridionale di Elettricità e della<br />

Commissione <strong>per</strong> le direttive artistiche e la vigilanza tecnica delle radiodiffusioni.<br />

In ambito accademico, fu socio nazionale dei Lincei, Presidente della<br />

Società Italiana delle Scienze, detta dei XL (1914- 1919), Presidente della<br />

Società Italiana di <strong>Fisica</strong>. Fece istituire a Roma la prima cattedra di <strong>Fisica</strong><br />

teorica, sulla quale chiamò Fermi nel1926, e la cattedra di Spettroscopia<br />

sulla quale chiamò Franco Rasetti nel 1930. Scoprì l’“effetto Corbino”<br />

(1918-22), una variante dell’effetto Hall. Studiò in modo approfondito e<br />

definitivo la teoria della pila elettrica (1927). Diede numerosi contributi in<br />

elettrotecnica e nella nascente elettronica. In fotoelasticità, verificò la teoria<br />

di Volterra delle distorsioni elastiche e fu un pioniere nelle applicazioni<br />

pratiche dell’analisi de<strong>gli</strong> stress nei materiali. Nel 1936 fondò l’Istituto di<br />

Elettroacustica del CNR a via Panis<strong>per</strong>na.


Fermi, Enrico<br />

(Roma 1901 - Chicago 1954).<br />

Praticamente autodidatta, nel 1918 entrò alla Scuola<br />

normale su<strong>per</strong>iore di Pisa <strong>per</strong> frequentare il corso di<br />

fisica. Anche durante il <strong>per</strong>iodo universitario studiò<br />

in modo autonomo la fisica relativistica e la fisica<br />

quantistica, divenendo ben presto un’autorità nel settore<br />

non solo nell’ateneo pisano ma anche nel resto<br />

d’Italia dove le resistenze verso la “nuova fisica” erano<br />

forti. Laureatosi nel lu<strong>gli</strong>o del 1922, trascorse<br />

alcuni <strong>per</strong>iodi di studio nel 1923 in Germania, a<br />

Gottinga presso M.Born, e nel 1924 in Olanda, a Leida presso P. Ehrenfest.<br />

Alla fine del 1925 formulò una nuova statistica (oggi detta di Fermi-Dirac) <strong>per</strong><br />

le particelle a spin semintero (elettroni, protoni, neutroni, oggi dette fermioni).<br />

Ha rico<strong>per</strong>to nel 1926 la prima cattedra di <strong>Fisica</strong> teorica in Italia, fatta istituire<br />

appositamente <strong>per</strong> Fermi da Corbino all’Università La <strong>Sapienza</strong>. Trasferitosi<br />

nell’autunno del 1926, a Roma nell’Istituto di Via Panis<strong>per</strong>na, creò intorno<br />

a sé un gruppo di collaboratori: il primo fu Rasetti, al quale si aggiunsero E.<br />

Segré, E. Amaldi, B. Pontecorvo. Saltuariamente, e solo <strong>per</strong> quanto riguardava<br />

i problemi teorici, partecipava ai lavori del gruppo anche E. Majorana. Ha<br />

dato numerosi contributi di primissimo ordine alla fisica teorica, tra i quali il<br />

più importante è la teoria del decadimento beta, formulata alla fine del 1933<br />

e da considerare l’atto di nascita della moderna fisica teorica delle particelle<br />

elementari. Dopo che, nel gennaio del 1934, I. Curie e F. Joliot annunciarono<br />

a Parigi di aver osservato la radioattività artificiale provocata da particelle<br />

alfa in elementi leggeri (boro, alluminio e magnesio), Fermi pensò che il modo<br />

mi<strong>gli</strong>ore <strong>per</strong> produrla dovesse consistere nell’impiegare come proiettili i neutroni<br />

(sco<strong>per</strong>ti solo due anni prima da J. Chadwick) che essendo elettricamente<br />

neutri non subiscono la repulsione coulombiana del nucleo. In breve tempo<br />

Fermi, in collaborazione con Rasetti, Segré, Amaldi, il chimico O. D’Agostino,<br />

ai quali si era aggiunto il neolaureato Pontecorvo, ne iniziò uno studio sistematico<br />

con esiti positivi. Fermi e collaboratori scoprirono inoltre che <strong>per</strong> urti successivi<br />

contro i nuclei dell’idrogeno di un materiale idrogenato i neutroni vengono<br />

notevolmente rallentati e che i neutroni lenti così prodotti sono fino a cento<br />

volte più efficaci dei neutroni veloci nel produrre le reazioni nucleari con emissione<br />

gamma. Fermi formulò in questo <strong>per</strong>iodo la teoria del rallentamento dei<br />

neutroni che conteneva molte delle idee che saranno alla base della teoria<br />

dei reattori nucleari. Per le ricerche sulla fisica nucleare del gruppo diretto da<br />

Fermi all’Istituto di fisica di via Panis<strong>per</strong>na ne<strong>gli</strong> anni Trenta <strong>gli</strong> venne conferito<br />

nel 1938 il premio Nobel <strong>per</strong> la fisica. Alla fine dello stesso anno, poco dopo<br />

la promulgazione in Italia delle leggi razziali (sua mo<strong>gli</strong>e, Laura Capon, era<br />

ebrea), emigrò ne<strong>gli</strong> USA. A Chicago ha realizzato il primo reattore nucleare<br />

a fissione, che iniziò a funzionare il 2 dicembre del 1942. Fermi è stato uno<br />

dei principali protagonisti del lavoro scientifico che ha portato a Los Alamos<br />

alla realizzazione della bomba a fissione.<br />

Dopo la guerra è stato professore all’Università di Chicago, occupandosi di<br />

vari problemi di fisica fondamentale, e svolgendo attività di consulenza scientifica<br />

<strong>per</strong> il governo de<strong>gli</strong> Stati Uniti.<br />

41<br />

I protagonisti


42<br />

I protagonisti<br />

Majorana, Ettore<br />

(Catania 1906 – scomparso nel 1938).<br />

Dopo essersi iscritto a Ingegneria a Roma nel 1923,<br />

passò a <strong>Fisica</strong> nel 1928, dove si laureò nel lu<strong>gli</strong>o<br />

dell’anno successivo sotto la guida di Fermi, con<br />

una tesi su “La teoria quantistica dei nuclei radioattivi”.<br />

Ne<strong>gli</strong> anni seguenti pubblicò alcuni contributi<br />

di fisica atomica e molecolare e conseguì la libera<br />

docenza in fisica teorica nel novembre del 1932.<br />

Si dedicò poi a una serie di lavori fondamentali che<br />

segnano la nascita della fisica teorica dei nuclei e<br />

delle particelle elementari. Nel 1937, a più di dieci anni di distanza dal<br />

primo concorso di <strong>Fisica</strong> teorica del 1926, venne bandito un altro concorso<br />

richiesto dall’università di Palermo. Majorana concorse tra altri candidati ma<br />

di fronte alla sua evidente su<strong>per</strong>iorità la commissione, presieduta da Fermi,<br />

non essendo in grado di applicare nel suo caso la procedura normale dei<br />

concorsi universitari, chiese al ministro dell’Educazione Nazionale Giuseppe<br />

Bottai, di ricorrere a una legge, già invocata <strong>per</strong> Gu<strong>gli</strong>elmo Marconi, che<br />

attribuisse al giovane fisico teorico una cattedra fuoriconcorso. Majorana<br />

vincerà “<strong>per</strong> chiara fama”, nel novembre del1937, la cattedra di <strong>Fisica</strong><br />

teorica all’Università di Napoli.<br />

Dopo avere preso servizio nella nuova sede e avere iniziato le lezioni scomparve<br />

misteriosamente il 26 marzo del 1938, dopo un viaggio in nave<br />

che da Napoli lo portava a Palermo. Nonostante le molte ricerche e le<br />

molte congetture sulla sua fine, nulla si è riuscito a sa<strong>per</strong>e di certo. Un<br />

commento sulla <strong>per</strong>sonalità scientifica di Ettore, fatto da Fermi a Giuseppe<br />

Cocconi subito dopo la notizia della sua scomparsa, e da questi raccontato<br />

in una lettera a E. Amaldi del 1965, riassume la figura di questo “genio<br />

senza buonsenso”: <strong>per</strong> Fermi ci sono varie categorie di scienziati, di primo,<br />

secondo e terzo rango, “ma poi ci sono i geni, come Galileo e Newton.<br />

Ebbene, Ettore era uno di quelli. Majorana aveva quel che nessun altro al<br />

mondo ha; sfortunatamente <strong>gli</strong> mancava quel che invece è comune trovare<br />

ne<strong>gli</strong> altri uomini, il buon senso”.<br />

Marconi, Gu<strong>gli</strong>elmo<br />

(Bologna 1874 – Roma1937).<br />

Dopo il celebre “es<strong>per</strong>imento della collina ”(Pontecchio,<br />

1895), in cui Marconi riuscì a realizzare un<br />

sistema di trasmissione e ricezione di onde elettromagnetiche<br />

a grande distanza, si trasferì in Inghilterra<br />

<strong>per</strong>ché convinto che la sua invenzione potesse<br />

trovare in quel paese un terreno più favorevole.


Nel 1897 ottenne il suo primo brevetto sui “Perfezionamenti nella trasmissione<br />

de<strong>gli</strong> impulsi e de<strong>gli</strong> apparecchi relativi” e nello stesso anno venne<br />

costituita la Wireless Telegraph and Signal Co. Ltd.(dal 1900, Marconi’s<br />

Wireless Telegraph Co. Ltd) con la facoltà di impiegare i brevetti in tutto il<br />

mondo. Nel dicembre 1901 Marconi riuscì a effettuare il primo collegamento<br />

interoceanico tra Poldhu, in Cornova<strong>gli</strong>a, e St. John’s in Terranova.<br />

Nel 1909, primo italiano insignito dell’alto riconoscimento, condivise con<br />

K. F. Braun il premio Nobel <strong>per</strong> la fisica.<br />

Nel 1914 fu nominato Senatore del Regno d’Italia. Nel 1928 divenne<br />

presidente del CNR; nel 1930, presidente della Reale Accademia d’Italia.<br />

Nello stesso anno iniziò la progettazione della Radio Vaticana a onde corte,<br />

inaugurata da papa Pio XI nel 1931.<br />

Per l’occasione, Marconi fu nominato Accademico Pontificio e <strong>gli</strong> fu conferita<br />

la Gran Croce dell’Ordine di Pio IX. Nel 1932 <strong>gli</strong> venne assegnata<br />

a Londra, da Lord Rutherford, la Kelvin Medal e venne eletto membro della<br />

National Academy of Sciences di Washington. Socio nazionale dei Lincei<br />

nel 1931 e presidente dell’Istituto della Enciclopedia Italiana nel 1933.<br />

Nominato professore di Onde elettromagnetiche nella Regia Università di<br />

Roma nel 1935, Marconi non insegnò mai nell’Istituto di <strong>Fisica</strong> romano che<br />

dopo la sua morte si chiamerà Istituto di <strong>Fisica</strong> “Gu<strong>gli</strong>elmo Marconi”.<br />

Persico, Enrico<br />

(Roma 1900-1969).<br />

Amico e compagno di studi di Fermi, si laureò in<br />

fisica a Roma nel 1921 <strong>per</strong> poi divenire assistente<br />

di Corbino dal 1922 al 1927. Nel 1926 vinse la<br />

cattedra di <strong>Fisica</strong> teorica presso l’Istituto di <strong>Fisica</strong> di<br />

Arcetri a Firenze, dove contribuì alla formazione di<br />

un gruppo di giovani fisici, tra i quali Bruno Rossi,<br />

Gilberto Bernardini, Giuseppe Occhialini, Giulio<br />

Racah. Nel 1930 passò a insegnare a Torino.<br />

Nel 1947 si trasferì all’università Laval a Québec, in Canada, <strong>per</strong> ricoprire<br />

il posto lasciato vacante da Rasetti, <strong>per</strong> tornare a Roma nel 1950 a ricoprire<br />

la cattedra di <strong>Fisica</strong> su<strong>per</strong>iore. Dal 1953 ha diretto la sezione teorica<br />

dell’INFN lavorando alla progettazione di componenti di acceleratori, e in<br />

particolare ai sistemi di iniezione di particelle cariche. Nel 1958, sempre a<br />

Roma, passò a insegnare <strong>Fisica</strong> teorica. Oltre ai contributi rilevanti dati alla<br />

fisica teorica rivestì, insieme a Fermi, un ruolo fondamentale nella diffusione<br />

di questo settore di ricerca in Italia.<br />

43<br />

I protagonisti


44<br />

I protagonisti<br />

Pontecorvo, Bruno<br />

(Pisa 1913 – Dubna 1993)<br />

Laureatosi nel 1934 con E. Fermi, collaborò alle fondamentali<br />

ricerche sulle proprietà dei neutroni lenti.<br />

Si trasferì poco dopo a Parigi da F. Joliot all’Institut du<br />

radium, ottenendo notevoli risultati nel campo della<br />

fisica nucleare,e quindi (1940) ne<strong>gli</strong> Stati Uniti dove<br />

mise a punto un metodo di carotaggio neutronico.<br />

Nel 1943 partecipò alla realizzazione del primo<br />

reattore nucleare canadese; nel 1948 assunse una<br />

delle direzioni tecniche dei Laboratori atomici inglesi di Harwell; nel 1950<br />

si trasferì in URSS presso l’Istituto nucleare di Dubna (Mosca). Fondamentali<br />

furono i suoi contributi alla fisica dei neutrini: ipotizzò l’esistenza di due<br />

tipi di neutrini (neutrino-e e neutrino-m) suggerendo il modo di evidenziarli<br />

s<strong>per</strong>imentalmente; ideò il metodo cloro-argon <strong>per</strong> rivelare i neutrini; svolse<br />

importanti studi sulla massa dei neutrini e sulle loro “oscillazioni”.<br />

Segrè, Emilio<br />

(Tivoli 1905 – Lafayette, California,1989).<br />

Laureatosi a Roma nel gruppo Fermi, collaborò alle<br />

fondamentali ricerche sulla fisica del neutrone (radioattività<br />

indotta, neutroni lenti). Dal 1936 al 1938 fu<br />

professore presso l’Universitàdi Palermo, dove isolò<br />

il tecnezio, il primo elemento artificiale.<br />

Rifugiatosi a causa delle leggi razziali ne<strong>gli</strong> Stati Uniti<br />

(dove prese la cittadinanza nel 1944), partecipò<br />

al progetto Manhattan <strong>per</strong> la realizzazione delle<br />

prime armi nucleari. Nel dopoguerra le sue ricerche<br />

riguardarono problemi di fisica nucleare e di fisica delle particelle elementari.<br />

Nel 1955, con O. Chamberlain, scoprì l’antiprotone tra i prodotti<br />

dell’interazione protone-nucleone ad altissima energia; <strong>per</strong> questa sco<strong>per</strong>ta<br />

<strong>gli</strong> fu conferito il premio Nobel <strong>per</strong> la fisica.<br />

Touschek, Bruno<br />

(Vienna 1921 – Innsbruck1978).<br />

Costretto ad abbandonare l’Austria <strong>per</strong>ché ebreo,<br />

nel 1940 si trasferì in Germania dove nel 1943 fu<br />

catturato dalla Gestapo. Fuggito nel 1945, riuscì a<br />

conseguire la laurea in fisica a Gottinga nel 1946, e<br />

successivamente (1949) il PhD a Glasgow.<br />

Nel 1954 si trasferìa Roma dove insegnò, presso<br />

l’Istituto di <strong>Fisica</strong>, Metodi matematici della fisica.


A lui si deve l’ideazione e la realizzazione, presso i Laboratori nazionali di<br />

Frascati, del primo anello di accumulazione a fasci collidenti <strong>per</strong> elettroni<br />

e positroni, ADA. Presso ADA furono osservate le prime collisioni elettronepositrone<br />

ad alta energia nel riferimento del centro di massa e dimostrata<br />

la possibilità direalizzare anelli più potenti. Socio straniero dei Lincei dal<br />

1972.<br />

I protagonisti oggi<br />

chi siamo<br />

La tradizione di eccellenza scientifica, legata a nomi prestigiosi quali quelli<br />

che vi abbiamo presentato, è stata tenuta in vita dai loro successori e continua<br />

tutt’oggi nella presenza e nella attività dei ricercatori del <strong>Dip</strong>artimento.<br />

Molti tra i nostri docenti hanno dato contributi significativi alla disciplina e<br />

godono di reputazione internazionale, e hanno inoltre rico<strong>per</strong>to importanti<br />

cariche istituzionali nel mondo della ricerca. Tra questi Giorgio Salvini, che<br />

è stato il primo direttore dei Laboratori Nazionali di Frascati, presidente<br />

dell’INFN dal 1966 al 1970, e ministro dell’Università e della Ricerca<br />

Scientifica nel governo Dini, Nicola Cabibbo, presidente dell’INFN dal<br />

1983 al 1993 e successivamente presidente dell’ENEA, Luciano Maiani,<br />

presidente dell’INFN dal 1993 al 1997, Direttore Generale del CERN dal<br />

1997 al 2003 ed attuale Presidente del CNR, Giorgio Parisi, uno dei più<br />

giovani chiamati a far parte della Accademia Nazionale dei Lincei,<br />

Giorgio Fiocco, presidente della Agenzia Spaziale Italiana, dal 1994<br />

al 1995, Miguel A. Virasoro, direttore del Centro Internazionale di <strong>Fisica</strong><br />

Teorica di Trieste dal 1995 al 2002.<br />

In tempi più recenti, a docenti del nostro <strong>Dip</strong>artimento sono stati assegnati<br />

alcuni importantissimi premi: nel 2007 la Meda<strong>gli</strong>a Dirac a Luciano Maiani,<br />

e la Meda<strong>gli</strong>a Boltzmann a Giovanni Gallavotti (quest’ultima era stata assegnata<br />

in precedenza anche a Giorgio Parisi). Assegnato dalla Società<br />

Italiana di <strong>Fisica</strong> il premio Enrico Fermi rispettivamente a Luciano Pietronero<br />

<strong>per</strong> il 2008 e a Miguel Angel Virasoro <strong>per</strong> il 2009. Nel 2011 sono stati<br />

assegnati dalla Società di <strong>Fisica</strong> Europea il Premio <strong>per</strong> la <strong>Fisica</strong> delle Alte<br />

Energie a Luciano Maiani e il Premio Cocconi a Paolo de Bernardis. Sempre<br />

nel 2011, Giorgio Parisi ha ricevuto la prestigiosissima Meda<strong>gli</strong>a Max<br />

Planck. Nel <strong>2012</strong> il Prix des 3 Physiciens a Giorgio Parisi e il premio Messori<br />

Ronca<strong>gli</strong>a assegnato dall’Accademia dei Lincei a Giovanni Amelino<br />

Camelia.<br />

45<br />

I protagonisti


46<br />

Il Museo del <strong>Dip</strong>artimento di fisica<br />

Al primo e al terzo piano del Nuovo Edificio Fermi, si trova il Museo del<br />

<strong>Dip</strong>artimento di <strong>Fisica</strong> che documenta la storia di questa istituzione, della<br />

didattica e della ricerca che in essa venivano svolte dai tempi dell’antico<br />

palazzo della <strong>Sapienza</strong> a via Panis<strong>per</strong>na e, infine, alla Città universitaria.<br />

Ne<strong>gli</strong> anni Novanta, con la diffusione di Internet, è stato realizzato<br />

“Museoinrete”, consultabile all’indirizzo:<br />

www.phys.uniroma1.it/<strong>Dip</strong>Web/museo/home.htm<br />

La rete ha dato così maggiore visibilità alle collezioni di strumenti.<br />

Il Museo infatti funziona principalmente <strong>per</strong> lezioni mirate e come laboratorio<br />

di ricerca <strong>per</strong> <strong>gli</strong> storici: la comunicazione con il grande pubblico è<br />

affidata completamente alla rete.<br />

Le collezioni vanno dal Settecento a<strong>gli</strong> anni delle ricerche del gruppo dei<br />

“ragazzi di via Panis<strong>per</strong>na”. Gli strumenti non vanno visti staticamente come<br />

oggetti del passato ma osservati cercando <strong>per</strong> esempio di confrontare rispetto<br />

a oggi come venivano fatte le misurazioni, o talune es<strong>per</strong>ienze dimostrative,<br />

e di riflettere su come la tecnologia ne ha modificato radicalmente la<br />

struttura.<br />

Dietro l’aspetto oggi insolito di tanti strumenti antichi, i principi fisici sono in<br />

compenso spesso più evidenti di quanto non appaia con analoghi strumenti<br />

moderni, soprattutto se asserviti al computer.


Il Museo è diviso in varie sezioni, Meccanica, Pompe, Acustica, Elettricità<br />

e Magnetismo, Ottica e Spettroscopia e la Collezione Fermi.<br />

In quest’ultima sono conservati vari materiali originali utilizzati dal gruppo<br />

dei ragazzi di via Panis<strong>per</strong>na, nella ricerca che portò alla sco<strong>per</strong>ta della<br />

radioattività artificiale indotta dai neutroni: campioni da irradiare, camere<br />

di ionizzazione, camere di Wilson, sorgenti radioattive, contatori Geiger-<br />

Muller di metallo e di vetro.<br />

Il Museo conserva in particolare un esemplare di camera a ionizzazione<br />

con i vari accessori, chiamato in gergo “Segno Romano”.<br />

La caratteristica che più colpisce nella strumentazione del gruppo Fermi è<br />

la sua estrema semplicità, tanto più straordinaria se posta in relazione alla<br />

enorme portata dei risultati con essa conseguiti che costituiscono una pietra<br />

miliare nella nascita della fisica del neutrone e nello sviluppo della fisica<br />

del nucleo. Semplicità che non equivaleva a rinunciare alla strumentazione<br />

d’avanguardia, come dimostra la realizzazione nel 1936 da parte di Amaldi,<br />

Fermi e Rasetti di un piccolo acceleratore elettrostatico (la prima macchina<br />

acceleratrice italiana) <strong>per</strong> deutoni da 200 keV (del quale il Museo<br />

conserva una delle valvole raddrizzatrici e parte dell’alimentazione) al fine<br />

di ottenere una sorgente di neutroni più intensa di quelle impieganti preparati<br />

radioattivi.<br />

47


STUDIARE FISICA ALLA SAPIENZA<br />

48 INFORMAZIONI<br />

AGLI STUDENTI


Lettera alle matricole<br />

Benvenuti nel <strong>Dip</strong>artimento di <strong>Fisica</strong> dell’Università <strong>Sapienza</strong>. Da noi<br />

vengono condotte avanzate ricerche, teoriche e s<strong>per</strong>imentali, in settori di<br />

frontiera della <strong>Fisica</strong>, ed è possibile lavorare a contatto con <strong>per</strong>sonalità<br />

scientifiche di grande rinomanza internazionale.<br />

Avete la possibilità di trarre il massimo profitto dal contatto con i membri<br />

dell’intero staff del <strong>Dip</strong>artimento, sempre disponibili, in linea con la nostra<br />

tradizione, a parlare con <strong>gli</strong> <strong>studenti</strong>, in aula e fuori, <strong>per</strong> trasmettere<br />

cultura, stimolare la curiosità scientifica e insegnare un metodo di studio<br />

e di lavoro.<br />

Il metodo è un aspetto essenziale della scienza, in particolare di metodo<br />

di studio. Può essere difficile imparare a studiare a vent’anni, soprattutto<br />

se la scuola non assolve pienamente il suo compito di insegnare a<br />

studiare. E allora, una volta all’università, si ha l’illusione di poter andare<br />

avanti prendendosela calma, ascoltando magari, più o meno distrattamente,<br />

qualche lezione e rimandando lo studio effettivo al momento in<br />

cui si dovrà, prima o poi, affrontare l’esame. Forse <strong>per</strong>ché nessuno si era<br />

preoccupato fino ad ora di aiutare <strong>gli</strong> <strong>studenti</strong> nella difficile transizione<br />

dalle scuole su<strong>per</strong>iori all’università.<br />

I questionari sui corsi di studio compilati <strong>per</strong> ogni esame da<strong>gli</strong> <strong>studenti</strong><br />

mostrano che una <strong>per</strong>centuale ancora troppo alta de<strong>gli</strong> <strong>studenti</strong><br />

frequentanti non studia la materia contestualmente, con l’obiettivo di dare<br />

l’esame a breve, ma aspetta invece di sostenerlo in seguito.<br />

Ma quando?<br />

Così passa tempo prezioso, in una sorta di parcheggio, prima di comprendere<br />

che occorre un approccio diverso e ci si devono rimboccare le<br />

maniche se si vuole arrivare in fondo.<br />

Ed è proprio questo che vorremmo raccomandarvi. Il mio augurio <strong>per</strong><br />

voi, quindi, è che comprendiate subito, sin dall’inizio e senza <strong>per</strong>dere<br />

tempo, il metodo <strong>per</strong> procedere speditamente ne<strong>gli</strong> studi.<br />

Ma come?<br />

segue ><br />

49


50<br />

•<br />

•<br />

•<br />

Innanzitutto frequentando le lezioni, che non è obbligatorio a norma di<br />

legge, ma fortemente da noi consi<strong>gli</strong>ato a vostro vantaggio.<br />

Poi cercando di trarre il massimo profitto dalle lezioni e dalle<br />

esercitazioni, cioè sforzandosi di capire di cosa si parla, anche<br />

intervenendo attivamente con richieste di chiarimento, senza timore<br />

di parlare davanti ai colleghi o al professore (capita spesso che<br />

domande di chiarimento, che sarebbero utilissime a tutta la classe,<br />

vengano poste più tardi, in separata sede). Sicchè è assai utile<br />

dare una prima veloce lettura del materiale che sarà trattato a<br />

lezione prima della lezione stessa (prestudio).<br />

Ma è anche importantissimo dedicare, dopo la lezione, un po’ di<br />

tempo a riguardare <strong>gli</strong> appunti (poststudio) <strong>per</strong> fissare le idee sui<br />

punti essenziali, in modo che poi, al momento dell’esame, possa<br />

bastare un buon ripasso <strong>per</strong> affrontarlo convenientemente (e non si<br />

debba invece ricominciare tutto da capo).<br />

Tutto ciò d’altra parte s’inquadra nella didattica che con grandi sforzi<br />

abbiamo attuato da alcuni anni, nel quadro della riforma del 3+2 che<br />

ha avuto inizio nel 2001. Con classi più piccole, in modo che la lezione<br />

possa essere veramente interattiva. Con esercitazioni che <strong>per</strong>mettono di<br />

verificare lo stato delle conoscenze acquisite. E sopratutto con prove di<br />

verifica distribuite lungo il corso <strong>per</strong> sdrammatizzare l’impatto dell’esame<br />

finale, rovesciando la prassi precedente, in modo che di norma si su<strong>per</strong>i<br />

l’esame subito dopo il corso. Che questo sia possibile lo dimostrano i risultati:<br />

la <strong>per</strong>centuale di <strong>studenti</strong> che su<strong>per</strong>ano subito <strong>gli</strong> esami dei vari corsi,<br />

rispetto ai frequentanti, arriva a essere oggi fino al 70-80%.<br />

Tornando alla <strong>Fisica</strong>, dovete essere ben consci che vi aspetta<br />

un’es<strong>per</strong>ienza impegnativa e affascinante. Di cultura e di vita. Con il gusto<br />

di far parte di una comunità vera e viva, di gente giovane e adulta accomunata<br />

da uno scopo e da una passione. E dopo? Forse diventerete de<strong>gli</strong><br />

scienziati, forse no, potreste anche trovarvi a fare <strong>gli</strong> astronauti, come il<br />

nostro Guidoni, i dirigenti d’azienda, <strong>gli</strong> analisti finanziari, i giornalisti<br />

scientifici, ........<br />

Perchè doti essenziali del fisico sono la flessibilità e la capacità di affrontare<br />

e risolvere i problemi più diversi, senza mai paura del nuovo, anzi<br />

proprio a caccia del nuovo.<br />

Auguri dunque e buon lavoro.<br />

Prof. Paolo Mataloni<br />

Presidente del Consi<strong>gli</strong>o di Area Didattica<br />

in Scienze e Tecnologie Fisiche, Scienze Fisiche e Scienze dell’Universo


Informazioni <strong>per</strong> <strong>gli</strong> <strong>studenti</strong><br />

Informazioni di carattere generale sulla didattica, sui corsi di studio in<br />

fisica, sono re<strong>per</strong>ibili sul sito del <strong>Dip</strong>artimento di <strong>Fisica</strong> :<br />

www.phys.uniroma1.it<br />

o possono essere richieste presso i seguenti uffici del <strong>Dip</strong>artimento:<br />

SEGRETERIA DIDATTICA<br />

Gli uffici sono situati al piano terra dell’edificio Marconi.<br />

La Segreteria osserva il seguente orario:<br />

lunedì, mercoledì e venerdì 10.30 - 12.30<br />

sig.ra Liliana Ciccioli - stanza 005 - tel. 06 49914517<br />

e-mail: liliana.ciccioli@phys.uniroma1.it<br />

martedì e giovedì ore 15.00 - 19.00<br />

(preferibilmente dalle ore 17 in poi su appuntamento)<br />

mercoledì ore 10.30 - 12.30<br />

dott.ssa Daria Varone - stanza 019 - tel. 06 49914233<br />

e-mail: seg.didattica@phys.uniroma1.it - info.didattica@phys.uniroma1.it<br />

SPORTELLO SORT presso la Segreteria Didattica<br />

mercoledì 10.30 - 12.30 / giovedì 15.00 - 17.00<br />

presso l’ufficio CAD<br />

lunedì e mercoledì 10.30 - 12.30 / martedì e giovedì 15.30 - 18.30<br />

UFFICIO DEL CONSIGLIO DI AREA DIDATTICA<br />

L’ufficio è situato al piano terra dell’edificio Marconi.<br />

L’ufficio osserva il seguente orario:<br />

lunedì e mercoledì 10.30 - 12.30 - martedì e giovedì 15.30 - 18.30<br />

dott.ssa Sonia Riosa - stanza 007 - tel. 06 49914232<br />

e-mail: sonia.riosa@uniroma1.it<br />

Informazioni di carattere amministrativo (formalità di iscrizione,<br />

tasse, borse di studio) sono invece re<strong>per</strong>ibili sul sito<br />

dell’Università La <strong>Sapienza</strong> : www.uniroma1.it/<strong>studenti</strong><br />

e presso la Segreteria Amministrativa Studenti della Facoltà di Scienze<br />

Matematiche, Fisiche e Naturali<br />

telefono : 06 49912753 - fax 49912693<br />

Informazioni sui servizi generali diretti a tutti (es. la ristorazione) e servizi<br />

a concorso (borse di studio, alloggi, corsi e progetti, ecc.) possono essere<br />

richiesti a :<br />

ADISU Ente pubblico <strong>per</strong> il diritto a<strong>gli</strong> studi universitari.<br />

Via Cesare de Lollis 24/b tel. 06 4970239 fax 06 4970201<br />

http://www.laziodisu.it/<br />

51


I nuovi Corsi di studio universitari<br />

La struttura dell’insegnamento in fisica, in accordo con la riforma<br />

universitaria (DM 270/04) si articola in vari cicli:<br />

LAUREE<br />

Il <strong>Dip</strong>artimento di <strong>Fisica</strong> dell’Università La <strong>Sapienza</strong> di Roma offre due corsi<br />

di laurea (di durata triennale): <strong>Fisica</strong>. Il corso è articolato in due curricula,<br />

<strong>Fisica</strong> e Astrofisica.<br />

Le lauree forniscono una preparazione di base che consente:<br />

•<br />

•<br />

il proseguimento de<strong>gli</strong> studi nelle Lauree Magistrali, nei master e nella<br />

Laurea Magistrale <strong>per</strong> l’insegnamento di Matematica e Scienze nella<br />

scuola secondaria di primo grado<br />

l’inserimento nel mondo del lavoro (<strong>per</strong> es. nei campi di <strong>Fisica</strong><br />

e Ambiente, Elettronica, Calcolatori, Innovazione tecnologica,<br />

Astronomia, Astrofisica e Ricerca spaziale).<br />

LAUREE MAGISTRALI<br />

Il <strong>Dip</strong>artimento di <strong>Fisica</strong> dell’Università La <strong>Sapienza</strong> di Roma offre due corsi<br />

di laurea magistrale (di durata biennale):<br />

<strong>Fisica</strong>, Astronomia e Astrofisica.<br />

Consentono il proseguimento de<strong>gli</strong> Studi, l’accesso al dottorato di ricerca,<br />

l’inserimento nella ricerca fondamentale o applicata, la promozione e lo<br />

sviluppo tecnologico, le attività professionali e di progetto correlate alle<br />

discipline fisiche (Industria, Ambiente, Sanità, Beni culturali e Pubblica amministrazione,<br />

Astronomia, Astrofisica e Ricerca spaziale), l’accesso ai TFA:<br />

tirocini formativi attivi <strong>per</strong> l’insegnamento nella scuola secondaria di primo<br />

e secondo grado.<br />

DOTTORATI<br />

Rappresentano il completamento della formazione del ricercatore;<br />

costituiscono un titolo indispensabile <strong>per</strong> l’accesso ai concorsi di Ricercatore<br />

nelle Università e ne<strong>gli</strong> Enti di Ricerca. Per ulteriori informazioni vedi oltre.<br />

53


54<br />

Attività di Orientamento<br />

L’attività di orientamento si rivolge ai maturandi delle scuole su<strong>per</strong>iori <strong>per</strong> i<br />

quali sono organizzati de<strong>gli</strong> incontri presso le scuole stesse nel corso del<br />

loro ultimo anno di studi su<strong>per</strong>iori.<br />

Per informazioni e prenotazione contattare<br />

Prof. Antonio Polimeni - tel. 0649914770<br />

Indirizzo di posta elettronica:<br />

antonio.polimeni@roma1.infn.it<br />

Altre attività di orientamento ed informazione <strong>per</strong> le future matricole si svolgono<br />

presso il <strong>Dip</strong>artimento nell’ambito del Piano Lauree Scientifiche.<br />

In particolare, il Laboratorio Es<strong>per</strong>ienze Didattiche (LED) del <strong>Dip</strong>artimento<br />

organizza de<strong>gli</strong> incontri articolati in una serie di dimostrazioni classiche di<br />

<strong>Fisica</strong> Generale seguite da una presentazione, di circa 30 minuti, su un aspetto<br />

della fisica moderna riconducibile a<strong>gli</strong> argomenti delle dimostrazioni.<br />

Maggiori informazioni sono re<strong>per</strong>ibili sul sito del dipartimento, nella pagina<br />

“Progetto Lauree Scientifiche”, raggiungibile dalla pagina “Future matricole”.<br />

I docenti interessati a partecipare al progetto possono inviare una mail a<br />

egidio.longo@roma1.infn.it


Corso di Laurea in <strong>Fisica</strong><br />

Obiettivi formativi e descrizione del <strong>per</strong>corso formativo<br />

Gli obiettivi formativi specifici del corso di laurea in <strong>Fisica</strong> sono strettamente<br />

correlati alle discipline fondamentali, che forniscono una preparazione di<br />

base sia <strong>per</strong> l’inserimento nel mondo del lavoro che <strong>per</strong> la prosecuzione<br />

de<strong>gli</strong> studi <strong>per</strong> il conseguimento della Laurea Magistrale e del Dottorato di<br />

Ricerca o attraverso corsi di Master.<br />

La laurea in <strong>Fisica</strong> viene conferita a<strong>gli</strong> <strong>studenti</strong> che abbiano conseguito i risultati<br />

di apprendimento descritti nel seguito secondo i “descrittori di Dublino”.<br />

Questi risultati vengono conseguiti attraverso la frequenza a corsi e laboratori.<br />

I corsi sono suddivisi di norma in una parte teorica ed una parte costituita da<br />

esercitazioni volte alla soluzione di problemi; la verifica dell’apprendimento<br />

si basa su prove scritte (che possono essere svolte in itinere e alla fine del<br />

corso) ed esami orali. I corsi di laboratorio prevedono una parte introduttiva<br />

ex-cathedra ed una parte svolta in laboratorio da<strong>gli</strong> <strong>studenti</strong>, suddivisi<br />

in piccoli gruppi, sotto la guida dei docenti; la verifica dell’apprendimento<br />

si basa su relazioni di laboratorio, di gruppo e/o individuali, elaborate di<br />

norma durante il corso, ed esami orali.<br />

I corsi di laboratorio comprendono anche attività di tirocinio formativo, alle<br />

quali possono aggiungersi altre attività specifiche di orientamento al mondo<br />

del lavoro.<br />

La quota dell’impegno orario complessivo a disposizione dello studente <strong>per</strong><br />

lo studio <strong>per</strong>sonale o <strong>per</strong> altra attività formativa di tipo individuale è pari ad<br />

almeno il 60% dello stesso.<br />

Sbocchi occupazionali e professionali<br />

La formazione metodologica, lo spettro di conoscenze e la flessibilità<br />

o<strong>per</strong>ativa acquisiti consentono al laureato in <strong>Fisica</strong>, qualora non intenda<br />

proseguire <strong>gli</strong> studi nel secondo livello, di trovare collocazione in una ampia<br />

gamma di aree professionali, che richiedono conoscenze specifiche relative<br />

a sistemi naturali ed artificiali, e in genere in tutte le attività ad alto grado di<br />

innovazione tecnologica nel settore sia pubblico che privato.<br />

Gli ambiti di riferimento comprendono l’industria, con particolare riguardo<br />

a quella elettronica, spaziale e dei semiconduttori e dell’energia, le attività<br />

di valutazione di qualità dei prodotti, i laboratori di ricerca e sviluppo, il<br />

monitoraggio e la valutazione ambientale, il terziario relativo all’impiego<br />

55<br />

Corso di Laurea in <strong>Fisica</strong>


56<br />

Corso di Laurea in <strong>Fisica</strong><br />

dei calcolatori (<strong>per</strong> es. sistemi di acquisizione ed elaborazione di dati), il<br />

settore commerciale scientifico (<strong>per</strong> es. tecnico commerciale/tecnico di assistenza)<br />

e il settore finanziario.<br />

Per ciò che concerne il curriculum di Astrofisica, ne<strong>gli</strong> Osservatori Astronomici<br />

è ormai consolidata l’esigenza di un’interfaccia tra l’astronomo proponente<br />

le osservazioni e la strumentazione. Diventa quindi indispensabile la presenza<br />

di una figura professionale che sappia da un lato gestire il telescopio<br />

e dall’altro ottimizzare il programma osservativo in funzione dell’obiettivo<br />

scientifico;<br />

La laurea in <strong>Fisica</strong> prepara specialisti in Scienze Matematiche Fisiche e<br />

Naturali (Categoria ISTAT 2.1.1, e più specificamente Fisici e Astronomi,<br />

cat. 2.1.1.1) la cui formazione potrà essere completata attraverso un corso<br />

di Laurea di secondo livello.


ANNO<br />

PRIMO<br />

SECONDO<br />

TERZO<br />

SEMESTRE<br />

CURRICULUM FISICA<br />

Insegnamenti obbligatori CFU SSD Attività formative<br />

GEOMETRIA 9 MAT/03 di base<br />

I<br />

ANALISI 9 MAT/05 di base<br />

LABORATORIO DI CALCOLO 6 FIS/01 affini o integrative<br />

MECCANICA 12 FIS/01 di base<br />

II<br />

CHIMICA 6 CHIM/03 di base<br />

LABORATORIO DI MECCANICA 12 FIS/01 caratterizzante<br />

TOTALE CREDITI OBBLIGATORI 54 <strong>per</strong> il primo anno<br />

ANALISI VETTORIALE 9 MAT/05 di base<br />

TERMODINAMICA E LABORATORIO 9 FIS/01 caratterizzante<br />

III MECCANICA ANLITICA E RELATIVISTICA 6 FIS/02 affini o integrative<br />

LABORATORIO DI FISICA<br />

COMPUTAZIONALE I<br />

6 INF/01 caratterizzante<br />

ELETTROMAGNETISMO 12 FIS/01 di base<br />

VI<br />

LABORATORIO DI<br />

ELETTROMAGNETISMO E CIRCUITI<br />

6 FIS/01 caratterizzante<br />

MODELLI E METODI<br />

MATEMATICI DELLA FISICA<br />

12 FIS/02 caratterizzante<br />

TOTALE CREDITI OBBLIGATORI 60 <strong>per</strong> il secondo anno<br />

MECCANICA QUANTISTICA 9 FIS/02 caratterizzante<br />

V<br />

MECCANICA STATISTICA<br />

LABORATORIO DI SEGNALI E SISTEMI<br />

6<br />

9<br />

FIS/02<br />

FIS/01<br />

caratterizzante<br />

caratterizzante<br />

CORSO A SCELTA 6 a scelta dello studente<br />

OTTICA E LABORATORIO 9 FIS/01 caratterizzante<br />

VI<br />

STRUTTURA DELLA MATERIA<br />

FISICA NUCLEARE E SUBNUCLEARE I<br />

6<br />

6<br />

FIS/03<br />

FIS/04<br />

caratterizzante<br />

caratterizzante<br />

CORSO A SCELTA 6 a scelta dello studente<br />

TOTALE CREDITI OBBLIGATORI 57 <strong>per</strong> il terzo anno<br />

Ulteriori conoscenze di lingua inglese 3 ulteriori attività formative<br />

Conoscenza della lingua inglese 3 <strong>per</strong> la prova finale e la lingua straniera<br />

Prova finale: dissertazione 3 <strong>per</strong> la prova finale e la lingua straniera<br />

57<br />

Corso di Laurea in <strong>Fisica</strong>


58<br />

Corso di Laurea in <strong>Fisica</strong><br />

Ai fini del raggiungimento dei 12 crediti a scelta lo studente può<br />

sce<strong>gli</strong>ere uno o più insegnamenti presenti all’interno dell’offerta<br />

formativa relativa a tutti i corsi di laurea della <strong>Sapienza</strong>, purché<br />

coerenti con il <strong>per</strong>corso formativo.<br />

Tali crediti sono indicati come due esami separati al primo e al<br />

secondo semestre del terzo anno ma possono essere acquisiti in<br />

un qualsiasi semestre del triennio, sia attraverso 2 esami da 6<br />

CFU che attraverso un unico esame da 12 CFU. Ai fini del conteggio<br />

del numero massimo di 20 esami (D.M. 16/3/2007,<br />

Art. 4 c. 2), i corsi a scelta contano comunque come un unico<br />

esame (D.M. 22/7/2007, Allegato 1 c. 2). Ai sensi del Manifesto<br />

generale de<strong>gli</strong> Studi della <strong>Sapienza</strong>, “in nessun caso è<br />

ammessa la frequenza ed il sostenimento de<strong>gli</strong> esami di profitto<br />

de<strong>gli</strong> insegnamenti dei corsi di laurea magistrale da parte di<br />

<strong>studenti</strong> iscritti a Corsi di laurea”.<br />

Insegnamenti non curriculari<br />

L’offerta formativa del corso di laurea è ulteriormente arricchita mediante<br />

l’erogazione dei seguenti insegnamenti non curriculari:<br />

INSEGNAMENTI CFU SSD<br />

Introduzione all’astrofisica 6 FIS/05<br />

Introduzione alla fisica dell’atmosfera 6 FIS/06<br />

Complementi di modelli e metodi matematici<br />

della fisica<br />

Tutor di riferimento<br />

6 FIS/02<br />

Dott. Ugo AGLIETTI<br />

Dott. Fabio BELLINI<br />

Dott. Filippo CESI<br />

Dott. Roberto CONTINO<br />

Dott. Daniele DEL RE<br />

Ulteriori informazioni nella sezione “Norme generali”.<br />

Estratto dal Regolamento Didattico <strong>per</strong> l’A.A. <strong>2012</strong>/13 del Corso di<br />

laurea in FISICA<br />

Classe L-30 (Scienze e tecnologie fisiche) ex D.M. 270/04<br />

Il testo integrale del Regolamento è consultabile all’indirizzo:<br />

www.phys.uniroma1.it/<strong>Dip</strong>Web/didattica/ccl/<strong>2012</strong>-13/Progr_Did_270.html


ANNO<br />

PRIMO<br />

SECONDO<br />

TERZO<br />

SEMESTRE<br />

I<br />

II<br />

III<br />

VI<br />

V<br />

VI<br />

CURRICULUM ASTROFISICA<br />

Insegnamenti obbligatori CFU SSD Attività formative<br />

GEOMETRIA 9 MAT/03 di base<br />

ANALISI 9 MAT/05 di base<br />

LABORATORIO DI CALCOLO 6 FIS/01 affini o integrative<br />

MECCANICA 12 FIS/01 di base<br />

CHIMICA 6 CHIM/03 di base<br />

LABORATORIO DI MECCANICA 12 FIS/01 caratterizzante<br />

TOTALE CREDITI OBBLIGATORI 54 <strong>per</strong> il primo anno<br />

ANALISI VETTORIALE 9 MAT/05 di base<br />

TERMODINAMICA E LABORATORIO 9 FIS/01 caratterizzante<br />

MECCANICA ANALITICA<br />

E RELATIVISTICA<br />

6 FIS/02 affini o integrative<br />

CORSO A SCELTA 6 a scelta dello studente<br />

ELETTROMAGNETISMO 12 FIS/01 di base<br />

LABORATORIO DI<br />

ELETTROMAGNETISMO E CIRCUITI<br />

6 FIS/01 caratterizzante<br />

MODELLI E METODI MATEMATICI<br />

DELLA FISICA<br />

9 FIS/02 caratterizzante<br />

ULTERIORI CONOSCENZE DI 3 ulteriori attività<br />

LINGUA INGLESE<br />

formative<br />

TOTALE CREDITI OBBLIGATORI 60 <strong>per</strong> il secondo anno<br />

MECCANICA QUANTISTICA (6CFU)<br />

e MECCANICA STATISTICA (6CFU)<br />

12 FIS/02 caratterizzante<br />

FLUIDINAMICA PER L’ASTROFISICA 6 FIS/05 affini o integrative<br />

ASTROFISICA 6 FIS/05 caratterizzante<br />

ASTRONOMIA 6 FIS/05 caratterizzante<br />

LABORATORIO DI ASTROFISICA 9 FIS/05 caratterizzante<br />

STRUTTURA DELLA MATERIA 6 FIS/03 caratterizzante<br />

OTTICA E LABORATORIO 9 FIS/01 caratterizzante<br />

CORSO A SCELTA 6 a scelta dello studente<br />

TOTALE CREDITI OBBLIGATORI 60 <strong>per</strong> il terzo anno<br />

Conoscenza della lingua inglese 3 <strong>per</strong> la prova finale e la lingua straniera<br />

Prova finale: dissertazione 3 <strong>per</strong> la prova finale<br />

59<br />

Corso di Laurea in <strong>Fisica</strong>


60<br />

Corso di Laurea in <strong>Fisica</strong><br />

Ai fini del raggiungimento dei 12 crediti a scelta lo studente può<br />

sce<strong>gli</strong>ere uno o più insegnamenti presenti all’interno dell’offerta<br />

formativa relativa a tutti i corsi di laurea della <strong>Sapienza</strong>, purché<br />

coerenti con il <strong>per</strong>corso formativo.<br />

Tali crediti sono indicati come due esami separati al primo e al<br />

secondo semestre del terzo anno ma possono essere acquisiti in<br />

un qualsiasi semestre del triennio, sia attraverso 2 esami da 6<br />

CFU che attraverso un unico esame da 12 CFU. Ai fini del conteggio<br />

del numero massimo di 20 esami (D.M. 16/3/2007,<br />

Art. 4 c. 2), i corsi a scelta contano comunque come un unico<br />

esame (D.M. 22/7/2007, Allegato 1 c. 2). Ai sensi del Manifesto<br />

generale de<strong>gli</strong> Studi della <strong>Sapienza</strong>, “in nessun caso è<br />

ammessa la frequenza ed il sostenimento de<strong>gli</strong> esami di profitto<br />

de<strong>gli</strong> insegnamenti dei corsi di laurea magistrale da parte di<br />

<strong>studenti</strong> iscritti a Corsi di laurea”.<br />

Insegnamenti non curriculari<br />

L’offerta formativa del corso di laurea è ulteriormente arricchita mediante<br />

l’erogazione dei seguenti insegnamenti non curriculari:<br />

INSEGNAMENTI CFU SSD<br />

Complementi di modelli e metodi matematici della fisica 6 FIS/02<br />

Tutor di riferimento<br />

Prof. Shahram RAHATLOU<br />

Prof. Marco DE PETRIS<br />

Prof. Filippo CESI<br />

Ulteriori informazioni nella sezione “Norme generali”.<br />

Estratto dal Regolamento Didattico <strong>per</strong> l’A.A. <strong>2012</strong>/13 del Corso di<br />

laurea in FISICA<br />

Classe L-30 (Scienze e tecnologie fisiche) ex D.M. 270/04<br />

Il testo integrale del Regolamento è consultabile all’indirizzo:<br />

www.phys.uniroma1.it/<strong>Dip</strong>Web/didattica/ccl/<strong>2012</strong>-13/Progr_Did_270.html


Norme generali<br />

Requisiti di ammissione<br />

<strong>Dip</strong>loma di scuola secondaria su<strong>per</strong>iore o di altro titolo conseguito all’estero,<br />

riconosciuto idoneo. Conoscenze elementari acquisite nelle scuole medie<br />

su<strong>per</strong>iori (in particolare di <strong>Fisica</strong> classica, Matematica, Chimica e Scienze<br />

naturali).<br />

Modalità di verifica delle conoscenze in ingresso<br />

Ai fini dell’immatricolazione, <strong>gli</strong> <strong>studenti</strong> devono sostenere una prova, obbligatoria<br />

ma non selettiva, <strong>per</strong> la verifica delle conoscenze in ingresso.<br />

Le modalità di iscrizione, di svolgimento e di valutazione della prova<br />

sono definite dal bando annuale pubblicato dalla <strong>Sapienza</strong>, consultabile<br />

all’indirizzo:<br />

http://www.uniroma1.it/didattica/offerta-formativa<br />

A<strong>gli</strong> <strong>studenti</strong> che non su<strong>per</strong>ano la prova viene assegnato un obbligo formativo<br />

aggiuntivo. Questi <strong>studenti</strong> saranno affidati ad uno dei Tutor, il quale<br />

programmerà insieme allo studente le attività di recu<strong>per</strong>o e seguirà <strong>per</strong>iodicamente<br />

il suo <strong>per</strong>corso didattico ed il profitto relativamente alla frequenza a<br />

corsi, esercitazioni, prove in itinere ed esami. Al termine di ciascun semestre<br />

il Tutor potrà valutare l’avvenuto recu<strong>per</strong>o o l’esigenza del proseguimento<br />

dell’attività di supporto, segnalando l’esito al CAD.<br />

L’obbligo formativo aggiuntivo si considera assolto con il su<strong>per</strong>amento<br />

dell’esame dell’insegnamento di “Analisi”, che deve avvenire entro il termine<br />

dell’anno accademico di iscrizione (31 ottobre). In assenza di tale<br />

assolvimento, <strong>gli</strong> <strong>studenti</strong> portatori di obbligo formativo aggiuntivo dovranno<br />

iscriversi nuovamente al primo anno come ripetenti, ai sensi del Manifesto<br />

de<strong>gli</strong> studi di Ateneo.<br />

Non sono tenuti a sostenere la prova i diplomati di scuola media su<strong>per</strong>iore<br />

che abbiano su<strong>per</strong>ato le prove di valutazione presso la struttura <strong>per</strong><br />

l’orientamento dell’Istituto ITIS Galileo Galilei di Roma .<br />

Coloro che sono in possesso di altra laurea o diploma universitario devono<br />

far riferimento al bando relativo alle modalità di ammissione al corso di laurea<br />

in <strong>Fisica</strong>, pubblicato dalla <strong>Sapienza</strong> e consultabile all’indirizzo:<br />

http://www.uniroma1.it/didattica/offerta-formativa<br />

Per informazioni su queste prove consultare il sito della Facoltà di Scienze<br />

M.F.N all’indirizzo:<br />

http://www.scienzemfn.uniroma1.it/<br />

61<br />

Norme generali


62<br />

Norme generali<br />

Passaggi e trasferimenti<br />

Le domande di passaggio di <strong>studenti</strong> provenienti da altri corsi di laurea della<br />

<strong>Sapienza</strong> e le domande di trasferimento di <strong>studenti</strong> provenienti da altre Università,<br />

da Accademie militari o da altri istituti militari d’istruzione su<strong>per</strong>iore<br />

sono subordinate ad approvazione da parte del CAD che:<br />

• valuta la possibilità di riconoscimento totale o parziale della carriera di<br />

studio fino a quel momento seguita, con la convalida di parte o di tutti<br />

<strong>gli</strong> esami sostenuti e de<strong>gli</strong> eventuali crediti acquisiti, la relativa votazione;<br />

nel caso di passaggio fra corsi ex D.M. 270 della stessa classe vanno<br />

riconosciuti almeno il 50% dei crediti acquisiti in ciascun SSD (art. 3<br />

comma 9 del D.M. delle classi di laurea);<br />

• indica l’anno di corso al quale lo studente viene iscritto;<br />

• stabilisce l’eventuale obbligo formativo aggiuntivo da assolvere;<br />

• formula il piano di completamento <strong>per</strong> il conseguimento del titolo di<br />

studio.<br />

Qualora lo studente, sulla base della carriera riconosciuta, possa essere<br />

ammesso ad un anno di corso successivo a tutti quelli attivati nel vigente<br />

ordinamento, è concessa allo stesso la facoltà di scelta tra l’iscrizione al<br />

corrispondente anno di corso del previgente ordinamento oppure all’anno di<br />

corso più avanzato in quel momento attivo dell’ordinamento vigente (articolo<br />

33, comma 5 del regolamento didattico di Ateneo).<br />

Le richieste di trasferimento al corso di laurea in <strong>Fisica</strong> devono essere presentate<br />

entro le scadenze e con le modalità specificate nel manifesto de<strong>gli</strong><br />

studi di Ateneo.<br />

Abbreviazioni di corso<br />

Chi è già in possesso del titolo di laurea triennale, specialistica o altra laurea<br />

acquisita secondo un ordinamento previgente, oppure di laurea o laurea<br />

magistrale acquisita secondo un ordinamento vigente e intenda conseguire<br />

un ulteriore titolo di studio può chiedere al CAD l’iscrizione ad un anno di<br />

corso successivo al primo.<br />

Le domande sono valutate dal CAD, che in proposito:<br />

• valuta la possibilità di riconoscimento totale o parziale della carriera<br />

di studio fino a quel momento seguita, con la convalida di parte o<br />

di tutti <strong>gli</strong> esami sostenuti e de<strong>gli</strong> eventuali crediti acquisiti, la relativa<br />

votazione; nel caso di passaggio fra corsi ex D.M. 270 della stessa<br />

classe vanno riconosciuti almeno il 50% dei crediti acquisiti in ciascun<br />

SSD (art. 3 comma 9 del D.M. delle classi di laurea);<br />

•<br />

indica l’anno di corso al quale lo studente viene iscritto;


• stabilisce l’eventuale obbligo formativo aggiuntivo da assolvere;<br />

• formula il piano di completamento <strong>per</strong> il conseguimento del titolo di<br />

studio.<br />

Qualora lo studente, sulla base della carriera riconosciuta, possa essere<br />

ammesso ad un anno di corso successivo a tutti quelli attivati nel vigente<br />

ordinamento, è concessa allo stesso la facoltà di scelta tra l’iscrizione al<br />

corrispondente anno di corso del previgente ordinamento oppure all’anno di<br />

corso più avanzato in quel momento attivo dell’ordinamento vigente (articolo<br />

33, comma 5 del regolamento didattico di Ateneo).<br />

Uno studente non può immatricolarsi o iscriversi ad un corso di laurea appartenente<br />

alla medesima classe nella quale ha già conseguito il diploma<br />

di laurea.<br />

Le richieste devono essere presentate entro le scadenze e con le modalità<br />

specificate nel manifesto de<strong>gli</strong> studi di Ateneo.<br />

Criteri <strong>per</strong> il riconoscimento crediti<br />

Possono essere riconosciuti tutti i crediti formativi universitari (CFU) già acquisiti<br />

se relativi ad insegnamenti che abbiano contenuti, documentati attraverso<br />

i programmi de<strong>gli</strong> insegnamenti, coerenti con uno dei <strong>per</strong>corsi formativi<br />

previsti dal corso di laurea. Per i passaggi da corsi di studio della<br />

stessa classe è garantito il riconoscimento di un minimo del 50% dei crediti<br />

di ciascun settore scientifico disciplinare.<br />

Il CAD può deliberare l’equivalenza tra Settori scientifico disciplinari (SSD)<br />

<strong>per</strong> l’attribuzione dei CFU sulla base del contenuto de<strong>gli</strong> insegnamenti ed in<br />

accordo con l’ordinamento del corso di laurea.<br />

I CFU già acquisiti relativi a<strong>gli</strong> insegnamenti <strong>per</strong> i quali, anche con diversa<br />

denominazione, esista una manifesta equivalenza di contenuto con<br />

<strong>gli</strong> insegnamenti offerti dal corso di laurea possono essere riconosciuti come<br />

relativi a<strong>gli</strong> insegnamenti con le denominazioni proprie del corso di laurea<br />

a cui si chiede l’iscrizione. In questo caso, il CAD delibera il riconoscimento<br />

con le seguenti modalità:<br />

• se i CFU corrispondenti all’insegnamento di cui si chiede il riconoscimento<br />

coincidono con quello dell’insegnamento <strong>per</strong> cui esso viene<br />

riconosciuto, l’attribuzione avviene direttamente;<br />

• se i CFU corrispondenti all’insegnamento di cui si chiede il riconoscimento<br />

sono in numero diverso rispetto all’insegnamento <strong>per</strong> cui esso<br />

viene riconosciuto, il CAD attribuirà i crediti sulla base del curriculum<br />

dello studente, anche <strong>per</strong> gruppi di esami di uno stesso SSD, eventualmente<br />

dopo colloqui integrativi;<br />

Il CAD può riconoscere come crediti le conoscenze e abilità professionali<br />

certificate ai sensi della normativa vigente in materia, nonché altre conoscenze<br />

e abilità maturate in attività formative di livello post-secondario alla<br />

63<br />

Norme generali


64<br />

Norme generali<br />

cui progettazione e realizzazione l’Università abbia concorso. Tali crediti<br />

vanno a valere di norma sui 12 CFU relativi a<strong>gli</strong> insegnamenti a scelta dello<br />

studente. In ogni caso, il numero massimo di crediti riconoscibili in tali ambiti<br />

non può essere su<strong>per</strong>iore a 12.<br />

Le attività già riconosciute ai fini dell’attribuzione di CFU nell’ambito del<br />

corso di laurea non possono essere nuovamente riconosciute nell’ambito di<br />

corsi di laurea magistrale.<br />

Piani di completamento e piani di studio individuali<br />

Ogni studente deve ottenere l’approvazione ufficiale del proprio completo<br />

<strong>per</strong>corso formativo da parte del CAD (con procedura on-line, sia <strong>per</strong> l’inoltro<br />

da parte dello studente sia <strong>per</strong> la notifica della relativa approvazione) prima<br />

di poter verbalizzare esami relativi ad insegnamenti che non siano obbligatori<br />

<strong>per</strong> tutti <strong>gli</strong> <strong>studenti</strong>.<br />

Lo studente può ottenere tale approvazione con due procedimenti diversi:<br />

1. aderendo ad uno dei piani di completamento del <strong>per</strong>corso formativo<br />

predisposti annualmente dal CAD<br />

2. presentando un piano di studio individuale che deve essere valutato dal<br />

CAD <strong>per</strong> l’approvazione.<br />

Piani di completamento<br />

Un piano di completamento contiene la lista di tutti <strong>gli</strong> insegnamenti previsti nel<br />

corrispondente <strong>per</strong>corso formativo ed un apposito spazio <strong>per</strong> l’indicazione<br />

de<strong>gli</strong> insegnamenti relativi ai 12 CFU a scelta dello studente. Questi ultimi<br />

possono essere scelti fra tutti quelli presenti nell’ambito dell’intera offerta<br />

formativa della <strong>Sapienza</strong>.<br />

Il modulo di adesione si presenta on-line, secondo la nuova procedura informatica<br />

di compilazione prevista dall’Università “La <strong>Sapienza</strong>”; ulteriori<br />

indicazioni presso la Segreteria didattica.<br />

Il modulo di adesione al piano di completamento va presentato on-line dal<br />

1 ottobre al 31 gennaio di ogni anno. Il modulo viene inoltrato dalla Segreteria<br />

Didattica al Presidente del CAD e al responsabile dell’approvazione<br />

<strong>per</strong> la verifica che <strong>gli</strong> insegnamenti a scelta indicati siano effettivamente<br />

congruenti col <strong>per</strong>corso formativo. In caso affermativo, il piano di completamento<br />

viene approvato. In caso negativo, lo studente viene convocato dalla<br />

Segreteria Didattica a modificare l’elenco de<strong>gli</strong> insegnamenti relativi ai 12<br />

CFU a scelta.<br />

A partire dal giorno successivo a quello della delibera del CAD lo studente<br />

è autorizzato a sostenere e verbalizzare, oltre a<strong>gli</strong> esami obbligatori <strong>per</strong><br />

tutti <strong>gli</strong> <strong>studenti</strong>, anche quelli relativi a tutti <strong>gli</strong> insegnamenti non obbligatori<br />

elencati nel piano di studio cui ha aderito.<br />

L’adesione ad un piano di completamento può essere effettuata una sola<br />

volta <strong>per</strong> ogni anno accademico, a partire dal secondo anno di corso.<br />

Gli <strong>studenti</strong> del curriculum di Astrofisica che intendano frequentare il Laboratorio<br />

di <strong>Fisica</strong> computazionale I come corso a scelta debbono presentare il<br />

piano di studio fin dal I anno.


Piani di studio individuali<br />

Qualora lo studente provenga da passaggio o trasferimento o da abbreviazione<br />

di corso deve presentare un piano di studio individuale utilizzando<br />

un apposito modulo on-line; ulteriori indicazioni sono disponibili presso la<br />

Segreteria didattica.<br />

Il modulo di proposta del piano di studio individuale va presentato on-line<br />

dal 1 ottobre al 31 gennaio di ogni anno. Il modulo viene inoltrato dalla Segreteria<br />

Didattica al Presidente del CAD e al responsabile dell’approvazione<br />

<strong>per</strong> la verifica. In caso affermativo, il piano di studio viene approvato. In<br />

caso negativo, lo studente viene convocato dalla Segreteria Didattica <strong>per</strong><br />

la rettifica dello stesso.<br />

A partire dal giorno successivo a quello della delibera del CAD lo studente<br />

è autorizzato a sostenere e verbalizzare, oltre a<strong>gli</strong> esami obbligatori <strong>per</strong><br />

tutti <strong>gli</strong> <strong>studenti</strong>, anche quelli relativi a tutti <strong>gli</strong> insegnamenti non obbligatori<br />

elencati nel piano di studio approvato.<br />

Il piano di studio individuale può essere presentato una sola volta <strong>per</strong> ogni<br />

anno accademico, a partire dal secondo anno di corso.<br />

Gli <strong>studenti</strong> del curriculum di Astrofisica che intendano frequentare il Laboratorio<br />

di <strong>Fisica</strong> computazionale I come corso a scelta debbono presentare<br />

il piano di studio fin dal I anno.<br />

Modifica dei piani di completamento<br />

e dei piani di studio individuali<br />

Lo studente che abbia già aderito ad un piano di completamento può, in un<br />

successivo anno accademico, aderire ad un differente piano di completamento<br />

oppure proporre un piano di studio individuale. Parimenti, lo studente<br />

al quale sia già stato approvato un piano di studio individuale può, in un<br />

successivo anno accademico, optare <strong>per</strong> l’adesione ad un piano di completamento<br />

oppure proporre un differente piano di studio individuale.<br />

In ogni modo, <strong>gli</strong> esami già verbalizzati non possono essere sostituiti e <strong>gli</strong><br />

esami del piano di studio individuale eventualmente gia’ sostenuti devono<br />

essere in linea con il piano di completamento gia’ presentato.<br />

Modalità didattiche<br />

Le attività didattiche sono di tipo convenzionale e distribuite su base semestrale.<br />

Gli insegnamenti sono impartiti attraverso lezioni ed esercitazioni<br />

in aula e attività in laboratorio, organizzando l’orario delle attività in modo<br />

da consentire allo studente un congruo tempo da dedicare allo studio<br />

<strong>per</strong>sonale.<br />

La durata nominale del corso di laurea è di 6 semestri, pari a tre anni.<br />

65<br />

Norme generali


66<br />

Norme generali<br />

Crediti formativi universitari<br />

Il credito formativo universitario (CFU) misura la quantità di lavoro svolto da<br />

uno studente <strong>per</strong> raggiungere un obiettivo formativo. I CFU sono acquisiti<br />

dallo studente con il su<strong>per</strong>amento de<strong>gli</strong> esami o con l’ottenimento delle idoneità,<br />

ove previste.<br />

Il sistema di crediti adottato nelle università italiane ed europee prevede<br />

che ad un CFU corrispondano 25 ore di impegno da parte dello studente,<br />

distribuite tra le attività formative collettive istituzionalmente previste (ad es.<br />

lezioni, esercitazioni, attività di laboratorio) e lo studio individuale.<br />

Nei corsi di laurea in <strong>Fisica</strong> e <strong>Fisica</strong> e astrofisica, in accordo coll’articolo 23<br />

del regolamento didattico di Ateneo, un CFU corrisponde a 8 ore di lezione,<br />

oppure a 12 ore di laboratorio o esercitazione guidata.<br />

Le schede individuali di ciascun insegnamento, consultabili sul sito web del<br />

corso di laurea, riportano la ripartizione dei CFU e delle ore di insegnamento<br />

nelle diverse attività, insieme ai prerequisiti, a<strong>gli</strong> obiettivi formativi e ai<br />

programmi di massima.<br />

Il carico di lavoro totale <strong>per</strong> il conseguimento della laurea è di 180 CFU,<br />

corrispondenti a 4500 ore di impegno da parte dello studente.<br />

Nell’ambito dei corsi di laurea in <strong>Fisica</strong> e <strong>Fisica</strong> e astrofisica la quota a disposizione<br />

dello studente <strong>per</strong> lo studio <strong>per</strong>sonale o <strong>per</strong> altre attività formative di<br />

tipo individuale è almeno il 60% dell’impegno orario complessivo.<br />

Calendario didattico<br />

Di norma, la scansione temporale è la seguente:<br />

• primo semestre: da fine settembre a gennaio;<br />

• prima sessione d’esami: febbraio;<br />

• secondo semestre: da marzo a giugno;<br />

• seconda sessione d’esami: lu<strong>gli</strong>o;<br />

• terza sessione d’esami: settembre.<br />

Il detta<strong>gli</strong>o delle date di inizio e fine delle lezioni di ciascun semestre e di<br />

inizio e fine di ciascuna sessione d’esami è pubblicato sul sito web del Corso<br />

di laurea.<br />

I <strong>per</strong>iodi dedicati alle lezioni e a<strong>gli</strong> esami non possono sovrapporsi. In deroga<br />

a tale norma, <strong>per</strong> <strong>per</strong>mettere a<strong>gli</strong> <strong>studenti</strong> prossimi alla laurea di completare<br />

<strong>gli</strong> esami mancanti, saranno previsti due appelli straordinari, di norma<br />

nel mesi di maggio e di novembre, allo scopo di <strong>per</strong>mettere loro di laurearsi<br />

nelle sessioni di lu<strong>gli</strong>o e di dicembre riservate ai soli <strong>studenti</strong> che abbiano<br />

già acquisito almeno 155 CFU.<br />

A titolo di esempio, l’orario settimanale del primo anno prevede tipicamente:<br />

• 3 o 4 ore di lezione al giorno dal lunedì al venerdì;<br />

• 4 ore di laboratorio a settimana.<br />

I corsi prevedono di norma l’assegnazione di attività da svolgere in autonomia<br />

e prove in itinere, che possono valere ai fini dell’esame finale.


Prove d’esame<br />

La verifica delle conoscenze acquisite avviene mediante prove di esame<br />

orale, alle quali si accede di norma su<strong>per</strong>ando una prova scritta o una<br />

prova individuale di laboratorio, oppure sostenendo con esito positivo le<br />

prove “in itinere”. La valutazione del profitto individuale dello studente, <strong>per</strong><br />

ciascun insegnamento, viene espressa mediante l’attribuzione di un voto<br />

in trentesimi, nel qual caso il voto minimo <strong>per</strong> il su<strong>per</strong>amento dell’esame è<br />

18/30, oppure di una idoneità.<br />

Verifica delle conoscenze linguistiche<br />

L’acquisizione dei 6 crediti <strong>per</strong> la conoscenza della lingua inglese avviene<br />

attraverso il su<strong>per</strong>amento di una idoneità (3 CFU) durante il <strong>per</strong>corso formativo<br />

e di un’altra idoneità (3 CFU) consistente in una lettura e traduzione da<br />

effettuarsi nel <strong>per</strong>iodo intercorrente tra i 60 e i 30 gg dalla data di discussione<br />

della tesi, previa presentazione della domanda di laurea.<br />

La prova di idoneità da 3 CFU può essere sostenuta in ciascuna delle tre<br />

sessioni d’esame. La facoltà di Scienze matematiche, fisiche e naturali organizza<br />

in entrambi i semestri dei corsi di preparazione alla suddetta prova.<br />

La facoltà di Scienze matematiche, fisiche e naturali offre a<strong>gli</strong> <strong>studenti</strong><br />

dell’ultimo anno delle scuole su<strong>per</strong>iori del Lazio la possibilità di sostenere<br />

l’esame di inglese scientifico. Il su<strong>per</strong>amento dell’esame dà diritto<br />

all’acquisizione dei 3 CFU relativi alle “ulteriori conoscenze di lingua inglese”.<br />

L’iscrizione deve essere effettuata compilando l’apposito modulo disponibile<br />

sul sito http://bigbang.uniroma1.it/, dove sono indicati orari ed<br />

aule della prova ed ulteriori informazioni sulle sue modalità.<br />

L’esito positivo della prova di valutazione della conoscenza della lingua<br />

inglese verrà registrato automaticamente nella carriera dello studente.<br />

Lo studente che ha su<strong>per</strong>ato la prova e intende farsi riconoscere i 3 CFU<br />

deve comunque consegnare in Segreteria Didattica, dopo l’iscrizione e non<br />

oltre il primo anno, il certificato attestante il su<strong>per</strong>amento.<br />

Modalità di frequenza, propedeuticità,<br />

passaggio ad anni successivi<br />

I corsi obbligatori si svolgono in più canali paralleli, ai quali <strong>gli</strong> <strong>studenti</strong> devono<br />

iscriversi nel mese di settembre di ogni anno di corso, utilizzando una<br />

apposita procedura informatica.<br />

La frequenza assidua di tutti i corsi è una condizione essenziale <strong>per</strong> un proficuo<br />

inserimento dello studente nell’organizzazione del corso di laurea ed<br />

è <strong>per</strong>tanto vivamente consi<strong>gli</strong>ata. Per i corsi che prevedono esercitazioni di<br />

laboratorio la frequenza è obbligatoria.<br />

Nel corso di laurea in <strong>Fisica</strong> non sono previste propedeuticità formali. Tuttavia,<br />

la collocazione de<strong>gli</strong> insegnamenti nel precorso formativo è una chiara<br />

indicazione dell’ordine ottimale col quale seguirli e sostenerne <strong>gli</strong> esami.<br />

Nel caso in cui lo studente non su<strong>per</strong>i un esame non avrà sbarramenti<br />

amministrativi al su<strong>per</strong>amento de<strong>gli</strong> esami successivi; e<strong>gli</strong> dovrà programmare<br />

il recu<strong>per</strong>o dell’esame non su<strong>per</strong>ato in modo da non produrre uno<br />

sfasamento tra corsi seguiti ed esami da preparare.<br />

67<br />

Norme generali


68<br />

Norme generali<br />

Regime a tempo parziale<br />

I termini e le modalità <strong>per</strong> la richiesta del regime a tempo parziale nonché<br />

le relative norme sono stabilite nel Manifesto di Ateneo e sono consultabili<br />

sul sito web della <strong>Sapienza</strong>.<br />

Studenti fuori corso e validità dei crediti acquisiti<br />

Ai sensi del Manifesto de<strong>gli</strong> studi di Ateneo lo studente si considera fuori<br />

corso quando, avendo frequentato tutte le attività formative previste dal<br />

presente regolamento didattico, non abbia su<strong>per</strong>ato tutti <strong>gli</strong> esami e non<br />

abbia acquisito il numero di crediti necessario al conseguimento del titolo<br />

entro 3 anni.<br />

Ai sensi del medesimo Manifesto de<strong>gli</strong> studi di Ateneo:<br />

• lo studente a tempo pieno che sia fuori corso deve su<strong>per</strong>are le prove<br />

mancanti al completamento della propria carriera universitaria entro il<br />

termine di 9 anni dall’immatricolazione;<br />

lo studente a tempo parziale che sia fuori corso deve su<strong>per</strong>are le prove<br />

• mancanti al completamento della propria carriera universitaria entro un<br />

termine di anni pari al doppio della durata concordata <strong>per</strong> il regime a<br />

tempo parziale.<br />

Indipendentemente dai termini sopra riportati, il CAD può richiedere allo<br />

studente un colloquio di verifica delle conoscenze relative ai CFU acquisiti<br />

in una data che preceda di 9 anni quella prevista <strong>per</strong> la laurea.<br />

Tutorato<br />

Gli <strong>studenti</strong> del corso di laurea in <strong>Fisica</strong> possono usufruire dell’attività di<br />

tutorato svolta dai docenti indicati dal CAD, presentando alla segreteria<br />

didattica una apposita richiesta, in qualunque momento lo ritengano necessario.<br />

Gli eventuali ulteriori docenti disponibili come tutor e le modalità di<br />

tutorato verranno pubblicizzate <strong>per</strong> ciascun anno accademico mediante<br />

affissione presso la Segreteria didattica e sul sito web del corso di laurea.<br />

Percorsi di eccellenza<br />

Il Consi<strong>gli</strong>o di Area Didattica in Scienze e Tecnologie Fisiche, Scienze<br />

Fisiche e Scienze dell’Universo istituisce un Percorso di eccellenza <strong>per</strong> il<br />

corso di laurea in <strong>Fisica</strong>, allo scopo di valorizzare la formazione de<strong>gli</strong><br />

<strong>studenti</strong> iscritti, meritevoli e interessati ad attività di approfondimento e di<br />

integrazione culturale.<br />

Il <strong>per</strong>corso offre attività formative aggiuntive a quelle del corso di studio al<br />

quale è iscritto lo studente, costituite da approfondimenti disciplinari e interdisciplinari,<br />

attività seminariali e di tirocinio secondo un programma che<br />

verrà <strong>per</strong>sonalizzato e concordato con ogni singolo studente. Lo studente<br />

che abbia ottenuto l’accesso al Percorso di eccellenza viene affidato ad un


docente o tutor che ne segue il <strong>per</strong>corso e collabora alla organizzazione<br />

delle attività, concordate con lo studente, <strong>per</strong> un impegno massimo di 200<br />

ore annue.<br />

L’accesso al Percorso di eccellenza avviene su domanda dell’interessato,<br />

con istanza presentata entro il 31 ottobre al Consi<strong>gli</strong>o di Area Didattica, al<br />

termine del primo anno di frequenza del Corso di Laurea. I requisiti richiesti<br />

sono:<br />

•<br />

•<br />

acquisizione entro il 31 ottobre di tutti i Crediti Formativi Universitari<br />

(CFU) previsti nel primo anno;<br />

conseguimento di una media pesata dei voti d’esame non inferiore a<br />

ventisette/trentesimi (27/30).<br />

Per poter proseguire nel Percorso di eccellenza lo studente deve acquisire<br />

tutti i crediti previsti <strong>per</strong> l’anno di frequenza entro il 31 ottobre con una<br />

votazione media pesata non inferiore a ventisette/trentesimi (27/30). La<br />

verifica dei requisiti predetti viene effettuata, al termine di ogni anno accademico,<br />

dal Consi<strong>gli</strong>o di Area Didattica su relazione del docente di riferimento.<br />

Contestualmente al conseguimento del titolo di laurea, lo studente che<br />

ha concluso un Percorso di eccellenza riceve un’attestazione del <strong>per</strong>corso<br />

svolto, rilasciata dalla Presidenza della Facoltà, con le modalità previste <strong>per</strong><br />

<strong>gli</strong> altri tipi di certificazione, che andrà registrata sulla carriera dello studente<br />

stesso. Unitamente a tale certificazione, l’Università conferisce allo studente<br />

un premio pari all’importo delle tasse versate nell’ultimo anno di corso.<br />

I termini e le modalità <strong>per</strong> la richiesta di partecipazione al <strong>per</strong>corso di eccellenza<br />

sono indicati sul sito web del corso di laurea, dove si può anche<br />

prendere visione del bando di concorso e scaricare il facsimile della domanda<br />

di ammissione.<br />

Prova finale<br />

Per essere ammesso alla prova finale lo studente deve aver conseguito tutti<br />

i CFU previsti dall’ordinamento didattico <strong>per</strong> le attività diverse dalla prova<br />

finale e deve aver adempiuto alle formalità amministrative previste dal Regolamento<br />

didattico di Ateneo.<br />

La prova finale consiste nell’elaborazione di una dissertazione, assegnata di<br />

norma al termine del primo semestre del III anno di corso, che viene redatta<br />

sotto la su<strong>per</strong>visione di un relatore e viene presentata e discussa dal candidato<br />

davanti a una apposita Commissione di Laurea. Il calendario delle<br />

sedute di Laurea è stabilito all’inizio di ogni anno accademico e riportato<br />

sul sito web del Corso di laurea. La dissertazione, a cui corrispondono 3<br />

crediti, deve consistere in un elaborato di non più di 20 pagine su un argomento<br />

non originale, tipicamente una compilazione approfondita di argomenti<br />

trattati nei corsi seguiti dal candidato oppure una relazione di attività<br />

69<br />

Norme generali


70<br />

Norme generali<br />

di laboratorio. L’argomento deve in ogni modo poter essere affrontato dallo<br />

studente con <strong>gli</strong> strumenti acquisiti nel corso della laurea. Un elenco di argomenti<br />

disponibili <strong>per</strong> le dissertazioni, con l’indicazione dei relativi relatori, è<br />

disponibile sul sito web del corso di laurea. E’ ammessa la redazione della<br />

dissertazione in lingua inglese.<br />

La votazione finale si basa sulla valutazione del curriculum de<strong>gli</strong> studi, della<br />

dissertazione e della prova finale, e su ulteriori elementi rivolti ad incentivare<br />

il su<strong>per</strong>amento de<strong>gli</strong> esami nei tempi stabiliti dall’ordinamento didattico.<br />

La Commissione di Laurea esprime la votazione in centodecimi e può,<br />

all’unanimità, concedere al candidato il massimo dei voti con lode.<br />

Applicazione dell’art. 6 del regolamento <strong>studenti</strong><br />

(R.D. 4.6.1938, N. 1269)<br />

Gli <strong>studenti</strong> iscritti al corso di laurea in <strong>Fisica</strong>, onde arricchire il proprio<br />

curriculum de<strong>gli</strong> studi, possono presentare domanda <strong>per</strong> frequentare e sostenere<br />

ogni anno due esami di insegnamenti di altra’ Facolta’, secondo<br />

quanto previsto dall’Art. 6 del R.D. N.1239 del 4/6/1938, mediante<br />

domanda con autocerficazione de<strong>gli</strong> esami gia’ sostenuti da indirizzare<br />

alla Segreteria Didattica che la sottoporra’ al CAD. La stessa domanda<br />

potra’ poi essere presentata alla Segreteria Studenti della Facoltà di Scienze<br />

M.F.N. entro il mese di gennaio di ogni anno. Tali esami non devono essere<br />

inseriti nel piano di studio.<br />

Visto il significato scientifico e culturale di tale norma, il CAD ha deliberato<br />

che tale richiesta possa essere avanzata soltanto da <strong>studenti</strong> che abbiano<br />

ottenuto almeno 39 crediti del corso di laurea in <strong>Fisica</strong>.<br />

Si consi<strong>gli</strong>a di consultare il Manifesto de<strong>gli</strong> Studi <strong>2012</strong>/13, <strong>per</strong> verificare<br />

la possibilità di usare questi esami allo scopo di raggiungere, prima del conseguimento<br />

della laurea, i requisiti minimi <strong>per</strong> l’ammissione ad una laurea<br />

magistrale che richieda l’acquisizione di ulteriori crediti in specifici settori<br />

scientifico-disciplinari.<br />

Le versioni integrali dei Regolamenti delle due Lauree sono consultabili in<br />

rete all’indirizzo:<br />

www.phys.uniroma1.it/<strong>Dip</strong>Web/didattica/ccl/<strong>2012</strong>-13/Progr_Did_270.html


Corso di Laurea Magistrale in <strong>Fisica</strong><br />

Obiettivi formativi e descrizione del <strong>per</strong>corso formativo<br />

Obiettivo formativo del corso di laurea è la formazione di un fisico con<br />

solida preparazione di base ed adeguate conoscenze specialistiche in uno<br />

dei settori della fisica moderna corrispondenti al curriculum prescelto.<br />

A tal fine, il <strong>per</strong>corso formativo prevede il completamento della formazione<br />

di base attraverso corsi di fisica teorica, di fisica matematica e di laboratorio<br />

s<strong>per</strong>imentale comuni ai vari indirizzi e l’approfondimento specialistico<br />

relativo al curriculum prescelto tra quelli che si intendono attivare e che trovano<br />

una precisa definizione nel regolamento didattico del corso di studio.<br />

Sono tutti fortemente collegati alle attività di ricerca scientifica attive nel <strong>Dip</strong>artimento,<br />

che coprono i settori della fisica della materia, della fisica delle<br />

particelle elementari, della fisica teorica, della biofisica, della fisica medica,<br />

della didattica e dei fondamenti storici ed epistemologici della fisica e delle<br />

applicazioni dell’elettronica e dell’informatica alle ricerche di fisica.<br />

La laurea magistrale in <strong>Fisica</strong> viene conferita a<strong>gli</strong> <strong>studenti</strong> che abbiano conseguito<br />

i risultati di apprendimento descritti nel seguito secondo i “descrittori<br />

di Dublino”. Questi risultati vengono conseguiti attraverso la frequenza a<br />

corsi e laboratori. La verifica dell’apprendimento <strong>per</strong> i corsi si basa di norma<br />

su esami orali, che possono anche prevedere la discussione di elaborati<br />

preparati da<strong>gli</strong> <strong>studenti</strong>. I laboratori prevedono una parte introduttiva excathedra<br />

ed una parte svolta in laboratorio, nella quale <strong>gli</strong> <strong>studenti</strong> sono<br />

suddivisi in piccoli gruppi, ciascuno dei quali deve sviluppare una specifica<br />

tematica s<strong>per</strong>imentale sotto la guida diretta di un docente es<strong>per</strong>to della<br />

tematica stessa; la verifica dell’apprendimento si basa su relazioni di laboratorio<br />

di gruppo da cui deve emergere il contributo individuale di ogni<br />

singolo studente e su esami orali. La quota di tempo riservata al lavoro<br />

individuale è definita nel regolamento didattico.<br />

Le attività di tirocinio, che potranno essere svolte presso uno dei gruppi di<br />

ricerca del <strong>Dip</strong>artimento di <strong>Fisica</strong> o di altri laboratori esterni, hanno finalità<br />

di orientamento occupazionale e <strong>per</strong> la scelta della tesi.<br />

Il lavoro di tesi, che occupa una frazione rilevante del secondo anno del<br />

corso, fornisce allo studente l’opportunità di essere inserito nell’attività di un<br />

gruppo di ricerca e completa la preparazione anche ai fini dell’inserimento<br />

post-laurea nel mondo del lavoro, in particolare nei settori della ricerca<br />

pubblica e privata.<br />

71<br />

Corso di Laurea Magistrale in <strong>Fisica</strong>


72<br />

Corso di Laurea Magistrale in <strong>Fisica</strong><br />

Sbocchi occupazionali e professionali<br />

La formazione metodologica, lo spettro di conoscenze e la flessibilità<br />

o<strong>per</strong>ativa acquisiti consentono al laureato magistrale in <strong>Fisica</strong> (oltre alla<br />

possibilità di proseguire <strong>gli</strong> studi attraverso il Dottorato di Ricerca o i master<br />

di secondo livello o scuole di specializzazione, tra le quali la S.S.I.S. <strong>per</strong><br />

la preparazione di insegnanti <strong>per</strong> la scuola secondaria) di trovare collocazione<br />

in una ampia gamma di aree professionali, che richiedono<br />

conoscenze specialistiche relative a sistemi naturali ed artificiali, e in<br />

genere in tutte le attività ad alto grado di innovazione tecnologica nel<br />

settore sia pubblico che privato. Gli ambiti di riferimento comprendono<br />

l’industria, con particolare riguardo a quella elettronica, spaziale, dei<br />

semiconduttori e dell’energia, le attività di valutazione di qualità dei prodotti,<br />

i laboratori di ricerca e sviluppo, il monitoraggio e la valutazione<br />

ambientale, il terziario relativo all’impiego dei calcolatori (<strong>per</strong> es. sistemi<br />

di acquisizione ed elaborazione di dati), il settore finanziario.<br />

La laurea magistrale in <strong>Fisica</strong> prepara specialisti in Scienze Matematiche<br />

Fisiche e Naturali, in particolare Fisici e astronomi (ISTAT 2.1.1.1) e più<br />

specificamente Fisici (ISTAT 2.1.1.1.1), Ricercatori e tecnici laureati nelle<br />

scienze fisiche (ISTAT 2.6.2.0.1) e Professori di scienze matematiche e fisiche<br />

(ISTAT 2.6.3.2.1) <strong>per</strong> i quali è richiesta l’acquisizione dell’abilitazione e<br />

il su<strong>per</strong>amento di prove concorsuali secondo la normativa vigente.<br />

Il corso prepara alle professioni di:<br />

• Fisici e astronomi<br />

• Fisici<br />

Percorso formativo<br />

La laurea magistrale in <strong>Fisica</strong> e’ articolata nei seguenti curricula:<br />

•<br />

•<br />

•<br />

•<br />

Biosistemi<br />

<strong>Fisica</strong> della materia<br />

<strong>Fisica</strong> nucleare e subnucleare<br />

Teorico generale<br />

Ai sensi del Manifesto generale de<strong>gli</strong> Studi della <strong>Sapienza</strong>, in nessun caso<br />

è ammessa la frequenza ed il sostenimento de<strong>gli</strong> esami di profitto de<strong>gli</strong><br />

insegnamenti dei corsi di Laurea Magistrale da parte di <strong>studenti</strong> iscritti a<br />

Corsi di laurea, come è altresì vietata la frequenza ed il sostenimento de<strong>gli</strong><br />

esami di profitto de<strong>gli</strong> insegnamenti dei corsi di laurea da parte di <strong>studenti</strong><br />

iscritti a Corsi di Laurea Magistrale se non preventivamente autorizzati dalle<br />

competenti strutture didattiche.


Quadro detta<strong>gli</strong>ato del <strong>per</strong>corso formativo<br />

I corsi dei diversi curricula si svolgono nei primi 3 semestri del biennio, mentre<br />

il 4 è dedicato alla preparazione della tesi.<br />

Tutti i curricula della classe LM-17 condividono 30 CFU comuni, corrispondenti<br />

ai seguenti corsi, obbligatori <strong>per</strong> tutti:<br />

• Laboratorio di fisica (FIS/01, caratterizzante, 12 CFU) che si svolge su<br />

basa annuale<br />

• Meccanica quantistica relativistica (FIS/02, caratterizzante, 6 CFU)<br />

• Materia condensata (FIS/03, caratterizzante, 6 CFU)<br />

• Meccanica razionale (MAT/07, affine/integrativo, 6CFU)<br />

In alcuni curricula, i CFU riservati alle attività affini/integrative sono innalzati<br />

da 12 a 18, <strong>per</strong> <strong>per</strong>mettere di integrare le conoscenze in altri SSD, oltre<br />

ai 12 CFU riservati ai settori CHIM/*, INF/01 e MAT/* previsti in tutti i<br />

curricula.<br />

Ai fini del raggiungimento dei 12 crediti a scelta, lo studente può sce<strong>gli</strong>ere<br />

uno o più insegnamenti presenti all’interno dell’offerta formativa relativa a<br />

tutti i corsi di laurea magistrale della <strong>Sapienza</strong>, purchè coerenti con il <strong>per</strong>corso<br />

formativo.<br />

Tali crediti sono indicati nei <strong>per</strong>corsi didattici detta<strong>gli</strong>ati come due esami<br />

distinti, ma possono essere acquisiti sia attraverso 2 esami da 6 CFU che<br />

attraverso un unico esame da 12 CFU. Ai fini del conteggio del numero<br />

massimo di 12 esami (D.M. 16/3/2007, Art. 4 c. 2), i corsi a scelta<br />

contano comunque come un unico esame (D.M. 22/7/2007, Allegato 1<br />

c. 2). Ai sensi del Manifesto generale de<strong>gli</strong> Studi della <strong>Sapienza</strong>, in nessun<br />

caso è ammessa la frequenza ed il sostenimento de<strong>gli</strong> esami di profitto<br />

de<strong>gli</strong> insegnamenti dei corsi di laurea da parte di <strong>studenti</strong> iscritti a Corsi di<br />

laurea magistrale se non preventivamente autorizzati dalle competenti strutture<br />

didattiche.<br />

Nel seguito si riportano i <strong>per</strong>corsi formativi detta<strong>gli</strong>ati dei curricula attivati:<br />

• Biosistemi<br />

• <strong>Fisica</strong> della materia<br />

• <strong>Fisica</strong> nucleare e subnucleare<br />

•<br />

Teorico generale<br />

73<br />

Corso di Laurea Magistrale in <strong>Fisica</strong>


74<br />

Corso di Laurea Magistrale in <strong>Fisica</strong><br />

Curriculum BIOSISTEMI<br />

anno semestre titolo CFU SSD ambito<br />

I 1 Meccanica quantistica relativistica 6 FIS/02 caratterizzante<br />

I 1 Materia condensata 6 FIS/03 caratterizzante<br />

I 1 Biofisica computazionale 6 FIS/03 caratterizzante<br />

I 1 Corso a scelta nell’elenco de<strong>gli</strong><br />

affini/integrativi*<br />

6 affine/integrativo<br />

I 2 Corso curriculare B* 6 FIS/02 caratterizzante<br />

I 2 Meccanica razionale 6 MAT/07 affine/integrativo<br />

I 2 Corso scelto nell’elenco de<strong>gli</strong><br />

affini/integrativi*<br />

6 affine/integrativo<br />

I annuale Laboratorio di fisica 12 FIS/01 caratterizzante<br />

I 2 Corso a scelta libera<br />

(DM 270, art. 10, comma 5, lettera a)*<br />

6 a scelta<br />

II 3 Corso curriculare A* 6 FIS/03 caratterizzante<br />

II 3 Corso a scelta libera<br />

(DM 270, art. 10, comma 5, lettera a)*<br />

6 a scelta<br />

II 3 Corso monografico di fisica avanzata 9 FIS/01 caratterizzante<br />

II 3 Tirocinio di preparazione<br />

alla tesi di laurea<br />

3 altre attività<br />

II 4 Svolgimento della tesi di laurea 36 esama finale<br />

A norma di ordinamento, il piano di studio individuale deve contenere necessariamente<br />

almeno 12 CFU scelti tra i settori MAT/*, INF/*, CHIM/*, BIO/*:<br />

di questi 6 CFU vengono acquisiti con il corso obbligatorio di Meccanica razionale<br />

ed i rimanenti 6 CFU possono essere acquisiti come corso affine integrativo<br />

oppure come corso a scelta libera.<br />

* Poiché il semestre di erogazione dei corsi è fissato nel piano didattico consultabile<br />

nel sito del <strong>Dip</strong>artimento all’indirizzo:<br />

http://www.phys.uniroma1.it/<strong>Dip</strong>Web/didattica/ccl/<strong>2012</strong>-13/LM1213.htm<br />

i crediti relativi a<strong>gli</strong> insegnamenti prescelti possono essere acquisiti anche in semestri<br />

diversi da quelli indicati in tabella.


Corsi affini/integrativi<br />

Biochimica 6 BIO/10<br />

Biofisica teorica 6 FIS/02<br />

Biologia molecolare 6 BIO/11<br />

<strong>Fisica</strong> computazionale della materia 6 INF/01<br />

<strong>Fisica</strong> dei solidi I 6 FIS/03<br />

<strong>Fisica</strong> dei liquidi 6 FIS/03<br />

<strong>Fisica</strong> del laser ad elettroni liberi 6 FIS/04<br />

<strong>Fisica</strong> medica 6 FIS/07<br />

<strong>Fisica</strong> dei sistemi complessi 6 FIS/03<br />

<strong>Fisica</strong> sanitaria 6 FIS/07<br />

Genetica ed evoluzione 6 FIS/07<br />

Meccanica statistica dei sistemi disordinati 6 FIS/02<br />

Metodi fisici <strong>per</strong> la biomedicina 6 FIS/01<br />

Metodi numerici <strong>per</strong> la fisica 6 INF/01<br />

Modelli di reti neurali 6 MAT/07<br />

Spettroscopia a radio frequenze 6 FIS/03<br />

Simulazione atomistica 6 FIS/03<br />

Corsi curriculari A<br />

Biofisica II 6 FIS/03<br />

<strong>Fisica</strong> dei sistemi a molti corpi 6 FIS/03<br />

Metodi spettroscopici della materia<br />

condensata<br />

6 FIS/03<br />

Simulazione atomistica 6 FIS/03<br />

Corsi curriculari B<br />

<strong>Fisica</strong> dei sistemi dinamici 6 FIS/02<br />

Meccanica statistica dei sistemi disordinati 6 FIS/02<br />

BIOSISTEMI<br />

75<br />

Corso di Laurea Magistrale in <strong>Fisica</strong>


76<br />

Corso di Laurea Magistrale in <strong>Fisica</strong><br />

Curriculum FISICA DELLA MATERIA<br />

anno semestre titolo CFU SSD ambito<br />

I 1 Meccanica quantistica relativistica 6 FIS/02 caratterizzante<br />

I 1 Materia condensata 9 FIS/03 caratterizzante<br />

I 1 Corso scelto nell’elenco de<strong>gli</strong><br />

affini/integrativi*<br />

6 affine/integrativo<br />

I 1 Meccanica statistica e fenomeni critici 9 FIS/02 caratterizzante<br />

I 2 <strong>Fisica</strong> dei solidi I 6 FIS/03 caratterizzante<br />

I 2 Meccanica razionale 6 MAT/07 affine/integrativo<br />

I 2 Corso a scelta libera<br />

(DM 270, art. 10, comma 5, lettera a)*<br />

6 a scelta<br />

I annuale Laboratorio di fisica 12 FIS/01 caratterizzante<br />

II 3 Corso curriculare* 6 FIS/01<br />

FIS/02<br />

FIS/03<br />

INF/01<br />

affine/integrativo<br />

II 3 Corso a scelta libera<br />

(DM 270, art. 10, comma 5, lettera a)*<br />

6 a scelta<br />

II 3 Corso monografico di fisica avanzata 9 FIS/01 caratterizzante<br />

II 3 Tirocinio di preparazione<br />

alla tesi di laurea<br />

3 altre attività<br />

II 4 Svolgimento della tesi di laurea 36 esama finale<br />

A norma di ordinamento, il piano di studio individuale deve contenere necessariamente<br />

almeno 12 CFU scelti tra i settori MAT/*, INF/*, CHIM/*: di questi 6<br />

CFU vengono acquisiti con il corso obbligatorio di Meccanica razionale ed i<br />

rimanenti 6 CFU possono essere acquisiti come corso affine integrativo oppure<br />

come corso a scelta libera.<br />

* Poiché il semestre di erogazione dei corsi è fissato nel piano didattico consultabile<br />

nel sito del <strong>Dip</strong>artimento all’indirizzo:<br />

http://www.phys.uniroma1.it/<strong>Dip</strong>Web/didattica/ccl/<strong>2012</strong>-13/LM1213.htm<br />

i crediti relativi a<strong>gli</strong> insegnamenti prescelti possono essere acquisiti anche in semestri<br />

diversi da quelli indicati in tabella.


Corsi affini/integrativi<br />

<strong>Fisica</strong> dei sistemi complessi 6 FIS/03<br />

<strong>Fisica</strong> delle su<strong>per</strong>fici e delle nanostrutture 6 FIS/03<br />

Instabilità idrodinamiche 6 FIS/03<br />

Metodi numerici <strong>per</strong> la fisica 6 INF/01<br />

Metodi spettroscopici della materia<br />

condensata<br />

6 FIS/03<br />

Su<strong>per</strong>conduttività e su<strong>per</strong>fluidità 6 FIS/03<br />

Simulazione atomistica 6 FIS/03<br />

Transizione di fase e fenomeni critici 6 FIS/02<br />

Corsi curriculari<br />

<strong>Fisica</strong> dei sistemi a molti corpi 6 FIS/03<br />

<strong>Fisica</strong> dei sistemi dinamici 6 FIS/02<br />

Meccanica statistica dei sistemi disordinati 6 FIS/02<br />

Ottica non lineare e quantistica 6 FIS/01<br />

Informazione e computazione quantistica 6 FIS/03<br />

<strong>Fisica</strong> computazionale della materia 6 INF/01<br />

<strong>Fisica</strong> dei liquidi 6 FIS/03<br />

FISICA DELLA MATERIA<br />

77<br />

Corso di Laurea Magistrale in <strong>Fisica</strong>


78<br />

Corso di Laurea Magistrale in <strong>Fisica</strong><br />

Curriculum FISICA NUCLEARE E SUBNUCLEARE<br />

anno semestre titolo CFU SSD ambito<br />

I 1 Meccanica quantistica relativistica 6 FIS/02 caratterizzante<br />

I 1 Interazioni elettrodeboli 6 FIS/02 caratterizzante<br />

I 1 Materia condensata 6 FIS/03 caratterizzante<br />

I 1 Corso scelto nell’elenco de<strong>gli</strong><br />

affini/integrativi*<br />

6 affine/integrativo<br />

I 2 <strong>Fisica</strong> nucleare e subnucleare II 9 FIS/01 caratterizzante<br />

I 2 Meccanica razionale 6 MAT/07 affine/integrativo<br />

I 2 Corso a scelta libera<br />

(DM 270, art. 10, comma 5, lettera a)*<br />

6 a scelta<br />

I annuale Laboratorio di fisica 12 FIS/01 caratterizzante<br />

II 3 Corso curriculare A* 6 FIS/01<br />

FiS/04<br />

affine/integrativo<br />

II 3 Corso a scelta libera<br />

(DM 270, art. 10, comma 5, lettera a)*<br />

6 a scelta<br />

II 3 Corso monografico di fisica<br />

avanzata nucleare e subnucleare<br />

12 FIS/04 caratterizzante<br />

II 3 Tirocinio di preparazione<br />

alla tesi di laurea<br />

3 altre attività<br />

II 4 Svolgimento della tesi di laurea 36 esama finale<br />

A norma di ordinamento, il piano di studio individuale deve contenere<br />

necessariamente almeno 12 CFU scelti tra i settori MAT/*, INF/*, CHIM/*: di<br />

questi 6 cfu vengono acquisiti con il corso obbligatorio di Meccanica razionale<br />

ed i rimanenti 6 cfu possono essere acquisiti come corso affine integrativo oppure<br />

come corso a scelta libera<br />

* Poiché il semestre di erogazione dei corsi è fissato nel piano didattico consultabile<br />

nel sito del <strong>Dip</strong>artimento all’indirizzo:<br />

http://www.phys.uniroma1.it/<strong>Dip</strong>Web/didattica/ccl/<strong>2012</strong>-13/LM1213.htm<br />

i crediti relativi a<strong>gli</strong> insegnamenti prescelti possono essere acquisiti anche in<br />

semestri diversi da quelli indicati in tabella.


Corsi affini/integrativi<br />

Metodi informatici <strong>per</strong> la fisica 6 INF/01<br />

Elettronica generale 6 FIS/01<br />

<strong>Fisica</strong> astro-particellare 6 FIS/01<br />

<strong>Fisica</strong> dei sistemi complessi 6 FIS/03<br />

<strong>Fisica</strong> del laser ad elettroni liberi 6 FIS/04<br />

<strong>Fisica</strong> delle su<strong>per</strong>fici e delle nanostrutture 6 FIS/03<br />

Cibernetica generale 6 INF/01<br />

Informazione e computazione quantistica 6 FIS/03<br />

Interazioni deboli nel modello standard e sue estensioni 6 FIS/04<br />

Introduzione alla gravità quantistica 6 FIS/02<br />

Simmetrie ed interazioni fondamentali 6 FIS/02<br />

Corso curriculare A<br />

FISICA NUCLEARE E SUBNUCLEARE<br />

Elettronica digitale 6 FIS/01<br />

<strong>Fisica</strong> astro-particellare 6 FIS/01<br />

<strong>Fisica</strong> nucleare 6 FIS/04<br />

<strong>Fisica</strong> delle particelle elementari 6 FIS/01<br />

<strong>Fisica</strong> s<strong>per</strong>imentale delle particelle elementari 6 FIS/01<br />

Gravitazione s<strong>per</strong>imentale 6 FIS/01<br />

Metodi s<strong>per</strong>imentali <strong>per</strong> le particelle elementari 6 FIS/01<br />

79<br />

Corso di Laurea Magistrale in <strong>Fisica</strong>


80<br />

Corso di Laurea Magistrale in <strong>Fisica</strong><br />

Curriculum TEORICO GENERALE<br />

anno semestre titolo CFU SSD ambito<br />

I 1 Meccanica quantistica relativistica 6 FIS/02 caratterizzante<br />

I 1 Materia condensata 6 FIS/03 caratterizzante<br />

I 1 Corso scelto nella lista AA* 6 FIS/02 caratterizzante<br />

I 1 Corso scelto nell’elenco de<strong>gli</strong><br />

affini/integrativi*<br />

6 affine/integrativo<br />

I 2 Meccanica razionale 6 MAT/07 affine/integrativo<br />

I 2 Corso curriculare B* 6 FIS/01<br />

FIS/02<br />

FIS/03<br />

affine/integrativo<br />

I 2 Corso a scelta libera<br />

(DM 270, art. 10, comma 5, lettera a)*<br />

6 a scelta<br />

I annuale Laboratorio di fisica 12 FIS/01 caratterizzante<br />

II 3 Corso curriculare A1* 6 FIS/02 caratterizzante<br />

II 3 Corso curriculare A* 6 FIS/02<br />

FIS/08<br />

caratterizzante<br />

II 3 Corso a scelta libera<br />

(DM 270, art. 10, comma 5, lettera a)*<br />

6 a scelta<br />

II 3 Corso monografico di fisica<br />

avanzata<br />

9 FIS/01 caratterizzante<br />

II 3 Tirocinio di preparazione<br />

alla tesi di laurea<br />

3 altre attività<br />

II 4 Svolgimento della tesi di laurea 36 esama finale<br />

A norma di ordinamento, il piano di studio individuale deve contenere necessariamente<br />

almeno 12 CFU scelti tra i settori MAT/*, INF/*, CHIM/*: di questi 6 cfu<br />

vengono acquisiti con il corso obbligatorio di Meccanica razionale ed i rimanenti<br />

6 cfu possono essere acquisiti come corso affine integrativo oppure come corso a<br />

scelta libera<br />

* Poiché il semestre di erogazione dei corsi è fissato nel piano didattico consultabile<br />

nel sito del <strong>Dip</strong>artimento all’indirizzo:<br />

http://www.phys.uniroma1.it/<strong>Dip</strong>Web/didattica/ccl/<strong>2012</strong>-13/LM1213.htm<br />

i crediti relativi a<strong>gli</strong> insegnamenti prescelti possono essere acquisiti anche in semestri<br />

diversi da quelli indicati in tabella.


Corsi curriculari del curriculum Teorico Generale:<br />

Corsi curriculari AA<br />

Interazioni elettrodeboli 6 FIS/02<br />

Meccanica statistica e fenomeni critici 6 FIS/02<br />

Relativita’ generale 6 FIS/02<br />

Corsi curriculari A1<br />

<strong>Fisica</strong> dei sistemi dinamici 6 FIS/02<br />

Meccanica statistica dei sistemi disordinati 6 FIS/02<br />

Onde non lineari e solitoni 6 FIS/02<br />

Interazioni elettrodeboli 6 FIS/02<br />

Meccanica statistica e fenomeni critici 6 FIS/02<br />

Relatività generale 6 FIS/02<br />

Corsi curriculari A<br />

<strong>Fisica</strong> dei sistemi dinamici 6 FIS/02<br />

Onde nonlineari e solitoni 6 FIS/02<br />

Meccanica statistica dei sistemi disordinati 6 FIS/02<br />

Meccanica statistica e fenomeni critici 6 FIS/02<br />

Relatività generale 6 FIS/02<br />

Storia della fisica 6 FIS/08<br />

Elettrodinamica quantistica 6 FIS/02<br />

Teoria dei campi 6 FIS/02<br />

Corsi curriculari B<br />

<strong>Fisica</strong> dei sistemi a molti corpi 6 FIS/03<br />

<strong>Fisica</strong> dei solidi I 6 FIS/03<br />

<strong>Fisica</strong> nucleare e subnucleare II 6 FIS/01<br />

Interazioni elettrodeboli 6 FIS/02<br />

Meccanica statistica dei sistemi disordinati 6 FIS/02<br />

Meccanica statistica e fenomeni critici 6 FIS/02<br />

Ottica non lineare e quantistica 6 FIS/01<br />

Relatività generale 6 FIS/02<br />

Teoria dei campi 6 FIS/02<br />

segue ><br />

81<br />

Corso di Laurea Magistrale in <strong>Fisica</strong>


82<br />

Corso di Laurea Magistrale in <strong>Fisica</strong><br />

TEORICO GENERALE<br />

Corsi curriculari B<br />

Reti neurali 6 FIS/02<br />

Onde gravitazionali, stelle e buchi neri 6 FIS/02<br />

Elettrodinamica quantistica 6 FIS/02<br />

Su<strong>per</strong>conduttività e su<strong>per</strong>fluidità 6 FIS/03<br />

Corsi affini/integrativi<br />

Biofisica teorica 6 FIS/02<br />

Interazioni deboli nel modello standard e sue estensioni 6 FIS/04<br />

Introduzione alla gravità quantistica 6 FIS/02<br />

Metodi numerici <strong>per</strong> la fisica 6 FIS/01<br />

Simmetrie ed interazioni fondamentali 6 FIS/02<br />

Storia della fisica 6 FIS/08<br />

Gravitazione s<strong>per</strong>imentale 6 FIS/01<br />

Informazione e computazione quantistica 6 FIS/03<br />

Su<strong>per</strong>conduttività e su<strong>per</strong>fluidità 6 FIS/03<br />

Insegnamenti non curriculari<br />

L’offerta formativa del corso di Laurea Magistrale in <strong>Fisica</strong> è ulteriormente<br />

arricchita mediante l’erogazione dei seguenti insegnamenti non curriculari:<br />

Insegnamento CFU SSD<br />

Elettrodinamica del plasma 6 FIS/01<br />

Introduzione alla teoria<br />

dei processi stocastici ed applicazioni alla fisica<br />

6 FIS/02<br />

Tutor di riferimento<br />

Prof. Daniele del Re<br />

Prof. Antonio Di Domenico<br />

Prof. Riccardo Faccini<br />

Prof. Marco Grilli<br />

Prof. Fabio Sciarrino


Norme generali<br />

Requisiti di ammissione<br />

Per l’accesso alla Laurea Magistrale in <strong>Fisica</strong> è richiesto il possesso della<br />

laurea o del diploma universitario di durata triennale, ovvero di altro titolo<br />

di studio conseguito all’estero, ritenuto idoneo. E’ richiesta una buona conoscenza<br />

della fisica classica e moderna, delle basi della chimica, dei necessari<br />

strumenti matematici e informatici. In ogni caso <strong>per</strong> accedere alla Laurea<br />

Magistrale in <strong>Fisica</strong> è necessario che i laureati abbiano acquisito almeno:<br />

• 20 crediti complessivi nelle discipline matematiche e/o informatiche<br />

(MAT/01-MAT/08, INF/01, ING-INF/05)<br />

• 5 crediti nelle discipline chimiche (CHIM/01-03 e CHIM/06),<br />

• 65 crediti complessivi nelle discipline fisiche (FIS/01-FIS/08), di cui almeno<br />

• 40 crediti nella fisica s<strong>per</strong>imentale (FIS/01),<br />

• 12 crediti nella fisica teorica, modelli e metodi matematici (FIS/02),<br />

•<br />

5 crediti complessivi nella fisica della materia e/o nella fisica nucleare<br />

e subnucleare (FIS/03,FIS/04).<br />

Gli <strong>studenti</strong> che non sono in possesso di tali requisiti curriculari possono<br />

iscriversi a corsi singoli, come previsto dal Manifesto de<strong>gli</strong> studi di Ateneo,<br />

e sostenere i relativi esami prima dell’iscrizione alla Laurea Magistrale.<br />

Potranno presentare domanda <strong>per</strong> l’immatricolazione al Corso di Laurea<br />

Magistrale anche <strong>gli</strong> <strong>studenti</strong> della <strong>Sapienza</strong> e provenienti da altri Atenei<br />

che non abbiano ancora conseguito la laurea, fermo restando l’obbligo di<br />

conseguirla entro le date di scadenza indicate nel Manifesto de<strong>gli</strong> Studi di<br />

Ateno. Tali <strong>studenti</strong>, oltre ad effettuare le procedure descritte precedentemente,<br />

dovranno anche presentare alla Segreteria <strong>studenti</strong>, entro le date di scadenza<br />

indicate nel Manifesto de<strong>gli</strong> Studi, domanda <strong>per</strong> poter essere immatricolati<br />

dopo l’ottenimento della laurea.<br />

Modalità di verifica delle conoscenze in ingresso<br />

Il possesso delle conoscenze sarà verificato da una apposita commissione,<br />

che approverà automaticamente (o valutando eventuali affinità tra settori<br />

scientifico-disciplinari) l’ammissione alla Laurea Magistrale in <strong>Fisica</strong> de<strong>gli</strong><br />

<strong>studenti</strong> che abbiano acquisito almeno:<br />

• 25 crediti nelle discipline matematiche (MAT/01-MAT/08),<br />

• 12 crediti nelle discipline informatiche (INF/01),<br />

• 5 crediti nelle discipline chimiche (CHIM/01-03 e CHIM/06),<br />

• 65 crediti nella fisica s<strong>per</strong>imentale (FIS/01),<br />

• 30 crediti nella fisica teorica, modelli e metodi matematici (FIS/02),<br />

• 6 crediti nella fisica della materia (FIS/03), 6 crediti nella fisica nucleare<br />

e subnucleare (FIS/04)<br />

e sottoporrà <strong>gli</strong> altri <strong>studenti</strong> a colloqui di verifica del possesso delle conoscenze<br />

richieste.<br />

83<br />

Corso di Laurea Magistrale in <strong>Fisica</strong>


84<br />

Corso di Laurea Magistrale in <strong>Fisica</strong><br />

Tutorato<br />

Gli <strong>studenti</strong> del corso di Laurea Magistrale in <strong>Fisica</strong> possono usufruire<br />

dell’attività di tutorato svolta dai docenti indicati dal CAD, presentando<br />

alla segreteria didattica una apposita richiesta, in qualunque momento lo<br />

ritengano necessario. Gli eventuali ulteriori docenti disponibili come tutor e<br />

le modalità di tutorato verranno pubblicizzate <strong>per</strong> ciascun anno accademico<br />

mediante affissione presso la Segreteria didattica e sul sito web del corso<br />

di laurea.<br />

Percorsi di eccellenza<br />

Il Consi<strong>gli</strong>o di Area Didattica in Scienze e Tecnologie Fisiche, Scienze Fisiche<br />

e Scienze dell’Universo istituisce un Percorso di eccellenza <strong>per</strong> il corso<br />

di Laurea Magistrale in <strong>Fisica</strong>, allo scopo di valorizzare la formazione de<strong>gli</strong><br />

<strong>studenti</strong> iscritti, meritevoli e interessati ad attività di approfondimento e di<br />

integrazione culturale.<br />

Il <strong>per</strong>corso offre attività formative aggiuntive a quelle del corso di studio al<br />

quale è iscritto lo studente, costituite da approfondimenti disciplinari e interdisciplinari,<br />

attività seminariali e di tirocinio secondo un programma che<br />

verrà <strong>per</strong>sonalizzato e concordato con ogni singolo studente. Lo studente<br />

che abbia ottenuto l’accesso al Percorso di eccellenza viene affidato ad un<br />

docente o tutor che ne segue il <strong>per</strong>corso e collabora alla organizzazione<br />

delle attività, concordate con lo studente, <strong>per</strong> un impegno massimo di 200<br />

ore annue.<br />

L’accesso al Percorso di eccellenza avviene su domanda dell’interessato,<br />

con istanza presentata entro il 31 ottobre al Consi<strong>gli</strong>o di Area Didattica, al<br />

termine del primo anno di frequenza del Corso di laurea. I requisiti richiesti<br />

sono:<br />

• acquisizione entro il 31 ottobre di tutti i Crediti Formativi Universitari<br />

(CFU) previsti nel primo anno<br />

• conseguimento di una media pesata dei voti d’esame non inferiore a<br />

ventisette/trentesimi (27/30)<br />

Per poter proseguire nel Percorso di eccellenza lo studente deve acquisire tutti<br />

i crediti previsti <strong>per</strong> l’anno di frequenza entro il 31 ottobre con una votazione<br />

media pesata non inferiore a ventisette/trentesimi (27/30). La verifica<br />

dei requisiti predetti viene effettuata, al termine di ogni anno accademico,<br />

dal Consi<strong>gli</strong>o di Area Didattica su relazione del docente di riferimento. Contestualmente<br />

al conseguimento del titolo di laurea triennale, lo studente che<br />

ha concluso un Percorso di eccellenza riceve un’attestazione del <strong>per</strong>corso<br />

svolto, rilasciata dalla Presidenza della Facoltà, con le modalità previste <strong>per</strong><br />

<strong>gli</strong> altri tipi di certificazione, che andrà registrata sulla carriera dello studente<br />

stesso.


Unitamente a tale certificazione, l’Università conferisce allo studente un premio<br />

pari all’importo delle tasse versate nell’ultimo anno di corso.<br />

I termini e le modalità <strong>per</strong> la richiesta di partecipazione al <strong>per</strong>corso di<br />

eccellenza sono indicati sul sito web del corso di laurea, dove si può<br />

anche prendere visione del bando di concorso e scaricare il facsimile della<br />

domanda di ammissione.<br />

Prova finale<br />

Per essere ammesso alla prova finale lo studente deve aver conseguito tutti<br />

i CFU previsti dall’ordinamento didattico <strong>per</strong> le attività diverse dalla prova<br />

finale e deve aver adempiuto alle formalità amministrative previste dal Regolamento<br />

didattico di Ateneo.<br />

La prova finale consiste nella discussione di una tesi, costituita da un documento<br />

scritto, eventualmente in lingua inglese, che presenta i risultati di uno<br />

studio originale, teorico o s<strong>per</strong>imentale, su un argomento di ricerca.<br />

La preparazione della tesi si svolge sotto la direzione di un relatore (che<br />

può essere un docente del Corso di laurea o di altri corsi di laurea italiani o<br />

stranieri, un ricercatore di un ente di ricerca italiano o straniero, un Dottore<br />

di Ricerca o un cultore della materia con anzianità di almeno tre anni dalla<br />

Laurea specialistica o dalla Laurea secondo il previgente ordinamento) e si<br />

svolge di norma nel secondo anno del corso, occupandone circa i tre quarti<br />

del tempo complessivo.<br />

La votazione finale si basa sulla valutazione del curriculum de<strong>gli</strong> studi, della<br />

tesi e della prova finale, e su ulteriori elementi rivolti ad incentivare il su<strong>per</strong>amento<br />

de<strong>gli</strong> esami nei tempi stabiliti dall’ordinamento didattico. La Commissione<br />

di Laurea esprime la votazione in centodecimi e può, all’unanimità,<br />

concedere al candidato il massimo dei voti con lode.<br />

Ulteriori informazioni nella Sezione<br />

“Norme generali comuni ai corsi di Laurea Magistrale”<br />

Il testo integrale del Regolamento è consultabile all’indirizzo:<br />

www.phys.uniroma1.it/<strong>Dip</strong>Web/didattica/ccl/<strong>2012</strong>-13/Progr_Did_270.html<br />

85<br />

Corso di Laurea Magistrale in <strong>Fisica</strong>


86<br />

Corso Laurea Magistrale in Astronomia e Astrofisica<br />

Corso di Laurea Magistrale<br />

in Astronomia e Astrofisica<br />

Obiettivi formativi e descrizione del <strong>per</strong>corso formativo<br />

Gli obiettivi formativi della Laurea Magistrale in Astronomia e Astrofisica sono<br />

coerenti con quelli qualificanti della Classe LM-58 (Scienze dell’Universo).<br />

Più precisamente, i laureati del Corso di Laurea Magistrale in Astronomia<br />

e Astrofisica si caratterizzano <strong>per</strong> il raggiungimento dei seguenti obiettivi<br />

formativi:<br />

•<br />

•<br />

•<br />

raggiungimento di una sicura padronanza del metodo scientifico di<br />

indagine, basata su una solida cultura di base nella fisica classica e<br />

moderna e la necessaria e approfondita conoscenza ed es<strong>per</strong>ienza<br />

di utilizzazione di metodologie matematiche e strumenti informatici di<br />

supporto;<br />

approfondita conoscenza dell’astronomia e astrofisica moderne, con<br />

ampie capacità scientifiche e o<strong>per</strong>ative, osservative e teoriche, nelle<br />

tematiche caratterizzanti la Classe;<br />

competenza avanzata nelle moderne strumentazioni e tecniche osserva-<br />

tive, nonché nelle relative procedure di raccolta e di analisi dati e di<br />

elaborazione di modelli; il raggiungimento di questi requisiti li mette<br />

in grado di o<strong>per</strong>are con grande autonomia, anche assumendo piena<br />

responsabilità di progetti e di strutture scientifici e tecnologici a livello<br />

nazionale e internazionale;<br />

• la conoscenza del lessico scientifico-tecnico specifico.<br />

La Laurea Magistrale in Astronomia e Astrofisica viene conferita a<strong>gli</strong> <strong>studenti</strong><br />

che abbiano conseguito i risultati di apprendimento di cui sopra e identificabili<br />

tramite i “Descrittori di Dublino”, elencati in seguito, Il raggiungimento<br />

di tali risultati avviene mediante la frequenza a corsi, laboratori, tirocini e<br />

lavoro individuale. La verifica dell’apprendimento si basa principalmente su<br />

esami orali, spesso integrati da elaborazioni scritte e relazioni sull’attività<br />

svolta. I corsi di laboratorio prevedono una parte introduttiva ex-cathedra<br />

ed una parte più strettamente applicativa, svolta nei laboratori; in questa<br />

seconda parte di attività, <strong>gli</strong> <strong>studenti</strong>, divisi in piccoli gruppi, sviluppano un<br />

argomento s<strong>per</strong>imentale e/o di calcolo numerico che richiede mezzi informatici.<br />

La verifica dell’apprendimento avviene attraverso la discussione dei<br />

risultati ottenuti e delle modalità di ottenimento, presentati in una relazione<br />

individuale scritta dal candidato.<br />

Buona parte del secondo anno di studi è occupato dalla preparazione<br />

della Tesi, che coinvolge un lavoro di studio preparatorio e poi il lavoro<br />

specifico (che può prevedere attività di tirocinio) mirante a un lavoro dalle<br />

caratteristiche di originalità.


Il relatore, oltre a seguire costantemente il laureando durante la preparazione<br />

della Tesi, garantisce la congruità de<strong>gli</strong> obiettivi di Tesi con il<br />

tempo disponibile.<br />

Questi studi devono <strong>per</strong>mettere al laureato specialista di avere una preparazione<br />

adeguata <strong>per</strong> un eventuale proseguimento de<strong>gli</strong> studi in Dottorati<br />

di Ricerca o presso corsi di Master e di Scuole di Specializzazione <strong>per</strong><br />

l’insegnamento (secondo la normativa che sarà posta in essere).<br />

Il <strong>per</strong>corso formativo prevede il completamento della formazione di base di<br />

fisica, matematica e di laboratorio nel primo anno. Nel secondo il <strong>per</strong>corso<br />

formativo si articola su corsi atti a completare la preparazione oltreché <strong>per</strong><br />

svolgere (<strong>per</strong> più del 50% del tempo) il lavoro originale di Tesi.<br />

Sbocchi occupazionali e professionali<br />

La preparazione acquisita dal laureato magistrale in Astronomia e Astrofisica<br />

ha solide basi metodologiche, tali da aprir<strong>gli</strong> campi di lavoro ampli, in<br />

tutto l’intervallo delle applicazioni di alto livello tecnologico, con particolare<br />

riferimento alla progettazione e gestione di sistemi complessi.<br />

La Laurea Magistrale in Astronomia e Astrofisica indirizza quindi al lavoro di<br />

ricerca e di gestione di strutture e progetti tecnico-scientifici nelle Università,<br />

ne<strong>gli</strong> Istituti del CNR, ne<strong>gli</strong> Osservatori Astronomici, ne<strong>gli</strong> enti e istituzioni<br />

spaziali, nelle aziende pubbliche e private o<strong>per</strong>anti in settori tecnologici<br />

avanzati.<br />

La Laurea Magistrale in Astronomia e Astrofisica prepara specialisti in<br />

Scienze Matematiche Fisiche e Naturali, in particolare Fisici e astronomi<br />

(ISTAT 2.1.1.1), Ricercatori (ISTAT 2.6.2.0) e Professori di scuola<br />

secondaria su<strong>per</strong>iore (ISTAT 2.6.3.2) <strong>per</strong> i quali e’ richiesta comunque<br />

l’acquisizione dell’abilitazione e il su<strong>per</strong>amento di prove concorsuali<br />

secondo la normativa vigente.<br />

Il corso prepara alle professioni di:<br />

Fisici e astronomi<br />

Astronomi ed astrofisici<br />

87<br />

Corso Laurea Magistrale in Astronomia e Astrofisica


88<br />

Corso Laurea Magistrale in Astronomia e Astrofisica<br />

Quadro detta<strong>gli</strong>ato del <strong>per</strong>corso formativo<br />

I corsi si svolgono nei primi tre semestri del biennio, mentre il quarto è<br />

dedicato alla preparazione della tesi.<br />

Nel seguito si riporta il <strong>per</strong>corso formativo detta<strong>gli</strong>ato:<br />

Laurea Magistrale in ASTRONOMIA e ASTROFISICA<br />

anno semestre titolo CFU SSD ambito<br />

I 1 Processi e plasmi astrofisici 6 FIS/05 affine/integrativo<br />

I 1 Relatività generale 6 FIS/02 caratterizzante<br />

ATe<br />

I 1 <strong>Fisica</strong> su<strong>per</strong>iore 6 FIS/02 caratterizzante ATe<br />

I 2 Cosmologia fisica 6 FIS/05 caratterizzante ATe<br />

I 2 Astrofisica stellare 6 FIS/05 caratterizzante<br />

AOS<br />

I 2 Corso scelto nell’elenco de<strong>gli</strong><br />

affini/integrativi *<br />

6 FIS/05 affine/integrativo<br />

I annuale Laboratorio di astrofisica 12 FIS/05 caratterizzante AT<br />

I 2 Corso a scelta libera<br />

(DM 270, art. 10, comma 5, lettera a)<br />

6 a scelta<br />

II 3 Metodi dell’astrofisica spaziale<br />

oppure Sistemi autogravitanti<br />

II 3 Corso a scelta nell’ambito del<br />

gruppo<br />

tecnologico-computazionale*<br />

6 FIS/05 caratterizzante<br />

AOS<br />

6 INF/01<br />

FIS/05<br />

caratterizzante AT<br />

II 3 Astrofisica su<strong>per</strong>iore 6 FIS/05 caratterizzante ATe<br />

II 3 Corso a scelta libera<br />

(DM 270, art. 10, comma 5, lettera a)<br />

6 a scelta<br />

II 3 Tirocinio di preparazione<br />

alla tesi di laurea<br />

3 altre attività<br />

II 4 Svolgimento della tesi di laurea 39 esama finale<br />

Ai fini del raggiungimento dei 12 crediti a scelta lo studente può sce<strong>gli</strong>ere<br />

uno o più insegnamenti presenti all’interno dell’offerta formativa relativa<br />

a tutti i corsi di Laurea Magistrale della <strong>Sapienza</strong>, purchè coerenti con il<br />

<strong>per</strong>corso formativo. Tali crediti sono indicati tra i corsi del secondo anno<br />

ma possono essere acquisiti in un qualsiasi semestre del biennio.<br />

*Poiché il semestre di erogazione dei corsi è fissato nel piano didattico<br />

consultabile nel sito del <strong>Dip</strong>artimento all’indirizzo http://www.phys.uniroma1.it/<strong>Dip</strong>Web/didattica/ccl/<strong>2012</strong>-13/LM1213.htm<br />

i crediti relativi<br />

a<strong>gli</strong> insegnamenti prescelti possono essere acquisiti anche in semestri diversi<br />

da quelli indicati in tabella.


Ai sensi del Manifesto generale de<strong>gli</strong> Studi della <strong>Sapienza</strong>, in nessun caso è<br />

ammessa la frequenza ed il sostenimento de<strong>gli</strong> esami di profitto de<strong>gli</strong> insegnamenti<br />

dei corsi di Laurea Magistrale da parte di <strong>studenti</strong> iscritti a Corsi di<br />

laurea, come è altresì vietata la frequenza ed il sostenimento de<strong>gli</strong> esami<br />

di profitto de<strong>gli</strong> insegnamenti dei corsi di laurea da parte di <strong>studenti</strong> iscritti a<br />

Corsi di Laurea Magistrale se non preventivamente autorizzati dalle competenti<br />

strutture didattiche.<br />

Gruppo tecnologico-computazionale<br />

Insegnamento CFU SSD<br />

Laboratorio di calcolo avanzato (consi<strong>gli</strong>ato) 6 INF/01<br />

Ottica astronomica 6 FIS/05<br />

Dinamica dei sistemi stellari 6 FIS/05<br />

Insegnamenti affini/integrativi<br />

L’offerta formativa del corso di Laurea Magistrale in Astronomia e Astrofisica<br />

è ulteriormente arricchita mediante l’erogazione dei seguenti insegnamenti:<br />

Insegnamento CFU SSD<br />

Astrofisica extragalattica 6 FIS/05<br />

Cosmologia teorica 6 FIS/05<br />

Dinamica dei sistemi stellari 6 FIS/05<br />

Ottica astronomica 6 FIS/05<br />

Insegnamenti non curriculari<br />

L’offerta formativa del corso di Laurea Magistrale in Astronomia e Astrofisica<br />

è ulteriormente arricchita mediante l’erogazione dei seguenti insegnamenti<br />

non curriculari:<br />

Insegnamento CFU SSD<br />

Astrofisica delle alte energie 6 FIS/05<br />

Cosmologia osservativa 6 FIS/05<br />

<strong>Fisica</strong> delle galassie 6 FIS/05<br />

Cosmologia primordiale 6 FIS/02<br />

Tutor di riferimento<br />

I nominativi dei tutor di riferimento <strong>per</strong> <strong>gli</strong> <strong>studenti</strong> del corso di Laurea<br />

Magistrale in Astronomia e Astrofisica sono i seguenti:<br />

Prof. Roberto MAOLI<br />

Prof. Marco DE PETRIS<br />

89<br />

Corso Laurea Magistrale in Astronomia e Astrofisica


90<br />

Corso Laurea Magistrale in Astronomia e Astrofisica<br />

Norme generali<br />

Requisiti di ammissione<br />

Per l’accesso alla Laurea Magistrale in Astronomia e Astrofisica è richiesto il<br />

possesso della laurea o del diploma universitario di durata triennale, ovvero<br />

di altro titolo di studio conseguito all’estero, ritenuto idoneo. E’ richiesta<br />

una buona conoscenza della fisica classica e moderna, delle basi della<br />

chimica, dei necessari strumenti matematici e informatici. In ogni caso <strong>per</strong><br />

accedere alla Laurea Magistrale in Astronomia e astrofisica è necessario<br />

che i laureati abbiano acquisito almeno:<br />

• 20 crediti complessivi nelle discipline matematiche e/o informatiche<br />

(MAT/01-MAT/08, INF/01, ING-INF/05)<br />

• 5 crediti nelle discipline chimiche (CHIM/01-03 e CHIM/06),<br />

• 65 crediti complessivi nelle discipline fisiche (FIS/01-FIS/08), di cui almeno<br />

• 40 crediti nella fisica s<strong>per</strong>imentale (FIS/01),<br />

• 12 crediti nella fisica teorica, modelli e metodi matematici (FIS/02),<br />

• 5 crediti complessivi nella fisica della materia e/o nella fisica nucleare<br />

e subnucleare (FIS/03,FIS/04).<br />

Gli <strong>studenti</strong> che non sono in possesso di tali requisiti curriculari possono<br />

iscriversi a corsi singoli, come previsto dal Manifesto de<strong>gli</strong> studi di Ateneo,<br />

e sostenere i relativi esami prima dell’iscrizione alla Laurea Magistrale.<br />

Potranno presentare domanda <strong>per</strong> l’immatricolazione al Corso di Laurea<br />

Magistrale anche <strong>gli</strong> <strong>studenti</strong> della <strong>Sapienza</strong> e provenienti da altri Atenei<br />

che non abbiano ancora conseguito la Laurea, fermo restando l’obbligo di<br />

conseguirla entro le date di scadenza indicate nel Manifesto de<strong>gli</strong> Studi di<br />

Ateneo. Tali <strong>studenti</strong>, oltre ad effettuare le procedure descritte precedentemente,<br />

dovranno anche presentare alla Segreteria <strong>studenti</strong>, entro le date<br />

di scadenza indicate nel Manifesto de<strong>gli</strong> Studi, domanda <strong>per</strong> poter essere<br />

immatricolati dopo l’ottenimento della laurea.<br />

Modalità di verifica delle conoscenze in ingresso<br />

Il possesso delle conoscenze sarà verificato da una apposita commissione,<br />

che approverà automaticamente (o valutando eventuali affinità tra settori<br />

scientifico-disciplinari) l’ammissione alla Laurea Magistrale in Astronomia e<br />

astrofisica de<strong>gli</strong> <strong>studenti</strong> che abbiano acquisito almeno:<br />

• 25 crediti nelle discipline matematiche (MAT/01-MAT/08),<br />

• 6 crediti nelle discipline informatiche (INF/01),<br />

• 5 crediti nelle discipline chimiche (CHIM/01-03 e CHIM/06),<br />

• 50 crediti nella fisica s<strong>per</strong>imentale (FIS/01),<br />

• 20 crediti nella fisica teorica, modelli e metodi matematici (FIS/02),<br />

• 5 crediti nella fisica della materia o fisica nucleare e subnucleare<br />

(FIS/03 o FIS/04),<br />

• 18 crediti nell’astronomia e astrofisica (FIS/05).<br />

e sottoporrà <strong>gli</strong> altri <strong>studenti</strong> a colloqui di verifica del possesso delle conoscenze<br />

richieste.


Tutorato<br />

Gli <strong>studenti</strong> del corso di Laurea Magistrale in Astronomia e astrofisica possono<br />

usufruire dell’attività di tutorato svolta dai docenti indicati dal CAD,<br />

presentando alla segreteria didattica una apposita richiesta, in qualunque<br />

momento lo ritengano necessario. Gli eventuali ulteriori docenti disponibili<br />

come tutor e le modalità di tutorato verranno pubblicizzate <strong>per</strong> ciascun anno<br />

accademico mediante affissione presso la Segreteria didattica e sul sito web<br />

del corso di laurea.<br />

Percorsi di eccellenza<br />

Il Consi<strong>gli</strong>o di Area Didattica in Scienze e Tecnologie Fisiche, Scienze Fisiche<br />

e Scienze dell’Universo istituisce un Percorso di eccellenza <strong>per</strong> il corso<br />

di Laurea Magistrale in Astronomia e Astrofisica, allo scopo di valorizzare<br />

la formazione de<strong>gli</strong> <strong>studenti</strong> iscritti, meritevoli e interessati ad attività di approfondimento<br />

e di integrazione culturale.<br />

Il <strong>per</strong>corso offre attività formative aggiuntive a quelle del corso di studio al<br />

quale è iscritto lo studente, costituite da approfondimenti disciplinari e interdisciplinari,<br />

attività seminariali e di tirocinio secondo un programma che<br />

verrà <strong>per</strong>sonalizzato e concordato con ogni singolo studente. Lo studente<br />

che abbia ottenuto l’accesso al Percorso di eccellenza viene affidato ad un<br />

docente o tutor che ne segue il <strong>per</strong>corso e collabora alla organizzazione<br />

delle attività, concordate con lo studente, <strong>per</strong> un impegno massimo di 200<br />

ore annue.<br />

L’accesso al Percorso di eccellenza avviene su domanda dell’interessato, con<br />

istanza presentata entro il 31 ottobre al Consi<strong>gli</strong>o di Area Didattica, al termine<br />

del primo anno di frequenza del Corso di laurea. I requisiti richiesti sono:<br />

• acquisizione entro il 31 ottobre di tutti i Crediti Formativi Universitari<br />

(CFU) previsti nel primo anno;<br />

• conseguimento di una media pesata dei voti d’esame non inferiore a<br />

ventisette/trentesimi (27/30).<br />

Per poter proseguire nel Percorso di eccellenza lo studente deve acquisire<br />

tutti i crediti previsti <strong>per</strong> l’anno di frequenza entro il 31 ottobre con una votazione<br />

media pesata non inferiore a ventisette/trentesimi (27/30). La verifica<br />

dei requisiti predetti viene effettuata, al termine di ogni anno accademico,<br />

dal Consi<strong>gli</strong>o di Area Didattica su relazione del docente di riferimento.<br />

Contestualmente al conseguimento del titolo di laurea triennale, lo studente<br />

che ha concluso un Percorso di eccellenza riceve un’attestazione del <strong>per</strong>corso<br />

svolto, rilasciata dalla Presidenza della Facoltà, con le modalità previste <strong>per</strong><br />

<strong>gli</strong> altri tipi di certificazione, che andrà registrata sulla carriera dello studente<br />

stesso. Unitamente a tale certificazione, l’Università conferisce allo studente<br />

un premio pari all’importo delle tasse versate nell’ultimo anno di corso.<br />

91<br />

Corso Laurea Magistrale in Astronomia e Astrofisica


92<br />

Corso Laurea Magistrale in Astronomia e Astrofisica<br />

I termini e le modalità <strong>per</strong> la richiesta di partecipazione al <strong>per</strong>corso di eccellenza<br />

sono indicati sul sito web del corso di laurea, dove si può anche<br />

prendere visione del bando di concorso e scaricare il facsimile della domanda<br />

di ammissione.<br />

Prova finale<br />

Per essere ammesso alla prova finale lo studente deve aver conseguito tutti<br />

i CFU previsti dall’ordinamento didattico <strong>per</strong> le attività diverse dalla prova<br />

finale e deve aver adempiuto alle formalità amministrative previste dal Regolamento<br />

didattico di Ateneo.<br />

La prova finale consiste nella preparazione e nella discussione di una Tesi<br />

di Laurea Magistrale, di carattere teorico o s<strong>per</strong>imentale, presentata alla<br />

Commissione di Laurea sotto forma di un documento scritto, eventualmente<br />

redatto in lingua inglese. Essa viene assegnata all’inizio del II anno del<br />

corso di studi, viene svolta sotto la guida di un relatore qualificato (docente<br />

del corso di laurea o di altri corsi di laurea italiani o esteri o ricercatore di<br />

un ente di ricerca italiano o estero) e viene presentata dal candidato alla<br />

Commissione di Laurea Magistrale alla conclusione del corso di studi.<br />

La votazione finale si basa sulla valutazione del curriculum de<strong>gli</strong> studi, della<br />

tesi e della prova finale, e su ulteriori elementi rivolti ad incentivare il su<strong>per</strong>amento<br />

de<strong>gli</strong> esami nei tempi stabiliti dall’ordinamento didattico. La Commissione<br />

di Laurea esprime la votazione in centodecimi e può, all’unanimità,<br />

concedere al candidato il massimo dei voti con lode.


Norme generali comuni<br />

ai Corsi di laurea Magistrale in <strong>Fisica</strong><br />

ed in Astronomia e Astrofisica<br />

Passaggi e trasferimenti<br />

Le domande di passaggio di <strong>studenti</strong> provenienti da altri corsi di Laurea<br />

Magistrale o specialistica della <strong>Sapienza</strong> e le domande di trasferimento<br />

di <strong>studenti</strong> provenienti da altre Università, da Accademie militari o da altri<br />

istituti militari d’istruzione su<strong>per</strong>iore sono subordinate ad approvazione da<br />

parte del CAD che:<br />

• valuta la possibilità di riconoscimento totale o parziale della carriera di<br />

studio fino a quel momento seguita, con la convalida di parte o di tutti<br />

<strong>gli</strong> esami sostenuti e de<strong>gli</strong> eventuali crediti acquisiti, la relativa votazione;<br />

nel caso di passaggio fra corsi ex D.M. 270 della stessa classe vanno<br />

riconosciuti almeno il 50% dei crediti acquisiti in ciascun SSD (art. 3<br />

comma 9 del D.M. delle classi di Laurea Magistrale);<br />

• indica l’anno di corso al quale lo studente viene iscritto;<br />

• stabilisce l’eventuale obbligo formativo aggiuntivo da assolvere;<br />

• formula il piano di completamento <strong>per</strong> il conseguimento del titolo di<br />

studio.<br />

Qualora lo studente, sulla base della carriera riconosciuta, possa essere<br />

ammesso ad un anno di corso successivo a tutti quelli attivati nel vigente<br />

ordinamento, è concessa allo stesso la facoltà di scelta tra l’iscrizione al<br />

corrispondente anno di corso del previgente ordinamento oppure all’anno di<br />

corso più avanzato in quel momento attivo dell’ordinamento vigente (articolo<br />

33, comma 5 del regolamento didattico di Ateneo).<br />

Le richieste di trasferimento ai corsi di laurea magistrale in <strong>Fisica</strong> e in Astronomia<br />

e Astrofisica devono essere presentate entro le scadenze e con le<br />

modalità specificate nel manifesto de<strong>gli</strong> studi di Ateneo.<br />

Abbreviazioni di corso<br />

Chi è già in possesso del titolo di laurea quadriennale, quinquennale o<br />

specialistica acquisita secondo un ordinamento previgente, o di Laurea Magistrale<br />

acquisita secondo un ordinamento vigente e intenda conseguire un<br />

ulteriore titolo di studio può chiedere al CAD l’iscrizione ad un anno di corso<br />

successivo al primo.<br />

Le domande sono valutate dal CAD, che in proposito:<br />

1. valuta la possibilità di riconoscimento totale o parziale della carriera di<br />

studio fino a quel momento seguita, con la convalida di parte o di tutti <strong>gli</strong><br />

esami sostenuti e de<strong>gli</strong> eventuali crediti acquisiti, la relativa votazione; nel<br />

caso di passaggio fra corsi ex D.M. 270 della stessa classe vanno riconosciuti<br />

almeno il 50% dei crediti acquisiti in ciascun SSD (art. 3 comma 9 del<br />

D.M. delle classi di Laurea Magistrale);<br />

93<br />

Norme generali


94<br />

Norme generali<br />

2. indica l’anno di corso al quale lo studente viene iscritto;<br />

3. stabilisce l’eventuale obbligo formativo aggiuntivo da assolvere;<br />

4. formula il piano di di completamento <strong>per</strong> il conseguimento del titolo di<br />

studio.<br />

Qualora lo studente, sulla base della carriera riconosciuta, possa essere<br />

ammesso ad un anno di corso successivo a tutti quelli attivati nel vigente<br />

ordinamento, è concessa allo stesso la facoltà di scelta tra l’iscrizione al<br />

corrispondente anno di corso del previgente ordinamento oppure all’anno di<br />

corso più avanzato in quel momento attivo dell’ordinamento vigente (articolo<br />

33, comma 5 del regolamento didattico di Ateneo).<br />

Uno studente non può immatricolarsi o iscriversi ad un corso di Laurea Magistrale<br />

appartenente alla medesima classe nella quale ha già conseguito il<br />

diploma di Laurea Magistrale.<br />

Le richieste devono essere presentate entro le scadenze e con le modalità<br />

specificate nel manifesto de<strong>gli</strong> studi di Ateneo.<br />

Criteri <strong>per</strong> il riconoscimento crediti<br />

Possono essere riconosciuti tutti i crediti formativi universitari (CFU) già<br />

acquisiti se relativi ad insegnamenti che abbiano contenuti, documentati<br />

attraverso i programmi de<strong>gli</strong> insegnamenti, coerenti con uno dei <strong>per</strong>corsi<br />

formativi previsti dal corso di laurea magistrale. Per i passaggi da corsi di<br />

studio della stessa classe è garantito il riconoscimento di un minimo del 50%<br />

dei crediti di ciascun settore scientifico disciplinare.<br />

Il CAD può deliberare l’equivalenza tra Settori scientifico disciplinari (SSD)<br />

<strong>per</strong> l’attribuzione dei CFU sulla base del contenuto de<strong>gli</strong> insegnamenti ed in<br />

accordo con l’ordinamento del corso di laurea magistrale.<br />

I CFU già acquisiti relativi a<strong>gli</strong> insegnamenti <strong>per</strong> i quali, anche con diversa<br />

denominazione, esista una manifesta equivalenza di contenuto con<br />

<strong>gli</strong> insegnamenti offerti dal corso di laurea possono essere riconosciuti come<br />

relativi a<strong>gli</strong> insegnamenti con le denominazioni proprie del corso di laurea<br />

a cui si chiede l’iscrizione. In questo caso, il CAD delibera il riconoscimento<br />

con le seguenti modalità:<br />

• se i CFU corrispondenti all’insegnamento di cui si chiede il riconoscimento<br />

coincidono con quello dell’insegnamento <strong>per</strong> cui viene esso<br />

riconosciuto, l’attribuzione avviene direttamente;<br />

• se i CFU corrispondenti all’insegnamento di cui si chiede il riconoscimento<br />

sono in numero diverso rispetto all’insegnamento <strong>per</strong> cui esso<br />

viene riconosciuto, il CAD attribuirà i crediti sulla base del curriculum<br />

dello studente, anche <strong>per</strong> gruppi di esami di uno stesso SSD, eventualmente<br />

dopo colloqui integrativi;<br />

Il CAD può riconoscere come crediti le conoscenze e abilità professionali certificate<br />

ai sensi della normativa vigente in materia, nonché altre conoscenze e


abilità maturate in attività formative di livello post-secondario alla cui progettazione<br />

e realizzazione l’Università abbia concorso. Tali crediti vanno a valere<br />

di norma sui 12 CFU relativi a<strong>gli</strong> insegnamenti a scelta dello studente.<br />

In ogni caso, il numero massimo di crediti riconoscibili in tali ambiti non può<br />

essere su<strong>per</strong>iore a 12.<br />

Le attività già riconosciute ai fini dell’attribuzione di CFU nell’ambito di corso<br />

di laurea non possono essere nuovamente riconosciute nell’ambito del corso<br />

di laurea magistrale.<br />

Piani di completamento e piani di studio individuali<br />

Ogni studente deve ottenere l’approvazione ufficiale del proprio <strong>per</strong>corso<br />

formativo da parte del CAD (con procedura on-line, sia <strong>per</strong> l’inoltro da parte<br />

dello studente sia <strong>per</strong> la notifica della relativa approvazione) prima di poter<br />

verbalizzare esami relativi ad insegnamenti che non siano obbligatori <strong>per</strong><br />

tutti <strong>gli</strong> <strong>studenti</strong>.<br />

Lo studente può ottenere tale approvazione con due procedimenti diversi:<br />

con due procedimenti diversi:<br />

1. aderendo ad uno dei piani di completamento del <strong>per</strong>corso formativo<br />

relativo al curriculum prescelto, predisposti annualmente dal CAD<br />

2. presentando un piano di studio individuale che deve essere valutato dal<br />

CAD <strong>per</strong> l’approvazione<br />

Piani di completamento<br />

Un piano di completamento contiene la lista di tutti <strong>gli</strong> insegnamenti previsti<br />

nel <strong>per</strong>corso formativo del curriculum prescelto, con la lista de<strong>gli</strong> esami<br />

opzionali (tra i quali lo studente indicherà quelli che intende seguire) ed un<br />

apposito spazio <strong>per</strong> l’indicazione de<strong>gli</strong> insegnamenti relativi ai 12 CFU a<br />

scelta dello studente. Questi ultimi possono essere scelti fra tutti quelli presenti<br />

nell’ambito dell’intera offerta formativa della <strong>Sapienza</strong>.<br />

Il modulo di adesione si presenta on line, secondo la nuova procedura<br />

informatica di compilazione prevista dall’Università “La <strong>Sapienza</strong>”; ulteriori<br />

indicazioni sono disponibili presso la Segreteria didattica.<br />

Il modulo di adesione al piano di completamento va presentato on-line dal 1<br />

ottobre al 31 gennaio di ogni anno. Il modulo viene inoltrato dalla Segreteria<br />

Didattica al Presidente del CAD e al responsabile dell’approvazione<br />

<strong>per</strong> la verifica che <strong>gli</strong> insegnamenti a scelta indicati siano effettivamente<br />

congruenti col <strong>per</strong>corso formativo. In caso affermativo, il piano di completamento<br />

viene approvato. In caso negativo, lo studente viene convocato<br />

dalla Segreteria Didattica <strong>per</strong> modificare l’elenco de<strong>gli</strong> insegnamenti relativi<br />

ai 12 CFU a scelta.<br />

A partire dal giorno successivo a quello della delibera del CAD lo studente<br />

è autorizzato a sostenere e a verbalizzare, oltre a<strong>gli</strong> esami obbligatori <strong>per</strong><br />

tutti <strong>gli</strong> <strong>studenti</strong>, anche quelli relativi a tutti <strong>gli</strong> insegnamenti non obbligatori<br />

95<br />

Norme generali


96<br />

Norme generali<br />

elencati nel piano di completamento cui ha aderito.<br />

L’adesione ad un piano di completamento può essere effettuata una sola<br />

volta <strong>per</strong> ogni anno accademico, a partire dal primo anno di corso.<br />

Piani di studio individuali<br />

Qualora lo studente non intenda aderire ad alcuno dei piani di completamento<br />

proposti deve presentare un piano di studio individuale utilizzando<br />

un apposito modulo on-line; ulteriori indicazioni sono disponibili presso la<br />

Segreteria didattica.<br />

Il modulo di proposta del piano di studio individuale va presentato online<br />

dal 1 ottobre al 31 gennaio di ogni anno. Il modulo viene inoltrato<br />

dalla Segreteria Didattica al Presidente del CAD e al responsabile<br />

dell’approvazione. In caso affermativo, il piano di studio viene approvato.<br />

In caso negativo, lo studente viene convocato dalla Segreteria Didattica<br />

<strong>per</strong> la rettifica dello stesso.<br />

A partire dal giorno successivo a quello della delibera del CAD lo studente<br />

è autorizzato a verbalizzare, oltre a<strong>gli</strong> esami obbligatori <strong>per</strong> tutti <strong>gli</strong> <strong>studenti</strong>,<br />

anche quelli relativi a tutti <strong>gli</strong> insegnamenti non obbligatori elencati nel piano<br />

di studio approvato.<br />

Il piano di studio individuale può essere presentato una sola volta <strong>per</strong> ogni<br />

anno accademico, a partire dal primo anno di corso.<br />

Modifica dei piani di completamento e<br />

dei piani di studio individuali<br />

Lo studente che abbia già aderito ad un piano di completamento può, in un<br />

successivo anno accademico, aderire ad un differente piano di completamento<br />

oppure proporre un piano di studio individuale. Parimenti, lo studente<br />

al quale sia già stato approvato un piano di studio individuale può, in un<br />

successivo anno accademico, optare <strong>per</strong> l’adesione ad un piano di completamento<br />

oppure proporre un differente piano di studio individuale.<br />

In ogni modo, <strong>gli</strong> esami già verbalizzati non possono essere sostituiti e <strong>gli</strong><br />

esami del piano di studio individuale eventualmente gia’ sostenuti devono<br />

essere in linea con il piano di completamento gia’ presentato.<br />

Modalità didattiche<br />

Le attività didattiche sono di tipo convenzionale e distribuite su base semestrale.<br />

Gli insegnamenti sono impartiti attraverso lezioni ed esercitazioni<br />

in aula e attività in laboratorio, organizzando l’orario delle attività in modo<br />

da consentire allo studente un congruo tempo da dedicare allo studio <strong>per</strong>sonale.<br />

La durata nominale del corso di Laurea Magistrale è di 4 semestri,<br />

pari a due anni.


Crediti formativi universitari<br />

Il credito formativo universitario (CFU) misura la quantità di lavoro svolto da<br />

uno studente <strong>per</strong> raggiungere un obiettivo formativo. I CFU sono acquisiti<br />

dallo studente con il su<strong>per</strong>amento de<strong>gli</strong> esami o con l’ottenimento delle idoneità,<br />

ove previste.<br />

Il sistema di crediti adottato nelle università italiane ed europee prevede<br />

che ad un CFU corrispondano 25 ore di impegno da parte dello studente,<br />

distribuite tra le attività formative collettive istituzionalmente previste (ad es.<br />

lezioni, esercitazioni, attività di laboratorio) e lo studio individuale.<br />

Nei corsi di laurea magistrale in <strong>Fisica</strong> e in Astronomia e Astrofisica, in<br />

accordo coll’articolo 23 del regolamento didattico di Ateneo, un CFU corrisponde<br />

a 8 ore di lezione, oppure a 12 ore di laboratorio o esercitazione<br />

guidata.<br />

Le schede individuali di ciascun insegnamento, consultabili sul sito web del<br />

corso di laurea, riportano la ripartizione dei CFU e delle ore di insegnamento<br />

nelle diverse attività, insieme ai prerequisiti, a<strong>gli</strong> obiettivi formativi e<br />

ai programmi di massima.<br />

Il carico di lavoro totale <strong>per</strong> il conseguimento della Laurea è di 120 CFU.<br />

Nell’ambito dei corsi di Laurea Magistrale in <strong>Fisica</strong> e in Astronomia e Astrofisica<br />

la quota dell’impegno orario complessivo riservata a disposizione<br />

dello studente <strong>per</strong> lo studio <strong>per</strong>sonale o <strong>per</strong> altre attività formative di tipo<br />

individuale è almeno il 50% dell’impegno orario complessivo.<br />

Calendario didattico<br />

Di norma, la scansione temporale è la seguente:<br />

• primo semestre: da fine settembre a gennaio;<br />

• prima sessione d’esami: febbraio;<br />

• secondo semestre: da marzo a giugno;<br />

• seconda sessione d’esami: lu<strong>gli</strong>o;<br />

• terza sessione d’esami: settembre.<br />

Il detta<strong>gli</strong>o delle date di inizio e fine delle lezioni di ciascun semestre e<br />

di inizio e fine di ciascuna sessione d’esami è pubblicato sul sito web del<br />

Corso di laurea. I <strong>per</strong>iodi dedicati alle lezioni e a<strong>gli</strong> esami non possono<br />

sovrapporsi.<br />

Prove d’esame<br />

La verifica delle conoscenze acquisite avviene mediante prove di esame<br />

orale, eventualmente precedute da una prova scritta o una prova individuale<br />

di laboratorio. La valutazione del profitto individuale dello studente, <strong>per</strong><br />

ciascun insegnamento, viene espressa mediante l’attribuzione di un voto in<br />

trentesimi; il voto minimo <strong>per</strong> il su<strong>per</strong>amento dell’esame è 18/30.<br />

97<br />

Norme generali


98<br />

Norme generali<br />

Modalità di frequenza, propedeuticità,<br />

passaggio ad anni successivi<br />

La frequenza assidua di tutti i corsi è una condizione essenziale <strong>per</strong> un proficuo<br />

inserimento dello studente nell’organizzazione del corso di laurea ed<br />

è <strong>per</strong>tanto vivamente consi<strong>gli</strong>ata. Per i corsi che prevedono esercitazioni di<br />

laboratorio la frequenza è obbligatoria.<br />

Eventuali propedeuticità tra i corsi sono indicate nelle schede individuali di<br />

ciascun insegnamento, consultabili sul sito web del corso di laurea.<br />

Regime a tempo parziale<br />

I termini e le modalità <strong>per</strong> la richiesta del regime a tempo parziale nonché<br />

le relative norme sono stabilite nel manifesto di Ateneo e sono consultabili<br />

sul sito web della <strong>Sapienza</strong>.<br />

Studenti fuori corso e validità dei crediti acquisiti<br />

Ai sensi del manifesto de<strong>gli</strong> studi di Ateneo lo studente si considera fuori corso<br />

quando, avendo frequentato tutte le attività formative previste dal presente<br />

regolamento didattico, non abbia su<strong>per</strong>ato tutti <strong>gli</strong> esami e non abbia acquisito<br />

il numero di crediti necessario al conseguimento del titolo entro 2<br />

anni.<br />

Ai sensi del medesimo manifesto de<strong>gli</strong> studi di Ateneo:<br />

• lo studente a tempo pieno che sia fuori corso deve su<strong>per</strong>are le prove<br />

mancanti al completamento della propria carriera universitaria entro il<br />

termine di 6 anni dall’immatricolazione;<br />

lo studente a tempo parziale che sia fuori corso deve su<strong>per</strong>are le prove<br />

• mancanti al completamento della propria carriera universitaria entro un<br />

termine di anni pari al doppio della durata concordata <strong>per</strong> il regime a<br />

tempo parziale.<br />

Indipendentemente dai termini sopra riportati, il CAD può richiedere allo<br />

studente un colloquio di verifica delle conoscenze relative ai CFU acquisiti<br />

in una data che preceda di 9 anni quella prevista <strong>per</strong> la laurea.<br />

Applicazione dell’art. 6 del regolamento <strong>studenti</strong><br />

(R.D. 4.6.1938, N. 1269)<br />

Gli <strong>studenti</strong> iscritti al corso di laurea magistrale in <strong>Fisica</strong> e in Astronomia e Astrofisica,<br />

onde arricchire il proprio curriculum de<strong>gli</strong> studi, possono presentare<br />

domanda <strong>per</strong> frequentare e sostenere ogni anno due esami di insegnamenti<br />

di altra’ Facolta’, secondo quanto previsto dall’Art. 6 del R.D. N.1239 del<br />

4/6/1938, mediante domanda con autocertificazione de<strong>gli</strong> esami gia’ sostenuti<br />

da indirizzare alla Segreteria Didattica che la sottoporra’ al CAD. La<br />

stessa domanda potra’ poi essere presentata alla Segreteria Studenti della<br />

Facoltà di Scienze M.F.N. entro il mese di gennaio di ogni anno. Tali esami<br />

non devono essere inseriti nel piano di studio.<br />

Visto il significato scientifico e culturale di tale norma, il CAD ha deliberato<br />

che tale richiesta possa essere avanzata soltanto da <strong>studenti</strong> che abbiano<br />

ottenuto almeno 39 crediti del corso di laurea magistrale in <strong>Fisica</strong> o in Astronomia<br />

e Astrofisica.


I Dottorati di ricerca<br />

Dopo il conseguimento di una laurea specialistica è possibile proseguire nel<br />

curriculum di studi universitari <strong>per</strong> ottenere il Dottorato di ricerca. Presso il<br />

<strong>Dip</strong>artimento sono attivati corsi che portano al conseguimento di tre possibili<br />

titoli di Dottorato:<br />

Struttura dei Dottorati<br />

Il Dottorato di ricerca si articola su tre anni.<br />

L’inizio delle lezioni specialistiche di dottorato è in genere a febbraio. Oltre<br />

alle lezioni previste nei vari anni, i dottorandi sono tenuti a seguire i seminari<br />

generali che vengono tenuti nel <strong>Dip</strong>artimento nei tre anni di corso.<br />

Dottorato di Ricerca in Astronomia<br />

Astronomy; Astrophysicis and Space science<br />

Il dottorato in ASTRONOMIA - Astronomy, Astrophysics and Space Science*<br />

(Scuola di dottorato “Vito Volterra” in Scienze astronomiche, chimiche, fisiche,<br />

matematiche e della terra) è stato modificato e potenziato a partire dal<br />

prossimo ciclo (XXVIII). Si tratta infatti della prima attivazione di dottorato<br />

in lingua inglese in convenzione tra <strong>Sapienza</strong> e Università di Roma Tor<br />

Vergata. Al termine del ciclo dottorale verrà rilasciato titolo congiunto dalle<br />

due Università.<br />

Per il prossimo ciclo questo dottorato dispone di 8 borse universitarie (4<br />

di <strong>Sapienza</strong> e 4 di Roma Tor vergata) e di 2 borse messe a disposizione<br />

dall’INAF tramite l’Osservatorio Astronomico di Roma e dall’Istituto di Astrofisica<br />

e Planetologia Spaziali.<br />

Sia la prova scritta che orale saranno in inglese, come anche l’attività didattica<br />

del dottorato. Suddivisione in anni:<br />

Primo Anno<br />

Durante il primo anno i dottorandi svolgono attività didattica (principalmente<br />

in lingua inglese), seguendo i corsi messi a loro disposizione dal dottorato<br />

presso le sedi convenzionate, secondo il programma formativo approvato<br />

dal collegio docenti.<br />

Durante l’anno viene assegnato a ogni dottorando un relatore di tesi che<br />

funge anche da riferimento scientifico <strong>per</strong> il dottorando <strong>per</strong> tutto lo svolgimento<br />

del dottorato.<br />

Se il relatore è esterno alle due sedi convenzionate è possibile la nomina da<br />

parte del collegio docenti di un referente interno che si affianca al relatore.<br />

Entro fine anno il candidato presenta al collegio dei docenti il progetto di<br />

tesi, concordato con il relatore.<br />

Entro fine anno i dottorandi presentano, sotto forma di seminario, l’attività<br />

scientifica svolta. Il collegio docenti valuta attività scientifica e didattica dei<br />

candidati al fine dell’ammissione dei candidati al secondo anno.<br />

99<br />

Dottorati di ricerca


100<br />

Dottorati di ricerca<br />

Secondo Anno<br />

I dottorandi proseguono l’attività didattica, più leggera rispetto al primo<br />

anno e, principalmente, svolgono il lavoro scientifico secondo il programma<br />

di tesi. Durante l’anno possono essere chiamati a tenere unaz lezione/seminario<br />

in lingua inglese su argomenti scelti dal collegio docenti. Entro fine<br />

anno i dottorandi presentano, sotto forma di seminario, l’attività scientifica<br />

svolta. Il collegio docenti valuta attività scientifica e didattica dei candidati<br />

al fine dell’ammissione dei candidati al secondo anno.<br />

Terzo Anno<br />

Nel terzo anno di dottorato i dottorandi completano il lavoro scientifico che<br />

porterà alla stesura della tesi, in lingua inglese.<br />

Entro fine anno i dottorandi presentano, sotto forma di seminario, l’attività<br />

scientifica inerente la tesi. Il collegio docenti valuta l’attività complessiva dei<br />

candidati e stende un giudizio individuale che verrà comunicato alla commissione<br />

che proporrà l’assegnazione del titolo di dottorato.<br />

Durante il secondo e terzo anno di dottorato <strong>gli</strong> <strong>studenti</strong> potranno svolgere<br />

una limitata attività didattica attiva integrativa, solo se tale da non mettere a<br />

discapito lo svolgimento della loro attività formativa e scientifica.<br />

Gli <strong>studenti</strong> di dottorato potranno svolgere <strong>per</strong>iodi di ricerca all’estero. Per<br />

<strong>per</strong>iodi fino a sei mesi è richiesto il consenso del coordinatore del corso;<br />

<strong>per</strong> <strong>per</strong>iodi su<strong>per</strong>iori la motivata deliberazione del Collegio dei Docenti. In<br />

nessun caso la <strong>per</strong>manenza in università o istituti di ricerca italiani o stranieri<br />

diversi da quelli nei quali è attivato il dottorato di ricerca può ec cedere la<br />

metà del <strong>per</strong>iodo previsto <strong>per</strong> il conseguimento del Dottorato. Tale limite non<br />

si applica in presenza di convenzioni.<br />

Dottorato di Ricerca in <strong>Fisica</strong><br />

Il programma di Dottorato di Ricerca in <strong>Fisica</strong> ha come scopo principale<br />

quello di aiutare <strong>gli</strong> <strong>studenti</strong> a sviluppare una autonoma capacità di ricerca<br />

scientifica, accentuando l’originalità creativa e il rigore metodologico, e<br />

acquisendo al tempo stesso una formazione avanzata nell’ambito di una<br />

specifica professionalita’ di alto livello.<br />

Dottorato di Ricerca in Scienza dei Materiali<br />

(Curriculum del dottorato in Matematica <strong>per</strong> l’Ingegneria,<br />

Elettromagnetismo e Nanoscienze)<br />

L’obiettivo di questo Corso di Dottorato è quello di formare dottori di ricerca<br />

es<strong>per</strong>ti nel campo dei materiali. Oggigiorno vi è un’enorme richiesta di materiali<br />

speciali con caratteristiche peculiari e adatti alle più svariate applicazioni.<br />

E’ importante quindi formare dei ricercatori che presentino il giusto<br />

equilibrio tra conoscenza di base e <strong>per</strong>cezione de<strong>gli</strong> orientamenti applicativi<br />

in una prospettiva di continua innovazione.


Per i Dottorati di Ricerca in <strong>Fisica</strong> e Scienza dei Materiali, la suddivisione in<br />

anni è la seguente:<br />

Primo Anno<br />

Il Collegio dei Docenti decide il piano didattico <strong>per</strong> il primo anno di corso,<br />

che e’ quello in cui l’attività didattica è maggiore.<br />

I dottorandi devono seguire diversi corsi, da loro scelti sulla base di un’offerta<br />

predisposta dal coordinatore, sentito il collegio dei docenti.<br />

La scelta avviene su una rosa di corsi tenuti ad hoc <strong>per</strong> il dottorato da docenti<br />

de La <strong>Sapienza</strong> e di altre università e centri di ricerca. Oltre ai corsi,<br />

cui segue esame di profitto, i dottorandi possono partecipare a una Scuola<br />

nazionale o internazionale di dottorato valida ai fini dell’attività didattica.<br />

Per il passaggio al 2° anno i dottorandi devono aver su<strong>per</strong>ato tutti <strong>gli</strong> esami<br />

previsti con buon profitto.<br />

Secondo Anno<br />

L’attività didattica del secondo anno e’ basata su seminari specialistici<br />

sia organizzati dal Collegio dei Docenti, che organizzati a livello dipartimentale.<br />

I dottorandi sono anche invitati a svolgere una limitata didattica attiva, in<br />

collaborazione con docenti del <strong>Dip</strong>artimento.<br />

Ci sono anche seminari organizzati e tenuti da<strong>gli</strong> stessi dottorandi, detti<br />

Seminari del “Journal Club” (dal Mese di Marzo al mese di Maggio).<br />

Entro Maggio si deve consegnare al Collegio dei Docenti il progetto di tesi,<br />

la cui adeguatezza viene valutata dal Collegio. Entro fine Ottobre il dottorando<br />

dovrà tenere un seminario, alla presenza del Collegio dei Docenti e<br />

del <strong>Dip</strong>artimento. Dalla valutazione dello stato di avanzamento del progetto<br />

di tesi dipende l’ammissione al terzo anno di corso.<br />

Terzo Anno<br />

Il terzo anno viene dedicato esclusivamente alla tesi che, a fine anno, può<br />

essere inviata ad un referee esterno deciso dal Collegio dei Docenti.<br />

Entro fine anno, i dottorandi tengono il seminario di presentazione del lavoro<br />

di tesi al Collegio dei docenti, in sessione pubblica, In seguito, il Collegio<br />

dei Docenti, raccolti i pareri scritti dei relatori ed eventuali referenti, dopo la<br />

discussione sul lavoro di tesi e sul curriculum complessivo del candidato, al<br />

fine del conseguimento stila un giudizio articolato sul candidato al titolo di<br />

dottore di ricerca.<br />

Nei tempi previsti dal regolamento di dottorato, il Rettore forma la Commissione,<br />

composta di tre membri scelti fra coloro che hanno le competenze<br />

specifiche. I candidati dovranno provvedere ad inviare le Tesi, firmate dal<br />

Coordinatore, corredate dei giudizi del relatore e della relazione del Collegio<br />

dei Docenti.<br />

Gli esami finali dovranno concludersi entro quattro mesi dalla nomina dei<br />

commissari.<br />

101<br />

Dottorati di ricerca


102<br />

Dottorati di ricerca<br />

Per tutti i dottorati<br />

Formazione presso altri istituti<br />

Gli iscritti al dottorato di ricerca possono svolgere <strong>per</strong>iodi di formazione<br />

presso università e istituti di ricerca italiani o stranieri.<br />

Per <strong>per</strong>iodi fino a sei mesi è richiesto il consenso del coordinatore del<br />

corso; <strong>per</strong> <strong>per</strong>iodi su<strong>per</strong>iori la motivata deliberazione del Collegio dei<br />

Docenti.<br />

In nessun caso la <strong>per</strong>manenza in università o istituti di ricerca italiani o<br />

stranieri diversi da quelli nei quali è attivato il dottorato di ricerca può eccedere<br />

la metà del <strong>per</strong>iodo previsto <strong>per</strong> il conseguimento del Dottorato.<br />

Tale limite non si applica in presenza di convenzioni.<br />

Attività didattica<br />

I dottorandi del 2° e 3° anno possono svolgere una limitata attività didattica<br />

sussidiaria o integrativa che non deve in ogni caso compromettere<br />

l’attività di formazione alla ricerca, presso il <strong>Dip</strong>artimento di <strong>Fisica</strong>, presso<br />

altri <strong>Dip</strong>artimenti dell’Università “La <strong>Sapienza</strong>” o presso <strong>Dip</strong>artimenti delle<br />

altre Università di Roma.<br />

Tale attività deve essere autorizzata dal Collegio dei Docenti che ne stabilisce<br />

le modalità, indicando il titolo del corso e il tutor del corso.<br />

Il dottorando si impegna a coordinare l’orario del predetto corso di lezioni<br />

con l’insieme delle attività che si svolgono nell’ambito del <strong>Dip</strong>artimento.<br />

Il corrispettivo dovuto al dottorando viene quantificato, in termini onnicomprensivi<br />

e forfettari, commisurati alle ore di lezione svolte, ed è subordinato<br />

all’acquisizione a<strong>gli</strong> atti della dichiarazione resa dal titolare<br />

dell’insegnamento.


Informazioni generali<br />

Il DIPARTIMENTO DI FISICA della <strong>Sapienza</strong> è sede di attività didattica e di<br />

ricerca, è ubicato all’interno della Città Universitaria “La <strong>Sapienza</strong>”, nei due<br />

edifici denominati rispettivamente Marconi e Fermi e nella sede distaccata<br />

di via Tiburtina.<br />

103<br />

Informazioni


104<br />

Informazioni<br />

Trasporti pubblici<br />

LINEE BUS<br />

492 71 3 649<br />

310 93 163 443 448<br />

LINEE TRAM<br />

19<br />

LINEE METROPOLOLITANE<br />

Metro B<br />

fermate: CASTRO PRETORIO - POLICLINICO<br />

STAZIONI FERROVIARIE<br />

TERMINI - TIBURTINA<br />

dalla stazione Termini bus 310 o 492<br />

dalla stazione Tiburtina bus 492 o 71<br />

dalla stazione Termini a piedi 15 minuti<br />

dalla stazione Tiburtina a piedi 20 minuti<br />

AEROPORTO<br />

L’aeroporto di Fiumicino “Leonardo da Vinci è collegato da<br />

un servizio ferroviario su due possibili itinerari:<br />

Fiumicino Aeroporto - Roma Termini no-stop<br />

Fiumicino Aeroporto - Roma Tiburtina (treno proveniente da<br />

Fara Sabina con fermate a Roma Trastevere e Roma Ostiense)


Mappa della città universitaria<br />

Locazione de<strong>gli</strong> edifici Marconi e Fermi all’interno della città universitaria<br />

Mensa Universitaria<br />

Via Cesare de Lollis 22.<br />

Offre pasti <strong>per</strong> <strong>gli</strong> <strong>studenti</strong> a costi differenziati <strong>per</strong> fasce retributive.<br />

105<br />

Informazioni


106<br />

Informazioni<br />

Strutture<br />

BIBLIOTECA<br />

Informazioni<br />

La Biblioteca del <strong>Dip</strong>artimento di <strong>Fisica</strong> ha avviato ne<strong>gli</strong> ultimi anni un processo<br />

di trasformazione sia dal punto di vista strutturale e logistico che dal<br />

punto di vista della modernizzazione dei servizi.<br />

Nel 2005 è stata inaugurata la nuova sede, che con spazi razionalmente<br />

distribuiti, ha <strong>per</strong>messo di rendere visibili e fruibili i nuovi servizi automatizzati.<br />

Tutto è stato reso possibile grazie all’aiuto ed alla collaborazione del<br />

<strong>per</strong>sonale bibliotecario e grazie alla progettualità ed all’innovazione fortemente<br />

voluta dal prof. Guido Martinelli, all’epoca direttore del <strong>Dip</strong>artimento<br />

e dal professore Giovanni Ciccotti, delegato del direttore <strong>per</strong> la biblioteca:<br />

da raccolta tradizionale di volumi cartacei la biblioteca oggi è diventata<br />

anche il luogo dove si può accedere alla rete <strong>per</strong> leggere documenti digitali<br />

in linea.<br />

La nostra biblioteca è online all’indirizzo:<br />

http://minosse.phys.uniroma1.it/web/home.html<br />

Dal portale si accede a tutti i servizi informativi e documentali messi a disposizione,<br />

ma è importante anche venire a trovarci!<br />

Accesso e orari<br />

La biblioteca del <strong>Dip</strong>artimento di <strong>Fisica</strong> si trova al piano terra dell’Edificio<br />

Marconi, presso la Città Universitaria, sede della <strong>Sapienza</strong>, in p.le Aldo<br />

Moro, 5. è a<strong>per</strong>ta dal lunedì al venerdì con orario continuato dalle 8.30<br />

alle 18.30 ed è accessibile a chi è diversamente abile.


Servizi<br />

Ai servizi della biblioteca si può accedere sia in maniera tradizionale che<br />

in modalità online. Presso la zona di acco<strong>gli</strong>enza è possibile iscriversi <strong>per</strong><br />

consultare libri e riviste presso le due sale lettura con complessivi 82 posti<br />

(tutti dotati di prese di alimentazione elettrica <strong>per</strong> PC portatili), richiedere<br />

libri in prestito a casa, ottenere articoli di riviste non possedute dalla nostra<br />

biblioteca.<br />

La biblioteca si avvale della tecnologia a radiofrequenza (RFID) che consente<br />

il controllo di tutta la movimentazione dei volumi compresa l’autoregistrazione<br />

del prestito. A<strong>gli</strong> <strong>studenti</strong> di <strong>Fisica</strong> al momento dell’iscrizione viene rilasciata<br />

la tessera, utile <strong>per</strong> le o<strong>per</strong>azioni di auto prestito.<br />

Tutti i volumi posseduti dalla biblioteca (monografie e <strong>per</strong>iodici) sono presenti<br />

nel catalogo elettronico consultabile al seguente indirizzo:<br />

http://opac.uniroma1.it/SebinaOpacRMS/Opac?sysb=RMSFI<br />

Insieme ai servizi di base, presso la nostra biblioteca si possono prenotare<br />

ed usare 8 computer disponibili <strong>per</strong> la navigazione in Internet e si può accedere<br />

alla rete wireless locale. La prenotazione dei computer e della wireless<br />

si effettua collegandosi al catalogo e utilizzando il bottone “servizi”.<br />

Per l’identificazione al portale si utilizza il codice utente rilasciato al momento<br />

dell’iscrizione e stampato sulla tessera <strong>per</strong>sonale.<br />

I fondi archivistici<br />

È quasi su<strong>per</strong>fluo sottolineare la grande importanza, <strong>per</strong> la ricerca storicoscientifica,<br />

della documentazione archivistica costituita dalle carte de<strong>gli</strong><br />

scienziati, <strong>per</strong> ricostruire le loro vicende e il loro pensiero.<br />

L’attività di raccolta, conservazione, riordinamento e inventariazione di<br />

questi documenti riveste inoltre un intrinseco significato culturale, anche in<br />

considerazione del ruolo sempre più importante svolto dalla scienza nella<br />

società moderna.<br />

Da alcuni anni il gruppo di Storia della fisica del <strong>Dip</strong>artimento sta lavorando<br />

alla costituzione e organizzazione di vari fondi archivistici.<br />

Al momento sono custoditi nel nostro dipartimento <strong>gli</strong> archivi <strong>per</strong>sonali di<br />

Mario Ageno, Edoardo Amaldi, Carlo Ballario, Giogio Careri, Marcello<br />

Conversi, Giovanni Gentile jr, Enrico Persico, Carlo Salvetti, Giorgio Salvini,<br />

Vittorio Somenzi, Bruno Touschek e Claudio Villi. I documenti custoditi ammontano<br />

ad un totale di poco meno di mille scatole d’archivio, e costituiscono<br />

nel loro complesso la più rilevante fonte esistente in Italia <strong>per</strong> lo studio<br />

della storia della fisica italiana nel secondo dopoguerra.<br />

In particolare, essendo stata estremamente rilevante la figura di Edoardo<br />

Amaldi nelle vicende scientifiche e istituzionali della fisica italiana ed europea,<br />

grandissima è l’importanza storica della documentazione costituita<br />

107<br />

Informazioni


108<br />

Informazioni<br />

dalle carte che sono confluite nel Fondo Amaldi dopo la sua scomparsa<br />

nel dicembre 1989.<br />

Queste carte, in virtù del metodico stile di lavoro e della sensibilità <strong>per</strong> la<br />

conservazione della memoria propri di Edoardo Amaldi, costituiscono una<br />

testimonianza pressoché completa di tutti <strong>gli</strong> aspetti delle sue molteplici<br />

attività. Non è eccessivo affermare che nell’Archivio Amaldi è raccolta la<br />

memoria delle vicende della fisica italiana e di buona parte della collaborazione<br />

scientifica europea nella seconda metà del Novecento.<br />

L’archivio contiene inoltre sporadiche testimonianze de<strong>gli</strong> anni tra il 1928<br />

e il 1938 che videro la collaborazione di Amaldi con Fermi, all’interno del<br />

gruppo dei ragazzi di via Panis<strong>per</strong>na, e una ricca documentazione relativa<br />

a<strong>gli</strong> anni della guerra e a quelli immediatamente successivi.<br />

AULE e LABORATORI<br />

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Aula Nicola Cabibbo edificio Fermi piano terra<br />

Aula 2 edificio Fermi piano secondo<br />

Aula 3 edificio Fermi piano secondo<br />

Aula 4 edificio Fermi piano secondo<br />

Aula 5 edificio Fermi piano secondo<br />

Aula Corbino edificio Fermi piano secondo<br />

Aula 6 edificio Fermi piano quarto<br />

Aula 7 edificio Fermi piano quarto<br />

Aula 8 edificio Fermi piano quarto<br />

Laboratorio di Calcolo edificio Fermi piano interrato<br />

Aula Ettore Majorana edificio Marconi piano terra<br />

Aula Edoardo Amaldi edificio Marconi primo piano<br />

Aula Marcello Conversi edificio Marconi primo piano<br />

Aula Giorgio Careri edificio Marconi primo piano<br />

Aula Franco Rasetti edificio Marconi secondo piano<br />

Laboratori III e IV anno edificio Marconi primo piano<br />

Laboratori I e II anno Via Tiburtina 205 piano terra<br />

Informazioni sulla locazione delle strutture sono re<strong>per</strong>ibili in rete sul sito<br />

web del <strong>Dip</strong>artimento.


Quanto costa iscriversi a <strong>Fisica</strong><br />

Per informazioni sulle tasse di immatricolazione consultare il sito :<br />

http://www.uniroma1.it/didattica/tasse<br />

Borse di studio<br />

Sono previste borse di studio dell’Istituto del diritto allo studio (ADISU).<br />

Per informazioni si veda il sito<br />

www.laziodisu.it<br />

alla voce ADISU ROMA UNO<br />

Ci sono inoltre borse di privati, associazioni, ecc.<br />

I requisiti <strong>per</strong> avere le borse sono: condizioni economiche della<br />

fami<strong>gli</strong>a e merito (voto di maturità).<br />

Si suggerisce inoltre di verificare sul sito della Società Italiana di <strong>Fisica</strong> la<br />

eventuale disponibilità di borse di studio nell’ambito del progetto lauree<br />

scientifiche:<br />

http://www.sif.it/attivita/lauree_scientifiche<br />

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Informazioni


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Informazioni<br />

<strong>Fisica</strong> e mercato del lavoro<br />

Indagine sulle attività dei laureati in <strong>Fisica</strong> alla <strong>Sapienza</strong><br />

Cosa fanno effettivamente questi laureati?<br />

In quali tipi di aziende lavorano?<br />

Come giudicano il corso di laurea che hanno seguito a suo tempo?<br />

Per avere risposta a queste domande, e altre ancora, ci si può collegare al<br />

sito di AlmaLaurea (http://www.almalaurea.it/, un servizio gestito<br />

da un consorzio di atenei italiani con il sostegno del Ministero dell’Istruzione,<br />

dell’Università e della Ricerca). In particolare, si trovano i risultati di<br />

un’indagine svolta nell’anno 2011 relativi ai laureati della specialistica del<br />

corso di Laurea in <strong>Fisica</strong> e in Astronomia e Astrofisica presso l’Università di<br />

Roma La <strong>Sapienza</strong>, indagine condotta a tre anni dalla laurea.<br />

La figura riportata in seguito mostra i vari settori in cui i laureati in <strong>Fisica</strong> e in<br />

Astronomia e Astrofisica svolgono la propria attività lavorativa.<br />

30%<br />

20%<br />

10%<br />

0%<br />

istruzione e ricerca<br />

informatica<br />

industria<br />

finanza e<br />

consulenza<br />

telecomunicazioni<br />

Per ulteriori informazioni consultare il sito web del <strong>Dip</strong>artimento:<br />

www.phys.uniroma1.it<br />

alla voce FUTURE MATRICOLE<br />

altro


Appunti<br />

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Appunti


Appunti<br />

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