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<strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Pontedera</strong>Centro Stu<strong>di</strong> e Documentazione Andrea da <strong>Pontedera</strong>Centro <strong>di</strong> Documentazione Fotografica nel Comeune <strong>di</strong> <strong>Pontedera</strong> e nel Territorio <strong>del</strong>la ValderaAnno 2008BOLLETTINO pubblicazione <strong>per</strong>io<strong>di</strong>ca <strong>del</strong>le attività <strong>del</strong> Centroa cura <strong>di</strong> Mario LupiTesti <strong>di</strong>:Africano Paffi, Anna Vanni, Benozzo Gianetti, Davide Mancini, Enzo Gaiotto, Giovanni Lupi,Jonath Del Corso, Lara Parisotto, Mario Lupi, Nancy Barsacchi, Valentina ReinoRedazione:Anna Vanni, Mario Lupi, Nancy BarsacchiFotografie <strong>di</strong>:Angelo Bani, Alessandro Salvini, Brunero Tognoni, Carla Burgalassi, Enzo Gaiotto, Giorgio Tani,Holger Stumpf, Luca Lupi, Magali Leone, Mario Lupi, Massim<strong>il</strong>iano Pratelli, Massimo Bottoni, NancyBarsacchi, Roberto F<strong>il</strong>omena, S<strong>il</strong>via Guarnieri, Stefano Marinari, Stefano StacchiniBOLLETTINOIl numero unico <strong>del</strong> BOLLETTINO <strong>di</strong> quest’anno, oltrealle consuete pagine che riguardano l’informazione artisticae la lettura <strong>del</strong>l’O<strong>per</strong>a d’Arte, de<strong>di</strong>ca una larga parte <strong>del</strong>suo spazio all’immagine fotografica.La fotografia che ha una parte <strong>di</strong> notevole r<strong>il</strong>ievo nelle attività<strong>del</strong> Centro, <strong>per</strong>mea costantemente la nostra vita socialeed è <strong>per</strong> questo che <strong>il</strong> Centro ha cominciato fin dal primonumero <strong>del</strong> BOLLETTINO a pubblicare le o<strong>per</strong>e <strong>di</strong> fotografiche o<strong>per</strong>ano nel nostro territorio e <strong>di</strong> immagini cheappartengono al nostro archivio fotografico.In questo numero mettiamo insieme vari aspetti dei generifotografici: <strong>il</strong> reportage gli spettacoli, <strong>il</strong> reportage naturalistico,la fotografia sportiva e immagini aeree che visualizzanole rotatorie.I nostri ricercatori hanno in<strong>di</strong>viduato, tra i faldoni <strong>del</strong>l’archiviocomunale, notizie sull’<strong>il</strong>luminazione pubblica<strong>di</strong> <strong>Pontedera</strong>, una tra le prime città italiane a installare lalampada elettrica. C’è parso doveroso pubblicarlo. Comesempre vengono pubblicate es<strong>per</strong>ienze che riguardano la<strong>di</strong>dattica <strong>del</strong>l’Arte; questa volta viene presentata un’es<strong>per</strong>ienzasulla caricatura. C’è infine un articolo che elabora un<strong>di</strong>scorso abbastanza complesso, <strong>per</strong> un invito a <strong>di</strong>battere itemi <strong>del</strong>l’arte contemporanea e <strong>il</strong> loro insegnamento.©Copyright 2008 Centro Stu<strong>di</strong> e Documentazione Andrea da <strong>Pontedera</strong>


Centro Stu<strong>di</strong> e Documentazione Andrea da <strong>Pontedera</strong>Centro Stu<strong>di</strong> e Documentazione Andrea da <strong>Pontedera</strong>45Creazione <strong>di</strong> EvaDUE RIPRODUZIONIDONATE DAL ROTARYa cura <strong>del</strong>la redazione <strong>del</strong> CentroLa Presidenza <strong>del</strong> Rotare Club <strong>di</strong><strong>Pontedera</strong> ha ac<strong>qui</strong>stato e donatoal Centro due riproduzioni <strong>di</strong>O<strong>per</strong>e <strong>di</strong> Andrea da <strong>Pontedera</strong>. Si tratta<strong>di</strong> due O<strong>per</strong>e che furono collocate originariamentesul Campan<strong>il</strong>e <strong>di</strong> Giotto <strong>per</strong>decorarne i fianchi. La prima è la ripro-Madonna col bambinoduzione <strong>di</strong> una formella esagonale conl’immagine <strong>del</strong>la Creazione <strong>di</strong> Eva. Laseconda è la riproduzione <strong>del</strong>la lunetta<strong>del</strong>la Madonna col bambino che eracollocata sopra la porta <strong>del</strong> Campan<strong>il</strong>ee collegava con un ponte <strong>il</strong> Campan<strong>il</strong>ealla chiesa <strong>di</strong> Santa Maria <strong>del</strong> Fiore.Su questo numero ne pubblichiamo leschede tecnico-storiche.Ringraziamo <strong>il</strong> Rotary Club <strong>di</strong> <strong>Pontedera</strong><strong>per</strong> la sensib<strong>il</strong>ità <strong>di</strong>mostrata verso<strong>il</strong> Centro.Lunetta ogivale originariamente posta sopra la porta, sul lato nord <strong>del</strong>campan<strong>il</strong>e, che collegava con un passaggio sopraelevato la cattedrale(ut<strong>il</strong>izzato fino al XV° secolo) <strong>di</strong> Santa Maria <strong>del</strong> Fiore al campan<strong>il</strong>e.Copia in gesso <strong>del</strong>l’originale che si trova nel Museo <strong>del</strong>l’O<strong>per</strong>a <strong>del</strong>Duomo a Firenze. Misura cm. 84 sull’asse verticale e cm. 88 <strong>di</strong> base.La figurazione in altor<strong>il</strong>ievo inscritta in una cornice ogivale si posa soprala parte anteriore <strong>del</strong>la modanatura e si evidenzia contro <strong>il</strong> fondo alosanghe in maiolica azzurra, ottenuta con l’impiego <strong>di</strong> solfato <strong>di</strong> rame(Luca <strong>del</strong>la Robbia ut<strong>il</strong>izzava l’ossido <strong>di</strong> cobalto).Nella lunetta la Madonna col bambino in un episo<strong>di</strong>o <strong>del</strong>l’infanzia<strong>di</strong> Gesù è rappresentata <strong>di</strong> tre quarti rivolta verso <strong>il</strong> bambino, con lamano sinistra lo sorregge mentre con la destra fa un gesto affettuosoal collo <strong>del</strong> bambino che regge con entrambe le mani la destra <strong>del</strong>la madre. Maria, citata nel Vangelo <strong>di</strong> Luca,in giovane età, viene descritta come una vergine gent<strong>il</strong>e e premurosa come ogni madre verso <strong>il</strong> figlio. Una rappresentazionepiena <strong>di</strong> poesia espressa dallo sguardo <strong>del</strong>la madre e dal lieve sorriso <strong>del</strong> bambino. Una copia, instucco, <strong>del</strong>la lunetta, si trova oggi a Berlino, attribuita a Alberto Arnol<strong>di</strong>.Collocazione: Formella esagonale posta sul lato ovest <strong>del</strong> campan<strong>il</strong>e, daliaparte <strong>del</strong>la facciata <strong>del</strong> Duomo. E’ una copia in resina <strong>del</strong>l’originale che sitrova nel Museo <strong>del</strong>l’O<strong>per</strong>a <strong>del</strong> Duomo a Firenze; sul campan<strong>il</strong>e, oggi, c’èuna copia in cemento data !a cattiva conservazione <strong>del</strong>l’originale. Esagonoinscritto in un cerchio <strong>di</strong> cm. 80 <strong>di</strong> <strong>di</strong>ametro, è <strong>per</strong>imetrata da una cornice semplice.La figurazione ad alto r<strong>il</strong>ievo si evidenzia contro <strong>il</strong> fondo uniforme doverisaltano le figure e elementi vegetali . Eva chiamata “isshah” donna da “ish”uomo <strong>per</strong>chè è stata generata da una costola <strong>di</strong> Adamo. Eva ha un riferimentoalla parola ebraica “hawwah”, vita, madre <strong>di</strong> tutti gli esseri umani. In questaformella è rappresentata la scena <strong>del</strong>la creazione <strong>di</strong> Eva come narrato dallaBibbia (“Genesi”- 2,27); rappresenta i! Signore che rivolto verso Adamo dormientene suscita la nascita <strong>di</strong> Eva da! suo costato. Adamo <strong>di</strong>steso sul fiancosinistro giace in un sonno profondo mentre da una costola si solleva Eva che sivoige a Dio che infonde a lei lo spirito <strong>del</strong>la vita. Sul fondo ai centro I’albero<strong>del</strong>la conoscenza <strong>del</strong> bene e <strong>del</strong> male “simbolo <strong>del</strong>le morali”, a sinistra, l’albero <strong>del</strong>la vita che in<strong>di</strong>ca “l’immortalità”. Lacreazione <strong>di</strong> Eva è un episo<strong>di</strong>o fondamentale nelle narrazioni <strong>del</strong>la Bibbia ed è una rappresentazione ricorrente nelle o<strong>per</strong>eispirate alla teologia e alla f<strong>il</strong>osofia Scolastica sia in pittura sia in scultura in <strong>di</strong>verse epoche. Dalia Bibbia (Gen.2,18)“II Signore Id<strong>di</strong>o <strong>di</strong>sse: -Non è bene che l’uomo sia solo: gli farò un aiuto sim<strong>il</strong>e a lui”....”e Adamo esclamò (Gen. 2,23)“Questa, si, è osso <strong>del</strong>le mie ossa e carne <strong>del</strong>la mia carne! Questa sarà chiamata donna, <strong>per</strong>chè è stata tratta dall’uomo”.L’o<strong>per</strong>a è caratterizzata da un profondo chiaroscuro e da un intenso plasticismo proprio <strong>del</strong> carattere st<strong>il</strong>istico <strong>di</strong> Andreada <strong>Pontedera</strong>, dove la luce mo<strong>del</strong>la le forme con <strong>del</strong>icati passaggi tonali.ANDREA, NINO ETOMMASO PISANO<strong>di</strong> Sara TaglialagambaLa fortuna critica <strong>del</strong>la bottega <strong>di</strong>Andrea Pisano, al <strong>di</strong> là dei seppurlegittimi problemi attributiviche ne derivano, ha vissuto nei secolicircostanze alterne. Sappiamo con certezzache Andrea fu un artista grandementestimato dai suoi contemporanei:anche <strong>il</strong> Vasari gli de<strong>di</strong>ca nelle Vite unprof<strong>il</strong>o biografico ampio ed articolato.Diversa sorte toccò invece ai figli Ninoe Tommaso: Nino fu ricordato soltantonella seconda redazione vasariana<strong>del</strong>le Vite con termini <strong>di</strong> elogio, tantoche fu colui che “cominciò a cavare ladurezza de’ sassi e ridurli alla lividezza<strong>del</strong>le carni”. Il nome <strong>di</strong> Tommaso invecerisulta appena accennato dal Vasari,che sembra definirlo come un artista dalductus poco incisivo, se confrontato conle o<strong>per</strong>e <strong>del</strong> padre e <strong>del</strong> fratello. La criticatende purtroppo ad ignorare la figura<strong>di</strong> Tommaso a causa sia <strong>del</strong>la mancanza<strong>di</strong> o<strong>per</strong>e certe, sia <strong>del</strong>la pressoché totaleinesistenza <strong>di</strong> documentazione a lui relativa,in<strong>di</strong>spensab<strong>il</strong>e a chiarirne la po-sizione all’interno <strong>del</strong>la bottega. E’ <strong>per</strong>questo che sarebbe interessante tracciarei rapporti che intercorsero tra <strong>il</strong> padreAndrea ed i figli Nino e Tommaso,e come quest’ultimi contribuirono, purnel proprio linguaggio, a ere<strong>di</strong>tare labottega paterna ed assicurargli vita <strong>per</strong>oltre tre decenni. Pur partendo da unaminuziosa indagine storica, è dunquein<strong>di</strong>spensab<strong>il</strong>e tentare <strong>di</strong> ricostruire irapporti all’interno <strong>del</strong>la bottega, lo st<strong>il</strong>eche, sotto la guida <strong>di</strong> quello paterno, idue fratelli ricrearono ed infine seguirela situazione <strong>del</strong>la produzione artisticadopo l’assenza <strong>del</strong> padre Andrea a seguito<strong>del</strong>la partenza <strong>per</strong> Orvieto, e, inparticolare, dopo la sua morte. Essenziale,dunque, si pone la ricostruzione<strong>del</strong>le testimonianze documentarie edanche letterarie, a sua volta suffragatedall’analisi st<strong>il</strong>istica <strong>del</strong>le o<strong>per</strong>e.La prima testimonianza storica-documentariaregistra Nino nel 1349 ad Orvieto,quando subentra al padre, presumib<strong>il</strong>mentemorto nel 1348, nella carica<strong>di</strong> capomastro <strong>del</strong>l’O<strong>per</strong>a <strong>del</strong> Duomo <strong>di</strong>Orvieto: a questa data dunque dovevaessere già un artista affermato <strong>per</strong> ere<strong>di</strong>tareuna carica così importante. Il suonome ricompare in un documento pisano<strong>del</strong> 1358, quandoè sicuramente aPisa <strong>per</strong>ché risiedenella Cappella <strong>di</strong>San Lorenzo allaRivolta ed ricevela commissione, daparte degli Anziani<strong>del</strong> Popolo, <strong>di</strong> unatavola in argento dacollocare sull’altaremaggiore <strong>del</strong> Duomo<strong>di</strong> Pisa. Dal documentosappiamoche la commissionesono coinvolti altridue orafi pisani,Coscio <strong>di</strong> Gaddo eSimone detto Baschiera,ma soprattuttoappren<strong>di</strong>amoche <strong>il</strong> padre AndreaSARATAGLIALAGAMBAÈ nata <strong>il</strong> 2 giugno 1977 aPisa. Qui si è laureata nelluglio 2004 in Conservazionedei Beni Culturali <strong>di</strong>scutendouna tesi dal titolo“Il problema <strong>del</strong> Grottescoin Leonardo. Ricapitolazione<strong>del</strong> problema” con iprofessori A. Ambrosini eR.P. Ciar<strong>di</strong>. In congedo <strong>per</strong><strong>il</strong> terzo anno <strong>del</strong>la Scuola <strong>di</strong>Specializzazione in Storia<strong>del</strong>l’Arte in<strong>di</strong>rizzo Me<strong>di</strong>oevalee Moderno, attualmentefrequenta <strong>il</strong> secondo anno<strong>del</strong> Dottorato <strong>di</strong> Ricercain Storia <strong>del</strong>l’Arte pressol’Università <strong>di</strong> Siena conun progetto <strong>di</strong> ricerca sullascultura cinquecentescadal titolo “Niccolò Pericolidetto <strong>il</strong> Tribolo e bottega:Pierino da Vinci, Antonio eStoldo Lorenzi”.Andrea da <strong>Pontedera</strong> (dettoPisano), La Scultura, formellaesagonale


Centro Stu<strong>di</strong> e Documentazione Andrea da <strong>Pontedera</strong>Centro Stu<strong>di</strong> e Documentazione Andrea da <strong>Pontedera</strong>89IL DUCTUSDI ANDREA PISANO:“<strong>il</strong> maggior uomo che avessinoavuto insino ai tempisuoi i Toscani”<strong>di</strong> Sara TaglialagambaAndrea da <strong>Pontedera</strong>, scultore,orafo ed architetto: seppe fonderein una sintesi <strong>per</strong>fetta lost<strong>il</strong>e aulico ed elitario <strong>di</strong> una cultura altaed eterogenea, che faceva <strong>di</strong> Pisa, tra lafine <strong>del</strong> XIII e gli inizi <strong>del</strong> XIV secolo,una <strong>del</strong>le città più vive ed aggiornate sulpiano culturale ed artistico. Pisa, infatti,nel campo <strong>del</strong>l’architettura, <strong>del</strong>la pittura,<strong>del</strong>la scultura e <strong>del</strong>l’oreficeria, graziea un nugolo <strong>di</strong> artisti eccellenti, localicome Nicola e Giovanni Pisano, ma anche<strong>di</strong> importazione tra cui alcuni lapici<strong>di</strong>nor<strong>di</strong>ci oppure i senesi come Agostino<strong>di</strong> Giovanni, Tino da Camaino eSimone Martini, primeggiava sulle altrecittà, ritagliandosi a buon <strong>di</strong>ritto <strong>il</strong> titolo<strong>di</strong> centro artistico attivo <strong>per</strong> eccellenza,capace <strong>di</strong> intessere un <strong>di</strong>alogo con le altricittà non soltanto italiane, ma ancheeuropee. Il Vasari in<strong>di</strong>vidua come determinanti<strong>per</strong> la formazione <strong>di</strong> Andrea “<strong>il</strong>nuovo <strong>di</strong>segno <strong>di</strong> Giotto e quelle pocheanticaglie che gli erano note”. Vasarinon è mosso dal senso campan<strong>il</strong>istico<strong>di</strong> subor<strong>di</strong>nare l’attiva <strong>di</strong> Andrea al primatofiorentino, ma l’osservazione scaturisceda un’attenta valutazione critica.A ben vedere infatti l’imitazione degliantichi, a partire dall’epoca carolingiapassando anche dall’o<strong>per</strong>ato <strong>di</strong> NicolaPisano, è prassi affermata tra gli artistiancor prima <strong>del</strong> predomino <strong>del</strong>la suaconsacrazione umanistica: inevitab<strong>il</strong>edunque doveva essere l’impatto in particolarmodo con l’esercizio scultoreo, oltreche in quello pittorico. Le cosiddetteanticaglie, che, ricor<strong>di</strong>amolo, giunseroa Pisa grazie alle vittorie e ai bottini riportati“<strong>per</strong> mare”, <strong>di</strong>vennero <strong>per</strong>tantomo<strong>del</strong>li irripetib<strong>il</strong>i e preziosi da cui trarrest<strong>il</strong>emi, composizioni, soluzioni iconograficheed elementi morfologici checoncorrevano alla formazione <strong>del</strong> nuovolinguaggio scultoreo. Se l’antico, dunque,<strong>di</strong>ventava un mo<strong>del</strong>lo d’ispirazione,la rivoluzione attuata da Giotto dovettecon<strong>qui</strong>stare letteralmente, oltre <strong>il</strong>cuore, anche la mano <strong>di</strong> Andrea: è infattiattraverso l’inspirazione giottesca che sicrea una scossa nel nuovo modo <strong>di</strong> <strong>fare</strong>e <strong>di</strong> intendere le arti e la pratica artistica,capace <strong>di</strong> portare a compimento la morfologia<strong>del</strong> ductus <strong>del</strong> maestro. Le figuresono dunque costruite “classicamente”come sereni idoli che si ritrovano, loromalgrado, in una ambientazione reale,viva, quoti<strong>di</strong>ana. La nuova consapevolezza<strong>del</strong> reale infatti ambienta ogniimmagine in un ambiente naturale caratterizzatoda connotazioni spaziali benprecise. La connessione tra ispirazionedei mo<strong>del</strong>li antichi e matrice giottesca,infatti, irrompe nel <strong>di</strong>panarsi <strong>del</strong>la storia<strong>del</strong>l’arte, rivoluzionandola dall’interno,proponendosi come un f<strong>il</strong>o rosso capace<strong>di</strong> accomunare tra loro molti degli scultoriche si formarono ed ado<strong>per</strong>arononel corso <strong>del</strong> XIV secolo. Ma Andreaha molto <strong>di</strong> più <strong>di</strong> questo: nel suo linguaggiosembrano fondersi all’unisoloispirazioni oltralpe e senesi, creando unlinguaggio elegante e semplice, anticoed aggiornato, prezioso e cangiante,forte e dolce al tempo stesso. Da un latoinfatti è possib<strong>il</strong>e registrare l’influsso <strong>di</strong>una cultura “gotica e d’oltralpe” <strong>per</strong> <strong>il</strong>fluire continuo <strong>di</strong> linee, modulate e maiinterrotte, capace <strong>di</strong> impreziosire le vestie donare eleganza raffinata ai gestie alle pose. La notizia, ancora tutta daverificare, tramandataci dal Vasari <strong>per</strong>cui Andrea creò un “crocifisso <strong>di</strong> getto”recato in dono da Giotto al papa adAvignone tenderebbe a confermare unapossib<strong>il</strong>e a<strong>per</strong>tura <strong>di</strong> Andrea alla culturad’oltralpe. Dall’altro lato, comunque,Andrea non rimase in<strong>di</strong>fferente alla influenzasenese grazie all’influsso dei giàcitati artisti, Agostino <strong>di</strong> Giovanni, Tinoda Camaino e Simone Martini. Essa sitraduce in giochi formali sott<strong>il</strong>issimi, inuna organizzazione modulare e vibrante,in una composizione ritmica <strong>del</strong>le scenee dei <strong>per</strong>sonaggi: tutti elementi checreano un’arte aulica ed elegante, capa-ce <strong>di</strong> rispondere in maniera gran<strong>di</strong>osa aivoleri <strong>del</strong>la committenza. L’unica o<strong>per</strong>acerta <strong>di</strong> Andrea, grazie alla positura<strong>del</strong>la sua firma e <strong>del</strong>la datazione (1330),è la Porta Sud <strong>del</strong> Battistero <strong>di</strong> Firenze:proviamo ad in<strong>di</strong>viduare le caratteristicheformali <strong>del</strong> suo linguaggio. I massimiartisti <strong>del</strong> tempo avevano lavoratoquasi contemporaneamente sia a Pisache a Firenze, lasciando nelle due cittàcicli pittorici o monumenti che crearonoun forte impatto: pensiamo che Giotto,proprio all’arrivo <strong>di</strong> Andrea a Firenze,ha appena terminato la Cappella Bar<strong>di</strong>in Santa Croce. Nelle formelle infattiAndrea, letteralmente ammaliato dallepossib<strong>il</strong>ità <strong>di</strong> resa dei risultati plastici ecromatici raggiunti da Giotto, modula lescene <strong>del</strong>la Vita <strong>del</strong> Battista entro nicchiea compasso quadr<strong>il</strong>obato, creandoun susseguirsi <strong>di</strong> piani continui e<strong>di</strong>ninterrotti, entro cui si muovono verosim<strong>il</strong>mentele figure create da voluminiti<strong>di</strong> e ben definiti. L’impaginazione<strong>del</strong>le scene è caratterizzata da una <strong>di</strong>versaconnotazione spaziale ricreata daparticolari naturalistici o architettoniciche racchiudono in una <strong>per</strong>fetta corrispondenza<strong>di</strong> sigle e <strong>di</strong> moduli compositivi,ogni episo<strong>di</strong>o. Le eleganze formali<strong>di</strong> ascendenza senese impreziosisconoogni dettaglio, che si fa elegantee vibrante, così come <strong>il</strong> fluire “gotico”<strong>del</strong>le linee che descrivono ogni elementotrasformandolo in un raffinatoarabesco. Ogni scena è resa in manierasemplice e razionale con pochi elementi:come se si trattasse, al tempo stesso,<strong>di</strong> un estremo omaggio alle porte pisane<strong>di</strong> Bonanno ed aggiornamento d’avanguar<strong>di</strong>acon le elegantissime immaginifrancesi che campeggiavano a Brougese a Notre-Dame. A sig<strong>il</strong>lo <strong>del</strong>la paternità<strong>di</strong> Andrea è infine l’acuta capacità <strong>di</strong>definizione <strong>del</strong>le forme e <strong>del</strong>la loro collocazionenello spazio, cesellate in unlinguaggio vibrante e ricettivo, capace<strong>di</strong> fondere in un unico ductus <strong>per</strong>sonalissimole es<strong>per</strong>ienze più significative<strong>del</strong>l’arte <strong>del</strong> tempo.Indagine st<strong>il</strong>isticasulle o<strong>per</strong>e <strong>di</strong> AndreaAndrea da <strong>Pontedera</strong>,L’aratura


Centro Stu<strong>di</strong> e Documentazione Andrea da <strong>Pontedera</strong>Centro Stu<strong>di</strong> e Documentazione Andrea da <strong>Pontedera</strong>1011JONATH DEL CORSONato a Pisa <strong>il</strong> 31/08/1980.Nel 1998 si <strong>di</strong>ploma all’IstitutoStatale d’Arte <strong>di</strong>Cascina <strong>per</strong> poi proseguiregli stu<strong>di</strong> presso l’Università<strong>di</strong> Pisa e lurearsi in Conservazionedei Beni Culturalicon in<strong>di</strong>rizzo storico-artistico,presentando una tesisu ine<strong>di</strong>ti <strong>di</strong>segni d’ornatodegli allievi <strong>del</strong>la Scuolad’Arte <strong>di</strong> Cascina <strong>del</strong>l’annoscolastico 1899-1900.Dopo varie es<strong>per</strong>ienze lavorativelavora attualmentepresso la coo<strong>per</strong>ativa Impegnoe Futuro, prestandoservizio presso l’O<strong>per</strong>a<strong>del</strong>la Primaziale Pisana. Èdocente <strong>di</strong> Storia <strong>del</strong>l’arteMe<strong>di</strong>evale ed Archeologiapresso la scuola <strong>di</strong>formazione ENAIP <strong>di</strong> Pisae docente <strong>di</strong> LegislazioneTuristica e Legislazione deiBeni Culturali ed Ambientalipresso l’Istituto UniversitarioScuola Su<strong>per</strong>iore<strong>per</strong> Me<strong>di</strong>atori Linguistici <strong>di</strong>Pisa. Contemporaneamentecollabora con <strong>il</strong> sito Tekneme<strong>di</strong>a.net<strong>per</strong> lo sv<strong>il</strong>uppo<strong>del</strong>l’arte contemporanea inItalia recensendo mostre edeventi.Nino e Andrea Pisano,Sepolcro<strong>di</strong> Simone Saltarelli,chiesa <strong>di</strong> Santa Caterina,PisaANDREA, NINO ETOMMASO PISANOATTRAVERSO IDOCUMENTI DEGLIARCHIVI PISANI<strong>di</strong> Jonath Del CorsoUn’o<strong>per</strong>a d’arte, che sia unascultura o un quadro, porta consé elementi che fanno capire <strong>di</strong>quale artista l’o<strong>per</strong>a è figlia. Più <strong>del</strong>levolte <strong>il</strong> lavoro è semplificato dalla firma<strong>del</strong>lo stesso maestro, la quale tuttaviapuò trarre in inganno <strong>per</strong>ché realizzatapiù tar<strong>di</strong>, errore che almeno una voltapuò essere certamente <strong>per</strong>donato vistoche uno dei più autorevoli storici <strong>del</strong>l’arte,quali Giorgio Vasari, se n’è macchiato.È <strong>il</strong> caso <strong>del</strong>l’annunciazione inSanta Caterina realizzata da Nino Pisano,in<strong>di</strong>scutib<strong>il</strong>mente o<strong>per</strong>a <strong>del</strong> nostroscultore <strong>di</strong> cui <strong>per</strong>ò la firma, incisa allabase <strong>del</strong>le due statue, risulta apocrifae realizzata in un secondo momentoprobab<strong>il</strong>mente dal fratello Tommaso.Infatti, le statue risalirebbero al 1370,data in cui Nino era già morto cometestimonia lo stesso Bonaini pubblicandone<strong>il</strong> documento dal quale risulta chelo scultore muore nel 1368. Altre volteinvece la paternità <strong>di</strong> un’o<strong>per</strong>a d’arte èdata dai riscontri con altre o<strong>per</strong>e <strong>del</strong>lostesso maestro, riscontri che <strong>per</strong>mettono,attraverso l’in<strong>di</strong>viduazione <strong>di</strong> determinatiparticolari, <strong>di</strong> risalire alla ma-niera <strong>del</strong>l’artista: la cura <strong>del</strong> panneggio,dei volti, dei capelli, dei corpi, etc….Importante risulta infine la nutrita documentazionescritta che può interessare<strong>di</strong>rettamente o in<strong>di</strong>rettamente l’o<strong>per</strong>ad’arte, e grazie a tali documenti riuscirea determinare l’ambito cronologico, ch<strong>il</strong>’ha commissionata, la sua collocazioneoriginaria e più <strong>del</strong>le volte anche <strong>il</strong>nome <strong>del</strong>l’artista.Unendo <strong>qui</strong>n<strong>di</strong> alla ricerca st<strong>il</strong>isticaquella documentaria risulterà più fac<strong>il</strong>ecollegare o<strong>per</strong>e d’arte ad un determinatopittore o scultore. È questo <strong>il</strong> <strong>per</strong>corsoda me seguito <strong>per</strong> catagolare l’attività<strong>di</strong> Andrea da <strong>Pontedera</strong> e <strong>del</strong>la suabottega a Pisa, che preferì definirsi pisanoanziché pontederese <strong>per</strong> dare maggioreprestigio alla sua arte e <strong>di</strong>scenderecosì da quella scuola scultorea a cuiavevano dato i natali l’arte <strong>di</strong> Nicola eGiovanni Pisano. Il Nostro maestro fuprima <strong>di</strong> essere scultore grande orafo ecertamente aveva avviato una grandebottega dalla quale uscirono allievi <strong>di</strong>alto livello, uno dei quali Giglio Pisano,recatosi a Pistoia <strong>per</strong> lavorare all’altare<strong>di</strong> San Jacopo. Della preziosa produzioned’oro e d’argento proveniente dallabottega dei da da <strong>Pontedera</strong> non è rimastoniente, ma i pregiati ornamenti <strong>del</strong>lacintola <strong>del</strong>la cattedrale conservati oggipresso <strong>il</strong> Museo <strong>del</strong>l’O<strong>per</strong>a <strong>del</strong> Duomoe attribuiti ad ignoto orafo toscanorealizzati agli inizi <strong>del</strong> XIV secolo, e<strong>di</strong>n particolare le cornici <strong>del</strong>le piccoleformelle poste sul damasco rosso composteda sei semicerchi, richiamano laformella impigata a mò <strong>di</strong> decoro <strong>per</strong>la co<strong>per</strong>tina <strong>del</strong> libro <strong>di</strong> San Giacomorealizzato tra <strong>il</strong> 1349 e <strong>il</strong> 1351 da GiglioPisano.Molte <strong>del</strong>le o<strong>per</strong>e realizzate andaronocertamente <strong>per</strong>se nell’incen<strong>di</strong>o che<strong>di</strong>vampò in cattedrale nella notte <strong>del</strong>1595, altre invece vennero ut<strong>il</strong>izzatecome risorsa finanziaria dal comune <strong>di</strong>Pisa <strong>per</strong> far fronte alle continue lottecon Firenze. Che la bottega <strong>di</strong> Andrea,Nino e Tommaso avesse raggiunto ormaigran<strong>di</strong>ssimi livelli è testimoniatodal documento relativo alla commis-sione a Nino Pisano ed altri due orafi,Cascio <strong>di</strong> Gaddo da Cascina e Simonedetto Boschiera, <strong>di</strong> una tavola d’argentoda collocare sopra l’altare maggiore <strong>del</strong>Duomo in occasione <strong>di</strong> gran<strong>di</strong> eventi.Parallela all’attività <strong>di</strong> oreficeria i documentirivelano altresì una nutrita produzionescultorea, testimoniando o<strong>per</strong>erealizzate <strong>per</strong> ornare gli e<strong>di</strong>fici religiosi<strong>di</strong> Piazza dei Miracoli, ed altre destinatead arricchire le chiese pisane. Dall’alto<strong>del</strong>la facciata <strong>del</strong>la cattedrale spicca lagrande statua <strong>del</strong>la Madonna con Bambinoanticamente posta all’interno <strong>di</strong>un e<strong>di</strong>cola marmorea. Non ci sono documentiattestanti la mano <strong>di</strong> Andrea o<strong>di</strong> Nino, ma l’o<strong>per</strong>a è identificab<strong>il</strong>e conla “Nostra Signora sopra la porta reale”<strong>per</strong> la quale era stato ac<strong>qui</strong>stato, daBertuccio <strong>di</strong> Ugolino da Carrara <strong>per</strong> 94lire, un pezzo <strong>di</strong> marmo, <strong>il</strong> quale, <strong>per</strong> 12lire pagate a Puccio <strong>di</strong> Lando da Limite,fu trasportato da Carrara a Pisa.Sempre sulla facciata <strong>del</strong> Duomo ai latidei due spioventi su<strong>per</strong>iori troviamo attualmentedue angeli realizzati da Tino<strong>di</strong> Camaino, angeli che successivamentesi è ritenuto facessero parte <strong>del</strong> monuemtnofunebre <strong>di</strong> Arrigo VII, come<strong>del</strong> resto testimoniano anche gli stessicartigli che reggono tra le mani. Ciòche incuriosisce <strong>per</strong>ò è che se questi angelierano in Duomo ad ornare <strong>il</strong> monumento<strong>di</strong> Arrigo, quali sono gli angeli,<strong>di</strong> marmo, riportati dalla Descrizione <strong>di</strong>Pisa ed elenco dei corpi dei santi veneratiin Pisa, testo anonimo riconducib<strong>il</strong>eagli inizi <strong>del</strong> Quattrocento? Per risponderea questa domanda ci viene incontroun documento che rivela la commissionea Tommaso Pisano <strong>di</strong> due angelimarmorei. Forse sono questi i due angeliche la Descrizione <strong>di</strong> Pisa… avevavisto e non come qualcuno ha pensatofossero invece gli attuali (gli originalisono conservati nel Museo <strong>del</strong>l’O<strong>per</strong>a<strong>del</strong> Duomo), e ancora, visto che le ali <strong>di</strong>questi sarebbero state in bronzo, ancora<strong>di</strong> più si rafforza l’idea che non sianoquelli <strong>di</strong> Tino <strong>di</strong> Camaino, altrimentialla Descrizione <strong>di</strong> Pisa… non sarebbecerto sfuggito questo particolare, ela presenza <strong>di</strong> angeli è testimoniata anchedalle rappresentazioni pittoriche <strong>di</strong>più epoche: un affresco trecentesco <strong>di</strong>Domenico Veneziano, un’incisione <strong>di</strong>Francisco de Holanda e un’incisionedei fratelli Melani. È possib<strong>il</strong>e, come<strong>del</strong> resto lo fece incidendo le iscrizionisulle due statue <strong>del</strong>l’Annunciazionein Santa Caterina <strong>per</strong> terminare l’o<strong>per</strong>a<strong>del</strong> fratello Nino, che Tommaso abbiacontinuato l’o<strong>per</strong>a <strong>del</strong> padre. Ovverodopo la realizzazione <strong>del</strong>la Madonnacon Bambino sulla cuspide, al temporacchiusa in un’e<strong>di</strong>cola <strong>di</strong> marmo poitolta dopo i restauri dovuti all’incen<strong>di</strong>o<strong>del</strong> 1595 dall’artista Cosimo Cioli,Tommaso concludesse <strong>il</strong> complessocon l’inserimento <strong>di</strong> due angeli ai duespioventi su<strong>per</strong>iori.L’incen<strong>di</strong>o <strong>del</strong> 1595 danneggiò anche imonumenti Scherlatti e Moricotti realizzatirispettivamente nel 1362 e 1365,<strong>per</strong>tanto, bisognosi <strong>di</strong> restauri, venneroeseguiti nel 1601 e una volta terminati,i due monumenti furono trasferiti inCamposanto dove compaiono in un inventario<strong>del</strong> 1906. Qui vennero <strong>per</strong>ò rimontatiin maniera errata, scambiandole casse dei sarcofagi e ci si rese conto<strong>del</strong>l’errore solamente nel 1904 grazie alritrovamento da parte <strong>del</strong> Supino <strong>del</strong> documento<strong>di</strong> allogagione a Nino, in baseal quale non solo era descritto che cosadovesse essere rappresentato sul fronte<strong>del</strong> monumento <strong>del</strong>lo Scherlatti, ma anchecome si dovesse presentare tutto <strong>il</strong>complesso funebre, ovvero sormontatoda un arco con archetti inginocchiati.Del monumento Scherlatti e <strong>del</strong> monumentoMoricotti facevano parte rispettivamentedue stauette: un San Pietroe un San Paolo e un Santo Vescovo eun San Francesco. Dai documenti rintracciatirisulta che <strong>il</strong> San Pietro rimasefino al 1623 in Duomo <strong>per</strong> poi esserespostato in Battistero insieme al SanFrancesco, e posto sopra l’acquasantierarealizzata nel 1618 da Bastiano Bitozzi.Dal 1815 <strong>il</strong> San Pietro, a causa<strong>del</strong>la caduta <strong>del</strong>l’acquasantiera, vienetrasferito in Camposanto dove vieneelencato nell’inventario <strong>del</strong> 1833, <strong>per</strong>


Centro Stu<strong>di</strong> e Documentazione Andrea da <strong>Pontedera</strong>Centro Stu<strong>di</strong> e Documentazione Andrea da <strong>Pontedera</strong>1213In basso: la facciata<strong>del</strong> Duomo <strong>di</strong> Pisacon al centro,sulla cuspide,la Madonna col Bambino<strong>di</strong> Andrea PisanoBibliografiaBaracchini C., I marmi <strong>di</strong>Lasinio. La collezione <strong>di</strong>sculture me<strong>di</strong>evali e modernenel Camposanto <strong>di</strong> Pisa,Firenze 1993.Bellini Pietri A., Guida <strong>di</strong>Pisa, Pisa 1913.Bonaini F., Memorie ine<strong>di</strong>teintorno alla vita e ai<strong>di</strong>pinti <strong>di</strong> Francesco Traini,Pisa 1846.Da Morrona A., Pisa <strong>il</strong>lustratanelle arti <strong>del</strong> <strong>di</strong>segno,Tomo II, Pisa 1812Da Morrona A., Pregi <strong>di</strong>Pisa, Pisa 1826.Grassi R., Pisa e le suea<strong>di</strong>acenze, Pisa 1851.Lasinio E., Il Camposanto el’Accademia <strong>di</strong> Belle Arti <strong>di</strong>Pisa dal 1806 al 1838, Pisa1923.Lasinio G. P., Raccolta<strong>di</strong> sarcofagi, urne e altrimonumenti <strong>di</strong> scultura <strong>del</strong>Campo Santo <strong>di</strong> Pisa intaggliatida Paolo Lasiniofiglio, Pisa 1814.Propseri R., Descrizione<strong>del</strong>la città <strong>di</strong> Pisa, Pisa1792.Rosini G., Descrizione <strong>del</strong>lepitture <strong>del</strong> Campo Santo<strong>di</strong> Pisa coll’in<strong>di</strong>cazionedei monumenti ivi raccolti,Pisa 1829.Supino I. B., Arte pisana,Firenze 1904.Titi P., Guida <strong>di</strong> Pisa. Pittura,scultura e arcitettura,Lucca 1751.Abbreviazioni:ASP: Archivio <strong>di</strong> Stato <strong>di</strong>PisaASF: Archivio <strong>di</strong> Stato <strong>di</strong>FirenzeAOP: Archivio <strong>del</strong>l’O<strong>per</strong>a<strong>del</strong> DuomoACP: Archivio Capitolare<strong>di</strong> Pisapoi essere raggiunto, sempre nel 1833,dal San Francesco, <strong>il</strong> quale compare asua volta nell’inventario <strong>del</strong> 1906.Sopra la porta <strong>del</strong> Camposanto, vicinaalla porta <strong>del</strong> Leone, fino al 1790anno in cui fu trasferita nella Chiesa<strong>di</strong> San Michele in Borgo, era possib<strong>il</strong>evedere un crocifisso realizzato da NinoPisano. Il Supino attribuisce l’o<strong>per</strong>a aNino Pisano in riferimento alle analogieche tale Cristo presenta con quellorealizzato sulla cassa <strong>del</strong> monumentofunebre Scherlatti. I rapporti tra i duecristi sono notevoli: le proporzioni<strong>del</strong>la figura, l’andamento modulato<strong>del</strong> panneggio, <strong>il</strong> mo<strong>del</strong>lato <strong>del</strong> toracee le sott<strong>il</strong>i cesellature (quasi <strong>di</strong> manoorafa) dei lineamenti <strong>del</strong>la barba e deicapelli. A conferma <strong>del</strong>la possib<strong>il</strong>ità<strong>di</strong> riferire a Nino <strong>il</strong> crocifisso c’è undocumento in base al quale l’O<strong>per</strong>a<strong>del</strong> Duomo ac<strong>qui</strong>stò <strong>il</strong> 26 marzo <strong>del</strong>1369, una spugna e una pomice <strong>per</strong>pulire <strong>il</strong> crociffisso posto sopra la porta<strong>del</strong> Camposanto in vista <strong>del</strong>la suapintura la quale avverrà solamentenel 1390 ad o<strong>per</strong>a <strong>del</strong> pittore pisanoJacopo <strong>di</strong> Michele detto <strong>il</strong> Gera e <strong>per</strong>la quale si cominciarono a stanziare ifon<strong>di</strong>: una donazione da parte <strong>di</strong> DonnaGiovanna, vedova <strong>di</strong> un carpentiere,<strong>di</strong> quattro fiorini d’oro e <strong>di</strong> <strong>di</strong>ecisol<strong>di</strong> stanziati dall’O<strong>per</strong>a.Come abbiamo visto attraverso l’esa-me <strong>di</strong> documenti archivistici e riscorntripittorici e st<strong>il</strong>istici ho potutoricostruire le vicende <strong>di</strong> alcune o<strong>per</strong>epresenti nelle principali fabbriche religiose<strong>del</strong>la città <strong>di</strong> mano dei nostritre scultori, riuscendone a determinarele loro collocazioni originarie e i lorospostamenti, aiutato anche dalle testimonianzedei più atorevoli stu<strong>di</strong>osi<strong>di</strong> arte pisana, i quali hanno sentito lanecessità <strong>di</strong> testimoniare la presenza<strong>del</strong>le o<strong>per</strong>e <strong>di</strong> vari artisti nelle <strong>di</strong>versechiese pisane e ad<strong>di</strong>rittura stare in pena<strong>per</strong> o<strong>per</strong>e che più <strong>del</strong>le volte venivanoad<strong>di</strong>rittura lasciate all’abbandono,come capitò al dossale <strong>del</strong>la chiesa <strong>di</strong>San Francesco <strong>di</strong> Tommaso Pisano vistonel 1794 dal Da Morrona nella sala<strong>del</strong> Capitolo <strong>di</strong> San Francesco comeappoggio <strong>per</strong> attrezzi da lavoro e cosìtrasferito nel 1810 in Camposanto dalLasinio, luogo in cui venivano raccoltele varie testimonianze scultoree epittoriche <strong>del</strong>la grande scuola pisana.Altri documenti hanno invece r<strong>il</strong>evato,in particolare quello relativo al pagamento<strong>del</strong> monumento <strong>del</strong>l’Agnello,altre qualità dei nostri artisti comequelle architettoniche <strong>di</strong> Tommaso Pisano,<strong>il</strong> quale provvide ai <strong>di</strong>segni <strong>per</strong><strong>il</strong> palazzo <strong>del</strong>l’Agnello, fornendo cosìsolide basi a chi lo volle come ideatoreed esecutore <strong>del</strong>la cella campanaria<strong>del</strong>la celebre torre pendente.PAOLO CIAMPINIa cura <strong>del</strong>la redazione <strong>del</strong> CentroPaolo Ciampini è un artista che<strong>per</strong>corre le sua vicenda umanacon passione e fiducia, nonsempre ricambiata, nelle possib<strong>il</strong>ità<strong>del</strong>l’Uomo. La sua indagine cerca nelprofondo <strong>del</strong>l’anima, alla ricerca <strong>di</strong>quelle vibrazioni <strong>di</strong> cui è <strong>per</strong>meato <strong>il</strong>nostro intimo stato emotivo.Nel suo lavoro si avverte <strong>il</strong> recu<strong>per</strong>o<strong>del</strong>le es<strong>per</strong>ienze dei gran<strong>di</strong> incisori rivisitaticon intensa passione artistica.Il Ciampini ha elaborato una tecnicaincisoria che si avvale <strong>di</strong> passaggi <strong>di</strong>tono raffinati, con una notevole gamma<strong>di</strong> gradazioni, che vanno dai bianchipuri ai neri profon<strong>di</strong> <strong>per</strong> esploraretutti i meandri <strong>del</strong>l’anima. La sua vi-PAOLO CIAMPINIÉ nato a Montopoli in Valdarno.Diplomato all’Istitutod’Arte <strong>di</strong> Cascina (Pisa),conclude nell’89 i suoi stu<strong>di</strong>all’Accademia <strong>di</strong> Belle Arti<strong>di</strong> Firenze. Dopo molti annide<strong>di</strong>cati all’insegnamento <strong>di</strong>materie artistiche in <strong>di</strong>versiistituti italiani, <strong>di</strong>viene assistented’incisione pressol’Accademia <strong>di</strong> Belle Arti <strong>di</strong>Venezia e poi <strong>di</strong> Bologna e <strong>di</strong>Firenze. Oggi è titolare <strong>del</strong>lacattedra <strong>di</strong> tecniche <strong>del</strong>l’incisionepresso l’accademia fiorentina.Fra i riconoscimentiinternazionali segnaliamo <strong>il</strong>Terzo premio alla Biennale <strong>di</strong>Orense, nel 2000, <strong>il</strong> Gran Premioalla Biennale <strong>di</strong> Seul nel2004 e <strong>il</strong> Primo premio speciale<strong>del</strong>la giuria alla Biennale<strong>di</strong> Parigi nel 2002 dove,nella sede <strong>di</strong> V<strong>il</strong>la Me<strong>di</strong>ci, gliè stata de<strong>di</strong>cata un’importanteretrospettiva.Ha vinto altri numerosi premiinternazionali tra cui: Firstprize, 7 a e<strong>di</strong>zione “Kochi International”Triennal Exibitionof Agawa Gun Kochi-ken(Japan) 2007; The Grand PrixAward of the city of Varna,13 a International Print Biennal,Varna (Bulgaria), 2005;First Grand Prize, 4 a InternationalGraphic Triennal, 2003Bitola (Macedonia); PrixSpecial du Marie, Biennalede l’Estampe de Saint MAur:“Nature”, 2003, Paris (France);First Prize “Artoz Me<strong>di</strong>aArt Award Europe kunstfestival2002”, Fürth (Germania);First Grand Prize, 5 a BharatBhavan International Biennalof Print Art, 2001 Bhopal (In<strong>di</strong>a);First Prize Gold Medal,IV Bienal internacional deGabrado, 1996 (Premio “JulioPrieto Nes<strong>per</strong>eira”), Caixnova-Ourense(Spagna).Metenpsychosis n°1, 2004


Centro Stu<strong>di</strong> e Documentazione Andrea da <strong>Pontedera</strong>Centro Stu<strong>di</strong> e Documentazione Andrea da <strong>Pontedera</strong>Sotto da sinistra:Butterfly, 2007For ever, 2004Life memories, 2005Metenpsychosis n°1, 2004sione è un <strong>per</strong>enne e<strong>qui</strong>librio tra formae contenuto, <strong>il</strong> suo linguaggio è struggentema non romantico, è un recu<strong>per</strong>odei nostri sogni e <strong>del</strong>le nostre <strong>il</strong>lusioni<strong>per</strong> farne immagini <strong>di</strong> pregnante vitalitàme<strong>di</strong>ante una tecnica evoluta cheri<strong>per</strong>corre l’universo dei gran<strong>di</strong> artisti<strong>del</strong>la tra<strong>di</strong>zione incisoria.Paolo Ciampini è un uomo che valutal’affermazione <strong>per</strong>sonale, <strong>il</strong> suo <strong>per</strong>corsoartistico, non sugli onori ricevuti,(e ne avrebbe la possib<strong>il</strong>ità), ma sul<strong>di</strong>alogo con se stesso e sulla sua ricerca<strong>di</strong> verità.PIETRO KUFFERLESCULTORENEOCLASSICO<strong>di</strong> M. L.Sulla facciata <strong>del</strong> Duomo <strong>di</strong><strong>Pontedera</strong> in quattro nicchieaddossate alla facciata, sonostate poste negli anni intorno al1920, 4 statue in marmo o<strong>per</strong>e <strong>del</strong>loscultore Pietro Kufferle. Le statue,trovate o<strong>per</strong>e minori <strong>di</strong> proprietà <strong>di</strong>alcune famiglie locali quali i Lowley,i Degli Azioni, Francolini, Gui<strong>di</strong>,Fassorra (nipote <strong>del</strong>l’Artista).Ho verificato poi che le tracce <strong>del</strong>passaggio <strong>del</strong>lo scultore si trovanoin varie città italiane dove l’artistaha intallato vari monumenti (Pran<strong>di</strong>no-Cremona,M<strong>il</strong>ano, Padova, Pisa,<strong>Pontedera</strong>) celebrativi.Ricostruendo la sua biografia at-Pietro KufferleIl Duomo <strong>di</strong> <strong>Pontedera</strong>senza <strong>il</strong> pronaosin una foto<strong>di</strong> inizio secolo scorso1415realizzate secondo i canoni neoclassicicome tutta la facciata <strong>del</strong>la chiesa,rappresentano i 4 Evangelisti. Lestatue <strong>di</strong> onesta fattura mettono inevidenza una buona capacità tecnica,ma sono state considerate o<strong>per</strong>e<strong>di</strong> maniera, <strong>per</strong> cui la critica più attentanon se ne era mai interessata.In questi ultimi anni ho avuto occasione<strong>di</strong> occuparmi <strong>di</strong> queste statue<strong>per</strong>ché messe in relazione conaltra o<strong>per</strong>a <strong>di</strong> Kufferle nella stessachiesa: un altor<strong>il</strong>ievo <strong>di</strong>etro <strong>il</strong> fontebattesimale. Iniziate le ricerche hoavuto ben presto la sensazione chel’artista avesse avuto un <strong>per</strong>corsomolto tortuoso ma ricco rispetto allescarse notizie <strong>di</strong> cui ero in possesso.Intanto, ampliando le ricerche alterritorio <strong>del</strong>la Valdera sono state ri-Il Duomo <strong>di</strong> <strong>Pontedera</strong>come lo ve<strong>di</strong>amo oggi


Centro Stu<strong>di</strong> e Documentazione Andrea da <strong>Pontedera</strong>Centro Stu<strong>di</strong> e Documentazione Andrea da <strong>Pontedera</strong>1617I quattro evangelisti<strong>di</strong> Pietro Kufferle postisulla facciata <strong>del</strong> Duomo<strong>di</strong> <strong>Pontedera</strong>Duomo <strong>di</strong> <strong>Pontedera</strong>:fonte battesimale con unaltor<strong>il</strong>ievo <strong>di</strong> KufferleMonumento ai caduti <strong>di</strong>Kufferle, oggi <strong>di</strong>s<strong>per</strong>sotraverso varie fonti ho appreso chePietro Kufferle nacque a Verona nel1871, stu<strong>di</strong>ò scultura come allievo<strong>del</strong>lo scultore Grazioso Spazi famosoesecutore <strong>di</strong> monumenti, <strong>di</strong> scuolaneoclassica, accademica, ispirato dalCanova. Il Kufferle partì giovane daVerona, sostò in vari paesi <strong>del</strong>l’Esteuropeo e approdò a San Pietroburgoin Russia nel 1898. Rientrò in Italiadopo la Rivoluzione Russa <strong>del</strong> 1917;soggiornò a <strong>Pontedera</strong> dove si sposòe mori nell’anno 1942. Le o<strong>per</strong>e <strong>di</strong>Pietro Kufferle sono sparse in variPaesi europei, molte <strong>di</strong> queste sonoandate <strong>per</strong>dute. Le o<strong>per</strong>e realizzatein Russia prima <strong>del</strong>la rivoluzione <strong>del</strong>1917 sono <strong>di</strong> <strong>di</strong>ffic<strong>il</strong>e re<strong>per</strong>ib<strong>il</strong>ità; sipensa che molte siano state <strong>di</strong>s<strong>per</strong>secontemporaneamente agli avvenimentisuccedutisi in quel <strong>per</strong>iodo.Il fatto che abbia <strong>di</strong>retto <strong>per</strong> 16 ann<strong>il</strong>a scuola <strong>di</strong> scultura dei Paggi <strong>del</strong>loZar Nicola II° non deve certo avergiocato a suo favore con <strong>il</strong> nuovoclima politico instaurato in Russia.Il suo passaggio è stato segnalato invari Paesi: Austria, Cecoslovacchia,Svizzera, dove si presume abbia purlasciato qualche traccia <strong>del</strong> suo lavoro.Pietro Kufferle ha avuto unaformazione artistica all’interno <strong>di</strong>quel f<strong>il</strong>one neoclassico che ha avutotante sfaccettature romantiche che<strong>per</strong> alcuni si evolverà in ricercheformali deteriori e <strong>per</strong> altri resterà<strong>il</strong> punto <strong>di</strong> partenza <strong>per</strong> nuove e piùar<strong>di</strong>te es<strong>per</strong>ienze creative.Allievo <strong>di</strong> G. Spazi , fornito <strong>di</strong> una capacitàtecnica e <strong>di</strong> ab<strong>il</strong>ità non comuni,lascia tuttavia qualche <strong>per</strong>plessità<strong>per</strong> i contenuti <strong>del</strong>le sue figurazionipopuliste. I temi ricorrenti, oltre airitratti <strong>per</strong> cui ha una spiccata attitu<strong>di</strong>ne,sono spesso a carattere religiosoo agiografico (<strong>il</strong> monumento alloZar Nicola II° a Mosca). Una partenotevole <strong>del</strong>la sua produzione riguardal’arte funeraria con notevol<strong>il</strong>avori lasciati in Russia. Un esempiola tomba <strong>del</strong> consigliere Atryganieval Newskaja Lavra- San Pietroburgometa <strong>di</strong> visite <strong>del</strong>lo scrittore LeoneTolstoy che considerò l’o<strong>per</strong>a comeuna mirab<strong>il</strong>e rappresentazione <strong>del</strong>lafigura <strong>di</strong> Cristo.Un giu<strong>di</strong>zio critico sull’o<strong>per</strong>a <strong>di</strong>Kufferle non può prescindere dallavisione estetica <strong>del</strong> tempo legataall’accademismo neoclassico chedal Canova in poi aveva <strong>per</strong>meato <strong>il</strong>concetto <strong>di</strong> scultura, con <strong>il</strong> recu<strong>per</strong>o<strong>del</strong>la memoria classica, specialmentequella monumentale legata al cultodei morti e alla realizzazione deicimiteri. Dopo l’e<strong>di</strong>tto <strong>di</strong> Napoleonein cui si proibivano le tumulazioninelle chiese e nei Luoghi Pubblici; siAlcune o<strong>per</strong>e<strong>di</strong> Pietro Kufferle


Centro Stu<strong>di</strong> e Documentazione Andrea da <strong>Pontedera</strong>Centro Stu<strong>di</strong> e Documentazione Andrea da <strong>Pontedera</strong>CARLA BURGALASSICERAMISTAa cura <strong>del</strong>la redazione <strong>del</strong> CentroLe “botteghe” artigiane sono unarisorsa importante, sia <strong>per</strong> l’ac<strong>qui</strong>sizione<strong>del</strong>le tecniche artistichedegli o<strong>per</strong>atori che dal punto <strong>di</strong> vista<strong>del</strong> rapporto umano.In queste “botteghe” si s<strong>per</strong>imentavanotecniche che poi venivano ut<strong>il</strong>izzate informa industriale da <strong>di</strong>tte che con<strong>qui</strong>stavano<strong>il</strong> mercato ut<strong>il</strong>izzando queste es<strong>per</strong>ienzesenza aver finanziato la ricerca.Dal punto <strong>di</strong> vista dei rapporti umani,l’artigiano che è a contatto con <strong>il</strong> prodotto<strong>del</strong>la propria creatività e con <strong>il</strong> fruitore<strong>del</strong>l’o<strong>per</strong>a, <strong>di</strong>ffonde un senso <strong>di</strong> fiduciache <strong>il</strong> bel prodotto, curato con amore, suscitae <strong>di</strong>ffonde anche attraverso <strong>il</strong> contattoumano le conoscenze e la cognizionetecnologica.Il ceramista crea un prodotto che spessoraggiunge valenze artistiche elevate.La ceramica è un’arte antica, nella storia<strong>del</strong>l’uomo le prime terrecotte risalgonoal paleolitico e da lì fino a noi; nellaGrecia ci fu una grande produzione <strong>di</strong>ceramica <strong>di</strong>pinta con figure nere su fondorosso e viceversa. In Cina nel 700 simetteva l’invetriatura colorata che ren-CARLA BURGALASSIÈ nata e risiede a <strong>Pontedera</strong>dove svolge la professione<strong>di</strong> ceramista in via Marconcini.Diplomata pressoL’Istituto <strong>per</strong> l’Industria el’Artigianato “G. Fascetti<strong>di</strong> Pisa”. Successivamenteha insegnato <strong>per</strong> molti ann<strong>il</strong>’arte <strong>del</strong>la ceramica nellostesso istituto e in altrescuole <strong>del</strong>la provincia <strong>di</strong>Pisa.1819sv<strong>il</strong>uppò tutto un “e<strong>di</strong>ficare” attornoalle “Città dei Morti” e la sculturaebbe un impulso nell’impiego agiograficonella architettura cimiteriale.P. Kufferle allievo <strong>di</strong> G. Spazi, portòquesta sua visione estetica nelle sueo<strong>per</strong>e che ere<strong>di</strong>tano <strong>il</strong> linguaggioclassico, che <strong>per</strong> alcuni fu una prigioneda cui liberarsi verso una <strong>di</strong>versaconcezione <strong>del</strong>l’arte: anticlassicismo,antiaccademismo secondouna nuova visione estetica <strong>del</strong>leAvanguar<strong>di</strong>e <strong>del</strong> XX° secolo. Altricome Kufferle legati alla tra<strong>di</strong>zioneaccademica dettero alle loro o<strong>per</strong>eun contenuto spesso moralistico-religiosoproducendo o<strong>per</strong>e <strong>di</strong> rigoretecnico da buon artigiani restando<strong>per</strong>ò nel solco <strong>del</strong>la tra<strong>di</strong>zione neoclassica.Produzione artigiana<strong>di</strong> ceramicheL’artigianatoha una notevoleimportanza nel nostroterritorio. Le primefabbriche risalgonoal Me<strong>di</strong>oevo


Centro Stu<strong>di</strong> e Documentazione Andrea da <strong>Pontedera</strong>Centro Stu<strong>di</strong> e Documentazione Andrea da <strong>Pontedera</strong>2021deva lucide come vetro le su<strong>per</strong>fici; nelXIV° secolo, sempre in Cina si <strong>di</strong>ffuse latecnica <strong>del</strong>la porcellana. In Italia nel primoRinascimento Luca <strong>del</strong>la Robbia eseguivaaltor<strong>il</strong>ievi in terracotta invetriata.Faenza nel ‘500 era un importante centro<strong>per</strong> le maioliche. Nel ‘700 a Meissen sicreavano animali in ceramica a grandezzanaturale. Nel 1750 a Capo<strong>di</strong>monte siproducevano statuine <strong>del</strong>la “Comme<strong>di</strong>a<strong>del</strong>l’arte”, nello stesso <strong>per</strong>iodo a Sèvressi fabbricavano porcellane con i famosicolori tra i quali <strong>il</strong> bleu e l’oro.A Pisa nel Museo <strong>di</strong> San Matteo c’èuna interessante raccolta <strong>di</strong> ceramicheprovenienti dai Paesi <strong>del</strong> Megreb; collezionecurata dalla dott. Tongiorgi,ceramiche provenienti dai muri <strong>del</strong>lechiese pisane, ceramiche <strong>di</strong> originearaba che in<strong>di</strong>cano i rapporti <strong>di</strong> questacittà col mondo arabo.C’è una “bottega artigiana” ancora in attivitàin via Marroncini in <strong>Pontedera</strong> e ècondotta da Carla Burgalassi ceramistache ha alternato l’insegnamento alla produzioneartistica.EMANUELA CAVALLINI<strong>di</strong> M. L.Di Emanuela Cavallini presentiamoalcune o<strong>per</strong>e, frutto <strong>del</strong>lasua ricerca quoti<strong>di</strong>ana e altre cheprovengono dalla mostra parigina <strong>del</strong>loscorso maggio 2007. Queste o<strong>per</strong>e sono <strong>il</strong>risultato <strong>del</strong>le sue ricerche attuali, <strong>il</strong> frutto<strong>di</strong> una intensa ultima stagione vissutacon passione e lucida intenzionalità.Di Lei si può affermare che la sua creativitàè <strong>il</strong> risultato <strong>di</strong> componenti emotivee razionali dove intuizione e conoscenzasono essenziali e costituiscono la grammaticae la sintassi <strong>del</strong> suo linguaggio.Da tempo Emanuela coerente con se stessa,compie un <strong>per</strong>corso consequenziale,non concede nulla al caso e non dandonulla <strong>per</strong> scontato: <strong>il</strong> suo linguaggio coerenteè una con<strong>qui</strong>sta non da poco. Ricor<strong>di</strong>amoi bianchi e neri a grafite espressicon un linguaggio concluso, maturo epregnante in cui tutta la carica emotiva,non solo sensuale, evocava un aspettoonirico nella figurazione. In seguito <strong>il</strong><strong>per</strong>iodo <strong>del</strong>le “Rievocazioni”, gran<strong>di</strong> telecon le “sequenze”, le “spaccature”, le“ferite”, lo “strappo” e l’”angoscia”, tuttimotivi <strong>per</strong> la titolazione <strong>di</strong> una situazionefortemente emotiva.Successivamente scoprendo che nei luoghi<strong>di</strong> frequentazione a lei consueti esistevaun mondo che da lungo tempo producevascarti <strong>di</strong> una vita ormai corrosa ecorrosib<strong>il</strong>e <strong>di</strong> archeologia industriale e <strong>di</strong>concia, ha rivolto la sua attenzione a oggetti<strong>di</strong> lavoro quoti<strong>di</strong>ano <strong>del</strong>la conceria.Questi oggetti a cui mancava una <strong>di</strong>gnità,se non <strong>per</strong> la funzione specifica (le fustelle),sono stati da lei reinventati con unafunzione decorativa.La vicinanza a questi nuovi interessi hafatto sì che prendesse visione dei residui<strong>di</strong> pelli , gli “scarnicci”, scartate come funereitrofei, come soggetti <strong>di</strong> <strong>di</strong>sumanaempietà; e forse <strong>per</strong> rimuovere al fondo<strong>del</strong>l’anima un senso <strong>di</strong> colpevole in<strong>di</strong>fferenzache colpisce tutti noi al cospetto <strong>di</strong>una violenza immaginata. Li ha espostinella mostra “ Fior <strong>di</strong> pelle” come trofeinegativi <strong>di</strong> una <strong>di</strong>sumana su<strong>per</strong>bia a cu<strong>il</strong>’uomo non rinuncia; forse nell’orridoc’è qualcosa <strong>di</strong> affascinante, <strong>di</strong> decorativo,<strong>di</strong> intrigante se le varie posture <strong>di</strong>questi resti appesi al muro ci attirano <strong>per</strong>osservarli e collo<strong>qui</strong>arci.Emanuela ha da sempre un atteggiamento<strong>di</strong> ricercatrice che o<strong>per</strong>a <strong>per</strong>corsi<strong>per</strong>sonali che sembrano più scaturire darapporti fisici col <strong>di</strong>venire che da <strong>per</strong>corsicelebrali tortuosi; Lei avverte la fisicità<strong>del</strong> materiale che tratta, lo elabora, lopenetra fino a che lo sente “suo”, fino ache si esaurisce l’interesse <strong>per</strong> pensare aquello successivo.Le o<strong>per</strong>e che ha esposto alla mostra recentefatta al Fauburg Saint-Honoré allaCCIF <strong>di</strong> Parigi “Rosse Sinergie” sonouna parte <strong>del</strong>la ricerca da alcuni definitainformale che a me sembra invece <strong>di</strong>una concretezza formale eccezionale inquanto la concreta materia <strong>del</strong>le “RosseSinergie” altro non è che una visionechiara <strong>di</strong> una figurazione <strong>del</strong> mondo<strong>del</strong>le immagini <strong>del</strong>la nostra civ<strong>il</strong>tà <strong>del</strong>lacomunicazione.É nata a Santa Maria aMonte (Pisa) vive e lavora aMontecalvoli, si è <strong>di</strong>plomataall’Istituto Statale d’Arte<strong>di</strong> Cascina. HA frequentato<strong>il</strong> Magistero presso l’IstitutoStatale d’Arte <strong>di</strong> Firenze.Ha insegnato ad Ac<strong>qui</strong> Terme(Al) dal 1972 al 1978.Attualmente insegna all’IstitutoStatale d’Arte <strong>di</strong>Cascina. Ha esposto le sueo<strong>per</strong>e in numerose mostrein Italia.Nella pagina successivaIn alto; Fustellen°1,2,3,4,5,6;matite coloratee grafite su cartoneIn basso a sinistra:Fustella;suste, schiuma, stoffa,acr<strong>il</strong>icoIn basso a destra:Primavera;fustelle, schiuma,pelle, fiori artificialiSotto: Ferita


Centro Stu<strong>di</strong> e Documentazione Andrea da <strong>Pontedera</strong>Centro Stu<strong>di</strong> e Documentazione Andrea da <strong>Pontedera</strong>


Centro Stu<strong>di</strong> e Documentazione Andrea da <strong>Pontedera</strong>Centro Stu<strong>di</strong> e Documentazione Andrea da <strong>Pontedera</strong>2627Marcel Duchamp,Fountain,1916-17Tony Cragg,Barbabietole,1987APPUNTIPER UN DIBATTITO<strong>di</strong> Mario LupiGli uomini e le civ<strong>il</strong>tà che sisono succedute sulla terrahanno lasciato tracce <strong>del</strong>lapropria esistenza. La Storia indaga esegue queste tracce e le organizza <strong>per</strong>chésiano interpretab<strong>il</strong>i.Le tracce possono essere <strong>di</strong> tipo <strong>di</strong>verso:documenti scritti, o<strong>per</strong>e <strong>del</strong>l’ingegnoumano, strumenti <strong>di</strong> lavoro, oggettiquoti<strong>di</strong>ani. Un tipo <strong>di</strong> testimonianzeparticolari sono le o<strong>per</strong>e d’arte: architetture,sculture, pitture, ecc. che sono tracceparticolarmente ricche <strong>di</strong> informazionisulla vita degli uomini che ci hannopreceduto. Queste o<strong>per</strong>e non hanno solouna funzione pratica ma esprimono soprattuttol’esigenza intima e sentimentale<strong>del</strong>l’uomo e <strong>del</strong> suo atteggiamentoverso la vita e <strong>il</strong> mondo. Queste o<strong>per</strong>ea volte ci presentano lo st<strong>il</strong>e <strong>per</strong>sonale<strong>di</strong> un in<strong>di</strong>viduo a volte gli orientamenticulturali <strong>di</strong> una comunità. La Storia<strong>del</strong>l’Arte organizza, stu<strong>di</strong>a, interpretale componenti <strong>di</strong> ogni o<strong>per</strong>a artisticain<strong>di</strong>viduando <strong>il</strong> suo Autore, analizzandole componenti st<strong>il</strong>istiche, accerta <strong>il</strong><strong>per</strong>iodo storico in cui è stata prodotta .La Storia <strong>del</strong>l’Arte è <strong>qui</strong>n<strong>di</strong> un raccontovisivo nel quale l’uomo racconta <strong>di</strong> sénelle varie epoche storiche e <strong>di</strong> come hamo<strong>di</strong>ficato le proprie esigenze sociali e ivalori culturali e spirituali.L’Arte e gli artisti. Il concetto <strong>di</strong> “bello”varia secondo i tempi. Il concetto <strong>di</strong>“Arte” varia secondo i tempi. Se oggiio mi domando che cosa è l’Arte, nonposso che dare la stessa risposta cheho sempre dato: “…è una visione appassionata<strong>del</strong>la nostra vita”, qualunquesia <strong>il</strong> mezzo con cui mi esprimo,questo è <strong>il</strong> concetto base. Oggi <strong>per</strong>ò, <strong>il</strong>concetto <strong>di</strong> “Arte” non ha più lo stessovalore che ha avuto nella Storia <strong>del</strong>l’Artefino al secolo scorso. Viviamoin un’ epoca in cui le valutazioni sulprodotto <strong>del</strong>l’ingegno umano sono in<strong>di</strong>pendentidai valori estetici, storici,etici, a volte anche creativi.Vorrei a questo proposito proporre alcunispunti <strong>di</strong> riflessione <strong>per</strong> iniziareun <strong>di</strong>battito che <strong>di</strong>a motivo <strong>di</strong> un qualchechiarimento e anche una chiaveinterpretativa finalizzata all’EducazioneArtistica che è lo scopo <strong>di</strong> questoBollettino.Nel “momento” che stiamo vivendosembra siano stati <strong>per</strong>si i punti <strong>di</strong> riferimento<strong>di</strong> lettura <strong>del</strong>l’o<strong>per</strong>a d’Arte:a) Il riconoscimento <strong>del</strong>la figurazione(cioè <strong>il</strong> fatto, i <strong>per</strong>sonaggi, l’ambiente).b) La lettura <strong>del</strong>le funzioni estetiche (la linea, l’e<strong>qui</strong>librio, la composizione,<strong>il</strong>ritmo,l’atmosfera). c) Il riconoscimentovaga, talvolta nasconde una creativitàassente o casuale. In contemporanea leAvanguar<strong>di</strong>e storiche procedevano, pursu strade <strong>di</strong>verse, creando un humus <strong>per</strong>un’Arte astratta rifiutando ogni criterioestetico tra<strong>di</strong>zionale ma procedevano<strong>per</strong>ò concettualmente, <strong>di</strong>rei quasi razionalmentecon un’espressione legata al<strong>di</strong>venire <strong>del</strong>la critica e all’estetica pseudocrociana.Negli anni 2000, se<strong>di</strong>mentataogni es<strong>per</strong>ienza <strong>di</strong> quella stagione<strong>di</strong> contrasti, ma <strong>di</strong> grande impegno culturale, si è via via lasciato scivolare <strong>il</strong>concetto <strong>di</strong> Arte intesa come espressionepoetico-culturale in un populismoartistico a cui anche i Movimenti progressisti,<strong>per</strong> incapacità o incompetenzahanno approdato, dando forma a ungrumo pest<strong>il</strong>enziale <strong>di</strong> attività “pseudoculturali”gabellate <strong>per</strong> attività culturali,approdando a programmi indefinib<strong>il</strong>i inaltri mo<strong>di</strong> se non come “populismo inarte”. Lo spontaneismo creativo è passatodalla destra alla sinistra.Lo spontaneismocreativo, e <strong>per</strong> certi versi l’alibiinformale cosi adatto a mistificare insipienseartistiche può dare la paternità aproduzioni insulse <strong>di</strong>sorientando.L’affievolirsi dei valori tra<strong>di</strong>zionali haportato ad un in<strong>di</strong>vidualismo esa<strong>per</strong>ato<strong>per</strong> cui ognuno è depositario <strong>di</strong> un con<strong>del</strong>latecnologia. d) I rapporti nell’ambitoculturale e storico. Tutto questo èormai relativo; <strong>il</strong> prodotto “artistico”è ormai considerato un prodotto economico,commerciab<strong>il</strong>e, e a questi parametrisi riferiscono i riconoscimenti<strong>del</strong>l’”artisticità”.L’ “Artista” espone un oggetto banalenella consuetu<strong>di</strong>ne umana, solo <strong>per</strong><strong>il</strong> fatto che lo evidenzia è un oggettoartisticamente importante, ma a <strong>di</strong>fferenzadegli “oggetti” esposti da MarcelDuchamp, che avevano un loro collocamentonella <strong>di</strong>alettica storica <strong>del</strong> momento,cent’anni dopo <strong>il</strong> valore idealee la motivazione che aveva valore inquell’epoca sono caduti. Resta solo ungioco a cui i mercanti sono i più sensib<strong>il</strong>i.E l’”Artista” quali re<strong>qui</strong>siti lo fannodefinire tale, chi e che cosa lo certifica?Il mercato? Forse i <strong>di</strong>plomi <strong>di</strong>stribuiti apiene mani ai più? Vi è oggi una giustificazioneteorica, ideale, estetica, alla banalità<strong>del</strong>l’oggetto esposto? Il concetto<strong>di</strong> mercato sta corrompendo un settoretra i più pregiati.Con quali criteri si stab<strong>il</strong>iranno le o<strong>per</strong>evalide e degne <strong>di</strong> restare a testimoniare<strong>per</strong> <strong>il</strong> futuro? E’ proprio questo <strong>il</strong>concetto? Non resterà che una testimonianzache non testimonia. Dobbiamodefinire certi “Artisti” come “produttori”<strong>di</strong> O<strong>per</strong>e come si usava definirlifino a ieri, creativi, ricercatori, idealisti,progettisti, ecc., ecc., o come “produttori”tout-court ?Cerchiamo <strong>di</strong> vedere storicamente lanostra attuale cultura artistica che <strong>per</strong>meai soggetti e gli Enti: c’è stato un<strong>per</strong>iodo, <strong>di</strong>ciamo dal dopoguerra aglianni ’80, in cui la stragrande produzioneartistico-culturale si è identificata comeposizione in un area m<strong>il</strong>itante, vuoi <strong>per</strong>un fatto ere<strong>di</strong>tario <strong>del</strong>l’antifascismo,vuoi <strong>per</strong> la concezione positivista <strong>del</strong>lacultura storicamente espressa in quelmomento,sostenuta dai libri <strong>di</strong> UmbertoBarbaro, dalle intuizioni <strong>di</strong> GeorgesLukasc, poi <strong>di</strong> Antonio Banfi in “F<strong>il</strong>osofia<strong>del</strong>l’arte” (ed. Riuniti) in cui l’azionecreativa è legata all’idea in contrapposizioneallo spontaneismo in cui l’idea,Marcel Duchamp,Scolabottiglie,1914Per i dadaisti qualsiasioggetto può <strong>di</strong>ventare“o<strong>per</strong>a d’arte” se lo sietichetta come tale.Michel Goulet,Mob<strong>il</strong>i,1987


Centro Stu<strong>di</strong> e Documentazione Andrea da <strong>Pontedera</strong>Centro Stu<strong>di</strong> e Documentazione Andrea da <strong>Pontedera</strong>2829Marcel Duchamp,Ruota <strong>di</strong> bicicletta,1913Per i dadaisti l’o<strong>per</strong>a d’artenon è importante in quantotale, ma soltanto <strong>per</strong>chépuò suscitare una riflessione.Il Ready-made (giàpronbto) è proporre comeo<strong>per</strong>a d’arte un oggetto giàpronto senza riferimenticetto <strong>di</strong> Arte e cultura legato all’”ego”senza componenti <strong>di</strong> altro tipo. In questoin<strong>di</strong>vidualismo esas<strong>per</strong>ato l’ideavaga <strong>di</strong> Arte e cultura si lega allo spontaneismo<strong>per</strong> una “creatività assente” opeggio un “deja vu” riciclato e ripropostocome ricerca autentica. L’azionecreativa è legata all’idea.In un articolo sui giornali l’ex soprintendentealle Belle Arti <strong>di</strong> Firenze eora responsab<strong>il</strong>e <strong>del</strong>le O<strong>per</strong>e Vaticane,Paolicchi, parlando <strong>di</strong> avvenimenticome le gran<strong>di</strong> mostre, scriveva chequeste vanno ripensate in un contestoin cui la scientificità sia curata e la fruizionesia <strong>di</strong>datticizzata altrimenti c’è<strong>il</strong> rischio che tutto ciò serva solo agliorganizzatori. E’ chiaro che mentre sisv<strong>il</strong>uppavano queste tendenze artistichetra figurativi e informali <strong>di</strong> varie <strong>di</strong>ramazioni,ampi spazi si sono riempiti<strong>di</strong> “Artisti” o pseudo tali senza ideali emotivazioni estetiche che con le loroazioni <strong>di</strong>sorientano e <strong>di</strong>seducano unpubblico attento. Vogliamo un’Arteche abbia un senso nella nostra vita oun “trastullo” come <strong>di</strong>cono i citta<strong>di</strong>niriferendosi ad alcune o<strong>per</strong>e in giro <strong>per</strong>la città? Dobbiamo, poi, se vogliamo<strong>fare</strong> o<strong>per</strong>a educativa, <strong>fare</strong> attenzioneanche al linguaggio che ado<strong>per</strong>iamo<strong>per</strong>ché i<strong>per</strong>bole e frasi sbagliate nonfavoriscono la comprensione.Ho sentito più volte, negli interventifatti alle mostre d’arte, parlare <strong>del</strong> concetto<strong>del</strong> “bello”. Credevamo ormai chequesta parola tanto cara nell’Ottocentofosse ormai desueta, cancellata dallaAvanguar<strong>di</strong>e <strong>del</strong> Novecento proponendol’o<strong>per</strong>a d’Arte come documentosvincolata, dal solo giu<strong>di</strong>zio estetico<strong>per</strong> cui parlar <strong>del</strong> “bello” era un parlarretorico. Il concetto <strong>di</strong> “classico” e “accademico”hanno <strong>per</strong>so ogni significatoin una realtà globalizzata in Arte comein altro ambito, <strong>per</strong> cui dobbiamo adottareun nuovo linguaggio sia nelle attivitàd’Arte tra<strong>di</strong>zionali come la pitturao nelle attività contemporanee come lacomputer-art, ecc.Non si può gustare nella sua pienezzal’Arte contemporanea se non si è fatto<strong>il</strong> <strong>per</strong>corso culturale che la giustifica.L’Arte contemporanea non è un fattoa se stante, ma <strong>il</strong> prodotto <strong>di</strong> correnti<strong>di</strong> pensiero, es<strong>per</strong>ienze, creatività chesi è andate sv<strong>il</strong>uppando su precedentimovimenti che hanno le loro ra<strong>di</strong>cinella Storia <strong>del</strong>l’Arte dei secoli precedenti.L’Arte contemporanea è <strong>il</strong> frutto<strong>di</strong> precedenti es<strong>per</strong>ienze svoltesi inun’attività <strong>di</strong> ricerca sui concetti, suimateriali, sui linguaggi in un’ epoca incui la tecnologia s<strong>per</strong>imenta nuovi materiali,nuove forme <strong>di</strong> comunicazionee nuovi co<strong>di</strong>ci si pongono nel campopiù vasto <strong>del</strong>la comunicazione globale.Tutto questo è un fenomeno complessodove è <strong>di</strong>ffic<strong>il</strong>e in<strong>di</strong>viduare le variecorrenti <strong>per</strong>ché è un fenomeno ancorain corso. Resterà ciò che vale.Una attività nel campo <strong>del</strong>le arti visivepuò essere espletata anche dagli EntiPubblici se vi è chiarezza <strong>di</strong> idee sullafunzione che può avere questa attività equale sia lo scopo e le finalità. La cittàsi è dotata <strong>di</strong> un considerevole numero<strong>di</strong> o<strong>per</strong>e che caratterizzano angoli espazi mo<strong>di</strong>ficando l’arredo urbano conelementi che lo caratterizzano. Sceltespontanee o <strong>di</strong>sorganiche. La scelta <strong>di</strong><strong>fare</strong> o non <strong>fare</strong> una determinata azionein campo culturale è consequenzialead una visione o a un’ idea che abbiamo<strong>del</strong>le cose . scelta che avviene dentroun programma stab<strong>il</strong>ito o una lineada seguire. Non sono riuscito a vederequesta linea e non si è <strong>per</strong>cepita se nonuna attivazione <strong>di</strong> varie scelte empirichenon giustificate da un concettochiaro che abbia un logico <strong>di</strong>venirestorico-artistico. Questo non vuol <strong>di</strong>reche l’espressione artistica sia <strong>di</strong>venutaun‘empirica attività giustificab<strong>il</strong>e solocon la teatralità scenografica narcisisticache ignora ogni legame con l’ambientee con la storia (essere privi <strong>di</strong>senso critico non è una colpa, ma unpo’ <strong>di</strong> ironia, oltretutto è importante enecessaria). Come giustificare o sostenere<strong>di</strong>aletticamente certe scelte chevanno dalla statua d’Autore ( Cascella,Vangi) a certe infant<strong>il</strong>i manifestazionid’”arredo urbano” ?L’alibi <strong>di</strong> testimoniare <strong>il</strong> tempo <strong>del</strong>lein<strong>qui</strong>etu<strong>di</strong>ni o quello <strong>di</strong> un’avventua,un viaggio immaginario e fantasiosonell’arte contemporanea non può giustificarenulla.Alcune note sulle iniziative “artistiche”che hanno coinvolto la scuola:alcuni artisti e alcuni critici molto favorevoliall’iniziativa in pubblico, conpareri contrari in privato. Si è teorizzatoche l’Artista prenda <strong>per</strong> manogli allievi e forse immaginando l’oggetto,sbrogliando un f<strong>il</strong>o ci si avviciniall’Arte. Si crede che <strong>il</strong> contattaregli artisti educhi all’arte, è vero soloin parte <strong>per</strong>ché c’è <strong>il</strong> <strong>per</strong>icolo che i ragazzisi mo<strong>del</strong>lino sul <strong>per</strong>sonaggio e l’“es<strong>per</strong>ienza culturale <strong>di</strong> prima mano”si trasformi in <strong>di</strong>sorientamento. Il <strong>per</strong>sonaggio<strong>per</strong> sua natura impone la suavisione come si è visto con l’officine<strong>di</strong> vari artisti presenti. Per avvicinarei ragazzi all’arte è necessario proporreloro esempi che abbiano la facoltà e lame<strong>di</strong>azione <strong>del</strong>l’educatore, la <strong>di</strong>dattica<strong>del</strong>l’Arte segue strade <strong>di</strong>verse: conoscenza,informazione, tecnologie chesolo un docente può fornire. Educarliallo spontaneismo vuol <strong>di</strong>re affossare<strong>per</strong> sempre la possib<strong>il</strong>ità <strong>di</strong> <strong>di</strong>ventareproduttori coscienti <strong>di</strong> o<strong>per</strong>e creative.C’è da chiedersi: la cultura e l’arteconcepita come “visione appassionata<strong>del</strong>la nostra vita” non ha più ragione<strong>di</strong> essere? La nostra storia, la f<strong>il</strong>osofiache ha ra<strong>di</strong>ci nell’Illuminismo, nel Positivismo,nel Realismo, nelle Avanguar<strong>di</strong>e,nei Movimenti <strong>del</strong> PrimoDopoguerra e Secondo Dopoguerra,cre<strong>di</strong>amo sia stata tutta un’<strong>il</strong>lusione? Si ac<strong>qui</strong>sisce solo la f<strong>il</strong>osofia <strong>del</strong>la“<strong>di</strong>mensione interiore”, <strong>del</strong>l’emotività? Questo si presta ai più banali giochidove l’originalità ad ogni costo <strong>di</strong>venta<strong>il</strong> segno <strong>di</strong>stintivo <strong>del</strong>l’artista.Ubi fluxus ibi motus,O<strong>per</strong>a collettiva,1990“Il suo spiritoanti-storicistico. Un’arteche non ama la cronologiao l’idealità”“Nel riciclare <strong>il</strong> quoti<strong>di</strong>anola possib<strong>il</strong>ità <strong>del</strong>lasopravvivenza culturale”Andy Warhol,Dittico <strong>di</strong> Mar<strong>il</strong>yn,1964Niki De Saint Phalle,L’albero dei serpenti,1979(3 tarocchi)Il Giar<strong>di</strong>no dei Tarocchi:“la vita è una festa ad untavolo <strong>di</strong> gioco, allorasiamo invitati a giocare”.


Centro Stu<strong>di</strong> e Documentazione Andrea da <strong>Pontedera</strong>Centro Stu<strong>di</strong> e Documentazione Andrea da <strong>Pontedera</strong>“BABBE”a cura <strong>del</strong>la redazione <strong>del</strong> CentroSe vogliamo capire le o<strong>per</strong>e <strong>di</strong> GiorgioDal Canto, <strong>il</strong> popolare “Babbe”,bisogna cominciare dal principio,cioè dall’artista-artigiano.Le o<strong>per</strong>e <strong>di</strong> “Babbe” non sono nate<strong>per</strong> caso ma si sono sv<strong>il</strong>uppate ne<strong>il</strong>unghi anni <strong>del</strong> suo lavoro manuale<strong>di</strong> decoratore su vetro che gli haconsentito <strong>di</strong> sv<strong>il</strong>uppare la sua capacitàgrafica nella ricerca <strong>del</strong>la <strong>per</strong>-fezione <strong>del</strong>la linea e <strong>del</strong>le forme. Illungo appren<strong>di</strong>stato tecnico ha datoinfatti a “Babbe” la sicurezza graficae la padronanza <strong>del</strong>la forma, nonultima una sicura capacità creativa.Capacità creativa che lui ha nutritocon un suo ideale populista che lo haportato ad assorbire dal vivere quoti<strong>di</strong>anoi suoi soggetti ispiratori.“Babbe” nelle sue o<strong>per</strong>e ha sempreportato un sentimento <strong>di</strong> ribellioneverso <strong>il</strong> Potere costituito, ha semprescelto <strong>di</strong> stare tra i <strong>per</strong>denti, non <strong>per</strong>masochismo, ma <strong>per</strong> intima convinzione<strong>di</strong> stare dalla parte giusta pursapendo che è <strong>per</strong>dente.Non risparmia critiche alla sua “Parte”,quasi acefala o animalescamentegiuliva quando questa si genufletteal “Bombetta”, cioè al Potere. Nonvoglio <strong>per</strong>ò collocare la sua pitturanel ristretto ambito <strong>di</strong> un ghetto <strong>di</strong>“arte sociologica”, <strong>per</strong>chè la visione<strong>di</strong> ampio respiro che traspare dallesue o<strong>per</strong>e <strong>di</strong>viene motivo <strong>di</strong> su<strong>per</strong>a-mento <strong>di</strong> ogni richiamo al momentocontingente <strong>per</strong> assumere un valore<strong>di</strong> grande significato d’arte.E’ stato scritto <strong>del</strong>la “provocazione”<strong>del</strong>le sue o<strong>per</strong>e. Io non credo chesiano provocazioni. “Babbe” prendeatto <strong>di</strong> una realtà e la fa vedere,magari con ironia o con commiserazione,mai con cattiveria. E’ l’artistache crede in ciò che “<strong>di</strong>ce” e inciò che “fa”. E’ la normalità <strong>di</strong> ogniuomo che “pensa”.Città, litografia3031Città, litografiaTorre a Pisa, litografia


Centro Stu<strong>di</strong> e Documentazione Andrea da <strong>Pontedera</strong>Centro Stu<strong>di</strong> e Documentazione Andrea da <strong>Pontedera</strong>LUIGI LOSCALZONato ad Accettura (MT), viveed o<strong>per</strong>a a <strong>Pontedera</strong> (PI) invia Tosco Romagnola, 169/a.Ha tenuto numerose mostre<strong>per</strong>sonali in varie città italiane.Ha partecipato a rassegnee concorsi <strong>di</strong> pittura ricevendopremi e segnalazioni inmerito. Le sue o<strong>per</strong>e si trovanoin collezioni pubblichee private in Italia e all’estero.Quoti<strong>di</strong>ani e riviste specializzatesi sono interessate al suolavoro con servizi <strong>di</strong> cronacae recensioni critiche.A destra: Ferita, olioNelle pagine successive:Collina e papaveri, olio;Aspettando <strong>il</strong> sereno, olio;Senza titolo, olio;Senza titolo, olioSotto:Sognando <strong>il</strong> sereno, olio<strong>di</strong> M. L.UN PITTOREA PONTEDERALuigi Loscalzo da anni <strong>per</strong>correcon impegno e fatica una stradache lo ha condotto alla produzione<strong>del</strong>le attuali figurazioni pittoriche.Giunto alla pittura con <strong>il</strong> suobagaglio <strong>di</strong> immagini e ricord<strong>il</strong>egati alla sua terra d’origine, laLucania, al suo paese Accettura,<strong>di</strong> cui <strong>per</strong> fortuna non è mairiuscito a liberarsi, ha dato vitaoggi ad una figurazione che hara<strong>di</strong>ci antiche ma un’espressione<strong>di</strong> largo respiro che ci ha favorevolmentesorpreso.Si avverte ancora <strong>il</strong> suo attaccamentoalla terra, alla naturale bellezza<strong>del</strong>la vita agreste, alla poesia<strong>di</strong> un fiore, <strong>di</strong> una farfalla, alcolore rosso-papavero nel campoampio <strong>del</strong> paesaggio.Le forme, dalle iniziali riproduzionifigurali, si sono d<strong>il</strong>atate,ampliate, colorate, mantenendo<strong>per</strong>ò nell’intimo <strong>il</strong> ricordo <strong>del</strong> sole, <strong>del</strong>mare, <strong>del</strong>le piante. Si avverte come luistesso sia in simbiosi con le sue tele,come una cornucopia piena d’amore.Luigi Loscalzo ha avuto un <strong>per</strong>corso<strong>di</strong> vita, <strong>di</strong> impegno e fatica nel campoartistico ed è la sua caparbietà a risultarevincente in un campo, la pittura,dove non si può mistificare.3233


Centro Stu<strong>di</strong> e Documentazione Andrea da <strong>Pontedera</strong>LA “BOTTEGA”ARTIGIANA<strong>di</strong> M. L.Nel Me<strong>di</strong>o Evo la “bottega” artigiana,dove l’artigiano insegnavaai <strong>di</strong>scepoli le arti meccaniche,aveva una funzione <strong>di</strong>datticae spesso in quelle “fucine” si forgiavanoingegni che hanno fatto meraviglie<strong>per</strong> <strong>il</strong> Genere Umano.La “bottega” è stata fondamentale <strong>per</strong>chéle conoscenze ac<strong>qui</strong>site dal magister“capomastro” (detentore <strong>del</strong>le conoscenzeac<strong>qui</strong>site) venivano trasmesseai <strong>di</strong>scepoli e agli ere<strong>di</strong> che a loro voltaaccrescvano <strong>il</strong> patrimonio <strong>del</strong>le conoscenzeadeguandolo ai tempi nuovi efacendo sì che i sa<strong>per</strong>i fossero semprepiù ampi e le tecniche più raffinate.Oggi nel mondo occidentale, in quello<strong>del</strong>l’economia <strong>di</strong> mercato, <strong>di</strong> un capitalismoselvaggio, non è più possib<strong>il</strong>el’esistenza <strong>del</strong>la “bottega” artigianache anche noi all’inizio <strong>di</strong> questo secoloabbiamo conosciuto. Oggi i “fastfood”, la fretta, la su<strong>per</strong>ficialità chequesta civ<strong>il</strong>tà ci propone non consentepiù momenti <strong>di</strong> riflessione, <strong>di</strong> approfon<strong>di</strong>mentopropri <strong>di</strong> un lavoro curatocon gusto e attenzione proprio <strong>del</strong>la“bottega” artigiana.E’ vero <strong>per</strong>ò che esiste ancora qualchesu<strong>per</strong>stite che ha fatto <strong>del</strong>la sua “bottega”uno scrigno <strong>di</strong> conoscenze, unafucina <strong>di</strong> intelligenze e capacità cheancora o<strong>per</strong>a nella contemporaneità.Gustavo Lanini, artigiano falegnameGustavo LaniniLoris Lanini e alcune<strong>del</strong>le sue o<strong>per</strong>e:Paesaggio, 1963(particolare) e Figuraspagnola, 1972


Centro Stu<strong>di</strong> e Documentazione Andrea da <strong>Pontedera</strong>Loris Lanini,Visione marina, 1978e musicista sceso a <strong>Pontedera</strong> dalla natiaMarti è stato <strong>il</strong> capostipite <strong>di</strong> unafamiglia <strong>di</strong> artisti che molto hannodato a questa città <strong>per</strong> <strong>il</strong> loro ingegnoe la loro sensib<strong>il</strong>ità in campo artistico.Il figlio <strong>di</strong> Gustavo, Loris Lanini mo<strong>del</strong>lista,liutaio,eccellente pittore è statoun eclettico artista che ha <strong>per</strong>corsomolti aspetti <strong>del</strong>la capacità creativa incampi <strong>di</strong>versi: i suoi violini suonanoin tutto <strong>il</strong> mondo; pittore intuitivo <strong>di</strong>grande sensib<strong>il</strong>ità, ha lasciato o<strong>per</strong>e <strong>di</strong>ampio respiro che travalicano i confiniprovinciali <strong>di</strong> una produzione locale.La lunga consuetu<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> questa famigliacon le cose d’arte, non potevache produrre <strong>per</strong>sonalità impegnateche <strong>di</strong> padre in figlio, quasi <strong>per</strong> ere<strong>di</strong>tàgenetica, si sono passati <strong>il</strong> testimone<strong>del</strong>la creatività.Il nipote <strong>di</strong> Gustavo, figlio <strong>di</strong> Loris,Paolo Lanini, ottimo pittore e artigiano<strong>di</strong> raffinate capacità, ha ere<strong>di</strong>tatodal padre e dal nonno <strong>il</strong> mestiere <strong>di</strong>mo<strong>del</strong>lista e pittore che ancora esercitacon passione e professionalità.3637Violino costruito da LorisLanini. Foto con de<strong>di</strong>ca:“Al giovane liutaio LorisLanini con ammirazione,Fanfulla Lari, Firenze 20ottobre 1978”


Centro Stu<strong>di</strong> e Documentazione Andrea da <strong>Pontedera</strong>Centro Stu<strong>di</strong> e Documentazione Andrea da <strong>Pontedera</strong>Civ<strong>il</strong>tà passate,cm. 46 x 64GIOACCHINO CALLONIE’ nato a Ponsacco nel 1933 dove risiede;<strong>il</strong> suo stu<strong>di</strong>o é a <strong>Pontedera</strong> in via dei VecchiMacelli. Pittore attivo in passato anchea Ceppato (Casciana Terme), vanta unvasto curriculum, con mostre e riconoscimentiin ambito regionale e nazionale. Lesue o<strong>per</strong>e sono presenti in raccolte pubbliche e private in Italia eall’estero. Di lui hanno scritto critici d’arte e giornalisti, tra cuiSalvatore Amodei, Giulio Panzani, Orazio Pettinelli, Luigi Servolini etc. SalvatoreAmodei cosi scrive: “Calloni riesce a sintetizzare, nei suoi quadri, la realtá qualeche sia <strong>il</strong> soggetto prescelto, un grande esempio <strong>di</strong> felicitá espressiva e <strong>di</strong> raggiuntamaturitá... Una pittura ancorata alla realtá, dove <strong>il</strong> colore tende a soli<strong>di</strong>ficare cosee <strong>per</strong>sone”.Pren<strong>di</strong>amo ora in esame Coloro che si sono aggiuntisuccessivamente al gruppo <strong>del</strong> “ Club pittori cascianesi”BRUNERO BERNARDININato nel 1930, é residente a Parlascio<strong>di</strong> Casciana Terme (Pisa).Non piú giovanissimo si é de<strong>di</strong>cato<strong>per</strong> d<strong>il</strong>etto alla pittura. Hapartecipato a rassegne e mostrecollettive provinciali conseguendoconsensi <strong>di</strong> pubblico e critica. Le sue o<strong>per</strong>e figurano in <strong>di</strong>verse collezioni pubblichee private. “I suoi riferimenti pittorici sono quelli <strong>del</strong>la tra<strong>di</strong>zione labronica e <strong>del</strong>lapittura dal vero. 1 suoi <strong>di</strong>pinti si basano sul riscatto <strong>del</strong>le profon<strong>di</strong>tá prospetticheche sublimano evocativamente la realtá contingente.”Natura morta,olio su tavola4445Un sorriso in più,1996, olio su tela,cm. 25 x 35,collezione privataGirasoli,1982, acr<strong>il</strong>ico su tavola,cm. 50 x 70Devolution,2004, tecnica mista,cm. 50 x 70,collezione privataGIAMPIERO DEL PICCHIANato nel 1936 a Pisa, risiede in PiazzaGaribal<strong>di</strong> a Casciana Terme (Pisa). Auto<strong>di</strong>datta,si é formato pittoricamente neglianni ‘60 a contatto con i pittori MarioTamburini e Dino Banchelli. Ha partecipatoa molteplici esposizioni provinciali eregionali, riportando unanimi consensi <strong>di</strong> pubblico e <strong>di</strong> critica.Le sue o<strong>per</strong>e sono presenti in numerose collezioni pubbliche eprivate regionali e nazionali. “Pittore chiaramente figurativo, attento alla realtáambientale e sociale, che interpreta in chiave <strong>per</strong>sonale con una certa tendenzamacchiaiola, ora <strong>per</strong>vasa da humor; ora da una velata malinconia”.LUCA GHERARDINato nel 1952 a Casciana Terme (Pisa), dove risiede invia <strong>del</strong> Commercio Sud e lavora come architetto. Le suemostre sono state numerose fino agli anni ‘80, con premiconseguiti a livello regionale e nazionale, le sue o<strong>per</strong>efigurano in collezioni pubbliche e private. Di lui hannoscritto molti critici d’arte, tra questi Italo Carlo Sesti su“Scena Illustrata”, Luciano Marrucci, Pier Orlando Martini, etc. Luciano Marrucciscrive <strong>di</strong> lui: “Le tele <strong>di</strong> Gherar<strong>di</strong> ci offrono or<strong>di</strong>ticromatici e passaggi tonali fortemente caratterizzati dauna vitalitá che giunge a riscattarli da un gioco aridamentegeometrico fino a dare animazione a forme che esistono inquanto sono rappresentate e come rivissute dall’artista”.AFRICANO PAFFINato nel 1938 a Pisa, risiede a Casciana Terme, con stu<strong>di</strong>o inPiazza Martiri <strong>del</strong>la Libertá. Docente <strong>di</strong> Linguaggi visivi e Storia<strong>del</strong>l’Arte nei Licei, ha o<strong>per</strong>ato in piu settori <strong>del</strong>le arti visive. Ilsuo curriculum <strong>per</strong>sonale é ricco <strong>di</strong> riconoscimenti, le sue o<strong>per</strong>esi trovano presso collezioni pubbliche e private in Italia e all’estero.Hanno scritto <strong>di</strong> lui Nicola Micieli, Salvatore Amodei, JolandaPietrobelti, Dino Carlesi, Riccardo Ferrucci, Giulio Panzani etc. RosaGalli Pellegrini scrive <strong>di</strong> lui: “In queste recenti o<strong>per</strong>e, l’artista su<strong>per</strong>a larappresentazione realistica, <strong>per</strong> inserire su <strong>di</strong> esse un <strong>di</strong>scorso concettualeispirato all’oggetto quoti<strong>di</strong>ano o all’elemento naturale, coniugando nell’o<strong>per</strong>a<strong>il</strong> movimento <strong>del</strong> fondo con la fissitá <strong>del</strong>l’oggetto. II risultato creaun’unione inusuale e ossimorica <strong>del</strong> leggero e <strong>del</strong> pesante, <strong>del</strong> mob<strong>il</strong>e e<strong>del</strong>lo statico, in relazione alla sua <strong>per</strong>sonale ricerca espressiva”.FRANCO DEL PICCHIANato nel 1937 a Casciana Terme(Pisa), dove vivc e risiede in viale<strong>del</strong>la Vittoria. La sua principaleatíivitá è stata quella <strong>del</strong>l’artigianatoartistico (decorazione suvetro e cartellonistica). Dal 1999 si è de<strong>di</strong>cato con entusiasmoalla pittura ottenendo riconoseimenti e consensi <strong>di</strong> pubblico e critica. Le sue o<strong>per</strong>e sitrovano prevalentemente in collezioni private. “II suo linguaggio espressivo é preciso,<strong>per</strong>meato <strong>di</strong> reminescenze st<strong>il</strong>istiche ispirate alla pittura postmacchiaiola. Le suepiú recenti o<strong>per</strong>e raggiungono una gradevolezza espressiva grazie all’ac<strong>qui</strong>sizione<strong>di</strong> nuovi valori tonali”.ANNA MARYNOWSKANata nel 1960 a Wroclaw in Polonia, vive e o<strong>per</strong>a a CascianaTerme in via Cavour. Inizialmente pittrice, dopo la formazioneac<strong>qui</strong>sita in Polonia, si é de<strong>di</strong>cataall’arte <strong>del</strong> vetro ed é riuscita concreativitá ad elaborare nuove soluzioni,attingendo da uno stu<strong>di</strong>o attento sulleo<strong>per</strong>e me<strong>di</strong>evali, rinascimentali fino alle piú moderne ricercheespressive e tecniche <strong>del</strong>l’Art Nouveau. “La sua produzioneartigianale é un cosciente recu<strong>per</strong>o <strong>di</strong> st<strong>il</strong>i <strong>di</strong> epoche <strong>di</strong>verse ecronologicamente <strong>di</strong>stanti; tuttavia rielaborate con un <strong>per</strong>sonalelinguaggio espressivo ricco <strong>di</strong> insoliti ma gradevoli accostamenticromatici”.UBALDO SGHERRINato nel 1938 a Livorno, vive e o<strong>per</strong>a a Casciana Termein via Vecchia Pontederese. Si é de<strong>di</strong>cato<strong>per</strong> hobby alla tarsia lignea sindall’adolescenza. Dal 1980 partecipaa mostre collettive provinciali e regionali,comprcsa la “Via <strong>del</strong>l’Arco”ottenendo consensi e riconoscimenti critici. “Gli intars<strong>il</strong>ignei <strong>di</strong> Ubaldo Sgherri sono la testimonianza <strong>di</strong> una <strong>per</strong>iziatecnica ac<strong>qui</strong>sita dopo un lungo appren<strong>di</strong>stato, cheprosegue la tra<strong>di</strong>zione artigianale creando con le propriemani gli strumenti adatti alla realizzazione creativa”.Quercione al tramonto,olio su tavola,cm. 20 x 34,collezione privataGrisaglie,pittura fuoco altoIntarsio,1998,cm. 50 x 70,collezione privata


Centro Stu<strong>di</strong> e Documentazione Andrea da <strong>Pontedera</strong>L’ALMANACCO<strong>di</strong> Benozzo Gianetti4647BENOZZO GIANETTIInsegnante elementare inpensione, ha svolto la suaattività professionale nellescuole <strong>di</strong> Pisa e <strong>di</strong> Ponsacco.Ricercatore e stu<strong>di</strong>oso <strong>di</strong> storialocale, ha pubblicato quattrolibri su Casciana e le sueacque termali.Ha curato <strong>per</strong> la Casa E<strong>di</strong>triceCLD libri l’ “Odeporico<strong>per</strong> le Colline Pisane” <strong>di</strong> GiovanniMariti, nove volumiannotati e <strong>il</strong>lustrati.Ha curato <strong>per</strong> l’Ass. Amici<strong>del</strong>la Musica la stampa <strong>del</strong>libro “Canti popolari <strong>del</strong>laValdera” e altri volumi.Attualmente è con<strong>di</strong>rettore<strong>del</strong> mens<strong>il</strong>e <strong>di</strong> cronaca e cultura“Il Ponte <strong>di</strong> Sacco”, fondatonel 1998.Nel 2004 ha pubblicato con<strong>il</strong> giornalista Fausto Pettinelli<strong>il</strong> libro “La civ<strong>il</strong>tà <strong>del</strong> legno”,storia dei falegnami, <strong>del</strong>laMostra <strong>del</strong> mob<strong>il</strong>e e <strong>del</strong> museo<strong>del</strong> legno <strong>di</strong> Ponsacco.Nel 2005, ha curato <strong>per</strong>l’Università <strong>del</strong>la Terza Età,<strong>il</strong> libro “La nostra gioventù”e nel 2007 “Mattonai ponsacchini,vita e lavoro” unaricerca im<strong>per</strong>niata sui ricor<strong>di</strong>e sui documenti dei mattonaiancora in vita.Nel 2006, ha pubblicato“Ponzacco e ‘r su’ vernàolo”,glossario <strong>di</strong> parole e mo<strong>di</strong> <strong>di</strong><strong>di</strong>re ponsacchini. Nel 2007 èuscito “Vie <strong>di</strong> terra e d’acqua<strong>di</strong> Ponsacco”. Dal 1985, <strong>di</strong>rige“Er Tramme”, trimestrale<strong>di</strong> vernacolo pisano e <strong>del</strong>letra<strong>di</strong>zioni popolariSono trascorsi 25 anni da quandol’“Almanacco Pontederese” entrabenevolmente nelle case dei pontederesi,portando gli auguri <strong>di</strong> buon anno.La pubblicazione <strong>del</strong>la Casa E<strong>di</strong>triceBandecchi e Vival<strong>di</strong>, è curata da BenozzoGianetti, conosciuto come Direttorede “Er Tramme”, <strong>il</strong> trimestrale<strong>di</strong> vernacolo pisano e <strong>del</strong>le tra<strong>di</strong>zionipopolari, fondato nel 1985. Le <strong>il</strong>lustrazioni<strong>del</strong>la co<strong>per</strong>tina e <strong>del</strong>l’interno sonoo<strong>per</strong>a <strong>di</strong> Giorgio Dal Canto (babe), cheannualmente crea un’immagine grafica<strong>di</strong> grande effetto artistico.L’almanacco, come <strong>di</strong>ce la parola, è uncalendario che oltre ai giorni, alle festività,alle ricorrenze, alle fasi lunari, si agganciaalla cronaca <strong>di</strong> una cinquantina <strong>di</strong>anni fa <strong>per</strong> citare fatti e avvenimenti bellie brutti che si svolsero in città. E’ questoun ut<strong>il</strong>e confronto tra <strong>il</strong> passato ed <strong>il</strong>presente <strong>per</strong> conoscere e valutare la vitadegli antenati in momenti storici <strong>di</strong>versida quelli attuali. Ci fanno sorridere i costi<strong>del</strong> pane, <strong>del</strong>la pasta, degli ortaggi: 100lire al Kg, 120, 200!…I guadagni <strong>del</strong>lagente, i <strong>di</strong>vertimenti, i veglioni, le partite,i piccoli incidenti che nulla hanno chevedere con ciò che oggi sta succedendo.I confronti continuano, dando continueemozioni e nuovi ripensamenti.Ogni pagina è <strong>il</strong>lustrata con vignette, conproverbi e mo<strong>di</strong> <strong>di</strong> <strong>di</strong>re. Ci sono, inoltre,pagine con poesie in lingua e in vernacolo,con storie, aneddoti e fatti <strong>per</strong> brevi<strong>di</strong>vagazioni letterarie e storiche, Altrecon ricette <strong>di</strong> cucina nostrana, <strong>di</strong> erbeofficinali. La seconda parte tratta <strong>di</strong> temie informazioni ut<strong>il</strong>i: numeri <strong>di</strong> telefono,in<strong>di</strong>rizzi <strong>di</strong> interesse pubblico come forze<strong>del</strong>l’or<strong>di</strong>ne, vig<strong>il</strong>i <strong>del</strong> fuoco, AmministrazioneComunale, ospedale, scuole, alberghi,ristoranti, associazionismo citta<strong>di</strong>no.Sono circa un centinaio <strong>di</strong> pagine cheparlano <strong>di</strong> <strong>Pontedera</strong>, dei pontederesi, <strong>di</strong>storia, <strong>di</strong> cronaca che fa bene r<strong>il</strong>eggere ecommentareL’almanacco riporta spessodocumenti storiciAlcune copettine <strong>del</strong>l’Almanacco


Centro Stu<strong>di</strong> e Documentazione Andrea da <strong>Pontedera</strong>Centro Stu<strong>di</strong> e Documentazione Andrea da <strong>Pontedera</strong>Honoré Daumier,La mère des GracquesDIDATTICA DELL’ARTE<strong>di</strong> Anna VanniESPERIENZA DIDATTICASULLA CARICATURALa società in cui viviamo, contrad<strong>di</strong>stintada una iconografiasempre più standar<strong>di</strong>zzata econ<strong>di</strong>zionata dai MASS-MEDIA, hariproposto alla mia attenzione l’attualità<strong>di</strong> un’es<strong>per</strong>ienza effettuata in collaborazionecon la sezione <strong>di</strong>dattica<strong>del</strong> Museo <strong>di</strong> San Matteo <strong>di</strong> Pisa.In occasione <strong>di</strong> una mostra organizzatada Lucia Tongiorgi Tomasi e DonataLevi sulle litografie <strong>di</strong> HonoréDaumier, mi fu offerta la possib<strong>il</strong>ità<strong>di</strong> s<strong>per</strong>imentare con i miei alunniun <strong>per</strong>corso nuovo, nell’ambitoscolastico,sulla caricatura.Il problema era complesso in quantosi trattava <strong>di</strong> <strong>fare</strong> i conti con l’età deiragazzi(4° elementare) e con la <strong>di</strong>fficoltà<strong>di</strong> <strong>di</strong>datticizzare la caricatura alivello <strong>di</strong> Scuola primaria <strong>per</strong> la molteplicitàdegli elementi, iconico, letterario,psicologico che in essa interagiscono.Nella convinzione <strong>per</strong>ò che, <strong>per</strong> le numeroseprospettive che l’es<strong>per</strong>ienzaoffriva, potesse costituire un validoaiuto nel <strong>per</strong>seguire l’importantissimafinalità educativa che è la formazionecritica dei ragazzi fu inseritanella programmazione <strong>del</strong> curricolo<strong>del</strong>la classe.ARTICOLAZIONE DELLAMETODOLOGIA IMPIEGATAALCUNI COMMENTI DEGLI ALUNNI:… non saprei riconoscere i <strong>per</strong>sonaggi rappresentati.… Sono Romani, l’ho capito dai vestiti.… Sono Tiberio e Caio Gracco da piccoli con la loro madre.… La signora Cornelia si vantava dei suoi figli e quando le amiche le facevanovedere i loro gioielli, lei <strong>di</strong>ceva:” Qusti sono i miei gioielli!” e in<strong>di</strong>cava i figli.Cornelia e le sue amiche erano boriose, <strong>per</strong>chè una si vantava dei suoi gioielli eCornelia era convinta <strong>di</strong> essere madre <strong>di</strong> due figli migliori <strong>di</strong> tutti…, invece, eranodei maleducati!Questa prima es<strong>per</strong>ienza è risultata gratificante e ha stimolato i ragazzi alla letturaspontanea <strong>del</strong>la caricatura: “La mère est dans le feu de la composition, l’enfantest dans l’eau de la baignoire “ (La madre è nel fuoco <strong>del</strong>la composizione,<strong>il</strong>bambino è nell’acqua <strong>del</strong>la tinozza). Ha determinato anche in alcuni alunniatteggiamenti <strong>di</strong> identificazione <strong>per</strong>sonale e pensieri bonariamente critici e non,relativi al rapporto inter<strong>per</strong>sonale madre-figlio o madre-figlia. Con i <strong>di</strong>segni hannoanche evidenziato varie tipologie <strong>del</strong> rapporto stesso.4849L’approccio alleo<strong>per</strong>e <strong>di</strong> Daumier èavvenuta in modoapparentemente casuale.Sono state appesealle pareti <strong>del</strong>l’aulale copie <strong>di</strong> alcunelitografie che hannoimme<strong>di</strong>atamente suscitatola curiositàdei ragazzi.Come primo soggettoho cercato <strong>di</strong> in<strong>di</strong>rizzarel’attenzionedei ragazzi su “ Lamère des Gracques”.La litografia, introdottanell’ambitoscolastico si è rivelataun efficace strumento<strong>per</strong> stimolarliad analizzare criticamenteepiso<strong>di</strong> e <strong>per</strong>sonaggistorici chenei libri <strong>di</strong> testo <strong>del</strong>lascuola primaria, talvolta,sono stati presentatiin modo edulcoratoe acritico.La mèere est dans le feude la composition,l’enfant est dans l’eaude la baignoire!


Centro Stu<strong>di</strong> e Documentazione Andrea da <strong>Pontedera</strong>PRIMI TENTATIVI DI PRODUZIONE DI IMMAGINI CARICATURALI DOPO LALETTURA DELLE DUE LITOGRAFIE DI HONORE’ DAUMIERMADRI E FIGLICentro Stu<strong>di</strong> e Documentazione Andrea da <strong>Pontedera</strong>... la mia mamma è buona ma quando è arrabbiata <strong>di</strong>venta severa e a volte mi dà anche qualche ceffone.La mia mamma si trasforma in una furia quando faccio male la lezione.... quello che mi piace <strong>di</strong> più <strong>del</strong>la mia mamma sono le mani quando mi accarezza... se faccio qualcosa <strong>di</strong> brutto, lei mi tira uno schiaffo che mi lascia le <strong>di</strong>tate sul viso.5051


Centro Stu<strong>di</strong> e Documentazione Andrea da <strong>Pontedera</strong>Centro Stu<strong>di</strong> e Documentazione Andrea da <strong>Pontedera</strong>MAESTRI E SCOLARICerte mamme...sono anche...tanto paurose!!!Litografia <strong>di</strong> Honoré Daumier...e noiose!!!Il lavoro <strong>di</strong> analisi <strong>del</strong>le litografie e l’esercizio <strong>del</strong> senso critico hanno spinto i ragazzi ad ampliare ulteriormente<strong>il</strong> loro raggio <strong>di</strong> osservazione analizzando con sorprendente ironia <strong>il</strong> rapporto MAESTRO-SCOLARO .5253DAI TESTI SCRITTI DAGLI ALUNNIA me piacerebbe che i nostri maestri stessero alla lavagna a <strong>fare</strong> le <strong>di</strong>visioni e io alla cattedra a comandare!!Quello che ho detto,purtroppo, non potrà essere mai vero <strong>per</strong>ché,se fosse vero…Dio avrebbe fattoun miracolo!Io desidererei che sbagliassero sempre,in continuazione,<strong>per</strong> dare a loro…tanta lezione a casa!La caricatura fa ridere <strong>per</strong>ché quel bambino,invece <strong>di</strong> ringraziare <strong>il</strong> maestro,gli fa i versacci mentre luiscrive e non si accorge <strong>di</strong> nulla. Ma …chissà <strong>per</strong>ché…i maestri ce li beccano quasi sempre gli scolari…specialmente la mia maestra che sembra abbia gli occhi anche <strong>di</strong> <strong>di</strong>etro!Mentre scrivo questo testo,dentro <strong>di</strong> me rido.E’ proprio <strong>di</strong>vertente questo lavoro!


Centro Stu<strong>di</strong> e Documentazione Andrea da <strong>Pontedera</strong>5657ConclusioniDopo questa analisi approfon<strong>di</strong>ta (compatib<strong>il</strong>mente col livellod’età e <strong>di</strong> comprensione degli alunni) <strong>del</strong>la tecnica litografica<strong>di</strong> Daumier, sarebbe stato auspicab<strong>il</strong>e che i ragazzi,attraverso es<strong>per</strong>ienze pratiche <strong>di</strong> laboratorio, avesseropotuto avvicinarsi al mezzo litografico <strong>per</strong> penetrarne letecniche, impossessarsene <strong>per</strong> quanto fosse stato loro possib<strong>il</strong>ee confrontarle con altre forme <strong>di</strong> espressioni graficheal fine <strong>di</strong> comprendere l’importanza <strong>del</strong> dato tecnico comeelemento determinante <strong>del</strong> processo creativo.E’ ovvio che, essendo in<strong>di</strong>spensab<strong>il</strong>i laboratori atti a consentirees<strong>per</strong>ienze scolastiche <strong>di</strong> questo tipo, l’apporto <strong>del</strong>leistituzioni <strong>di</strong>venta in<strong>di</strong>spensab<strong>il</strong>e.In questo caso specifico,la collaborazione con la Sezione Didattica <strong>del</strong> Museo<strong>di</strong> S. Matteo <strong>di</strong> Pisa, è stata risolutiva <strong>per</strong> la conclusioneottimale <strong>del</strong>l’es<strong>per</strong>ienza stessa.PANNELLO PER ANDREA DA PONTEDERAStefano Stacchini ci ha regalato, con una elaborazione <strong>di</strong>gitale <strong>di</strong> cm. 112,5x146, un’immagine cherappresenta Andrea da <strong>Pontedera</strong> sul pie<strong>di</strong>stallo <strong>del</strong> suo monumento, situato nella piazza omonima.La grande immagine fa parte <strong>del</strong>le o<strong>per</strong>e <strong>del</strong>la stessa mostra “<strong>Pontedera</strong> open arted” che Stacchini hafatto alla galleria “O. Cirri” a <strong>Pontedera</strong>.Nell’interessante mostra sono state proposte ricerche <strong>di</strong>gitali su temi che riguardano molti aspetti minori<strong>del</strong>la città <strong>per</strong> una rivisitazione con suggestioni visive e fantasie.


Centro <strong>di</strong> Documentazione FotograficaCentro <strong>di</strong> Documentazione FotograficaReflex Camera Obscura oOculus Artificialis<strong>di</strong> Johann ZahnDA ARISTOTELEA EASTMAN:LE SCOPERTECHE HANNO FATTOLA FOTOGRAFIA<strong>di</strong> Nancy Barsacchi5859Leonardo Da VinciJohann Heinrich SchultzeLa parola fotografia significa scriverecon la luce (dalle parole grechephos, luce e graphis, pennello).È già intorno al 400 a.c. che Aristoteleosserva i raggi <strong>del</strong> sole che, passando <strong>per</strong>una piccola a<strong>per</strong>tura, producono un’immaginecircolare, ma solo nel 1267 <strong>il</strong>frate inglese Roger Bacon descrive lacamera oscura e l’uso <strong>del</strong>lo specchio daanteporre al “forame” <strong>per</strong> raddrizzare leimmagini. Nel 1515 Leonardo da Vinci,stu<strong>di</strong>ando la riflessione <strong>del</strong>la luce sullesu<strong>per</strong>fici sferiche descrisse una cameraoscura che chiamò Oculus Artificialis(occhio artificiale). Ma questo strumento,ancora ru<strong>di</strong>mentale, venne ut<strong>il</strong>izzatosoprattutto dagli artisti <strong>del</strong> Rinascimento<strong>per</strong> proiettare, su pareti o su tele, immaginiche servivano da falsariga <strong>per</strong> realizzareun <strong>di</strong>segno o un <strong>di</strong>pinto.Ma chi inventò la camera oscura “moderna”?Di sicuro, c’è <strong>il</strong> <strong>di</strong>segno data-to 1545 <strong>del</strong>l’olandese Rainer Frisiusche <strong>il</strong>lustra la grande camera oscuraut<strong>il</strong>izzata <strong>per</strong> l’osservazione <strong>del</strong>l’eclissisolare <strong>del</strong> 24 gennaio 1544. GirolamoCardano, invece, nel 1550 applicauna lente alla camera oscura ed ottieneun’immagine più luminosa, mentre DanieleBarbaro adotta <strong>il</strong> <strong>di</strong>aframma <strong>per</strong>ridurre le aberrazioni.Il salto <strong>di</strong> qualità arriva dopo più <strong>di</strong> centoanni, nel 1685, quando <strong>il</strong> monaco JohannZahn progetta una camera oscura conspecchio a 45° <strong>di</strong>etro la lente <strong>per</strong> rinviarel’immagine verso l’alto e consentire unpiù fac<strong>il</strong>e ricalco sul vetro smerigliato.Con <strong>il</strong> Settecento, lo scenario cambia; <strong>il</strong>boom <strong>del</strong>la camera oscura è ormai consolidato,ma anche la chimica fa i suoiprogressi. Nel 1727 Johann HeinrichSchultze, professore all’Università <strong>di</strong>Altford dove insegnava anatomia, scopreche l’esposizione alla luce anneriscealcuni composti contenenti argento. Ilprimo tentativo <strong>di</strong> fissare un’immaginesu un supporto <strong>per</strong>ò fu quello <strong>di</strong> ThomasWedgwood, figlio <strong>del</strong> famoso ceramistainglese. Probab<strong>il</strong>mente, <strong>il</strong> suo scopo eraquello <strong>di</strong> industrializzare l’uso <strong>del</strong>la cameraoscura <strong>di</strong> cui si servivano gli artigiani<strong>del</strong>la <strong>di</strong>tta paterna <strong>per</strong> riprodurresu piatti e zuppiere le v<strong>il</strong>le ed i castelli<strong>del</strong>la clientela. Dopo vari es<strong>per</strong>imenticondotti tra <strong>il</strong> 1796 ed <strong>il</strong> 1802, riesce aregistrare i prof<strong>il</strong>i degli oggetti che appoggiavasu piccoli pezzi <strong>di</strong> pelle biancasensib<strong>il</strong>izzata e che esponeva alla luce<strong>del</strong> sole. Ma le immagini non erano <strong>per</strong>manentie Wedgwood poteva osservarlesolo <strong>per</strong> pochi minuti a lume <strong>di</strong> can<strong>del</strong>a.Nel 1819 l’inglese John Herschelscoprì che l’iposolfito <strong>di</strong> so<strong>di</strong>o fonde isali d’argento, fatto che servirà a fissarel’immagine. Infatti nel 1826 <strong>il</strong> franceseJoseph-Nicéphore Niépce ottienela riproduzione su peltro <strong>di</strong> una stampa<strong>del</strong> car<strong>di</strong>nale George d’Amboise. Glies<strong>per</strong>imenti avanzano e Niépce è ad unasvolta. Mette la camera oscura alla finestra<strong>del</strong> suo stu<strong>di</strong>o decine <strong>di</strong> volte, esponendonumerose lastre finché, dopo unaposa <strong>di</strong> 8 ore non ottiene un’immagineben visib<strong>il</strong>e. Si tratta <strong>del</strong>la fotografia piùantica mai ritrovata conservata!Negli stessi anni Louis Mandé Daguerreera un pittore che stava facendo fortunacol un grande spettacolo ad effetti,con giochi <strong>di</strong> luci e fondali mob<strong>il</strong>i chelui stesso <strong>di</strong>pingeva con l’aus<strong>il</strong>io <strong>del</strong>lacamera oscura. Si associò con Niépcee lavorarono insieme allo sv<strong>il</strong>uppo <strong>di</strong>una nuova tecnica <strong>di</strong> stampa. Nel 1833Niépce muore, ma Daguerre ottienei primi successi. Anche in Ingh<strong>il</strong>terraqualcuno lavorava attorno alla stessaSopra: macchina <strong>per</strong>dagherrotipieEliografia <strong>di</strong> Joseph-Nicéphore Niépce, 1826A sinistra: eliografiaraffigurante <strong>il</strong> car<strong>di</strong>naleGeorge d’Amboise(a sinistra l’incisioneoriginale <strong>del</strong> 1650, a destrala copia in eliografia <strong>del</strong>1826 <strong>di</strong> NiépceA destra: dagherrotipoA sinistra: Louis MandéDaguerreA destra: dagherrotipo


Centro <strong>di</strong> Documentazione FotograficaCentro <strong>di</strong> Documentazione Fotografica6061Sopra: W<strong>il</strong>liam HenryFox TalbotIn alto: un esemplare <strong>di</strong>calotipiaA fianco: FrederickScott Archeridea: è W<strong>il</strong>liam Henry Fox Talbot chenel 1834 riesce a fissare un’immaginenegativa <strong>di</strong> 2,5x2,5 cm che chiama <strong>di</strong>segnofotogenico. La ottiene attraverso<strong>il</strong> processo positivo-negativo <strong>del</strong>la calotipia(o talbotipia dal nome <strong>del</strong> suoinventore) che gli consente, a partire daun negativo, <strong>di</strong> stampare dei multipli sucarta al cloruro d’argento.C’è un altro oscuro <strong>per</strong>sonaggio che glistorici francesi <strong>del</strong>la fotografia amanocitare e <strong>di</strong> cui si sono sco<strong>per</strong>te le ricerchenel 1973, Hercule Florence, tipografoemigrato in Bras<strong>il</strong>e, avrebbe ut<strong>il</strong>izzatofin dal 1832 lastre sensib<strong>il</strong>izzatecon nitrato d’argento <strong>per</strong> realizzare acontatto etichette <strong>per</strong> bottiglie e <strong>per</strong> lastampa <strong>di</strong> <strong>di</strong>plomi onorifici.Nel 1836 Daguerre inventò un processoallo ioduro d’argento, su lastra <strong>di</strong>rame, <strong>il</strong> tempo <strong>di</strong> posa si ridusse ad unaventina <strong>di</strong> minuti. Questo tipo <strong>di</strong> stampafu chiamato dagherrotipo. Non eracerto la migliore <strong>del</strong>le proposte rivolteall’Accademia <strong>del</strong>le Scienze e all’Accademia<strong>del</strong>le Belle Arti <strong>di</strong> Francia <strong>per</strong>l’approvazione; <strong>il</strong> metodo era costosoe l’immagine non era fac<strong>il</strong>mente visib<strong>il</strong>esulla lastra a specchio, la copia eraunica ed appariva con i lati invertiti, macon l’appoggio dall’accademico Aragoebbe un grande successo.Nel 1839 <strong>il</strong> funzionario <strong>del</strong> Ministero<strong>del</strong>le finanze Hippolyte Bayard avevamesso a punto un sistema decisamentepiù avanzato <strong>del</strong> dagherrotipo. Le immaginierano ottenute esponendo nellacamera oscura un foglio <strong>di</strong> carta al clorurod’argento che veniva sv<strong>il</strong>uppatoin una soluzione <strong>di</strong> ioduro <strong>di</strong> potassio.Nello stesso anno nasce ufficialmentela parola fotografia. La suggerisceHerschel in una lettera <strong>del</strong> 28 febbraioin<strong>di</strong>rizzata a Talbot come alternativa altermine eliografia <strong>di</strong> Niépce.Se <strong>il</strong> calotipo <strong>di</strong> Talbot non era in grado<strong>di</strong> offrire un’immagine <strong>per</strong>fettamentenitida, così non fu nemmeno<strong>per</strong> <strong>il</strong> negativo <strong>di</strong> vetro all’albuminaintrodotto nel 1847 da Abel Niépce deSaint-Victor. Nello stesso anno <strong>per</strong>ò<strong>il</strong> francese Louis Désiré Blanquart-Evrard migliorò <strong>il</strong> metodo <strong>di</strong> preparazione<strong>del</strong>la carta ut<strong>il</strong>izzata <strong>per</strong> i negativie fondò a L<strong>il</strong>le in Francia la primafabbrica <strong>per</strong> la stampa <strong>di</strong> fotografie (da450 a 500 immagini al giorno).Nel 1851, un determinante impulsoalla qualità viene offerto dallo scultoreinglese Frederick Scott Archer che ut<strong>il</strong>izzòla tecnica <strong>del</strong> collo<strong>di</strong>o umido. Ilproce<strong>di</strong>mento prevede la sensib<strong>il</strong>izzazione<strong>del</strong>la lastra poco prima <strong>del</strong>l’uso,ciò richiedeva <strong>per</strong>ò l’esposizione con lalastra ancora umida. L’alta sensib<strong>il</strong>ità ela definizione <strong>del</strong>le lastre al collo<strong>di</strong>oumido, fanno sparire dalla circolazionele negative <strong>di</strong> carta e quelle all’albume.Nel 1954 l’americano James AmbroseCutting brevettò l’ambrotipo. Latecnica consisteva nel posizionare unnegativo al collo<strong>di</strong>o in vetro davanti auno sfondo nero <strong>per</strong> ottenere l’immaginepositiva. Nel Nuovo Continentesi <strong>di</strong>ffuse ben presto una variante <strong>del</strong>processo, chiamata ferrotipo. Inventatada Adolphe Alexandre Martin fu <strong>per</strong>fezionatadal professor Ham<strong>il</strong>ton Smith;<strong>il</strong> vetro veniva <strong>qui</strong> sostituito con lastremetalliche laccate. Nel 1855 AlphonseLouis Poitevin s<strong>per</strong>imentò la tecnica<strong>del</strong> potassio bicromato (collotipia)dando avvio alla fotolitografia e allastampa al carbone. Questo processo offrìun’ampia gamma tonale e una grandestab<strong>il</strong>ità nel tempo.Dopo anni <strong>di</strong> coloriture a mano all’an<strong>il</strong>ina,nel 1861 <strong>il</strong> fisico scozzese JamesClerk Maxwell ottiene la prima immaginea colori visib<strong>il</strong>e solo proiettandocontemporaneamente tre negativi ottenutiattraverso i f<strong>il</strong>tri rosso, verde e blu.Nel 1869 Louis Ducos du Hauron ottienela prima stampa fotografica a coloricon la tecnica <strong>del</strong>la tricromia e pubblica<strong>il</strong> libro “Les Coleurs en Photographie:Solution du Probleme” nel quale in<strong>di</strong>cò<strong>il</strong> proce<strong>di</strong>mento adottato; du Hauron, alcontrario <strong>di</strong> Maxwell, usa <strong>per</strong> la ripresaf<strong>il</strong>tri nei colori complementari stampando,poi, su carta al carbone con pigmentidei tre colori primari.Nel 1871 Richard Leach Maddox annunciaun sistema <strong>per</strong> la produzione<strong>del</strong>le lastre a secco al bromuro d’argento(sistema argentico).Sono, questi, gli anni <strong>di</strong> Gaspard-FélixTournachon, in arte Nadar. Ma anche<strong>del</strong>la fotografia stereoscopica, dei primireportage <strong>di</strong> guerra, <strong>del</strong>la fondazione<strong>di</strong> moltissime industrie: Voigtlaender,Zeiss, Steinhe<strong>il</strong>, Dallmeyer, Agfa,llford, Kodak, Konica, Leitz. L’otticafa passi da gigante, tanto che già qualcunopensa alla scansione <strong>del</strong>l’immagine:Paul Nipkow, padre <strong>del</strong>la televisione,nel 1884 realizza un <strong>di</strong>sco <strong>per</strong>la trasmissione <strong>del</strong>le immagini. Anchel’Italia, benché in con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> arretratezzaindustriale, ha le sue firme:Michele Cappelli, i Murer, gli Alinari,l’appassionato Francesco Negri, CarloPonti e tanti altri.Nel 1888, George Eastman, uomo <strong>di</strong>frontiera e capitano d’industria, capisceche <strong>il</strong> momento è venuto, e lanciala Kodak N.1. A lui va riconosciuto <strong>il</strong>merito <strong>di</strong> aver reso popolare l’uso <strong>del</strong>lamacchina fotografica. Da quel momentonon fu più necessario essere alchimisti<strong>per</strong> scattare una fotografia. Bastò“premere <strong>il</strong> bottone”, proprio come ricordaval’astuto slogan pubblicitario.In alto a sinistra: JamesClerk MaxwellSopra: Gaspard-FélixTournachon (Nadar)Sotto: i tre fratelli AlinariA sinistra: George Eastmane a destra la sua Kodak n°1Sotto: George Eastman eThomas Alva E<strong>di</strong>son


Centro <strong>di</strong> Documentazione FotograficaCentro <strong>di</strong> Documentazione FotograficaBRUNERO TOGNONINato a Lajatico (Pi), viveda più <strong>di</strong> 50 anni a <strong>Pontedera</strong>dove svolge l’attività<strong>di</strong> odontotecnico nel suolaboratorio.I suoi hobby sono la fotografiae la cinematografia.<strong>di</strong> M. L.BRUNERO TOGNONICOLLEZIONISTAPER PASSIONEIl collezionismo è una malattia molto<strong>di</strong>ffusa nel mondo occidentale;si potrebbe <strong>di</strong>re che è un vizio, unvizio molto costoso. Per un oggettoda collezione si possono pagare cifreenormi e quasi sempre sono cifre in<strong>per</strong><strong>di</strong>ta che non saranno mai recu<strong>per</strong>ateda chi le paga. Però è grazie a questiappassionati raccoglitori che oggi <strong>il</strong>nostro Paese può vantare belle raccolteche sono poi <strong>di</strong>ventate oggetto <strong>di</strong>esposizioni che possono essere fruiteda un vasto pubblico <strong>di</strong> appassionati.Nel nostro territorio ci sono molti collezionistid’arte e <strong>di</strong> strumenti vari:quello che proponiamo all’attenzioneè un collezionista <strong>di</strong> macchine fotografichee cinematografiche che ha raccoltocentinaia <strong>di</strong> pezzi <strong>di</strong> varie epoche,dall’ottocento fino ad oggi.Brunero Rognoni, odontotecnico, lacui passione <strong>per</strong> la foto e la cinematografiaè partita da lontano, da quandobambino a do<strong>di</strong>ci anni cominciò aseguire l’o<strong>per</strong>are dei vecchi fotografipontederesi e con questi, (era <strong>il</strong> dopoguerrae molti facevano la fame) scambiavaalimenti, olio e pane in cambio<strong>di</strong> aci<strong>di</strong> e carta fotografica e <strong>di</strong>scorsisulla fotografia. Questa iniziale curiositàsi trasformò piano piano in unavera passione <strong>per</strong> la foto prima e <strong>per</strong>la cinematografia poi.Con <strong>il</strong> passare <strong>del</strong> tempo Tognoni è<strong>di</strong>ventato un es<strong>per</strong>to cineamatore econ le sue pellicole ha partecipato aconcorsi e vinto premi fino a che nel1960 ha fondato <strong>il</strong> Cineclub <strong>Pontedera</strong>.Nel 1968 è <strong>di</strong>vietato presidente <strong>del</strong>laConsulta Regionale <strong>del</strong>la FederazioneNazionale <strong>del</strong> Cinema, un punto<strong>di</strong> riferimento <strong>per</strong> tutti i cineamatore<strong>del</strong>la Toscana. La sua attività creativanon ha soste. Lui ha documentato tuttigli avvenimenti <strong>del</strong>la sua città, dallemostre ed esposizioni <strong>di</strong> vario tipo, all’alluvione<strong>del</strong> 1966. Contemporaneamenteha <strong>per</strong>ò cominciato a raccoglieretutti quegli strumenti fotografici cheriusciva a re<strong>per</strong>ire iniziando così unabella collezione <strong>di</strong> macchine d’epoca,sia fotografiche che cinematografiche.Una bella collezione <strong>di</strong> un centinaio <strong>di</strong>pezzi, alcuni molto pregiati e rari.Una parte <strong>del</strong>la collezione <strong>di</strong> Brunero Tognoni6263Il sogno <strong>di</strong> Brunero Tognoni è <strong>di</strong> farneuna collezione fruib<strong>il</strong>e <strong>per</strong> tutti i citta<strong>di</strong>nimagari sotto l’egida <strong>di</strong> un EntePubblico. Questa proposta mi augurosia presa in considerazione <strong>per</strong>ché potrebbeessere l’inizio <strong>di</strong> una ancora piùampia futura raccolta.Motion Picture DeVry, made in Chicago, Usa. Cinepresa 35 mm funzionante. Si carica a molla con un’autonomia <strong>di</strong> 30 minuti, funzionaanSotto, da sinistra: Eumig, 16 mm, 3 obbiettivi a torretta, caricamento a molle, cellula, 1960.Murer Express, cassetta a lastre, 1900 D 802 Newness.Cinepresa Bolex Pa<strong>il</strong>lard, 3 obbiettivi 30 m <strong>di</strong> pellicola 8 mm, 1968.Winzer Dresdn Vene<strong>di</strong>gi Dresa, cassetta in legno, 2 mirini a lente br<strong>il</strong>lante, fuoco fisso con meccanismo <strong>per</strong> la caduta <strong>del</strong>le lastre esposte, 1910-1920.


Centro <strong>di</strong> Documentazione FotograficaCentro <strong>di</strong> Documentazione FotograficaA fianco: Brunero Tognonitra i pezzi <strong>del</strong>la suacollezione.Sotto, da sinistra: Leicaobbiettivo Leitz Elmar F.50mm 1:3,5, 1955Rolleiflex 4x4 con f<strong>il</strong>tro eparaluce, 1942.Sopra, a sinistra: <strong>il</strong> premioalla carriera vinto inoccasione <strong>del</strong> 1° concorsotelevisivo <strong>di</strong> cortometraggide<strong>di</strong>cato a Pisa ed aiComuni <strong>del</strong>la Provincia,Raccorti pisani 2004.A destra: WoigtlanderBr<strong>il</strong>lant tipo Roller, 1940Proiettore Palkè Bab 9,5 m,funzionante con pellicola atrascinamento manuale.Fu ac<strong>qui</strong>stato con unapellicola datata Bari 1932(sf<strong>il</strong>ata sul lungomare) più11 pellicole <strong>del</strong> f<strong>il</strong>m La mortdu duc Deguise. La pellicolaha <strong>il</strong> trascinamento con forocentrale. 1905 e 1920.Premiazione a Mazzinghi,campione <strong>del</strong> mondo.Brunero Tognoni è sullasinistra.6465Telecamera 1980 Normende1980; Diaproiettore acarburo 1900 mo<strong>di</strong>ficato <strong>per</strong>l’ut<strong>il</strong>izzo con una lampadada auto. Corredato da 200<strong>di</strong>apositive in vetro inseritein 3 cassette <strong>di</strong> legnoTika <strong>per</strong> controspionaggio,1920. L’inventore fu MagusNiell. Pocket Watch,obbiettivo Minisuus 2,5 m F.16 fuoco fisso, otturatore aghigliottina, 25 fotogrammi15x22 mm su pellicola 17,5Targa a Brunero Tognoniofferta dal <strong>Comune</strong> <strong>di</strong><strong>Pontedera</strong> <strong>il</strong> 4 settembre2001 <strong>per</strong> l’impegno <strong>di</strong>documentazione au<strong>di</strong>ovisivaprofuso a servizio <strong>del</strong>la città.


Centro <strong>di</strong> Documentazione FotograficaCentro <strong>di</strong> Documentazione FotograficaFOTOGRAFIA:LA COLLEZIONEDEL CENTROa cura <strong>del</strong>la redazione <strong>del</strong> CentroIl Centro <strong>di</strong> Documentazione Fotograficache o<strong>per</strong>a nel <strong>Comune</strong><strong>di</strong> <strong>Pontedera</strong> e nel Territorio <strong>del</strong>laValdera, ha iniziato a collezionareuna serie <strong>di</strong> apparati fotografici chepuntualizzano la storia <strong>del</strong>la fotografia.Per <strong>il</strong> momento, in attesa <strong>di</strong>una loro collocazione ottimale, sonoesposti nella sede in due vetrine. Lemacchine fotografiche che provengonoda una collezione privata, momentaneamentesono state date in prestitoma potrebbe esserci anche unadonazione se venisse loro assicuratauna cura e un’esposizione <strong>di</strong>gnitosa.I pezzi sono circa 110 e costituisconosolo parte <strong>di</strong> una più vasta collezioneche potrebbe <strong>di</strong>ventare patrimonio<strong>del</strong> Centro.La collezione potrebbe essere ut<strong>il</strong>e astudenti, ricercatori, giornalisti, fotoamatori,ecc.. Sarebbe anche possib<strong>il</strong>eampliarla con altre collezioni analoghegià <strong>di</strong>sponib<strong>il</strong>i sul territorio locale.Alcune macchinefotografiche <strong>del</strong>la futuracollezione <strong>del</strong> Centro6667Una vetrina <strong>del</strong> Centrocon alcune macchinefotografiche


Centro <strong>di</strong> Documentazione FotograficaCentro <strong>di</strong> Documentazione FotograficaENZO GAIOTTOSocio dal ’76 <strong>del</strong> “3C Cascina-S<strong>il</strong>vioBarsotti”, <strong>il</strong> Circolopiù premiato d’Italia. Per<strong>il</strong> suo costante e particolareimpegno fotografico la Fiafgli ha concesso due onorificenze:“Benemerito <strong>del</strong>laFotografia Italiana”, (’94)e “Artista <strong>del</strong>la FotografiaItaliana” (’04). E’ l’AddettoStampa <strong>del</strong> “3C”.Diverse sue immagini hannoriscosso riconoscimenti nellemaggiori manifestazioni nazionalie sono apparse su riviste,annuari e pubblicazionisettoriali.Collabora con alcune rivistefotografiche e <strong>di</strong>versi giornali,tra cui “Tuttolibri” de “LaStampa” <strong>di</strong> Torino e “Il Tirreno”<strong>di</strong> Livorno.Riscuotendo confortanti consensi,nella seconda metà <strong>del</strong>2007 ha debuttato nella narrativapubblicando <strong>il</strong> romanzo“La finestra socchiusa”(Ed. “Il Molo”).3C CASCINASILVIO BARSOTTI:UNA LUNGA STORIACOSTELLATADI SUCCESSI<strong>di</strong> Enzo Gaiotto (BFI-AFI)La misura <strong>del</strong> tempo che scorrelungo un cammino intrapresotanti anni fa è <strong>il</strong> miglioreviatico <strong>per</strong> raccontare una storia. Ela storia <strong>del</strong> “3C Cinefoto Club Cascina-S<strong>il</strong>vioBarsotti” affonda le suera<strong>di</strong>ci da oltre quarant’anni nel terreno<strong>del</strong>la fotografia amatoriale italiana;un terreno fert<strong>il</strong>e che fa sbocciarestagione dopo stagione, l’impreve<strong>di</strong>b<strong>il</strong>ee in<strong>qui</strong>eta visualità <strong>del</strong> nostrovivere.Il 3C nasce nel 1967 a Cascina.Alcune <strong>per</strong>sone <strong>del</strong> posto, appassionate<strong>di</strong> fotografia, fondano, ospitatinei locali <strong>del</strong>la Pubblica Assistenza,un circolo che battezzano con un bel“3C” ricavato dalle iniziali <strong>del</strong>le parolecon le quali denominano <strong>il</strong> gruppo.Nel ’69 <strong>il</strong> Circolo si iscrive allaFederazione Italiana Associazionifotografiche, ufficializzando la propriaesistenza nel mondo fotoamato-riale. In breve <strong>il</strong> gruppetto si allargae ac<strong>qui</strong>sisce prestigio.Con entusiasmo i soci <strong>del</strong> “3C” dannovita al “Truciolo d’Oro”, un concorsoormai ultraquarantennale chenel giro <strong>di</strong> pochi anni ac<strong>qui</strong>sta r<strong>il</strong>ievonazionale; l’unico in Italia che dallasua nascita fino ad oggi non ha maisospeso o interrotto <strong>il</strong> proprio svolgimentoannuale. Per un autore portarsia casa <strong>il</strong> mitico “Truciolo”, trofeoesteticamente preso in prestito dalloscarto <strong>del</strong> legno lavorato, significaaver vinto un piccolo “Oscar” <strong>del</strong>lafotografia amatoriale italiana.Sotto la guida <strong>di</strong> S<strong>il</strong>vio Barsotti,lo storico presidente recentementescomparso, <strong>il</strong> Circolo accentua leproprie prerogative: si <strong>del</strong>inea tra ipiù importanti d’Italia e collaboracon enti ed istituzioni, mettendo a<strong>di</strong>sposizione <strong>del</strong>la FIAF <strong>di</strong>versi soci<strong>per</strong> assolvere importanti incarichi federativi.Tra gli interventi più significativisvolti in ambito locale, sono da ricordarela realizzazione <strong>del</strong>l’archiviofotografico <strong>del</strong>la Gipsoteca <strong>del</strong>l’IstitutoStatale d’Arte <strong>di</strong> Cascina;la documentazione <strong>del</strong> restauro degliaffreschi trecenteschi <strong>del</strong>l’Oratorio<strong>di</strong> San Giovanni; la raccolta, <strong>il</strong> recu<strong>per</strong>oe la classificazione <strong>di</strong> antichefoto riguardanti la Cascina <strong>del</strong> passato;le collaborazioni con la Sovrintendenzaai Beni Culturali <strong>di</strong> Pisa;la ripresa fotografica <strong>del</strong>le o<strong>per</strong>e deifratelli Gioli, pittori <strong>di</strong> tra<strong>di</strong>zionemacchiaiola. Inoltre collabora all’allestimento<strong>di</strong> <strong>di</strong>verse mostre, tra cuiquella de<strong>di</strong>cata all’aviatore GiuseppeCei, promossa dalla Banca <strong>di</strong> Cre<strong>di</strong>toCoo<strong>per</strong>ativo <strong>di</strong> Cascina.Intanto i fotografi <strong>del</strong> “3C” cresconoe sono apprezzati in tutto <strong>il</strong> mondo:le loro foto fanno incetta <strong>di</strong> riconoscimentie vengono esposte e pubblicateovunque. La vita <strong>del</strong> Circolo èintensa <strong>di</strong> iniziative, aggiornamenti ecollaborazioni.Nel 1985 <strong>il</strong> Circolo viene insigni-to <strong>del</strong>l’onorificenza <strong>di</strong> “Benemerito<strong>del</strong>la Fotografia italiana” <strong>per</strong> <strong>il</strong> costanteimpegno profuso nel <strong>di</strong>ffonderee promuovere culturalmente l’immaginefotograficaCon l’avvento <strong>del</strong>l’era informatica<strong>il</strong> “3C” si adegua subito alle nuoveesigenze tecnologiche impiegandoleanche <strong>per</strong> la conservazione e catalogazione<strong>del</strong>le immagini che i socisfornano a ciclo continuo. Realizzanoau<strong>di</strong>ovisivi <strong>per</strong> le proiezioni <strong>di</strong>raccolte <strong>per</strong>sonali e collettive. Dauna costola <strong>del</strong> “Truciolo” nasce <strong>il</strong>“Pixel d’Oro”, uno dei primi concorsiitaliani de<strong>di</strong>cati ad immagini <strong>di</strong>gitali.I “ragazzi” <strong>del</strong> “3C” progettano librifotografici che la FIAF pubblica nelleproprie collane.SILVIO BARSOTTINel lontano 1967 S<strong>il</strong>vio Barsottifu socio fondatore <strong>del</strong>“3C-Cinefoto Club Cascina”.Cinque anni dopo, nel ’72,venne eletto all’unanimitàPresidente <strong>del</strong> Circolo. Per isuoi meriti fotografici nel ’76venne insignito <strong>del</strong>l’onorificenzainternazionale <strong>di</strong> Afiap.La “3M Italia” gli conferì nel’96 <strong>il</strong> riconoscimento “UnaVita <strong>per</strong> la Fotografia”. Nel’99 la Federazione lo nominò“Seminatore <strong>del</strong>la Fiaf”. Dal’93 al ’99 è stato ConsigliereNazionale <strong>del</strong>la Fiaf e Direttore<strong>del</strong> Dipartimento Promozionee Immagine <strong>del</strong>lastessa Associazione.Dal ’99 a <strong>per</strong> cinque anni hafatto parte <strong>del</strong> Collegio deiProbiviri <strong>del</strong>la FederazioneItaliana Associazioni Fotografiche.Giorgio Tani,Ritratto <strong>di</strong> S<strong>il</strong>vio BarsottiEnzo Gaiotto,Alla Biennale <strong>di</strong> Venezia6869Roberto F<strong>il</strong>omena,Il pattinatore sulla curvaNella pagina precedente:Self-Portrait<strong>di</strong> Enzo Gaiotto.Enzo Gaiotto,Libeccio a Livorno


Centro <strong>di</strong> Documentazione FotograficaCentro <strong>di</strong> Documentazione FotograficaIl “Cinefoto Club Cascina - S<strong>il</strong>vioBarsotti” da sempre tiene a<strong>per</strong>te lesue porte ai giovani appassionati <strong>di</strong>fotografia: i corsi fotografici che organizza<strong>per</strong>io<strong>di</strong>camente sotto l’egida<strong>di</strong> Istituzioni e Associazioni, regi-strano sempre <strong>il</strong> “tutto esaurito”.Senza dubbio questo riuscire a calamitaree sv<strong>il</strong>uppare l’interesse versola fotografia, da parte <strong>del</strong>le nuove generazioni,è la miglior garanzia <strong>per</strong> <strong>il</strong>domani <strong>del</strong> Circolo cascinese.Sopra: i soci Coop inestemporaneaAlessandro Salvini,Predominio7071Angelo Bani,Body Bu<strong>il</strong><strong>di</strong>ng in palestraMassimo Bottoni,Due uccelli che sicontendono


Centro <strong>di</strong> Documentazione FotograficaCentro <strong>di</strong> Documentazione Fotografica7273MAGALI LEONENata a Parigi nel 1979.Diplomata in economia ecommercio, nutre da sempreuna vera passione <strong>per</strong>le arti plastiche. Passa consuccesso <strong>il</strong> concorso d’ingressoalla scuola su<strong>per</strong>iorenazionale <strong>di</strong> arti applicatiOlivier de Serre a Parigi, manon finisce gli stu<strong>di</strong> <strong>per</strong> untrasferimento in Sardegnadove continua la sua formazionenella decorazione sulegno in un laboratorio <strong>di</strong>artigianato artistico. Ogg<strong>il</strong>avora come artista-pittrice,e dà lezioni <strong>di</strong> s<strong>per</strong>imentazionepittorica. Parrallelamentealla sua formazionenel campo <strong>del</strong>la pittura,stu<strong>di</strong>a da auto<strong>di</strong>datta la fotografiaanalogica. Lavoratuttora in analogico, e soloin bianco e nero, curandonelo sv<strong>il</strong>uppo e la stampain camera oscura. Nel 2000inizia la sua collaborazioneartistica come fotografa <strong>di</strong>scena con l’associazioneculturale Botti du schoggiu-Carloforte, Sardegna- documentando<strong>per</strong> archivio epublicazioni <strong>il</strong> backstage ela scena <strong>di</strong> rapresentazioniteatrali. Fotografa ufficiale<strong>di</strong> <strong>di</strong>versi festival culturalicome « dall’isola <strong>del</strong>l’isola<strong>di</strong> una penisola »(2000-2007)-carloforte, FestivalMusicastrada 2007-Pisa-,partecipa al workshop sullafotografia <strong>di</strong> spettacolo2007-Sant’Anna Arresi.FOTOGRAFANDOLA MUSICA<strong>di</strong> Davide Mancini“Fotografando la Musica”, Il concorsoFotografico a tema nato nel 2004grazie alla felice intuizione <strong>di</strong> StefanoGui<strong>di</strong>, patron de “Il Fotoamatore”,azienda leader nella <strong>di</strong>stribuzionee ven<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> prodotti <strong>per</strong> la fotografia,è giunto alla quarta e<strong>di</strong>zione.Un neonato si <strong>di</strong>rebbe. Un neonatoche <strong>per</strong>ò cresce molto in fretta e a<strong>di</strong>rlo non siamo noi ma sono i risultati.52 partecipanti la prima <strong>di</strong>zione,94 la seconda, 146 lo scorso anno e147 quest’anno, <strong>per</strong> un totale <strong>di</strong> 605o<strong>per</strong>e ricevute da autori provenientida tutta Italia. Una crescita esponenzialeche ne decreta ulteriormente <strong>il</strong>successo, considerando anche che èun concorso a tema obbligato e senzarestituzione <strong>del</strong>le o<strong>per</strong>e...Legato al MUSICASTRADA FESTI-VAL <strong>il</strong> concorso fotografico raccoglieo<strong>per</strong>e provenienti sia dal festivalche da altre manifestazioni…L’ideasemplice, ma a quanto pare originale,è quella <strong>di</strong> fotogra<strong>fare</strong> “La Musica”,termine questo che può racchiuderemolteplici significati. Nonsoltanto <strong>qui</strong>n<strong>di</strong> <strong>il</strong> musicista nell’atto<strong>di</strong> suonare, ma anche l’ascoltatore, <strong>il</strong>balletto, <strong>il</strong> liutaio all’o<strong>per</strong>a, l’allestimento<strong>di</strong> uno spettacolo musicale…insomma tutto ciò che ruota attornoa questa forma d’arte.La storia <strong>del</strong>lafotografia va infatti <strong>di</strong> pari passocon la storia <strong>del</strong>la musica modernastessa. Non possiamo <strong>fare</strong> a meno<strong>di</strong> notare come tanti musicisti rock,folk, jazz etc. siano stati immortalatida gran<strong>di</strong> fotografi. Scatti questi chehanno contribuito non poco a renderefamosi i musicisti stessi.E grazie proprio alla unicità nel genere<strong>il</strong> concorso in quattro anni hatriplicato <strong>il</strong> numero dei partecipanti.Ma un’altra caratteristica importanteè anche la composizione <strong>del</strong>la giuria,da sempre formata sia da fotografiche da musicisti e altri professionisti(quest’anno due musicisti, duefotografi e un architetto) che con“occhio” <strong>di</strong>verso giu<strong>di</strong>cano l’o<strong>per</strong>a.“Addetti” e “Non Addetti” <strong>qui</strong>n<strong>di</strong>.Qualche cifra: 605 o<strong>per</strong>e <strong>di</strong> 147 autori,dei quali, <strong>il</strong> 27% sono donne (40in totale), <strong>il</strong> 49% sono residenti al <strong>di</strong>fuori <strong>del</strong>la Toscana (72 in totale), <strong>il</strong>20% sono residenti nella provincia<strong>di</strong> Pisa (29 in totale), <strong>il</strong> 25% sonoUnder 29 (37 in totale). Un concorso<strong>qui</strong>n<strong>di</strong> ben e<strong>qui</strong>librato con una for-te partecipazione <strong>di</strong> Giovani, Donnee Fotografi da tutta Italia,ma moltoben ra<strong>di</strong>cato nella Provincia <strong>di</strong> Pisaad ulteriore riprova <strong>del</strong> legame instauratocon <strong>il</strong> territorio da Musicastrada.Le immagini in questepagine fanno parte <strong>di</strong> unreportage in Valdera alseguito <strong>di</strong> Musicastrada


Centro <strong>di</strong> Documentazione FotograficaCentro <strong>di</strong> Documentazione Fotografica7475


Centro <strong>di</strong> Documentazione FotograficaLA FOTODI GIUSEPPE GARIBALDIa cura <strong>del</strong>la redazione <strong>del</strong> CentroIl Centro Stu<strong>di</strong> possiede un ingran<strong>di</strong>mentofotografico a colori <strong>di</strong>Garibal<strong>di</strong>. La storia <strong>di</strong> questa fotografiaè alquanto singolare e ancoranon siamo riusciti a ricostruire esaurientementetutto <strong>il</strong> suo <strong>per</strong>corso prima<strong>di</strong> approdare al Centro.La foto a colori applicata su un pannello<strong>di</strong> legno, è stata regalata da Sandra Bucci,figlia <strong>del</strong> fotografoRanieri Buccimorto nel 1985.Si ritiene che l’autore<strong>del</strong>la fotografiaoriginale sia stato<strong>il</strong> fotografo LeoneBartoli (testimonianzedei fam<strong>il</strong>iari) chenel 1880, su incarico<strong>del</strong> suo principalePietro Tempestini, sirecò a Caprera, <strong>per</strong>fotogra<strong>fare</strong> GiuseppeGaribal<strong>di</strong>, comeera in uso in quel <strong>per</strong>iodostorico pressoi fotografi <strong>di</strong> tutto <strong>il</strong>mondo.La fotografia fuesposta nello stu<strong>di</strong>o<strong>di</strong> Leone Bartoli eda <strong>qui</strong> sparì, rubata,si <strong>di</strong>ceva, da unaltro fotografo geloso.Non sappiamoda quante mani siapassata fino a riapparirenello stu<strong>di</strong>o<strong>del</strong> fotografo OttavioBonini neglianni ’40. Nel dopoguerra,si raccontache la fotografia furubata <strong>di</strong> nuovo,nel passaggio <strong>del</strong>letruppe tedesche primae americane poi,da Vicopisano dove<strong>il</strong> fotografo si era trasferito. Si temevache la foto fosse scomparsa <strong>per</strong> semprefino a quando, nel 2001, riapparveuna sua riproduzione su una negativafatta da un privato che la portò a stamparedal Bucci.Il Bucci ne fece una copia <strong>per</strong> sé inB.&N. e poi a Firenze ne fece <strong>fare</strong>un ingran<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> cm.70x50 a coloriche poi espose nella vetrina <strong>del</strong>suo negozio. Questo ingran<strong>di</strong>mentoè quello che noi abbiamo oggi alCentro.


Centro <strong>di</strong> Documentazione FotograficaCentro <strong>di</strong> Documentazione Fotografica7879LUCA LUPI41 anni, esploratore, fotografo,e scrittore. L’idea <strong>di</strong><strong>fare</strong> l’esploratore lo ha affascinatofin da ragazzo ela passione <strong>per</strong> le Scienze<strong>del</strong>la Terra gli hanno fattointraprendere gli stu<strong>di</strong>universitari <strong>del</strong> corso d<strong>il</strong>aurea <strong>di</strong> Scienze Geologiche<strong>del</strong>l’Università <strong>di</strong>Pisa, scegliendo l’in<strong>di</strong>rizzovulcanologico. Durante glistu<strong>di</strong> universitari ha fondatola Vulcano Esplorazionie avvalendosi <strong>del</strong>la collaborazione<strong>di</strong> vulcanologiitaliani e stranieri, ha stu<strong>di</strong>atoe organizzato numerosespe<strong>di</strong>zioni scientificheed naturalistiche sui vulcaniitaliani e greci, nellearee vulcaniche <strong>di</strong> Islanda,Africa Orientale, Centro eSud America. Negli anni‘90 ha ideato “Rift Valley2000”, un progetto <strong>di</strong> cinquespe<strong>di</strong>zioni scientifiche,culturali e umanitarie nellagrande Rift Valley. Durantele spe<strong>di</strong>zioni relative a questoprogetto (Tanzania ‘95,’96, ’97; Etiopia ’97; Zaire‘95) ha collaborato allarealizzazione <strong>di</strong> vari documentari<strong>per</strong> le maggiori retitelevisive nazionali, relativiai vulcani e alle popolazioni<strong>del</strong>le aree visitate. Inparticolare due documentarirealizzati in novembre’98 e gennaio ‘99 <strong>per</strong> la trasmissioneGeo & Geo <strong>del</strong>laRAI, ambientati nel deserto<strong>del</strong>la Dancalia nel territorio<strong>del</strong> popolo guerriero Afar.Negli anni successivi questi(continua a pagina 82)L’ESPLORAZIONEFOTOGRAFICAa cura <strong>del</strong>la redazione <strong>del</strong> CentroIl fotografo viaggiatore si può<strong>di</strong>re che è nato con la fotografia;la tra<strong>di</strong>zione iconograficaconosciuta, fino alla nascita <strong>del</strong>lafotografia, <strong>per</strong> documentare <strong>il</strong> mondoera affidata ai <strong>di</strong>segnatori-viaggiatori,i “Reisezeichner” che <strong>per</strong>correvanoterre lontane riportandoalbum pieni <strong>di</strong> <strong>di</strong>segni e pitture daiquali si attingeva <strong>per</strong> <strong>il</strong>lustrare librio immagini da appendere allepareti. Ancora prima si realizzavanoi famosi “portolani” che <strong>il</strong>lustravanoi prof<strong>il</strong>i costieri, ma anche librie relazioni <strong>di</strong> viaggi <strong>di</strong>segnati da famosicartografi. Fin dall’antichità,Erodoto, Plinio, Tolomeo e MarcoPolo con <strong>il</strong> “M<strong>il</strong>ione”, sollecitaronola fantasia dei nostri antenati e ispiraronoi gran<strong>di</strong> viaggi <strong>di</strong> scienziati enavigatori. Più tar<strong>di</strong>, una istituzionefamosa come la “Società Geografica<strong>di</strong> Londra”, favorì le spe<strong>di</strong>zioni concompiti politico-scientifici, <strong>di</strong> JamesCook e Charles Darwin che ebberola possib<strong>il</strong>ità <strong>di</strong> <strong>fare</strong> nuove sco<strong>per</strong>teed enunciare teorie.La fotografia ha aggiunto un nuovostrumento <strong>di</strong> indagine alla ricerca ealla conoscenza <strong>del</strong> mondo tanto chefin dalla sua nascita gli esploratori ei viaggiatori si resero conto <strong>di</strong> qualepotenzialità si offriva loro con <strong>il</strong>nuovo mezzo aprendo un nuovo capitolonella storia iconografica <strong>del</strong>leesplorazioniL’esplorazione fotografica ci ha lasciatouna traccia dei pionieri americanialla con<strong>qui</strong>sta <strong>del</strong> West, ma anchein Europa sono state documentatel’esplorazione <strong>del</strong>l’Africa, deiPoli, <strong>del</strong>le zone vergini <strong>del</strong> sud Americaraccontando terre sconosciute,uomini e ambienti che sollecitanol’immaginazione creando <strong>il</strong> mito<strong>del</strong>le “Terre lontane”,<strong>del</strong>le impreseimpossib<strong>il</strong>i,misteriose.In Italia si è sv<strong>il</strong>uppato <strong>il</strong> reportagefotografico e molti libri sono statipubblicati. Il taglio usato è quello<strong>del</strong> reportage <strong>di</strong> esplorazione antropologicao naturalistica, altri, comequello specialistico <strong>di</strong> Luca Lupi suivulcani <strong>del</strong> mondo,con particolareattenzione alle manifestazioni deivulcani attivi.Luca Lupi, pontederese è <strong>il</strong> fotografoesploratore che pren<strong>di</strong>amo in visionein questo numero.Il moderno fotografo viaggiatoredocumenta <strong>per</strong> noi, con moderne attrezzature,una realtà che la nostracultura occidentale, molto legataalla tra<strong>di</strong>zione letteraria, spesso nonci consente <strong>di</strong> cogliere pienamente.La comunicazione visiva invece cifornisce informazioni più puntuali eesaurienti su fenomeni e acca<strong>di</strong>mentiche vengono documentati ai fini <strong>del</strong>laconoscenza.L’esploratore fotografo oggi o<strong>per</strong>acon <strong>di</strong>sponib<strong>il</strong>ità <strong>di</strong> mezzi che i fotografi<strong>del</strong>la passata generazione nonpotevano avere: aerei, fuori strada,computer, internet <strong>per</strong> comunicareun’ immagine in tutto <strong>il</strong> mondo.Resta comunque <strong>il</strong> <strong>di</strong>ffic<strong>il</strong>e compito<strong>di</strong> riprendere immagini ine<strong>di</strong>te equesto comporta rischi maggiori e<strong>per</strong>icoli <strong>per</strong> ottenere nuovi risultaticon nuove sfide. La scalata ad un vulcano,con i cambiamenti veloci <strong>del</strong>lecon<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> sicurezza, mette a prova<strong>il</strong> coraggio <strong>del</strong> fotografo che dopouna faticosa salita, controllando leemozioni, può riprendere lo spettacoloin tutta la sua bellezza. La fotopiù bella, dopo aver sofferto nell’attraversarela giungla, aver dormito<strong>per</strong> terra sotto la pioggia, atteso cheun animale si mostrasse anche soloun <strong>per</strong> attimo è quella che riesce ariprenderlo correndo tutti i rischi <strong>del</strong>caso, è la sod<strong>di</strong>sfazione più grande<strong>per</strong> <strong>il</strong> fotografo esploratore.Il fotografo esploratore è un amante<strong>del</strong>la natura <strong>di</strong> cui vuole mostrarci imomenti più belli e le forme più accattivantie irripetib<strong>il</strong>i.Dobbiamo <strong>qui</strong>n<strong>di</strong> guardare questiambienti come a qualcosa <strong>di</strong> prezioso.La funzione <strong>del</strong> fotografo viaggiatorecontemporaneo è quella <strong>di</strong>mostrarci un mondo da rispettare econservare, prima che tutto sia contaminatodall’egoismo <strong>del</strong>l’uomo.Pagina precedente:in alto a sinistra:deserto <strong>del</strong> Namib,Namibia 2008In basso:spe<strong>di</strong>zione nel deserto<strong>del</strong>la Dancalia, Etiopia,1997Allagamenti traBetioky e Ampany sud<strong>del</strong>l’altopiano.Spe<strong>di</strong>zione Madagascar2000Nella giungla <strong>del</strong> Parco <strong>di</strong>Isalo alla ricercadei lemuri.Spe<strong>di</strong>zione Madagascar2000


Centro <strong>di</strong> Documentazione FotograficaScogliere <strong>di</strong> Grindavik.Spe<strong>di</strong>zione Islanda 1997Iceberg nella laguna <strong>del</strong>Vatnajokull, <strong>il</strong> più grandeghiacciaio d’Europa.Spe<strong>di</strong>zione Islanda 1997Campo base nella giunglasulle pen<strong>di</strong>ci <strong>del</strong> vulcanoSanta Maria-Santiaguito.Spe<strong>di</strong>zione Guatemala20008081Nella pagina seguente.impegnativo passaggioaereo con corda <strong>per</strong>raggiungere areainesplorata nella regione<strong>di</strong> confine tra i due paesi.Spe<strong>di</strong>zione Costarica-Nicaragua 1999


Centro <strong>di</strong> Documentazione FotograficaCentro <strong>di</strong> Documentazione Fotografica8283f<strong>il</strong>mati sono andati in ondain Italia e all’estero <strong>per</strong> canalispecializzati nella documentaristica.Sempre nell’ambito<strong>del</strong>l’attività <strong>del</strong>laVulcano Esplorazioni inquegli anni ha curato <strong>di</strong>verseconsulenze scientifiche,fornendo testi <strong>per</strong> articoli,immagini, dati e schemi,<strong>per</strong> riviste specializzate enon <strong>del</strong> settore naturalisticoe viaggi come (Airone,Geos, Gulliver, GenteViaggi, No-Limits, Max,L’Espresso, Panorama, “D”<strong>di</strong> Repubblica, etc..). Lasua formazione scientificae l’es<strong>per</strong>ienza <strong>di</strong> spe<strong>di</strong>zionie viaggi gli hanno <strong>per</strong>messo<strong>di</strong> collaborare con alcunie<strong>di</strong>tori alla stesura <strong>di</strong> testiscientifici, <strong>di</strong>vulgativi e <strong>per</strong>guide <strong>di</strong> viaggio varie. Adesempio ha curato la parte<strong>di</strong> testi relativa alla geologia<strong>del</strong> volume “Ecuador eGalapagos” e<strong>di</strong>to da Fuorithemanel 1997. Ha contribuitoalla realizzazione <strong>di</strong><strong>di</strong>versi libri <strong>di</strong>vulgativi sulleScienze <strong>del</strong>la Terra comead esempio “La Terra”, Discoverye<strong>di</strong>to da De Agostininel 1999 e fascicoli come“Vulcani <strong>il</strong> fuoco degli dei”(collana Natura estrema)e<strong>di</strong>to da Fabbri e<strong>di</strong>tore nel2001. Tra i volumi più significativirealizzati vi èla guida “Vulcani” (collanaTutto) e<strong>di</strong>ta nel 1999 e2001 da Arnoldo Mondatori,tradotta in francese“Guide des Volcans” e<strong>di</strong>tada Delachaux et Niestlé nel2000 e nel 2006 col titolo“100 volcans actifs dans lemonde”, tradotta ancora infrancese e pubblicata nel2007 <strong>per</strong> la catena <strong>di</strong> negoziNature et Decouvertes,tradotta in inglese “Volcanoes”e<strong>di</strong>ta da A FireflyGuide nel 2003. Nel 2003ha realizzato la monografia“Leopoldo Traversi, <strong>di</strong>ecianni <strong>di</strong> esplorazioni africane(1884-1894)”, <strong>del</strong>la collana“Explora” patrocinatadalla Società GeograficaItaliana, da lui curata ede<strong>di</strong>ta da Tagete E<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong><strong>Pontedera</strong>. Per la stessa collana.ha realizzato nel 2007<strong>il</strong> volume “Maurizio Buonfanti,dal Sahara all’Africaequatoriale (1881-1885)”.Nel 2006 è entrato a far partecome autore <strong>del</strong> progettointernazionale “Encyclopae<strong>di</strong>aAethiopica” gestitodall’Università <strong>di</strong> Amburgoe come autore nel bollettino“Archivio <strong>per</strong> l’Antropologiae la Etnologia” <strong>del</strong>laSocietà Italiana <strong>di</strong> Antropologiae Etnologia. Nel 2007anche come collaboratore<strong>per</strong> “The Encyclopae<strong>di</strong>aof Exploration” pubblicatadall’e<strong>di</strong>tore australianoHordern House. Nel 2008pubblicherà “Dancalia,L’esplorazione <strong>del</strong>l’Afar,un’avventura italiana”, duevolumi tratti da una sua ricercastorico-geografica decennale,patrocinati da variministeri e <strong>di</strong>partimentiuniversitari italiani, coe<strong>di</strong>zioneTagete e<strong>di</strong>zioni-IstitutoGeografico M<strong>il</strong>itare.Nella pagina precedente:eruzione con colatapiroclastica <strong>del</strong> vulcanoSanta Maria-Santiaguito.Spe<strong>di</strong>zione Guatemala2000Eruzione stromboliana <strong>del</strong>vulcano Arenal.Spe<strong>di</strong>zione Costarica 1997.Arrampicata fino alla vetta<strong>del</strong> cratere <strong>del</strong> vulcanoRincòn de la Vieja.Spe<strong>di</strong>zione Costarica 1997In questa pagina:Avvicinamento alle fontane<strong>di</strong> lava <strong>per</strong> prelevarecampioni.Eruzione 2001, EtnaIl lago <strong>di</strong> lava attivo<strong>del</strong> pit craterico <strong>del</strong>vulcano Erta Ale.Spe<strong>di</strong>zione in Dancalia,Etiopia 1997L’arrivo <strong>del</strong>le gran<strong>di</strong>piogge monsoniche nellapianura <strong>del</strong> Serengeti.Spe<strong>di</strong>zione Tanzania 2002


Centro <strong>di</strong> Documentazione FotograficaSopra. Cratere <strong>di</strong> Ngorongoro, lo sguardo attento <strong>di</strong> tre leoni maschi, spe<strong>di</strong>zione Tanzania 1995. Sotto. Attrezzatura alpinistica <strong>per</strong> la<strong>di</strong>scesa nel cratere <strong>del</strong> vulcano Erta Ale a campionare <strong>il</strong> lago <strong>di</strong> lava attivo, spe<strong>di</strong>zione in Dancalia, Etiopia 1997. Ippopotami, lungo lerive <strong>del</strong> Maasai Mara, spe<strong>di</strong>zione Tanzania 2002. Nella pagina successiva. Leopardo sorpreso sui rami <strong>di</strong> un albero durante l’esplorazione<strong>del</strong>l’Empaakai Crater, spe<strong>di</strong>zione Tanzania 19958485


Centro <strong>di</strong> Documentazione FotograficaCentro <strong>di</strong> Documentazione Fotografica8687Il cavallo in movimento<strong>di</strong> MuybridgeLOMOGRAFIA: NONPENSARE, SCATTA!<strong>di</strong> Valentina ReinoLeggenda narra che la Lomo-maniasia esplosa nel ‘91 a Praga,quando i due studenti austriaciMatthias Fiegl e Wolfgang Stranzingertrovano in un mercatino alcune macchinefotografiche Lomo Compact Automat35mm (Lca). I due ragazzi scattanofoto a raffica e le portano a stamparenel formato più piccolo ed economico7x10, futuro formato standard dei lomografi.LOMO è la sigla che li contrad<strong>di</strong>stinguein quanto acronimo <strong>del</strong>produttore <strong>del</strong>la macchina fotograficada loro ut<strong>il</strong>izzata: Leningradkoje OptikoMechanitscheskoje Obje<strong>di</strong>enieine,<strong>il</strong> Sindacato degli Ottici e dei Meccanici<strong>di</strong> Leningrado 1 .Tornati a Vienna l’entusiasmo <strong>di</strong> Fiegle Stranzinger contagia gli amici. Durantele settimane successive raccolgonoun numero straor<strong>di</strong>nario <strong>di</strong> immaginisulle pareti <strong>del</strong> loro appartamento,nasce <strong>il</strong> primo esplosivo Lomowall, ungrande mosaico <strong>di</strong> fotografie fatte conmacchinette Lomo. Fiegl e Stranzingerfirmarono nel 1996 un accordo conVla<strong>di</strong>mir Putin, allora sindaco <strong>di</strong> SanPietroburgo, <strong>per</strong> assicurarsi la <strong>di</strong>stribuzioneesclusiva <strong>del</strong>la Lca.La particolarità <strong>di</strong> questa macchinetta,oltre alle caratteristiche <strong>del</strong>l’obiettivo,paragonab<strong>il</strong>e ad un grandangolare me<strong>di</strong>o(focale <strong>di</strong> 32 mm), consistono nel-la relativa luminosità (f/2.8), che unitaalle piccole <strong>di</strong>mensioni <strong>del</strong>la lente fornisceimmagini estremamente sature econ una vignettatura <strong>di</strong> sottoesposizione,<strong>qui</strong>n<strong>di</strong> una sorta <strong>di</strong> effetto “tunnel”,grazie alla quale si inverte <strong>il</strong> punto <strong>di</strong>vista e precipitiamo nella foto. I contornia volte niti<strong>di</strong>ssimi e a volte indefiniti,non sono più <strong>il</strong> fe<strong>del</strong>e confine <strong>del</strong>vero, ma movimento e colore.La lente ha un rivestimento che rendesia <strong>di</strong> giorno che <strong>di</strong> notte con incre<strong>di</strong>b<strong>il</strong>ericchezza e br<strong>il</strong>lantezza. Perla parte ottica <strong>il</strong> Dr Ra<strong>di</strong>onov inventòl‘“autofocus” in modo che la fotocamera,come l’occhio umano, vedessein interni e <strong>di</strong> notte senza bisogno <strong>del</strong>flash.Spesso i risultati sono scatti fuori fuoco,striati, offuscati o dai colori sgargiantima dall’effetto incre<strong>di</strong>b<strong>il</strong>mentefresco. Lomo ha molte facce: dagliobiettivi multipli che <strong>di</strong>vidono gli scattiin quattro, fino agli apparecchi conf<strong>il</strong>tri colorati, passando <strong>per</strong> <strong>il</strong> fisheye ela sua visione a 170 gra<strong>di</strong>. Alcuni fotografiut<strong>il</strong>izzano pellicole scadute cheaccentuano i contrasti nei soggetti rossie blu. Anche <strong>il</strong> regista Almodovar hainiziato la sua carriera usando pellicolescadute, la br<strong>il</strong>lantezza dei colori e degliinterni è <strong>di</strong>venuta <strong>il</strong> suo marchio <strong>di</strong>fabbrica. Per capire l’importanza dataalle tinte da questi fotografi, possiamoricordare <strong>il</strong> ruolo dato ai colori nei f<strong>il</strong>m<strong>di</strong> Kieslowski, in particolare nella tr<strong>il</strong>ogiaf<strong>il</strong>m blu, f<strong>il</strong>m rosso, f<strong>il</strong>m bianco,in cui un ricordo può apparire blu, unuomo rosso e una donna bianca! Alcuniapparecchi posseggono più obiettivi, adesempio la pop 9 moltiplica la visualecome già fece Andrè Eugene Disderi,che nel 1854 brevettò le sue macchinemunite <strong>di</strong> quattro obiettivi, ut<strong>il</strong>izzate<strong>per</strong> le cartes-de-visite, oppure come lasu<strong>per</strong> sampler che dà un effetto f<strong>il</strong>mato,grazie a immagini in sequenza riconducib<strong>il</strong>ia quelle <strong>di</strong> Muybridge 2 , naturalmentecon tutto un’altro intento, inmodo da catturare oltre allo spazio <strong>il</strong>tempo, antagonista <strong>per</strong> eccellenza <strong>del</strong>lafotografia.Prima <strong>di</strong> essere fenomeno mon<strong>di</strong>ale<strong>per</strong> la sua creatività, la Lca si fece spaziogià nel 1982, quando la fabbrica <strong>di</strong>Leningrado vendette m<strong>il</strong>ioni <strong>di</strong> pezzi <strong>di</strong>questa mini macchina fotografica a bassoprezzo, sensib<strong>il</strong>e alla luce, robusta econ esposizione automatica, un clonedei mo<strong>del</strong>li occidentali. Il mo<strong>del</strong>lo Lcaè la copia <strong>del</strong>la Cosina CX2, prodotto<strong>del</strong>l’ingegno nipponico, entrambe costruite<strong>per</strong> competere nella categoriaMinox, che nel <strong>per</strong>iodo tra gli anni ‘70ed ‘80 <strong>del</strong> secolo scorso controllavauna buona fetta <strong>di</strong> mercato.Prima <strong>del</strong>l’esplosione <strong>del</strong>la modaLomo negli anni ‘90, i sovietici e i lorocompagni socialisti, da Pechino a Cuba,ut<strong>il</strong>izzarono la Lca <strong>per</strong> documentarecon ironia gli anni Ottanta. Inizialmentesembra fosse stata realizzata <strong>per</strong> fac<strong>il</strong>itarele missioni <strong>di</strong> spionaggio degliagenti <strong>del</strong> Kgb, in questo modo si spiegherebberole sue peculiarità. I <strong>di</strong>fettitecnici e la mancanza <strong>di</strong> affidab<strong>il</strong>ità facevano<strong>del</strong>la Lca un prodotto tecnicoconsiderato dai fotografi poco cre<strong>di</strong>b<strong>il</strong>e.Oggi gli stessi <strong>di</strong>fetti vengono riven<strong>di</strong>catidai suoi sostenitori come unanuova forma <strong>di</strong> linguaggio fotografico,in testa Ingh<strong>il</strong>terra e Spagna. Si viene acreare così un fenomeno che, ormai daanni, si è esteso in tutto <strong>il</strong> mondo conLomoambasciate, Lomomissioni, Lomoconcorsi.Lo sv<strong>il</strong>uppo a livello mon<strong>di</strong>ale<strong>di</strong> questa fotografia s<strong>per</strong>imentaleè dovuto alla Lomographic Society,l’organizzazione che ha raggiunto <strong>il</strong>mezzo m<strong>il</strong>ione <strong>di</strong> membri e ha su<strong>per</strong>atole 100 “ambasciate”, con l’intenzione<strong>di</strong> documentare <strong>il</strong> mondo in un infinito<strong>di</strong>ario visivo: <strong>il</strong> Lomo World Archive.La f<strong>il</strong>osofia dei lomografi si basa sulloscatto casuale e sull’instant-fotografia,essere veloci e cogliere l’attimo. Il loromanifesto respinge la corsa alla <strong>per</strong>fezionetecnica in quanto tale, da cui nascerebberoimmagini impeccab<strong>il</strong>i maprive <strong>di</strong> vita e sentimenti. La macchinaviene usata come un prolungamento<strong>del</strong> braccio, è pronta a scattare ogniqualvolta se ne senta l’impulso, l’unicoconsiglio è quello <strong>di</strong> essere comunicativie a<strong>per</strong>ti all’ ambiente esterno. Inparticolare americani e asiatici sembranoapprezzare <strong>del</strong>la <strong>di</strong>gigrafia 3 lo st<strong>il</strong>etipicamente europeo, <strong>il</strong> gusto <strong>per</strong> unacomunicazione libera e spontanea.Da <strong>qui</strong> nasce <strong>il</strong> concetto <strong>di</strong> Toy foto,Su<strong>per</strong> samplerNote1. Dal 1914 produce strumentiottici e dal ‘30 macchinefotografiche, nel1976 vantava <strong>il</strong> più grandetelescopio <strong>del</strong> mondo conun <strong>di</strong>ametro <strong>di</strong> 6 metri.2. Pioniere <strong>del</strong>la fotografia<strong>di</strong> movimento (cronofotografia),nel 1878 fotografòun cavallo in corsa ut<strong>il</strong>izzandocinquanta fotocameree sconvolgendo l’opinionefino ad allora avuta <strong>del</strong>lacorsa <strong>del</strong> cavallo, inoltreprogettò lo Zoopraxiscopio,strumento sim<strong>il</strong>e al Zoetropio,precursore <strong>del</strong> cinema.3. La <strong>di</strong>gigrafia è una nuovamoda <strong>del</strong>la fotografia. Essapuo’ essere chiamata a seconda<strong>del</strong> nome <strong>del</strong> costruttore<strong>del</strong>la camera, ad esempionikografia da Nikon,olympugrafia da Olympus,lomografia da Lomo. Conla <strong>di</strong>gigrafia non si cerca <strong>di</strong><strong>fare</strong> immagini <strong>per</strong>fette, ma<strong>di</strong> documentare la propriavita spontaneamente.


Centro <strong>di</strong> Documentazione FotograficaCentro <strong>di</strong> Documentazione Fotografica8889Manifestodei LomografiPorta la tua Lomo ovunquevaiUsala sempre, giorno enotteLa Lomografia non è un’interferenzacon la tua vita: èparte <strong>di</strong> essaAvvicinati più che puoi aituoi soggettiNon pensareSii veloceLomowall a LondraSotto: Cartes-de-visite <strong>di</strong>DisderiNon preoccuparti in anticipo<strong>di</strong> quello che rimarràimpressoNon preoccupartene neppuredopoScatta senza guardare nelmirinoDimentica queste regolenella quale occorre adottare una visionesenza pregiu<strong>di</strong>zi e lasciarsi andarealla spensieratezza <strong>del</strong> “raccogliere attimi”.Nel 1994 <strong>il</strong> movimento ac<strong>qui</strong>sisce una<strong>di</strong>mensione globale, quando i due fondatori<strong>del</strong>la nuova corrente creativa organizzanouna gigantesca esposizionea New York e una contemporanea aMosca, durante le quali radunano più<strong>di</strong> 10.000 foto fatte con macchinetteLomo. L’ultimo congresso mon<strong>di</strong>ale siè tenuto a Londra, dal 17 al 23 settembre2007, dove oltre mezzo m<strong>il</strong>ione <strong>di</strong>Lomografi si sono uniti nel progetto <strong>di</strong>costituire un archivio <strong>di</strong> oltre 5 m<strong>il</strong>ioni<strong>di</strong> foto. Un evento precongressuale italianosi è tenuto a Firenze <strong>il</strong> 14 luglio2007 dove sono state esposte le foto chehanno formato parte <strong>del</strong> Lomo WorldWall <strong>di</strong> Trafalgar Square, a Londra.Alcuni giornalisti li hanno definiti gli“Andy Wahrol <strong>del</strong>la foto”, in moltisi chiedono se sia arteoppure no, ma questo<strong>di</strong>battito non interessagli appassionati. Questoentusiasmo, secondoStranzinger, è dovuto allatotale assenza <strong>di</strong> concetti.Secondo la f<strong>il</strong>osofiache si dovrebbe adottarecon una Lca, <strong>il</strong> fotografo<strong>di</strong>venta creativo spogliandosi<strong>del</strong> suo ruolo,ovvero lo scatto non testimoniaciò che <strong>il</strong> fotografovuol far vedere <strong>del</strong> mondo, non è più<strong>il</strong> suo occhio, ma <strong>di</strong>venta un elemento<strong>di</strong>namico che <strong>di</strong>aloga con la realtà. Lafotografia viene concepita come vita,è la cattura <strong>del</strong>l’istante, ma i colorisaturi ci inducono a in<strong>di</strong>viduare unaquoti<strong>di</strong>anità “fantastica”, lontana dallarealtà. Esaminando un’immagineLomo si ha lo stravolgimento <strong>del</strong> ruolo<strong>del</strong>la fotografia in quanto documento<strong>del</strong> reale, l’osservatore viene sedottoe trasportato in una realtà immaginaria,da <strong>qui</strong> scaturisce l’aspetto giocoso<strong>di</strong> questa tendenza, grazie alla luce, aicolori e ai molti obiettivi. Questa fotografiarichiama lo stesso senso <strong>di</strong> s<strong>per</strong>imentazionecreativa <strong>del</strong>le polaroid(la cui azienda dopo 60 anni <strong>di</strong> attivitàabbandona l’istantanea e si converteal <strong>di</strong>gitale) e entrambe si inseriscono<strong>per</strong>fettamente nel contesto pubblicitariodegli anni ‘80/’90. Sia <strong>per</strong> le atmosferesognanti <strong>di</strong> luci e toni, sia <strong>per</strong> laconcezione lu<strong>di</strong>ca <strong>del</strong>la realtà e <strong>per</strong> laleggerezza, tutto <strong>il</strong> mondo Lomo potrebbeessere paragonato <strong>per</strong> analogiaal f<strong>il</strong>m “Il favoloso mondo <strong>di</strong> Amelie”<strong>di</strong> Jean-Pierre Jeunet, con la fotografia<strong>di</strong> Bruno Delbonnel. Nonostante i<strong>di</strong>battiti riguardo <strong>il</strong> fenomeno Lomo,che sia arte oppure no, resta pur sempreun evento collettivo che fa sentirele <strong>per</strong>sone protagoniste <strong>di</strong> un’artecontemporanea, troppe volte avvertitacome estranea. Con una Lomo in tascae senza troppe pretese ognuno puòsentirsi parte <strong>di</strong> un fenomeno mon<strong>di</strong>ale,s<strong>per</strong>imentare e creare liberamente.Macchinetta LOMOIn basso a sinistra:fotogrammi <strong>del</strong> f<strong>il</strong>m Ilfavoloso mando <strong>di</strong> AmelieFisheyeIn basso a destra: duelomografie


Centro <strong>di</strong> Documentazione FotograficaCentro Stu<strong>di</strong> e Documentazione Andrea da <strong>Pontedera</strong>Nato a Cascina, <strong>il</strong> 4 giugno <strong>del</strong>1971. Da sempre attratto dallearti visive; <strong>di</strong>segno, grafica,geometria e pittura lo accompagnanonella sua formazionema l’amore <strong>per</strong> la fotografia“scatta” nel 1994, quando notala presenza nella sua citta<strong>di</strong>na<strong>di</strong> uno dei fotoclub più prestigiosid’Italia: <strong>il</strong> Cinefotoclub“3C S<strong>il</strong>vio Barsotti”. Inizia afrequentare <strong>il</strong> fotoclub muovendoi primi passi nel mondofotoamatoriale. Nel frattemposegue <strong>il</strong> <strong>per</strong>corso <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> tecnicifrequentando la facoltà <strong>di</strong>ingegneria <strong>di</strong> Pisa e lavorandocome <strong>di</strong>segnatore presso alcunistu<strong>di</strong> tecnici <strong>del</strong>la zona ecollaborando con una società<strong>di</strong> servizi come insegnante <strong>di</strong>applicativi <strong>per</strong> l’ufficio, databasee CAD. Lavora anchenel settore <strong>del</strong>la grafica e <strong>del</strong>web publishing avendo così lapossib<strong>il</strong>ità, oltre a pagarsi glistu<strong>di</strong>, <strong>di</strong> comprarsi <strong>il</strong> minimo<strong>di</strong> M. L.MASSIMILIANOPRATELLI:LA FOTOGRAFIASPORTIVALa fotografia e lo sport un connubioinscin<strong>di</strong>b<strong>il</strong>e. La necessità <strong>di</strong>ricordare un evento è sempre statauna volontà espressa fin dall’antichitànei giochi documentati sia attraverso laletteratura che l’iconografia. Dagli antichigiochi nell’isola dei Feaci, ricordatida Omero nell’O<strong>di</strong>ssea, ai giochi nellapiana <strong>di</strong> Troia chiesti da Ach<strong>il</strong>le <strong>per</strong> lamorte <strong>di</strong> Patroclo, e ai giochi <strong>di</strong> Olimpianel 776 a.C., la volontà <strong>di</strong> ricordarli ètestimoniata dai meravigliosi vasi fitt<strong>il</strong>iche ne ricordano le gesta.Nelle prime documentazioni fotografiche,poco dopo l’invenzione <strong>del</strong>lafotografia si leggono annotazioni cheappartengono a una documentazioneprivata, ingenua, ma si avverte già come<strong>il</strong> mezzo fotografico si caratterizzi come<strong>il</strong> più idoneo a ricordare un evento. Peranalizzare <strong>il</strong> movimento <strong>del</strong>l’atleta giàMuybridge usò <strong>il</strong> mezzo fotografico che“congelava” <strong>il</strong> movimento <strong>per</strong> un’indaginescientifica; infatti la tecnica <strong>del</strong>l’atleta,la rapi<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> riflessi, la postura , tuttoè osservato <strong>per</strong> osservare e raggiungereuna maggiore efficienza nei risultati. Imuscoli contratti, <strong>il</strong> controllo degli arti,la smorfia drammatica tutto <strong>il</strong> corpo protesoverso <strong>il</strong> momento <strong>del</strong> risultato, sonole immagini più belle che la fotografia cirestituisce <strong>del</strong>la <strong>per</strong>sonalità <strong>del</strong>l’atleta,e, oltre a dare una versione umana e psicologica,oltre alla eleganza formale <strong>del</strong>gesto armonico, ci documenta la passione,la volontà <strong>del</strong>l’uomo che si impegnafisicamente e moralmente a su<strong>per</strong>are glialtri atleti ma anche se stesso.Massim<strong>il</strong>iano Pratelli è un “ragazzo”cresciuto nel 3C cascinese che è statala fucina <strong>di</strong> molti fotografi <strong>di</strong> “qualità”.La sua passione è in<strong>di</strong>rizzata verso lafotografia sportiva dove esprime creativamentela sua viva <strong>per</strong>sonalità nellaricerca sia formale che <strong>di</strong> contenutidocumentando nei suoi scatti la forza,l’ag<strong>il</strong>ità, l’organizzazione, l’aggressività,i momenti drammatici <strong>del</strong>l’atleta o <strong>del</strong>lasquadra che vengono colti nel momentoMugello, 22 apr<strong>il</strong>e 2007Campionato italianovelocità 20079091Torino, 4 febbraio 2007Speed Skating, Essent ISU World Cup, un atleta <strong>del</strong>la nazionale italiana in azione


Centro Stu<strong>di</strong> e Documentazione Andrea da <strong>Pontedera</strong>Marsiglia, Stade Velodrome 6 ottobre 2007RWC 2007, quarti <strong>di</strong> finale, Ingh<strong>il</strong>terra v Australia:Esplode la gioia <strong>di</strong> Andy Gomarsall dopo <strong>il</strong> fischio finale,l’ingh<strong>il</strong>terra è in semifinaleCentro <strong>di</strong> Documentazione FotograficaSopra: Londra, Twickenham Sta<strong>di</strong>um, 12 maggio 2007 - Finale <strong>del</strong>la Guinness Premiership - Alesana Tu<strong>il</strong>agi decisivo <strong>per</strong> la vittoria dei“Tigers”, travolge la <strong>di</strong>fesa <strong>del</strong> GloucesterSotto: Parigi, Stade de France, 20 ottobre 2007 - Il capitano John Smith alza la coppa: <strong>il</strong> Sud Africa è campione <strong>del</strong> mondoLa ferita <strong>del</strong>la Maddalena


Centro <strong>di</strong> Documentazione FotograficaCentro <strong>di</strong> Documentazione Fotografica9495<strong>del</strong>l’attrezzatura necessaria<strong>per</strong> “stu<strong>di</strong>are” sul campo lafotografia. La prima macchinafotografica, a parte la “Fujica”<strong>del</strong> padre, è una NikonF601M che ancora conservagelosamente. Si de<strong>di</strong>ca imme<strong>di</strong>atamentealla fotografiasportiva, subendo <strong>il</strong> fascinocreativo <strong>del</strong> “mosso” e scoprendo<strong>il</strong> Rugby. La volontà<strong>di</strong> completare gli stu<strong>di</strong> gli impe<strong>di</strong>scono<strong>per</strong>ò, <strong>di</strong> de<strong>di</strong>carsicon più attenzione alla ricercafotografica. Dopo la laureain ingegneria e l’ab<strong>il</strong>itazionealla professione, comincia alavorare prima a Lucca poia Livorno, città vivacementede<strong>di</strong>ta allo sport. Riprende afotogra<strong>fare</strong> con continuità nel2003 passando alla tecnologia<strong>di</strong>gitale e aprendosi al mondoprofessionistico, continuandocon lo sport ma con maggioreattenzione al fotogiornalismo,alla ricerca <strong>del</strong>l’attimo, <strong>del</strong>gesto altletico compiuto, <strong>del</strong><strong>di</strong>namismo e <strong>del</strong> colore. Iniziada <strong>qui</strong> la collaborazione conalcune testate locali fino allastampa specializzata. E’iscrittoall’Or<strong>di</strong>ne dei Giornalisti<strong>del</strong>la Toscana, fa parte <strong>del</strong>gruppo NPS Italia <strong>di</strong> Nikon(Nikon Professional Service)ed è membro <strong>del</strong>l’Associazionenazionale fotografi professionistiTau Visual. Continuaa frequentare attivamente <strong>il</strong>fotoclub “3C S<strong>il</strong>vio Barsotti”credendo nel mondo <strong>del</strong>l’associazionismoe nel confrontoa tutti i livelli. L’Amiciziacon alcuni dei soci è oramaidecennale.Attualmente si <strong>di</strong>vide tra l’ingegneriae la fotografia, lavorandonel suo stu<strong>di</strong>o a Cascina.Collabora con la stampaspecialistica tra cui <strong>il</strong> mens<strong>il</strong>e“AllRugby” al fianco <strong>di</strong> DanieleResini, fotografo cheMassim<strong>il</strong>iano considera suomaestro e punto <strong>di</strong> riferimentoprofessionale. Segue <strong>il</strong> campionatonazionale Su<strong>per</strong> 10,le coppe europee e gli incontri<strong>del</strong>la nazionale italiana. ConDaniele Resini segue <strong>il</strong> rugbyin italia <strong>per</strong> conto <strong>del</strong>l’agenziaanglosassone Fotosport. Hacollaborato con la LIRE, Legaitaliana rugby d’Eccellenza.E’ stato fotografo accre<strong>di</strong>tatoa “France 2007”, i mon<strong>di</strong>ali<strong>di</strong> rugby <strong>di</strong>sputatisi a partiredallo scorso Settembre vintopoi dai Sudafricani.<strong>del</strong>la massima espressività evidenziando linee drammatiche ed elementi ritmici.Massim<strong>il</strong>iano Pratelli si interessa <strong>di</strong> vari sport, ma quello che lo attira <strong>di</strong> più oggi è<strong>il</strong> Rugby un gioco duro fatto <strong>di</strong> mischie dove la prestanza fisica è essenziale ( si <strong>di</strong>ceoggi che i giocatori <strong>di</strong> Rugby sono sempre più grossi, alti, robusti ). I volti e le partitumefatte sono motivo d’orgoglio dei giocatori. Nel libro “Fratelli <strong>per</strong> forza” <strong>di</strong> DanieleResini famoso fotografo, ammirato dal Pratelli come esegeta <strong>del</strong> Rugby, parla<strong>di</strong> forza e intelligenza, <strong>di</strong>sciplina e sacrificio. Gli atleti sono visti sim<strong>il</strong>i a lottatori<strong>del</strong>l’antichità con atteggiamenti da feroci combattenti posti a “testuggine” e velocicome uomini volanti. In effetti certi sport come <strong>il</strong> Rugby possono eccitare la fantasia<strong>del</strong> fotografo e se a questo aggiungiamo la necessaria cultura visiva avremo unabuona qualità iconografica.Oggi lo sport, con i nostri attuali mezzi <strong>di</strong> comunicazione è <strong>di</strong>ventato sempre piùgioco e spettacolo <strong>per</strong> masse sempre più vaste <strong>di</strong> <strong>per</strong>sone e questo appaga i nostribisogni complessi: gioia, impulsi <strong>di</strong> vitalità collettiva che oltre a tributare onoriagli atleti vincitori spesso eccede in negativo. Il barone Pierre De Coubertin ci haricordato che è importante che l’atleta im<strong>per</strong>soni <strong>il</strong> simbolo <strong>del</strong>l’Uomo, <strong>il</strong> fotografoè questo che, a parer mio, deve <strong>fare</strong>.Nella pagina precedente: E<strong>di</strong>mburgo, 23 settembre 2007 - RWC2007 - Scozia v Nuova Zelanda: un off-load in volo <strong>di</strong> Sitiveni Sivivatupoco prima <strong>del</strong>la linea <strong>di</strong> meta; Londra, 20 maggio 2008, Twickenham Sta<strong>di</strong>um, finale Heineken Cup (la coppa dei campioni <strong>del</strong> rugby):London Wasps e Leicester Tigers si contendono <strong>il</strong> titolo.Sopra: E<strong>di</strong>mburgo, 23 settembre 2007 - RWC2007 - Scozia v Nuova Zelanda: giocatori neozelandesi impegnati nella “Kapa o pango” prima<strong>del</strong>l’inizio <strong>del</strong>la partita; la danza <strong>di</strong> guerra maori, <strong>di</strong>versa dalla più conosciuta “Haka”, con <strong>il</strong> <strong>di</strong>scusso gesto <strong>del</strong> taglio <strong>del</strong>la gola. Sotto:Marsiglia, 8 settembre 2007 - RWC2007 - Italia v Nuova Zelanda: <strong>il</strong> me<strong>di</strong>ano <strong>di</strong> mischia neozelandese Brendon Leonard in acrobazia


Centro Stu<strong>di</strong> e Documentazione Andrea da <strong>Pontedera</strong>Centro Stu<strong>di</strong> e Documentazione Andrea da <strong>Pontedera</strong>9697VECCHIO ELETTRICISTAUn abitante<strong>di</strong> Romaraccontava aduna ra<strong>di</strong>o la<strong>di</strong>fficoltà <strong>del</strong> viverenelle <strong>per</strong>iferie.Viveva in unottimo quartiere,curato, senzafenomeni <strong>di</strong>piccola criminalità,ricco <strong>di</strong>verde ma malgradociò nonci viveva bene.Sentiva la mancanza<strong>di</strong> quantoera presente neipiccoli centri,la piazza e lavia principaledove passeggiareed incontrarsi,la chiesa allaquale collegaretanti ricor<strong>di</strong>,la Cresima, laComunione edanche i funerali;anche quellierano occasioned’incontro,<strong>di</strong> ritrovare gliamici ed i parenti.Sentiva soprattuttola mancanza <strong>di</strong> quel piccolo mondo fatto <strong>di</strong> vecchi bar e soprattutto <strong>di</strong> vecchi negozi che eglidefiniva elementi focali <strong>per</strong> la vita <strong>del</strong>la comunità.Sa<strong>per</strong>e dove trovare un certo tipo <strong>di</strong> formaggio, uno strano bottone, dove chiedere un consiglio <strong>per</strong>cambiare una p<strong>il</strong>a e dove risolvere con un rapporto <strong>di</strong>retto tanti piccoli problemi.Cose che <strong>il</strong> grande magazzino non può dare.Questo tipo <strong>di</strong> organizzazione è alla base <strong>di</strong> una piccola sco<strong>per</strong>ta che è oggetto <strong>di</strong> queste pagine.Un vecchio elettricista andando a comprare <strong>il</strong> pane al forno Casati e Migliorini in Via Rossini,notò alcuni ingran<strong>di</strong>menti fotografici <strong>del</strong>la vecchia <strong>Pontedera</strong>: <strong>il</strong> bagno Rosina ed <strong>il</strong> bagno l’Acquavivasull’Arno, la piazza <strong>del</strong> Tram, una trebbiatrice sull’aia e infine la copia <strong>di</strong> una stampadatata 5 agosto 1888 emessa a ricordo <strong>di</strong> tre avvenimenti:L’inaugurazione <strong>del</strong>la R. Scuola <strong>di</strong> Arti e Mestieri.L’inaugurazione <strong>del</strong> Ginnasio Andrea da <strong>Pontedera</strong>.Ed infine l’inaugurazione <strong>del</strong>l’<strong>il</strong>luminazione elettrica <strong>del</strong>la città.Il vecchio elettricista spalancò gli occhi a quest’ultimo riferimento, tanto da dubitare che la stampafosse un’invenzione <strong>di</strong> qualche bello spirito.Chieste informazioni sull’origine <strong>del</strong>la stessa, fu in<strong>di</strong>rizzato alla corniceria Nannelli vecchia efamosa in città.Nannelli tirò fuori l’originale che aveva avuto chissà come e ne confermò l’autenticità.A beneficio <strong>di</strong> chi non è vecchio elettricista è opportuno considerare alcune date.E<strong>di</strong>son presentò la sua prima lampada nell’ottobre <strong>del</strong> 1879, ma solo nel 1882 mise in funzione a NewYork la prima centrale elettrica al mondo, la prima in grado <strong>di</strong> alimentare una vera <strong>il</strong>luminazione.A quei tempi gli unici mezzi <strong>di</strong> comunicazione tra Europa e America erano le navi e le notizie si muovevano<strong>qui</strong>n<strong>di</strong> con ritar<strong>di</strong> <strong>di</strong> mesi.Non c’era <strong>il</strong> telegrafo tra le sponde <strong>del</strong>l’Atlantico e Marconi avrebbe reso la ra<strong>di</strong>o un po’ più <strong>di</strong> in giocattolosolo nel 1897.La prima <strong>il</strong>luminazione in Italia si ebbe s<strong>per</strong>imentalmente in Piazza Duomo a M<strong>il</strong>ano nel 1877 ma noncon lampade ad incandescenza, ma con una lampada ad arco elettrico, una tecnologia non adatta adun impiego semplice e <strong>di</strong>ffuso.D’altra parte la prima importante centrale elettrica in Europa arrivò a M<strong>il</strong>ano solo nel giugno 1883<strong>per</strong> merito <strong>del</strong>l’Ingegner Colombo che aveva ac<strong>qui</strong>sito i macchinari necessari dallo stesso E<strong>di</strong>son enello stesso anno fu <strong>il</strong>luminato <strong>il</strong> Teatro alla Scala.Mancava ancora tutto <strong>il</strong> materiale impiantistico necessario <strong>per</strong> una vera istallazione.I portalampade arrivavano probab<strong>il</strong>mente dall’America, gli isolatori <strong>per</strong> le condutture si stavano inventando,l’isolamento dei conduttori poteva derivare solo dagli impianti telegrafici e dai laboratori <strong>di</strong>fisica dove già troneggiavano marchingegni dai nomi strani, solenoide, rocchetto <strong>di</strong> Runkorff, elettrocalamiteed altri i cui conduttori, avvolti in strati, dovevano essere isolati.E’ vero che la lampada elettrica, <strong>il</strong> primo elettrodomestico, era talmente interessante da mettere ali allaricerca dei mezzi necessari a renderla fac<strong>il</strong>mente commerciab<strong>il</strong>e, ma trovare l’<strong>il</strong>luminazione elettricaa <strong>Pontedera</strong> solo cinque anni dopo queste avventure <strong>di</strong> pionieri, <strong>il</strong> vecchio elettricista non se lo aspettava.Ancora dubbioso, andò <strong>per</strong> lumi non elettrici dal suo celebre amico Mario Lupi, faro ed esegeta <strong>del</strong>lafotografia pontederese, chiedendogli aiuto <strong>per</strong> trovare i vecchi verbali <strong>del</strong>le riunioni <strong>di</strong> Consiglio comunale<strong>del</strong>l’epoca.Il celebre amico, coor<strong>di</strong>natore <strong>del</strong> Centro, <strong>per</strong> toglierselo <strong>di</strong> torno, lo spedì all’Archivio Storico Comunale,dove con l’aiuto <strong>del</strong>l’incaricata, la brava Dottoressa Lara Parisotto, in poco tempo uscì fuori- datato 30 apr<strong>il</strong>e 1887- proprio <strong>il</strong> verbale in questione.Miracoli <strong>del</strong>la piccola città, in pochi passi, partendo da una panetteria si giungeva alla prova <strong>di</strong> unavvenimento, se non eccezionale, quantomeno eccellente e meritevole <strong>di</strong> non essere <strong>di</strong>menticato.Veniva in mente la solitu<strong>di</strong>ne <strong>del</strong>l’abitante <strong>di</strong> Roma che <strong>per</strong> risolvere qualcosa <strong>di</strong> sim<strong>il</strong>e chissà quantoavrebbe dovuto penare.Ma la sco<strong>per</strong>ta più importante <strong>il</strong> vecchio elettricista l’ha fatta vedendo l’importanza dei rapporti <strong>per</strong>sonalied imme<strong>di</strong>ati che esistono nelle piccole città e la ricchezza <strong>del</strong> tessuto che la costituisce.Vista l’audacia e la lungimiranza dei vecchi Amministratori, resta solo da s<strong>per</strong>are che dopo oltre unsecolo i nuovi amministratori abbiano <strong>il</strong> coraggio <strong>di</strong> mettere mano ad un vecchio impianto, aiutare econsolidare la rete <strong>di</strong> queste piccole attività, gestite ormai da <strong>per</strong>sone anziane e con rari inserimenti <strong>di</strong>giovani, <strong>per</strong> <strong>per</strong>mettere anche ai figli ed ai nipoti, questo piccolo miracolo <strong>di</strong> risolvere i problemi allafaccia <strong>del</strong>le complicazioni <strong>del</strong>le burocrazie.G. L.


Centro Stu<strong>di</strong> e Documentazione Andrea da <strong>Pontedera</strong>Centro Stu<strong>di</strong> e Documentazione Andrea da <strong>Pontedera</strong>9899UNA PICCOLASTORIA ESEMPLARE<strong>di</strong> Giovanni LupiLa prima <strong>il</strong>luminazioneelettrica a <strong>Pontedera</strong>Dovendo sintetizzare in pochebattute <strong>il</strong> XIX secolo, vengonosubito alla mente sicuramentetre aspetti:Le riven<strong>di</strong>cazioni Nazionali, l’estremapovertà <strong>del</strong>le classi popolari, losfarzo <strong>del</strong>le corti e <strong>del</strong>le gran<strong>di</strong> famiglie.Queste poche righe non sono un trattato<strong>di</strong> storia, <strong>per</strong>ciò sintetizziamobrevemente.Per <strong>il</strong> primo aspetto scriviamo soloGaribal<strong>di</strong> e Kossuth, <strong>per</strong> <strong>il</strong> secondoun ricordo <strong>di</strong> vecchi pontederesi cherecitava “ Ai tempi <strong>di</strong> RE CANE, settesol<strong>di</strong> la libbra <strong>il</strong> pane, esaminiamoun po’ meglio l’ultimo aspetto.A questo proposito quadrerie e f<strong>il</strong>msci hanno consegnato una vastissimadocumentazione, ma fra tutti isoggetti <strong>il</strong> più scenografico è quello<strong>del</strong>le gran<strong>di</strong> feste nelle corti, nellegran<strong>di</strong> famiglie, nelle chiese, nei localifamosi.Abiti preziosi nella fattura e nei mate r i a l i ,gioielli etanti lampa d a r iche <strong>il</strong>luminavanoquelle occasioni.La luce ela sua tecno l o g i a ,anche sesi avvalevasolo <strong>del</strong>gas e <strong>del</strong>lecan<strong>del</strong>e, poteva avvalersi <strong>di</strong> sistemievoluti <strong>per</strong> estetica e tecnica, supportatada industrie, artigiani e <strong>di</strong>stributoriche costituivano un sistema integrato eche sapeva sfruttare i mezzi pubblicitari<strong>di</strong> allora.Anche oggi qualunque casalinga <strong>di</strong> LaRotta o casalingo <strong>di</strong> <strong>Pontedera</strong> se deve<strong>il</strong>luminare una stanza, col primo pensierova alla cristalliera <strong>di</strong> Boemia o<strong>di</strong> Murano ed all’appliques con i calicimolati tipici <strong>di</strong> quei tempi.Ci dobbiamo domandare quale interessepotevano destare allora le luce elettrica.Se è un po’ più fac<strong>il</strong>e identificare le ragioni<strong>di</strong> tale scelta <strong>per</strong> l’<strong>il</strong>luminazionepubblica, è più <strong>di</strong>ffic<strong>il</strong>e comprenderel’interesse <strong>per</strong> l’<strong>il</strong>luminazione domestica.Nell’<strong>il</strong>luminazione pubblica sicuramenteconvinceva la semplicità <strong>di</strong> accensionee spegnimento, <strong>il</strong> poter evitare<strong>di</strong> rifornire le lanterne a petrolio, <strong>di</strong>contare sulla semplicità <strong>del</strong>l’impiantoelettrico – solo due f<strong>il</strong>i – contro la complessità<strong>del</strong>l’impianto <strong>per</strong> la <strong>di</strong>stribuzione<strong>del</strong> gas.D’accordo, ma in casa?La lampada elettrica non si può spostareda una stanza all’altra e <strong>qui</strong>n<strong>di</strong> richiedeun impianto complesso con punti <strong>di</strong> luceanche negli stanzini, ed in tutti gli altriambienti con bassa ut<strong>il</strong>izzazione che hacomunque lo stesso costo <strong>del</strong>la sala dapranzo.Nella <strong>del</strong>ibera <strong>del</strong> <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Pontedera</strong>N° 196 <strong>del</strong> 30 Apr<strong>il</strong>e 1887 relativaall’<strong>il</strong>luminazione pubblica, si fa precisoriferimento a che non solo <strong>il</strong> <strong>Comune</strong>,ma che anche i privati potessero averela possib<strong>il</strong>ità <strong>di</strong> accedere a questa <strong>il</strong>luminazione.Occorreva veder lontano, ed ora cerchiamo<strong>di</strong> <strong>di</strong>mostrarlo.Dalla p<strong>il</strong>a <strong>di</strong> Volta (1799) all’anello<strong>di</strong> Pacinotti (1858), i primi veri generatori<strong>di</strong> energia elettrica, passano59 anni e ne passano altri 24 (1882)<strong>per</strong> giungere al primo impianto d’<strong>il</strong>luminazioneche E<strong>di</strong>son eseguì conla sua lampada ad incandescenza.Dopo questa data l’elettrotecnica siarricchisce velocemente <strong>di</strong> numeroseapplicazioni.E’ <strong>di</strong>ffic<strong>il</strong>e non ammettere che laluce elettrica sia stata un catalizzatore<strong>di</strong> questo processo, portando unimpiego così ut<strong>il</strong>e e spettacolare acontatto col grande pubblico e nonsolo con i laboratori <strong>di</strong> fisica o conpoche particolari industrie.Essa in effetti è stata uno dei più importantielementi <strong>del</strong>la modernizzazionesuccessiva.E’ <strong>per</strong>ciò importante aver ricercatoe ritrovato i documenti <strong>del</strong> <strong>Comune</strong><strong>di</strong> <strong>Pontedera</strong> segnalati dal “Vecchioelettricista” ed in parte riportati inquesto articolo.Ma consideriamo un attimo cosa erala tecnica nell’anno 1888.Già si volava,le ferrovie sferragliavano in tutta la Toscana,Interno <strong>del</strong>la Stazione Maria Antonia a Firenze,poi Stazione Santa Maria Novellae non mancavano altre meraviglie.Per l’elettricità c’era l’ut<strong>il</strong>issimo telegrafo.Si <strong>di</strong>sponeva <strong>di</strong> apparecchiature <strong>di</strong> confortoe <strong>di</strong> aus<strong>il</strong>io culturale come <strong>il</strong> fono-DELIBERA <strong>del</strong>la GiuntaMunicipale n° 334<strong>del</strong> 4 Febbraio 1884Illuminazione elettrica.Nomina <strong>di</strong> una commissione.L’On.Presidente comunicaessere <strong>per</strong>venuta larisposta <strong>del</strong>la CompagniaFranco-Italiana circal’impianto <strong>del</strong>la <strong>il</strong>luminazioneelettrica e ritenenendol’af<strong>fare</strong> <strong>di</strong> grandeimportanza propone chevenga stu<strong>di</strong>ato da una appositaCommissione.La GiuntaU<strong>di</strong>to <strong>il</strong> presidenteNomina <strong>per</strong> l’esame <strong>del</strong>l’af<strong>fare</strong>una Commissionecomposta dai Sigori Ing.Luigi Bellincioni, Em<strong>il</strong>ioMorini, Benigno Bellincioni,Damiano Chiarinie Avv. Pietro Ridolfi.A pieni voti resi debitamenteNotaSe la Risposta <strong>del</strong>la Comp.Franco-Italiana è riferita allaGiunta con la data riportata,cioè 4/2/1884 praticamentead inizio anno, si può ritenereche l’interesse alla cosafosse nato nell’anno 1883,cioè solo 5 anni dopo la nascitaufficiale <strong>del</strong>la lampa<strong>di</strong>na<strong>di</strong> E<strong>di</strong>son (Ottobre 1879)e nello stesso anno <strong>del</strong>lainaugurazione <strong>del</strong>l’<strong>il</strong>luminazioenelettrica <strong>del</strong> Teatro LaScala <strong>di</strong> M<strong>il</strong>anoa.


Centro Stu<strong>di</strong> e Documentazione Andrea da <strong>Pontedera</strong>Centro Stu<strong>di</strong> e Documentazione Andrea da <strong>Pontedera</strong>100101DELIBERA <strong>del</strong>la GiuntaMunicipale n° 591DEL 18 Dicembre 1882Robert M. e Ci. Montaturadei Campanelli ElettriciL’On.Sindaco Comunicaalla Giunta che essendostata stab<strong>il</strong>ita in B<strong>il</strong>anciola montatura dei campanellielettrici <strong>per</strong> l’UfficioComunale, <strong>il</strong> referente si èdato cura <strong>di</strong> farsi rimetteredai competenti fabbricanti irapporti dettagliati, previaloro visita sopra luogo, <strong>del</strong>l’importocomplessivo <strong>di</strong> tallavoro <strong>il</strong> quale secondo unaPerizia <strong>del</strong>la Casa M. Robert<strong>di</strong> Parigi si eleva a Lire440,00 e secondo alla <strong>per</strong>izia<strong>del</strong> Sig. Balestracci <strong>di</strong>Pisa a Lire 367. E’ <strong>per</strong>ò daavvertire che la casa Robertprevede un numero maggiore<strong>di</strong> p<strong>il</strong>e, uno sv<strong>il</strong>uppomaggiore <strong>di</strong> f<strong>il</strong>i, un numerougualmente maggiore <strong>di</strong>campanelli e bottoni.Inoltre <strong>il</strong> materiale che impiegaquesta casa a cominciaredal quadro, è senzadubbio e non <strong>di</strong> poco su<strong>per</strong>iorea quello <strong>del</strong> Sig. Balestracci<strong>per</strong> cui tutto considerato,l’On. Sindaco esprimel’avviso che convenga attenersialla offerta <strong>del</strong>la casaM. Robert e CiLa GiuntaSenza <strong>di</strong>scussione approvala proposta <strong>del</strong>l’On. Sindacoautorizzando l’esecuzioneimme<strong>di</strong>ata <strong>del</strong> lavoro. Apieni votigrafo con possib<strong>il</strong>ità <strong>di</strong> scelte spartaneo tecnologicamente sofisticate.Anche la fotografiagià si valeva <strong>di</strong> mode r n i s s i m eapparecchiature,sia <strong>per</strong>fotogra<strong>fare</strong>,come <strong>per</strong> proiettare.Nonostante questo, <strong>per</strong> la stampa ancorasi usavano i clichés, come <strong>di</strong>mostranomolte <strong>del</strong>le <strong>il</strong>lustrazione <strong>di</strong> questoarticolo, provenienti da un manuale <strong>di</strong>fisica stampato nel 1915 ma forse <strong>del</strong>lostesso <strong>per</strong>iodo <strong>di</strong> cui parliamo, trattandosi<strong>del</strong>la terza e<strong>di</strong>zione.Le p<strong>il</strong>e eranoormai affidab<strong>il</strong>ie <strong>di</strong> fac<strong>il</strong>eimpiego,si ut<strong>il</strong>izzavanogià <strong>per</strong> <strong>il</strong>telegrafo maanche <strong>per</strong> icampanellielettrici eda questo proposito è da notare che nel1888, mentre a Parigi la torre Eiffel erain costruzione, da noi una Ditta Pariginai campanelle elettrici già li avevaistallati, come <strong>del</strong>iberato dalla GiuntaMunicipale, ad<strong>di</strong>rittura nel 1882.Anche i campanelli ed <strong>il</strong>relativo impianto, a queitempi, attenevano alle altetecnologie e <strong>per</strong>ciò, <strong>di</strong> fianco,si riporta la Deliberarelativa.Ma <strong>per</strong> <strong>il</strong> resto tutto si reggevasull’agricoltura, suicommerci e su poche industrieche usavano comeenergia principalmentel’uomo, gli animali, le caduteidrauliche <strong>per</strong> mulini,cartiere e magli, <strong>il</strong> vento ed in qualchecaso le macchine a vapore.In questo contesto è giusto andare conla memoria a coloro che l’<strong>il</strong>luminazioneelettrica a <strong>Pontedera</strong> la vollero giànel 1884, come <strong>di</strong>mostra la Delibera<strong>del</strong>la Giunta Municipale n° 334 cheistituiva una Commissione <strong>per</strong> l’esame<strong>del</strong>le problematiche relative, e chequattro anni dopo la realizzarono.Come mostra una ricerca gent<strong>il</strong>menteeffettuata <strong>per</strong> conto <strong>di</strong> questo rivista,dal solerte <strong>per</strong>sonale <strong>del</strong>l’Ufficio Anagrafe<strong>del</strong> <strong>Comune</strong>, erano Amministratoricresciuti sotto <strong>il</strong> Granducato <strong>di</strong> Toscana,ricco <strong>del</strong>le relazioni che questoaveva con l’Im<strong>per</strong>o Austro-Ungarico,uno degli stati più gran<strong>di</strong> e meglio organizzati<strong>del</strong>l’Occidente.Con i Granduca <strong>di</strong> Casa d’Austria, inSessione Or<strong>di</strong>naria <strong>di</strong> PrimaveraPrima ConvocazioneDELIBERA 196DEL 30 Apr<strong>il</strong>e 1887Illuminazione elettricanella città <strong>di</strong> <strong>Pontedera</strong>Discussione e approvazioneprogetto d’impianto.Toscana erano arrivate le bonifiche cono<strong>per</strong>e ingegneristicamente importantie ar<strong>di</strong>te, come <strong>il</strong> sifone che sottopassal’Arno <strong>per</strong> scaricare in mare le acque<strong>del</strong> Padule <strong>di</strong> Bientina, le ferrovie e siera curato <strong>il</strong> territorio come mai erastato fatto prima, né purtroppo dopo.Valgano come esempio i gran<strong>di</strong> rimboschimenti,la cura dei corsi d’acqua, e<strong>di</strong>noltre l’impegno <strong>per</strong> le strade, le industrie, le miniere, gli acquedotti e tantoaltro.Erano <strong>qui</strong>n<strong>di</strong> <strong>per</strong>sone es<strong>per</strong>te e capaci,abituati alla cultura <strong>del</strong> <strong>fare</strong>, ma da<strong>qui</strong> ad accettare una novità come l’<strong>il</strong>luminazioneelettrica, <strong>il</strong> passo non erascontato e dobbiamo riconoscergliene<strong>il</strong> merito.DOCUMENTI DALL’ARCHIVIO DEL COMUNE DI PONTEDERAL’Anno 18ottantasette e questo giorno 30 Apr<strong>il</strong>e alle ore 10 ant/ si è riunito <strong>il</strong> Consiglio Comunalein or<strong>di</strong>ne agli avvisi scritti <strong>di</strong>ramati dall’ On: Sindaco in tempo debito al domic<strong>il</strong>io dei Signori Consiglieriresidenti nel <strong>Comune</strong> e fuori, all’oggetto <strong>di</strong> trattare i seguenti affari i cui atti da 24 ore eranosul banco <strong>del</strong>la Presidenza a <strong>di</strong>sposizione dei Signori consiglieriPresiede l’On.Sindaco1. Ciompi NiccolòAssiste l’infrascritto SegretarioSono presenti i Consiglieri Signori2. Zeppini Ugo3. Agostini Conte Alfredo4. Baccini Francesco5. Orsini Cav: Francesco6. Del Guerra Luca7. Pacchiani Antonio8. Degl’Innocenti Virg<strong>il</strong>io9. Capecchi Cav. Avv: nEnrico10. Fezzi Michele11. Giuliani Faustino12. Bellincioni Cav. Cesare13. Ciaccio Dr Calogero14. Francini Leone15. Bellincioni Faustino16. Magnani Esculapio17. Nal<strong>di</strong>ni Marziale18. Bartoli Palmiro19. Lori Roberto20. Chiarini DamianoE’ sensata l’assenza dei Consiglieri Pachò, Antinori, Bellincioni Luigi e Ciompi.L’or<strong>di</strong>ne <strong>del</strong> giorno reca = Discussione e approvazione <strong>del</strong> progetto d’impianto <strong>del</strong>la <strong>il</strong>luminazioneelettrica nella Città <strong>di</strong> <strong>Pontedera</strong> =Si da lettura <strong>del</strong>la seguente relazioneOnorevoli ColleghiIn nome <strong>del</strong>le Commissioni <strong>per</strong>manenti <strong>di</strong> Finanza, Lavori, e Contenzioso ho l’onore <strong>di</strong> riferivi sopraun importante argomento sottoposto al vostro esame dalla Giunta Municipale.Si tratta come lo <strong>di</strong>ce l’or<strong>di</strong>ne <strong>del</strong> giorno <strong>del</strong> problema <strong>del</strong>la pubblica <strong>il</strong>luminazione nel capoluogo <strong>del</strong>


Centro Stu<strong>di</strong> e Documentazione Andrea da <strong>Pontedera</strong>Centro Stu<strong>di</strong> e Documentazione Andrea da <strong>Pontedera</strong>102103... DOCUMENTI DALL’ARCHIVIO DEL COMUNE DI PONTEDERA (continua dalla pagina precedente)<strong>Comune</strong>, problema intorno al quale da molti anni la Giunta Municipale ha fatto stu<strong>di</strong> e ricerche d<strong>il</strong>igenti e che varie volte è statain procinto <strong>di</strong> sottoporre all’esame <strong>del</strong> Consiglio, lo che se non è avvenuto fin <strong>qui</strong> deve ricercarsene la causa nei rapi<strong>di</strong>, anzi neglistraor<strong>di</strong>nari ed impreve<strong>di</strong>b<strong>il</strong>i progressi manifestatisi nella meccanica applicata a questo ramo dei pubblici servigi.Mentre infatti ferveva la gara degli stu<strong>di</strong> sulla semplificazione degli apparecchi destinati alla produzione <strong>del</strong> Carburo d’idrogeno(gas d’<strong>il</strong>luminazione) così da rendere possib<strong>il</strong>e la istallazione <strong>di</strong> officine gazogenere anche in piccole località , un poderoso concorrentealla <strong>il</strong>luminazione a gas si faceva strada dapprima stentatamente e mano mano più largamente dap<strong>per</strong>tutto, tanto che oggipuò affermarsi essere esso rimasto incontrastato vincitore <strong>del</strong> campo, poiché l’<strong>il</strong>luminazione a gas si sostiene a mala pena laddoveè istituita, ed anche in grazia dei priv<strong>il</strong>egi speciali ad essa assicurati dai Contratti in corso.Questo poderoso concorrente <strong>del</strong> gas è come tutti sanno, la corrente d’induzione che si genera dal <strong>di</strong>namo - elettriche messe in motoda una forza qualsiasi, ed è appunto a questo sistema <strong>il</strong>luminante <strong>per</strong> tutti i riguar<strong>di</strong> preferib<strong>il</strong>e al gas che si è rivolta l’attenzione<strong>del</strong>la Giunta, la quale, dopo lunghe trattative è riuscita a conchiudere con l’Egregio Sig. Giovanni Caterini nome ben noto franoi, <strong>il</strong> contratto che oggi è sottoposto alla vostra <strong>di</strong>sanima e sul quale io vi debbo riferire i resultati degli stu<strong>di</strong> <strong>del</strong>le commissioni<strong>per</strong>manentiI quali stu<strong>di</strong> poi non potevano avere altri obiettivi che i seguenti.1° L’esame <strong>del</strong>l’o<strong>per</strong>azione conclusa dalla Giunta considerata dal lato finanziario .2° L’esame <strong>del</strong> Compromesso nelle sue specifiche <strong>di</strong>sposizioni tecniche ed amministrative.Ora quanto alla prima indagine consistente nell’accertare se l’o<strong>per</strong>azione finanziariamente ed economicamente era o meno plausib<strong>il</strong>e,le Commissioni <strong>per</strong>manenti sono fac<strong>il</strong>mente cadute d’accordo essere essa manifesta riprova <strong>del</strong>la prudenza e <strong>del</strong>la d<strong>il</strong>igenzacon le quali la Giunta conduce i pubblici servigi.E valga <strong>il</strong> vero: oggi come oggi <strong>il</strong> capoluogo <strong>del</strong> <strong>Comune</strong> in cui si trovano agglomerati meglio <strong>di</strong> 8000 abitanti è più che scarsamente,miseramente <strong>il</strong>luminato con 52 lampade a petrolio ciascuna <strong>del</strong>le quali costa circa £ 104 all’anno, somma enorme sesi rifletta alle ore <strong>di</strong> accensione reali a cui è tenuto l’accollatario che, come è noto, in tutto <strong>il</strong> tempo nel quale splende la lunasull’orizzonte non è obbligato ad accenderne neppure una. Se alle 52 lampade pubbliche si aggiungono quelle <strong>del</strong> nuovo mercato<strong>del</strong>le vettovaglie, abbiamo una spesa attuale <strong>di</strong> circa Lire Seim<strong>il</strong>a annue <strong>per</strong> una <strong>il</strong>luminazione serale <strong>del</strong> nostro Capoluogo,assolutamente insufficiente e inadeguata ai tempi. Né ciò è tutto. Il progresso costante e rapido <strong>del</strong>le costruzioni ed<strong>il</strong>izie, che vuol<strong>di</strong>re ingran<strong>di</strong>mento costante <strong>del</strong>la Città moltiplica necessariamente le insistenti richieste <strong>di</strong> nuovi lampioni: la nuova stazione <strong>di</strong>prossima eseguimento né renderà imprescin<strong>di</strong>b<strong>il</strong>mente necessari altri ancora, cosicché le attuali 52 lampade saranno in breve oraaccompagnate da non poche sorelle, poiché tale è la forza <strong>del</strong>le cose e dei tempi che sarebbe follia <strong>il</strong> lottare contro tuttociò cheviene richiesto in nome <strong>del</strong> progresso e <strong>del</strong>l’aumento <strong>di</strong> pubbliche como<strong>di</strong>tà, ed è ormai risaputo che a tale corrente non è dato <strong>di</strong>resistere. Così non errerebbe <strong>di</strong> gran lunga chi asserisse che in breve volger <strong>di</strong> tempo le attuali 52 lampade dovranno <strong>di</strong>venire 70e la spesa consequenziale elevarsi a £ 7400 annue.Ora quando la Giunta ci presenta un progetto dal quale risulta che avremo 80 lampade elettriche <strong>di</strong> 16 can<strong>del</strong>e ciascuna, vale a<strong>di</strong>re un potere <strong>il</strong>luminante almeno triplo <strong>del</strong>l’attuale senza una possib<strong>il</strong>e alterazione <strong>di</strong> spesa, noi non possiamo che <strong>fare</strong> plauso allao<strong>per</strong>azione propostaci dagli Egregi Uomini deputati dalla nostra fiducia al reggimento continuo dei pubblici negozi.E che ciò sia veramente non spen<strong>di</strong>amo parole a <strong>di</strong>mostrarlo giacché dal Compromesso resulta in modo amplissima - Infatti <strong>il</strong><strong>Comune</strong> con 80 lampade elettriche (riservandosi ampli <strong>di</strong>ritti <strong>per</strong> i contingib<strong>il</strong>i aumenti) pagherà all’impresa un canone annuo <strong>di</strong>£ 8250,00, ma <strong>per</strong> converso l’Impresa corrisponderà al <strong>Comune</strong> £ 1000 annue a titolo d’affitto <strong>del</strong>l’attuale mercato <strong>del</strong>le vettovaglie,<strong>il</strong> quale eretto con ottimi inten<strong>di</strong>menti <strong>di</strong> igiene e <strong>di</strong> polizia non ha corrisposto allo scopo a cui era preor<strong>di</strong>nato. Il mercato,o Signori, non funziona né è preve<strong>di</strong>b<strong>il</strong>e con le nostre abitu<strong>di</strong>ni, e data la <strong>di</strong>sposizione topografica <strong>del</strong>la città, possa funzionare inavvenire, <strong>per</strong> cui necessariamente viene a risolversi in una costruzione che costerà al <strong>Comune</strong> molto <strong>di</strong> mantenimento senza esseresuscettib<strong>il</strong>e <strong>di</strong> ren<strong>di</strong>ta apprezzab<strong>il</strong>e. Proponendoci la Giunta <strong>di</strong> cederlo alla impresa <strong>per</strong> un annuo affitto <strong>di</strong> Lire 1000, non solo essaha fatto buona o<strong>per</strong>a restituendo a servigio ut<strong>il</strong>e <strong>il</strong> fabbricato stesso, oggi deserto <strong>di</strong> abitatori, ma <strong>per</strong>cipendo dalla locazione unaffitto come quello su<strong>per</strong>iormente <strong>di</strong>scorso, ha reso meno sensib<strong>il</strong>e <strong>il</strong> costo <strong>del</strong>la pubblica <strong>il</strong>luminazione, la quale se si consideri intotale <strong>di</strong>sgravio <strong>il</strong> canone locatizio <strong>del</strong> fabbricato, verrebbe a residuarsi a sole £ 7250, e si consideri <strong>il</strong> valore che in una possib<strong>il</strong>elocazione potrà raggiungere <strong>il</strong> fabbricato stesso, ascenderà ad un massimo <strong>di</strong> £ 7750,00.Comunque sia <strong>il</strong> dotare <strong>il</strong> nostro Paese <strong>del</strong> più <strong>per</strong>fetto e recente sistema d’<strong>il</strong>luminazione pubblica, <strong>il</strong> porre i privati citta<strong>di</strong>ni incon<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> avere a buoni patti una luce <strong>per</strong> tutti i rispetti su<strong>per</strong>iore a qualunque altra, in dare alle industrie paesane la possib<strong>il</strong>ità<strong>di</strong> giovarsi <strong>del</strong>la corrente elettrica <strong>per</strong> forza motrice, sono tali e così in<strong>di</strong>scutib<strong>il</strong>i benefici <strong>di</strong> fronte ai quali la maggiore spesa<strong>di</strong> qualche centinaio <strong>di</strong> lire non può essere tenuta in alcun conto, e sarebbe davvero un fuor d’o<strong>per</strong>a lo spendere maggiori parolesull’argomento - Basti sul proposito aggiungere che <strong>il</strong> costo <strong>di</strong> ogni lampada con un’ora d’accensione viene ad essere <strong>di</strong> 3 centesimie 4 m<strong>il</strong>lesimi circa <strong>per</strong> giu<strong>di</strong>care se l’o<strong>per</strong>azione dal lato finanziario sia <strong>di</strong>scutib<strong>il</strong>e.Restaci ora a parlarvi <strong>del</strong>le specifiche <strong>di</strong>sposizioni <strong>del</strong> compromesso sul quale ci sembrano ut<strong>il</strong>i nell’interesse <strong>del</strong> <strong>Comune</strong> ed inquello stesso <strong>del</strong>l’Impresa, alcune aggiunte e raccomandazioni le quali lasciando intatte le basi fondamentali <strong>del</strong> compromesso,sono intese a togliere, almeno a senso nostro, la possib<strong>il</strong>ità <strong>di</strong> contrasti e <strong>di</strong> attriti fra l’Amministrazione Comunale e la Societàimpren<strong>di</strong>trice.All’Articolo 6° ci era venuto in mente che sarebbe stato ut<strong>il</strong>e aggiungere doversi l’impianto elettrico stab<strong>il</strong>ire <strong>per</strong> modo che oltreche con macchine <strong>per</strong> l’uso serale dovesse stab<strong>il</strong>irsi l’obbligo <strong>del</strong>l’impresa <strong>di</strong> tenere una <strong>di</strong>namo ed una motrice <strong>di</strong> minor potenza<strong>per</strong> i contingib<strong>il</strong>i casi <strong>di</strong> necessità <strong>di</strong> luce elettrica nelle ore <strong>di</strong>urne, sia da parte <strong>del</strong> Municipio sia da parte dei privati utenti. Suquesta aggiunta <strong>per</strong>ò non insistiamo in alcun modo dacché in pratica, come fac<strong>il</strong>mente si comprende, la principale interessata èl’Impresa.In questo stesso Articolo VI non potremmo invece accettare senza un’importante mo<strong>di</strong>ficazione <strong>il</strong> comma C nel quale si stab<strong>il</strong>isceche i f<strong>il</strong>i conduttori potranno essere sotterranei o aerei, co<strong>per</strong>ti nel primo caso ed in rame nudo elettrolitico nel secondo. - La conduzioneaerea nuda o sco<strong>per</strong>ta può essere, sebbene al momento <strong>del</strong>l’impianto non lo sia, <strong>per</strong>icolosissima, e <strong>qui</strong>n<strong>di</strong> <strong>per</strong> ragione <strong>di</strong>pubblica sicurezza <strong>il</strong> <strong>Comune</strong> deve imporre dei limiti e <strong>del</strong>le con<strong>di</strong>zioni all’impresa, limiti e con<strong>di</strong>zioni che non possono davveroformare subietto <strong>di</strong> <strong>di</strong>scussione da parte <strong>di</strong> quest’ultima essendo esse rivolte a tutelare la incolumità pubblica <strong>di</strong> fronte alla qualel’impresa stessa verserebbe in colpa se non attuasse i provve<strong>di</strong>menti necessari a tutelarla.E’ <strong>per</strong>ciò che al comma C <strong>del</strong>l’Art°: VI proponiamo <strong>di</strong> aggiungere <strong>il</strong> seguente inciso = Il Municipio potrà in ogni tempo obbligarel’Impresa a collocare f<strong>il</strong>i bene isolati con apposite co<strong>per</strong>ture quando ciò sia scientificamente <strong>di</strong>mostrato necessario e riconosciuto,ove occorra, dagli Arbitri Tecnici, <strong>di</strong> che all’Art°: XXX, dovendo la conduttura dei f<strong>il</strong>i aerei essere assolutamente innocua e scevrada qualunque <strong>per</strong>icolo <strong>per</strong> i possib<strong>il</strong>i contatti.Sim<strong>il</strong>mente all’Art°: VIII ci sembra interessante aggiungere che <strong>il</strong> <strong>Comune</strong> abbia sempre la facoltà <strong>di</strong> <strong>il</strong>luminare con lampade adarco <strong>del</strong> miglior sistema le strade principali e le Piazze <strong>del</strong>la Città. Perciò all’Art° VIII vi proponiamola seguente aggiunta.Il <strong>Comune</strong> avrà sempre facoltà <strong>di</strong> <strong>il</strong>luminare con lampade ad arco <strong>del</strong> miglior sistema, in sostituzione <strong>del</strong>le esistenti, le piazze estrade principali <strong>del</strong>la Città.Il costo <strong>di</strong> tali lampade e <strong>del</strong>le <strong>di</strong>ramazioni relative non che quanto altro è inerente alla loro installazione, sarà pagato dal <strong>Comune</strong>all’Impresa a pronti contanti ed ai prezzi correnti. Il corrispettivo consumo <strong>di</strong> tali lampade, o spesa d’esercizio <strong>del</strong>le medesime, saràfissato d’accordo colle parti ed in caso <strong>di</strong> <strong>di</strong>vergenza sarà stab<strong>il</strong>ito dagli arbitri tecnici <strong>di</strong> cui all’Art°: XXX.A questo stesso articolo dopo le parole E<strong>di</strong>son o Swan ci sembrerebbe poi opportuno <strong>di</strong> aggiungere le seguenti = od altre <strong>di</strong> qualunquealtro sistema da approvarsi dalla Amministrazione Comunale =In fine all’Art°: XXI nel quale si stab<strong>il</strong>iscono i massimi prezzi <strong>per</strong> la <strong>il</strong>luminazione privata, posto quest’ultimo in relazione col precedenteArticolo XVI, ci sembrerebbe equo che nel caso <strong>di</strong> nuovi ritrovati <strong>di</strong> che parla l’Art°: XVI sopracitato, i quali riducesseronotevolmente <strong>il</strong> costo <strong>del</strong>la produzione <strong>del</strong>la luce, non solo <strong>il</strong> <strong>Comune</strong> ma anche i privati avessero <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> usufruirne, tanto più chetale <strong>di</strong>ritto non verrebbe ad avere vita pratica se non dopo un breve lungo lasso <strong>di</strong> tempo dalla installazione <strong>del</strong>l’impianto.Se non che comprendendo che è nell’interesse massimo <strong>del</strong>l’impresa <strong>di</strong> scendere col prezzo <strong>del</strong>la luce al più basso termine possib<strong>il</strong>e,non facciamo <strong>di</strong> questa nostra idea una formale proposta <strong>di</strong> aggiunta al capitolato e la convertiamo in una semplice raccomandazionealla Giunta <strong>per</strong> <strong>il</strong> caso essa creda, d’accordo coll’Impresa, <strong>di</strong> mo<strong>di</strong>ficare in quanto occorra sopra questo subietto, le<strong>di</strong>sposizioni <strong>del</strong> Capitolato.Un ultima mo<strong>di</strong>ficazione ci pare meritevole <strong>di</strong> proporvi all’Art°: XXVI <strong>del</strong> Capitolato nel quale alla lettera (a) è stab<strong>il</strong>ita la penale<strong>di</strong> £ 5 <strong>per</strong> ogni mezz’ora <strong>di</strong> ritardo nell’accensioneserale, mentre alla lettera (b) <strong>di</strong> questo stesso articolo è stab<strong>il</strong>ita la penale <strong>di</strong> £ 10 <strong>per</strong> ogni ora anticipata <strong>di</strong> spegnimento.Per le stesse ragioni che determinarono la <strong>di</strong>sposizione scritta nel comma (a) ci sembra che <strong>il</strong> comma (b) mo<strong>di</strong>ficato nel senso <strong>di</strong>ridurre la penale alla metà, riducendo <strong>del</strong> pari alla metà <strong>il</strong> tempo, e che in conseguenza <strong>il</strong> comma b debba <strong>di</strong>re = Lire Cinque <strong>per</strong>ogni mezz’ora anticipata <strong>di</strong> spegnimento =Con tale premessa, e, almeno secondo l’avviso <strong>del</strong>le Tre Commissioni <strong>per</strong>manenti circa alle mo<strong>di</strong>ficazioni al Progetto <strong>di</strong> Compromesso,mo<strong>di</strong>ficazioni che <strong>per</strong> nulla affatto né immutano la sostanza e sono più che altro intese a <strong>di</strong>rimere possib<strong>il</strong>ità <strong>di</strong> <strong>di</strong>vergenzee <strong>di</strong> attriti fra <strong>Comune</strong> e Impresa, io sono lieto <strong>di</strong> proporre al Consiglio l’approvazione <strong>del</strong> progetto <strong>di</strong> <strong>il</strong>luminazione elettrica chedalla Giunta ci è stato sottoposto.IL RELATORETerminata la lettura <strong>del</strong>la relazione l’On: Sindaco fa dar lettura <strong>del</strong> progetto <strong>di</strong> compromesso stipulato dalla Giunta, lettura chevien fatta dal Segretario <strong>del</strong> <strong>Comune</strong>.Questo terminato l’On: Sindaco in nome <strong>del</strong>la Giunta <strong>di</strong>chiara che le aggiunte proposte dalle Commissioni <strong>per</strong>manenti agli ArticoliVI, VIII, e XXVI <strong>del</strong> Capitolato sono state dalla Giunta completamente accolte come che meramente esplicative <strong>del</strong> Capitolato stesso,interesse a <strong>di</strong>ssipare possib<strong>il</strong>i <strong>di</strong>screpenze e non immutative <strong>del</strong>le <strong>di</strong>sposizioni fondamentali <strong>del</strong> Contratto. Sebbene su <strong>di</strong> esse nonsia stata interpellata la Società assuntrice, l’On. Sindaco non dubita che anche da parte <strong>del</strong>la medesima quelle aggiunte non siano<strong>per</strong> essere accettate, giacché, a parte la loro giustizia, esse tutelano tanto l’interesse <strong>del</strong> <strong>Comune</strong> quanto quello <strong>del</strong>l’Impresa.Del pari l’On: Sindaco <strong>di</strong>chiara <strong>di</strong> accettare in linea <strong>di</strong> raccomandazione <strong>il</strong> concetto esposto dalle Commissioni <strong>per</strong>manenti circal’Art°: XXI riservando <strong>di</strong> farne subietto <strong>di</strong> trattativa con l’Impresa: e dopo <strong>di</strong> ciò è <strong>di</strong>chiarata a<strong>per</strong>ta la <strong>di</strong>scussione.Il Cons. On: Sig: Cav: Francesco Orsini quantunque non residente in <strong>Pontedera</strong> si <strong>di</strong>chiara lieto nello apprendere che una innovazionecosì importante in un ramo <strong>di</strong> pubblico servigio si sia dalla Giunta potuto eseguire senza alterare in alcun modo <strong>il</strong> B<strong>il</strong>ancio.Dichiara <strong>per</strong>ciò che voterà <strong>di</strong> gran cuore <strong>il</strong> progetto <strong>del</strong>la <strong>il</strong>luminazione elettrica sicuro <strong>di</strong> <strong>fare</strong> o<strong>per</strong>a profittevole <strong>per</strong> l’interesse<strong>del</strong>la Città.Nessun altro domandando <strong>di</strong> parlare, l’On: Sindaco <strong>di</strong>chiara che si procederà ai voti anzitutto sulle aggiunte proposte dalle Commissioniagli Articoli VI, VIII e XXVI <strong>del</strong> Progetto <strong>di</strong> Compromesso, essendo le medesime e<strong>qui</strong>parate ad emendamenti.IL CONSIGLIOA voti unanimi resi <strong>per</strong> alzata e seduta approva le proposte <strong>del</strong>le Commissioni.L’On. Sindaco annunzia <strong>qui</strong>n<strong>di</strong> che si procederà ai voti sull’intero Progetto <strong>di</strong> Contratto <strong>per</strong> la <strong>il</strong>luminazione elettrica, tenuto conto<strong>del</strong>le mo<strong>di</strong>ficazioni sopra <strong>del</strong>iberate e <strong>del</strong>la raccomandazione suggerita dalle Commissioni all’Articolo XVI.IL CONSIGLIOA voti unanimi resi <strong>per</strong> alzata e seduta approva.


Centro <strong>di</strong> Documentazione FotograficaCentro <strong>di</strong> Documentazione Fotografica104105MARINARI STEFANONasce a <strong>Pontedera</strong> nel 1965e durante gli stu<strong>di</strong> tecnici <strong>di</strong><strong>per</strong>ito aziendale comincia adavvicinarsi al mondo <strong>del</strong>la“musica da ballo” come DJ,iniziando un <strong>per</strong>corso che loporterà lontano dalla sua formazionescolastica e dalle opportunità<strong>di</strong> lavoro cosiddette“tipiche”. Insieme ad un suogrande amico e collega deejay apre un piccolo stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong>registrazione e continua a <strong>di</strong>viderela sua vita tra <strong>il</strong> lavoro<strong>di</strong>urno e quello <strong>del</strong>la notte.Dovrà sempre <strong>fare</strong> i conticon la realtà <strong>di</strong> tutti i giorni esempre meno con quella artisticache dà sod<strong>di</strong>sfazioni manon porta <strong>il</strong> pane a casa e <strong>per</strong>questo interrompe <strong>il</strong> suo <strong>per</strong>corsomusicale con granderammarico. Ormai <strong>di</strong>venuto“adulto” rivolge i suoi interessiverso <strong>il</strong> mondo <strong>del</strong>la fotografiae decide <strong>di</strong> frequentareun corso base che glidarà la possib<strong>il</strong>ità <strong>di</strong> esplorarela realtà in modo <strong>di</strong>versodal comune approccio visivo.S<strong>per</strong>imenta inizialmente laclassica pellicola <strong>per</strong> poi passareal mondo <strong>di</strong>gitale dovesi sentiva più a suo agio, libero<strong>di</strong> s<strong>per</strong>imentare senzal’obbligo <strong>di</strong> dover “rubare”ai gelosi e boriosi fotoamatori“es<strong>per</strong>ti” nozioni ed informazionigelosamente custo<strong>di</strong>tenelle loro teste e <strong>di</strong>ffusecontrovoglia. Con una fotocamera<strong>di</strong>gitale ed un elaboratorepuò sbagliare e riprovare,con<strong>di</strong>videndo le suees<strong>per</strong>ienze con altri fotografimolto più velocemente e senzatroppi orpelli.Non ama troppo pubblicizzarele cose che fa e soprattuttoo<strong>di</strong>a i concorsi fotografici<strong>di</strong> qualunque tipo; preferisceimparare dalle immagini altrui,s<strong>per</strong>imentare e curiosarein ogni campo <strong>del</strong>la realtàe con ogni mezzo che al momentogli si presenta.<strong>di</strong> M. L.LE ROTATORIEIndubbiamente la creazione <strong>del</strong>le“Rotatorie” stanno mo<strong>di</strong>ficandol’assetto urbano <strong>del</strong>la città. Nelloscorso numero <strong>del</strong> Bollettino, Dini Carlesisollevava <strong>il</strong> problema <strong>del</strong>l’arredoche queste “Rotatorie” potevano avereinserendovi <strong>del</strong>le o<strong>per</strong>e d’arte cheavrebbero consentito <strong>di</strong> evitare punti <strong>di</strong>degrado urbano con accumulo <strong>di</strong> sterpagliee rifiuti.Le o<strong>per</strong>e d’arte che vi si potevano installareavrebbero <strong>per</strong>ò dovuto avere unlegame con <strong>il</strong> tessuto sociale nel qualeandavano a incidere. Il problema è sortoquando altri citta<strong>di</strong>ni hanno sostenuto lanecessità <strong>di</strong> lasciare questi spazi liberi<strong>per</strong>ché la installazione <strong>di</strong> o<strong>per</strong>e, anchese <strong>di</strong> pregevole fattura, non potevanoesser lette con la necessaria attenzionerendendo un cattivo servizio all’artistae all’utente <strong>del</strong>la strada che non avrebbepotuto <strong>di</strong>strarre la sua attenzione <strong>per</strong>godere <strong>del</strong>l’o<strong>per</strong>a.Noi approfittiamo <strong>del</strong>le foto aeree <strong>di</strong>Stefano Marinai <strong>per</strong> avere una panoramica<strong>di</strong> queste nuove realtà citta<strong>di</strong>ne inmodo che, se nascerà una <strong>di</strong>scussione,si abbiano le informazioni visive a portata<strong>di</strong> mano evitando <strong>di</strong> cadere in una<strong>di</strong>scussione ster<strong>il</strong>e.


Centro Stu<strong>di</strong> e Documentazione Andrea da <strong>Pontedera</strong>NICOLA COLOMBINIa cura <strong>del</strong>la redazione <strong>del</strong> CentroCentro Stu<strong>di</strong> e Documentazione Andrea da <strong>Pontedera</strong>LA BIBLIOTECA DEL CENTRO SI AMPLIAa cura <strong>di</strong> Anna VanniNella nostra pur breve vita<strong>del</strong> Centro Stu<strong>di</strong> Andrea da<strong>Pontedera</strong> non credevamo <strong>di</strong>dover dare l’ad<strong>di</strong>o a un nostro pre-ANGELI ALL’INFERNOI racconti <strong>del</strong>lo straccio<strong>di</strong> Paolo Baldereschi e Stefania NicoliBandecchi e Vival<strong>di</strong> E<strong>di</strong>toriDe<strong>di</strong>cato alle donne e agli uomini che nella loro vita hannoin<strong>di</strong>rizzato impegno e passione all’affermazione dei <strong>di</strong>rittisociali e <strong>del</strong> lavoro, <strong>il</strong> libro racconta “…situazioni <strong>di</strong> prevaricazione,<strong>di</strong> sopruso e violenza dei <strong>di</strong>ritti <strong>per</strong>sonali, <strong>di</strong> sofferenzae mortificazione umana <strong>di</strong> cui spesso, troppo spesso, levittime sono le donne”.zioso collaboratore, ma soprattuttoun amico, che ci ha aiutato nellenostre realizzazioni nel campo <strong>del</strong>leimmagini.Non vogliamo <strong>fare</strong> un necrologio <strong>di</strong>Nik, ma ricordarlo allegro, vivace,spensierato, compagnone.Ciao Nik...VALLELONGA E LA SUA STORIARicerche storiche su Vallelonga e i suoi Casali<strong>di</strong> Bruno De CariaFirenze 2007Il libro, contrassegnato da un forte sentimento <strong>del</strong> luogo, effettuauna ricerca sulle vicende storiche <strong>di</strong> Vallelonga , uncastello-fortezza ed un v<strong>il</strong>laggio, situato nel gruppo montuoso<strong>del</strong>le Serre calabre, centro prima <strong>di</strong> una baronia e poi <strong>di</strong>un marchesato. L’indagine storica è scaturita dall’esigenza<strong>di</strong> salvaguardare l’identità e la memoria <strong>di</strong> Vallelonga dalrischio sempre più incalzante <strong>del</strong>l’Omologazione, insito nelconcetto <strong>di</strong> Globalizzazione <strong>del</strong> nostro pianeta.106107CRESPINA E IL SUO TERRITORIOUna ricerca attraverso le immagini <strong>del</strong> passato<strong>di</strong> Maurizio CamarlinghiBandecchi e Vival<strong>di</strong> E<strong>di</strong>toriLa pubblicazione <strong>di</strong> questo bel libro “Crespina e <strong>il</strong> suo Territorio”è dovuta essenzialmente all’interesse appassionato <strong>del</strong>l’Autore<strong>per</strong> <strong>il</strong> proprio paese e al desiderio <strong>di</strong> conoscerne in modoapprofon<strong>di</strong>to aspetti ine<strong>di</strong>ti <strong>del</strong> suo passato. Sono stati appuntol’interesse e la passione a spingerlo a ricercare e collezionare cartolined’epoca che coprono un arco <strong>di</strong> tempo che va dal 1900 allafine degli anni ’30. Il volume si apre con un prof<strong>il</strong>o storico scrittoda Don Piero D’Ulivo che “ <strong>del</strong>inea, rifacendosi dalle origini allesituazioni e agli eventi verificatisi nel nostro secolo (20° secolo)accompagnandoci là dove inizia la nostra storia”.


Centro Stu<strong>di</strong> e Documentazione Andrea da <strong>Pontedera</strong>Centro <strong>di</strong> Documentazione Fotografica108109Le co<strong>per</strong>tine <strong>del</strong>lepubblicazioni realizzatecon <strong>il</strong> contributo<strong>del</strong> Centro Stu<strong>di</strong><strong>di</strong> Anna VanniLE ATTIVITÀCULTURALIDEL CENTROL’anno 2007 è stato particolarmenteinteressante <strong>per</strong> quantoriguarda la pubblicazione d<strong>il</strong>ibri e cataloghi curati dal Centro. Lepubblicazioni rientrano nelle attivitàstatutarie <strong>del</strong> Centro che cura, incoraggia,promuove, attività culturali riguardant<strong>il</strong>a Valdera. Due sono stati i libripubblicati: “L’aeroporto a <strong>Pontedera</strong>”<strong>di</strong> M. Barabotti e M. Lupi e “Questamia citta”, curato da M. Lupi, e con incisioni<strong>di</strong> Gennaro Strazzullo.Il libro, “L’aeroporto a <strong>Pontedera</strong>”,ricostruisce,dal 1935 al 1960, una parte<strong>del</strong>la storia <strong>del</strong>l’aeroporto <strong>di</strong> <strong>Pontedera</strong>che ha avuto una funzione importantenel territorio <strong>del</strong>la Valdera <strong>per</strong> lasua contiguità con la <strong>di</strong>tta Piaggio chefabbricava motori e aerei.Nel libro (210 pagine) sono state pubblicatefoto (molte ine<strong>di</strong>te) e documentirelativi alla produzione <strong>del</strong>laPiaggio, all’attività svolta in circa 30anni dall’aeroporto, ai primati conseguiti,ai <strong>per</strong>sonaggi, alcuni famosi, chevi hanno transitato o soggiornato.Il libro “Questa mia città” (110 pagine)con 35 incisioni <strong>di</strong> GennaroStrazzullo e commenti <strong>di</strong> M. Lupi,<strong>il</strong>lustra <strong>il</strong> <strong>per</strong>corso sentimentale <strong>del</strong>pittore anche attraverso angoli ripostie desueti, ma ancora vivi, <strong>di</strong> unacittà che cambia ma sopravvive nelricordo <strong>di</strong> molti pontaderesi e nell’immaginariocollettivo.Nell’anno 2007 <strong>il</strong> Centro ha ancheorganizzato una interessante mostrafotografica. Protagonista <strong>il</strong> fotografotedesco <strong>di</strong> Amburgo, Holger Stumpf,da anni appassionato frequentatore<strong>del</strong>le colline <strong>del</strong>la Valdera chesono <strong>di</strong>venute i soggetti priv<strong>il</strong>egiati<strong>del</strong>le sue fotografie. La mostra a luide<strong>di</strong>cata che ha avuto luogo alla galleria“O. Cirri” con la presentazione<strong>del</strong> relativo catalogo, ha rappresentatoun importante avvenimentoculturale. Sono state esposte interessantielaborazioni fotografiche chel’autore ha fatto avvalendosi <strong>di</strong> unatecnica raffinata. Le foto <strong>di</strong> HolgerStumpf ci offrono una visione poetica<strong>del</strong>la natura a cui l’autore è giuntoseguendo <strong>il</strong> f<strong>il</strong>o conduttore <strong>del</strong>l’o<strong>per</strong>a<strong>di</strong> Blaise Cendras “Le sole<strong>il</strong>retarde” e le emozioni in lui destatedalla lettura <strong>del</strong>le o<strong>per</strong>e <strong>di</strong> GiuseppeUngaretti che in “La terra promessa”scriveva:Tutto si sporse poi,entro trasparenzeNell’ora credula, quando, la <strong>qui</strong>eteStanca, da <strong>di</strong>ssepolte arborescenze…E precedentemente a “La terra promessa”nella poesia “Tramonto”così scriveva:Il carnato <strong>del</strong> cielosveglia oasial nomade d’amoreIl <strong>per</strong>corso <strong>di</strong> Holger Stumpf rievocaanche <strong>il</strong> “Gran Tour” <strong>di</strong> molti artistieuropei in Italia da loro considerataun para<strong>di</strong>so <strong>del</strong>l’arte.Sotto: due o<strong>per</strong>e<strong>di</strong> Holger Stumpf,<strong>il</strong> fotografo tedescoal quale è stata de<strong>di</strong>cataun’importante mostra.Qui a fianco lo ve<strong>di</strong>amoinsieme a Mario Lupi,coor<strong>di</strong>natore <strong>del</strong> CentroStu<strong>di</strong> e promotore<strong>del</strong>la mostra.


INDICEIntroduzioneDue riproduzioni donate dal RotaryA cura <strong>del</strong>la redazione <strong>del</strong> CentroAndrea, Nino e Tommaso PisanoDi Sara TaglialagambaIl ductus <strong>di</strong> Andrea Pisano: “<strong>il</strong> maggior uomo che avessino avuto insino ai tempi suoi i Toscani”Di Sara TaglialagambaAndrea, Nino e Tommaso Pisano attraverso i documenti degli archivi pisaniDi Jonath Del CorsoPaolo CiampiniA cura <strong>del</strong>la redazione <strong>del</strong> CentroPietro Kufferle scultore neoclassicoDi M. L.Carla Burgalassi ceramistaA cura <strong>del</strong>la redazione <strong>del</strong> CentroEmanuela CavalliniDi M. L.L’archivio storico <strong>del</strong> <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Pontedera</strong>Di Lara ParisottoAppunti <strong>per</strong> un <strong>di</strong>battitoDi Mario Lupi“Babbe”A cura <strong>del</strong>la redazione <strong>del</strong> CentroUn pittore a <strong>Pontedera</strong>Di M. L.La “bottega artigiana”Di M. L.Arti figurative a Casciana TermeDi Africano PaffiL’AlmanaccoDi Benozzo Gianettipag. 1pag. 4pag. 5pag. 8pag. 10pag. 13pag. 15pag. 19pag. 21pag. 25pag. 26pag. 30pag. 32pag. 35pag. 41pag. 46Da Aristotele a Eastman: le sco<strong>per</strong>te che hanno fatto la fotografiaDi Nancy BarsacchiBrunero Tognoni collezionista <strong>per</strong> passioneDi M. L.Fotografia: la collezione <strong>del</strong> CentroA cura <strong>del</strong>la redazione <strong>del</strong> Centro3C Cascina - S<strong>il</strong>vio Barsotti: una lunga storia costellata <strong>di</strong> successiDi Enzo GaiottoFotografando la musicaDi Davide ManciniLa foto <strong>di</strong> Giuseppe Garibal<strong>di</strong>A cura <strong>del</strong>la redazione <strong>del</strong> CentroL’esplorazione fotograficaA cura <strong>del</strong>la redazione <strong>del</strong> CentroLomografia: non pensare, scatta!Di Valentina ReinoMassim<strong>il</strong>iano Pratelli: la fotografia sportivaDi M. L.Vecchio elettricistaDi G. L.Una piccola storia esemplareDi Giovanni LupiLe rotatorieDi M. L.Nicola ColombiniA cura <strong>del</strong>la redazione <strong>del</strong> CentroLa biblioteca <strong>del</strong> Centro si ampliaA cura <strong>di</strong> Anna VanniLe attività culturali <strong>del</strong> CentroDi Anna Vannipag. 58pag. 62pag. 66pag. 68pag. 72pag. 77pag. 78pag. 86pag. 90pag. 96pag. 98pag. 104pag. 106pag. 107pag. 108Didattica <strong>del</strong>l’ArteDi Anna Vannipag. 48Pannello <strong>per</strong> Andrea da <strong>Pontedera</strong>A cura <strong>del</strong>la redazione <strong>del</strong> Centropag. 57


Finito <strong>di</strong> stamparenella TipografiaBandecchi & Vival<strong>di</strong><strong>Pontedera</strong>LOGOMarzo 2008

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