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Centro Stu<strong>di</strong> e Documentazione Andrea da <strong>Pontedera</strong>Centro Stu<strong>di</strong> e Documentazione Andrea da <strong>Pontedera</strong>89IL DUCTUSDI ANDREA PISANO:“<strong>il</strong> maggior uomo che avessinoavuto insino ai tempisuoi i Toscani”<strong>di</strong> Sara TaglialagambaAndrea da <strong>Pontedera</strong>, scultore,orafo ed architetto: seppe fonderein una sintesi <strong>per</strong>fetta lost<strong>il</strong>e aulico ed elitario <strong>di</strong> una cultura altaed eterogenea, che faceva <strong>di</strong> Pisa, tra lafine <strong>del</strong> XIII e gli inizi <strong>del</strong> XIV secolo,una <strong>del</strong>le città più vive ed aggiornate sulpiano culturale ed artistico. Pisa, infatti,nel campo <strong>del</strong>l’architettura, <strong>del</strong>la pittura,<strong>del</strong>la scultura e <strong>del</strong>l’oreficeria, graziea un nugolo <strong>di</strong> artisti eccellenti, localicome Nicola e Giovanni Pisano, ma anche<strong>di</strong> importazione tra cui alcuni lapici<strong>di</strong>nor<strong>di</strong>ci oppure i senesi come Agostino<strong>di</strong> Giovanni, Tino da Camaino eSimone Martini, primeggiava sulle altrecittà, ritagliandosi a buon <strong>di</strong>ritto <strong>il</strong> titolo<strong>di</strong> centro artistico attivo <strong>per</strong> eccellenza,capace <strong>di</strong> intessere un <strong>di</strong>alogo con le altricittà non soltanto italiane, ma ancheeuropee. Il Vasari in<strong>di</strong>vidua come determinanti<strong>per</strong> la formazione <strong>di</strong> Andrea “<strong>il</strong>nuovo <strong>di</strong>segno <strong>di</strong> Giotto e quelle pocheanticaglie che gli erano note”. Vasarinon è mosso dal senso campan<strong>il</strong>istico<strong>di</strong> subor<strong>di</strong>nare l’attiva <strong>di</strong> Andrea al primatofiorentino, ma l’osservazione scaturisceda un’attenta valutazione critica.A ben vedere infatti l’imitazione degliantichi, a partire dall’epoca carolingiapassando anche dall’o<strong>per</strong>ato <strong>di</strong> NicolaPisano, è prassi affermata tra gli artistiancor prima <strong>del</strong> predomino <strong>del</strong>la suaconsacrazione umanistica: inevitab<strong>il</strong>edunque doveva essere l’impatto in particolarmodo con l’esercizio scultoreo, oltreche in quello pittorico. Le cosiddetteanticaglie, che, ricor<strong>di</strong>amolo, giunseroa Pisa grazie alle vittorie e ai bottini riportati“<strong>per</strong> mare”, <strong>di</strong>vennero <strong>per</strong>tantomo<strong>del</strong>li irripetib<strong>il</strong>i e preziosi da cui trarrest<strong>il</strong>emi, composizioni, soluzioni iconograficheed elementi morfologici checoncorrevano alla formazione <strong>del</strong> nuovolinguaggio scultoreo. Se l’antico, dunque,<strong>di</strong>ventava un mo<strong>del</strong>lo d’ispirazione,la rivoluzione attuata da Giotto dovettecon<strong>qui</strong>stare letteralmente, oltre <strong>il</strong>cuore, anche la mano <strong>di</strong> Andrea: è infattiattraverso l’inspirazione giottesca che sicrea una scossa nel nuovo modo <strong>di</strong> <strong>fare</strong>e <strong>di</strong> intendere le arti e la pratica artistica,capace <strong>di</strong> portare a compimento la morfologia<strong>del</strong> ductus <strong>del</strong> maestro. Le figuresono dunque costruite “classicamente”come sereni idoli che si ritrovano, loromalgrado, in una ambientazione reale,viva, quoti<strong>di</strong>ana. La nuova consapevolezza<strong>del</strong> reale infatti ambienta ogniimmagine in un ambiente naturale caratterizzatoda connotazioni spaziali benprecise. La connessione tra ispirazionedei mo<strong>del</strong>li antichi e matrice giottesca,infatti, irrompe nel <strong>di</strong>panarsi <strong>del</strong>la storia<strong>del</strong>l’arte, rivoluzionandola dall’interno,proponendosi come un f<strong>il</strong>o rosso capace<strong>di</strong> accomunare tra loro molti degli scultoriche si formarono ed ado<strong>per</strong>arononel corso <strong>del</strong> XIV secolo. Ma Andreaha molto <strong>di</strong> più <strong>di</strong> questo: nel suo linguaggiosembrano fondersi all’unisoloispirazioni oltralpe e senesi, creando unlinguaggio elegante e semplice, anticoed aggiornato, prezioso e cangiante,forte e dolce al tempo stesso. Da un latoinfatti è possib<strong>il</strong>e registrare l’influsso <strong>di</strong>una cultura “gotica e d’oltralpe” <strong>per</strong> <strong>il</strong>fluire continuo <strong>di</strong> linee, modulate e maiinterrotte, capace <strong>di</strong> impreziosire le vestie donare eleganza raffinata ai gestie alle pose. La notizia, ancora tutta daverificare, tramandataci dal Vasari <strong>per</strong>cui Andrea creò un “crocifisso <strong>di</strong> getto”recato in dono da Giotto al papa adAvignone tenderebbe a confermare unapossib<strong>il</strong>e a<strong>per</strong>tura <strong>di</strong> Andrea alla culturad’oltralpe. Dall’altro lato, comunque,Andrea non rimase in<strong>di</strong>fferente alla influenzasenese grazie all’influsso dei giàcitati artisti, Agostino <strong>di</strong> Giovanni, Tinoda Camaino e Simone Martini. Essa sitraduce in giochi formali sott<strong>il</strong>issimi, inuna organizzazione modulare e vibrante,in una composizione ritmica <strong>del</strong>le scenee dei <strong>per</strong>sonaggi: tutti elementi checreano un’arte aulica ed elegante, capa-ce <strong>di</strong> rispondere in maniera gran<strong>di</strong>osa aivoleri <strong>del</strong>la committenza. L’unica o<strong>per</strong>acerta <strong>di</strong> Andrea, grazie alla positura<strong>del</strong>la sua firma e <strong>del</strong>la datazione (1330),è la Porta Sud <strong>del</strong> Battistero <strong>di</strong> Firenze:proviamo ad in<strong>di</strong>viduare le caratteristicheformali <strong>del</strong> suo linguaggio. I massimiartisti <strong>del</strong> tempo avevano lavoratoquasi contemporaneamente sia a Pisache a Firenze, lasciando nelle due cittàcicli pittorici o monumenti che crearonoun forte impatto: pensiamo che Giotto,proprio all’arrivo <strong>di</strong> Andrea a Firenze,ha appena terminato la Cappella Bar<strong>di</strong>in Santa Croce. Nelle formelle infattiAndrea, letteralmente ammaliato dallepossib<strong>il</strong>ità <strong>di</strong> resa dei risultati plastici ecromatici raggiunti da Giotto, modula lescene <strong>del</strong>la Vita <strong>del</strong> Battista entro nicchiea compasso quadr<strong>il</strong>obato, creandoun susseguirsi <strong>di</strong> piani continui e<strong>di</strong>ninterrotti, entro cui si muovono verosim<strong>il</strong>mentele figure create da voluminiti<strong>di</strong> e ben definiti. L’impaginazione<strong>del</strong>le scene è caratterizzata da una <strong>di</strong>versaconnotazione spaziale ricreata daparticolari naturalistici o architettoniciche racchiudono in una <strong>per</strong>fetta corrispondenza<strong>di</strong> sigle e <strong>di</strong> moduli compositivi,ogni episo<strong>di</strong>o. Le eleganze formali<strong>di</strong> ascendenza senese impreziosisconoogni dettaglio, che si fa elegantee vibrante, così come <strong>il</strong> fluire “gotico”<strong>del</strong>le linee che descrivono ogni elementotrasformandolo in un raffinatoarabesco. Ogni scena è resa in manierasemplice e razionale con pochi elementi:come se si trattasse, al tempo stesso,<strong>di</strong> un estremo omaggio alle porte pisane<strong>di</strong> Bonanno ed aggiornamento d’avanguar<strong>di</strong>acon le elegantissime immaginifrancesi che campeggiavano a Brougese a Notre-Dame. A sig<strong>il</strong>lo <strong>del</strong>la paternità<strong>di</strong> Andrea è infine l’acuta capacità <strong>di</strong>definizione <strong>del</strong>le forme e <strong>del</strong>la loro collocazionenello spazio, cesellate in unlinguaggio vibrante e ricettivo, capace<strong>di</strong> fondere in un unico ductus <strong>per</strong>sonalissimole es<strong>per</strong>ienze più significative<strong>del</strong>l’arte <strong>del</strong> tempo.Indagine st<strong>il</strong>isticasulle o<strong>per</strong>e <strong>di</strong> AndreaAndrea da <strong>Pontedera</strong>,L’aratura

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