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Centro Stu<strong>di</strong> e Documentazione Andrea da <strong>Pontedera</strong>Centro Stu<strong>di</strong> e Documentazione Andrea da <strong>Pontedera</strong>2829Marcel Duchamp,Ruota <strong>di</strong> bicicletta,1913Per i dadaisti l’o<strong>per</strong>a d’artenon è importante in quantotale, ma soltanto <strong>per</strong>chépuò suscitare una riflessione.Il Ready-made (giàpronbto) è proporre comeo<strong>per</strong>a d’arte un oggetto giàpronto senza riferimenticetto <strong>di</strong> Arte e cultura legato all’”ego”senza componenti <strong>di</strong> altro tipo. In questoin<strong>di</strong>vidualismo esas<strong>per</strong>ato l’ideavaga <strong>di</strong> Arte e cultura si lega allo spontaneismo<strong>per</strong> una “creatività assente” opeggio un “deja vu” riciclato e ripropostocome ricerca autentica. L’azionecreativa è legata all’idea.In un articolo sui giornali l’ex soprintendentealle Belle Arti <strong>di</strong> Firenze eora responsab<strong>il</strong>e <strong>del</strong>le O<strong>per</strong>e Vaticane,Paolicchi, parlando <strong>di</strong> avvenimenticome le gran<strong>di</strong> mostre, scriveva chequeste vanno ripensate in un contestoin cui la scientificità sia curata e la fruizionesia <strong>di</strong>datticizzata altrimenti c’è<strong>il</strong> rischio che tutto ciò serva solo agliorganizzatori. E’ chiaro che mentre sisv<strong>il</strong>uppavano queste tendenze artistichetra figurativi e informali <strong>di</strong> varie <strong>di</strong>ramazioni,ampi spazi si sono riempiti<strong>di</strong> “Artisti” o pseudo tali senza ideali emotivazioni estetiche che con le loroazioni <strong>di</strong>sorientano e <strong>di</strong>seducano unpubblico attento. Vogliamo un’Arteche abbia un senso nella nostra vita oun “trastullo” come <strong>di</strong>cono i citta<strong>di</strong>niriferendosi ad alcune o<strong>per</strong>e in giro <strong>per</strong>la città? Dobbiamo, poi, se vogliamo<strong>fare</strong> o<strong>per</strong>a educativa, <strong>fare</strong> attenzioneanche al linguaggio che ado<strong>per</strong>iamo<strong>per</strong>ché i<strong>per</strong>bole e frasi sbagliate nonfavoriscono la comprensione.Ho sentito più volte, negli interventifatti alle mostre d’arte, parlare <strong>del</strong> concetto<strong>del</strong> “bello”. Credevamo ormai chequesta parola tanto cara nell’Ottocentofosse ormai desueta, cancellata dallaAvanguar<strong>di</strong>e <strong>del</strong> Novecento proponendol’o<strong>per</strong>a d’Arte come documentosvincolata, dal solo giu<strong>di</strong>zio estetico<strong>per</strong> cui parlar <strong>del</strong> “bello” era un parlarretorico. Il concetto <strong>di</strong> “classico” e “accademico”hanno <strong>per</strong>so ogni significatoin una realtà globalizzata in Arte comein altro ambito, <strong>per</strong> cui dobbiamo adottareun nuovo linguaggio sia nelle attivitàd’Arte tra<strong>di</strong>zionali come la pitturao nelle attività contemporanee come lacomputer-art, ecc.Non si può gustare nella sua pienezzal’Arte contemporanea se non si è fatto<strong>il</strong> <strong>per</strong>corso culturale che la giustifica.L’Arte contemporanea non è un fattoa se stante, ma <strong>il</strong> prodotto <strong>di</strong> correnti<strong>di</strong> pensiero, es<strong>per</strong>ienze, creatività chesi è andate sv<strong>il</strong>uppando su precedentimovimenti che hanno le loro ra<strong>di</strong>cinella Storia <strong>del</strong>l’Arte dei secoli precedenti.L’Arte contemporanea è <strong>il</strong> frutto<strong>di</strong> precedenti es<strong>per</strong>ienze svoltesi inun’attività <strong>di</strong> ricerca sui concetti, suimateriali, sui linguaggi in un’ epoca incui la tecnologia s<strong>per</strong>imenta nuovi materiali,nuove forme <strong>di</strong> comunicazionee nuovi co<strong>di</strong>ci si pongono nel campopiù vasto <strong>del</strong>la comunicazione globale.Tutto questo è un fenomeno complessodove è <strong>di</strong>ffic<strong>il</strong>e in<strong>di</strong>viduare le variecorrenti <strong>per</strong>ché è un fenomeno ancorain corso. Resterà ciò che vale.Una attività nel campo <strong>del</strong>le arti visivepuò essere espletata anche dagli EntiPubblici se vi è chiarezza <strong>di</strong> idee sullafunzione che può avere questa attività equale sia lo scopo e le finalità. La cittàsi è dotata <strong>di</strong> un considerevole numero<strong>di</strong> o<strong>per</strong>e che caratterizzano angoli espazi mo<strong>di</strong>ficando l’arredo urbano conelementi che lo caratterizzano. Sceltespontanee o <strong>di</strong>sorganiche. La scelta <strong>di</strong><strong>fare</strong> o non <strong>fare</strong> una determinata azionein campo culturale è consequenzialead una visione o a un’ idea che abbiamo<strong>del</strong>le cose . scelta che avviene dentroun programma stab<strong>il</strong>ito o una lineada seguire. Non sono riuscito a vederequesta linea e non si è <strong>per</strong>cepita se nonuna attivazione <strong>di</strong> varie scelte empirichenon giustificate da un concettochiaro che abbia un logico <strong>di</strong>venirestorico-artistico. Questo non vuol <strong>di</strong>reche l’espressione artistica sia <strong>di</strong>venutaun‘empirica attività giustificab<strong>il</strong>e solocon la teatralità scenografica narcisisticache ignora ogni legame con l’ambientee con la storia (essere privi <strong>di</strong>senso critico non è una colpa, ma unpo’ <strong>di</strong> ironia, oltretutto è importante enecessaria). Come giustificare o sostenere<strong>di</strong>aletticamente certe scelte chevanno dalla statua d’Autore ( Cascella,Vangi) a certe infant<strong>il</strong>i manifestazionid’”arredo urbano” ?L’alibi <strong>di</strong> testimoniare <strong>il</strong> tempo <strong>del</strong>lein<strong>qui</strong>etu<strong>di</strong>ni o quello <strong>di</strong> un’avventua,un viaggio immaginario e fantasiosonell’arte contemporanea non può giustificarenulla.Alcune note sulle iniziative “artistiche”che hanno coinvolto la scuola:alcuni artisti e alcuni critici molto favorevoliall’iniziativa in pubblico, conpareri contrari in privato. Si è teorizzatoche l’Artista prenda <strong>per</strong> manogli allievi e forse immaginando l’oggetto,sbrogliando un f<strong>il</strong>o ci si avviciniall’Arte. Si crede che <strong>il</strong> contattaregli artisti educhi all’arte, è vero soloin parte <strong>per</strong>ché c’è <strong>il</strong> <strong>per</strong>icolo che i ragazzisi mo<strong>del</strong>lino sul <strong>per</strong>sonaggio e l’“es<strong>per</strong>ienza culturale <strong>di</strong> prima mano”si trasformi in <strong>di</strong>sorientamento. Il <strong>per</strong>sonaggio<strong>per</strong> sua natura impone la suavisione come si è visto con l’officine<strong>di</strong> vari artisti presenti. Per avvicinarei ragazzi all’arte è necessario proporreloro esempi che abbiano la facoltà e lame<strong>di</strong>azione <strong>del</strong>l’educatore, la <strong>di</strong>dattica<strong>del</strong>l’Arte segue strade <strong>di</strong>verse: conoscenza,informazione, tecnologie chesolo un docente può fornire. Educarliallo spontaneismo vuol <strong>di</strong>re affossare<strong>per</strong> sempre la possib<strong>il</strong>ità <strong>di</strong> <strong>di</strong>ventareproduttori coscienti <strong>di</strong> o<strong>per</strong>e creative.C’è da chiedersi: la cultura e l’arteconcepita come “visione appassionata<strong>del</strong>la nostra vita” non ha più ragione<strong>di</strong> essere? La nostra storia, la f<strong>il</strong>osofiache ha ra<strong>di</strong>ci nell’Illuminismo, nel Positivismo,nel Realismo, nelle Avanguar<strong>di</strong>e,nei Movimenti <strong>del</strong> PrimoDopoguerra e Secondo Dopoguerra,cre<strong>di</strong>amo sia stata tutta un’<strong>il</strong>lusione? Si ac<strong>qui</strong>sisce solo la f<strong>il</strong>osofia <strong>del</strong>la“<strong>di</strong>mensione interiore”, <strong>del</strong>l’emotività? Questo si presta ai più banali giochidove l’originalità ad ogni costo <strong>di</strong>venta<strong>il</strong> segno <strong>di</strong>stintivo <strong>del</strong>l’artista.Ubi fluxus ibi motus,O<strong>per</strong>a collettiva,1990“Il suo spiritoanti-storicistico. Un’arteche non ama la cronologiao l’idealità”“Nel riciclare <strong>il</strong> quoti<strong>di</strong>anola possib<strong>il</strong>ità <strong>del</strong>lasopravvivenza culturale”Andy Warhol,Dittico <strong>di</strong> Mar<strong>il</strong>yn,1964Niki De Saint Phalle,L’albero dei serpenti,1979(3 tarocchi)Il Giar<strong>di</strong>no dei Tarocchi:“la vita è una festa ad untavolo <strong>di</strong> gioco, allorasiamo invitati a giocare”.

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