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Centro <strong>di</strong> Documentazione FotograficaCentro <strong>di</strong> Documentazione Fotografica6061Sopra: W<strong>il</strong>liam HenryFox TalbotIn alto: un esemplare <strong>di</strong>calotipiaA fianco: FrederickScott Archeridea: è W<strong>il</strong>liam Henry Fox Talbot chenel 1834 riesce a fissare un’immaginenegativa <strong>di</strong> 2,5x2,5 cm che chiama <strong>di</strong>segnofotogenico. La ottiene attraverso<strong>il</strong> processo positivo-negativo <strong>del</strong>la calotipia(o talbotipia dal nome <strong>del</strong> suoinventore) che gli consente, a partire daun negativo, <strong>di</strong> stampare dei multipli sucarta al cloruro d’argento.C’è un altro oscuro <strong>per</strong>sonaggio che glistorici francesi <strong>del</strong>la fotografia amanocitare e <strong>di</strong> cui si sono sco<strong>per</strong>te le ricerchenel 1973, Hercule Florence, tipografoemigrato in Bras<strong>il</strong>e, avrebbe ut<strong>il</strong>izzatofin dal 1832 lastre sensib<strong>il</strong>izzatecon nitrato d’argento <strong>per</strong> realizzare acontatto etichette <strong>per</strong> bottiglie e <strong>per</strong> lastampa <strong>di</strong> <strong>di</strong>plomi onorifici.Nel 1836 Daguerre inventò un processoallo ioduro d’argento, su lastra <strong>di</strong>rame, <strong>il</strong> tempo <strong>di</strong> posa si ridusse ad unaventina <strong>di</strong> minuti. Questo tipo <strong>di</strong> stampafu chiamato dagherrotipo. Non eracerto la migliore <strong>del</strong>le proposte rivolteall’Accademia <strong>del</strong>le Scienze e all’Accademia<strong>del</strong>le Belle Arti <strong>di</strong> Francia <strong>per</strong>l’approvazione; <strong>il</strong> metodo era costosoe l’immagine non era fac<strong>il</strong>mente visib<strong>il</strong>esulla lastra a specchio, la copia eraunica ed appariva con i lati invertiti, macon l’appoggio dall’accademico Aragoebbe un grande successo.Nel 1839 <strong>il</strong> funzionario <strong>del</strong> Ministero<strong>del</strong>le finanze Hippolyte Bayard avevamesso a punto un sistema decisamentepiù avanzato <strong>del</strong> dagherrotipo. Le immaginierano ottenute esponendo nellacamera oscura un foglio <strong>di</strong> carta al clorurod’argento che veniva sv<strong>il</strong>uppatoin una soluzione <strong>di</strong> ioduro <strong>di</strong> potassio.Nello stesso anno nasce ufficialmentela parola fotografia. La suggerisceHerschel in una lettera <strong>del</strong> 28 febbraioin<strong>di</strong>rizzata a Talbot come alternativa altermine eliografia <strong>di</strong> Niépce.Se <strong>il</strong> calotipo <strong>di</strong> Talbot non era in grado<strong>di</strong> offrire un’immagine <strong>per</strong>fettamentenitida, così non fu nemmeno<strong>per</strong> <strong>il</strong> negativo <strong>di</strong> vetro all’albuminaintrodotto nel 1847 da Abel Niépce deSaint-Victor. Nello stesso anno <strong>per</strong>ò<strong>il</strong> francese Louis Désiré Blanquart-Evrard migliorò <strong>il</strong> metodo <strong>di</strong> preparazione<strong>del</strong>la carta ut<strong>il</strong>izzata <strong>per</strong> i negativie fondò a L<strong>il</strong>le in Francia la primafabbrica <strong>per</strong> la stampa <strong>di</strong> fotografie (da450 a 500 immagini al giorno).Nel 1851, un determinante impulsoalla qualità viene offerto dallo scultoreinglese Frederick Scott Archer che ut<strong>il</strong>izzòla tecnica <strong>del</strong> collo<strong>di</strong>o umido. Ilproce<strong>di</strong>mento prevede la sensib<strong>il</strong>izzazione<strong>del</strong>la lastra poco prima <strong>del</strong>l’uso,ciò richiedeva <strong>per</strong>ò l’esposizione con lalastra ancora umida. L’alta sensib<strong>il</strong>ità ela definizione <strong>del</strong>le lastre al collo<strong>di</strong>oumido, fanno sparire dalla circolazionele negative <strong>di</strong> carta e quelle all’albume.Nel 1954 l’americano James AmbroseCutting brevettò l’ambrotipo. Latecnica consisteva nel posizionare unnegativo al collo<strong>di</strong>o in vetro davanti auno sfondo nero <strong>per</strong> ottenere l’immaginepositiva. Nel Nuovo Continentesi <strong>di</strong>ffuse ben presto una variante <strong>del</strong>processo, chiamata ferrotipo. Inventatada Adolphe Alexandre Martin fu <strong>per</strong>fezionatadal professor Ham<strong>il</strong>ton Smith;<strong>il</strong> vetro veniva <strong>qui</strong> sostituito con lastremetalliche laccate. Nel 1855 AlphonseLouis Poitevin s<strong>per</strong>imentò la tecnica<strong>del</strong> potassio bicromato (collotipia)dando avvio alla fotolitografia e allastampa al carbone. Questo processo offrìun’ampia gamma tonale e una grandestab<strong>il</strong>ità nel tempo.Dopo anni <strong>di</strong> coloriture a mano all’an<strong>il</strong>ina,nel 1861 <strong>il</strong> fisico scozzese JamesClerk Maxwell ottiene la prima immaginea colori visib<strong>il</strong>e solo proiettandocontemporaneamente tre negativi ottenutiattraverso i f<strong>il</strong>tri rosso, verde e blu.Nel 1869 Louis Ducos du Hauron ottienela prima stampa fotografica a coloricon la tecnica <strong>del</strong>la tricromia e pubblica<strong>il</strong> libro “Les Coleurs en Photographie:Solution du Probleme” nel quale in<strong>di</strong>cò<strong>il</strong> proce<strong>di</strong>mento adottato; du Hauron, alcontrario <strong>di</strong> Maxwell, usa <strong>per</strong> la ripresaf<strong>il</strong>tri nei colori complementari stampando,poi, su carta al carbone con pigmentidei tre colori primari.Nel 1871 Richard Leach Maddox annunciaun sistema <strong>per</strong> la produzione<strong>del</strong>le lastre a secco al bromuro d’argento(sistema argentico).Sono, questi, gli anni <strong>di</strong> Gaspard-FélixTournachon, in arte Nadar. Ma anche<strong>del</strong>la fotografia stereoscopica, dei primireportage <strong>di</strong> guerra, <strong>del</strong>la fondazione<strong>di</strong> moltissime industrie: Voigtlaender,Zeiss, Steinhe<strong>il</strong>, Dallmeyer, Agfa,llford, Kodak, Konica, Leitz. L’otticafa passi da gigante, tanto che già qualcunopensa alla scansione <strong>del</strong>l’immagine:Paul Nipkow, padre <strong>del</strong>la televisione,nel 1884 realizza un <strong>di</strong>sco <strong>per</strong>la trasmissione <strong>del</strong>le immagini. Anchel’Italia, benché in con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> arretratezzaindustriale, ha le sue firme:Michele Cappelli, i Murer, gli Alinari,l’appassionato Francesco Negri, CarloPonti e tanti altri.Nel 1888, George Eastman, uomo <strong>di</strong>frontiera e capitano d’industria, capisceche <strong>il</strong> momento è venuto, e lanciala Kodak N.1. A lui va riconosciuto <strong>il</strong>merito <strong>di</strong> aver reso popolare l’uso <strong>del</strong>lamacchina fotografica. Da quel momentonon fu più necessario essere alchimisti<strong>per</strong> scattare una fotografia. Bastò“premere <strong>il</strong> bottone”, proprio come ricordaval’astuto slogan pubblicitario.In alto a sinistra: JamesClerk MaxwellSopra: Gaspard-FélixTournachon (Nadar)Sotto: i tre fratelli AlinariA sinistra: George Eastmane a destra la sua Kodak n°1Sotto: George Eastman eThomas Alva E<strong>di</strong>son

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