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Centro Stu<strong>di</strong> e Documentazione Andrea da <strong>Pontedera</strong>Centro Stu<strong>di</strong> e Documentazione Andrea da <strong>Pontedera</strong>1011JONATH DEL CORSONato a Pisa <strong>il</strong> 31/08/1980.Nel 1998 si <strong>di</strong>ploma all’IstitutoStatale d’Arte <strong>di</strong>Cascina <strong>per</strong> poi proseguiregli stu<strong>di</strong> presso l’Università<strong>di</strong> Pisa e lurearsi in Conservazionedei Beni Culturalicon in<strong>di</strong>rizzo storico-artistico,presentando una tesisu ine<strong>di</strong>ti <strong>di</strong>segni d’ornatodegli allievi <strong>del</strong>la Scuolad’Arte <strong>di</strong> Cascina <strong>del</strong>l’annoscolastico 1899-1900.Dopo varie es<strong>per</strong>ienze lavorativelavora attualmentepresso la coo<strong>per</strong>ativa Impegnoe Futuro, prestandoservizio presso l’O<strong>per</strong>a<strong>del</strong>la Primaziale Pisana. Èdocente <strong>di</strong> Storia <strong>del</strong>l’arteMe<strong>di</strong>evale ed Archeologiapresso la scuola <strong>di</strong>formazione ENAIP <strong>di</strong> Pisae docente <strong>di</strong> LegislazioneTuristica e Legislazione deiBeni Culturali ed Ambientalipresso l’Istituto UniversitarioScuola Su<strong>per</strong>iore<strong>per</strong> Me<strong>di</strong>atori Linguistici <strong>di</strong>Pisa. Contemporaneamentecollabora con <strong>il</strong> sito Tekneme<strong>di</strong>a.net<strong>per</strong> lo sv<strong>il</strong>uppo<strong>del</strong>l’arte contemporanea inItalia recensendo mostre edeventi.Nino e Andrea Pisano,Sepolcro<strong>di</strong> Simone Saltarelli,chiesa <strong>di</strong> Santa Caterina,PisaANDREA, NINO ETOMMASO PISANOATTRAVERSO IDOCUMENTI DEGLIARCHIVI PISANI<strong>di</strong> Jonath Del CorsoUn’o<strong>per</strong>a d’arte, che sia unascultura o un quadro, porta consé elementi che fanno capire <strong>di</strong>quale artista l’o<strong>per</strong>a è figlia. Più <strong>del</strong>levolte <strong>il</strong> lavoro è semplificato dalla firma<strong>del</strong>lo stesso maestro, la quale tuttaviapuò trarre in inganno <strong>per</strong>ché realizzatapiù tar<strong>di</strong>, errore che almeno una voltapuò essere certamente <strong>per</strong>donato vistoche uno dei più autorevoli storici <strong>del</strong>l’arte,quali Giorgio Vasari, se n’è macchiato.È <strong>il</strong> caso <strong>del</strong>l’annunciazione inSanta Caterina realizzata da Nino Pisano,in<strong>di</strong>scutib<strong>il</strong>mente o<strong>per</strong>a <strong>del</strong> nostroscultore <strong>di</strong> cui <strong>per</strong>ò la firma, incisa allabase <strong>del</strong>le due statue, risulta apocrifae realizzata in un secondo momentoprobab<strong>il</strong>mente dal fratello Tommaso.Infatti, le statue risalirebbero al 1370,data in cui Nino era già morto cometestimonia lo stesso Bonaini pubblicandone<strong>il</strong> documento dal quale risulta chelo scultore muore nel 1368. Altre volteinvece la paternità <strong>di</strong> un’o<strong>per</strong>a d’arte èdata dai riscontri con altre o<strong>per</strong>e <strong>del</strong>lostesso maestro, riscontri che <strong>per</strong>mettono,attraverso l’in<strong>di</strong>viduazione <strong>di</strong> determinatiparticolari, <strong>di</strong> risalire alla ma-niera <strong>del</strong>l’artista: la cura <strong>del</strong> panneggio,dei volti, dei capelli, dei corpi, etc….Importante risulta infine la nutrita documentazionescritta che può interessare<strong>di</strong>rettamente o in<strong>di</strong>rettamente l’o<strong>per</strong>ad’arte, e grazie a tali documenti riuscirea determinare l’ambito cronologico, ch<strong>il</strong>’ha commissionata, la sua collocazioneoriginaria e più <strong>del</strong>le volte anche <strong>il</strong>nome <strong>del</strong>l’artista.Unendo <strong>qui</strong>n<strong>di</strong> alla ricerca st<strong>il</strong>isticaquella documentaria risulterà più fac<strong>il</strong>ecollegare o<strong>per</strong>e d’arte ad un determinatopittore o scultore. È questo <strong>il</strong> <strong>per</strong>corsoda me seguito <strong>per</strong> catagolare l’attività<strong>di</strong> Andrea da <strong>Pontedera</strong> e <strong>del</strong>la suabottega a Pisa, che preferì definirsi pisanoanziché pontederese <strong>per</strong> dare maggioreprestigio alla sua arte e <strong>di</strong>scenderecosì da quella scuola scultorea a cuiavevano dato i natali l’arte <strong>di</strong> Nicola eGiovanni Pisano. Il Nostro maestro fuprima <strong>di</strong> essere scultore grande orafo ecertamente aveva avviato una grandebottega dalla quale uscirono allievi <strong>di</strong>alto livello, uno dei quali Giglio Pisano,recatosi a Pistoia <strong>per</strong> lavorare all’altare<strong>di</strong> San Jacopo. Della preziosa produzioned’oro e d’argento proveniente dallabottega dei da da <strong>Pontedera</strong> non è rimastoniente, ma i pregiati ornamenti <strong>del</strong>lacintola <strong>del</strong>la cattedrale conservati oggipresso <strong>il</strong> Museo <strong>del</strong>l’O<strong>per</strong>a <strong>del</strong> Duomoe attribuiti ad ignoto orafo toscanorealizzati agli inizi <strong>del</strong> XIV secolo, e<strong>di</strong>n particolare le cornici <strong>del</strong>le piccoleformelle poste sul damasco rosso composteda sei semicerchi, richiamano laformella impigata a mò <strong>di</strong> decoro <strong>per</strong>la co<strong>per</strong>tina <strong>del</strong> libro <strong>di</strong> San Giacomorealizzato tra <strong>il</strong> 1349 e <strong>il</strong> 1351 da GiglioPisano.Molte <strong>del</strong>le o<strong>per</strong>e realizzate andaronocertamente <strong>per</strong>se nell’incen<strong>di</strong>o che<strong>di</strong>vampò in cattedrale nella notte <strong>del</strong>1595, altre invece vennero ut<strong>il</strong>izzatecome risorsa finanziaria dal comune <strong>di</strong>Pisa <strong>per</strong> far fronte alle continue lottecon Firenze. Che la bottega <strong>di</strong> Andrea,Nino e Tommaso avesse raggiunto ormaigran<strong>di</strong>ssimi livelli è testimoniatodal documento relativo alla commis-sione a Nino Pisano ed altri due orafi,Cascio <strong>di</strong> Gaddo da Cascina e Simonedetto Boschiera, <strong>di</strong> una tavola d’argentoda collocare sopra l’altare maggiore <strong>del</strong>Duomo in occasione <strong>di</strong> gran<strong>di</strong> eventi.Parallela all’attività <strong>di</strong> oreficeria i documentirivelano altresì una nutrita produzionescultorea, testimoniando o<strong>per</strong>erealizzate <strong>per</strong> ornare gli e<strong>di</strong>fici religiosi<strong>di</strong> Piazza dei Miracoli, ed altre destinatead arricchire le chiese pisane. Dall’alto<strong>del</strong>la facciata <strong>del</strong>la cattedrale spicca lagrande statua <strong>del</strong>la Madonna con Bambinoanticamente posta all’interno <strong>di</strong>un e<strong>di</strong>cola marmorea. Non ci sono documentiattestanti la mano <strong>di</strong> Andrea o<strong>di</strong> Nino, ma l’o<strong>per</strong>a è identificab<strong>il</strong>e conla “Nostra Signora sopra la porta reale”<strong>per</strong> la quale era stato ac<strong>qui</strong>stato, daBertuccio <strong>di</strong> Ugolino da Carrara <strong>per</strong> 94lire, un pezzo <strong>di</strong> marmo, <strong>il</strong> quale, <strong>per</strong> 12lire pagate a Puccio <strong>di</strong> Lando da Limite,fu trasportato da Carrara a Pisa.Sempre sulla facciata <strong>del</strong> Duomo ai latidei due spioventi su<strong>per</strong>iori troviamo attualmentedue angeli realizzati da Tino<strong>di</strong> Camaino, angeli che successivamentesi è ritenuto facessero parte <strong>del</strong> monuemtnofunebre <strong>di</strong> Arrigo VII, come<strong>del</strong> resto testimoniano anche gli stessicartigli che reggono tra le mani. Ciòche incuriosisce <strong>per</strong>ò è che se questi angelierano in Duomo ad ornare <strong>il</strong> monumento<strong>di</strong> Arrigo, quali sono gli angeli,<strong>di</strong> marmo, riportati dalla Descrizione <strong>di</strong>Pisa ed elenco dei corpi dei santi veneratiin Pisa, testo anonimo riconducib<strong>il</strong>eagli inizi <strong>del</strong> Quattrocento? Per risponderea questa domanda ci viene incontroun documento che rivela la commissionea Tommaso Pisano <strong>di</strong> due angelimarmorei. Forse sono questi i due angeliche la Descrizione <strong>di</strong> Pisa… avevavisto e non come qualcuno ha pensatofossero invece gli attuali (gli originalisono conservati nel Museo <strong>del</strong>l’O<strong>per</strong>a<strong>del</strong> Duomo), e ancora, visto che le ali <strong>di</strong>questi sarebbero state in bronzo, ancora<strong>di</strong> più si rafforza l’idea che non sianoquelli <strong>di</strong> Tino <strong>di</strong> Camaino, altrimentialla Descrizione <strong>di</strong> Pisa… non sarebbecerto sfuggito questo particolare, ela presenza <strong>di</strong> angeli è testimoniata anchedalle rappresentazioni pittoriche <strong>di</strong>più epoche: un affresco trecentesco <strong>di</strong>Domenico Veneziano, un’incisione <strong>di</strong>Francisco de Holanda e un’incisionedei fratelli Melani. È possib<strong>il</strong>e, come<strong>del</strong> resto lo fece incidendo le iscrizionisulle due statue <strong>del</strong>l’Annunciazionein Santa Caterina <strong>per</strong> terminare l’o<strong>per</strong>a<strong>del</strong> fratello Nino, che Tommaso abbiacontinuato l’o<strong>per</strong>a <strong>del</strong> padre. Ovverodopo la realizzazione <strong>del</strong>la Madonnacon Bambino sulla cuspide, al temporacchiusa in un’e<strong>di</strong>cola <strong>di</strong> marmo poitolta dopo i restauri dovuti all’incen<strong>di</strong>o<strong>del</strong> 1595 dall’artista Cosimo Cioli,Tommaso concludesse <strong>il</strong> complessocon l’inserimento <strong>di</strong> due angeli ai duespioventi su<strong>per</strong>iori.L’incen<strong>di</strong>o <strong>del</strong> 1595 danneggiò anche imonumenti Scherlatti e Moricotti realizzatirispettivamente nel 1362 e 1365,<strong>per</strong>tanto, bisognosi <strong>di</strong> restauri, venneroeseguiti nel 1601 e una volta terminati,i due monumenti furono trasferiti inCamposanto dove compaiono in un inventario<strong>del</strong> 1906. Qui vennero <strong>per</strong>ò rimontatiin maniera errata, scambiandole casse dei sarcofagi e ci si rese conto<strong>del</strong>l’errore solamente nel 1904 grazie alritrovamento da parte <strong>del</strong> Supino <strong>del</strong> documento<strong>di</strong> allogagione a Nino, in baseal quale non solo era descritto che cosadovesse essere rappresentato sul fronte<strong>del</strong> monumento <strong>del</strong>lo Scherlatti, ma anchecome si dovesse presentare tutto <strong>il</strong>complesso funebre, ovvero sormontatoda un arco con archetti inginocchiati.Del monumento Scherlatti e <strong>del</strong> monumentoMoricotti facevano parte rispettivamentedue stauette: un San Pietroe un San Paolo e un Santo Vescovo eun San Francesco. Dai documenti rintracciatirisulta che <strong>il</strong> San Pietro rimasefino al 1623 in Duomo <strong>per</strong> poi esserespostato in Battistero insieme al SanFrancesco, e posto sopra l’acquasantierarealizzata nel 1618 da Bastiano Bitozzi.Dal 1815 <strong>il</strong> San Pietro, a causa<strong>del</strong>la caduta <strong>del</strong>l’acquasantiera, vienetrasferito in Camposanto dove vieneelencato nell’inventario <strong>del</strong> 1833, <strong>per</strong>

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