Focus Africa ◗ Guinea BissauLe risaie della Guinea Bissauper debellare la schiavitùdalle importazioni✔ Gian Carlo Filippini - Rappresentante Paese LVIA Guinea BissauL’aumento dei prezzi di tutti i prodotti,soprattutto di quelli di prima necessità,non ha risparmiato questo piccolo statodell’Africa Occidentale, dove l’importazionefa da padrona. Riso, zucchero, farina, latte inpolvere, olio, per non parlare di gasolio ebenzina - quest’ultima venduta negli ultimitre mesi solo sul mercato nero a prezzi proibitivi- hanno fatto registrare aumenti fino al200%. Situazione che, sommata al ritardonel pagamento degli stipendi, soprattuttotra gli impiegati pubblici - in alcuni casi finoa due anni - ha spinto a più riprese la popolazionea scendere in piazza. Uno Stato,quello guineano, poco lungimirante, o forsesemplicemente assente, che non sta dandodi certo una mano al proprio popolo peruscire da questa situazione, in cui l’inflazionereale è passata da 1.8 punti percentualidi dicembre 2006 a 4.6 dello stesso mesedel 2007. Del resto, lo stesso Ministrodell’Economia ha recentemente affermatoche «Il governo non può fare nulla per frenarel’aumento galoppante dei beni diprima necessità».L’alimento base in Guinea Bissau è il riso,consumato in grandiquantità, cucinato intutti i modi e in tuttele “salse”, ma paradossalmenteprodottoin piccola scala. Per farsiun’idea chiara della situazioneattraverso i numeri,con una popolazione dicirca 1.600.000 persone, ilfabbisogno annuale di risoè di circa 220.000 tonnellate,che la produzione interna non soddisfanemmeno per il 60%. Ma non è tutto:sommando la quantità di riso con quelladegli altri cereali qui coltivati (mais, sorgo emiglio), si stima che ogni anno un aggregatofamiliare possa soddisfare le proprienecessità alimentari per un periododi circa sette mesi. E gli altri cinque?La situazione alimentare nell’anticaGuinea PortogheseEcco allora che entra in scena l’anacardio,conosciuto qui con il nome di caju, quellaspecie di nocciolina americana a forma divirgola che fino a tre anni fa riempiva la panciaed il portafoglio di tutti i guineani. Fino adue-tre anni fa, l’agricoltore guineano nonera incentivato ad aumentare la produzionedi riso poiché lo poteva avere commerciandoil caju. A partire dal 1998, tuttavia, il cajuha gradualmente perso di valore, ed oggi iproduttori si devono accontentare di ricevereuna media di 75 Franchi CFA (11 centesimidi Euro) al chilo.Cosa era accaduto nel frattempo nellevicine risaie?Il conflitto armato che ha segnato la liberazionedal colonialismo portoghese - conclusosi,dopo undici anni, nel 1974 - avevaallontanato dalle risaiegran parte dellaforza lavoro,decretandoneil parzialeabbandono.La situazione siera poi aggravatacon il conflitto civile del1998, durato un anno,che aveva provocato altri esodi verso gli staticonfinanti ed il Portogallo, riducendo ulteriormentele superfici coltivate del paese.Eppure negli anni ’60 la Guinea Bissauproduceva cosí tanto riso da esserneaddirittura esportatore.La fine dei due conflitti non ha fatto registrareun controesodo significativo della popolazione,per cui la manodopera agricola effettivanei villaggi, oggi, non è più in grado dilavorare tutte le superfici risicole disponibili.Oltretutto, qui, la popolazione sta invecchiandoa causa del crescenteabbandonodelle campagne daparte dei giovani,che si spostano incapitale o all’esteroin cerca di fortuna.Eccoci cosí agliattuali 80.000 ettari dirisaie in produzione che,con una media di 1.5 tonnellatead ettaro, producono120.000 t l’anno, insufficienti acoprire il fabbisogno nazionale.22
Il progetto: risicoltura e orticolturaper una produzione alimentareautonomaLa LVIA si adopera per supportare le associazioniverso una migliore organizzazione:c’è bisogno di dare ai giovani un validomotivo per restare nei villaggi, cioè l’opportunitàdi un lavoro redditizio, di fornire aiproduttori la possiblità di accedere ad unfondo di credito per acquistare autonomamentei fattori di produzione (sementi eattrezzi); e infine dare loro gli strumenti perinteragire con altre associazioni, istituzioni eimprese. Ampio spazio quindi alla creazionedei comitati di gestione, alla fornituradi mezzi ed infrastrutture, come i magazzinicomunitari che la LVIA costruisce insiemealla popolazione, e alla formazionetecnica e gestionale. È da questi gruppiorganizzati che poi le conoscenze acquisiteandranno a beneficio dei singolinuclei familiari.Con lo scopo di aumentare la produzioneagricola, ci impegnamo principalmente neisettori risicolo e orticolo. La LVIA fornisce unsupporto tecnico qualificato, migliorando lepratiche agricole ed introducendo tecnichepiú evolute ma al contempo perfettamenteattuabili, come la trazione animale; distribuiamoattrezzi e sementi seguendo tuttele fasi della coltivazione, dalla preparazionedel terreno, allo stoccaggio, alla commercializzazione.Inoltre, in collaborazione con ungruppo di manodopera specializzata nellacostruzione di pozzi migliorati (costruiti cioècon anelli di cemento) cerchiamo di ridurrela grave carenza d’acqua che colpisce latotalità del paese.Il riso necessita di acqua dolce,e allora, come si spiega la risaiadi acqua salata?Prendendo una cartina geografica dellaGuinea Bissau, si noterà come il mare siinsinui all’interno del paese attraverso i variRio, bagnando grandi distese di terreno. Inqueste zone l’uomo lavora in unione con lanatura (e non sfidandola) recuperando spazicoltivabili. Queste superfici non necessitanodi concimazione chimica, il che significariduzione dei costi di gestione e minoreimpatto ambientale. La maggior parte delleantiche risaie d’acqua salata appaiono bianchein superficie a causa dell’elevato tenoresalino legato ad anni di esposizioneall’acqua salmastra. Per recuperare la risaia,è necessario separare il terreno dal corsod’acqua erigendo delle dighette al di sottodelle quali vengono collocati dei tubi, dotatidi tappi, aventi un lato dentro la risaia eduno fuori. Il funzionamento è questo: con leUn’alimentazione sana e varia:oltre le risaie, l’orticolturaL’orticoltura, se si eccettua la coltivazionefamiliare di alcune varietà locali, quali badjiqui,candja, djagatu e malgueta, è praticarelativamente recente e rappresenta tuttaviaun elemento di grande impatto alimentareed economico, avendo il duplice merito didiversificare la dieta dei guineani - cheper il 60% consumano praticamente solocereali - arricchendola di vitamine, e di crearereddito per la popolazione femminile.Generalmente, l’unica fonte di reddito delledonne deriva dalla vendita di carbone elegna, ma al contempo sono loro che devonofarsi carico delle spese per i figli (scuola,medicine, ecc.). La vendita di pomodori,cipolle, peperoni rappresenta in tal senso ungrande aiuto. Attenzione da parte nostraanche alle fasi di conservazione, trasformazionee commercializzazione, perché si arrivipresto a non vedere piú nei banconiLe risaie…anche in acqua salataChe il clima del nostro pianeta stia mutandoè un dato di fatto e qui in Guinea Bissau,per accorgersene, è stato sufficiente raccoglierei dati pluviometrici dal 2003 ad oggi:la media nazionale delle precipitazioni èpassata dai 2.000 mm di cinque anni fa ai1.200 mm dello scorso anno. Ma questodato non pone in discussione la validitàdella risicoltura, perchè attraverso il rispettorigoroso del calendario colturale, l’uso disementi a ciclo breve e l’ausilio di pompeper l’irrigazione si possono ottenere risultatimolto soddisfacenti.Se un abitante del Piemonte o dellaLombardia, dove oltre 200.000 ettari di terrenosono coltivati a risaie, venisse in vacanzaa Bissau, forse stenterebbe a riconoscerel’amato riso, talmente varie sono lemaniere di coltivarlo. Oltre alla risicolturad’acqua dolce, qui si pratica la risicolturad’acqua salata, meglio conosciuta come“risaia di mangrovia”, pianta quest’ultimadel genere Rizophora, caratteristica perchécresce in ambienti salini.prime piogge, le risaie d’acqua dolce siriempiono, quindi vengono aperti i tubi perfar fuoriuscire l’acqua salata, e vengono dinuovo chiusi. Per il completo lavaggio di unarisaia abbandonata da anni, bisogna attenderefino a 3-4 anni, ripetendo annualmentel’operazione appena descritta.Progressivamente, le superfici possonoessere coltivate e la resa puó arrivare fino a3 tonnellate/ha. Quando le risaie sono “aregime”, va permesso l’ingresso dell’acquasalata prima che inizi la stagione delle piogge:in questo modo l’acqua salata neutralizzal’acidità del suolo, che a lungo andareinciderebbe negativamente sulla produttività,e si incentiva l’azione rigenerante sullafertilitá del suolo ad opera dei sali mineralie altre sostanze contenute nei fanghi cheentrano nella risaia con l’acqua del mare. Èper questo motivo che la semina viene fattafuori risaia, e solo dopo un mese si procedecon il trapianto. È così possibile sfruttareda subito le precipitazioni piovose.dei mercati cipolle importate dall’Europa.Aumentare la produzione di leguminose etuberose è un altro dei nostri impegni versola sicurezza alimentare. Anche la popolazione,seppure legata al riso come noi italianialla pasta, si rende conto della necessità dilavorare di più e meglio mais, miglio, sorgo,fagioli, arachidi, manioca, patata dolce, di differenziarele colture e la dieta per riuscire acolmare il vuoto di alimenti, sempre piúconsistente, nei magazzini e nelle case.Non si tratta di introdurre colture sconosciute,ma semplicemente di diffonderequelle già praticate in piccolissima scala.La Guinea Bissau per clima e conformazionegeografica è un paese dalle altepotenzialità agricole: attraverso unamigliore gestione delle proprie risorse edi una politica attenta a preservarle evalorizzarle si potrà senza dubbio raggiungerela soglia della sicurezza alimentaree pensare ad esportare moltidei propri prodotti....non solo il “caju”. ◗23