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Alimentare! - Lvia

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attualitàA tutto questo si aggiunge un altro fattorepoco pubblicizzato e strettamente collegatoalle speculazioni finanziarie: ilcontrollo del mercato agroalimentremondiale da parte di poche potentissimemultinazionali che controllano il 90% delmercato cerealicolo globale. È a lorovantaggio che USA, UE, WTO e FMI hannoimposto ai paesi produttori scellerate politicheagricole basate sulla produzione perl’esportazione invece che per il consumointerno. La smithiana mano invisibile delmercato, a volte, si vede benissimo 1 .Alternative di consumo per lacostruzione di una nuova economiaÈ quindi necessario che cambino le dinamicheinternazionali, che ci sia una realevolontà politica di sostenere sicurezza esovranità alimentare dei paesi più gravementecolpiti dalla crisi, perché le causedell’aumento dei prezzi sono strutturali elegate alle caratteristiche dell’attuale sistemaeconomico internazionale. Tuttavia, è altrettantoimportante sottolineare che ogni cittadinopuò, in quanto consumatore, cercaredi contrastare questi meccanismi effettuandodelle scelte di responsabilità.Pietro Raitano e Francesco Gesualdiconcordano sull’esistenza di un legame tra ledinamiche che aggravano la crisi alimentare ei nostri consumi. A questo proposito, ci indicanoalcune vie di consumo responsabile:Consumare prodotti di stagione: abbandonarela logica di acquisto dei “prodotticoloniali” significa non incentivare il circuitocommerciale della “filiera lunga” legato allemultinazionali: un meccanismo che impoveriscei produttori e che incentiva la produzioneper l’esportazione, fino alla monocolturaintensiva.Consumare locale e biologico: significasostenere la “filiera corta” per incentivare inostri produttori locali e nello stesso tempotutelare l’ambiente nella misura in cui sievita l’inquinamento dei mezzi di trasporto el’utilizzo di tecniche di produzione intensive.Significa, infine, mangiare cibo sano.Mangiare meno carne: disincentivando glisquilibri nelle coltivazioni dei cereali, inmisura maggiore rivolte alla produzione diforaggio, che non hanno risvolti positivi perl’alimentazione umana dato che la carne èun alimento che può essere consumatosoltanto dai “ricchi”.Uno stile di vita più sobrio: la competizionetra cibo e carburante ci impone uncambiamento dei nostri stili di vita nelleabitudini quotidiane, ad esempio favorendonuove modalità di trasporto (bici e mezzipubblici) e cercando modelli alternativi dienergia.1 Da “Fame di profitto” di Enrico Piovesana, PeaceReporter.Con i nostri modelli divita possiamo incideresulle dinamiche delcommercio globale: lanuova modernitàconsiste nel produrre econsumare locale e ilSud, come il Nord, devetornare a produrre ilproprio cibo.Una buona pratica: i Gruppi diacquisto solidale (G.A.S.) nellacostruzione di una nuova economiaDal 1994 si sono diffusi sul territorio nazionalei Gruppi di Acquisto Solidale: uninsieme di persone che decidono di incontrarsiper acquistare prodotti alimentari o diuso comune, da ridistribuire tra loro. Ilgruppo di consumatori si rivolge a piccoliproduttori locali che portano avanti produzionibiologiche, rispettose dell’ambiente ea garanzia della salubrità del cibo.Abbiamo intervistato Andrea Saroldi,Presidente di G.A.S. Torino, il gruppo chefa da collegamento tra i vari G.A.S. sul territorionazionale.In cosa consiste l’esperienza dei G.A.S. eperché avete sentito l’esigenza di promuoverequesto modello di consumo?I G.A.S. nascono da una riflessione sullanecessità di un cambiamento profondo delnostro stile di vita. Come tutte le esperienzedi consumo critico, anche questavuole immettere una “domanda di eticità”nel mercato, per indirizzarlo verso un’economiache metta al centro le persone e lerelazioni.L’esperienza è nata dall’esigenza sentita diavere accesso a prodotti sani, che la grandedistribuzione non è più in grado di garantirci.La produzione biologica in questosenso è una garanzia, perché esclude l’uso,nei campi e nelle stalle, dei prodotti chimici.I G.A.S. vogliono fornire anche una rispostaalla necessità di tutelare l’ambiente: consumarelocale significa ridurre l’impatto inquinantedei trasporti e consumare biologicocomporta promuovere un’agricoltura rispettosadell’ecosistema, che sfrutta la naturalefertilità del suolo favorendola con interventinon invasivi, e l’allevamento di animali sani,nel rispetto del loro benessere e quindianche di noi consumatori.Come si è incontrata la domanda deiG.A.S. con le esigenze dei produttori?La domanda dei G.A.S è andata incontro aibisogni dei piccoli produttori italiani chesono tagliati fuori dal mercato perché nonpossono essere competitivi con i prezzidella grande distribuzione: il contadino, perpoter continuare la propria attività, habisogno di vendere i propri prodotti ad unprezzo equo. Oggi i piccoli produttori sonosfruttati dalla grande distribuzione che sirivolge a loro per acquistare i prodottialimentari ad un prezzo stracciato. L’acquistodiretto al produttore permette aquest’ultimo di sostenere la propria attivitàperché si salta la mediazione degli “agentidel mercato” e a noi consumatori permettedi essere sicuri sulla provenienza e la salubritàdel nostro cibo.Quali prodotti sono trattati?In primo luogo i prodotti agroalimentari e diallevamento biologici, ma ultimamentestiamo sperimentando nuove filiere che siespandono ad altri prodotti e servizi.Nell’ambito dell’Ottavo Convegno Nazionaledel 16 e 17 maggio, la rete nazionaledei G.A.S. si è riunita per scambiare esperienzee ragionare insieme sull’opportunitàdi utilizzare questa capacità di auto-organizzazionedella domanda in prodotti chepresentano filiere più complesse. Oggi, adesempio, stiamo sperimentando questomodello sulle filiere tessili, mettendoinsieme la domanda tra diversi G.A.S. neiprodotti per l’intimo: abbiamo attivato uncontatto diretto con dei produttori di cotonebiologico in Brasile, utilizzando quindi uncotone equo e solidale, e la successivalavorazione è affidata ad un gruppo diaziende artigiane di Novara, in crisi a causadello spostamento della produzione in Asia.Ci stiamo attivando anche nel settoredell’energia, attraverso un’associazionefondata dai G.A.S. - G.A.S. ENERGIA - chepromuove l’utilizzo di energie rinnovabiliper consumo domestico. Inoltre, dei Gruppid’Acquisto si stanno organizzando perpagare le proprie bollette attraverso lacooperativa sociale LIVECOM, ancora perpromuovere modelli di consumo alternativoche escano dai prodotti tipici.I G.A.S. censiti in tutta Italiasono circa 400.Per sapere qual è il G.A.S. piùvicino a casa tua consulta il sitowww.retegas.org9

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