Focus Africa ◗ Etiopiail latte: alimento base delle comunitàpastorali dell’ Etiopia✔ Italo Rizzi - LVIA Etiopia24Per le comunità pastorali del Suddell’Etiopia, il bestiame è la principalefonte di sostentamento: garantisce latte dabere, carne e pelle da vendere, permette difar studiare i figli, di acquistare altri generi alimentari,e di essere parte a pieno titolo deltessuto sociale. Il latte è l’elemento basedell’alimentazione di queste popolazioni, uncardine della salute e della bellezza deiBorana, Gerri, Digodia e altri popoli seminomadidel bassopiano etiopico. Negli ultimianni, il latte e i suoi derivati hanno conquistatoanche i gusti e i consumi delle famiglieurbane, richiesti soprattutto dalle fasce conreddito medio - alto; tuttavia, questa aumentatadomanda si sta ripercuotendo negativamentesulle condizioni di vita delle comunitàpastorali, già gravate da situazioni di estremapovertà. Nell’alimentazione delle comunitàpastorali, specie quelle più povere, icereali stanno prendendo il posto del latte –prodotto di alto valore nutrizionale - che ipastori rivendono sul mercato, e questoaccade in un contesto dove è alto il livello dimalnutrizione.Sicurezza alimentare e alleviamentodella povertà. Come? Valorizzandola filiera del latteTra queste comunità pastorali si inserisce laLVIA, che cerca di intervenire nel contestopromuovendo un miglioramento della filieradel latte, dalla produzione alla commercializzazione.La LVIA vuole supportare lecomunità pastorali valorizzando un aspettoche è intimamente parte della loroidentità: non vogliamo indurre uno stravolgimentodel modello sociale ed economico,ma potenziarlo, rafforzando leistituzioni e le dinamiche del territorio.La LVIA promuove queste attività da circasette anni, sia in ambito pastorale nel suddell’Etiopia, che in aree agro-pastorali nell’areacentrale dell’altipiano etiopico. In que-sto arco di tempo, le iniziative si sono evolute:si è partiti da un focus sulle unità di produzionedel latte promuovendo, ad esempio,la costruzione di stalle e la gestione comunedei gruppi di allevatori, ad un modello imperniatosui servizi alla trasformazione, ovveropiccoli caseifici o laboratori di lavorazione cheacquistano e trasformano il latte provenientedai produttori locali. Di recente, ad esempio,nell’area di Shashego abbiamo fornito supportoa gruppi tradizionali di trasformazione,i wedjo: piccoli gruppi di tre - cinque donneche, a turno, raccolgono e trasformano il lattericavato dal proprio pascolo. La produzionegiornaliera di latte per famiglia è troppo scarsaaffinché la singola famiglia possa trasformarlocon profitto. La gestione comunitariaattraverso i wedjo permette invece allacomunità di attivare la filiera della trasformazionee di presentarsi sul mercato. È un’opportunitàimportante per aumentare il proprioreddito. Si è trattato anche in questocaso di potenziare un sistema che è tradizionalee parte del tessuto sociale ed al tempostesso capace di fornire una risposta efficacead alcune importanti difficoltà.Organizzazione e autonomiadei produttori localiNel quadro del progetto, la LVIA si occupa disupportare la formazione sull’alimentazionee la salute bovina, di formare i gruppi neimetodi gestionali e nelle tecniche di trasformazione,di promuovere la commercializzazionedei prodotti.La formazione tecnica per la trasformazionedel latte si concentra sui prodotti chemaggiormente rispondono alle richieste delmercato locale: burro, yogurt, ma anche lostesso latte, fortemente richiesto nei periodiin cui non è praticata la Quaresima deicristiani (ortodossi, cattolici e protestanti),quando nell’area viene bandito il consumodei prodotti di origine animale.La formazione dei gruppi ad efficaci tecnichegestionali è di primaria importanza: lacapacità di auto-governo è la chiave di voltadella sostenibilità di tali iniziative. In questocontesto, la LVIA supporta la formazione dicooperative di trasformazione, e i buonirisultati raggiunti ci hanno spinto, più recentemente,ad espandere l’impatto delle attivitàpromuovendo la formazione di un networkdi gruppi informali per la fornituradi servizi, ai gruppi stessi o alle cooperative.Importante, da questo punto di vista, èorganizzare i servizi alla commercializzazionedel latte proveniente dai vari gruppi o stabiliredei punti di vendita diretta dei prodottilattiero - caseari.Un’attività innovativa, almeno per quantoriguarda l’Etiopia, promossa dalla LVIA, èl’impiego come foraggio, unitamente alfieno, di concentrati a base di melassa dicanna da zucchero, particolarmente utiledurante la stagione secca, quando le risorseforaggiere sono insufficienti. Recentementetuttavia, la Shell sta promuovendo nel paesela conversione delle melasse di canna dazucchero per la produzione di carburanti,con un evidente rischio di competizione conla destinazione all’allevamento animale.Questo ci ricorda come l’economia mondialesia interconnessa e le modalità digestione del deficit energetico abbianoripercussioni a tutti i livelli sul deficit alimentare,ove i produttori agricoli hannoben poco margine di manovra. ◗Vuoi sostenere anche tui pastori dell’Etiopia?Puoi versare un contributo c/o:Banca Alpi MarittimeIBAN: IT61 E084 5010 2000 0017 0103 178Intestazione: LVIACausale: lotta alla fame/Etiopia
Vivo lungo il Po.Ma se vivessi lungoil fiume Niger…“Sotto il getto d’acqua nuova diun pozzo appena inaugurato si sente diaver accresciuto di un poco la ricchezza di tutti, perchéquella spillatura si aggiunge alle correnti, evaporerà, sarà nuvole e viaggerà nelvento fino a spegnersi ancora. Si insegnano molte cose nuove nelle scuole e fra queste ✔ Ester Grazianomi piacerebbe che gli alunni potessero provare sopra qualunque campo un poco della mia gioiaper il pozzo nuovo, un poco della mia gratitudine per il dono e un poco del mio scrupolo di non sprecarla. L’acqua èuna maestra allegra (…) Si può fare molto, si può stabilire che le fonti appartengano alle comunità del mondo, comele nuvole, la neve, il vento, gli oceani e le maree”. Erri De Luca, scrittore - da “Avvenimenti”, 13 aprile ‘08Le esperienze maturate nelle scuole vincitrici del concorso lanciato dalla LVIA in collaborazione con ANPASIn questo mese si è conclusa l’avventura delConcorso scolastico Se vivessi lungo ilFiume Niger, lanciato nell’ambito di Acqua èVita con l’iniziativa Finchè c’è acqua c’èsperanza: una discesa sul Po per il Mali.Dal Piemonte al Veneto, quasi 500 allievihanno partecipato al concorso per immaginare,capire, pensare come sarebbe la propriaquotidianità se, invece di vivere lungo ilPo, abitassero nel nord del Mali, lungo unaltro grande fiume: il Niger.Bambini e giovani delle scuole elementari,medie e superiori sono stati coinvolti, grazie alcostante impegno delle proprie insegnanti, nell’organizzazionee nella conduzione dei lavoriche si sono rivelati formativi, creativi, stimolanti ecoinvolgenti…e hanno fornito, raccogliendo6.305,30 Euro per il progetto LVIA “Niger chiamaPo per il diritto all’acqua in Mali”, unsostegno concreto per realizzare in Mali le infrastrutturee le competenze necessarie a garantireacqua potabile a 12.000 persone.La LVIA non è nuova a concorsi scolastici.Crediamo fermamente che il cambio dauna visione egoistica di consumo dell’acquaad un approccio di diritto - in Italiacome nel resto del mondo – possa passaresolo attraverso il coinvolgimento e laresponsabilizzazione delle giovani generazioni.dIVINCITORIdelCONCORSO.Veniamo ora alla tanto sospirata classifica (pubblicata su www.acquaevita.it), per dare spazio al talento diquanti possono dire di aver vinto non tanto dei premi, quanto una gara di solidarietà.Una nota curiosa: tutti i primi classificati appartengono alle sezioni B dei loro istituti: B come…Bravissimi!gSezione Scuola Primaria1 a classificata: la classe 4B della Scuola Elementare Gianelli, dell’IC Turoldo di Torino.I bambini della Gianelli, guidati da Elide Mottura e colleghe, sono stati coadiuvati nel lavoro dai loro amicidelle classi 4A della stessa Gianelli e dalla 4A della scuola Leopardi.Le insegnanti ci hanno scritto dopo aver appreso della vittoria: «Cari bambini, donne, uomini del Mali,cari tutti della LVIA, che onore è stato per noi e per tutte le bambine ed i bambini essere i vincitori delPrimo Premio del concorso! Se “Niger chiama Po” noi, gente di fiume, come potevamo rimanereinsensibili ad un richiamo così invitante?Abbiamo dato inizio ad un’attività comparata, articolata, fatta di ricerca, di lettura, di studio sulle duedifferenti aree, il Po e il Niger, ma ci siamo anche e soprattutto affidati alla narrazione, al potere evocativodella parola raccontata, che risulta ancora avere un richiamo ed un fascino particolare per ibambini».I bambini hanno realizzato un mural nel Parco del quartiere Vallette e un calendario dedicato adAcqua è vita: «Il mural nel parco del quartiere Vallette che rappresenta l’incontro ideale dei nostridue fiumi. I bambini hanno scelto i colori con cura, impastavano con le mani ocra ed arancio,associavano l’azzurro al blu cobalto nella ricerca continua di garantire al loro prodotto artistico bellezzaed efficacia comunicativa, collaboravano, discutevano, con convinzione e passione… eranocommoventi! Vogliamo farvi partecipi della felicità che le bambine e i bambini hanno provatoalla notizia di aver vinto il Concorso: premio per la serietà del loro lavoro, valorizzazione dei loroimpegno! Ma ancor prima c’è stata la gioia nel sapere che in Africa sarebbe stata data voce allosgorgare di una nuova fonte, alla quale i maliani potranno approvvigionarsi, potranno sentire il cantofresco e ristoratore dell’acqua che scroscia, che bagna, che nutre…che fa crescere la vita».25