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1 Interazioni tra campi, teorie di Fermi e di Yukawa

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1 <strong>Interazioni</strong> <strong>tra</strong> <strong>campi</strong>, <strong>teorie</strong> <strong>di</strong> <strong>Fermi</strong> e <strong>di</strong> <strong>Yukawa</strong>Costanti d’accoppiamentoLe <strong>teorie</strong> <strong>di</strong> campo libere che abbiamo analizzato fin qui descrivono la propagazione <strong>di</strong>particelle ed antiparticelle relativistiche con la corretta relazione <strong>tra</strong> energia ed impulso.Sorgenti esterne posso essere utilizzate per descriverne la creazione e l’assorbimento: questoaccorgimento ci ha permesso in particolare <strong>di</strong> analizzare gli effetti “virtuali” associati alleparticelle (quali i potenziali <strong>di</strong> interazione <strong>tra</strong> sorgenti statiche).Le sorgenti esterne sono un’approssimazione utile, ma in molti casi occorre considerareanche la <strong>di</strong>namica <strong>di</strong> queste sorgenti. Nel caso in cui queste sorgenti siano descrivibili da<strong>campi</strong> e dalle loro fluttuazioni, i termini d’interazione corrispondono precisamente ai terminicubici e <strong>di</strong> or<strong>di</strong>ne più alto nei <strong>campi</strong> presenti nell’azione. Le costanti che moltiplicanoquesti termini sono dette costanti d’accoppiamento. In generale le equazioni del moto chene conseguono non sono risolubili in modo esatto, ma se le costanti d’accoppiamento sonosufficientemente piccole si può ricorrere alla teoria perturbativa.Analizziamo il caso istruttivo <strong>di</strong> un campo scalare reale con autointerazioni∫S[φ] =(d 4 x− 1 2 ∂ µφ∂ µ φ − 1 2 m2 φ 2 − λ 33! φ3 − λ 44! φ4 − λ 55! φ5 + · · ·). (1)L’azione è manifestamente Lorentz invariante, per cui la consistenza con la relatività ristrettaè garantita. Le equazioni del moto sono non-lineari(□ − m 2 )φ = λ 32 φ2 + λ 43! φ3 + λ 54! φ4 + · · · (2)e non è noto come risolverle esattamente. Come descritto nel caso dell’oscillatore anarmonico,se i valori delle costanti d’accoppiamento lo permettono, si può ricorrere alla teoria perturbativaed interpretare i termini della lagrangiana come corrispondenti alla propagazione libera(termini quadratici nei <strong>campi</strong>, che identificano il propagatore) ed ai vertici d’interazione(termini <strong>di</strong> or<strong>di</strong>ne maggiore <strong>di</strong> due)∫ (S[φ] = d 4 x − 1 2 φ(−□ + m2 )φ − λ 33! φ3 − λ 44! φ4 − λ )55! φ5 + · · ·= + + + + · · · (3)Classifichiamo le costanti d’accoppiamento λ i in base alle loro <strong>di</strong>mensioni <strong>di</strong> massa. In unitàin cui = c = 1 l’azione è a<strong>di</strong>mensionale, una lunghezza ha le <strong>di</strong>mensioni <strong>di</strong> una massa Mcosì come il campo φ, etc.. In formule[S] = M 0 , [x µ ] = M −1 , [∂ µ ] = M, [m] = M, [φ] = M (4)mentre le costanti d’accoppiamento[λ 3 ] = M, [λ 4 ] = M 0 , [λ 5 ] = M −1 , · · · (5)1


Le costanti d’accoppiamento con <strong>di</strong>mensione <strong>di</strong> massa positiva sono dette super-rinormalizzabili(come λ 3 ), quelle a<strong>di</strong>mensionali sono dette rinormalizzabili (come λ 4 ), quelle con <strong>di</strong>mensione<strong>di</strong> massa negativa sono dette non-rinormalizzabili (come λ 5 ).Un’analisi <strong>di</strong>mensionale più approfon<strong>di</strong>ta può mos<strong>tra</strong>re che le interazioni con costantid’accoppiamento super-rinormalizzabili ([λ] = M α con α > 0) danno origine ad effetti importantia basse energie, mentre questi effetti sono <strong>tra</strong>scurabili ad alte energie: se in undeterminato processo in<strong>di</strong>chiamo con E l’energia totale in gioco, l’interazione <strong>di</strong>pende daltermine a<strong>di</strong>mensionalea<strong>di</strong>mensionale) i suoi effetti sono importanti a tutte le scale <strong>di</strong> energia. Infine le interazionicon costanti d’accoppiamento non-rinormalizzabili ([λ] = M −α con α > 0) danno originead effetti importanti ad alte energie e <strong>tra</strong>scurabili a basse energie: se E in<strong>di</strong>ca l’energiatotale in gioco, gli effetti sono proporzionali al termine a<strong>di</strong>mensionale λE α . Queste ultimeinterazioni sono in genere considerate come interazioni efficaci, valide essenzialmente solo abasse energie, ma presumibilmente re-interpretabili come approssimazioni <strong>di</strong> interazioni piùcomplicate che dovrebbero emergere ad energie più alte (un esempio tipico è dato dalla teoria<strong>di</strong> <strong>Fermi</strong> delle interazioni deboli, che può essere interpretata come approssimazione <strong>di</strong> bassaenergia del modello standard elettrodebole).λ . Se la costante d’accoppiamento è rinormalizzabile (ed è quin<strong>di</strong>E αModello <strong>di</strong> <strong>Yukawa</strong> per le interazioni nucleariIl nucleo contiene protoni e neutroni, legati da una forza nucleare a corto raggio. Nel1935 <strong>Yukawa</strong> propose <strong>di</strong> associare una particella scalare massiva (mesone) il cui campopotesse descrivere la forza at<strong>tra</strong>ttiva <strong>tra</strong> cariche nucleari dello stesso segno (come ad esempioi neutroni). Dal punto <strong>di</strong> vista della forza nucleare i protoni ed i neutroni sembrano essereequivalenti <strong>tra</strong> loro, ed Heisenberg propose <strong>di</strong> introdurre una simmetria SU(2) (simmetria<strong>di</strong> isospin) che potesse rendere conto <strong>di</strong> questa equivalenza, per cui la lagrangiana libera perprotoni e neutroni (i nucleoni) con invarianza <strong>di</strong> isospin assume la formaL N = − ¯N i (γ µ ∂ µ + m)N i = − ¯N(γ µ ∂ µ + m)N (6)dove nella seconda forma si sottintende l’in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> SU(2) (N 1 = ψ p descrive il protone edN 2 = ψ n il neutrone; una rotazione SU(2) permette <strong>di</strong> ridefinire che cosa si intenda perprotone e cosa per neutrone; m descrive la massa dei nucleoni: il fatto che protoni e nucleoniabbiano in realtà masse leggermente <strong>di</strong>verse in<strong>di</strong>ca che la simmetria SU(2) non è esatta masolo approssimata).Un campo scalare reale libero è descritto dalla lagrangianaL π = − 1 2 ∂ µπ∂ µ π − 1 2 µ2 π 2 (7)dove µ è la massa del mesone, la particella associata al campo scalare. Un’interazionesemplice che possa descrivere le forze nucleari come me<strong>di</strong>ate da un mesone ed invariante perSU(2) assume la formaL int = −g π ¯NN (8)con g costante d’accoppiamento a<strong>di</strong>mensionale.Questa interazione comporta un vertice2


Quest’ultimo fatto fu subito interpretato come dovuto alla struttura non puntiforme delprotone e del neutrone, segnale <strong>di</strong> una struttura composta dei nucleoni (che infatti sonooggi interpretati come composti da quark e gluoni). In definitiva, usando una corrente j µsomma <strong>di</strong> correnti cariche leptoniche ed adroniche (corrente “carica” significa che la correntedescrive un cambio <strong>di</strong> carica nel vertice, con ∆q = −1 nel caso seguente)j µ = ¯ψ e γ µ (1 − γ 5 )ψ ν + ¯ψ n γ µ (G V − G A γ 5 )ψ p (19)l’interazione <strong>di</strong> <strong>Fermi</strong> assume la forma finale descritta daL int = G F√2j µ j † µ (20)che è reale (j † µ in<strong>di</strong>ca la corrente hermitiano-coniugata, corrente carica con ∆q = 1; la presenza<strong>di</strong> una √ 2 è puramente convenzionale) e naturalmente include il deca<strong>di</strong>mento betasopra descritto, più altri processi <strong>di</strong> natura debole osservati in natura. Questa lagrangianaè ancora oggi utilissima per le descrizioni della forza debole a basse energie (energie sufficientementeminori della massa delle particelle W ± ), quando opportunamente estesa conl’aggiunta <strong>di</strong> correnti neutre (associate nel modello standard alla particella Z 0 ).5

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