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Un'educazione dell'intera persona per un mondo ... - Claudio Naranjo

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libertà e all’autonomia poiché <strong>un</strong> <strong>mondo</strong> vero sarà possibile solo contando suindividui autentici.Scrivendo dopo Darwin, Herbert Spencer comparava la società a <strong>un</strong> organismo– idea che generalmente i sociologi posteriori hanno messo da parte. In realtàla nostra società è molto distante dall’essere <strong>un</strong> organismo, e in questo siamomeno avanzati delle api o delle formiche. Una società che, rispettoall’individuo, sia ciò che il cervello è rispetto alle cellule che locostituiscono dovrebbe cercare di avere degli esseri umani maturi, cioè<strong>per</strong>sone integrate e in via di autorealizzazione e non questa specie di robotumanoidi che la nostra società fomenta a partire dalla sua cecità e da altrisuoi mali.Si può dire che <strong>un</strong>’educazione orientata all’individuo intero è orientataverso <strong>un</strong>a più vasta totalità, è <strong>un</strong>’educazione <strong>per</strong> <strong>un</strong> “<strong>mondo</strong> <strong>un</strong>ificato” e,inserendo questa espressione nel titolo del capitolo, ho voluto sottolinearequest’idea. In primo luogo <strong>per</strong> proporre la tesi che «<strong>un</strong>’educazione <strong>per</strong>l’intera <strong><strong>per</strong>sona</strong> è <strong>un</strong>’educazione <strong>per</strong> il <strong>mondo</strong> totale» e poi <strong>per</strong>ché può esseremolto salutare accentuare specificatamente la finalità meta<strong><strong>per</strong>sona</strong>le. Sitratta inoltre di <strong>un</strong>’idea ispiratrice: se ci rendiamo coscienti di quanto ci ènecessaria <strong>un</strong>’educazione orientata alla pace e all’<strong>un</strong>ità mondiale, forsequesta coscienza potrà suscitare la capacità di contribuzione creativacorrispondente a quella finalità.Un individuo non può considerarsi davvero completo se manca di <strong>un</strong>a visioneglobale del <strong>mondo</strong>, se non possiede <strong>un</strong> sentimento di fratellanza. Abbiamobisogno di <strong>un</strong>’educazione che porti l’individuo fino a quel p<strong>un</strong>to di maturitàin cui, elevandosi al di sopra della prospettiva isolata del proprio io edella mentalità tribale, raggi<strong>un</strong>ga <strong>un</strong> senso com<strong>un</strong>itario pienamente sviluppatoe <strong>un</strong>a prospettiva planetaria. Abbiamo bisogno di <strong>un</strong>’educazione dell’io comeparte dell’umanità, <strong>un</strong>’educazione del sentimento di umanità.Il risveglio spirituale che fa parte del nostro destino potenziale nonpresuppone solo la nascita dell’Io, ma anche la venuta alla luce del Tu. Lanascita dell’Essere presuppone la nascita dell’Io-Tu, la venuta alla luce delsentimento del Noi.Come può l’educazione contribuire a creare il senso del Noi? Non soloattraverso <strong>un</strong> atteggiamento estraneo ad ogni localismo e a<strong>per</strong>to a <strong>un</strong>a visione<strong>un</strong>iversale delle cose, ma prima e soprattutto <strong>per</strong> mezzo di <strong>un</strong>’applicazionees<strong>per</strong>ta di tecniche di leadership com<strong>un</strong>itario, cioè prestando <strong>un</strong> tutoraggios<strong>per</strong>imentato sui processi di formazione di gruppi nel vero senso del termine.Per Carl Rogers i gruppi sono probabilmente l’invenzione più significativadel secolo. Il futuro lo dirà. Ma in ogni caso costituiscono <strong>un</strong>a risorsaimportante e credo che ogni educatore dovrebbe acquisire <strong>un</strong> re<strong>per</strong>torio diabilità che includano, tra le altre, la capacità di facilitare <strong>un</strong>acom<strong>un</strong>icazione sincera tra gli al<strong>un</strong>ni – rendendoli responsabili delleconseguenze –, la capacità di riconoscere ed esprimere le proprie <strong>per</strong>cezioni,tanto di se stessi come degli altri, e quella di sviluppare l’empatia e dimantenersi lontano dai giochi dell’ego. Questo processo non dovrebbelimitarsi, tuttavia, a celebrare gruppi di incontro o altri simili macostituire piuttosto lo sfondo di ogni situazione educativa. Ci sono dueclassi di gruppo che voglio sottolineare <strong>per</strong>ché rappresentano due potentiforme di attività com<strong>un</strong>itaria. Uno è il gruppo di lavoro, che offre <strong>un</strong>asituazione ideale <strong>per</strong> imparare a svolgere il lavoro di collaborazione e <strong>per</strong>sviluppare la coscienza di tutto ciò che lo rende difficile. L’altro, ilgruppo di decisione, che oltre ad offrire ai partecipanti <strong>un</strong> chiaro riflessodel loro carattere, costituisce forse lo strumento più fondamentale di cuidisponiamo in ordine a <strong>un</strong>a educazione alla democrazia.Applicando tutte queste tecniche, dobbiamo tenere presente che nellasituazione che attraversiamo crescita e cura sono inseparabili. Il campodell’educazione si può separare solo artificialmente da quello dellapsicoterapia e delle discipline spirituali poiché non esiste che <strong>un</strong> <strong>un</strong>ico

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