Un'educazione dell'intera persona per un mondo ... - Claudio Naranjo
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vantaggio del bambino in modo più fruttuoso, da <strong>un</strong>a prospettiva più attenta aivalori umani.C’è da s<strong>per</strong>are che rispetto al versante cognitivo ci sia meno da dire o dafare <strong>per</strong> <strong>un</strong> miglioramento dell’educazione, visto che finora essa si èconcentrata quasi esclusivamente su questo aspetto. Ma dal p<strong>un</strong>to di vistaintellettuale, l’educazione ha bisogno di andare molto oltre la meratrasmissione di informazione, sia che l’obiettivo sia quello di comprenderemeglio il <strong>mondo</strong>, sia che ciò che si vuole sia mettere l’individuo incondizione di portare a termine compiti specifici.In questo senso, estendere l’educazione al di là di contenuti cognitivi cimette a confronto con la necessità di sviluppare il versante informativo dellascuola in modo molto più efficiente di come si è fatto finora, semplicemente<strong>per</strong>ché ci sarebbe molto meno tempo <strong>per</strong> dedicarcisi. Dobbiamo approfittare almassimo di tutto il potenziale racchiuso nei puzzles e nei giochi, checostituiscono il metodo ideale <strong>per</strong> il precoce apprendimento delle matematiche,dispiegare tutta la ricchezza degli audiovisivi, esplorare tutte lepossibilità dei computer ecc. E credo che, prima di tutto, abbiamo bisogno diciò che si potrebbe chiamare <strong>un</strong>’etica di brevità: non possiamo <strong>per</strong>metterci disovraccaricare la capacità di immagazzinamento dei nostri cervelli coninformazioni dettagliate su cose non essenziali, ma dobbiamo concentrarci almassimo su questioni realmente significative rispetto alla visione del <strong>mondo</strong> orelative alla propria vocazione o preparazione al servizio. La sete dicomprensione fa parte della natura umana e ha bisogno di alimentarsi di <strong>un</strong>avisione panoramica della conoscenza. Sarebbe d<strong>un</strong>que saggio e consigliabilemettere in atto <strong>un</strong> tipo di educazione che comporti <strong>un</strong> equilibrio trageneralizzazioni e specializzazione; cioè <strong>un</strong>’educazione capace di promuovereabilità specifiche sulla base di <strong>un</strong> contenuto generale. Questo implicherebbe<strong>un</strong>a certa educazione del cosiddetto pensiero integrativo.Ciò che il panorama attuale mostra come insufficientemente sottolineatonell’educazione tradizionale è lo sviluppo di abilità cognitive come tali, aldi là dei contenuti dell’apprendimento. Oltre ad apprendere, abbiamo bisognosoprattutto di imparare ad apprendere. Anche se adottiamo <strong>un</strong> atteggiamento piùpragmatico che umanista, gi<strong>un</strong>giamo alla stessa conclusione. «La quantità diconoscenze che <strong>un</strong>o acquisisce in <strong>un</strong>a qualsiasi area di contenuto non harapporto con <strong>un</strong> migliore svolgimento dell’occupazione corrispondente» scriveil professor Kilpatrick nel Bollettino della Architectural History andHistoric Preservation Division.La maggior parte delle occupazioni richiedono solo che l’individuo siadisposto a fare e sia capace… Ciò che distingue l’individuo efficace nellosvolgimento della sua f<strong>un</strong>zione non è tanto l’acquisizione né l’uso diconoscenze, ma piuttosto le capacità cognitive sviluppate ed esercitate nelprocesso di acquisizione e di impiego di quelle conoscenze.Anche qui dobbiamo mutare il p<strong>un</strong>to di vista dall’esterno all’interno, daciò che è apparente a ciò che è sottile.Per lo sviluppo delle capacità cognitive ci sono nuovi mezzi che oggil’educazione potrebbe far propri, strumenti che vanno dagli esercizi dipensiero laterale di De Bono e dall’allenamento nell’analisi dellepresupposizioni implicite 2 , fino al pensiero dialettico e all’educazione nonverbale di Feuerstein e altri. Voglio <strong>per</strong>ò mettere in evidenza due mezzi che,pur non essendo nuovi, non devono essere dimenticati. Mi riferisco in primoluogo alle matematiche. Si tratta di <strong>un</strong>’area di contenuti di straordinariovalore nell’educazione del ragionamento in quanto tale come ben sapevano glieducatori del passato. Se aspiriamo a ottenere <strong>un</strong> equilibrio tra i dueemisferi, destro e sinistro, del cervello, dobbiamo stare attenti a nonbuttare a mare le matematiche come esercizi accademici del passato, secondoquanto sembra tendere a pensare la nuova cultura incentrata sull’emisferodestro. In secondo luogo, penso alla musica. Ogni espressione creativa può