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Atti della Presentazione - Fondazione Edison

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Alberto Quadrio CurzioRingrazio molto Enrico Letta per le sue lucidevalutazioni sulla situazione italiana passata e prospetticae il ministro Tremonti per questa sua riflessionecosì completa e articolata.Gli interessanti contenuti degli interventi mi inducono,prima di passare la parola all’autore delvolume, a una ipotesi, a una proposta che faccioal Dottor Quadrino: sarebbe molto interessanteriportare in un saggio le relazioni, le riflessioniodierne che credo sarebbero molto utilmenteveicolate alla pubblica opinione più ampia delnostro Paese. Vedremo se i due relatori consentirannoad accettare tali ipotesi.La parola spetta ora a Marco Fortis, autore delvolume.Marco FortisGrazie Alberto.Io sono veramente grato ai dueospiti, Enrico Letta e Giulio Tremonti,per aver onorato la presentazionedi questo mio volume con la loro presenzae con le loro analisi. Il mio intervento saràbreve. Perché il libro nel quale ho approfondito iltema <strong>della</strong> crisi economica e in cui troverete analisie statistiche più dettagliate vi è stato distribuitoall’ingresso, ma soprattutto perché questa giornataè stata organizzata principalmente per ascoltareil punto di vista dei due autorevoli ospiti. Milimiterò, dato che sono già stati ampiamente toccatida entrambi molti dei temi affrontati nel volume,ad evidenziare in estrema sintesi quelle chesono le mie convinzioni circa le capacità di resistenzadel sistema socio-economico italiano inquesta crisi, che già cominciano a manifestarsi daalcuni indicatori che, sia pure in forma embrionale,stanno mostrando qualche segnale di ripresa.A febbraio, per esempio, gli indici degli ordinatividell’industria manifatturiera dell’Eurostat mostranorispetto a gennaio un rimbalzo significativo indue soli Paesi europei, l’Italia e la Francia. Gli indicatorianticipatori dell’OCSE a gennaio e febbraiosegnalano un inizio di ripresa per l’Italia. Questamattina anche gli indicatori dell’ISAE sulla fiduciadei consumatori in aprile mostrano un rimbalzo.Questo non significa che l’Italia sia già avviata aduscire dalla crisi, così come del resto gli altri Paesieuropei, Francia e Germania in testa, che megliodi noi stanno mostrando i primi segnali di ripresadi fiducia degli operatori, perché la crisi sarà sicuramentemolto lunga da superare. Probabilmenteabbiamo toccato il fondo <strong>della</strong> riduzione dellescorte dei magazzini che ha così pesantementeinfluito sul ciclo <strong>della</strong> produzione industriale e delcommercio mondiale; però la convalescenza dopoquesta crisi così grave sarà certamente lunga.L’Italia però affronta questa sfida con una serie dielementi di forza, che in parte sono già stati ricordati:tra questi, soprattutto, una grande capacitàdi risparmio ma anche un basso indebitamentodelle famiglie, e una scarsa esposizione del nostrosistema bancario ai punti di maggiore tensione<strong>della</strong> crisi finanziaria internazionale; abbiamo vistoper esempio che, secondo i dati <strong>della</strong> Banca deiRegolamenti Internazionali, i crediti complessivivantati dal sistema bancario italiano sugli StatiUniti e sull’Inghilterra rappresentano a stento il 3-4% del nostro Prodotto interno lordo, mentre inaltri Paesi si arriva a cifre introno al 40, 50 e addirittura60%. E poi le nostre banche, lo ricordo,hanno certamente una vocazione retail, una vocazionealle attività tradizionali a supporto di famigliee imprese molto maggiore rispetto alle banchedegli altri Paesi avanzati. E questo ha contribuitoa tenerle in qualche modo lontane dallenuove frontiere dell’innovazione finanziaria chesono state, in gran parte, strumentali alla proliferazionedei cosiddetti “collaterali” legati ai mutui perl’acquisto <strong>della</strong> casa in America e in altri Paesi, eche poi sono stati un elemento scatenante <strong>della</strong>crisi.Ma tra i punti di forza dell’Italia vorrei ricordare ilsistema degli ammortizzatori sociali; le imprese,infatti, che in questo momento stanno soffrendoper cali negli ordini del 30-40% rispetto all’annoprecedente (ma questo sta accadendo un po’ovunque; si pensi, ad esempio, che in Germania idati sugli ordinativi esteri dell’industria manifatturieradi febbraio indicano addirittura un calo del-42%) trovano negli ammortizzatori sociali una16<strong>Atti</strong> presentazione libro “La crisi mondiale e l’Italia” ‐ Milano, 27 aprile 2009

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