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Atti della Presentazione - Fondazione Edison

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Alberto Quadrio CurzioChiudendo questa nostra mattinata così intensaed estremamente interessante non voglio certofare una sintesi. Vorrei usare il metodo tremontianocon la chiosa su alcuni termini e concetti.Innanzitutto credo che stamane sia di nuovo statoricordato soprattutto agli economisti, categoriaalla quale io appartengo, come nei grandi cambiamentinon conta tanto l’aritmetica o la matematica,ma conta la storia, e bisogna tenere presentiquelli che taluno denomina “megatrend”. Lamatematica e l’aritmetica contano nella microeconomia,ma nella macroeconomia conta molto dipiù la storia. Sotto questo profilo trovo molto interessantequanto ci ha detto stamane il ministro,tra cui anche la convocazione a Roma di unariunione dei grandi giuristi mondiali per dare corsoa una ipotesi sul global legal standard; che haavuto una Commissione Istruttoria Italiana <strong>della</strong>quale fa parte, e mi fa molto piacere avere sentitoadesso dal ministro, anche Enrico Letta. Lepersone intelligenti e competenti, quali sono inostri due relatori di stamane, non sono arroccatenella loro appartenenza partitica.Una seconda breve osservazione riguarda l’Europa:non trovo grandi differenze tra quello che hadetto Enrico Letta e quello che ha detto GiulioTremonti. Credo che tutto sommato il ritorno almetodo intergovernativo sia dovuto a tante contingenze,ma non credo che la colpa sia imputabileall’Italia che ha fatto ben due proposte perrafforzare il contesto comunitario. A mio avviso èmolto importante, tuttavia, riflettere a fondo sullecooperazioni rafforzate senza le quali ho l’impressioneche anche il metodo comunitario non potràfunzionare; così come ho l’impressione chevada ripresa la tematica del patto di stabilità, fortunatamenteflessibilizzato dopo un contenzioso nel2003, e che tuttavia io credo vada rivisto per scorporaredal lato spese del deficit quelle per investimentiinfrastrutturali. In ogni caso l’Europa rimaneper tutti noi una grande realtà e l’Italia è stato unPaese federatore che certamente continuerà asvolgere un ruolo importante, ammesso che l’Europastessa lo voglia.Sull’Italia credo che tutti quanti abbiamo apprezzatomolto quanto è stato detto. E noi, per riassumereun po’ quello che mi pare sia anche il sentimento<strong>della</strong> <strong>Fondazione</strong> <strong>Edison</strong> crediamo moltoa quella formula ideale, che io ho spesso indicato,del liberalismo sociale o liberalismo comunitario,in cui solidarietà, sussidiarietà e sviluppo si coniuganoin modo tale da valorizzare le peculiarità delnostro Paese tra cui una straordinaria capacità diinnovazione informale che le statistiche non rilevano.Ma per questa capacità innovativa, chenasce dal tessuto storico-comunitario dell’Italia,necessita per andare oltre di istituzioni migliori edi una formazione del capitale umano meno accidentale.Grazie ancora ai due relatori. Spero la mia ipotesi,che è proposta per il dottor Quadrino e ipotesiper i due relatori, di predisporre un saggio chedia conto <strong>della</strong> giornata odierna possa avere seguito.Grazie davvero.Umberto Quadrino a te la parola.Umberto QuadrinoGrazie Alberto.Nel salutare e ringraziare i relatori mi domando senella sala ci sia un po’ più di ottimismo rispetto aquando siete entrati. L’ottimismo forse non nasceda nessun fatto nuovo che è stato detto oggi,però ha una ragion d’essere perché la straordinariaanalisi, questo grande affresco che ha fattoGiulio Tremonti rileva uno sforzo per cercare dicapire qual è la realtà, cercare di interpretarla,non solo nel contingente, ma in una prospettivastorica. Insomma, avere una persona che ci governache ha questa passione e questa capacitàdi analisi mi rassicura e mi da un po’ di ottimismo.Così come ho colto come una nota di grandeottimismo la disponibilità di Enrico Letta a collaborarecon il Governo in un momento così difficile.Con questo ringrazio tutti e due i relatori e vi saluto,anche a nome <strong>della</strong> <strong>Fondazione</strong> <strong>Edison</strong>.18<strong>Atti</strong> presentazione libro “La crisi mondiale e l’Italia” ‐ Milano, 27 aprile 2009

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