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Atti della Presentazione - Fondazione Edison

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Marco Fortisimportante forma di supporto. A differenza di altriPaesi che stanno eliminando forze di lavoro conuna velocità straordinaria – alcuni grandi gruppimondiali del sistema sia industriale che finanziario,come noto, hanno operato tagli occupazionali di10, 20, e anche 30mila posti di lavoro – nel nostroPaese questo non si è verificato: secondol’Istat nel periodo marzo-dicembre 2008 il numerodei disoccupati in Italia è aumentato come inIrlanda, Paese con solo 4 milioni di abitanti, cioèsono stati persi poco più di 75.000 posti di lavoro.Certo, il rischio è che adesso l’onda lunga <strong>della</strong>crisi possa premere sull’occupazione italiana, perògli ammortizzatori sociali stanno dando un grossocontributo in tal senso. E bisogna anche sottolinearecome fino ad ora non ne sia stato fatto unuso smodato. In particolare, le ultime statistichedell’Inps relative al periodo gennaio-marzo diquest’anno dimostrano che a fare uso <strong>della</strong> cassaintegrazione ordinaria sono soprattutto le provincedi grande impresa, ossia quelle più sottoposteallo stress <strong>della</strong> crisi, come le imprese metallurgichee le imprese dell’auto. La provincia di Torino,per esempio, ha avuto un numero di ore di cassaintegrazione autorizzate pari a quelle dell’interoNord-Est, pari quindi a quattro regioni. Ciò significache nelle regioni di piccola e media impresa, edove ci sono i distretti industriali, le imprese stannosforzandosi al massimo per continuare a lavoraree per non ricorrere a questi strumenti, almenofinché ciò sarà loro possibile.Credo, inoltre, che il sistema manifatturiero italianosia entrato in questa crisi in un momento diforza straordinaria. Prima che iniziasse la crisi, infatti,il nostro Paese era arrivato a toccare il suorecord storico quanto a surplus manifatturierocon l’estero, a dimostrazione quindi che non siamoentrati deboli nella crisi; al contrario, vi siamoentrati forse con la maggior forza che abbiamomai avuto nel secondo dopoguerra, pur scontandoil declino o per lo meno le difficoltà che hannoincontrato alcuni settori tradizionali come iltessile-abbigliamento e le calzature in seguitoall’avvento <strong>della</strong> concorrenza asiatica.E’ quindi molto importante, come sottolineatoanche dai nostri ospiti, che il nostro sistema produttivopossa rimanere intatto, utilizzando tutti glistrumenti possibili che anche il sistema di ammortizzatorimette a disposizione, e ciò anche in considerazionedel fatto che, pur essendo in regressogli ordinativi e le produzioni industriali, le nostrequote di mercato in alcuni casi stanno paradossalmenteaumentando, perché molti dei nostricompetitor stanno sperimentando crisi molto piùforti delle nostre.Dobbiamo quindi avere fiducia che, una voltasuperata, questa crisi potrà riproporre il modellodi sviluppo italiano come un modello vincente,dove siamo forti, lo ricordo, non solo nell’industriama anche nel turismo, che pure necessita di essereristrutturato per esprimere tutte le sue potenzialità.Il turismo è per noi una risorsa fondamentale. Ioricordo sempre che la provincia di Venezia dasola ha più pernottamenti di turisti stranieri dell’interaIrlanda, e che la provincia di Roma ne ha piùdi tutto il Belgio: abbiamo cioè delle grandi realtàdel turismo mondiale, così come le abbiamo nell’-agricoltura e nei prodotti tipici.Credo quindi che non sia soltanto un ottimismogenerico quello che ho cercato di descrivere edillustrare in questo mio volume, quanto piuttostouna fiducia nel nostro modello di sviluppo industrialeche io ho conosciuto non soltanto attraversole analisi e le statistiche, ma anche, in questianni, con il contatto diretto con molti di voi. Oggisono qui in sala i Presidenti e i Direttori di molteAssociazioni con cui abbiamo tanto lavorato inquesti anni con la <strong>Fondazione</strong> <strong>Edison</strong>. Vorrei ringraziareanche loro per il contributo di notizie,informazioni ed esperienze che mi hanno dato eche hanno consentito la pubblicazione di questolavoro.Vi ringrazio.17<strong>Atti</strong> presentazione libro “La crisi mondiale e l’Italia” ‐ Milano, 27 aprile 2009

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