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WARNER BROS. PICTURES Presenta In Associazione con ...

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Questo effimero non so che, che definisce il processo di realizzazione di un film, è ovviamente<br />

poco comprensibile per la gente del performance capture, come per il team del layout che mette insieme le<br />

inquadrature nel computer. Anzi, loro hanno un proprio lessico arcano, affettuosamente chiamato Il<br />

Mocabolario.<br />

“Ho imparato mentre giravamo ‘Beowulf’ che loro provengono da discipline diverse e hanno una<br />

diversa terminologia, ma dovevamo essere tutti sulla stessa lunghezza d’onda. Io uso un sacco di slang<br />

che deriva dall’aver girato film per 25 anni. Posso dire cose come ‘Faremo slittare la cinepresa’ o ‘Lascialo<br />

cadere’ oppure ‘Faremo perno sulla destra’, cose come queste. E loro mi guardavano <strong>con</strong>fusi. Così un<br />

giorno li abbiamo portati tutti fuori nel parcheggio durante il pranzo e gli abbiamo fatto una lezione sui<br />

movimenti di camera in 2‐D, e come chiamiamo le diverse inquadrature, tutti i nostri termini gergali.<br />

Abbiamo mostrato loro le tecniche che avremmo dato per s<strong>con</strong>tate, come nel caso di una ripresa <strong>con</strong> un<br />

dolly verso destra che implica che devi anche fare una panoramica a sinistra per mantenere il soggetto<br />

nell’inquadratura. Alla fine parlavamo la stessa lingua” rac<strong>con</strong>ta Zemeckis.<br />

I tradizionali comparti legati al cinema, come i costumi e le scene, non essendo coinvolti nello<br />

stesso modo in cui entrano in gioco nel cinema tradizionale, hanno richiesto dei cambiamenti innovativi.<br />

Se<strong>con</strong>do il produttore Starkey “quando ho cominciato a fare film di questo genere, mi sono reso <strong>con</strong>to che<br />

le mie basi erano nel cinema tradizionale. Che si trattasse di costumi o di scenografia, mi sentivo molto<br />

più a mio agio realizzandole nel mondo reale e poi inserendole nel computer anziché inventandole<br />

direttamente al computer. Perciò quello che succede è che progettiamo il film in modo molto simile a<br />

come faremmo per un film tradizionale e poi lo costruiamo al computer. L’aspetto complicato di ‘Polar<br />

Express’ era quello di prevedere, beh, come prenderemo poi quella informazione per riportarla nel teatro<br />

di posa per i nostri attori? Così abbiamo fatto ricerche e abbiamo sviluppato e messo a punto un sistema<br />

elaborato, che ora sembra una cosa ordinaria. Lo stesso è successo <strong>con</strong> i costumi. Assumiamo la nostra<br />

costumista, Gabriella Pescucci, per creare il guardaroba e finiamo col realizzare ogni singolo costume per<br />

tutto il film. Mettiamo gli attori nei loro costumi uno alla volta, lo scansioniamo nel computer, e quello<br />

diventa il modello. La stessa cosa <strong>con</strong> le ac<strong>con</strong>ciature e <strong>con</strong> il resto; perfino i corpi degli attori vengono<br />

scansionati come riferimento in modo che loro possano creare il personaggio finale al computer. Tutto è<br />

derivato da fonti reali, in antitesi <strong>con</strong> <strong>con</strong>cezioni astratte derivanti esclusivamente dal computer”.<br />

Il solo caso di allontanamento totale dalla realtà c’è stato per la realizzazione delle creature<br />

mitiche e demoniache che terrorizzano e lusingano gli sventurati esseri umani. “Per realizzare una<br />

creatura che non esiste nella realtà come, per esempio, Grendel, dovevamo cominciare da uno<br />

scarabocchio, costruendo una scultura in miniatura. Quella scultura è stata scansionata dal computer ed è<br />

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