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Marzo - Ex-Alunni dell'Antonianum

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II Prof. Giuseppe Pezzuoli<br />

I motivi che hanno portato l'attenzione<br />

del mondo medico e non medico<br />

sul susseguirsi dei fenomeni che si<br />

svolgono nella imminenza del passaggio<br />

dalla vita alla morte, per potere<br />

essere in grado di fare una diagnosi<br />

precoce di morte senza aspettarne gli<br />

evidenti segni trasformativi, sono due:<br />

I medici, ascoltano le precisazioni<br />

del prof. G. Pezzuoli, su morte<br />

clinica e morte biologica<br />

i progressi della rianimazione e la possibilità<br />

di realizzare i trapianti d'organo.<br />

Il rianimatore vuole sapere quando<br />

il suo intervento è ancora valido o<br />

quando può sospendere il mantenimento<br />

artificiale di funzioni vitali fondamentali<br />

come il respiro; il trapiantatore<br />

vuoi sapere quando il corpo a<br />

sua disposizione è morto per fare il<br />

prelievo al più presto, prima che l'organo<br />

sia deteriorato dai fenomeni postmortali.<br />

È difficile, per non dire impossibile,<br />

stabilire l'esatto momento del passaggio<br />

dalla vita alla morte e quindi fare<br />

una diagnosi precoce di morte. Anche<br />

quando il cuore è fermo ed il respiro<br />

sospeso e la funzione del sistema nervoso<br />

centrale arrestata (morte biologica),<br />

almeno per qualche minuto non<br />

si può parlare di morte perché il fenomeno<br />

è reversibile se il paziente è<br />

rianimato. Solo quando queste funzioni,<br />

ed in particolare quella del sistema<br />

nervoso centrale, sono arrestate in modo<br />

irreversibile per alterazioni anatomiche<br />

si può parlare di morte (morte<br />

biologica ) ; si tratterà di morte, anche<br />

se il moto del cuore ed il respiro saranno<br />

artificialmente mantenuti, quando<br />

il sistema nervoso centrale sarà irreversibilmente<br />

morto. La morte dell'individuo<br />

coincide con la morte del<br />

La tavolata dei medici raccoltisi per ascoltarlo<br />

suo sistema nervoso centrale (s.n.c.).<br />

Per la diagnosi del s.n.c. un grande<br />

progresso si è avuto con l'uso dell'elettroencefalogramma:<br />

la mancanza assoluta<br />

di attività elettrica cerebrale per<br />

un «ragionevole» periodo di tempo è<br />

sinonimo di morte. (Ancora oggi si discute<br />

se la morte del s.n.c. debba riguardare<br />

la sola corteccia o ad essa si<br />

debbano aggiungere i centri subcorticale<br />

e bulbopontini ).<br />

È facile capire come notevoli problemi<br />

morali si pongano in una materia<br />

così delicata: mezzi eroici di rianimazione<br />

e trapianti. Per risolverli, si<br />

deve considerare da un lato il dovere<br />

di conservare la salute e la vita, dall'altro<br />

i limiti a questo dovere fissati nella<br />

«ordinarietà» dei mezzi necessari.<br />

Per i trapianti, pure leciti, si richiede,<br />

se si tratta di un organo unico, come<br />

il cuore, la certezza assoluta della morte<br />

del donatore.<br />

Il Professore è stato salutato ali' inizio<br />

dal Presidente avv. Giorgio Malipiero, il quale<br />

però quella sera non ha potuto fermarsi<br />

con noi. La presentazione venne fatta dal Dr.<br />

Prof. Cacciavillani.<br />

Dopo la conferenza venne aperta la discussione<br />

nella quale intervennero il Prof. Introna,<br />

il Medico Provinciale Dr. Levino, il Prof.<br />

Bovo e Dott. Poggi. Questi fece soprattutto<br />

osservazioni sulla difficoltà pratica di indirizzare<br />

tempestivamente gli ammalati bisognosi<br />

di cure quali accennate dal Professore nei luoghi<br />

di cura dove pottessero essere curati con<br />

urgenza.

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