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II Prof. Giuseppe Pezzuoli<br />
I motivi che hanno portato l'attenzione<br />
del mondo medico e non medico<br />
sul susseguirsi dei fenomeni che si<br />
svolgono nella imminenza del passaggio<br />
dalla vita alla morte, per potere<br />
essere in grado di fare una diagnosi<br />
precoce di morte senza aspettarne gli<br />
evidenti segni trasformativi, sono due:<br />
I medici, ascoltano le precisazioni<br />
del prof. G. Pezzuoli, su morte<br />
clinica e morte biologica<br />
i progressi della rianimazione e la possibilità<br />
di realizzare i trapianti d'organo.<br />
Il rianimatore vuole sapere quando<br />
il suo intervento è ancora valido o<br />
quando può sospendere il mantenimento<br />
artificiale di funzioni vitali fondamentali<br />
come il respiro; il trapiantatore<br />
vuoi sapere quando il corpo a<br />
sua disposizione è morto per fare il<br />
prelievo al più presto, prima che l'organo<br />
sia deteriorato dai fenomeni postmortali.<br />
È difficile, per non dire impossibile,<br />
stabilire l'esatto momento del passaggio<br />
dalla vita alla morte e quindi fare<br />
una diagnosi precoce di morte. Anche<br />
quando il cuore è fermo ed il respiro<br />
sospeso e la funzione del sistema nervoso<br />
centrale arrestata (morte biologica),<br />
almeno per qualche minuto non<br />
si può parlare di morte perché il fenomeno<br />
è reversibile se il paziente è<br />
rianimato. Solo quando queste funzioni,<br />
ed in particolare quella del sistema<br />
nervoso centrale, sono arrestate in modo<br />
irreversibile per alterazioni anatomiche<br />
si può parlare di morte (morte<br />
biologica ) ; si tratterà di morte, anche<br />
se il moto del cuore ed il respiro saranno<br />
artificialmente mantenuti, quando<br />
il sistema nervoso centrale sarà irreversibilmente<br />
morto. La morte dell'individuo<br />
coincide con la morte del<br />
La tavolata dei medici raccoltisi per ascoltarlo<br />
suo sistema nervoso centrale (s.n.c.).<br />
Per la diagnosi del s.n.c. un grande<br />
progresso si è avuto con l'uso dell'elettroencefalogramma:<br />
la mancanza assoluta<br />
di attività elettrica cerebrale per<br />
un «ragionevole» periodo di tempo è<br />
sinonimo di morte. (Ancora oggi si discute<br />
se la morte del s.n.c. debba riguardare<br />
la sola corteccia o ad essa si<br />
debbano aggiungere i centri subcorticale<br />
e bulbopontini ).<br />
È facile capire come notevoli problemi<br />
morali si pongano in una materia<br />
così delicata: mezzi eroici di rianimazione<br />
e trapianti. Per risolverli, si<br />
deve considerare da un lato il dovere<br />
di conservare la salute e la vita, dall'altro<br />
i limiti a questo dovere fissati nella<br />
«ordinarietà» dei mezzi necessari.<br />
Per i trapianti, pure leciti, si richiede,<br />
se si tratta di un organo unico, come<br />
il cuore, la certezza assoluta della morte<br />
del donatore.<br />
Il Professore è stato salutato ali' inizio<br />
dal Presidente avv. Giorgio Malipiero, il quale<br />
però quella sera non ha potuto fermarsi<br />
con noi. La presentazione venne fatta dal Dr.<br />
Prof. Cacciavillani.<br />
Dopo la conferenza venne aperta la discussione<br />
nella quale intervennero il Prof. Introna,<br />
il Medico Provinciale Dr. Levino, il Prof.<br />
Bovo e Dott. Poggi. Questi fece soprattutto<br />
osservazioni sulla difficoltà pratica di indirizzare<br />
tempestivamente gli ammalati bisognosi<br />
di cure quali accennate dal Professore nei luoghi<br />
di cura dove pottessero essere curati con<br />
urgenza.