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4. [PDF] Il carcere visto da dentro - Assemblea Legislativa

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Più diplomazia, meno militarismoper rafforzare il diritto internazionale* (ex-professore didiritto internazionalealla PrincetonUniversity(USA), attualmentemonitore ONU,responsabile deidiritti umani neiterritori occupati– Cisgior<strong>da</strong>nia,Gaza e Gerusalem-est)10(Traduzione diMiki Lanza)di Richard Falk*Per 18 mesi un milione e mezzo di abitantidi Gaza hanno sperimentato un embargopunitivo imposto <strong>da</strong> Israele e una varietà disfide traumatizzanti alla normalità della vitaquotidiana. Emerse un bagliore di speranza 6mesi fa quando una tregua organizzata <strong>da</strong>gliegiziani produsse un effettivo cessate-il-fuocoche ridusse le vittime israeliane a zero nonostanteil periodico lancio di razzi casereccioltre confine che cadevano innocuamente sulterritorio israeliano adiacente, e sicuramenteerano fonte d’ansia per la vicina città di Sderot.Durante la tregua la dirigenza di Hamasne propose ripetutamente l’estensione, perfinodi 10 anni, chiedendo ricettività a una soluzionepolitica basata sull’accettazione deiconfini d’Israele del 1967. Gli israeliani ignoraronoqueste iniziative diplomatiche mancandoanche di adempiere ai propri obblighidi tregua riguar<strong>da</strong>nti qualche agevolazionealle restrizioni d’ingresso a Gaza di cibo, medicinalie carburante, ridotte a un filo.Israele rifiutò anche permessi d’uscita astudenti con borse di studio straniere e aigiornalisti di Gaza, e ad autorevoli rappresentantidi ONG. Contemporaneamente resesempre più difficile l’ingresso ai giornalisti eio stesso due settimane fa sono stato espulso<strong>da</strong> Israele quando tentai di entrare per svolgereil mio lavoro di monitoraggio ONU sulrispetto dei diritti umani nella Palestina occupata,cioè Cisgior<strong>da</strong>nia, Gaza e Gerusalemest,chiaramente prima dell’attuale crisi.Israele ha usato la sua autorità per impediread osservatori credibili di fornirei relazioniprecise e veritiere sulla penosa situazioneumanitaria che aveva già causato gravi declininelle condizioni sanitarie fisiche e mentalidella popolazione di Gaza, specialmenterilevando la diffusa denutrizione infantile el’assenza di presidi terapeutici per i sofferentidi varie malattie. Gli attacchi israelianisono stati diretti a una società già in gravicondizioni per l’embargo dei 18 mesi precedenti.Come sempre in relazione al conflittosottostante, alcuni fatti con una portata suquest’ultima crisi sono torbidi e contestati,benché il pubblico americano in particolarericeva il 99% dell’informazione filtrata <strong>da</strong>una lente mediatica troppo filo-israeliana.Sidà la colpa a Hamas di aver interrotto la treguaper sua supposta indisponibilità al rinnovoe per la presunta incidenza in aumentodegli attacchi con razzi. Ma la realtà è menonetta. Non ci sono stati sostanzialmente lancidi razzi durante la tregua finché Israeleha attaccato il 4 novembre scorso palestini aGaza, uccidendo parecchi palestinesi, al cheil lancio di razzi effettivamente s’intensificò.Inoltre fu Hamas che in varie occasioni pubblichelanciò appelli per l’estensione dellatregua, mai riconosciuti e tanto meno considerati<strong>da</strong> funzionari israeliani. Oltre a ciò,non è convincente neppure l’attribuzione dellancio di razzi alla sola Hamas; possono benessere vari altri miliziani indipendenti attivia Gaza, come i Martiri di Al-Aqsa sostenuti<strong>da</strong> Al-Fatah e anti Hamas che arrivino alanciare razzi per provocare o giustificare larappresaglia israeliana. È ampiamente confermatoche quando Fatah, sostenuta <strong>da</strong>gliUSA, controllava la struttura governativa diGaza, non fu in grado di impedire il lancio dirazzi nonostante uno sforzo concertato alloscopo. Quanto questo sfondo induce fortementea credere è che Israele abbia lanciatoil suo attacco devastante il 27 dicembre nonsolo per fermare i razzi o in rappresaglia, maanche per una serie di razioni misconosciute.Era evidente <strong>da</strong> settimane prima che l’apparatomilitare e politico israeliano stesseropreparando il pubblico a operazioni militarisu larga scala contro Hamas. <strong>Il</strong> momentosembrò suggerito <strong>da</strong> svariate considerazioni:anzitutto, gli interessi dei candi<strong>da</strong>ti elettoraliper le elezioni previste a febbraio – ma oraforse posposte fino al termine delle operazionimilitari – dimostrandone la coriaceità. Talidimostrazioni di forza israeliane sono statetipiche nelle passate campagne elettorali e,specialmente in questa occasione, il governoin carica è stato messo alle strette <strong>da</strong>l notoriopolitico militarista di Israele, BenjaminNetanyahu, per le sue presunte carenze securitarie.Rafforzare queste motivazioni politicheè stata la piccola urgenza nascosta neicoman<strong>da</strong>nti militari israeliani per cogliere

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