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4. [PDF] Il carcere visto da dentro - Assemblea Legislativa

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4Un generale, premier politico come Rabin, avevaimboccato un percorso difficile di apertura, macontro di lui erano schierati gli esponenti delladestra religiosa nazionalista israeliana ed anchele formazioni come Hamas ed Hezbollah con iloro sostenitori, prodighi di petrodollari per leimprese di perpetuazione della guerra.Un altro esempio per tutti: il processo che <strong>da</strong>lloscoppio della secon<strong>da</strong> intifa<strong>da</strong> (settembre2000) fino al gennaio 2001 con gli incontri diTaba (ancora il secondo Clinton presidente cheaveva condotto gli incontri di Camp David) incui le delegazioni delle due parti erano giuntea posizioni vicine anche su quote di rientrodei palestinesi profughi, oltre che su questioniterritoriali importanti, ma che furono fattesaltare <strong>da</strong>lle logiche opposte e convergentidelle parti estreme dei due contendenti, Arafatpurtroppo d’accordo, in un contesto internazionalein cui negli Stati Uniti era prossimo avincere G. W. Bush. L’elenco dei morti aumentòfortemente nel periodo Sharon fino alla suaforte decisione di far evacuare unilateralmentei coloni ebrei <strong>da</strong> Gaza (settembre 2005).Le due popolazioni sono prigioniere di una logicadella guerra di cui <strong>da</strong> sole non riescono adisfarsi, ma che non appartiene loro strutturalmente.Abbiamo <strong>visto</strong> poco fa il dottor IzzeldinAbu al-Aish di Gaza, ginecologo palestinese stimato,che lavora in Israele all’ospe<strong>da</strong>le di Shebapiangere la morte di tre figlie, che nella casa aGaza sono state colpite <strong>da</strong> una cannonata israeliana.Egli e le sue figlie hanno lavorato assiemea cittadini israeliani per la cura di bambini palestinesi.Ha detto: che la morte delle mie figliesia l’ultimo tremendo prezzo di questa guerra!Tacciano le armi! Struggente la poesia che pubblicala madre di un giovane sol<strong>da</strong>to israelianosu www.haaretz.com sulla vicen<strong>da</strong>: Sua madredisse di Meir Wieseltier (19 gennaio 2009) .Questo conflitto incancrenito costituisce lamiccia, sempre pronto alla bisogna, in un’areacruciale per gli interessi petroliferi e per l’approvvigionamentoenergetico. È noto che l’Italiaè un acquirente importante di petrolio iranianoe l’Europa dipende fortemente ancora <strong>da</strong>ll’approvvigionamentopetrolifero mediorientale,questo nonostante siamo vicinissimi al raggiungimentodel picco petrolifero e al declinodel petrolio come fonte di approvvigionamento.Rompere la spirale perversa: l’illusoria liberazionedel fon<strong>da</strong>mentalismo violento e di chi lo sostienee risposta militare di Israele che indebolisce lademocrazia e viola i diritti umani.I petrodollari dei paesi arabi vengono utilizzatiper le città avveniristiche come Dubai, AbuDhabi e Mansar, che si fonderà sull’energiasolare. Queste “città copertina” degli Emiratiarabi uniti si fon<strong>da</strong>no sulle fortune del petrolio,sfruttano la manodopera orientale che lavorastagionalmente in condizioni durissime(appena <strong>da</strong>l 2006 hanno abolito per legge laschiavitù). Forse fa eccezione il Quatar, grandeproduttore di gas naturale, <strong>da</strong> far concorrenzaalla Russia, che pure vive sullo sfruttamentodi circa ottocentomila lavoratori orientali senzadiritti e che almeno formalmente intendeintrodurre elementi di democrazia e dirittiper le donne. Gli Emirati e l’Arabia sauditasono prodighi nell’acquistare armi, i primi inparticolare <strong>da</strong>ll’Italia (338 milioni di euro dicommesse nel 2006, la secon<strong>da</strong> gli eurofighter)e figurano tra gli azionisti di Mediaset, sonosoci in affari del nostro premier Berlusconi. Ènotizia fresca che l’Arabia saudita fornirà duemiliardi di dollari per la ricostruzione di Gaza:quali garanzie nell’uso del denaro? Quale progettodi ricostruzione? Quali garanzie politiche?Mi chiedo se non sia importante compiereun’analisi delle basi economiche del fon<strong>da</strong>mentalismo:anche in questa guerra i missilidi Hamas passavano i valichi dell’Egitto, graziealle guardie corrotte egiziane, provenienti<strong>da</strong>l Su<strong>da</strong>n, paese islamico, tristemente famosoper la sua politica quarantennale spaventosanel Darfour e per ospitare volentieri le attivitàeconomiche della famiglia Bin Laden. È un fattoche la Lega Araba abbia assunto posizionitutt’altro che compatte sulla guerra di Gaza.Sicuramente ciò che nuoce fortemente allacausa della pace per gli israeliani e per i palestinesiè il risorgere dei vecchi pregiudizi estereotipi antisemitici, qui in Europa, che silegittimano attraverso la maschera deformantedell’antisionismo. Sono le terze parti, siaistituzionali, sia della società civile che possonogiocare un ruolo importante in questoconflitto senza farsi imbrigliare in animosecontrapposizioni che sono le due facce dellastessa me<strong>da</strong>glia, compresi i sentimenti antiislamicipreconcetti!Stupefacente è che nelle mailing list che si definisconoeco femministe pacifiste si siano fattinotare sedicenti pacifisti che hanno abbon<strong>da</strong>tonelle equazioni ebrei=israeliani=nazisti.Peppe Sini e Mao Valpiana sono stati accusatidi essere agenti sionisti all’interno dei movimentinonviolenti. Questi sono gli esiti di unamezza cultura che non sa approfondire le contraddizioniin atto e si pasce delle vecchie coazionia ripetere del pregiudizio. Non è <strong>da</strong> orache è presente nell’area pacifista.

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