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Rischio chimico negli ambienti confinati - Dipartimento di ...

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eazione chimica <strong>di</strong> ossidazione/combustione con formazione <strong>di</strong> CO 2 , H 2 O, CO,NO x , <strong>di</strong> ossi<strong>di</strong> metallici e <strong>di</strong> altri composti ossigenati.Sostituzione dell’ossigenoCarenza <strong>di</strong> ossigeno nell’aria respirata può essere provocata dalla presenza voluta oaccidentale <strong>di</strong> altri gas. L’utilizzo del termine “gas inerte” (o anche “gas <strong>di</strong>sicurezza”) può essere equivoco e ingenerare l’idea che si tratti <strong>di</strong> gas nonpericolosi. In effetti l’inerzia è primariamente riferibile al pericolo <strong>di</strong>infiammabilità/esplosione. La loro presenza genera un’atmosfera sotto-ossigenata(p O2 < 21%) per effetto della <strong>di</strong>minuzione (per <strong>di</strong>luizione) della concentrazionedell’ossigeno presente nell’aria. I gas inerti (es.: N 2 , He, Ar) sono particolarmenteinsi<strong>di</strong>osi, perché incolori, inodori e insapori; agiscono pertanto senza “preavviso” erapidamente.La CO 2 , pur essendo un gas reattivo (ossido acido), agisce come i gas inerti,provocando anossia anossica.E’ importante conoscere la densità relativa del gas rispetto all’aria per prevedere lapossibilità <strong>di</strong> stratificazione o <strong>di</strong> mescolamento. La densità <strong>di</strong>pende, oltre che dallamassa molecolare del gas, anche dalla sua temperatura.I gas infiammabili presentano lo stesso rischio dei gas inerti per quanto concerne lapossibilità <strong>di</strong> formare atmosfere sotto-ossigenate. Se la loro concentrazione èall’interno dell’intervallo <strong>di</strong> esplosività (LIE < C < LSE), sussiste inoltre il pericolo<strong>di</strong> incen<strong>di</strong>o/esplosione. Per questa categoria <strong>di</strong> gas, questo rischio è ovviamentequello principale.Gas/Vapori Irritanti/Nocivi/TossiciLe sostanze tossiche hanno meccanismi <strong>di</strong>versi <strong>di</strong> azione e provocano l’anossiaanemica (es. CO), che è provocata dal mancato trasporto dell’ossigeno da parte delsangue o l’anossia istotossica (es. HCN), che è determinata dal mancato utilizzodell’ossigeno a livello tissutale. Le sostanze irritanti (es. aldei<strong>di</strong>, Cl 2 , SO 2 ) agisconosulle prime vie aeree o più in profon<strong>di</strong>tà, determinando in questo caso broncospasmoed eventualmente edema polmonare. Il fenomeno bronco-spastico impe<strong>di</strong>scel’utilizzo dell’ossigeno a livello polmonare, determinando un effetto simile a quellodella carenza <strong>di</strong> ossigeno.<strong>Rischio</strong> <strong>di</strong> asfissia in <strong>ambienti</strong> esterniIl rischio <strong>di</strong> asfissia può presentarsi non solo <strong>negli</strong> <strong>ambienti</strong> <strong>confinati</strong>, ma ancheall’esterno in prossimità <strong>di</strong> fughe <strong>di</strong> gas, sfiati, scarichi <strong>di</strong> valvole <strong>di</strong> sicurezza,<strong>di</strong>schi <strong>di</strong> rottura, aperture <strong>di</strong> macchine che utilizzano N 2 come liquido persurgelazione, punti <strong>di</strong> accesso a recipienti bonificati.Il rischio può essere aggravato dal fatto che i gas coinvolti (N 2 , Ar, CO 2 , H 2 S, SO 2 )siano più pesanti dell’aria per peso molecolare e/o per temperatura. In questo casoessi fluiscono e si accumulano in basso ad esempio in fognature o condottesotterranee, in pozzi <strong>di</strong> ascensori/montacarichi, in fosse, nei piani interrati.

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