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Dino Compagni e la sua cronica;

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XVIIIAVVERTENZA.pilolo XVH, e che non mi sembra menomamente infirmato dalleosservazioni del professor Gaspary; mantengo che può <strong>la</strong>critica e diquello e di troppi altri testi essere severa e minuta, quanto h s<strong>la</strong>tasu quello non meno <strong>la</strong> mia che degli avversarli, senza che il valoreanche storico ne rimanga pregiudicato : che se nell'assoluta esattezzadi date e di partico<strong>la</strong>ri consistesse senz'altro <strong>la</strong> genuinità, a troppobuon mercato sarebbe <strong>la</strong> derrata. Del resto, poiché sipar<strong>la</strong> del valoredel libro, dirò qui finalmente che era soprattutto il valore artisticoe morale del<strong>la</strong> Cronica (e questo è ben diversa cosa dalle lodiretoriche al Sallustio e al Tucidide, che <strong>la</strong> critica mia, non d'altri,ha sfrondate), che doveva risparmiare agli studi italiani una polemica,<strong>la</strong> quale io potei (I, 970) e posso chiamare, peggio che disonesta,« vituperosa»; era il valore artistico e morale di questo libro,che doveva farlo sentire non possibile a nascere se non inmezzo ai fatti che narra e agli uomini che ritrae; è questo valoreartisticoe morale, che dovrebbe, senza bisogno delle altre prove sovrabbondanti,sfatare i superficiali e irragionévoli sospetti di interpo<strong>la</strong>zionie modificazioni. A come ne discorrevano, pareva si disputassedel<strong>la</strong> Guerra di Semifonte^ o dell' Avventuroso Ciciliano, o delGiroìi Cortese, o d'altre simili gofi'erie, proprie di tutti i tempi e dilutti i paesi: e non si sentiva più, o non si voleva sentire, che quici sta dinanzi non so<strong>la</strong>mente un libro, ma un uomo. Ha detto ilTommaseo : « Io vorrei mi si additasse un falsario, scrittore così» schietto e potente da contraffare o da creare Caterina da Siena » ;0, aggiungasi pure, da rafi'azzonar<strong>la</strong>. Ma tutte le età hanno <strong>la</strong> loropedanteria e <strong>la</strong> loro retorica: <strong>la</strong> pedanteria del<strong>la</strong> negazione e <strong>la</strong> retoricadel positivo, rimarranno caratteristiche dei tempi attuali. Eche ad essi forse io abbia troppo servito nell' opera mia, me lofanno temere certe lodi che il signor Gaspary e il signore Schefl'er-Boichorst non possono ricusarle.Il secondo dei detti articoli del signore Schefi'er-Boichorst contiene,fra le parole, alcune osservazioni di fatto e indicazioni di documenti,che possono conferire al<strong>la</strong> illustrazione, ed anche al<strong>la</strong> criticastorica,del Testo; però senza nessuna conseguenza per lo scopoa cui solo le rivolge Io scrittore. Lo scopo, nel momento presente,è questo: non potendo egli più (à mauvais jeu borine mine) spacciare<strong>la</strong> Cronica per una falsificazione del secolo XVII; ed essendoil nome di <strong>Dino</strong> <strong>Compagni</strong> da restituire al<strong>la</strong> letteratura storica,

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