20 STORIE n. 138 - dal 31 gennaio al 13 febbraio 2008Addio a Giovanni Ajmone Cat, primo italiano che, partendo da Anzio, arrivò <strong>in</strong> nave a vela al Polo SudComandante Cat, pioniere dei ghiacciI ricordi del suo mar<strong>in</strong>aioTito Manc<strong>in</strong>i, ultimotestimone di quelle impreseDiego VaggiÈ morto a Como, costretto dalla malattiaad allontanarsi dal mare che amava tanto esu cui ha realizzato una vera e propria impresa:Giovanni Ajmone Cat, venuto amancare nello scorso dicembre, è stato ilprimo italiano a navigare <strong>in</strong> barca a vela f<strong>in</strong>oai gelidi mari del Polo Sud, entrandonella leggenda con due diverse spedizion<strong>in</strong>el '69 e nel '73. La grande sfida è stataconcepita e organizzata ad Anzio.Per riuscire <strong>in</strong> tale difficile traversata ilcoraggioso comandante si fece costruireun'apposita nave dai cantieri Palomba diTorre del Greco: il San Giuseppe Due, undue alberi a vela lat<strong>in</strong>a che disponeva anchedi un motore, la cui chiglia anteriore èstata corazzata per resistere agli urti deighiacci galleggianti dell'Antartide.La difficoltà di tale impresa consistevanon solo nei limiti dei mezzi tecnologici,stiamo parlando della f<strong>in</strong>e degli anni '60,quando strumenti <strong>come</strong> il gps nonerano nemmeno immag<strong>in</strong>abili, maanche nel trovare i contatti per iEra un idealista,ma anche moltopratico. Amava ilmare e la campagnadi Aprilianecessari appoggi e soste lungo iltragitto. «<strong>Il</strong> comandante era unidealista, ma anche un uomo moltopratico e concreto - ricorda Tito Manc<strong>in</strong>i diAnzio, che partecipò alla spedizione del '73- ; il San Giuseppe Due fu realizzato secondouna tecnologia ancor più semplice diquella disponibile <strong>in</strong> modo che l'<strong>in</strong>terventoumano potesse rimediare agli <strong>in</strong>evitabilidanneggiamenti che si sarebbero presentati<strong>in</strong> una traversata del genere. Le vele adIL SAN GIUSEPPE DUEAncorato presso le basi antartiche del Polo Sudesempio furono realizzate <strong>in</strong> cotone e non<strong>in</strong> materiale s<strong>in</strong>tetico: così <strong>in</strong> mare apertocucivamo a mano le falle». Mentre nellaprima spedizione, quella tra il '69 e il '70, imembri dell'equipaggio si sonoalternati, nella seconda, che siè svolta tra il '73 e il '74, il SanGiuseppe Due è stato condottosempre dagli stessi quattro mar<strong>in</strong>aipiù il comandante AjmoneCat. «Solo uno tra noi quattro,pur provenendo tutti dalla Mar<strong>in</strong>aMilitare, aveva esperienza diqueste cose, avendo lavoratosull'Amerigo Vespucci - prosegueManc<strong>in</strong>i - : abbiamo dovuto impararedurante la navigazione cose <strong>come</strong> il calafataggiodella coperta, cioè l'arte di rendereimpermeabili gli <strong>in</strong>terstizi tra le assi con catrameo stoppa, per impedire che la pioggiafiltrasse nelle nostre cab<strong>in</strong>e». <strong>Il</strong> temerario eabile gruppo di lupi di mare partiti da Anzioraccolse preziosi dati scientifici, compì rilievisui fondali di un'isola vulcanica e raggiunsele basi polari dell'Argent<strong>in</strong>a. «Fummoaccolti con calore presso tutte le comunitàitaliane di emigrati <strong>in</strong> Sud America- racconta Manc<strong>in</strong>i -, lo stesso entusiasmoche ritrovammo al rientro <strong>in</strong> Italia, nellanostra Anzio, nel '74».L’EQUIPAGGIO DEL 1973L’eroico gruppo che ha partecipato alla seconda spedizione, navigando per un anno soprail San Giuseppe Due. Da s<strong>in</strong>. Tito Manc<strong>in</strong>i, Mario Camilli, il comandante Cat, GiovanniFederici e Giancarlo FedeIL RITORNO AD ANZIOL’accoglienza ad Anzio il 27 giugno del 1974,rientrati dalla seconda spedizione <strong>in</strong> AntartideFiglio dell’avventuraGiovanni deve aver ereditato lo spiritodell’avventura e delle grandi imprese dai genitori,entrambi i quali hanno saputo lasciareun segno. <strong>Il</strong> padre Mario Ajmone Cat èstato il primo Capo di Stato Maggiore dell’Aeronauticadella Repubblica Italiana, <strong>in</strong>caricoche ha coperto dal 1944 al 1951; anchela madre Carla Angela Dur<strong>in</strong>i è stataprotagonista di un’impresa, essendo stata laprima donna a compiere una traversata dell’Africaequatoriale con camion e mezzimeccanici. Dovendosi confrontare con questapesante eredità, Giovanni, pur essendolaureato <strong>in</strong> agraria, ha scelto l’unico ambiente<strong>in</strong> cui la figura dei genitori non avrebbemai potuto essergli d’aiuto: il mare e i suoiorizzonti.ATTRACCO<strong>Il</strong> San Giuseppe Due attraccato al molo di Anzio.I cimeli del Comandante probabilmente lasceranno Anzio che non sa <strong>come</strong> tenerliMuseo privato, un probabile addio<strong>Il</strong> museo privato del comandanteAjmone Cat rischia di lasciare persempre Anzio: all’<strong>in</strong>terno di quellache è stata l’abitazione privata dell’esploratoreanziate, lungo la via Nettunense,è oggi presente una raccolta dicimeli e documenti, compreso la gloriosaimbarcazione San GiuseppeDue, ma che potrebbe presto esseretrasferita all’Arsenale di Venezia. Sutale patrimonio si sono già fatte avantila Mar<strong>in</strong>a Militare, con la quale Giovanniaveva un debito di riconoscenza,e l’Aeronautica, <strong>in</strong>teressata ai documentidi famiglia. La decisionespetterà a Rita Ajmone Cat, sorelladel Comandante, la quale però almomento sembra orientata a confermarel’idea di un trasferimento. «<strong>Il</strong>museo non è roba mia, ma di mio fratelloe io devo seguire le vie che lui hagià aperto», ha affermato la signora alterm<strong>in</strong>e della cerimonia di commemorazioneche si è svolta nella chiesadi San Filippo Neri, nella Selciatellaalla periferia di Aprilia, dove avevaterreni e veniva a cavalcare.In questa corsa l’Amm<strong>in</strong>istrazioneanziate è <strong>in</strong> forte ritardo: la città nonha un concreto progetto museale perospitare le memorie di Ajmone Cat,compreso l’<strong>in</strong>gombrante, ma nonenorme, San Giuseppe Due.
n. 138 - dal 31 gennaio al 13 febbraio 2008 LE AZIENDE INFORMANO21Intervista ad Enrica Petrongari, consulente e titolare dell’agenzia matrimoniale Meet<strong>in</strong>g di AlbanoL’agenzia per non essere mai più s<strong>in</strong>gleL’agenzia Meet<strong>in</strong>g diAlbano, un luogo dove<strong>in</strong>contrare migliaia dipersonePerché questo boom delleagenzie matrimoniali?«Una volta parenti ed amici siadoperavano per procurare occasionidi <strong>in</strong>contro propizie. Oggi nonc’è più questa complicità. Poi tuttivanno di corsa».Chi viene <strong>in</strong> agenzia?«Tutti i tipi di persone, specialmentechi vuole avere più occasionidi <strong>in</strong>contrare persone nuove enon stare lì a piangersi addosso ofar f<strong>in</strong>ta che il problema non esiste:non è bello vivere da soli ed oggitrovare l’anima gemella è moltoENRICA PETRONGARIConsulente titolare dell’agenzia Meet<strong>in</strong>g di Albanopiù difficile di ieri».Ma non c’è il rischio che venganopersone un po’ sfigate?«No, anzi: spesso è proprio ilcontrario. Viene <strong>in</strong>vece chi ha unobiettivo e si impegna per raggiungerloe soprattutto perché vuoleavere più scelta, senza perderetempo. Chi si sente sconfitto nonviene <strong>in</strong> agenzia».Perché dovrebbero venireproprio nell’agenzia Meet<strong>in</strong>g?«Perché abbiamo migliaia di personeda presentare. Poi non ci limitiamoa proporre<strong>in</strong>contri, ma possiamodare unsupporto a moltepersone facendopercorsi digruppo conesperti nel settore,perchéspesso ci accorgiamoche sbaglianoatteggiamento».Qu<strong>in</strong>di date anche dei consigliper non fallire?Càpita che molte persone cerch<strong>in</strong>oun compagno o una compagna<strong>in</strong> maniera completamentesbagliata. Noi con dei semplici colloquisiamo <strong>in</strong> grado di far comprenderequanto spesso si fannodegli errori banali».Non c’è il rischio di <strong>in</strong>contrarepersone <strong>in</strong>affidabili?«Noi di Meet<strong>in</strong>g, a differenza dellechat-l<strong>in</strong>e o altre di agenzie, siamomolto attenti a questo aspetto.Una volta parenti eamici si adoperavanoper procurare occasionid’<strong>in</strong>contro. Oggi non c’èpiù questa complicitàAddirittura chiediamo il certificatodi stato civile, per essere sicuri chela persona non sia già sposata. Poiovviamente ognuno deve saperscegliere».Da dove vengono le personeiscritte?«Da tutta l’Italia, qui ad Albanonoi possiamo far <strong>in</strong>contrare personesia di Roma che dei Castelli odella pianura pont<strong>in</strong>a. Ovviamentesempre <strong>in</strong> accordo con la persona.Qui ad Albano stiamo avendo giàun ottimo successo. Poi abbiamoaccesso alla banca dati nazionaledi Meet<strong>in</strong>g per cui le possibilità sonoveramente <strong>in</strong>f<strong>in</strong>ite».Meet<strong>in</strong>g Albano, via Ross<strong>in</strong>i 93- tel. 0693014054