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S T O R I A3/2011 FINMECCANICA MAGAZINEUNA MEMORIAPER DUEuPRESENTATO A LA SPEZIA, CON LA PORTAEREI CAVOUR A FA-RE DA PRESTIGIOSA CORNICE ALL’EVENTO, I RAGAZZI DEL 76, ILVOLUME DELLA COLLANA FINMECCANICA CHE BASANDOSISU TESTIMONIANZE DIRETTE RICOSTRUISCE V<strong>ITA</strong> E OPERE DIGUSTAVO STEFANINI E SERGIO RICCI, PROTAGONISTI DELLASTORIA E DELLO SVILUPPO INTERNAZIONALE DI OTO MELARAUna splendida giornata di sole;una modernissima unità navale;una città che da semprevive il mare come elemento naturaledel suo sviluppo; un’azienda che halegato per sempre il suo nome allacittà dove ha la sua base industriale;un gran numero di ospiti uniti da uncomune interesse. Sono stati questigli elementi che hanno caratterizzato,lo scorso 28 gennaio, la presentazionedel nuovo volume della collana<strong>Finmeccanica</strong>, edito da UTET, scrittodalla giornalista Laura Maragnani ededicato a I ragazzi del 76: GustavoStefanini e Sergio Ricci, protagonistidella storia e dello sviluppo internazionaledi Oto Melara.La nave è la nuova ammiraglia dellaflotta militare italiana, la portaereiCavour: 27.000 tonnellate a pienocarico, 244 metri di lunghezza,7.000 miglia di autonomia e la possibilitàdi imbarcare oltre venti aeromobilitra aerei a decollo verticaleed elicotteri. La città è La Spezia,storica base navale e culla di OtoMelara, prestigiosa società oggi appartenenteal Gruppo <strong>Finmeccanica</strong>,alla cui testa tra gli anni ’60 e gli’80 si sono succeduti Stefanini eRicci, manager di primo livello e traloro amici, per guidarla in una stagionedi successi, quella appuntodei ‘ragazzi del 76’ (dal cannone OtoMelara 76, la cui modernissima versione,il Super Rapido, equipaggiatra l’altro la Cavour).Il bel libro della Maragnani recuperafinalmente la memoria di due affascinantipersonaggi ingiustamente eper troppo tempo dimenticati, cheavevano fatto del ‘non apparire’ unadelle proprie regole d’oro. L’importanteera – e il libro lo chiarisce – ‘fare’le cose, non ‘dirle’: un’etica rigorosa,che non ammetteva eccezioni. Lacapacità di Stefanini e Ricci – checonsideravano La Spezia, e Oto Melaracon tutti i loro collaboratori, la lorocasa e la loro famiglia – di creare unnuovo approccio con la produzione econ il mercato, in un’area di businessa volte controversa, ma sempre difficile,dove la piccola Oto Melara siconfrontava quotidianamente nonsolo con l’agguerrita concorrenza internazionale,ma anche con i governi,con l’industria di Stato, con i primimovimenti pacifisti e con gli anni delterrorismo, e di essere in grado di faresempre ‘squadra’.Ma il libro è anche il racconto di tanteidee nuove e di intuizioni geniali,della capacità di Stefanini e Ricci diessere più bravi di ogni altro nel farequalcosa di nuovo nel proprio settore,attraverso la passione comune e illavoro di migliaia di persone: leadercerto indiscussi, prima uno poi l’altro,ma in grado di motivare tutti, attraversoun approccio davvero innovativoal business.Ed è anche la storia personale di questidue grandi manager, ricostruitanon attraverso articoli o archivi ma,molto più semplicemente, attraversoi ricordi dei familiari e di tanti tra coloroche ebbero la possibilità di lavorarecon loro e di apprezzarne lo stiledi comando e la dedizione al lavoro. Ese ce ne fosse stato ancora bisogno,la presentazione del volume dellaMaragnani è stata un’ulteriore dimostrazionedi come La Spezia sia rimastalegata al ricordo e all’opera diStefanini e Ricci. Centinaia di personehanno partecipato, infatti, all’evento,che si è svolto all’interno dellaCavour: tra queste, oltre al Sottosegretarioalla Difesa Giuseppe Cossiga,che ha portato il saluto del Governoitaliano, il Presidente della Provinciadi La Spezia Marino Fiasella, ilDirettore Generale di <strong>Finmeccanica</strong>Giorgio Zappa, l’Ammiraglio Luigi BinelliMantelli, Comandante dellaSquadra Navale, l’AmministratoreDelegato di Oto Melara Carlo AlbertoIardella, lo storico Arrigo Petacco, esoprattutto l’Ambasciatore StefanoStefanini, figlio di Gustavo Stefanini,e l’allora Direttore di Oto Melara ArcangeloFerrari, che hanno evidenziatosoprattutto il grande contributodato dai ‘ragazzi del 76’ all’affermazionedell’immagine dell’Italianel mondo attraverso il loro entusiasmo,la cultura del fare, la capacità diinnovare: qualità alla base, ieri comeoggi, dell’eccellenza di <strong>Finmeccanica</strong>e dell’Italia.Sopra, l’intervento dell’Ammiraglio Luigi BinelliMantelli, Comandante della Squadra Navaledurante la presentazione del volume.In alto, Giorgio Zappa con il Capitano di VascelloAurelio De Carolis, Comandante della Cavour40 41

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