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Leggi tutto... - Ordine dei Geologi del Lazio

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La geologia di Allumiere tra passato e presenteGEOLOGOverso ambienti lagunari e continentali. DalNeogene ad oggi, l’area mediterranea è statainteressata da importanti eventi tettoniciconnessi alla strutturazione definitiva <strong>del</strong>lacatena Alpina ed alla formazione <strong>del</strong>lecatene Appenninica e Betica. (Doglioniet al., 1999; Lustrino, 2000). Le fasidistensive sono state accompagnate damanifestazioni vulcaniche distribuite lungo<strong>tutto</strong> il margine orientale <strong>del</strong> Tirreno. Learee <strong>del</strong>la Provincia Magmatica Toscana(Toscana ed alto <strong>Lazio</strong>) sono caratterizzateda sollevamenti anomali <strong>dei</strong> sedimentimarini neogenici che, per essere spiegatirichiedono la concomitanza, sia <strong>dei</strong> fattorieustatici (variazioni relative <strong>del</strong> livello<strong>del</strong> mare) sia <strong>dei</strong> fattori tettonici, sia deglieffetti di sollevamento prodotti da intrusionimagmatiche a bassa profondità (Marinelliet al., 1993). A partire da circa 1 Ma, inizial’attività <strong>del</strong>la Provincia ComagmaticaRomana con gli apparati Vulsino, Sabatino,Albano e <strong>del</strong>la Provincia Napoletana con ilSomma Vesuvio ed i Campi Flegrei.StratigrafiaDi seguito sono riportate alcune indicazionistratigrafiche con la segnalazione <strong>dei</strong>lavori nei quali possono essere trovatiapprofondimenti. La Figura 1 è uno schemageologico semplificato <strong>del</strong>l’area in oggetto.Complesso basaleL’analisi <strong>del</strong>la successione stratigraficainizia con i calcari marini <strong>del</strong> ComplessoBasale che affiorano solo in piccolissimilembi isolati tra Tolfa e Ladispoli o chesono stati incontrati nel corso di sondaggiprofondi effettuati nell’ambito di ricerchegeotermiche. Si tratta di formazioni calcareemolto antiche (triassico – giurassiche)che testimoniano vicende geologicheantecedenti al sollevamento <strong>del</strong>la catenaAppenninica e alla strutturazione <strong>del</strong>l’areamediterranea cosi come la vediamo oggi(Doglioni et al., 1995)Complesso <strong>del</strong> FlyschLe rocce che maggiormente affiorano nellaregione in esame sono quelle <strong>del</strong> Complesso<strong>dei</strong> Flysch, di età Cretacico -Oligocenica. Sitratta di un insieme di formazioni roccioseche si sono plasmate in ambienti simili e conmeccanismi simili. Le migliori esposizionisi hanno lungo i tagli stradali <strong>del</strong>laBraccianese, tra Allumiere e Civitavecchia,lungo la strada provinciale Tolfa - SantaSevera e lungo la strada comunale cheda Allumiere scende verso la zona de LaFontanaccia. Sono terreni eterogenei siaper granulometria, da argilla a sabbia, cheper composizione, da calcareo/calcareo- marnosa a quarzosa. L’aspetto tipico diquesti terreni è, pertanto, caratterizzato daalternanza di strati di litoidi, costituiti dacalcari o calcari marnosi, arenarie calcareeo quarzose con intercalati banchi diargille tipicamente fogliettate ed a fratturascagliosa (Fazzini et al.,1972). Verso la costa,tra Sant’Agostino e Ladispoli, affiora ilComplesso <strong>del</strong>la Pietraforte; si tratta di dueformazioni flyschioidi, la Pietraforte s.s. egli Argilloscisti Varicolori, che costituisconoun grosso corpo a geometria lentiformeall’interno <strong>del</strong> Flysch calcarei (Civitelli eCorda, 1982).Terreni neogeniciA partire dal Miocene si passa, lentamente,dalle argille, tipiche di bacini profondi, alleargille sabbiose e quindi, alle sabbie ed alleghiaie. I terreni ascrivibili a quest’epocasono ben esposti da E a NE di Tolfa eda NW di Allumiere. Si tratta di depostimarini a granulometria variabile daargillosa a sabbioso ghiaiosa con, a luoghi,lenti di gesso. Le ricostruzioni fatte in baseai microfossili presenti ed alle strutturee sequenze sedimentarie, permettono diindividuare, ad oriente di Tolfa, un bacino“Pianta <strong>del</strong>la Cava Ballotta” (redatta da ArchFrancesco Navone il 5 aprile 1784. Archiviosedimentario subsidente colmato da flussidetritici; mentre, ad W di Allumiere, siestendeva, probabilmente, una propagginemeridionale <strong>del</strong> Bacino di Tarquinia. Inbase alle ricostruzioni strutturali e geofisichesi può ritenere che l’attività vulcanica siainiziata lungo una faglia, obliterata dallacoltre vulcanica principale, che bordava adW il bacino di Tolfa (De Rita et al.,1997)Complesso vulcanicoI dati stratigrafici collocano alla fine <strong>del</strong>Pliocene l’inizio <strong>del</strong>l’attività vulcanica <strong>dei</strong>Monti <strong>del</strong>la Tolfa con la quale inizia ilsollevamento e l’emersione <strong>del</strong>l’area. Levulcaniti tolfetano- ceriti sono distribuitein due coltri principali coincidenti con iMonti <strong>del</strong>la Tolfa ed i Monti Ceriti, ed inpiccoli affioramenti isolati tra i quali i piùimportanti sono il Monte la Tolfaccia, laMontagnola e Fosso Eri.I depositi e le formazioni vulcaniche, cheoggi si possono riconoscere sul territorio,derivano principalmente da attività siaesplosiva che effusiva ma affioramenti diipoabissaliti e considerazioni gravimetriche,suggeriscono la presenza di intrusionimagmatiche a bassa profondità. Lapeculiarità <strong>del</strong> vulcanismo tolfetano èl’emissione di lave viscose che tendono aformare strutture positive, domi vulcanici,che costituiscono l’ossatura <strong>dei</strong> Monti <strong>del</strong>laTolfa e <strong>dei</strong> Monti Ceriti. Il sollevamentoindotto dal vulcanismo è evidente nellequote <strong>dei</strong> sedimenti pliocenici che sono statiportati fino a 400 m s.l.m. In concomitanzae successivamente all’attività vulcanicasi innescano imponenti fenomeni dicircolazione idrotermale con formazionedi giacimenti di solfuri e solfati. Questidepositi sono stati molto studiati in passatoda Negretti et al., 1966; Lombardi et al.,1974; in tempi più recenti da Clausen eHolm, 1990 e De Rita et al., 1997Depositi quaternariPer quanto riguarda i depositi piùrecenti, rivestono particolare importanzai sedimenti riferibili al Pleistocene cheaffiorano tra Civitavecchia, Allumiere eTarquinia, dalla costa fino alla media valle<strong>del</strong> Fiume Mignone. Si tratta di depositicon granulometria variabile, in funzione<strong>del</strong>l’ambiente di formazione, da argillafino a ghiaia e ciottoli e contenenti, neitermini argilloso sabbiosi, paleofaune checonsentono di collocare stratigraficamentei terreni e di fare ricostruzioni paleoambientali; (Palombo, 2004 e Conato e DaiPra, 1980).15

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