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Leggi tutto... - Ordine dei Geologi del Lazio

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EOLOGOCorrispondenzaFinalmente inizia il dibattito. E che dibattito!Lettera all’<strong>Ordine</strong> <strong>dei</strong> <strong>Geologi</strong> <strong>del</strong> <strong>Lazio</strong> <strong>del</strong> collega massimo parenteFinalmente inizia il dibattito. E chedibattito!I mesi di giugno e luglio scorsi sono statisegnati a Roma da due importati eventi diincontro e di discussione sullo stato <strong>del</strong>lanostra professione. Il primo evento è statoquello offerto dal convegno “Le frane incasa”, Roma 16 giugno 2010, organizzatodai colleghi <strong>del</strong>l’<strong>Ordine</strong> <strong>del</strong> <strong>Lazio</strong>, ai qualivanno i miei complimenti per il successo<strong>del</strong>l’iniziativa, sia per i contenuti che perl’organizzazione. Bravi! Ma entriamo nelmerito, anzi<strong>tutto</strong> non si è trattato di unadiscussione interna a noi <strong>Geologi</strong>, mauna discussione alla presenza di Autorità“autorevoli” finalmente! Potrei quasidire che questo convegno sulle frane èstato programmato in perfetto tempismo,forse per caso, con il successivo convegnosul “Mercato <strong>del</strong>la geologia in Italia”,Roma 8 e 9 luglio, organizzato dal CNG.Direi quasi propedeutico a quest’ultimoed in giornate ravvicinate. Si, perché èsembrato che le amarezze che ha suscitatoil convegno di giugno, identificando i malio più propriamente gli effetti e le cause <strong>del</strong>dissesto idrogeologico, siano stati seguitinel successivo convegno dall’analisi <strong>del</strong>lafigura <strong>del</strong> Geologo, evidenziandone i limitie rappresentatività, ma anche autorità,che tale figura dovrebbe avere per essereattore principale nel processo <strong>del</strong> dissestoidrogeologico (prevenzione e risanamento).Potrei quasi dire con una battuta che aldissesto idrogeologico è seguito il dissesto <strong>del</strong>Geologo rinominando i rispettivi incontri!Che dire, il dissesto idrogeologico è sottogli occhi di tutti ed è inutile commentarlo:l’interesse <strong>del</strong>le persone è presente soloquando ti colpisce direttamente, poipassa. La politica se ne occupa poco,stritolando da una parte quei colleghi che,essendo <strong>dei</strong> tecnici, spesso sono visti come“inopportuni”. L’intervento <strong>del</strong>la collegaTiziana Guida è illuminante in questosenso per l’enorme vantaggio economicoche il nostro Paese potrebbe beneficiare dauna buona programmazione preventiva diinterventi.Poi, è arrivato il convegno di luglio,sembrerebbe <strong>del</strong>la resa <strong>dei</strong> conti tra laprofessione ed il mondo accademico(ma non sarà così). Il confronto tra laprofessione e il mondo accademico, hasubito confermato il punto debole <strong>dei</strong> nostricompiti nell’attività professionale, attuali efuturi. Certo, anche futuri. Quelli che sonoin relazione con le esigenze di una geologia24moderna, che parte da forti competenzetradizionali, ma che si arricchisce dicompetenze più tecniche e complementariall’esercizio <strong>del</strong>la professione. Se leggiamoil rapporto <strong>del</strong>l’indagine <strong>del</strong> CRESME sulmercato <strong>del</strong>la geologia e le richieste <strong>dei</strong>colleghi, ci rendiamo subito conto di quantaconsapevolezza e buon senso è radicatoin questi colleghi che hanno partecipatoall’indagine. Infatti, l’escursus che è statofatto al convegno sull’offerta formativa<strong>dei</strong> vari Atenei, tranne pochissimi casi,si è rivelato illuminate; mi è sembrato diassistere, ad esempio, all’indice <strong>del</strong> librodi geotecnica (il famoso Terzaghi-Peck) incui ad ogni voce era assegnato un corso diinsegnamento. Insomma proprio nientedi nuovo! Nessun nuovo insegnamentoche vada nella direzione di una figura digeologo più progettista e qualificato. Comese fosse stato mal recepito il messaggiorivolto al mondo accademico negli annipassati. Eppure se n’era parlato!Tutto ciò ha confermato le convinzioni miee di molti di voi con cui parlo: il geologoprofessionista, il bravo professionista,sviluppa gran parte <strong>del</strong>le sue qualifichenell’esercizio <strong>del</strong> suo lavoro. Perché?Perché gran parte <strong>dei</strong> corsi universitari nonconsiderano oggi le esigenze di un mercato,quello <strong>del</strong>la geologia appunto, che richiedemaggiore tecnicismo e competenze insettori come quello progettuale ad esempio.Il Geologo ha bisogno di corsi che dianomaggiori capacità per entrare nel mondo<strong>del</strong>la progettazione. Forse alcuni di noivogliono essere più progettisti e questa èun’esigenza reale e di sopravvivenza perquelli che svolgono la professione libera;ormai forse l’unica condizione rimastaper i liberi professionisti. Cosa aspettal’Università a potenziare l’offerta tecnicoprogettuale<strong>del</strong> Geologo con l’introduzionedi nuove materie? Non abbiamo certobisogno <strong>del</strong>lo “spezzettamento” <strong>del</strong>lageotecnica, rivenduta in numerosi corsi,che apparentemente qualificano il geologo.Anche i recenti Eurocodici ci darebberouna mano per introdurre significativicambiamenti agli insegnamenti <strong>del</strong> corsodi Laurea in <strong>Geologi</strong>a. Poi, il singolo potràscegliere se essere un geologo tecnicoprogettista,oppure più rivolto alle scienzenaturali. Uno <strong>dei</strong> nostri problemi dicategoria è appunto la formazione, oggiinadeguata e povera di contenuti innovativinecessari al “nuovo” Geologo. Le APC,di cui non concordo l’obbligatorietà,suppliscono a carenze formative, manon forniscono ulteriori qualifichericonosciute al Geologo. Queste sonoassegnate dall’Università, che purtroppo èindietro. Poi, mi riesce difficile da accettarecome mai le discipline geologiche sianoofferte nel corso di Laurea in Ingegneriae da noi non succede la stessa cosa.Forse dovremmo aprirci molto di più erinnovare, magari auspicando la pensionedi qualcuno. Sono ottimista. Da questiconvegni si esce sempre con un sensopositivo e di ritrovato vigore professionale.Bene ha fatto l’<strong>Ordine</strong> <strong>del</strong> <strong>Lazio</strong>, con i suoicorsi di formazione, che al di là <strong>del</strong>l’aspettoformativo, sta ricreando una coscienzacomune di categoria. Andate avanti e apritealle altre professioni! Dobbiamo crescereed abbiamo bisogno di guardarci intornoper crescere. E’ fuori di dubbio che siamochiamati tutti noi a creare i presupposti diun cambiamento. Non possiamo tirarcifuori, nessuno escluso.Massimo Parentemaxpar@gmail.comG

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