<strong>Notiziario</strong> S.I.M. 27 (1) pp. 9-13 genn-giugno 2009 giugno 2009Conchiglie, etica e souvenirCuriositàGiuseppe Viviano*Ti lascio, paese <strong>di</strong> sogni, paese d’amore,e porto con me questo piccolo tuo souvenir.È solo una bianca conchiglia con l’eco del mare […](citazione tratta da “Souvenir d’Italie”<strong>di</strong> Luttazzi, Scarnicci e Tarabusi, 1954)Una canzone d’altri tempi, ma incre<strong>di</strong>b<strong>il</strong>mente attualenella citazione della conchiglia come ricordo del luogovisitato durante le vacanze e nell’abitu<strong>di</strong>ne a portarecon sé un oggetto quale testimone del viaggio compiutoe segno materiale cui è affidato <strong>il</strong> compito <strong>di</strong> conservarenel tempo la memoria del viaggio. Nel testo <strong>di</strong> oltremezzo secolo fa, non a un souvenir a caso è affidata lamemoria <strong>di</strong> un momento felice, ma a una conchigliaraccolta in riva al mare in un momento particolare, epertanto l’oggetto acquisisce un valore intrinseco che vaal <strong>di</strong> là del suo significato e che è in<strong>di</strong>ssolub<strong>il</strong>mente legatoa chi lo custo<strong>di</strong>sce. E <strong>il</strong> souvenir si trasforma in talConciglie, etica e souvenirFigura 1. A: Cammeo con effigie <strong>di</strong> donna su Cypraecassis rufa lavorato da maestranze <strong>di</strong> Torre del Greco (NA); a destra, lo stessoesemplare visto dal lato ventrale. B: Scena <strong>di</strong> savana incisa su Mauritia arabica. C: Conchiglie con incisioni <strong>di</strong> elementi naturali: delfini,stella, palme, pesci, elefante; in alto da sinistra a destra: Cypraea tigris e Oliva miniacea; in basso, Cassis sp. e Mauritia arabica. D:Pregiate incisioni su Cassis cornuta esposta in una gioielleria <strong>di</strong> Taormina (ME) nell’estate 2006.* Via Bellini 119, 90049, Terrasini (PA); viviano@interfree.it.9
Curiosità10modo nel simbolo dell’esperienza, del viaggio, del momentoda ricordare.La tendenza ad acquistare o a procurarsi da sé, duranteun viaggio, oggetti artificiali o naturali non può certoconsiderarsi un fenomeno recente. In <strong>di</strong>verse epochedel passato i viaggiatori che si avventuravano in areelontane, talvolta selvagge e nella maggior parte dei casipoco esplorate, sulle quali aleggiava un alone <strong>di</strong> mistero,andavano alla ricerca <strong>di</strong> testimonianze concrete <strong>di</strong>un viaggio avventuroso ai confini con la realtà conosciuta,ricercando soprattutto animali e piante dalle fattezzeinusuali. Al tempo delle gran<strong>di</strong> esplorazioni transoceanichegiunse nel Vecchio Continente una grandequantità <strong>di</strong> piante e animali <strong>di</strong> cui non si conosceval’esistenza, così insoliti da destare meraviglia e attribuirvipoteri particolari. Un forte impulso al souvenir siebbe all’epoca del Grand Tour, quando l’Europa fu attraversatadal gusto per l’esotico. E se nel luogo visitatonon si aveva la fortuna <strong>di</strong> trovare l’essere mostruoso <strong>di</strong>cui si favoleggiava, si costruiva in laboratorio assemblandoparti <strong>di</strong> animali <strong>di</strong>versi che finivano poi nei museie nelle “camere delle meraviglie” d’Europa. Oggi <strong>il</strong>fenomeno dei souvenir è <strong>di</strong>ffuso su larga scala e alimentaun fiorente mercato in ogni parte del globo frequentatada turisti. Ciò che desta maggiore preoccupazione,e fa sorgere interrogativi <strong>di</strong> carattere etico, è laricerca del souvenir naturalistico a tutti i costi. Una tendenzache spesso alimenta <strong>il</strong> traffico <strong>il</strong>legale <strong>di</strong> animalie piante anche viventi, rari o in via <strong>di</strong> estinzione, e ciònonostante le restrizioni legislative e le sanzioni per icontravventori.Bancarelle e negozi per turisti traboccano <strong>di</strong> oggetti-ricordoe, accanto a miniature <strong>di</strong> monumenti, portachiavi,penne, cartoline, piatti, statuine, drappi stampati,cappelli, borse, cinture, ampolle, vasi e ceramiche <strong>di</strong> variaforgia, colore e <strong>di</strong>mensione, accanto alle storiche eonnipresenti sfere o semisfere con la neve finta, un tempoin vetro e oggi <strong>di</strong> plastica. Accanto alle intramontab<strong>il</strong>iimmagini sacre e ai promettenti souvenir magnetici,fanno bella mostra <strong>di</strong> sé anche oggetti in materiali naturali,alcuni realizzati nell’ottica dell’ecosostenib<strong>il</strong>ità cherappresenta un valore aggiunto per l’oggetto, altri ottenutida piante e animali, compresi oggetti in corallo,osso, carapace <strong>di</strong> tartaruga, denti, avorio, pelle. Traquesti non mancano le conchiglie: per la resistenza deimateriali <strong>di</strong> cui sono fatte, la bellezza <strong>di</strong> forme e colori,la lucentezza, l’iridescenza della madreperla, <strong>il</strong> fascinoche esercitano in quanto creature del mondo sommerso,misterioso e ignoto ai più, <strong>il</strong> simbolismo ad esse legato.Ceste ricolme <strong>di</strong> conchiglie, a volte cumuli <strong>di</strong> conchiglie,si mostrano ovunque allo sguardo dei turisti e finisconospesso in valigia, poi sugli scaffali <strong>di</strong> una libreriao sul tavolo del salotto, fin quando i colori svaniscono,e con i colori svanisce anche <strong>il</strong> fascino che aveva ispiratol’acquisto. Oltre alle conchiglie così come madrenaturale ha create, le bancarelle offrono una vasta tipologia<strong>di</strong> oggetti-ricordo in conchiglia lavorata, incisa, levigata,<strong>di</strong>pinta, scheggiata, forata, erosa, sezionata, incollata,incastonata, legata con f<strong>il</strong>o <strong>di</strong> nylon o cuoio o spago,intrappolata in una morsa <strong>di</strong> metallo. Nelle città occidentalicome in quelle orientali, a Roma come a HongKong, all’ombra della torre <strong>di</strong> Pisa come delle pirami<strong>di</strong>egizie, si trovano i medesimi oggetti-ricordo, inflazionatie banali, prodotti dal mercato globalizzato in uncontesto <strong>di</strong> squallida omologazione. In una parola,kitch. Non mi riferisco all’uso <strong>di</strong> conchiglie in contestietnici consolidati da una tra<strong>di</strong>zione secolare, e dunquenon alle conchiglie che adornano, per esempio, le capannee i costumi <strong>di</strong> molti popoli, o quelle usate comestrumenti musicali, rituali e <strong>di</strong> comunicazione a <strong>di</strong>stanza,ma all’abuso che si è fatto e che si continua a faresotto lo sguardo in<strong>di</strong>fferente, in molti casi complice, <strong>di</strong>queste creature del mare. Nel corso dell’ultimo secolo econ la <strong>di</strong>ffusione del turismo <strong>di</strong> massa, la richiesta delsouvenir naturalistico ha raggiunto <strong>di</strong>mensioni spropositatee naturalmente insostenib<strong>il</strong>i. In ogni locus tipicusturistico si possono acquistare conchiglie e oggetti fatti<strong>di</strong> conchiglie: dalle collane ai portachiavi, dalle borsealle cinture, l’elenco dei manufatti d’uso comune sarebbemolto lungo. Ma vi sono anche altri prodotti che suscitanolegittime perplessità, insinuano dubbi <strong>di</strong> carattereetico e, lungi dall’indulgere in ster<strong>il</strong>i moralismi o inposizioni ambientaliste estreme, spingono a chiedersise sia corretto, eticamente corretto, impiegare una quantitàtale <strong>di</strong> conchiglie per confezionare oggetti perlopiùinut<strong>il</strong>i e <strong>di</strong> dubbio gusto con cui arredare un angolo <strong>di</strong>casa o da indossare come mon<strong>il</strong>i dal moderno design.Perché si tratta pur sempre <strong>di</strong> conchiglie, cioè <strong>di</strong> esoscheletricostruiti da esseri viventi, la maggior partedelle quali non raccolte spiaggiate ma catturate vivecon strumenti invasivi e nient’affatto rispettosi dell’habitatmarino. Qualcuno potrebbe mettere in <strong>di</strong>scussionel’attività del collezionista <strong>di</strong> conchiglie e dello stu<strong>di</strong>osoche si occupa <strong>di</strong> ricerca, ma <strong>il</strong> paragone non reggerebbe.Perché una cosa è prelevare per finalità scientifiche alcuniesemplari <strong>di</strong> una specie da inserire in una collezione,privata o pubblica che sia, con tanto <strong>di</strong> cartellino edati <strong>di</strong> riferimento, ben altra cosa è prelevare migliaia,sovente m<strong>il</strong>ioni, <strong>di</strong> conchiglie per sod<strong>di</strong>sfare le richieste<strong>di</strong> un mercato sconsiderato. Nei negozi <strong>di</strong> souvenir, anchein quelli cosiddetti etnici, si vedono centinaia <strong>di</strong>conchiglie appartenenti a vari generi soprattutto tropicali(Columbella, Nassa, Car<strong>di</strong>um, Aequipecten i più <strong>di</strong>ffusi)forate artificialmente e inf<strong>il</strong>ate, che formano portavasipens<strong>il</strong>i, lampadari e perfino tende; gran<strong>di</strong> esemplari<strong>di</strong> Cypraecassis rufa sezionati che fungono, insieme conagglomerati <strong>di</strong> bivalvi e gasteropo<strong>di</strong> smaltati o ricoperti<strong>di</strong> vernice trasparente, da grotte st<strong>il</strong>izzate in cui sonocollocate figure religiose in plastica <strong>il</strong>luminate da unalampa<strong>di</strong>na. Gasteropo<strong>di</strong> sempre presenti sulle bancarelle,integre o lavorate, sono le specie appartenenti allaFamiglia Cypraeidae, con una forte predominanza deiGeneri Mau ritia, Monetaria ed Erosaria. Ma <strong>il</strong> primatodelle presenze, e delle manipolazioni, spetta però allacomune Cypraea tigris, fatta letteralmente a pezzi peressere incastonata in mon<strong>il</strong>i, fungere da segnaposto oferma tovaglioli a tavola, decorare cornici, specchi, vasie sottovasi. Lo spessore e i colori delle cipree, ma anche<strong>di</strong> specie della Famiglia Olividae, Cassidae, Strombidaee Ovulidae, consentono <strong>di</strong> incidervi segni e <strong>di</strong>segni at-