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scarica il Notiziario S.I.M. - Società Italiana di Malacologia

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<strong>Notiziario</strong> S.I.M. 27 (1) pp. 16-19 genn-giugno 2009 giugno 2009ContributiDivagazioni intorno alla Mesalia cochleata (Brocchi, 1814),la mini turritella del Pliocene toscanoMaurizio Forli*Contributi16Mentre stavo rimettendo a posto dei vecchi sacchetti <strong>di</strong>detrito, tratto da se<strong>di</strong>menti pliocenici usati per vari stu<strong>di</strong>nel corso degli ultimi cinque o sei anni, mi ha colpito<strong>il</strong> fatto che solo da alcuni <strong>di</strong> questi lotti, provenienti dallepiù varie località foss<strong>il</strong>ifere toscane, provengono gliesemplari del più piccolo turritellide pliocenico: la Mesaliacochleata (Brocchi, 1814), una specie <strong>di</strong> non frequenterinvenimento nei se<strong>di</strong>menti pliocenici toscani. Precisandomeglio si può <strong>di</strong>re che è “localmente” comune,intendendo con ciò che in quei giacimenti in cui è presente,non è certo rara. Anzi in uno è particolarmentefrequente. Si tratta della località conosciuta in letteratura,ve<strong>di</strong> ad esempio Chirli (1997), con <strong>il</strong> nome <strong>di</strong> “vigna”,nei pressi <strong>di</strong> Pietrafitta, località tra San Gimignano,Poggibonsi e Colle val’Elsa.L’affioramento è costituito per lo più da sabbie giallefini, litorali, con numerosi molluschi tipici <strong>di</strong> questabiocenosi. Tra i bivalvi abbondano i Donax e le Chameleae tra i gasteropo<strong>di</strong> appunto la nostra Mesalia. Nella zona<strong>di</strong> Pietrafitta questo piccolo turritellide è particolarmentefrequente mentre spostandosi <strong>di</strong> pochi ch<strong>il</strong>ometri nei<strong>di</strong>ntorni, cambiando la tipologia dei se<strong>di</strong>menti, adesempio più arg<strong>il</strong>losi verso Nord Est dalla parte <strong>di</strong> Poggibonsio più sabbioso profon<strong>di</strong> dalla parte oppostaverso Ciuciano, ritrovare una Mesalia cochleata <strong>di</strong>ventapoco probab<strong>il</strong>e; è quasi impossib<strong>il</strong>e da trovarsi nelle arg<strong>il</strong>ledel senese mentre talvolta capita <strong>di</strong> trovarla inquelle più o meno sabbiose dei <strong>di</strong>ntorni <strong>di</strong> Orciano Pisano.Comunque la specie è molto rara od assente neise<strong>di</strong>menti arg<strong>il</strong>losi in genere.Ed ecco la <strong>di</strong>agnosi e la descrizione originale:Turbo cochleatus “Testa turrita, subulata, anfractubus convexis,superne angustatis, infra me<strong>di</strong>um subcarinati, striistransversis subt<strong>il</strong>issimis <strong>di</strong>stantibus”.Foss<strong>il</strong>e a San Giusto presso Volterra (Tav. VI, fig. 17)È analogo al precedente, rispetto al sito in cui è collocata lacarena, ma interamente ne <strong>di</strong>fferisce, in quanto che essa è menoacuta e gli anfratti sono gonfi, convessi e molto più assottigliatinella parte superiore. Non è poi confon<strong>di</strong>b<strong>il</strong>e col carinatus,perché questo, oltre alla carena principale, ha parecchiealtre strie prominenti che si riconoscono <strong>di</strong>stintamente finonell’estremo apice della spira, mentre <strong>il</strong> nostro ora è liscio, edora solcato da strie sott<strong>il</strong>i e <strong>di</strong>stanti. Solamente una sola fra lacarena e la sutura inferiore è alquanto più elevata delle altre.I più gran<strong>di</strong> in<strong>di</strong>vidui che posseggo hanno mezzo pollice d<strong>il</strong>unghezza. da Brocchi (1814: pag. 373, tav. VI, fig. 17)L’olotipo ed alcuni paratipi sono conservati nel Museo* Via Grocco 16, 59100 I-Prato (PO), info@dodoline.it.Figura 1. Olotipo <strong>di</strong> Mesalia cochleata.<strong>di</strong> Storia Naturale <strong>di</strong> M<strong>il</strong>ano insieme agli altri esemplarisuperstiti della collezione <strong>di</strong> Brocchi. I numeri <strong>di</strong> catalogosono i seguenti:Olotipo: n° i 4985; figurato in Rossi Ronchetti (1955:pag. 102, fig. 46) e in Pinna & Spezia (1978: pag. 162, tav.LVIII, fig. 3).Paratipi (7 esemplari): da n° i 4986 a 4992.La conchiglia è <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni piccole (< 20 mm), compostada 10-12 giri convessi, rotondeggianti, regolarmentespiralati, carenati da un cingolo maggiormenter<strong>il</strong>evato. Altri cingoletti spirali più sott<strong>il</strong>i, da 5 a 7, percorronotutta la superficie della conchiglia. Aperturaovale. La colorazione residua è data da flammule <strong>di</strong> colorgrigio bluastro o rossastre che si possono evidenziareusando una normale lampada a raggi ultravioletti adonda lunga, una <strong>di</strong> quelle usate per testare le banconote,le f<strong>il</strong>igrane dei francobolli oppure alcuni minerali.Il Genere Mesalia conta numerose specie foss<strong>il</strong>i ed è segnalatoa partire dal Cretacico superiore, Paleocene inferiore,nel Nord dell’Africa. Diventa abbondante e conun areale più ampio durante l’Eocene, molto presentead esempio, nella fauna del Bacino <strong>di</strong> Parigi.M. cochleata è segnalata a partire dal Miocene me<strong>di</strong>o/superiore fino al Pliocene (Sacco, 1895; Pavia & Robba,1979; Chirli, 2006). Naturalmente visto <strong>il</strong> carattere informale<strong>di</strong> questa nota non ho controllato a fondo le varie

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