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Bollettino CAI Manerbio ottobre 2010

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superficie; oppure ko stesso pelo dell’acqua mosso dalla brezza ciabbacina con il mutevole luccichio dei suoi riflessi.L’acqua crea poi nel paesaggio un tocco di colore che è quasi sempre unasorpresa; la sua compatta stesura, nella possibile gamma infinita disfumature degli azzurri e dei verdi, si stacca dalle tinte di tutte le altrecomponenti naturali e viene a costituire per l’occhio il punto focale, aconfronto con la minuta e frammentaria trama dei colori di contorno: lemasse sfrangiate dei boschi, spesso a più sfumature di verdi per lapresenza di essenze diverse, la picchiettatura di grigi verdastri orugginosi delle pietraie di alta quota, o il tratteggio giallastro delle erbedi palude.Ma oltre a queste impressioni, l’acqua ferma ci offre una delle piùintriganti sensazioni visive: la riflessione della luce, oltre a creareattorno agli specchi d’acqua una luminosità particolare che intride di séed esalta tutti i9 colori, crea quello sdoppiamento delle immagini che, conla sua reciprocità allusiva alla difficoltà di decifrazione del rapportovero/falso, all’intrinseco nesso dell’evento con il suo rovescio, allapluralità delle possibili interpretazioni del reale, ha sempre costituito untema caro alla rappresentazione del paesaggio, tanto in pittura che nellafotografia.Ma se l’acqua ferma ci offre l’effetto specchio, altrettanto ci affascinal’acqua in movimento. La estrema variabilità del suo moto, l’impressione diun continuo intrecciarsi, annodarsi e rompersi in minuscoli fili, ilprorompere in bollicine vorticanti o alzarsi in onde frangiate di schiuma,fanno dei corsi d’acqua uno spettacolo quasi ipnotico: così come sediamoaccanto al camino a fissare la danza delle lingue di fuoco, cosìinafferrabile nel suo continuo mutare, similmente possiamo passare ore aguardare la corrente di un ruscello che si avvolge in piccoli nodi e gorghiattorno alle pietre, per distendersi poi in lunghe ondulazioni, rotte daglispruzzi di rimbalzo sui sassi e sulle erbe dei bordi, cui regala brillantigoccioline iridate. O ammirare la vaporosa ricchezza delle cascate estive,o la fantasmagoria luccicante dei ghiaccioli che d’inverno pendono daquegli stessi salti di roccia quasi che la cascata, come la bella dellafavola, fosse immobilizzata da un incantesimo.E poi il canto dell’acqua, in mille voci e mille toni, che accompagna il suomovimento e ce lo rende presente nel paesaggio anche quando ancora nonla vediamo. Già a distanza possiamo percepire il fruscio del ruscello checorre fra gli alberi, il suo risuonare e gorgogliare interrotto quandosaltella tra i balzi e i sassi, il ticchettante gocciolio lungo le rocce, loscroscio sonoro ed echeggiante della cascata, il coro sommesso delfiume. E’ una gamma di voci che ci segnala la presenza dell’acqua e che ciindirizza e ci fa conoscere in anticipo ciò che troveremo prima ancora di29

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