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velletri - il Caffè

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2ATTUALITÀ n. 231 - dall’1 al 14 dicembre 2011Quasi totalmente inattuata la riforma per aiutare i Comuni a controllare la spesa e a riscuotere direttamente alcuni tributiFederalismo, la rivoluzione che non ci saràTorna l’Ici, con <strong>il</strong> nomedi Imu, e arriva la Res,tassa sui servizi e rifiutiRoberto LessioDoveva armonizzarei b<strong>il</strong>anci comunalicon paletti benprecisi e severicontrolliDovevano cedere la proprietà discuole, spiagge, boschi, corsi d’acquae altri beni immob<strong>il</strong>i agli enti locali(Regioni, Province e Comuni)per permettergli di fare cassa. Dovevanodare la possib<strong>il</strong>ità agli stessi entidi poter riscuotere direttamente alcunitributi (Tarsu e Ici soprattutto)e di avere una propria autonomia impositiva.Dovevano definire i costistandard di alcuni servizi essenziali,in primo luogo quelli sanitari, al finedi evitare i sistematici sprechi nellaloro fornitura agli utenti. Dovevanocostringere tutti gli enti ad armonizzarei loro b<strong>il</strong>anci affinché nei varipassaggi di governo la spesa pubblicacomplessiva non aumentassesempre di più. Dovevano sanzionare,persino con <strong>il</strong> licenziamento, quei dirigentipubblici che non rispettavanole previsioni di b<strong>il</strong>ancio.LAZIO: LA CURA PEGGIORE DEL MALEIl Lazio è la seconda Regionedel paese per reddito pro-capitee fa parte delle prime 15 areedellʼUnione Europea in tale classifica.Nonostante ciò è anche laRegione più indebitata dʼItalia (11m<strong>il</strong>iardi di euro) e tutte le “medicinedi b<strong>il</strong>ancio” infarcite di speculazionifinanziarie fin qui tentate,sono risultate peggiori del male.Sembra che lo Stato italiano debbafare la stessa fine.Ma probab<strong>il</strong>mente di tutto ciò nonsi farà più nulla. La grande riformasul federalismo fiscale, che racchiudevatutti questi passaggi politici(una vera e propria rivoluzione epocale),soprattutto con <strong>il</strong> nuovo cambiodi governo, si sta trasformandoin neve sciolta al sole.Infatti, degli otto decreti attuativiprevisti dalla legge n. 42/2009 sul federalismo,solo due nel frattemposono diventati definitivi, non senzadifficoltà di realizzazione pratica: traquesti c’è quello su Roma Capitaleapprovato nei giorni scorsi (<strong>il</strong> secondoin ordine di tempo), mentre tuttigli altri restano ancora in attesa diapprovazione definitiva, da parte diun Parlamento politicamente ormaiingessato. L’unico altro decreto attuativoemanato, <strong>il</strong> primo, è statoquello sul federalismo demaniale, secondocui tutta una serie di immob<strong>il</strong>idi proprietà dello Stato dovevanoessere “valorizzati” (ossia vendutio affittati) in qualche modo al finedi produrre un introito. Per talemotivo l’Agenzia del Demanio hapredisposto due elenchi provvisoriche classificano altrettante categoriedi beni. La prima riguarda “beni indisponib<strong>il</strong>i”,cioè che non possono esserevenduti o dati in affitto: tra questici sono beni di particolare pregiostorico, architettonico ed ambientale(ad esempio i laghi di Fogliano,Monaci e Caprolace nel Parco Nazionaledel Circeo).Nella seconda categoria, invece,rientrano quei beni che possono essere“alienati” (ossia venduti) da Regioni,Province e Comuni, magariprevia verifica dell’effettiva esistenzadell’immob<strong>il</strong>e, come abbiamo fattonoi per l’ex Casa del Fascio adApr<strong>il</strong>ia e dell’ex Ospedale di ViaEmanuele F<strong>il</strong>iberto a Latina (quest'ultimoabbattuto oltre trenta annifa e al posto del quale c’è oggi unparcheggio a pagamento). Nonostantequesta legge sia già entrata invigore, anche tutto ciò sembra destinatoa finire nel nulla perché tra leprescrizioni dettatedall’Unione Europea algoverno italiano, sempreal fine di fare cassa, c’èquella di venderli direttamente (almenoquelli disponib<strong>il</strong>i) evitando <strong>il</strong>passaggio di mano agli enti locali.Ma neanche <strong>il</strong> cosiddetto federalismomunicipale sembra goderedi buona e sana costituzione.Alla fine di ottobre si è reso necessariol’ennesimo decreto correttivo(<strong>il</strong> quinto in appena un anno)per tentare di modificare glienormi difetti di quello iniziale, riconosciutidalla stessa maggioranzadel centro-destra che l’ha proposto.Ma nonostante ciò, per volontà politicaunanime, dal 2013 ci sarà lareintroduzione dell’Ici - eliminataper fini elettorali alcunianni fa - sotto forma di Imu(Imposta Municipale Unica),oltre alla trasformazione della Tarsuin una imposta (Res) che insiemeai rifiuti ingloba anche altri genericiservizi. Gli altri decreti sui federalismiprovinciale e regionale, nonchéquello che dovrebbe definire i costisanitari standard nelle e tra le varieRegioni, sono ancora di là dal diveniredefinitivi. Se mai lo diventeranno.

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