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16 gazzetta blocco 2-11.pdf - La Gazzetta del Medio Campidano

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PABILLONISAncora incendinel territoriocomunaleSembrava che il flagello degli incendi fosse terminato, invecei cittadini di Pabillonis hanno dovuto subire ancora unavolta questa tragedia. L’ultimo evento è scoppiato in localitàIs Arenas, zona ricca di vigneti (famosi per i vini rossi che siottengono) citati anche nelle <strong>del</strong>ibere comunali dei primi <strong>del</strong>sec.XIX, sia per la loro particolare produzione, sia per le lotteche si avevano con i confinanti mogoresi che volevanoimpadronirsi di tali colture. Un primo incendio, ad agosto,aveva risparmiato una parte di questi vigneti, ma un altro,scoppiato dopo alcuni giorni, ha distrutto una grande estensione<strong>del</strong>le colture. Anche stavolta la coincidenza <strong>del</strong> forte<strong>La</strong> chiesetta, i cui ruderisono ancora visibili in localitàSantu Sciori, era dedicataa San Lussorio o SantaCaterina? È questa la perplessitàsorta durante l’ultimasagra che si è svolta nelmese di agosto, tra i fe<strong>del</strong>iche hanno partecipato allemanifestazioni religiose e civili.Una semplice discussionetra un gruppo di pabillonesipresenti alla sagra è diventatain breve tempo unadiatriba che ha visto due fazioni<strong>del</strong>la popolazione suddivisatra coloro che sostengonoche i ruderi presenti inquesta località siano di SanLussorio e altri invece, chesostengono che la chiesettafosse dedicata a Santa Caterina.Dove sta dunque la verità?Le opposte posizioniesistono anche tra gli anziani<strong>del</strong> paese: qualcuno infattiopta per la prima tesi e altriinvece, per quella contraria.Sembra (il dubbio è lecito)che il tutto sia scaturitoda una confusa interpretazionedi un passo <strong>del</strong>l’omeliaPrimo Pianovento ha avuto un effetto devastante alimentando l’azionedistruttrice <strong>del</strong>le fiamme che in poco tempo hanno ridotto incenere una grande estensione di terreno. Ma non solo. Nelterritorio di Is Arenas sono andati letteralmente in fumo anchevasti boschetti di eucalipti: una riserva di legna da ardereche mancherà a tante famiglie <strong>del</strong> paese con l’arrivo <strong>del</strong>laprossima stagione invernale.Dario FrauPABILLONISQuei ruderi appartengono alla chiesa di Santa Caterina o di San Lussorio?I ruderi <strong>del</strong>la chiesetta in località Santu Sciori<strong>del</strong>la messa celebrata il giorno<strong>del</strong>la festa campestre,dove “sarebbe stato detto”(?!) che i ruderi <strong>del</strong>la chiesettaappartenessero a SantaCaterina e non a San Lussorio.Alcuni punti a favore per suffragarela conferma <strong>del</strong>l’anticachiesa dedicata al martireromano Lussorio però esistono.Il toponimo prima ditutto <strong>del</strong>la località chiamataSantu Sciori (Lussorio) pareconfermare la sacralità <strong>del</strong>posto. Un altro punto a favoresi può portare anche perchénei primi <strong>del</strong>l’800, dal<strong>La</strong> squadra antinciendio mentre opera nella zona di Is ArenasDizionario Angius-Casalisalla voce Pabillonis, si evince;“Esistea prima una chiesarurale, dedicata a San Lussorio,un’ora dal paese pressoil bivio, donde si va per tramontanaad Uras, per maestralead Arcidano, intornoalla quale si sono trovatemolte casse mortuarie con<strong>del</strong>le ossa”.<strong>La</strong> testimonianza dunquesembra credibile anche perchélo stesso Angius, parlando<strong>del</strong>le chiese di Mogoro,cita “In campagna sono trechiese, Santa Barbara, a levantee a mezz’ora di distanzaSan Pietro e Santa Caterinaa mezzogiorno ad un’orae mezza, che però sono giàinterrate”. È plausibile dunque,poiché i confini <strong>del</strong> territoriodi Mogoro distano circaun chilometro da San Lussorio,che esistessero duechiese, e data la vicinanza sianostate confuse. In definitivasono due, i ruderi esistenti:la chiesa di Santa Caterina(ruderi ormai quasi scomparsi<strong>del</strong> tutto di Mogoro (Morimenta),mentre quella di SanLussorio (ruderi esistenti) ènel territorio di Pabillonis. <strong>La</strong>conferma di ciò, se può avereuna certa validità, si puòriscontrare anche controllandole immagini <strong>del</strong> territorio,dal satellite (Google maps)dove vengono indicati entrambii ruderi <strong>del</strong>le chiese.<strong>La</strong> problematica è comunqueaperta e sarebbe auspicabileche l’apporto di elementi sostanzialida parte dei lettoriportasse a confermare o no laveridicità <strong>del</strong>la chiesa dedicataa San Lussorio, santo tantocaro ai pabillonesi. (d. f.)25 settembre 2011 3REGIONEOttanta asini: uno per consigliereRidurre lo stipendio <strong>del</strong>la casta regionaleEra il 2005 quando 17.300 cittadini sardi si erano recati spontaneamentenei loro Comuni di residenza per chiedere allaSardegna un taglio <strong>del</strong> 50 per cento agli stipendi dei suoiconsiglieri. Da allora sono passati 6 anni, che fine ha fattoquella proposta? Che fine ha fatto il diritto costituzionale<strong>del</strong> popolo di invocare una legge? Insabbiati dallo stesso Consiglioregionale. Ad iniziare da quello presieduto da GiacomoSpissu nel lontano 14 settembre 2005. Anno <strong>del</strong>l’iniziativapopolare, appunto. A seguire tutti gli altri. Sino a Cappellacci.C’è qualcuno cheperò non ha dimenticatoquesta storia. Il comitatoLu puntulgiu, che avevaraccolto le firme, assiemealla Confederazione sindacalesarda, alcuni professionistidi fama e gli indipendentisti,ritorna all’attacco.“Abbiamo pazientato anche troppo”, dice il coordinatore<strong>del</strong> gruppo, Franco Masu, “ora basta. Non possonoignorare la voce <strong>del</strong> popolo. Se entro dicembre il silenzioresta all’ordine di via Roma, avvieremo iniziative eclatanti.Che facciano scalpore. Che non possono sfuggire agli occhidi questi signori. Una potrebbe essere quella di ‘asino day’davanti al Consiglio. Dobbiamo fare in modo che si vergognino.Ammesso che abbiano il pudore di farlo”. Certo, i dubbisono tanti. Conoscendoli, è assurdo pensare che si possonovergognare davanti a chi tira a campare con mille euro almese, a volte anche meno. E il presidente <strong>del</strong> Consiglio provinciale<strong>del</strong> <strong>Medio</strong> <strong>Campidano</strong> Fabrizio Collu punta sulla necessitàdi un taglio al super stipendio e non alla riduzione <strong>del</strong>numero: “Passare da 80 a 50 consiglieri significa non rispettarela democrazia. Saranno in pochi ad essere eletti. Quelliche hanno più soldi. Quelli che sono più conosciuti perchèmagari hanno portato avanti più legislature”. E GiacomoMeloni, segretario nazionale confederazione sindacale sarda,ricorda che “in sei anni quel testo non è stato esaminato.Ignorato da tutti. Fatto ancora più grave ignorato dagli stessisindacati. Ignorato persino dalla Chiesa. Dai preti che purevanno dietro le processioni nel nome <strong>del</strong>la povertà”. In questanuova battaglia, Lu puntulgiu e i soci possono contareanche sul sostegno <strong>del</strong>la consigliera Claudia Zuncheddu.Santina RavìGONNOSFANADIGA“Sono state chieste le miedimissioni da presidente <strong>del</strong>laPrima Commissione provincialeperché sono andatocontro ciò che hanno decisogli altri commissari e addiritturale dimissioni da consigliereperché ho denigrato ipartiti politici”. Il consiglieredi maggioranza AndreaMura esterna il tutto suo malumoreper l’iter che a Villacidro,nei locali di via Parrocchia,si è seguito per crearela Consulta giovanile provinciale,ma anche per comeè stato trattato dai suoi stessicompagni di partito di Italiadei Valori. Racconta che laProvincia <strong>del</strong> <strong>Medio</strong> <strong>Campidano</strong>avrebbe potuto avere laConsulta provinciale giovani,invece si ritrova con unaPROVINCIAUna Commissione al posto di una Consulta giovanile“Le dimissioni perchè difendo le mie idee ed i miei principi”Commissione nominata daipartiti. Ripercorre le tappe<strong>del</strong>la vicenda: “<strong>La</strong> PrimaCommissione, dopo duemesi di discussioni, il 4 aprileha licenziato con 8 voti favorevoli,5 astenuti, 1 contrario(il mio), un Regolamentoche disciplina unaConsulta composta di 17componenti, designati daigruppi consiliari. L’unicopunto a dividere maggioranzae minoranza è stato il gettonedi presenza: i primi eranoper il rimborso <strong>del</strong>le speseviaggio (così come è stato),i secondi per il gettone”.Ricorda che in Consiglioaveva presentato un maxiemendamento:una Consultacomposta dalle Consultecomunali dei Giovani, <strong>del</strong>leorganizzazioni <strong>del</strong> terzo settore,di ogni gruppo giovanileorganizzato, degli studenti<strong>del</strong> Consiglio di istituto,<strong>del</strong>la Consulta provincialedegli Studenti. “Poco dibattito”,osserva con dispiacereMura, “emendamentorespinto. Contraria tutta lamaggioranza, più uno <strong>del</strong>l’opposizione,astenuti gli altri”.Poi una novità: pareretecnico sfavorevole al Regolamentoche si sarebbe dovutoapprovare, motivato con ilfatto che “quello che si andràa costituire si configuracome un Consiglio Provincialedei Giovani, più che unaConsulta” poiché “lo spiritocon il quale nasce una Consultaè la spontaneità, e questacaratteristica mal si conciliacon la sua nomina daparte dei Gruppi consiliari”.In sostanza quello che Muraripeteva da mesi. Il Consiglioha quindi cambiato il nome<strong>del</strong>l’organismo da Consultaa Commissione. “Ammettiamo”,conclude Mura, “chequesta Commissione vengainsediata a settembre, <strong>del</strong>laConsulta se ne riparlerà amarzo”. <strong>La</strong> domanda è: “Perchénon approvare direttamenteuna Consulta? Forseperché qualcuno aveva decisoad organismo nominato?”.Resta la speranza che la Consulta“non sia controllata daipartiti. Qualcuno, in privato,mi ha detto: ‘Avevi ragionetu sin dall’inizio, ammetto ilnostro errore’. In privato,però”. (s. r.).Settant’anni dopo l’evento tragicoMedaglia d’oro al valor civile“Gonnosfanadiga merita il premio <strong>del</strong>la medaglia d’oro alvalor civile. Lo abbiamo chiesto al presidente Cappellacci,in modo che si attivi per le procedure burocratiche presso laPresidenza <strong>del</strong>la Repubblica”. L’onorevole regionale SisinnioPiras si fa portavoce di un’iniziativa che vede coinvoltoil Comune di Gonnosfanadiga, ma soprattutto la memoria storica<strong>del</strong> luogo. Era il 17 febbraio <strong>del</strong> 1943, quando un violentobombardamento si è abbattuto sul paese <strong>del</strong> <strong>Campidano</strong>,provocando una vera carneficina: 100 morti (tra cui 27 bambini)e 330 feriti. A quel tempo Gonnos contava 5 mila abitanti,dunque il numero di morti fu altissimo in rapporto allapopolazione, tanto che il Principe di Savoia visitò il paese etestimoniò il cordoglio <strong>del</strong>la famiglia reale. A tutt’oggi inpaese i segni <strong>del</strong>la tragedia sono evidenti e la memoria viva.Nel 2003 il presidente Ciampi insignì il paese <strong>del</strong>la medagliadi bronzo al valor civile. “Nel 2013”, dice Piras, “ricorre il70esimo anniversario di un episodio ingiustificabile, non essendoGonnos un punto strategico dal punto di vista bellico,ma un tranquillo centro <strong>del</strong>l’isola”. Da qui l’invito a Cappellaccia dare anima e corpo all’iniziativa. (s. r.)

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