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La risposta-referto di laboratorio - Simel

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Riv Med <strong>La</strong>b - JLM, Vol. 5, Suppl. al n. 3, 2004 81rio me<strong>di</strong>co ad abolire la validazione clinica dei risultatie la loro integazione con l’interpretazione me<strong>di</strong>ca.Nella memoria presentata si riprende una pronunciadel Consiglio <strong>di</strong> Stato risalente al 1986 (NotaII) dove si legge che «... il servizio <strong>di</strong> analisi nonformula <strong>di</strong>agnosi né tanto meno prescrive terapie...»(Nota III). <strong>La</strong> tesi sostenuta dei legali è che «...ilgiu<strong>di</strong>zio <strong>di</strong>agnostico che il me<strong>di</strong>co rende sul <strong>referto</strong>analitico rappresenta un quid pluris che – concettualmentee cronologicamente <strong>di</strong>stinto rispetto aldato <strong>di</strong> <strong>laboratorio</strong> – a questo si aggiunge senza,tuttavia, atteggiarsi a requisito <strong>di</strong> «vali<strong>di</strong>tà» dellostesso...» e si rafforza con l’ipotesi che «... nullaesclude che l’organico del personale sanitario <strong>di</strong> un<strong>laboratorio</strong> <strong>di</strong> analisi ospedaliero sia costituito dasoli biologi... né la presenza <strong>di</strong> personale me<strong>di</strong>co néconseguentemente la «validazione» dallo stessocompiuta si atteggiano a con<strong>di</strong>zione necessaria dell’attivitàanalitica propria del servizio <strong>di</strong> <strong>laboratorio</strong>...».Non si tratta, <strong>di</strong> un semplice gioco retoricoper con<strong>di</strong>zionare il giu<strong>di</strong>ce, ma <strong>di</strong> opinioni abbastanza<strong>di</strong>ffuse. Si leggono infatti in una <strong>di</strong>scussione IN-TERNET svoltasi nel mese <strong>di</strong> settembre 2004 le seguentiaffermazioni: «...non potendo fare <strong>di</strong>agnosi,nè tantomeno terapia, credo che talvolta sarebbeauspicabile che i nostri laboratori fossero degli“esamifici”.... un <strong>laboratorio</strong> analisi ha un unicoobbiettivo, dare un risultato atten<strong>di</strong>bile ad una richiesta<strong>di</strong> analisi e chi effettua l’analisi non devefarsi influenzare dalla clinica al fine <strong>di</strong> mantenereun atteggiamento il più oggettivo possibile...».<strong>La</strong> funzione me<strong>di</strong>ca del <strong>laboratorio</strong>Le patologie della <strong>risposta</strong> hanno causato gravi <strong>di</strong>sagi,<strong>di</strong>fficoltà enormi nell’organizzazione e nellaconduzione dei servizi, inutili conflitti, <strong>di</strong>strazione<strong>di</strong> risorse, freno allo sviluppo culturale e professionale<strong>di</strong> tutti gli operatori dei laboratori. Per non parlaredell’impiego <strong>di</strong> risorse informatiche per registrarele «firme» e documentarle nei fogli <strong>di</strong> <strong>risposta</strong>.Energie spese nello stu<strong>di</strong>o e nella ricerca nonsolo sulle tecnologie ma anche sulla normativa, comequella che ruota intorno al tema della «firma <strong>di</strong>gitale».Attività formativa, convegni, seminari, tavolerotonde, etc..Obiettivi delle azioni legali sono in realtà quelli <strong>di</strong> evitarecompiti ritenuti «usuranti» come i turni notturni efestivi, oppure <strong>di</strong> ottenere benefici in<strong>di</strong>viduali economicio <strong>di</strong> carriera se non <strong>di</strong> aumentare la dotazione organicanei laboratori delle rispettive categorie.Il rifiuto <strong>di</strong> alcuni tecnici della autonomia professionaleper produrre un risultato, pur nelle con<strong>di</strong>zionistabilite in modo preciso dalle procedure appare incontrotendenza con l’aumento nelle cronache <strong>di</strong>esempi <strong>di</strong> esercizio abusivo della professione altrui.D’altra parte, per i <strong>di</strong>rigenti non me<strong>di</strong>ci le azioni nonsono molto comprensibili, visto che l’obiettivo <strong>di</strong> parificazionestipen<strong>di</strong>ale e <strong>di</strong> carriera è raggiunto da anni.Senza giu<strong>di</strong>care le motivazioni delle categorie, siosserva che la conflittualità permanente e la pressioneper l’allargamento delle dotazioni organiche incontranopoco favore tra le amministrazioni sanitarieed il risultato definitivo è la tendenza verso il pointof-care(POCT) e l’esternalizzazione dei servizi.Interessa invece qui il fenomeno <strong>di</strong> idealizzazionedel «<strong>referto</strong>» come formalismo assoluto, dalle caratteristicherigidamente stabilite in<strong>di</strong>pendentementedal contesto, dallo scopo, dagli attori coinvolti. Accantoa questo si evidenzia il tentativo <strong>di</strong> standar<strong>di</strong>zzareal ribasso le funzioni svolte dai laboratori me<strong>di</strong>ci,privandole delle attività <strong>di</strong> interpretazione <strong>di</strong>agnosticae <strong>di</strong> consulenza clinica.Anche senza entrare nel dettaglio, vale la pena <strong>di</strong> osservareche gran parte dei pareri giuri<strong>di</strong>ci sembranobasati non su riscontri oggettivi ma su luoghi comunio su frammenti normativi non cogenti o ad<strong>di</strong>ritturasuperati (come il noto DPCM 10 febbraio 1984,unico riferimento per il vecchio concetto <strong>di</strong> «firmadel Direttore», superato dal DPR 14 gennaio 1997,cosiddetto dei «requisiti minimi»). Le vecchie pronunciedel Consiglio <strong>di</strong> Stato sulle <strong>di</strong>agnosi e terapiein <strong>laboratorio</strong> sono state superate dalla successivadecisione N.8 reg. Dec.25 marzo 1996 del Consiglio<strong>di</strong> Stato riunito in Adunanza Plenaria N. 789-790-791, che recita testualmente, con grande saggezza:“...In tali laboratori, ... l’organico è inter<strong>di</strong>sciplinaree prevede la presenza <strong>di</strong> esperti delle <strong>di</strong>verse areeinteressate, i quali debbono necessariamente collaboraretra <strong>di</strong> loro, mettendo in comune le loro indaginie le loro esperienze e pervenendo ad un risultatotecnico unificato....”. 14 Secondo le sezioni riunitedel Consiglio <strong>di</strong> Stato l’interscambiabilità completatra me<strong>di</strong>co, biologo e chimico, a cui sarebbe stata finalizzatala riduzione delle funzioni me<strong>di</strong>che, “....non si tratterebbe <strong>di</strong> mansioni superiori dello stessoprofilo professionale, ma <strong>di</strong> mansioni <strong>di</strong>verse <strong>di</strong> altroprofilo professionale....”. Le norme successivamenteintervenute (DPR 484/97) hanno mo<strong>di</strong>ficatole modalità <strong>di</strong> accesso alla Direzione dei laboratori<strong>di</strong> analisi, non i profili professionali, che restano ancoraoggi <strong>di</strong>stinti. Inoltre, appare ben curioso il luogocomune (ripreso originariamente dalla sezione IVdel Consiglio <strong>di</strong> Stato) che i laboratori me<strong>di</strong>ci forniscanorisultati solo «...al me<strong>di</strong>co responsabile dellacura...». Tutti sanno che i servizi <strong>di</strong> <strong>laboratorio</strong> me<strong>di</strong>coerogano la maggior parte delle prestazioni a pazientiesterni, non ricoverati, quin<strong>di</strong> non <strong>di</strong>rettamenteal me<strong>di</strong>co curante. Questo è comprovato tra l’altrodal fenomeno ben noto delle giacenze (buste <strong>di</strong> risultatinon ritirate), così come molte <strong>di</strong> quelle ritiratenon sono portate al me<strong>di</strong>co prescrittore. <strong>La</strong> prima interpretazionedei risultati, specie dei casi più gravi,non può essere fatta che nella struttura <strong>di</strong> <strong>laboratorio</strong>.

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