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Fluorilegio delle virtù serafiche - Suore Francescane Immacolatine

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Generated by Foxit PDF Creator © Foxit Softwarehttp://www.foxitsoftware.com For evaluation only.Abbiamo la gioia nel cuore? Ringraziamo il Buon Dio e preghiamolo che ci custodisca nel Suo Amore.E inoltre importante che la nostra preghiera sia coraggiosa, che abbiamo cioè il coraggio di chiedere a Dio di farcivedere ciò che in noi, nelle nostre abitudini, nei nostri comportamenti, nei pensieri e desideri del cuore, Glidispiace, perché con il Suo aiuto possiamo rimuovere il male che è in noi.Se la nostra preghiera è vera porterà frutti concreti di conversione, ci porterà progressivamente ad abbandonarela nostra mentalità per assumere quella di Cristo Gesù Signore.Che cosa chiedere nella preghiera? Ciò di cui abbiamo bisogno: lo Spirito Santo, che ci insegni ad amare, ci aiuti aperdonare, a non giudicare, ci dia la luce necessaria per il nostro cammino quotidiano.Quando pregare? Il Signore Gesù ci esorta a pregare in ogni tempo, a pregare incessantemente, senza stancarcimai e - come scrive San Paolo - a farlo con ogni sorta di preghiere nello spirito.Per giungere ad una ininterrotta unione d'amore con Dio, dobbiamo prima di tutto coltivare con perseveranzaalcuni tempi forti di preghiera. Dei tempi cioè in cui, creando attorno a noi un clima di solitudine e di silenzio, diclausura del cuore, ci dedichiamo alla preghiera interiore. Questo però non basta, ma dobbiamo anche prenderela santa abitudine di elevare frequentemente il nostro pensiero e il nostro cuore a Dio durante il giorno, nellalode, nella supplica, nel ringraziamento, in un continuo atto d'amore, servendoci di brevi preghiere: le giaculatorie.In tal modo si accenderà nel cuore una scintilla che ben presto si trasformerà in una fiamma d'amore. Pianopiano tutta la nostra vita diventerà preghiera, tutte le nostre azioni più comuni e ordinarie, saranno impregnate dipreghiera e acquisteranno un valore nuovo.Durante il giorno, mentre le varie occupazioni premono, impariamo dunque ad elevare segretamente la preghieraa Dio, dicendo col cuore: "Gesù ti amo", "Gesù aiutami", "Signore insegnami ad amarTi, riempimi del Tuo Amore","Signore donami il Tuo Santo Spirito", "Gesù e Maria vi amo, salvate anime", "O Dio, abbi pietà di me,convertimi", "Padre, perdonami", "Signore Ti prego per quella persona che mi è causa di sofferenza, aiutami aperdonare", "Signore, desidero compiere tutto per Tuo Amore", "Signore illuminami, insegnami ciò che Ti ègradito", "Signore Ti amo, Ti adoro, Ti ringrazio", ecc.In tal modo tutta la vita del cristiano sarà impregnata di preghiera.Pregare è cantare l'Amore di Dio.Con parole sublimi San Bonaventura descrive questa esperienza: "Io ho trovato il Cuore del mio Signore, il Cuoredi Gesù benignissimo: cuore di re, cuore di fratello, cuore di amico. Nascosto in Lui non pregherò io? Pregherò, sì.Di già il suo Cuore, lo dico francamente, è anche il mio cuore. Se Gesù Cristo è il capo, come dunque quello che èdel mio capo non dovrà dirsi mio ?... E dunque anche il cuore del mio capo spirituale è cuore mio. Che gioia perme. Ecco: Gesù ed io abbiamo un solo e medesimo cuore... Frattanto avendo ritrovato, o Gesù dolcissimo, questoCuore divino, che è tuo ed è mio, pregherò Te, Dio mio. Accogli nel sacrario <strong>delle</strong> udienze le mie orazioni, anzirapiscimi tutto nel tuo Cuore. "Del Serafico Padre San Francesco è attestato che spesso si ritirava a pregare in luoghi solitari, riempiendo digemiti i boschi, dialogando ad alta voce col suo Signore e ora Gli rendeva conto come al Giudice, ora supplicava ilPadre, ora parlava all'Amico, ora scherzava amabilmente con lo Sposo.Egli non era un uomo che pregava, ma addirittura un uomo fatto preghiera, perché la preghiera era divenuta in luispontanea e abituale come il respiro."«Sopra ogni altra cosa - asseriva con fermezza - il religioso deve desiderare la grazia dell'orazione», e incitava intutte le maniere possibili i suoi frati a praticarla con zelo, convinto che nessuno fa progressi nel servizio di Dio,senza di essa".Della Madre S. Chiara, testimoniano le prime Sorelle, che quando tornava dall'orazione era raggiante in viso espesso infervorava le <strong>Suore</strong> a non lasciar cadere mai dalla mente il ricordo di Cristo. "Allorché infatti ritornava

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