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Fluorilegio delle virtù serafiche - Suore Francescane Immacolatine

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Generated by Foxit PDF Creator © Foxit Softwarehttp://www.foxitsoftware.com For evaluation only.La semplicità di Francesco che si accompagnava all'innocenza e alla purezza, gli permetteva di scorgere nel creatole orme del Creatore e proprio per questo il suo animo si inondava di gaudio nel mirare il sole, la luna, le stelle delfirmamento e parimenti le pietre, le selve, le acque correnti, il vento, l'aria... Perfino per i vermi sentivagrandissimo affetto, ci riferisce il Celano, perché la Scrittura ha detto del Signore: "Io sono verme e non uomo"(Sal 21,7), perciò si preoccupava che non fossero calpestati dai passanti.Con semplicità, recatosi una volta a Roma, predicò dinanzi a Papa Onorio e ai Cardinali e parlò con tanto fervoreche, quasi fuori di sé per la gioia, mentre proferiva le parole muoveva i piedi quasi saltellando e i presentivedendo l'ardore del suo cuore furono mossi a incontenibile pianto di compunzione."Con semplicità e brevità di parole desiderava che i suoi Frati predicassero il Santo Vangelo.La Madre S. Chiara, dal canto suo, prescrive nella Regola che qualora tra una Sorella e l'altra sorgesse talvoltaoccasione di turbamento, la Sorella che ha mancato si getti umilmente ai piedi dell'altra non solo per chiedereperdono, ma anche pregandola con semplicità di intercedere per lei presso il Signore perché la perdoni."Studiamoci dunque di seguire la via della santa semplicità, facendo opera di semplificazione interiore, alloraraccoglieremo i frutti della gioia e della pace, insieme alla libertà di spirito.L'UMILTÀ"Imparate da me che sono mite e umile di cuore" (Mt 11,29).Una <strong>virtù</strong> basilare nella spiritualità francescana è l'umiltà.Tommaso da Celano ci informa che Chiara, pie tra primaria e nobile fondamento del suo Ordine, fin dal principiosi studiò d'impostare l'edificio di tutte le <strong>virtù</strong> sul fondamento della santa umiltà. Promise infatti obbedienza albeato Francesco, e mai si scostò in alcun modo da questa promessa. Così tre anni dopo la sua conversione,rifiutando il nome e la carica di Abbadessa, avrebbe voluto umilmente sottostare, piuttosto che essere a capo, etra le ancelle di Cristo più volentieri servire che essere servita" .Accettato per obbedienza il governo <strong>delle</strong> Sorelle Povere, da questo ufficio trasse incitamento per servire con piùumiltà e per essere più pronta al dovere, desiderosa non di impartire ordini ma di dare l'esempio.Come radicare nel cuore questo atteggiamento? Dalla Sacra Scrittura ci viene una risposta convergerte: si diventaumili ponendosi davanti a Dio."L'umiltà nasce dal senso di Dio e questo lo può avere solo chi si mette in rapporto personale con Lui. Bisognaaprire gli occhi sulla Sua gloria. Allora accadono tre cose:Anzitutto si sperimenta il proprio nulla. Non si tratta però di negare il bene che c'è in noi: l'umiltà è verità, nonipocrisia. Si tratta invece di riferirlo al suo vero Autore: "Ogni dono viene dall'alto, discende dal Padre della luce"(Gc 1,17). "E se l'hai ricevuto, perché te ne vanti come se non l'avessi ricevuto?", aggiunge S. Paolo (1 Cor 4,7). Siscopre che Dio è la fonte unica del bene e l'uomo è una mano vuota tesa verso di Lui per essere colmata. Da noinon abbiamo nulla, ma tutto ciò che siamo e abbiamo, tutto riceviamo da Dio. Perciò, l'orgoglio è una formapratica di ateismo.In secondo luogo, davanti al Santo ci si scopre peccatori. È così che reagisce Isaia al canto dei Serafini, cheproclamano Dio tre volte Santo: "Guai a me, perché un uomo dalle labbra impure io sono, e i miei occhi hannovisto il Dio vivente". Allo stesso modo reagisce Pietro dinanzi alla potenza di Gesù che si rivela nella pescamiracolosa: "Allontanati da me, che sono un peccatore". La gloria di Dio non rivela solo il Suo volto, ma anchel'impurità dello sguardo umano che Lo contempla.Nasce allora un atteggiamento di fiducia totale in Dio, e in Dio solo, che diventa apertura alla grazia. A questopunto, Dio mobilita per l'umile la Sua potenza, non per l'orgoglioso, perché questi attribuirebbe a sé le"meraviglie" che Dio opera in lui, rubando così la gloria del Signore".

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