Kitesoul Magazine #9 Italian Edition

BIG WAVES
CLOUDBREAK
Namotu Island – Fiji
ITW
Ian Alldredge
Maxime Nocher
TRIP
TASMANIA
il kite nella meraviglia
dimenticata dal tempo

R I D E R : T O M H E B E R T / P H O T O : T O B Y B R O M W I C H
WHATEVER THE CONDITIONS
SEIZE THE MOMENT
T H E N E W E V O
T R U E K I T E B O A R D I N G

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R E L A T E D P R O D U C T S
J A I M E
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5’8’’
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version together with the evolution of this discipline. Actually we can say that this kite has greatly contributed to improve the
level of many stoked riders thanks to its phenomenal performance characteristic. A bullet proof construction, mixing the body
construction between 40% heavy duty Dacron fabrics and 60% lightweight canopy. A unique mix used only in the Religion kites
still today, creating a superior crash resistance and a huge lifetime extender.
The new MK6 has been redesigned in sizes 8 and smaller based on the huge positive feedback received on the MK5 larger sizes,
12-10.5 and 9. These new design is based on more swept-back wingtips, creating a more stable kite that floats better both in
total lack of wind or on the opposite, under extreme strong gusts.
This new design, allows also a bigger range of use, both on the hi and low end of the kite, extending the possibility of use
practically to any day anywhere. More power, better lift during jumps and an enormous, progressive de-power that will stop the
kite power exactely when you need it. Simply a throttle in your hands, gearing up your rides when you need power and completely
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Foto: Jason Wolcott
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Direttore Responsabile
Roberta Pala
roberta.pala@kitesoul.com
Redattore tecnico wave
Mitu Monteiro
Redattore tecnico freestyle
Alberto Rondina
Tecnica
Renato Casati
Photo & Video
Maurizio Cinti
Grafica
Giuseppe Esposito
DICEMBRE 2015 - GENNAIO 2016
BIMESTRALE
Testi
Mirco Babini, Olly Bridge, Tommaso
Caldani, Niccolò de Simone, Robby
Naish, Eddy Piana, Alberto Rondina,
Gabi Steindl, Reo Stevens, Francesco
Turchetti
Immagini
Wareck Arnaud, Vincent Bergeron,
Bertrand Boone, Tommaso Caldani, Rou
Chater, Andrew Chisholm, Glen Duffus,
Giuseppe Esposito, Roberto Foresti, Stu
Gibson, Steve Johnson, Daniel Kajavala,
Laci Kobulsky, Danny O’Donnell, Josh
Pietras, Beau Pilgrim, Axel Reese,
Kimey Roaring, Svetlana Romantsova,
Gabi Steindl, Mathew Tildesley, Jason
Wolcott
Cover:
Rider Matchu Lopes Almeida
Photo Toby Bromwich
Editore e pubblicità
VISU Media
Via Cavour, 20
24030 Ambivere (BG)
Amministratore Unico
Federico Sugoni
fs@kitesoul.com
Registrazione Tribunale
di Bergamo n°10/2014
del 15/04/2014.
Copyright Kitesoul Magazine
La VISU Media è titolare esclusiva della
testata Kitesoul Magazine e di tutti i diritti di
pubblicazione e diffusione in Italia. L’utilizzo
da parte di terzi di testi, fotografie e disegni,
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pienamente disponibile a valutare - e se del
caso regolare le eventuali spettanze di terzi
per la pubblicazione di immagini di cui non
sia stato eventualmente possibile reperire la
fonte. Informativa e Consenso in materia di
trattamento dei dati personali (Codice Privacy
d.lgs. 196/03). Nel vigore del D.Lgs 196/03 il
Titolare del trattamento dei dati personali, ex
art. 28 D.Lgs. 196/03, è VISU Media, con sede
legale in Ambivere (BG), via Cavour, 20. La stessa
La informa che i Suoi dati, eventualmente da
Lei trasmessi alla VISU Media, verranno raccolti,
trattati e conservati nel rispetto del decreto
legislativo ora enunciato anche per attività
connesse all’azienda.
La lettura della presente informativa deve
intendersi quale presa visione dell’Informativa
ex art. 13 D.Lgs. 196/03 e l’invio dei Suoi dati
personali alla VISU Media varrà quale consenso
espresso al trattamento dei dati personali
secondo quanto sopra specificato. L’invio di
materiale (testi, fotografie, disegni, etc.) alla
VISU Media deve intendersi quale espressa
autorizzazione alla loro libera utilizzazione da
parte di VISU Media per qualsiasi fine e a titolo
gratuito, e comunque, a titolo di esempio, alla
pubblicazione gratuita su qualsiasi supporto
cartaceo e non, su qualsiasi pubblicazione
(anche non della VISU Media), in qualsiasi canale
di vendita e Paese del mondo.
FEDERICO SUGONI
Editore
Manager d’Azienda
ed Imprenditore, si appassiona al
surf da giovanissimo, ma scopre
l’amore per il Kitesurf da grande
durante un viaggio alle Hawaii.
Il kite è la sua più grande
passione dopo sua figlia. Nel 2014
fonda Kitesoul Magazine.
GIUSEPPE ESPOSITO
Direttore creativo
Kiter sin da piccolo, rider per RRD
Italia, laureato in Design della
Comunciazione al Politecnico di
Milano. Con questo incarico ha
potuto finalmente unire le sue due
passioni: il kite ed il design.
ROBERTA PALA
Direttore responsabile
Fotografo sportivo dal 1997.
Kitesurfer dal 2001, negli ultimi 15
anni responsabile delle principali
testate di kitesurf. Spirito libero,
ha mollato tutto per una vita
a contatto della Natura e dello
sport. Vive a Capo Mannu, in
Sardegna, l’onda più bella
del Mediterraneo…
MAURIZIO CINTI
Videomaker
Appassionato di cinema
e fotografia. Skater, Snowboarder
e Wakeboarder, appena ha
conosciuto il kitesurf, tutto il resto
è diventato un ricordo, inizia con
il freestyle,ma ora ama le onde
grandi e potenti. La ricerca dello
swell perfetto è la sua passione.

KITESOUL MAGAZINE
Feel The Flow
RENATO “DR. KITE” CASATI
Direttore tecnico
Wave team rider RRD. Kitesurfer
dal 2000, è stato giudice ed
atleta PKRA e KPWT. Ha scritto
continuativamente per diverse
riviste di settore
negli ultimi 12 anni.Vive fra lago di
Como e Sardegna, ma sverna fra
le onde Capoverdiane.
MITU MONTEIRO
Redattore tecnico wave
Capoverdiano di Sal, Rider
Ufficiale F-One, Manera. Campione
Mondiale wave KPWT nel 2008 e
tre volte Vice Campione Mondiale.
Inizia giovanissimo con il Surf
e con il Windsurf, dopo
poco scopre il Kitesurf
e diventa amore puro.
ALBERTO RONDINA
Redattore tecnico freestyle
È il miglior esponente del
Kite Italiano nel mondo delle
competizioni, Rider Ufficiale
per Cabrinha Kites, Neil Pryde e
GoPro. Quattro volte Campione
Italiano, Campione Europeo 2010 e
terzo classificato nel Campionato
Mondiale PKRA 2012.
ELENA FOICO
Traduttore professionista
Traduttore professionista e
Kiteboarder dal 2001. Nel 2004 ha
deciso di lasciare la sua carriera
in Gran Bretagna per insegnare
kitesurf a tempo pieno. Nel corso
degli anni ha tradotto diversi
manuali di kitesurf, sussidi didattici
e articoli. Nata in montagna, ma
appassionata del mare, ha trovato
lo strumento perfetto per divertirsi
un po’ovunque!

EDITORIALE
Rider Johann Civel | Photo Wareck Arnoud
È Dicembre, il tempo di migrare per tantissimi
kiters, attirati dal caldo del Brasile o dai perfetti
spot wave del Sud Africa e di Capo Verde.
Noi restiamo “a casa” perché è anche tempo
di Snowkite, e sta per avere luogo l’evento
più importante e atteso dell’anno, il World
Snowkite Contest, che si svolgerà a Roccaraso,
a fine mese di Gennaio. In questo numero, gli
organizzatori, Niccolò de Simone e Tommaso
Caldani, raccontano il progetto e le difficoltà
attorno a un evento di questa portata. Noi ci
vestiremo dei panni invernali, e nel prossimo
numero vi proporremo un ampio articolo sul
contest di snowkite.
Perché ciò che conta di più è la capacità di sognare,
Robby Naish ci racconta le big waves
di Cloudbreak, un super spot delle Fiji, dove la
perfezione e la maestosità della sua sinistra,
ha affascinato e conquistato anche un rider
di esperienza come lo “zio”… e Reo Stevens ci
porta in viaggio con lui, attraverso uno speciale
articolo fotografico, attraverso le emozioni
indonesiane…
Nel mio cuore c’è un’amica, una persona speciale
che ormai conosco da dieci anni, un’anima
nomade e un’atleta preparata, che ha fatto
dei viaggi e dell’esplorazione, la sua ragione di
essere e il suo sostentamento. Gabi Steindl, la
bionda atleta North, ha affrontato un incredibile
viaggio, attraverso la selvaggia terra dell’isola
di Tasman, portandoci attraverso ogni
emozione, ogni respiro di una terra affascinante
e misteriosa, ai confini del Mondo.
Non mancano i test in questo numero, e i consigli
tecnici dei campioni, Olly Bridge, diviso tra
tavola race e foil, Reo Stevens e il suo wave
riding potente, Alberto Rondina e le manovre
estreme dell’unhooked.
Abbiamo poi “incontrato” per voi, più o meno
virtualmente, due personaggi del panorama
del kite mondiale, così diversi e così particolari.
Un giovane agonista, un atleta che quest’anno
ha vinto tutto ciò che poteva, Maxime Nocher,
in sella al suo foil o alla sua tavola race, un
esperto di marketing che vive di kite e respira
agonismo, e un rider particolare, un “eremita”
del kite, una persona che difficilmente partecipa
alle competizioni, che fa del wave riding
strapless di grosse onde, la sua idea di libertà,
Ian Alldredge, giovane californiano con l’Oceano
nelle vene…
E nel 2016 alle porte? Ci saranno tante novità
per Kitesoul, continuate a seguirci e darci
consigli su ciò che volete vedere sul magazine,
faremo di tutto per accontentare le vostre richieste.
Ci vediamo in acqua… solida o liquida che sia…
Roberta Pala

SOMMARIO
TRIP
FOCUS PROD
54
130
18
Portfolio
Tasmania
il kite nella meraviglia
dimenticata dal tempo
TRIP
78
EVENTI
104
World Snowkite
Contest 2016
RRD - Rig
Thread Lin
FOCUS PROD
126
Indonesia
Captions
Ion - Mute
BIG WAVES
36
Cloudbreak
Namotu Island - Fiji
ITW
94
Ian Alldrege
ITW
112
Maxime Noucher
DIDATTICA WAVE
ITW
136
Foilboardi
Raceboard
122
Top Turn

OTTI
TEST
150
id
es
DIDATTICA FOIL
Wainman Smoke
9 mq
FOCUS PRODOTTI
142
172
OTTI
Trasportare il
foil, body drag e
partenza
DIDATTICA FREESTYLE
154
Ozone Enduro
stagne
Raley
TEST
EVENTI
146
174
ng vs
ing
Cabrinha
Switchblade
EVENTI
158
Wave Challenge
2015
Campionato
Italiano Foil
e Formula

18
PORTFOLIO
Jesse Richman
RIDER: Jesse Richman
FOTO: Glenn Duffus

20
PORTFOLIO
Sam Medysky
RIDER: Sam Medysky
FOTO: Josh Pietras

22
PORTFOLIO
Noè Font
RIDER: Noè Font
FOTO: Vincent Bergeron

24
PORTFOLIO
Marc Jacobs
RIDER: Marc Jacobs
FOTO: Daniel Kajavala

26
PORTFOLIO
Alberto Rondina
RIDER: Alberto Rondina
FOTO: Laci Kobulsky

28
PORTFOLIO
Gianmaria Coccoluto
RIDER: Giammaria Coccoluto
FOTO: Posada Wind Paracuru

30
NOVITÀ
Flyin Hearts, wind terapy
Il Kitesurf è un’attività che esprime
appieno il senso di libertà,
permettendoti di provare emozioni
in relazione con la natura.
Non è solo uno sport, ma una
questione di sensibilità, entrando
in contatto con il vento e saltando
sulle onde, troviamo un
modo per interpretare il mare
e aprire nuovi canali percettivi.
Ci sentiamo più forti e liberi. Ci
sentiamo purificati.
A noi piace chiamarla WIND
THERAPY. La nostra missione è
di dimostrare i benefici psicofisici
di questo sport ineguagliabile,
al fianco di un’equipe medica
altamente specializzata.
Far sperimentare il Kitesurf a
tutti quelli che sentano il bisogno
di provare emozioni forti e
pure. Abbattere il luogo comune
che il Kitesurf sia uno sport
pericoloso. La wind terapy è
adatta a tutti, non solo alle categorie
disagiate. Flyin Hearts
quest’anno ha rivolto il proprio
interesse e operato nei confronti
degli adolescenti con disagi
psico-comportamentali. La
Wind Therapy e il Kitesurf sono
stati sperimentati come terapia
alternativa per la riabilitazione
dei giovani, in collaborazione
con l’equipe medica dell’Ospedale
Villa Santa Giuliana.
La FH Academy è una struttura
che nasce con la voglia di diffondere
un nuovo metodo d’insegnamento.
Gli istruttori, oltre
a possedere i necessari requisiti
per l’insegnamento di questa
disciplina, sono scelti in base
alla loro personale propensione
nei confronti della missione
umanitaria di Flyin Hearts. Gli
istruttori della scuola sono stati
formati specificamente per le
categorie di allievi a cui la Onlus
si rivolge, garantendo i più
elevati standard di sicurezza. I
proventi derivati dai corsi di FH
Academy sostengono la mission
di Flyin Hearts.
La filosofia: comunione con la
Natura e in armonia con gli altri,
abbattere le barriere, realizzare
l’impossibile, volare sulle onde,
oltre i disagi, sfidare sé stessi,
vivere il brivido della libertà,
trasformare la volontà in realtà,
lasciarsi trasportare dalle emozioni,
no shirt, no shoes… no
problems!
L’Ospedale Villa S. Giuliana,
per la riabilitazione psicosociale,
è opera dell’Istituto Sorelle
della Misericordia di Verona.
Ospedale appartenente alle
strutture del SSN, è impegnato
nella valutazione, cura e riabilitazione
delle persone affette
da disturbo psichico. I principali
disturbi trattati sono disturbi
d’ansia, attacco di panico, disturbi
dell’umore, depressione
maggiore, disturbi della personalità,
disturbi psicotici, psicopatologia
dell’adolescenza. L’esperienza
maturata nel lavoro
clinico con i pazienti più giovani
ha portato la struttura nel 2012
al riconoscimento regionale
come “Centro regionale per il
trattamento del disturbo psichiatrico
in adolescenza”, realizzata
nell’area dedicata esclusivamente
ai disturbi mentali in
adolescenza. La cura degli adolescenti
si realizza in una presa
in carico integrata degli aspetti
somatici, comportamentali, cognitivi
e relazionali. L’ascolto e
la comprensione si completano
con l’offerta di un programma di
trattamento con tecniche specialistiche
e spazi attrezzati finalizzati
alla terapia e al recupero.
Qui i ragazzi partecipano ad
attività a misura di adolescente
con strumenti di cura tradizionali
(psicoterapia) e co-terapie

innovative (Interventi Assistiti
con gli Animali) per una maggiore
efficacia nella gestione
delle problematiche e la valorizzazione
delle risorse personali.
A questi ragazzi il progetto Flyin
Hearts con il suo team rivolge
il proprio interesse e operato,
in collaborazione con lo staff
riabilitativo del dott. Amedeo
Bezzetto. Uno staff coinvolto
in mare e sulla spiaggia, direttamente
con i ragazzi e il team
Flyin Hearts, per dare supporto
e monitoraggio costante all’esperienza
e alle reazioni dei pazienti,
per la ricerca degli effetti
benefici nelle dimensioni psichica
e relazionale.
Dove siamo?
Strada per Isola dei Gabbiani,
Porto Pollo – Palau – OT -
Tel: +39 348 7117899
https://www.facebook.com/
FlyinHeartsWindTherapy
Email: info@flyinhearts.com
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The world of kiteboarding is changing in front of our eyes. After a decade of
dynamic growth it enters another – the professional stage. The competitors’
and riders skills are becoming higher and higher, while the tricks are more
complicated than ever. It requires hard work of our engineers from the R&D
department, searching for innovations at every stage. And such is the new
Nobile Kiteboarding collection which we named “Earth and Spaces”
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36
WAVE SESSION
Cloudbrake - Namotu Island - Fiji
CLOUDBREAK
Namotu Island – Fiji
Testo Robby Naish | Foto Glen Duffus e Beau Pilgrim

38
WAVE SESSION
Cloudbrake - Namotu Island - Fiji

La prima volta alle Fiji, è stata quasi
trent’anni fa, con Pete Cabrinha e il
resto del team Gaastra, eravamo stati
qui per girare il video “Angle of Attack”,
che potete vedere su YouTube (http: //
bit .ly / 1PnXbBp). Pantaloncini corti,
windsurf, colori brillanti fluo e un nuovo
sport che stava prendendo piede. A
quel tempo, l’isola di Namotu era solo
un atollo con un paio di cespugli e due
alberi di cocco… Eravamo a Plantation
Island e avevamo preso una barca per
Namotu con l’idea di surfare il reef
break conosciuto ora come Namotu
Lefts. Il vento è side-shore, le onde
lunghe, pulite, normalmente fa caldo
e c’è il sole. Ci sono stato molte altre
volte da quel primo viaggio, sia per
le competizioni di windsurf, sia per
eventi sportivi multi-waterman, e per le
vacanze in famiglia e servizi fotografici,
per il kitesurf e il S.U.P. È davvero un
Paradiso per il kite, offrendo acqua
piatta, per un’uscita facile, così come
belle onde, da ogni mura, dipende da che
parte dell’isola ci si dirige. Anche se ho
fatto kite qui, più volte nel corso degli
anni, questo viaggio è stato eccezionale.

40
WAVE SESSION
Cloudbrake - Namotu Island - Fiji

A
vevo inizialmente previsto
di volare alle Fiji per
lavorare con i ragazzi di Eyeforce,
nel loro documentario
sul kitesurf, chiamato Chapter
One. L’Odissea con Pete Cabrinha
e Keahi, sarebbe finita lì
e, con buone condizioni, anche
Kevin Langeree sarebbe volato
lì per surfare tutti assieme.
È stato una specie d’incontro
tra generazioni, due di Naish e
due di Cabrinha, alla caccia di
sinistre impressionanti… Avevamo
un paio di finestre di periodi
per l’impresa, ma purtroppo
Kevin è dovuto rientrare per il
tour freestyle. Per fortuna, giusto
poco prima di rientrare, un
solido swell è apparso all’orizzonte,
un’ottima e rara previsione…
Così tutto l’equipaggio
ha esteso il soggiorno alle Fiji
ed io sono partito, con Jesse Richman
e Patri McLaughlin, per
un volo last minute. A volte sei
fortunato… e questa è stata una
di quelle volte… Siamo arrivati
proprio mentre stava arrivando
lo swell, assieme all’Aliseo… Con
Pete e Keahi sulla barca, Jesse e
Patri sulla terraferma e Ben Wilson,
Ben Meyer, io e una miriade
di kiters che sono a Namotu,
non era certo una session da
solisti, ma un gruppo impressionante
di riders, pronti a surfare
tutti assieme. Siamo arrivati la
mattina, ma una volta sull’isola,
sistemati i bagagli, Ben Wilson
ed io, siamo andati a Cloudbreak
per dare un’occhiata. Il vento
era appena salito, l’onda di 3-4
piedi, c’erano diversi surfisti in
acqua (lo spot è affollato, almeno
fino a che l’onda non diventa
troppo grande, ndr). L’onda
si svolge attorno alla barriera
corallina a Cloudbreak, il picco
è esterno, side shore, la sua
esposizione lo rende, a volte, un
po’ altalenante. I venti lungo la
barriera, spingono gradualmente
verso destra, rendendo

42
WAVE SESSION
Cloudbrake - Namotu Island - Fiji
il vento sempre più off shore
mano a mano che surfi, e rendendo
pulite e lisce le onde, una
session troppo lontana, e ti ritrovi
in mare aperto con vento
off shore…
Posso stare davvero solo pochi
istanti su una barca, prima di
soffrire il mal di mare… così mi
sono preparato, senza pensare
se il vento fosse o meno sufficiente.
Sono dovuto scendere
dalla barca. Si è rivelato essere
più ventoso di quanto sembrasse,
e in poco tempo anche
Ben, Pete e Keahi, erano fuori,
assieme con alcuni ragazzi di
Namotu, in condizioni forse un
po’ sopra le loro capacità. Uno
di loro ha perso tutto, kite, barra,
tavola, è stato fortunato per
essere riuscito a nuotare indietro,
verso il picco, piuttosto
che verso il reef. Jesse e Patri
hanno scelto di conservare le
energie per il giorno seguente,
per aspettare onda più grande.
È stato una decente session di
riscaldamento, ma Ben e io siamo
usciti abbastanza presto,
c’erano ancora molti surfisti in
acqua…
Il secondo giorno è stato bello
solido, con onde dai sei agli otto

44
WAVE SESSION
Cloudbrake - Namotu Island - Fiji

piedi, e qualche set ancora più
grande, ho surfato con la mia 8
mq Pivot. Ho fatto windsurf per
la prima session, e poi kite il resto
della giornata. Sono goofy e
ho colpito alla perfezione il lip
più volte, prima col windsurf e
poi col kite. La più grande differenza,
per me, tra windsurf e
kitesurf, in un’onda come questa,
è la potenza e la velocità
del bottom. In windsurf, prendo
il picco e faccio il bottom a tutta
velocità, usando tutto il rail
della tavola, per surfare tutta
la sezione. In kite, specialmente
strapless (anche se io esco
con le straps), è difficile fare un
bel bottom profondo quando le
onde sono così grandi. Detto
questo, il kite ha un’accelerazione
incredibile che non si può
paragonare. Se, con il windsurf,
ti fermi dietro il picco, sei finito,
in kite, spesso, puoi aggirarlo o
semplicemente, saltare dietro
l’onda… Ho surfato un paio di
ore in windsurf, sono rientrato
alla barca, e preso la 8 mq.
Il resto del gruppo era già fuori.
Jesse, Patri e Keahi stavano
dimostrando di non aver paura
di nessun mostro, Pete stava
prendendo belle onde, così pure

46
WAVE SESSION
Cloudbrake - Namotu Island - Fiji
i due Ben. I set più grandi erano
a volte difficili da prendere
strapless, ma tutti si stavano
divertendo sicuramente!
Stavo amando le mie session
frontside, resto un surfista che
ama aggredire velocemente e
duramente il lip, colpendolo con
forza, piuttosto che aspettare in
stallo, questo è uno dei motivi
per cui amo ancora surfare con
le straps. Se il vostro obiettivo
è di fare tubi strapless, questo
è il posto! Io ho ancora forse
un po’ di rispetto (paura) a infilare
le mie linee nelle grandi
onde, e il pensiero di avere le
linee avvolte sopra la mia testa
mentre frullo dentro un’onda,
è sufficiente a rendermi molto
prudente in termini di posizionamento.
Entro la fine della
giornata, e soprattutto il giorno
seguente, ero di certo molto più
a mio agio. Guardando Jesse e
gli altri due giovani riders, tuffarsi
in pieno nei tubi e frullare
dentro le onde, perdendo tutta
l’attrezzatura, è stato uno spettacolo.
Io ho fatto di sicuro il miglior
kite della mia vita, e sono
certo che anche gli altri avessero
provato lo stesso…
Quel giorno e il seguente, la

"Se il vostro obiettivo è di
fare tubi strapless, questo
è il posto"

48
WAVE SESSION
Cloudbrake - Namotu Island - Fiji
"ho surfato le più belle
sinistre di tutti i miei anni
lì a Namotu"

condizione è stata perfetta a
Cloudbreak, ma il terzo giorno
è stato il migliore, ho surfato le
più belle sinistre di tutti i miei
anni lì a Namotu. Onde enormi,
vento side-shore, 8 mq di ala,
5’8” Global e sezioni che aspettavano
solo di essere affrontate.
Le sinistre di Namotu non
offrono, di solito, la perfezione
di Cloudbreak, ma quel giorno
è stato tutto perfetto, sezione
dopo sezione. Abbiamo avuto il
miglior vento possibile, lo swell
più potente, in combinazione
con l’essere in compagnia di
un team di amici e riders d’eccezione,
su una delle migliori
onde al mondo su cui fare kite,
ha reso questo viaggio memorabile.
I ragazzi di Eyeforce devono
aver girato immagini memorabili.
Chapter One è il video
che le racchiuderà. Se avete del
tempo e voglia di una meta speciale,
aggiungete Namotu Adventure
Resort alle opzioni del
vostro prossimo viaggio.
Aloha Robby

50
WAVE SESSION
Cloudbrake - Namotu Island - Fiji
CLOUDBREAK
Namotu Island – Fiji
Anche se ho fatto kite qui,
più volte nel corso degli
anni, questo viaggio è stato
eccezionale.

Bravery
Wetstuit 5/3
Available now
2016Collection
Passion; having, compelled by, or ruled by intense
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54
TRIP
Il kite nella meraviglia dimenticata dal tempo
Discovery Channel Live:
7.200 chilometri di viaggio nella Terra
IL
KITE NELLA MERAVIGLIA
Testo Gabi Steindl | Foto Andrew Chisholm, Mathew Tildesley, Steve Johnso

di Van Diemen
DIMENTICATA DAL TEMPO
n, Kimey Ruggenti, Danny O'Donnell, Gabi Steindl

56
TRIP
Il kite nella meraviglia dimenticata dal tempo
Quando il black tiger snake è caduto
dall'albero, mancando l’atterraggio sulla
mia spalla per soli dieci centimetri, e
finendo a terra, proprio accanto al mio
piede destro, ho pensato “ok è la fine”. Ho
fatto un enorme balzo all’indietro, il rettile
scuro mi fissava, non avevo il coraggio
di muovermi, l’ultima cosa che volevo
fare, era di spaventarlo, è così che di solito
attaccano e mordono… Dentro di me,
volevo solo scappare urlando, il cuore mi
batteva all’impazzata. In qualche modo
ho mantenuto la calma, guardando quella
creatura, affascinante e potentemente velenosa…
eravamo solo noi due nella foresta
pluviale, nessuno in giro… A un tratto,
si è voltato, scomparendo tra i cespugli. I
pensieri correvano alla velocità della luce
nella mia testa, ero a 45 minuti dal ritorno
di un’escursione di cinque ore, fino alla
punta più meridionale di questo paradiso
remoto alla fine del mondo, dove la prima
terra si trovava solo in Antardide, a 3444
km di distanza… La guida aveva ragione
su questa zona, “per coloro che cercano la
meraviglia del deserto”. Tutto sembrava
come in una puntata di Discovery Channel,
ma la potevo toccare con mano!

158
TRIP
Il kite nella meraviglia dimenticata dal tempo
Raggiungere South Cape Bay e guardare la distesa
dell’Oceano Meridionale, immaginando la
distanza tra me e l’Antartide, mi dava la sensazione
di essere come il primo esploratore Europeo,
l’olandese Abel Tasman, che per primo vi
aveva messo piede nel 1642, scoprendo quest’isola…
Era stato il governatore generale Anthony
Van Diemen a commissionare questo viaggio, nel
1856 la “terra di Van Diemen” è stata chiamata
Tasmania, in onore dell’esploratore Tasman, ed è
diventata stato dell’Australia nel 1901.
Situata nei Quaranta Ruggenti, e completamente
esposta allo swell dell’Oceano del Sud, era nei
miei obiettivi da tempo. Questo viaggio mi ha
portata a percorrere 7200 km avanti e indietro,
cambiando il biglietto di ritorno ben due volte,
avevo trovato il mio kite-wonderland!
Il vento soffia spesso, non importa, dove tu sia
sull’isola, non sei mai a più di un’ora dal mare,
puoi fare kite ovunque, da una parte all’altra
dell’isola, con spot diversi, wave, freestyle, speed,
nell’acqua più pura e pulita del mondo! Impossibile
scrivere di tutte le esperienze in poche pagine…
mi concentrerò sui punti più salienti…
La mia avventura inizia a Hobart alla fine di Gennaio
dove sono calorosamente accolta da Joanna
e Rob, i proprietari di Tassie Motor Shacks - www.
tassiemotorshacks.com.au - con i quali ero in
contatto da mesi. Anche loro sono amanti dell’Oceano,
Joanna è una velista e Rob un pescatore
professionista. Erano entusiasti della mia idea,
il loro slogan è “Life’s a Beach in a Tassie Motor
Shack”. Ho affittato un furgone da 4, con una comoda
cuccetta, il mio castello e la casa mobile più

perfetta che potessi desiderare. L’ho battezzato
“Zeehaen”, in memoria della nave di Abel Tasman.
Guardando la montagna di attrezzatura che avevo,
80 kg, con due tavole da surf, tre kiteboards,
quattro kite e svariati accessori, Rob ha preso subito
il trapano e ha predisposto un ulteriore spazio
nel retro, per rendere la mia vita nel van molto
più confortevole. Prima di partire, Dusty, il figlio
di Joanna, surfista appassionato, mi ha indicato
tutti i principali spot di South Arm. Soprattutto in
Inverno, quando lo swell colpisce la costa, ci sono
spot per miglia e miglia. “Per noi”, mi dice Dusty,
“uno spot con sei persone è affollato”. “Sei serio?”
Mezza dozzina di persone in acqua… un Paradiso!
Tirando fuori il camper dal deposito, e imboccando
la strada principale, che si chiama “Surf Road”,
il mio sorriso è diventato enorme.
Ho impostato le ruote di Zeehaen per la Penisola
di Tasman, nell'angolo sud-est, che ospita i più
importanti siti del patrimonio detenuto dal Paese
(Port Arthur è il gioiello della corona), e Shipsterns
Bluff, uno dei più massici spot wave del pianeta.
Anche se quel giorno non stava lavorando, sono
voluta andare di persona. È uno spot che si raggiunge
solo in Jet Sky o in barca o a piedi, è a
quattro ore di viaggio tra andata e ritorno, questa
è la Tasmania… è stata una giornata splendida,
cielo azzurro e temperature oltre 20°C, la mia prima
e ultima escursione in infradito. La vista, dopo
45 minuti di cammino, era sensazionale, il tragitto
era duro e scosceso, e pregavo che le mie infradito
non si rompessero. È stato magico scendere di
quasi 200 metri dalla scogliera, e camminare su
alcuni massi sulla barriera corallina che spor

60
TRIP
Il kite nella meraviglia dimenticata dal tempo
ge con la bassa marea, Madre Natura qui esplode
con energia, e così fanno le onde sulla barriera.
Immaginare un grosso swell qui, era piuttosto
scoraggiante. Al ritorno, l’incontro con un gruppo
di escursionisti, vestiti in modo impeccabile
per quel terreno, mi ha insegnato che percorrere
questi terreni in infradito, potrebbe voler dire, tornare
indietro scalzi… Importante usare sempre le
scarpe adatte, non solo per il terreno, ma anche
per i serpenti!
Dopo la mia prima uscita, il giorno seguente, a
Roaring Beach, e piacevolmente sorpresa dalla
temperatura dell’acqua, mi ha colpito la strada
per Marrawah, nell’angolo Nord-Ovest. Ho preso
la strada verso gli Altopiani Centrali, durante
il viaggio ho capito il perché di controllare sempre
il carburante, le stazioni di servizio sono piccole,
lontane, proprio come le persone sono poche in
Tasmania… per strada non c’è quasi nessuno, la
lontananza, la vastità e la scarsità di popolazione,
sono una delle bellezze di questo posto! La vita
moderna si trova solo nelle maggiori città dell’i-

sola e, viaggiando nelle strade di campagna, ci
si sente come catapultati almeno 30 anni indietro
nel tempo. La gente è bella e genuina, gentili
per istinto, gran parte dei paesi ha popolazione di
due cifre, e molti di una cifra sola. La Shack Culture,
costruzione tipica della Tasmania, spesso eccentrica,
è assolutamente unica. Gran parte della
costa e delle sue città, sarebbero perfetti come
set per un surf movie.
Per chi insegue il vento e le onde, Marrawah (popolazione
400) è il top in Tasmania. Questo tratto
di costa è conosciuto come la “Wild West”, con
onde che s’infrangono per quasi 17mila chilometri,
alimentate da venti prevalenti di Sud-Ovest…
le condizioni possono essere davvero estreme
qui. L'anno scorso la Red Bull Storm Chase si è
svolta proprio qui, in condizioni folli, in uno spot
chiamato “Back of Lighthouse” (BOL), che ha bisogno
di più di sei metri e più per lavorare. Nel
selvaggio West si possono avere condizioni abbastanza
hard, ma anche spot per riders meno
esperti. Arrivati nel tardo pomeriggio, il vento sof

62
TRIP
Il kite nella meraviglia dimenticata dal tempo

fiava per bene, e sono riuscita a fare una nella
kite session, appena prima del tramonto, a Bluff
Beach, una lunga spiaggia di sabbia con alcune
belle secche. I giorni seguenti, il vento ha girato,
e mi sarei potuta dirigere verso la costa orientale,
per fare kite lì, tuttavia ho deciso di rilassarmi in
Occidente, esplorando i dintorni. La maggior parte
delle interruzioni della costa, sono spiagge. Lighthouse
e Kelpies sono i miei spot favoriti, e mi
sono potuta godere delle session di surf, completamente
da sola. Di solito, si spera sempre di essere
pochi in acqua, ma qui, nei giorni più grossi,
ho spesso desiderato veder spuntare almeno un
altro surfista! I venti off shore sono abbastanza
intensi, l’acqua è un pochino fredda, ma le onde
sono piuttosto “calde”. Ho adorato il commento
di un local, nel vedere la mia espressione sul viso,
quando sono finita a rocce dopo una frullata con
35 nodi offshore “Andiamo ragazza, è solo un po’
di brezza della Tasmania”. Un’altra cosa alla quale
mi sono dovuta abituare un po’ sono state le
alghe. In Tasmania non sono come altrove, ma
assolutamente giganti, sembrano sempre mostri
marini. Dopo un po’ mi sono abituata e hanno anche
i loro vantaggi, poiché si sviluppano principalmente
sulla barriera, possono essere un buon
cuscino, quando le cose non vanno proprio bene
surfando…
In viaggio verso Sud, a circa 50 km da Marrawah,
ho trovato Arthur River (popolazione 50 anime…),
una città pittoresca. La costa Sud si chiama The
Edge of The World, e il perchè è abbastanza ovvio.

64
TRIP
Il kite nella meraviglia dimenticata dal tempo
Il mare, a Ovest, è la più lunga distesa ininterrotta
di mare del pianeta, dall'Argentina, le correnti arrivano
senza essere spezzate, fino dall’altro lato
della terra. Regolarmente sferzato dai Quaranta
Ruggenti, con le conseguenti onde dell’Oceano
Meridionale di più di 50 piedi. C’erano legni sulla
spiaggia, apparentemente senza fine… alberi interi,
veramente impressionante.
In quei giorni a Marrawah, ho avuto modo di incontrare
"Tappo", un windsurfista locale, una specie
di leggenda, conosce le condizioni come il palmo
della sua mano, ed è diventato il mio oracolo
sul meteo e soprattutto un caro amico. Ho passato
molte serate con lui e sua moglie Hazel, nella
loro casa che si affaccia su Greens Beach e Mount
Cameron, un patrimonio dell’umanità aborigeno,
dove si possono trovare incisioni e dipinti, sulla
morbida arenaria. Tappo lavora nella stazione dei
Ranger di Port Arthur, sa tutto sulla fauna locale,
ed era felice di rispondere alle mie domande sul
misterioro “Taz”. Marrawah è il luogo dove ci sono
il maggior numero di Diavoli di Tasmania, un povero
animale che si è estinto da ogni parte, per
colpa dei dingo, e che ora vive solo in tasmania.
Per lo più sono animali notturni, spesso investiti
purtroppo dalle auto. Negli ultimi anni sono molto
minacciati da una malattia che causa tumori
facciali e morte prematura, gli scienziati stanno
studiando le cause, sperando che un’altra creatura
unica, non finisca per essere estinta… La fauna
selvatica, in Tasmania, è incredibile, il 40% dell’isola,
sono parchi nazionali. Un vero dono di Madre
Natura poter osservare piccole e uniche creature,
che vivono solo qui. Un giorno, Tappo, ha
preso un 4x4 e mi ha portato nel profondo Sud,
l’infame Balfour Track è un percorso difficile per

4x4 e molte automobili si perdono ogni anno qui,
per colpa delle sabbie mobili, o perché ingoiate
dal mare con l’alta marea. Avevo con me l’attrezzatura,
ma i 40 nodi in mare aperto, non erano
proprio le condizioni giuste per avventurarsi in
acqua da sola. Sandy Cape è una spiaggia di dune
immense, siamo rimasti impantanati in maniera
pericolosa, rischiano di finire nelle statistiche delle
vittime del Southern Ocean…
I giorni seguenti sono stati benedetti da un po’ di
onda, bellissimo sole e vento piacevolmente sui
20 nodi. Ho fatto kite in diversi spot, ci sono circa
20 spot da onda, anche se sono un po’ disordinate
per colpa dei venti prevalentemente onshore
della zona. Se avete con voi il freestyle, controllate
le maree a Port Sorell, dove la bassa rivela un
bel banco di sabbia che crea uno spot di acqua
piatta. La zona attorno a Stanley, a circa 50 km a
Nord di Marrawah, vanta il miglior spot di acqua
piatta, oltre a diversi spot wave.
Anche se mi ero ormai innamorata della solitudine
del selvaggio West e del surf, ho deciso che
era ora di esplorare altre zone della “Apple Isle”.
Sono arrivata nella notte sulla costa Orientale, la
mattina mi sono svegliata in un parcheggio di Binalong
Bay, ho aperto gli occhi su una spiaggia
bianco neve, con l’acqua turchese. La sabbia era
spettacolare, cigolava sotto i piedi, alle due estremità
dei massi di granito, uno sorprendente color
arancio, dovuto ai licheni che crescono sulle rocce.
La costa orientale centrale, è più sviluppata,
con cittadine turistiche come St.Helens, Scamander,
Bicheno, con molti spot surf e kite. Le onde
sono più piccole che sulla costa occidentale. Qui
ho mangiato le mie prime Ostriche della Tasmania,
l’industria delle ostriche è un settore molto

66
TRIP
Il kite nella meraviglia dimenticata dal tempo

sviluppato in questa zona, si possono comprare
delle ostriche super fresche a circa 9 dollari australiani,
inutile dire che ho mangiato più ostriche
qui, che in tutta la mia vita! L’abalone (orecchia
di mare) è un altro frutto di mare in taglia XL in
Tasmania. Un clou della costa orientale, è Coles
Bay, nel parco Nazionale di Freycinet, The Hazards,
una catena di montagna aspra di granito,
che brilla di luce rosa, e Wineglass Bay, una baia
con la sabbia bianco neve. Non dimenticherò mai
le session in freestyle nello spot di Swanwick, o
cavalcare le onde blu profondo a Friendly Beache,
solo a 15 km a nord di Coles Bay, e vedere la luna
sorgere in mezzo al mare… sono ricordi che resteranno
sempre nel mio cuore di kiter…
Un allarme swell mi ha fatto tornare a Marrawah,
arrampicandomi sulla strada scoscesa che porta
al villaggio alpino, una città fantasma, deserta
in estate, la strada più spaventosa che abbia
mai percorso nella mia vita “hardcore Tasmania”,
ho pensato tra me e me… questa strada sarebbe
proibita al transito in Europa! Ho parcheggiato al
mio posto preferito “Lighthouse”, che guarda verso
la spiaggia, sentivo il vento fortissimo sul mio
van, tanto che non riuscivo nemmeno ad aprire
la porta, sarebbe stato da suicidi fare kite lì quel
giorno… così sono andata verso la “Edge of the
world”, a vedere il lato selvaggio di Madre Natura.
Il giorno seguente, il vento era più gestibile e
sono andata a fare kite a Lighthouse. Adoro le
onde grandi, ma ammetto che sia completamente
diverso del fare kite a casa in West Australia…
intorno a Marrawah, spesso le onde si trasformano
in pesanti lavatrici. A Westerly, sono spesso
enormi e fuori controllo, la perfezione è inafferrabile,
quasi quanto avvistare un Tasmania Tiger…
ma tutto questo fa parte dell’esperienza del selvaggio
West!
Per chi cerca, e con un po’ di fortuna, tutti gli elementi
su allineeranno, questa è la bellezza di Madre
Natura. Ho affrontato con piacere la sfida di
condizioni diverse ed estreme per miglia e miglia,
ho avuto una session memorabile nel mare turchese
della Greens Beach, ai piedi del monte

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TRIP
Il kite nella meraviglia dimenticata dal tempo
Cameron. Ho aspettato, sul mio van Zeehaen, un
attraversamento di mucche in slow mo… fino a
crollare esausta nel mio attico su ruote…
Trial Harbour sulla costa centro-occidentale è il
mio spot preferito, non solo per il surf. Ci sono
solo 14 abitanti permanenti, è circondato da ripide
montagne verdi, con un campeggio proprio
in riva al mare… è stato difficile lasciare questa
cittadina di baracche dopo qualche giorno indimenticabile.
Visitando Bruny Island, si naviga a
Cloudy Bay, uno dei più importanti surf break
di Tassie, indimenticabile! Ho avuto un incontro
speciale con un Wallaby bianco, il “local” più famoso
della zona.
Poco prima della mia partenza prevista da Apple
Isle, ricevo una telefonata da Tappo: "Gabi, Back of
Lighthouse (BOL) potrebbe essere buono giovedì,
dovresti venire e portare con te il miglior fotografo
che trovi ". Non ci è voluto molto a convincermi...
Il problema era convincere uno dei migliori
fotografi locali di surf di farsi 6 ore di auto da
Hobart con me. Sono riuscita ad accordarmi con
Andrew Chisholm alias "Chiza", il fotografo che ha
vinto più Big Wave Awards. Sono anche riuscita a
organizzare due moto d'acqua per i giorni-in-prospettiva,
per le diverse angolazioni in mare e per
la sicurezza nel caso in cui qualcosa fosse andato
storto. Le acque intorno BOL non sono gentili e
con venti forti, lo spot è estremamente pericoloso.
La notte prima dello swell che doveva arrivare,
Chiza e io abbiamo iniziato il viaggio per il
selvaggio West.
Quando ci siamo svegliati la mattina successiva,
lo swell era arrivato. La boa del Bureau of Meteorology
leggeva 8-12 metri. Tuttavia, guardando
fuori dalla finestra e attraverso la pioggia pesante,
era assolutamente devastante. Il tempo non è
migliorato, anzi è peggiorato, la pioggia è aumentata,
e così il vento, raggiungendo i 50 nodi… ero
davvero giù… Per tiraci su, io, Tappo e Chiza, siamo
andati alla Marrawah Taverna, per una birra, il
giovedì è pieno di agricoltori… inutile dire che ero
l’unica donna in quel bar… La mattina successiva
non è stata meglio, pioveva, le onde erano calate…
il tempo, in Tasmania, è imprevedibile, anche
i locals a volte sbagliano. Il cielo si è schiarito nel
pomeriggio. Nei due giorni seguenti, Chiza ha potuto
scattare qualche session divertente, con bel
tempo e vento costante. Poi è arrivato il momento
di salutare Marrawah per l’ultima volta, Chiza
ha ricevuto una telefonata per una previsione a
Shipsterns Bluff e doveva andare a scattare. Questa
volta, la previsione ci ha azzeccato.

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TRIP
Il kite nella meraviglia dimenticata dal tempo

Ero seduta sui grandi massi, guardando uno dei
migliori Big Wave Surfing Show di tutta la mia
vita. Tutti i locals più forti erano in acqua, Marti
Paradisi, i fratelli Tyler e James Hollmer-Cross,
Danny Griffith, James Mc Kean etc.
Ho guidato Zeehaen fino alla fine della strada a
Sud, a Cockle Creek, tre abitanti, per le nostre ultime
due notti, era arrivata la parte finale della
mia avventura nella Terra di Van Diemen. Situato
ai margini della World Heritage Area della Tasmania,
è una splendida baia, nell’ambiente più tranquillo
e pacifico della Tasmania. Ho festeggiato
in puro stile Tassie, con un buon fuoco e alcune
ostriche fresche raccolte dal torrente, quasi delle
dimensioni dei miei piedi!
Mi sono innamorata di questo paradiso del kite, e
non posso negare che Tassie mi abbia stregato…
il ricordo della sua bellezza, degli spazi immensi e
selvaggi, delle bellezze naturali, vivrà per sempre
in me! Ci sono tantissimi spot vergini per surf e
kite, in attesa di essere scoperti dalle generazioni
future di avventurieri…
Ora tocca a voi!
© Gabi Steindl 2015 www.kitegabi.com

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TRIP
Il kite nella meraviglia dimenticata dal tempo
INFO
La Tasmania è un luogo puro,
intatto, uno degli ultimi grandi
deserti temperati del mondo,
dove potete scoprire fauna
selvatica, paesaggi e vegetazione
diversa da qualsiasi altra
zona del pianeta. Un Paradiso
degli sport di azione e la 26esima
isola più grande al mondo,
che accoglie tutti gli amanti del
mare, offrendo spot infiniti, vista
l’abbondanza di costa.
COME
ARRIVARE
Non ci sono voli diretti internazionali
da e per la Tasmania. Ci
sono voli regolari via Melbourne,
Sydney e Brisbane. In alternativa,
molti visitatori partono
da Melbourne via mare sulla
Spirit Of Tasmania.

VISTI
I viaggiatori che entrano in Australia
con un passaporto straniero
avranno bisogno di un
visto indipendentemente dagli
scopi o dalla durata del loro
soggiorno.
COME
MUOVERSI
Viaggiare in camper è la soluzione
migliore in Tasmania.
Tassie Motor Shacks è gestito
da due persone speciali, Jo
e Rob, vi verranno a prendere
in aeroporto e dispongono
di una flotta di 60 furgoni, per
poter soddisfare ogni viaggiatore
e budget. Sono a soli 7 km
dall’aeroporto di Hobart, su una
splendida spiaggia lunga ben
sette miglia. Se volete viaggiare
a Apple Isle, questo è il sito che
dovrete contattare www.tassiemotorshacks.com.au.
La Tasmania
ha molte strade sterrate,
ma la maggior parte sono a
posto per il transito da parte di
auto normali, anche non 4x4. Le
strade sono comunque strette,
e non lasciano molto margine di
errore, l’abbondante fauna selvatica
è sempre un pericolo, la
quantità di incidenti testimonia
la follia alla guida di notte, ma si
consiglia cautela anche durante
il giorno. Consiglio di stipulare
un’assicurazione di viaggio prima
di partire, per coprire qualsiasi
evenienza. Tenete d’occhio
sempre il livello del carburante,
le stazioni di servizio, in alcune
zone, sono inesistenti e sperse
in zone di campagna. Fate sempre
scorta nei grandi centri abitati,
i negozi, fuori dei centri più
grossi, possono essere davvero
scarsi e con scorte limitate.
DOVE DORMIRE
& PARKS PASS
Non c'è dubbio che il campeggio
sia uno dei modi migliori per
scoprire Tassie! La maggior parte
dei parchi nazionali ha campeggi
(a pagamento o gratuito
- in ogni caso, avrete bisogno di
un Parks Pass), e ci sono molte
aree di campeggio libero anche
fuori dai parchi. L’ingresso ai 19
parchi nazionali della Tasmania
richiede un pass che si può acquistare
in qualsiasi “visitor &
travel information centre” oppure
online su www.parks.tas.
gov.au.
CIBO
Tassie è il paradiso dei buongustai.
Salmone, ostriche, capesante,
polpi, trote selvatiche
e Rock Lobster della Tasmania,
sono serviti nei migliori ristoranti
di tutto il mondo. Qui
è possibile avere prelibatezze
fresche come in nessun altro
luogo. Formaggi, vini, clima fresco
e alcuni delle più importanti
marche di birre e whisky
dell'Australia, sono prodotti qui.
Negozi specializzati che vendono
produzioni locali si trovano
in abbondanza. Concedetevi più
prodotti locali che potete!
CLIMA
Grazie alla sua posizione nei
Quaranta Ruggenti, il tempo,
in Tasmania, può cambiare più
volte al giorno, in qualsiasi momento
dell'anno. C'è un detto
qui sull'isola "Se non ti piace il
tempo, torna tra mezz'ora".

74
TRIP
Il kite nella meraviglia dimenticata dal tempo
Quindi, è una buona idea quella
di portare molti strati di vestiti,
un po' di biancheria intima
termica calda, guanti, felpa con
cappuccio e una giacca per la
pioggia. Le temperature variano
da circa 15-30° C in Estate (Dicembre-Febbraio)
e 4-12° C in
Inverno (Giugno-Agosto).
Il periodo migliore per visitarla
è l'Estate, Gennaio e Febbraio
sono i mesi più affidabili in
termini di vento con intensità
diverse, ho usato con la stessa
probabilità la mia 10 mq e la mia
5 mq. L’Inverno tende a essere
tempestoso, umido, con pioggia
e la maggior parte del tempo
con il cielo coperto, meglio evitare
questo periodo dell’anno!
In Primavera, da Settembre a
Novembre, il tempo è inaffidabile,
cambia repentinamente,
molto ventoso e piovoso. Le
temperature dell’acqua vanno
da un picco di 18-20°C in Estate,
ai 10-13°C dell’Inverno. Io sono
in genere freddolosa, ma ero a
mio agio col la 3/2 in Estate e la
4/3 in Inverno.
SERPENTI
La Tasmania è sede di tre razze
di serpenti, il Tiger Snake, Copperhead
e Tayassu Whip Snake,
che sono tutti velenosi. La buona
notizia è che i serpenti sono
altrettanto diffidenti nei confronti
del genere umano. Con
un po' di conoscenza e cura, le
probabilità di essere morsi da
un serpente in Tasmania, sono
molto basse. Di solito scivolano
via prima che tu sia troppo vicino.
Calzature solide e lunghe e
jeans spessi, sono sempre una
buona idea. L’ultima persona
morta per un morso di serpente
in Tasmania è stata nel 1977
ed era un allevatore di serpenti,
e l’ultima morta in boscaglia,
è stata nel 1966, quindi i rischi
sono piuttosto bassi. La cosa
migliore se si vede un serpente,
è quella di evitare che le vostre
strade s’incrocino, solo se un
serpente si sente intrappolato o
minacciato, diventa aggressivo.
Purtroppo molte persone hanno
paura dei serpenti, ovviamente
quelli velenosi meritano
rispetto, ma si ha più probabilità
di morire per punture di api, o
per mano del coniuge!
ULTIMO MA
NON MENO
IMPORTANTE
MONA, il Museum of Old and
New Art, da 75 milioni di dollari,
aperto a Hobart nel Gennaio
2011, ha fama mondiale ed è
in assoluto un da vedere! Basato
su scene di nudo, sesso e
morte, l’arte rappresentata, è
straordinariamente innovativa.
Descritta dal suo filantropico ed
eccentrico proprietario, David
Walsh, come la Disneyland sovversiva
per adulti, offre tre gallerie
espositive sotterranee, con
più di 400 opere, spesso difficili
e controverse, ma mai a corto di
valore e di emozione.

D A I L Y
W O R K
W E A R
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PHOTO STORY
Indonesia Captions
a photo story by reo stevens
Foto: Jason Wolcott/ LEWHS | Testo: Reo Stevens

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PHOTO STORY
Indonesia Captions

Prima della rivoluzione delle briglie nel kite, ero un rider unhooked.
All’epoca era l’unico modo in cui mi sentivo libero nei
movimenti del corpo, pur avendo un kite tra le mani. Attraverso
il corretto posizionamento della vela e con la giusta tecnica, potevi
muoverti senza avere depower, con il kite che tirava nella direzione
in cui volevi andare. Lo stesso concetto vale ancora oggi,
ma nel corso degli anni, gli aquiloni hanno fatto passi da gigante
con l’introduzione del brigliaggio e del modo in cui volano. Oggi
mi trovo raramente a surfare unhooked, e sfrutto bene le capacità
di depower e di drift dei moderni kite da wave. In questo scatto,
ho spinto la barra il più possible lontano dal mio corpo, per
sfruttare il depower del mio kite il più possibile.

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PHOTO STORY
Indonesia Captions
Una delle cose migliori del fare surf con un aquilone in mano, è
che la sua potenza, dà la possibilità di andare più veloce, saltare
più in alto, e fare turn più aggressivi di quanto si possa fare senza
un kite. Ho iniziato a fare kiteboarding, proprio per avere la possibilità
di saltare. L’idea di fare un salto di 40 piedi in acqua piatta,
è un qualcosa che mi piace anche oggi. Tuttavia, le manovre aeree
strapless, non sono il mio forte. Le cose che fanno alcuni rider
adesso, sono da capogiro, e il loro limite è ormai solo l’immaginazione.
Personalmente, ho un paio di moves nel mio repertorio
strapless, e mi concentro a migliorarle, per renderle più fluide e
più alte. In questo scatto, sto cercando di arrivare il più in alto
possibile in uno straight air.

84
PHOTO STORY
Indonesia Captions

Amo i bottom turn. Ci si concentra sempre a osservare ciò che
le persone fanno sulla parte superiore dell’onda, che si tratti di
un turn potente o di un aerial, ma non si deve mai dimenticare,
che tutto inizia da un buon bottom turn. È anche il punto in cui
si inizia a valutare l’onda che frange, e si prende la decisione su
come affrontare la sezione, e su quale tipo di turn fare, una volta
raggiunto il lip.

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PHOTO STORY
Indonesia Captions
Questa particolare onda, in Indonesia, è stato il primo posto in
cui mi sia mai intubato in kite. Al momento, ho pensato di aver
trovato il “Sacro Graal” del mondo wave, perchè la maggior parte
delle onde si rovina, quando il vento si alza. La forza aggiunta del
vento, può far crollare un tubo perfetto, negando ogni possibilità
di intubarsi con un kite in mano. Tuttavia, quest’onda, è stata
la prima che ho trovato le caratteristiche perfette, anche con 20
nodi di vento. Il lato verso il mare aperto, in combinazione con le
basse maree indonesiane, fanno sì che la barriera corallina venga
fuori dall’acqua e blocchi il vento di fetch, mantenendo, così,
l’onda liscia. Sono passati dieci anni da quando ho fatto kite per la
prima volta in quest’onda e, anche se è difficile da trovarla buona,
è ancora una delle onde tubanti più consistenti che abbia mai
surfato.

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PHOTO STORY
Indonesia Captions
Sono una di quelle persone che difficilmente usa una board bag.
Ogni anno ricevo i miei nuovi kite, li tolgo dalle sacche, e li metto
nel retro del mio furgone, ed è lì che stanno tutta la stagione... Li
ho sempre usati e abusati, e non ho mai avuto problemi, ormai i
kite sono ben fatti. Non ho mai capito il perchè di tanta cura nel
fare le sacche delle vele con tutte quelle tasche per barra e pompa…
fino a quando il mio unico mezzo di trasporto non è stato
una moto…
Dopo il mio primo viaggio in Indonesia, senza aver portato nemmeno
una sacca, non ho mai dimenticato di portarne una nei
viaggi successivi. Si può passare attraverso le risaie con tre kite in
una sacca con tutti gli accessori, senza preoccupazioni…

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PHOTO STORY
Indonesia Captions

La maggior parte degli scatti che vedo sulle riviste, sono presi da
vicino, sul rider. Il fotografo tiene il focus sul rider, nel modo più
stretto possibile, sia con un grandangolo, sia con un teleobiettivo.
Di solito, ciò rende lo sponsor felice, perché il prodotto è proprio
davanti agli occhi del lettore, trascurando quanto potrebbe essere
bello uno scatto realizzato da più lontano. Adoro questi scatti, dicono
molto di più di uno ravvicinato all’azione, mi piace essere
in grado di vedere cosa succede attorno al rider. Questo, in particolare,
mostra bene la posizione… Quest’onda rompe solo quando
una grande alta marea riempie e copre le rocce sul lato interno
(con la bassa marea, qui, non c’è onda). La costa è ricoperta di
alberi e arbusti molto vicini al bagnasciuga, ciò fa sì che l’onda sia
completamente coperta dal vento, ma a causa del fitto fogliame,
non si trova vento sotto i 40 piedi. Bisogna tenere il kite sopra la
linea degli alberi, o si rischia lo stallo… con conseguente lavatrice
sulle rocce sottostanti…

92
PHOTO STORY
Indonesia Captions

Sulla North Shore il vento proviene da destra e, crescendo come
windsurfista, ho imparato a surfare sempre front side. Non ho
pensato a questa cosa per molto tempo, sentivo solo una sensazione
scomoda con la barra nella mano posteriore, quando normalmente
era la mia anteriore, ma niente più. Negli anni mi
sono allenato a lavorare frontside su entrambe le mura, tanto che
molti mi chiedono quale sia la mia posizione naturale. Tuttavia
apprezzo ogni occasione che ho di prendere una sinistra, non c’è
sensazione migliore di fare un turn così aggressivo sul lato normale,
ci si sente, semplicemente, “naturali”…

94
ITW
Ian Alldrege
ITW Roberta Pala | Foto Stu Gibson e Ian Alldredge

IAN ALLDREGE

96
ITW
Ian Alldrege
Nome: Ian Alldredge
Data di nascita: 19 Giugno 1988
Home spot: Ovunque lungo la West Coast, California
Sponsors: TDZ, BWSurf, DAKINE, Blenders Eyewear, DSD Intel
e REAL Watersports
Anni di kite: 15
Spot preferito: Sushi Bar
Altri sports: Mountain Bike, Surf, Birra... & SUP Yoga ;)
KS_Siamo abituati a sognare con i tuoi video e i tuoi scatti, raccontaci
qualcosa di te, dove vivi, di dove sei, come ti sei avvicinato al
kiteboarding…
TDZ_Sono nato e cresciuto a Santa Barbara in California. La città
dove vivo ha una forte comunità di surfisti e ho passato sempre la
maggior parte del mio tempo nell’Oceano. Ho visto per la prima volta
un kite più di quindici anni fa, era Estate, e di solito non ci sono
onde… Ho imparato assieme a mio padre, abbiamo visto nel kitesurf
una grande opportunità di trascorrere più tempo in acqua assieme,
quando le condizioni non erano ideali per il surf. Da allora non siamo
più tornati indietro…

98
ITW
Ian Alldrege
KS_Sei orientato soprattutto al surfare strapless, cosa ne pensi
della nuova realtà del freestyle strapless?
TDZ_Non ho mai pensato al freestyle strapless, perché non lo trovo
molto attraente per me. Sono nato come un surfista, e la mia
passione è cavalcare le onde e non i laghi! Quando non c’è onda,
il più delle volte, nemmeno esco in mare. Per me il surf strapless è
surf style, e più grandi sono le onde, meglio è!
KS_Quando non ci sono le condizioni ideali per surfare, come
passi le tue giornate?
TDZ_Se proprio non c’è swell, amo fare dei giri in mountain bike.
KS_La tua vita ruota attorno all’oceano, com’è nata questa tua
passione?
TDZ_La mia passione per l'oceano deriva probabilmente da essere

stato cresciuto a stretto contatto con il mare.
KS_Viaggiare è una delle tue passioni, cosa ti ha impressionato
di più del tuo ultimo viaggio nelle Filippine?
TDZ_Viaggiare è un lavoro impegnativo, ma a volte quando si trova
qualcosa di speciale, ciò vale il viaggio. Nelle Filippine ho trovato
alcune onde incredibili ed è stato ventoso ogni giorno. Non sapevo
cosa aspettarmi quindi le mie attese erano piuttosto basse, e
quando sono arrivato lì tutti i dubbi sono stati spazzati via dalle
buone condizioni.
KS_Non partecipi quasi mai a gare internazionali, sono lontane
dalla tua visione del kiteboarding?
TDZ_Non ho ancora visto una gara di puro strapless riding. La
maggior parte delle gare, sono di freestyle strapless in acqua piatta,
e non è certo la mia passione. Soprattutto non riesco ad essere
motivato nel viaggiare con 30-40 persone per poi uscire tutti in
uno stesso spot. Preferisco poter viaggiare con un paio di amici a
surfare in spot poco affollati.
KS_Qual è il tuo obiettivo nel kiteboarding?
TDZ_Divertirmi e godermi ogni istante…

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ITW
Ian Alldrege
KS_La tua tavola… su cosa ti sei focalizzato per la progettazione
della tua pro model e quali sono le sue caratteristiche di costruzione,
shape e uso?
TDZ_Non posso davvero parlarne. La cosa più importante che posso
consigliare è di farsi fare la tavola da uno shaper di tavole da surf
e non di comprare una tavola di serie. Attualmente vedo tantissime
aziende di kiteboarding che sono introdotte nell’ambiente del surf
con il kite, ma che non sono ancora riusciti a creare una tavola che
sia adeguata. Io ho bisogno di una tavola con un bel flex, bei rails,
forte ma leggera, sto attento alla posizione delle pinne, al rocker…
Ci sono un sacco di ingredienti che fanno una buona tavola da surf.
Surfare con una tavola normale da surf di uno shaper locale, questo
fa la differenza!
KS_Il kiteboarding è cambiato moltissimo in questi ultimi anni,
quale pensi sarà il prossimo step?
TDZ_Mi piacerebbe vedere i materiali sempre più semplici. Per me,
meno è più.
KS_Il rapporto con i tuoi sponsor e i tuoi materiali…
TDZ_La mia attrezzatura è molto importante per me, ho bisogno
di avere fiducia e credere nei materiali che uso. A volte ti trovi in
condizioni di vita o di morte, dove la sopravvivenza dipende dalla
sicurezza dei materiali. Cerco sempre di lavorare per migliorare i
prodotti, per renderli più semplici e sicuri.
KS_Un viaggio immaginario, portando solo una tavola e una
vela, cosa scegli?
TDZ_La mia 8 mq, la 5’7” e scendere giù per la strada da casa mia
al local beach break, per surfare con tutti i miei amici.

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ITW
Ian Alldrege
"È TUTTA UNA QUESTIONE DI LIBERTÀ"
KS_Tra le big waves del mondo, c’è qualche onda che resta ancora
un sogno da realizzare?
TDZ_Mavericks, Nazare o qualche altra potente destra.
KS_Una caratteristica che vorresti rubare ai tuoi compagni di
team.
TDZ_Vorrei rubare le competenze di Josh Mulcoy e Ben Bourgeois,
sono due grandissimi riders e sono molto divertenti anche da
guardare.
KS_Grosse onde strapless o strapped? Usi mai le straps?
TDZ_Cosa sono le straps? Haha mai! Se dovessi mettere delle
straps sulla mia tavola smetterei di fare kite o comprerei una tavola
bidirezionale…
KS_Il nostro magazine si chiama Kitesoul, perché crediamo che
la nostra anima sia legata a doppio filo con questo sport. Come
ti senti quando sei nell’Oceano?
TDZ_È tutta una questione di Libertà…

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EVENTI
World Snowkite Contest 2016 - SnowKite Roccaraso
WORLD SNOWKITE CONTEST 2016
SNOWKITE ROCCARASO
Il Format perfetto per esprimere il concetto di Freeride…
Testo Courtesy World Snowkite Contest, Snowkite Roccaraso | Foto Bertrand Boone

Niccolò de Simone e Tommaso
Caldani, sono gli organizzatori
del World Snowkite Contest...
Il format perfetto per esprimere
il Freeride
Anche quest'anno, il comprensorio
dell'Alto Sangro ha creduto
nel progetto Snowkite.
Ospiterà atleti selezionati provenienti
da tutto il mondo che si
sfideranno in una competizione
unica nel suo genere e che, a
nostro modo di vedere, non solo
esprime lo spirito dello Snowkite
ma potrà essere facilmente
applicata ad altre competizioni.
D. Niccolò, quali sono le regole?
R. Semplici e allo stesso tempo
complesse, massima libertà e
possibilità di scegliere il proprio
percorso, con l'obiettivo di percorrere
in una determinata unità
di tempo più chilometri, più
variazioni in altezza e più perimetro
complessivo della traccia,
attraverso l'utilizzo di un GPS.
Esattamente quello che ognuno
di noi vorrebbe fare quando
pratica lo snowkite! Non andare
avanti e indietro sempre nello
stesso posto, bensì scoprire e
mettere i propri sci o snowboard
sempre su neve nuova, con
l'obbligo di dover tornare al punto
di partenza. La scelta del perimetro
esterno della traccia ha
richiesto un grande sforzo matematico
e richiede un software
dedicato, che è stato impostato
dal team di Kitetracker.com.
Quest’ apparente semplicità, richiede
uno sforzo notevole per
la strutturazione dei dati GPS e
per la loro refertazione, al fine di
ottenere la classifica senza l'intervento
soggettivo del Giudice.
Ha, però, il vantaggio di consentire
all'atleta di competere
sempre e comunque, obbligandolo
ad analizzare il contesto
esterno, in modo molto attento.
Non esistono, infatti, passaggi
obbligati dalle boe, è il rider
che deve rispettare il tempo, e
potrà semplicemente navigare
consapevole che la sua navigazione
stia determinando il suo
punteggio.
Gps Formula e le regate classiche.
I rider più esperti sanno
sempre dove sia il vento e si
spostano con lui…
D. Una scelta in controtendenza
rispetto alle regate?
R. L'organizzazione non toglie
valore al posizionamento di
boe e quindi di passaggi obbligati,
tuttavia, ha scelto di portare
avanti questo progetto in
virtù dell'incredibile elasticità e
applicabilità che può avere in
montagna. Il contesto montano
è, per sua natura, sottoposto a
maggiore variazione nella direzione
e nell'intensità dei venti,

106
EVENTI
World Snowkite Contest 2016 - SnowKite Roccaraso
dovuti oltre che dall'altitudine,
soprattutto dalla conformazione
delle montagne, che fa sì
che, nel giro di pochi metri, un
rider possa avere vento e l'altro
assolutamente no. Ebbene,
l'abilità dei più bravi, è proprio
nell'essere sempre dove il vento
è presente e tuttavia arrivare
lontano dal punto di partenza
iniziale (perimetro maggiore).
Questa variabilità delle condizioni
non consente agli organizzatori,
a meno di non essere
in contesti molto stabili (laghi
ghiacciati ad esempio), di prevedere
l'andamento del vento
su tutto il campo di regata. Per
tale ragione se il vento si sposta,
per noi, è importante che si
sappia spostare anche il rider. È
sostanzialmente questa la differenza
tra un rider con esperienza
e uno che ha iniziato da
poco. L'esperto lo riconoscerete
subito... sa sempre dove sia il
vento e si sposta con lui!
La sicurezza
D. La sicurezza?
R. Siamo consapevoli che il rischio
0 non esiste e che, volendo
salvaguardare il divertimento
degli atleti, abbiamo accettato
una notevole complessità da un
punto di vista logistico e di sicurezza.
Se non ci sono percorsi
stabiliti o probabili, è impossibile
prevedere segnaletica ovunque
o individuare e comunicare,
per esempio, la presenza di sassi
o rocce. Per uno snowkiter,
l'esistenza di barriere fisiche e
passaggi stretti è all'ordine del
giorno, diversamente dall'acqua,
dove questo problema è
generalmente assente. Per tale
motivo, abbiamo dedicato la
competizione ai migliori rider al
mondo che occupano posizioni
di rilievo nel ranking delle altre
competizioni. Abbiamo inoltre
richiesto l'utilizzo dell’ARVA
(pala e sonda), perché riteniamo
che debba far parte del DNA
di tutti i freeriders, consapevoli
che questo requisito base potrebbe
escludere la partecipazione
di alcuni all'evento (chi
non ne è equipaggiato, non può
partecipare). Siamo tuttavia
convinti che in montagna, lontano
dalle piste, è fondamentale
poter essere individuati o aiutare
un compagno in difficoltà.
Un parere sulla didattica
D. Che differenza c'è tra acqua
e neve? Come va la scuola? Lo
sport si sta diffondendo?
R. A parità di competenze nel
pilotaggio del kite, le differenze,
in parte, le ho citate prima e
posso riassumerle nella capacità
di comprendere il variare del
vento in funzione del territorio
che ci circonda. Non secondaria
è la consapevolezza che la neve
cambia sempre ed è raro trovare
condizioni di powder unifor-

mi. Sapere, e quindi prepararsi e
anticipare la tipologia di fondo,
è importantissimo e probabilmente
è la capacità che fa la differenza
in termini di prestazioni.
I vincitori delle scorse edizioni,
Civel Lengwiller e Zimmermann,
sono sciatori impressionanti
e sanno dare gas dove uno
sciatore "normale" andrebbe a
passo d'uomo. Tralasciando i
campioni, il dato interessante è
che la maggior parte dei corsi di
snowkite li abbiamo svolti a chi
viene dal kitesurf e che magari,
dopo alcune prove, ha compreso
che, con una breve introduzione,
esercizi didattici e alcuni
consigli pratici, si sarebbe divertito
semplicemente di più
e con maggiore sicurezza. Per
quanto riguarda i corsi ai principianti
assoluti, purtroppo l'andamento
è molto variabile e in
funzione della promozione che
si fa, con prove gratuite e test.
Ancora si percepisce l'aspetto
imprevedibile dell'aquilone e si
ha paura dell’imprevedibile trazione
su una superficie dura. In
realtà la neve aiuta moltissimo,
in primis perché consente di
avere anche una minima trazione
(kite piccoli) per procedere al
lasco e inoltre, non si affoga! È
dunque un corso che dura "veramente"
6 ore e che ci prepara
al passaggio estivo nell'acqua.
A chi ha sempre desiderato
fare kitesurf mi sentirei di consigliare
lo snowkite come base
di partenza per il pilotaggio con
il supporto della nostra scuola.
Sono molto fiducioso della didattica
sviluppata negli anni e
quest'anno vi mostreremo in un
semplice video che, con alcune
accortezze, i rider sono veramente
autonomi in sei ore.
I costi di quest’iniziativa…
D. Tommaso, il tuo socio Niccolò
è più dedicato alla tecnica
ed è un local... tu hai, oltre
all'esperienza del kite, un buon
trascorso negli eventi. Chi oggi
sostiene questa iniziativa?
R. è una storia molto interessante.
Quando ho deciso di sviluppare
gli eventi di snowkite
e ho proposto a Niccolò di costruire
un evento, immaginavo
che i principali sostenitori dovessero
essere le aziende del
settore montagna e kite, quali
beneficiari primari della promozione
dei loro prodotti. Ebbene,
in questi anni stiamo comprendendo
che le logiche competitive
delle aziende che vendono
prodotti, non consentono loro di
rischiare e di scegliere un nuovo
posizionamento e sostenere
iniziative un po’ "fuori dagli
schemi classici". I loro margini
sono talmente ridotti, e le loro

108
EVENTI
World Snowkite Contest 2016 - SnowKite Roccaraso
talmente routinizzate, che i manager
accolgono con freddezza
idee nuove. In altre parole, e
forse comprensibilmente, scelgono
di mantenere le loro quote
di mercato utilizzando sempre
le stesse strategie. Anche il
mondo dei produttori di kite, è
stato una sorpresa. Sono aziende
veramente "povere" e che,
giustamente, correlano i loro
investimenti pubblicitari in vendite,
se lo snowkite non si traduce
in acquisto, per loro è un
settore non profittevole. Questo
è corretto, per noi non condivisibile,
però comprendiamo che
le aziende di prodotto debbano
collegare gli investimenti ai
ricavi in modo molto diretto. Ci
siamo accorti, invece, che l'azienda
target è un'azienda che
è in una fase di crescita e start
up ed è alla ricerca di una nuova
identità o semplicemente è
disposta a mettersi in gioco. In
altre parole, un'azienda giovane
che cerca di diventare matura
o, perché no, un'azienda "vecchia"
che vuole tornare a essere
giovane mettendosi in gioco e
uscendo dagli schemi classici di
sponsorizzazione.
D. Quindi, chi ha sposato il progetto?
R. Da tre anni sono i comuni di
Roccaraso, Rivisondoli, il Consorzio
Skipass Alto Sangro e gli
alberghi del comprensorio, che
ci hanno consentito di svolgere
la manifestazione. Sembra
paradossale, ma proprio quei
soggetti che sono più vincolati
e rappresentati erroneamente
come dominati dalla burocrazia,
hanno intravisto elementi positivi
ed hanno deciso di sostenerci,
sebbene il nostro indotto sia
infinitamente inferiore rispetto
allo sci. Se i comuni e gli alberghi
avessero ragionato come le

aziende di prodotto citate, dopo
il primo anno, se la loro ospitalità
gratuita non si fosse tradotta
in vendite, avrebbero dovuto
abbandonare il progetto. E così
non è stato... credo che il primo
motivo sia l'incredibile visibilità
che l'evento ha sui media e
la loro disponibilità a riportarlo.
Quando un evento ha una copertura
mediatica di sei servizi
nazionali più tutta la stampa e il
web, credo che sia un valore aggiunto
alla località, contribuendo
a configurarla anche come
creativa e fuori dagli schemi
classici. Se fossi uno sciatore, e
vedessi un servizio con le vele
su Roccaraso, anche partendo
da Roma, probabilmente accetterei
30 minuti in più di macchina
per andare in un luogo più
caratterizzato. Paradossale che
proprio i comuni e il comprensorio
sciistico abbiano creduto
nella valenza comunicativa del
progetto. Senza il loro intervento
e quello degli operatori
alberghieri, non sarebbe stato
possibile realizzarlo. Una frase
interessante l'ha, molto sinteticamente,
riferita l'amico Roberto
Del Castello, che ci ha supportato
da sempre: "Preferisco
essere il primo nello snowkite,
piuttosto che l'ottavo nello sci
da discesa".
È una frase che denota capacità
di guardare oltre! Noi dobbiamo
assolutamente ringraziarli e
spero che, al tempo stesso, loro
ringrazino noi per la dedizione e
la convinzione con la quale abbiamo
portato avanti il progetto.
D. E le aziende extra settore?
R. Non abbiamo optato per le
classiche aziende che sponsorizzano
eventi sportivi. Abbiamo
scelto pochi sponsor che contribuiranno
economicamente,

110
EVENTI
World Snowkite Contest 2016 - SnowKite Roccaraso
in funzione, ovviamente, della
visibilità. Questa strategia ci ha
portato a perdere ricavi o servizi,
tuttavia pensiamo che sia
funzionale alla crescita dell'evento
stesso. Ci ha seguito
un'azienda che non vende prodotti,
bensì servizi di consulenza
poiché ha intravisto in questo
evento, in qualche modo, lo
spirito e i valori che la devono
caratterizzare. Una sponsorizzazione
importante, non tanto
per l'importo, quanto per l'identificazione
con i valori dell'evento,
che li ha fatti innamorare e
rischiare. Sarà per questi selezionati
sponsor che lavoreremo
per far si che il loro apporto s’intensifichi
nei prossimi anni.
Vi aspettiamo a Roccaraso, dal
25 al 31 Gennaio 2016!
Info su: http://www.snowkiteroccaraso.com/category/
snowkite/wskc-2016/
Registrazioni online su: http://
www.snowkiteroccaraso.com/
registration/

112
ITW
Maxime Nocher
M A X I M E

ITW Roberta Pala| Foto Rou Chater, Giuseppe Esposito, Roberta Pala
N O C H E R

114
ITW
Maxime Nocher
Nome: Maxime Nocher
Data di nascita: 2 Giugno 1994
Home spot: Monaco, Monaco yacht
club
Sponsor: F.one, Manera,
Monacoyachtclub, Ageprim,
Baticoncept, Lipsunglasses
Anni di kite: 9
Spot preferito: La Ventana, Messico

KS_Quali sono i tuoi sponsors?
MN_F-One / Manera / Ageprim / Baticoncept /
Yacht Club de Monaco / Lipsunglasses.
KS_Parlaci della famiglia F-One, ho visto un
gruppo davvero molto unito, mentre eravamo
a Mauritius, quale è il tuo rapporto con gli altri
membri del team? Riders, Boss e designers?
MN_F-One non è solo il mio sponsor, è davvero
una grande famiglia. Il loro primo obiettivo è
quello di creare sempre una buona armonia tra
tutti i membri del team, tutti quelli che lavorano
e i designers.
KS_Ciao Maxime, e benvenuto su Kitesoul! Il
2015 è stato un anno incredibile per te, racconta
celo un po’…
MN_Ciao e grazie! Quest'anno è stato semplicemente
perfetto! Ho vinto due titoli mondiali
e questo è incredibile, e sono arrivato secondo
all'evento di speed NASSI a Boston, gareggiando
con i migliori rider di speed nel mondo, ed era la
mia prima volta su una tavola da speed…
KS_Quando hai iniziato con il kiteboarding e
quale è l’home spot dove ti alleni?
MN_Ho iniziato nel 2006 con mio padre... mi piace
molto Frejus come spot, è molto vicino a dove
vivo ed è un luogo ideale per fare kite, con differenti
condizioni di vento e di acqua, ed è esattamente
ciò che serve poter fare un buon allenamento...
KS_Qual è stato il tuo contributo nello sviluppo
delle tavole foil di F-One e della nuova Diablo?
Su quali elementi vi siete focalizzati e quali sono
i diversi materiali che usi per le differenti specialità?
MN_La missione, per me e tutto il team F-One,
è stata quella di trasformare la Diablo, nella vela
più veloce al Mondo nel foil, io sono lo sviluppatore
e il tester per tutta la linea foil di F-One. Per
quanto riguarda i materiali, uso sempre la Diablo,
perché può saltare alto e andare molto veloce,
anche se sto usando un twin tip… è per questo
che mi piace tanto!
KS_F-One è riuscita a vincere due titoli mondiali
di fila con una nuova tavola e un nuovo aquilone,
in un ambiente bi-brand solo fino a pochi
mesi fa, uno shock per molti… Come hanno reagito
i tuoi avversari quando hanno visto i nuovi
materiali?
MN_Sì, davvero! Sono molto felice di questo incredibile
primo anno con F-One, lavorare su questo
nuovo prodotto è stato incredibile, tutti noi
abbiampo lavorato molto duramente tutto l’Inverno…
tutto quello che posso dirvi, è che di sicuro
faremo vele ancora migliori per il 2016!

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ITW
Maxime Nocher

KS_Quali sono i materiali che usi nelle diverse
specialità? Tra Formula Race e Foil cosa preferisci?
Come si differenzia l’allenamento nelle due
discipline?
MN_Posso usare la mia Diablo sia nel Foil sia nel
Race, personalmente preferisco il foil, perché è
più divertente! La Formula Race è più fisica e bisogna
allenarsi duramente per ottenere buoni risultati,
l’allenamento è molto più duro rispetto al
foil, secondo me…
KS_Ti abbiamo visto fare un Raley sganciato
con il Diablo a Mauritius... tu sei pazzo :-D... Fai
ancora un po' di freestyle'? E per quanto riguarda
il wave riding?
MN_Il Diablo sventa benissimo, e posso fare cose
incredibili, come grandi salti, navigare tra le onde
e fare anche alcune manovre unhooked… ho appena
atterrato un Frontmobe con il mio Diablo ;-)!
KS_Quale è il tuo prossimo obiettivo?
MN_Di sicuro è quello di partecipare ai Giochi
Olimpici di Tokyo del 2020. Ci sono, in realtà, buone
possibilità che possa parteciparvi, quindi questo
sarà davvero il mio prossimo passo...

118
ITW
Maxime Nocher
KS_Il tuo "giorno perfetto"...
MN_Svegliarmi, vento leggero, una session di foil
il mattino e vento forte il pomeriggio per fare bei
kiteloops.
KS_La tua vita al di fuori del kite, la famiglia, gli
amici, i viaggi, come ti piace trascorrere il tempo
libero?
MN_Adesso sono molto concentrato sul mio master
in marketing finanziario. Mi piace molto anche
viaggiare con mio padre…
KS_Quali sono le condizioni ideali per l’allenamento
con il foil e con il Race? Hai trovato lo
spot perfetto che abbia le condizioni ideali per
entrambi?
MN_Il modo migliore per allenarsi è quello di
viaggiare in tutto il mondo e navigare in molti
spot diversi. Più ci si allena in tanti spot, più ci si
adatta a ogni condizione.

"...Più ci si allena in tanti
spot, più ci si adatta a ogni
condizione"

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ITW
Maxime Nocher
KS_La nostra rivista si chiama Kitesoul, perché
siamo sicuri che la nostra anima è legata a questo
sport. Qual è la tua sensazione mentre sei in
mare, durante una gara o durante una session
al tramonto?
MN_Mi piace molto il mio sport, è uno sport
eco-friendly, a contatto con la natura. La migliore
sensazione che provo è quella durante una
session al tramonto con il mio foil e circa 8 nodi
di vento. Si sa, con il foil si può volare, e non c’è
nemmeno bisogno di andare troppo veloce… questa
è la migliore sensazione di sempre…
"Si sa, con il foil si può
volare, e non c’è nemmeno
bisogno di andare troppo
veloce"

KITE BEACH SCHOOL
LOUNGE BAR & RESTAUTANT
A paradise for kitesurfers , an oasi in the desert
Services available at the center :
lessons for all levels | rental & storage | kids area | sunbeds area
professional potographer | lounge bar & restaurant
More info at:
www.mitudjokiteschoolcaboverde.com - kiteschoolcaboverde@gmail.com

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WAVE RIDING
Top turn
BY REO STEVENS
Una delle cose migliori del fare surf con il kite, è che
l'aquilone fornisce tutta la velocità di cui si ha bisogno
su un'onda, permettendo al rider di andare più veloce,
saltare più in alto e curvare in maniera più aggressiva,
rispetto al surf tradizionale.
Tuttavia, a volte, i nostri strumenti migliori sono anche
il nostro più grande limite.
La maggior parte dei kitesurfers, presta troppa attenzione
alla gestione del kite, piuttosto che alla tavola
sotto i loro piedi. È facile dimenticare che la velocità
può arrivare anche dalla tavola e dalla postura del corpo,
quando si hanno 25 nodi e una 9 metri tra le mani
che tira. Molti enfatizzano l’uso del loro kite, usando la
tavola come una specie di freno per andare più lenti,
piuttosto che utilizzarla come una lama affilata per
scolpire le onde… C’è molto di più dello spingere sul
tail per girare… In questo tutorial vi aiuterò a lavorare
sul posizionamento del corpo, per trovare il mix giusto,
quello che fa fare il grosso “spray”, disegnando linee più
lunghe, usando nel modo corretto la tavola e facendo sì
che il “kitesurfing” si trasformi in… “surfare con un kite”.

Testo Reo Stevens | Foto Jason Wolcott / LEWHS

124
WAVE RIDING
Top turn
Ormai, sapete come andare “down the line” facendo volare il kite
davanti a voi, o come utilizzare la capacità di drift della vostra vela
da wave per fare in modo che vi segua, senza tirare, lasciandovi
utilizzare la potenza dell’onda per spostarvi. In questa sequenza
con vento side shore ho usato la tecnica del “flying your kite”, per
eseguire il top turn.
1) Dopo aver eseguito il bottom turn, mi avvicino al lip, e mi accorgo
che l’onda è perfetta per un ampio turn sulla sua faccia e così
inizio a curvare già a metà strada dalla sua cima. Il mio kite è un
po’ più basso di ciò di cui avrei bisogno, per cui sposto la mano sul
lato opposto della barra per mantenerlo nella posizione corretta
durante tutto il turn.
2) Punto verso l’interno della curva, cercando di vedere dove voglio
andare, mentre faccio il possibile per orientare il petto in quella
direzione, usando in fine la mano posteriore per contro bilanciarmi
durante tutto il turn. Con la testa e il petto nella giusta direzione,
i fianchi seguono e contribuiscono a spingere sulla coda per far
girare la tavola.
3) Faccio in modo di tenere il ginocchio posteriore flesso per assorbire
gli impatti sull’onda e per mantenere la pressione costante
sulla coda.
4) Arrivati all’ultimo quarto del turn, uso l’energia della tavola per
completarlo. A questo punto, il kite sta tirando dalla parte opposta
in cui voglio andare con la tavola, così lo depotenzio, per evitare
che mi rallenti troppo impedendomi di completare il turn.
5) Continuo a puntare il petto e a guardare nella direzione verso la
quale voglio andare, mentre inizio a portare il ginocchio posteriore
verso il ginocchio anteriore, per spingere ancora sulla coda.
6) Arrivati a questo punto, non è più possibile andare nella direzione
opposta al kite (completare un giro completo è il “Sacro Graal”
del kitesurf). Quando si raggiunge questo punto, il piede anteriore
deve essere usato per spingere il nose della tavola nuovamente
verso il basso “down the line”, per recuperare velocità e proseguire
verso il prossimo turn.

SUGGERIMENTI:
Il posizionamento del piede posteriore
è fondamentale per influenzare
il modo in cui la tavola
girerà. Spostando questo piede
avanti, avrete più controllo e potrete
disegnare un arco di curva
più ampio. Spostandolo ancora
un po’ più avanti, le pinne terranno
di più e vi consentiranno
di mettere molta pressione sulla
poppa prima che inizi a scivolare.
Girando il piede nella direzione
della coda, farete ruotare
di più la tavola sul suo asse centrale.
In questo modo sarà più
facile fare in modo che la coda
possa scivolare per completare
il turn con una bella slashata.
Se volete garantire che la tavola
scivoli bene, una volta che le
pinne iniziano a perdere grip,
dovrete assicurarvi di mantenere
il peso centrato sulla tavola
per completare il turn. Questo
vi permetterà di mantenere il
controllo della tavola quando
la coda scivolerà. Attenzione,
se resterete troppo di lato, rischierete
di cadere facilmente
in avanti o all’indietro quando la
coda inizierà a scivolare.

126
PRODUCT FOCUS
ION - Mute stagne
ION
mute stagne
testo e foto Courtesy
ION-products.com
La muta FUSE è la muta più calda del pianeta,
grazie alla sua tecnologia sulle cuciture che la
rende subacquea e impermeabile al 100%. Sicurezza,
colori accattivanti, stampe con tecnologia
re-flective, e perfetta e facile vestibilità.
Dedicata a quei riders che non si fanno frenare
dal crollo delle temperature, costruite per sfidare
temperature sotto zero, la FUSE e la ENVEE, sono
le mute stagne più calde sul mercato. Il calore e
la sicurezza, sono le nostre preoccupazioni primarie,
integriamo anche un fischietto e le stampe
super riflettenti, in modo da poter essere sempre
visibili e poter segnalare la propria presenza. La
novità di quest’anno è il Supratex_Buttock, resistente
all’abrasione a lungo termine. ION fa un
grande lavoro di test in fabbrica, nessuna muta
stagna esce senza aver superato i rigorosi test
d’impermeabilità su ogni segmento di cucitura.
Qualunque sia la vostra specialità, vogliamo che
vi possiate divertire e sentire l’adrenalina, senza
soffrire il freddo.
Storm_Whistle
Avete mai provato a chiedere aiuto in una tempesta
con il vento che ruggisce? È difficile! Ecco
perché abbiamo cercato il più forte fischietto
di sicurezza del pianeta, e l'abbiamo trovato! Il
Storm_Whistle® è due volte più forte di qualsiasi
altro in tutto il mondo. Infatti, è anche usato dai
militari degli Stati Uniti, dalle Forze Speciali, e dalla
Polizia. La cosa migliore è che funziona anche
sotto l'acqua, a causa della sua cassa armonica
brevettata, che crea l'estrema frequenza di suono
di 3150 hertz.

Hero_Meter
(SOLO per FUSE)
Vuoi sapere se sei un vero eroe in acqua? Controlla
la Hero_Meter ION sul polso sinistro della
muta stagna FUSE. Vi dirà, più o meno, la temperatura
di superficie di arrotondamento e tutti
i più importanti Hero level. Francamente, questa
caratteristica è più di un divertente gadget, ma ci
piace comunque! Oh, e se non conoscete Ötzi, vi
raccomandiamo di usare Google...

128
PRODUCT FOCUS
ION - Mute stagne
t e s t e d &
Re_Flective
La sicurezza visiva per FUSE e ENVEE. Essere in
acqua nel freddo Inverno, spesso, può essere seriamente
pericoloso, soprattutto perché si fa buio
molto presto. In caso di emergenza, si può ora
contare su stampe riflettenti supplementari sulle
aree delle spalle e sul cappuccio, per essere più
facilmente rilevati dai proiettori di cui sono dotati
gli equipaggi di soccorso.
P_Zip
(SOLO per FUSE)
La risposta definitiva a una vescica piena in una
muta stagna quando è insopportabilmente freddo
fuori: la cerniera TIZIP Master_Seal® fornisce
la facilità d'uso di questa funzione geniale, soprattutto
nel corso di una lunga giornata in acqua.
Il semplice nastro con cui si tira la cerniera,
può essere nascosto all'interno dell'apertura, in
modo che nessuno si accorga che c'è.
Latex_Cuffs
Super Latex_Cuffs SEAMTITE® flessibili della
SPECIALISEDLATEX premium, sono utilizzati per
la muta stagna FUSE sui polsi e caviglie. Questo
impedisce introduzione di acqua nella muta stagna.
Il bracciale a livello del collo è realizzato in
neoprene morbidissimo ed elastico, con Glide_
Skin sull’interno (simile a quello sui modelli Onyx).
Il risultato è un miglior calore e comfort, soprattutto
intorno alla zona del collo.

a p p r o v e d
Dry_Zip
La cerniera del marchio premium TIZIP Master_
Seal® impedisce all'acqua di penetrare nella
muta, risultando un prodotto altamente impermeabile.
Questa costruzione in qualità Vislon,
offre un basso attrito nelle fasi di chiusura/apertura,
mantenendo l'acqua fuori, in modo efficace.
Inoltre è molto più flessibile e richiede meno
lubrificante rispetto ad altri tipi cerniera.
Dal punto di vista ION, anche i più piccoli elementi
della gamma di prodotti meritano la stessa dedizione
e precisione di ogni elemento complesso.
Soprattutto gli accessori NEO, che sono una parte
essenziale di tutto il materiale ed elementi, da
usare con FUSE o ENVEE. ION ha esteso la propria
gamma di accessori, introducendo il Neo Hoody
Jacket e il Neo Cruise. Potrete estendere la vostra
sessione a lungo, usando gli accessori NEO, per
mantenere il vostro corpo caldo e protetto.
La FUSE è disponibile nella versione 4/3 e vendita
al dettaglio, da 749,95 €.
L’ENVEE è disponibile nella versione in 4/3 e vendita
al dettaglio, da 739,95 €.

130
PRODUCT FOCUS
RRD - Rigid Thread Lines
RRD
Rigid Thread Lines
Testo Courtesy RRD
Foto Svetlana Romantsova e Courtesy RRD
Con il nuovo lancio della “Global Bar V7”, RRD ha
voluto introdurre cambiamenti sostanziali che
vanno dalla nuova e rivoluzionaria ergonomia,
favorendo più aderenza nella maggior parte dei
movimenti radicali, a un maggiore controllo della
trazione, ai sistemi di sicurezza migliorati, per più
funzionalità.
Ma ciò che sicuramente non volevamo e/o che
non era proprio necessario cambiare, sono le linee.
Oltre ai nuovi sistemi, la RRD global Bar V7,
è ancora dotata di linee speciali chiamate “Rigid
Thread Lines”. Sono usate esclusivamente sulle
barre RRD con grande successo e da oltre 6 anni.
Un prodotto che è ormai ampiamente testato in
tutto il mondo, ma poco si sa circa i dettagli. In

questo articolo vi spiegheremo meglio…
Tutte le nostre linee sono prodotte e sviluppate
in Italia, con un brevetto, in tutto il mondo, solamente
di RRD.
Le Rigid Thread Lines, sono il risultato della collaborazione
con un'azienda manifatturiera italiana
che ha più di cinquant’anni di esperienza
nella lavorazione di fibre tessili, con le più recenti
e innovative fibre esotiche, combinata con
una profonda conoscenza della fisica e proprietà
meccaniche del Dyneema.
Perché le Rigid Thread Lines di RRD sono diverse?
Le differenze tra le nostre linee e quelle convenzionali
in Dyneema non è solo nell’eccellente
caratteristica di carico, di solito le linee soffrono
delle alte temperature, della trazione orizzontale
e verticale, che faranno sì che le linee abbiano
vita notevolmente più breve a causa dell’usura,
mentre le linee RRD non hanno questo problema
e hanno anche una miglior resistenza allo sfregamento.
È anche molto più facile, “imparruccare”
le linee dei kite standard, mentre le Rigid Thread
Lines sono più facili da districare. Ultimo ma non
meno importante, le Rigid Thread Lines hanno
una gran memoria strutturale dopo la tensione,
in modo che non si allungano! Questo grazie alla
sua struttura molecolare e al processo di filatura
del gel, combinato con la produzione della fibra.
Durante lo sviluppo delle Rigid Thread Lines, abbiamo
tracciato una nuova strada per sfruttare

132
PRODUCT FOCUS
RRD - Rigid Thread Lines
al meglio questa fibra, il risultato è un prodotto
composto da un’anima in parallelo (unidirezionale)
e tesa, di resina, rivestita con fibre intrecciate
in Dyneema, estremamente compatte.
Immaginate di confrontare le Rigid Thread Lines
con un cavo elettrico, i fili di rame sono coperti
con un calzino di plastica. Nelle Rigid Thread Lines,
il rame è rappresentato dalle fibre unidirezionali
in Dyneema e resina, e ricoperte con una
calza intrecciata molto sottile, con una struttura
in Dyneema. Questo permette di creare un collegamento
diretto assoluto tra barra e aquilone,
poiché la struttura che collega le due parti è ininterrotta,
senza avere fibre strutturali intrecciate,
che è una soluzione classica di tutte le altre linee
sul mercato.
L’effetto pop è drasticamente aumentato con l’uso
delle Rigid Thread Lines, migliorando notevolmente
le prestazioni del kite, durante le manovre
wakestyle. Le Rigid Thread Lines non saranno
mai oggetto di regolazione, poiché non si allungheranno
nemmeno sotto i movimenti legati allo
stress, come i loops o altre manovre radicali e, di
conseguenza, è impossibile ritrovarsi con le linee
allungate e/o di lunghezza diversa, e quindi l’assetto
rimane invariato nel corso degli anni.
Le linee standard hanno più stretch, che si traduce
in diverse lunghezze di linee, assorbimento di
potenza e riduzione delle prestazioni, soprattutto
quando si cambia direzione al kite, momento in
cui il carico delle linee raggiunge il suo apice. Le
Rigid Thread Lines saranno sempre, visivamente
e tecnicamente, compatte e rigide per tutto il
corso della loro vita, mantenendo tutte le caratteristiche
fisiche e tecniche, inalterate nel tempo.
Un altro punto debole delle classiche standard,
che è stato trasformato in punto di forza delle Rigid
Thread Lines, è la compattezza invariata delle
Rigid Thr

linee. Ogni nuova linea convenzionale ha un carattere
rigido e compatto a causa della resina, di
solito di poliuretano. Questa resina ha una vita
molto breve, e dopo poche uscite, il prodotto si
rivela già più morbido al tocco.
Questo si traduce in una serie di conseguenze fastidiose
quali:
- Le linee ammorbidite sono più soggette a nodi
indesiderati.
- La protezione della linea è ridotta dopo ogni
sessione.
- La treccia tende ad aprirsi e diventa più fragile,
permettendo l'ingresso di acqua che creerà piccoli
cristalli di sale all’interno, nel caso del kiteboarding
in acqua salata, e ciò può compromettere
la struttura portante della linea.
Perché le linee RRD sono così innovative?
A differenza delle linee intrecciate standard, la
struttura unidirezionale delle Rigid Thread Lines
fornisce una memoria della fibra che è molto più
efficiente. Una linea intrecciata normale, sotto
stress, combina l’”allungamento dinamico” della
fibra e l’appiattimento della treccia, mentre la
struttura unidirezionale del nucleo utilizza esclusivamente
i moduli elastici della fibra.
ead Lines

134
PRODUCT FOCUS
RRD - Rigid Thread Lines
tested & approved
Cosa ne pensa il freestyler
e Re del megaloop, Jerrie van
de Kop? (3° al Red Bull KOTA)
"Sono entusiasta di usare queste linee! È difficile
trovare un set di linee del kite che non si estendano.
Io le sto usando da due anni e l'unica volta
che ho rotto una linea è stata in una collisione e
groviglio con un altro rider. Le linee di RRD semplicemente
non si allungano e sono super forti! Ho
sempre una sensazione di sicurezza quando sto
tirando dei bei megaloops, e questa cosa è veramente
importante per il mio stile! Oltre a questo,
per me è importante che, dopo molti cicli, le mie
linee siano ancora della stessa lunghezza, a certe
altezze è pericoloso avere una linea più lunga.
Ciò che mi piace molto è che, per la loro guaina in
Dyneema, tessuta in modo così particolare, sono
più rigide e ciò rende più facile anche srotolare la
barra. È la linea perfetta per un freestyler estremo
come me che ama fare potenti megaloops,
ma sono convinto sia il set perfetto per ogni stile,
poiché sono in grado di gestire così bene il mio! ”

PURE FABRIC TAPED ONLY ON STRESS
POINTS ON THE INSIDE FOR INCREASED
FLEXIBILITY AND MOVEMENT COMFORT.
THE PERFECT BLEND OF WARMTH AND
PERFORMANCE LEVEL. MADE WITH OUR
SUPERSTRETCH LIMESTONE
NEOPRENE AND MESH NEOPRENE PANELS
ON THE TOP PART AND DURASTRETCH NE-
OPRENE ON THE LOWER PART AND LEGS.
GRADO
CHESTZIP
”D y n a m i c P e r f o r m a n c e”
THE GRADO CHESTZIP FURTHERMORE OF-
FERS ADDITIONAL WARMTH THANKS TO
THE SPECIAL CHEST AND BACK PANELS,
WHERE MESH NEOPRENE ACCELERATES
WIND DRYING TIME.
FEATURES
• 50% FABRIC TAPED ON THE INSIDE
• MESH PANELS ON CHEST AND BACK
• ANTISKID DECK PROTECTION
LIQUID TAPE ON SIDE SEAMS
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Red-Black • Blue-Black
Thicknesses:
5-3 • 4-3
Sizes:
S•M•MT•L•XL•XLT•XXL•XXXL
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WETSUITS

136
ITW
Foilboarding vs Raceboarding
Foilboarding
V
"Foilboarding o Raceboarding? Se il vento è leggero e
testo Olly Bridge Axel Reese | foto Axel Reese/Reemedia/Liquid Eye

S Raceboarding
sono solo, preferisco il foil, solo perché è più divertente!"
"Foilboarding o raceboarding?" Olly Bridge vive a soli 500 metri
dal mare. I suoi genitori avevano una Surf station per gli sport
acquatici a Exmouth in Inghilterra.
A soli 18 anni, è uno dei professionisti leader nella scena del kiteboarding
internazionale. Ai Campionati Europei in Turchia, ha
ottenuto il primo posto, ai Campionati del Mondo in Italia, si è
classificato secondo e nella Foilboard Gold Cup in Italia è arrivato
sesto. Inoltre è stato secondo alla gara di St. Peter Ording nello
Slalom. Abbiamo parlato con Olly a proposito del Foilboarding VS
Raceboarding.

138
ITW
Foilboarding vs Raceboarding

AR_Foilboarding o Raceboarding? In entrambe
le discipline sei uno dei professionisti più veloci
al mondo. Qual è la tua preferita?
OB_Quando sono in gara, preferisco le tavole
race, la ragione principale è che l’attrezzatura è
tutta molto simile, quindi non si possono avere
le quali poter gareggiare, ed è più divertente e mi
aiuta a migliorare. Questo è di certo uno dei miei
vantaggi più grandi, nessun altro rider può allenarsi
così. Se c’è acqua piatta, allora faccio un po’
di freestyle con i miei fratelli, spingendoci e stimolandoci
a vicenda, a provare nuove manovre.
grandi vantaggi derivanti dall’attrezzatura, come
succede nei foil, si tratta di chi sia il migliore in
acqua! È anche molto più fisica come disciplina, si
deve poter andare veloci in tutte le condizioni, e
questa è una cosa molto difficile. Per un competitore
alle prime armi, è più difficile raggiungere
la testa della flotta in una gara di race, piuttosto
che con un foil.
AR_Quale è la ragione per fare del foilboard
quando sei a casa?
OB_La motivazione principale per usare il foil, è
quando il vento è molto leggero e sono da solo. È
più emozionante navigare in foil, quando sono da
solo. Posso esplorare di più ed è molto più facile.
Sono anche in grado di fare grandi salti e board
off, molto più difficile da fare con una tavola race.
AR_E quando sei a casa tua, in Inghilterra?
OB_Quando sono a casa in Inghilterra, pratico
tutte le discipline, secondo le condizioni. Se sono
solo e il vento è leggero, preferisco navigare in
foil, perché è più divertente. Se in acqua ci sono
anche la mia mamma e i miei fratelli, allora preferisco
la tavola race, perché ho persone vicino, con
AR_I grandi salti che ti abbiamo visto fare a St.
Peter Ording?
OB_Sì, con il foil posso saltare molto alto, ed è
anche molto più facile che con una tavola race,
posso saltare anche più di dieci metri, con meno
di dieci nodi, pazzesco! Mi piace tantissimo fare
anche i board off, è super divertente!

140
ITW
Foilboarding vs Raceboarding
AR_Il resto della tua famiglia, anche i tuoi amano
il foilboard?
OB_Mia mamma, papà e mio fratello di mezzo,
navigano molto bene in foil, mamma è comunque
sempre in gara con la sua tavola race in tutti i
grandi eventi.
AR_Quali sono le differenze nelle caratteristiche
del Raceboarding e Foilboarding?
OB_La differenza principale tra le due tavole è
che nel foil devi avere un perfetto bilanciamento
tra piede anteriore e posteriore. Trovare questo
giusto equilibrio, è la chiave per mantenere la lamina
in acqua e poter navigare dolcemente. Una
volta trovato il giusto equilibrio, si può spingere
forte nella bolina.

142
FOIL TECH
Trasportare il foil, body drag e partenza
TRASPORTARE IL FOIL,
BODY DRAG E PARTENZA
Testo Olly Bridge | Foto Axel Reese/reemedia
Trasportare il foil
Ci sono due modi per portare il foilboard. Il primo modo è di portare
la tavola su un fianco come fosse un twin tip. Il secondo modo è
di portare la tavola appoggiando la lamina del foil sulla spalla e la
tavola dietro di voi. Io preferisco portare la tavola nel primo modo,
perché quando si arriva al vento, il foil può spostarsi se è sulla spalla.

Bodydrag
Quando si fa body drag, penso che il modo migliore, sia quello di
mantenere la tavola sul lato sopravento. Avere la tavola verso il
vento, e la lamina lontano da noi, significa evitare di colpire la lamina
e di danneggiarsi. Direzionare la prua, tenendo la mano sulla
straps anteriore e puntare nella direzione in cui si vuole andare.
Controllare l’aquilone con la mano dietro e lasciar andare le gambe
dietro di voi, come in un normale body drag.
F O I L T E C H

144
FOIL TECH
Trasportare il foil, body drag e partenza
Partenza
Una volta che avete trascinato il corpo in acqua profonda, siete
pronti per la partenza. Usate la mano dietro per tenere la tavola,
inclinare il bordo verso di voi e mettere il piede anteriore nella strap.
Una volta che il piede anteriore è nella straps, dovrete spostarvi
la poppa della tavola, per far sì di mettere il piede posteriore nella
strap. Ora siete pronti. Mentre muovete l’ala per partire, mantenete
la pressione sul piede anteriore. Una volta che siete sulla tavola,
rilasciate lentamente la pressione sul piede anteriore, per spostar-

la lentamente sul posteriore. Quando eseguite questa operazione,
sentirete che il foil inizia a sollevarsi. Ottenere il perfetto equilibrio
tra piede anteriore e posteriore, è la chiave per ottenere un riding
senza intoppi. Ricordate di non essere troppo aggressivi con l’aquilone
e di non stare sulla tavola come se fosse un twin tip, questo
farebbe uscire il foil dall’acqua e vi farebbe cadere.

146
TEST
Cabrinha Switchblade 2016
kitesoul test 2016
CABRINHA SWITCHBLADE
FREERIDE/CROSSOVER
Disponibile nelle misure
4 – 5 – 6- 7 – 8 – 9 – 10
11 – 12 – 14 mq
www.cabrinhakites.com
Il nuovo Switchblade di Cabrinha,
è la vela del marchio
che, quest’anno, ha subito il più
profondo cambiamento.
La vela ha 5 struts, quattro linee
da 22 metri. Quest’anno ci sono
novità per la barra Cabrinha. La
Overdrive 1X con Recoil, è stata
affiancata alla Overdrive 1X con
Trim Lite ovvero, con un vario
cleat per potenziare e depotenziare
l’ala. Due versioni, quella
vario da 48 a 56 cm (XL da 57
a 65 per il modello Overdrive 1X
Recoil) e quella fissa con misure
da 44, 52 e 60 cm solo nel modello
con Trim Lite.
La sensazione immediata è di
una vela concretamente più veloce
rispetto alle versioni precedenti,
con performances notevoli
sia per quanto riguarda
l’hang time, sia la capacità di
bolina e le caratteristiche ottime
in condizioni di vento leggero.
La Switchblade si pone in quella
fascia di utilizzo per il rider
avanzato, esperto, freeride/
crossover, quello che esce per
divertirsi in qualsiasi condizione,
avendo per le mani, un prodotto
davvero ottimo.
Gli accorgimenti di design introdotti
quest’anno ne hanno
notevolmente aumentato la fluidità
di erogazione della potenza,
la vela è più prevedibile, più
leggera sulla barra, più veloce
rispetto ai passati modelli. La
ripartenza dall’acqua è ottima e
la vela ha un hang time eccellente.
Nuova tecnica utilizzata per costruire
il bordo di entrata della
vela, con due cuciture sul canopy
per ogni bat della LE, questo
per mantenere la curvatura
più reale, più simile al disegno
fatto al computer e quindi sono
riusciti a mantenere il profilo

148
TEST
Cabrinha Switchblade 2016
leggermente più dritto ed è anche
grazie a questo che risulta
più veloce in aria. Il tip, rispetto
a quello dello scorso anno, è più
tagliato, leggermente più piccolo,
l’AR è un po’ più basso. La
differenza in velocità si sente di
più nelle misure grandi. È molto
più morbido sulla barra, soprattutto
nel settaggio A (quello con
cui è venduto). Nel settaggio
B, il feeling è molto più simile
a quello dello scorso anno, più
rigido sulla barra, con potenza
leggermente più diretta.
Il sistema di gonfiaggio e sgonfiaggio
è effettuato attraverso
una valvola di dimensioni oversize,
come già Cabrinha utilizza
ormai da anni, che consente
gonfiaggi molto rapidi con
uno sforzo minimo. La valvola,
per evitare usura dell’ala, ha un
morbido cappuccio di neoprene
che la protegge e ne evita il
contatto con il tessuto.
Come abbiamo già detto,
quest’anno è stata introdotta
anche una barra Overdrive
1X con Trim Lite, che presenta
sempre il comodo quick release
facile da riarmare. Resta sempre
la Overdrive 1X con Recoil
con le consuete due regolazioni
separate, per potenziare e
depotenziare l’ala, attivabile in
entrambi i casi tirando il relativo
terminale evidenziato con colori
diversi (rosso e nero).
La vela è disponibile in tre colorazioni,
la sacca zaino è come
sempre curata nei dettagli e
leggera.
Abbiamo testato la 9 mq in condizioni
di mare choppato e acqua
piatta, con vento con qualche
raffica. La sensazione di
leggerezza sulla barra (nel settaggio
di base “A” con cui esce
l’ala dalla fabbrica) e la velocità,
sono state le caratteristiche
subito notate da tutti i riders,
soprattutto paragondola alle
versioni degli anni scorsi. Molto
meno faticoso il riding, una vela
che gira bene, molto evidente
nelle misure grandi rispetto
ai modelli precedenti. Bella
la bolina e le capacità in vento
leggero, caratteristiche che,
comunque, sono sempre state
evidenti nello Switchblade. Ottima
la partenza dall’acqua. Importante
la qualità dei dettagli
di costruzione e di materiale,
che sempre contraddistinguono
il marchio Cabrinha e ne fanno
un prodotto sia performante sia
duraturo nel tempo.

tested & approved
Il parere del nostro team:
La nuova Switchblade ha soddisfatto le aspettative di tutti, pensiamo sia la vela adatta a un rider
esperto che voglia una vela con alto rendimento per performances Freeride superiori, velocizzata e
resa più leggera sulla barra, grazie agli accorgimenti costruttivi, non trascurando la possibilità di poter
essere più “fisica” per gli affezionati del tiro dello Switchblade, potendo variare il settaggio sul tip.

150
TEST
Wainman Smoke 9 mq
kitesoul test
WAINMAN_SMOKE 9 MQ
ALLROUND
www.wainmanhawaii.com
All’interno dell’ampia gamma
Rabbit Gang 3.0, nella misura 9
mq, troviamo lo SMOKE.
Un aquilone creato per essere
stabile e prevedibile, con un
bel depower e con buone performances
quando il vento è
marginale. Una vela allround, a
quattro linee, tre struts, collegamenti
per le front sulla leading
edge, per prestazioni upwind e
downwind, e quattro per le back
lines sui tips, per ottenere il
massimo delle performances in
tutte le condizioni e specialità.
Non ci si deve spaventare per la
quantità delle opzioni di regolazione,
è tutto molto semplice e
intuitivo.
Abbiamo testato la Smoke in
condizioni di vento moderato,
con qualche raffica e mare con
ampie zone di acqua piatta o
piccolo chop. Opinione comune
a tutti i riders è che la vela sia
fruibile da un grande numero
di riders, sia esperti, sia meno,
un buon compromesso per chi
voglia cimentarsi nel freeride,
così come per i wave riders e i
freestylers. Buona la bolina, nel
loop tira in modo un po’ deciso
nel momento di massima potenza.
Ottimo il feeling anche
nelle manovre sganciate. Bello
il feeling e la pressione sulla
barra e la vela risponde sempre
in modo rapido. La Smoke è
stabile e riparte bene dall’acqua
se dovesse cadere. Grandi prestazioni
in vento leggero, anche
nei bruschi cali di vento alla fine
della giornata, le prestazioni di
bolina sono rimaste eccellenti.
Rimane il classico sistema di
due valvole inflate/deflate sulla
leading edge. La barra è leggera,
davvero essenziale, le linee
sono piuttosto sottili, sui terminali
sono presenti alcune scritte
che impediscono assolutamen

152
TEST
Wainman Smoke 9 mq
te il poterle montare in modo
errato! Rapido lo sgancio del
chicken loop e molto semplice
al riarmo. Nella sacca, sono
presenti moltissimi pezzi di ricambio
per qualsiasi evenienza
o problema che potreste incontrare,
la vela è ulteriormente
protetta da una sacca di nylon
per poterla eventualmente trasportare
senza sacca, qualora
fosse necessario.
Due colorazioni bianco e nero,
con la classica grafica graffiante
dei coniglietti di Wainman, molto
bella la sacca, pratica e con
molte tasche, molto apprezzata
l’idea di avere una sacca leggera
per proteggere il kite, molto
utile quando si deve risparmiare
sui pesi nei lunghi viaggi in
aereo, graditissima la presenza
della sacca del kit di ricambio,
molto curata e pratica.

tested & approved
Il parere del nostro team:
La Smoke è una vela allround, per rider intermedi, per chi voglia progredire, per chi si diletta nel wave
riding, nel freeride, e nel freestyle, ottenendo buone prestazioni in qualsiasi specialità, con ottime
prestazioni in vento leggero.

154
FREESTYLE MOVES
Raley
FREESTYLE MOVES
RALEYALBERTO RONDINA
Testo Alberto Rondina | Foto Alberto Rondina, Laci Kobulsky, Roberta Pala
Eccoci qui, questa è la base per le manovre sganciate, da dove nasce
tutto il freestyle moderno!
Se ci pensate, ogni manovra fatta su acqua piatta, inizia con un’orzata
decisa, portando la tavola verso il vento, e poppando il più in
alto possibile!
Come si dice, le manovre più semplici possono essere quelle più
dure, se vuoi farle in modo corretto. Il Raley è la manovra da sganciati,
più semplice, ma come nel wakeboard, se è bella potente e
con stile, assegna ancora un bel punteggio!

156
FREESTYLE MOVES
Raley
Così, nel numero scorso abbiamo imparato a sganciarci, dobbiamo
solo farlo di nuovo:
» Lascare mettendo la tavola piatta e sganciare, tenendo le mani al
centro della barra.
» A poco a poco mettere il peso sui talloni, mantenere la barra vicino
al corpo.
» Iniziare a orzare decisi, spostando il nose della tavola in direzione
del vento, mantenendo la gamba anteriore il più possibile verso
l’esterno, e la gamba posteriore piegata.
» Questo è il momento del pop, quindi spingere bene con la gamba
posteriore, e mandare in alto la gamba anteriore, sempre nella direzione
del vento.
» Allungare le braccia e, allo stesso tempo, allungare le gambe indietro.
Il vero Raley, in teoria, è quando la tavola è più in alto rispetto
alla testa.
» Mantenere il controllo dell’acqua sotto di voi, per il timing perfetto
per l’atterraggio.
» Portare la barra di nuovo vicino al vostro corpo, questo aiuterà a
portare la tavola più velocemente in posizione, piegate le ginocchia
e preparatevi ad attutire l’atterraggio.
» Con la tavola piatta, procedere un po' sottovento, per agganciarvi
di nuovo.
Ora siete pronti a provare ancora! ;-)
Non abbiate paura di spendere troppo tempo sul Raley, io lo ripeto,
questa è la vera base del 99% delle manovre sganciate! Una volta
che lo avrete bello solido, a occhi chiusi, potrete chiudere tantissime
manovre nuove!
Buon divertimento!
Ciao, Alby

158
EVENTI
Wave Challenge 2015
CAMPIONATO NAZIONALE KITEBOARD - CKI CLASSE KITEBOARDING ITALIA
WAVE CHALLENGE 2015
Tony Ciliberto
incoronato Campione Italiano Wave 2015!
ABBIAMO ASPETTATO A LUNGO QUESTA CHIAMATA
DELLA FINALISSIMA WAVE CKI/FIV, E L’AUTUNNO
DELL’ORISTANESE, NON HA TRADITO…
Testo Mirco Babini, Eddy Piana e Roberta Pala | Foto Roberta Pala

160
EVENTI
Wave Challenge 2015
Con un bel po’ di giorni di anticipo, Attila, la prima
grossa perturbazione della stagione, ha dato
l’annuncio del suo arrivo, forti correnti da Nord
Ovest e temperature in brusco calo. Per noi che
viviamo davanti a uno degli spot wave più belli,
ciò voleva dire solo due cose, mareggiata e vento!
Manca all’appello del calendario CKI/FIV, la finalissima
wave. Tutti gli altri titoli sono già stati
assegnati, quello più atteso ed emozionante, ha
proprio tutta l’idea di potersi disputare in belle
condizioni sullo spot della Punta, località Mandriola,
a un passo dal mitico Capo Mannu. La finalissima
prevedeva diverse possibilità di spot, secondo
la direzione del vento, l’organizzatore era il
Club di Mirco Babini, il Chia Wind Club, supportato
da Eolo per la zona dell’Oristanese e da KiteSardegna
per la zona di Porto Pino/Funtanamare. La
forte corrente da Nord Ovest con previsione di
onda fino a 5 metri, non mette nemmeno il dubbio,
l’oristanese sarà la sede della finalissima!
I ragazzi arrivano dopo le qualifiche di Puzziteddu,
Sicilia, svoltesi in Primavera. Non sono molti i

iders presenti a questa finalissima, nonostante il
largo anticipo della chiamata e la previsione più
che sicura. Vedere una finale di questa portata,
dove si assegna un titolo di campione italiano,
con un live in streaming visto da ogni parte del
mondo, ma con solo dodici riders iscritti, non fa
tanto bene, soprattutto agli assenti…
I migliori c’erano, e hanno dato spettacolo nelle
condizioni non proprio facili… e questo è quello
che conta… I favoriti sono arrivati tutti in finale
e l’hanno disputata con energia, coraggio, superando
le difficoltà di un vento non sostenuto
com’era invece previsto, e con set di onda non
sempre di bella misura. Lo skipper’s meeting è
sul lungomare di Puztu Idu, Mandriola, al Lollo
Beach, storico bar del lungomare di Mandriola, il
punto migliore per la partenza delle ali in direzione
Mini Capo-Capo Mannu.
Già dalla prima heat, con Cappuzzo in acqua, si
comincia a vedere chi arriverà in finale, sono abituata
a vederlo nelle gare di windsurf, trovarmelo
davanti nella finalissima wave di kite, è uno spet

162
EVENTI
Wave Challenge 2015
FENU
tacolo, Francesco è aggressivo, di sicuro per lui
un po’ più di vento non sarebbe stato male… Passa
in prima posizione la sua heat…
Nella seconda heat entra in acqua un altro dei favoriti,
Tony Ciliberto, rider RRD che corre per Hang
Loose di Gizzeria, è goofy, surfa back side con
eleganza e potenza, il futuro campione italiano
fa sempre la scelta giusta dell’onda, nonostante
le condizioni di vento rafficato e non molto forte,
dirà di aver apprezzato molto lo spot… Il giovane
Minutello dice la sua, con la sua Slingshot e il suo
riding back side.
Il local Tore Fenu, appena entrato in casa Best,
è nella terza heat, battaglia fino all’ultimo con il
giovane Puce, rider Slingshot, la loro è una bella
lotta, Tore aggressivo che cerca il tubo (che troverà
nella heat seguente, ndr), Puce velocissimo
nel bottom e radicale nei cut back, davvero una
heat stupenda. L’ultima heat del primo turno è
quella “di casa”, in acqua il local Advance Daniele
Concas, il grande Sergio Cantagalli con la sua
North, che vive proprio davanti allo spot, ed Enrico
Giordano, da poco nel team F-One e ormai sardo
di adozione. Sergio Cantagalli è sottoinvelato,
difficilmente in questa zona usiamo vela oltre la
8-9 mq, soprattutto per chi, come Sergio, sfrutta
la potenza delle mareggiate invernali. Giordano e
Concas passano la heat, con Enrico che oggi si
troverà ad usare anche la sua 12 mq… per lui che,
in Inverno, difficilmente gli capita di usare oltre la
5 mq. Daniele Concas cerca l’aerial potente a ogni
surfata… Le heat 6 e 7 si disputano tra i primi due

MINUTELLO

164
EVENTI
Wave Challenge 2015
PUCE
classificati delle 4 heat, Fenu, Castagno, Ciliberto
e Puce sono nella heat 6, Cappuzzo, Minutello,
Giordano e Concas, daranno vita alla heat 7.
E arriva il tubo per Tore Fenu… l’onda della Punta
è tubante e Tore la conosce bene, lui qui ci è nato
e ci vive, è un surfista, e si vede, lo cerca… e lo
trova… esplosione di gioia e di tifo del pubblico e
grande soddisfazione per Tore. La heat la vince
il talentuoso Ciliberto, la sua surfata back side è
aggressiva e gli fa guadagnare la prima posizione.
Nella heat 7 la battaglia è tra Giordano e Cappuzzo,
l’esperienza di Giordano in quest’onda si
fa sentire e passa in prima posizione.
È quasi arrivato il momento della finalissima,
dopo la heat numero 5, che vede in acqua Di Paola,
Guzzo e Cantagalli, entrano i 4 finalisti, 25
minuti per loro, con un vento che, come da pre-
CASTAGNO

visione della mattina, comincia ad essere sempre
meno forte e, nello spot della Punta, questo calo
si fa sentire in maniera pericolosa. Ne sa qualcosa
Fenu che azzarda un po’, con conseguente
caduta dell’ala, e deve accontentarsi della quarta
piazza, ma niente da eccepire, la sua prestazione
è stata favolosa, e il suo tubo nella heat 6, magico…
Nella battaglia tra Cappuzzo, Giordano e Ciliberto,
il biondo calabrese, rider di RRD domina la
heat, seguito dall’altro RRD, il siciliano Cappuzzo
e terzo il rider di casa, Enrico Giordano, con F-One.
Un bilancio dell’evento? Un live streaming seguitissimo,
con persone sveglie, dall’altra parte del
mondo, solo per vedere la finalissima in Italia. Un
palco giuria mobile, finalmente con una giuria al
coperto e tre giudici competenti, Stefano Bertini,
Eddy Piana e Emanuele Virdis. Un cronista d’eccezione,
Mirco Babini, race director e, non dimentichiamo
presidente della IKA, la federazione internazionale
del kiteboarding… I riders in acqua,
stupendi! Nessuna discussione, nessun problema,
nessuna contestazione, un clima di amicizia
e di sana competizione. Un vincitore indiscusso,
Tony Ciliberto, un campione italiano che, ricordiamo,
aveva passato le durissime selezioni di
Dakhla quest’anno, ritrovandosi in gara con i più
forti riders al mondo nel circuito wave del VKWC.
Una persona umile e sempre sorridente, una figura
di sicuro positiva per i nostri colori. Grazie
Tony!
Come sempre, è ovvio, ci sono sempre cose da
migliorare, ma finalmente si vede la strada, ci auguriamo
più partecipazione, il wave riding sembra
essere la passione di molti, a quanto si vede per
lo meno su FB… e le donne del wave riding? Avremo
anche una campionessa femminile nel 2016?
CANTAGALLI
CONCAS

166
EVENTI
Wave Challenge 2015
DI PAOLA
Mirco Babini
Si è appena conclusa la tappa finale, valida per
l’assegnazione del titolo nazionale, nelle acque di
Capo Mannu, Oristano, sullo spot Punta Mandriola.
Per la prima volta, un campo di gara degno di
una finale di wave riding!
I migliori atleti nazionali, selezionati nella tappa
siciliana, svoltasi in Primavera, e altri riders, venuti
da ogni parte d’Italia, si sono scontrati in un
duello in batterie avvincenti di venti minuti. Le
condizioni, davvero dure e di alta selezione, hanno
condizionato molto la prestazione dei concorrenti,
l’alto valore tattico, atletico e tecnico, era la
base per eccellere.
L’organizzazione, diretta dal Race Director Mirco
Babini, presidente della Federazione Mondiale
del Kiteboard (IKA), per l’occasione un’impronta
professionale, in collaborazione con l’ASD Eolo
di Eddy Piana, con Emanuele Virdis e Stefano
Bertini, membri della giuria nazionale e di Classe
Kiteboarding Italia. Il circolo promotore dell’evento,
era il Chia Wind Club che, per l’occasione,
congiuntamente ai coorganizzatori Eolo di Torregrande
e Kitesardegna di San Giovanni Suergiu,
ha disegnato un bando, con la possibilità di disputare
la gara in forma itinerante, dando così la
possibilità ai riders, di gareggiare in spot idonei,
in base alla condizione meteo prevista, una forma
esemplare che, di sicuro, sarà riproposta in
futuro. Gli spot designati in partenza erano Chia,
Porto Pino, Funtanamare, e l’area di Capo Mannu.
Durante la settimana precedente la gara, le previsioni
annunciavano una tremenda tempesta che
pian piano si è ridimensionata. Mercoledì precedente
la gara, è stato dato il semaforo verde e
tutti gli atleti sono partiti per Oristano, Mandriola.
Le condizioni previste erano di vento dai 20 ai 40
nodi e moto ondoso fino a 5 metri. La gara è partita
con lo skipper’s meeting alle ore 8.30 presso

GUZZO

168
EVENTI
Wave Challenge 2015
driola, con la presentazione del tabellone. Poco
dopo sono partite le heat del primo round.
Batteria dopo batteria, si è arrivati alla finale, ma
non sono mancati i wipeout e la difficoltà della
scelta delle onde, da parte di tutti i riders. Giunti
alla finale, le condizioni di vento variabili, da 18
nodi di media, con raffiche a 30 e onde con alcuni
set sui tre metri, i quattro finalisti si sono scontrati
in una batteria da mezz’ora. Difficilissima la
lettura delle onde, e la gestione del kite, dovuta ai
buchi di vento e alle raffiche.
Termina con il successo di Tony Ciliberto, giovane
calabrese che corre per l’Hang Loose Beach di
Gizzeria, secondo posto per Francesco Cappuzzo,
di Palermo e terzo l’atleta di casa Enrico Giordano,
che si è battuto come un guerriero, chiude la
finale il local Salvatore Fenu, della Surf House Is
Benas. L’organizzazione del Chia Wind Club e di
Eolo, chiude così il capitolo nazionale del Wave
Rinding 2015.
Unica nota di demerito per gli assenti non giustificati
da motivi di forza maggiore, peccato, perché
avrebbero potuto e dovuto dimostrare la loro
reale sportività e bravura sul campo, in una gara
come questa, organizzata con estrema passione,
fra mille difficoltà…
Grande onore per coraggio e sportività per i tre
locals storici, incluso un "Pilastro" della storia del
wave riding, Salvatore Fenu, Daniele Concas e
Sergio Cantagalli.

170
EVENTI
Wave Challenge 2015
Eddy Piana
Con grande impegno, stiamo portando avanti il
progetto Wavexpression, e la direzione, a detta di
tanti, può essere quella giusta. Quello che ci vuole
sono le giuste collaborazioni, per avere sempre
più consensi e visibilità, in modo tale da rendere
sempre più interessante il prodotto e riuscire a
sensibilizzare i brand. In questo momento sono
in sostanza i rider che si autofinanziano e non è
ammissibile, o sono gli organizzatori a dover tirare
fuori i soldi, quando a una gara, dove il minimo
dovrebbero essere almeno 24 rider ne arrivano
10/12. Continuo a dirlo da anni che la riuscita di un
evento deve essere un insieme di collaborazioni,
la classe, gli atleti, i giudici, i media, i riders, così
si possono creare molte sinergie ed economie. Insomma
c’è molto da fare... ma siamo positivi!
Tra non molto il sito wavexpression.com sarà in
manutenzione per dargli una struttura diversa e
aggiornata, stiamo lavorando per avere la prossima
volta anche i punteggi in diretta e per migliorare
lo streaming. Questa prima volta è stata già
un successo, con moltissime visualizzazioni, da
ogni angolo del Mondo. Troviamo le giuste sinergie,
e lavoriamo assieme per migliorare un prodotto
sicuramente valido!
Alla prossima, Eddy.

CILIBERTO
Classifica Wave Challenge 2015
1_Antonio Ciliberto Campione Italiano Wave 2015 CKI_FIV
2_Francesco Cappuzzo
3_Enrico Giordano
4_Salvatore Fenu
5_Puce, Minutello
7_Castagno, Concas
9_Guzzo
10_Di Paola
11_Cantagalli
12_Altea
SI RINGRAZIANO: CHIA WIND CLUB ASD, EOLO ASD, WAVEXPRESSION, ASSOCIAZIONE CROCE ROSSA SANVERESE, SALVAMEN-
TO JET SKI ALESSIO SCHINTU, BAIA BLU E LOLLO BEACH, IS BENAS SURF HOUSE, CLASSE KITEBOARDING ITALIA, FEDERAZIONE
ITALIANA VELA, LIVE STREAMING CREW, I GIUDICI, LO STAFF E TUTTI GLI ATLETI.

172
PRODUCT FOCUS
OZONE - Enduro
OZONE
Enduro
Testo Roberta Pala
Foto Courtesy Ozone
Ozone l’aveva promesso e noi ve l’avevamo già
anticipato nei focus dello scorso numero. Dopo
aver presentato il Catalyst V1 a Ottobre, una vela
totalmente nuova, un entry level a tutto tondo,
Ozone ha voluto pensare a tutti i riders intermedi/
avanzati che si sono innamorati delle prestazioni
del Catalyst 2015.
Ed ecco qui, come promesso, pronto al lancio tra
qualche giorno, il nuovissimo ENDURO.
La scelta del progetto dell’Enduro è stata voluta
per posizionare nella vasta collezione Ozone, un
kite che avesse le caratteristiche di performances
richieste dai rider evoluti, che vogliano un kite allround.
Il nuovo Enduro ha la caratteristica speciale
delle briglie variabili, che offrono all’utente
ben tre settaggi differenti, per prestazioni che vadano
dal freeride al freestyle.
Il nuovo Enduro è ispirato all’evoluzione del Catalyst
2015, è stato completamente ridisegnato
e migliorato, per dare prestazioni eccellenti ai
riders intermedi e avanzati. Si colloca a colmare
quel divario tra un kite wave e uno freestyle o
freeride, ha le caratteristiche di un profilo Open
C, un grande range di vento e sensazioni dirette
sulla barra, un incredibile boosting e un eccellente
drift per i wave riders. Eccellente il depower e
erogazione di potenza costante, rapido nella reazione
ai comandi, ne fanno la vela ideale sia che
si cavalchi un surfino, un twintip o un foil…
Preciso e morbido per il waveriding, tiro progressivo
e bel drift, ideale anche per i trick strapless
o unhooked. Nel settaggio freestyle permette di
essere aggressivo anche nelle manovre radicali.
In quello freeride permette di progredire con sicurezza.
È una vela allround che ti permette ciò

ENDURO
Performance Freeride
Attualmente disponibile nelle misure
7 – 9 e 12 mq
Misure
4 – 6 – 7 – 8 – 9 – 10 – 12 – 14 mq
Per Info: www.ozoneitalia.com
che è più importante: divertirsi!
Dalla fabbrica esce con il settaggio Freeride, la
prima volta il consiglio è di provarlo con questa
modalità. La modalità wave diminuisce la pressione
sulla barra e aumenta la capacità di reazione
in tutte le condizioni, power o depower. Molto
facile il turning della vela quando completamente
depowerizzato. Nella modalità freestyle aumenta
la pressione sulla barra, più potente nei kiteloops
e con più pop. Per i riders che preferiscano un
feeling più diretto.
Costruzione in Teijin Technoforce D2 per il canopy
e Teijin Dacron per LE e struts. Peso contenuto,
rinforzi dacron nelle aree sottoposte a usura. Tre
colorazioni, tre misure di barra, 45 cm per la 4, 6
e 7 mq, 50 cm per la 8, 9, 10 e 12 mqmq, 55 cm
per la 14 mq.
Adatto a riders intermedi e avanzati, soprattutto
in prestazioni di freeride, freestyle e wave.
Non adatta al racer.

174
EVENTI
Blade runner, Campionato Italiano Assoluto Hydrofoil
BLADE RUNNER
CAMPIONATO ITALIANO ASSOLUTO
h y d r o f o i l
testo Francesco Turchetti | foto Tommaso Caldani

Campionato Italiano Assoluto
Hydrofoil, fatto!
Organizzazione della tappa,
precisa, competente, adeguata,
fatto!
Spot con acqua bassa, negativo,
location Osa, acqua profonda,
spiaggia pulita, bellissimo
colpo d’occhio.
Numero rider iscritti alla gara,
tanti, 31!
Numero donne iscritte alla gara,
due, tanto agguerrite, oltre ad
essere brave e simpatiche!
Numero junior iscritti alla gara,
due, forti e con il coltello tra i
denti!
Vento, sabato da dimenticare,
domenica da incorniciare!
Iniziò da cosa non ha funzionato,
il vento, cioè sabato non si
è presentato, non c’era, la baia
dell’Argentario sembrava un laghetto
alpino, sole, stand delle
brand intervenute, tante chiacchiere
e risate.
Domenica, vento da Scirocco,
da prima moderato poi forte,
partenze con tutta la flotta bella
compatta e il colpo d’occhio alla
partenza da togliere il fiato.
Tutto il resto... Beh che dire, i
due ragazzini hanno lottato e
regatato fino alla fine, nelle due
ultime Regate in acqua con la 7,
i fratelli Morelli, Lapo e Lorenzo,
hanno dimostrato di essere due
campioni in erba molto

176
EVENTI
Blade runner, Campionato Italiano Assoluto Hydrofoil
promettenti, mettendosi ben in
evidenza con la loro bravura e
pacatezza, due ragazzi dal fisico
ben strutturato, con tanta
competenza tecnica e con tantissima
voglia di partecipare e
imparare.
Il gentil sesso, per così dire,
dietro il dolce sorriso e l’aria
bonaria tipica di una ragazza,
ha sfoderato in regata grinta e
tenacia non indifferente viste
le condizioni piuttosto impegnative
delle due ultime regate,
complimenti a Simona Majo e
Astrid Bertz.
Gli altri, medaglia d’oro per
la sfortuna a lui, quello che sicuramente
non sarà il campione
del mondo dei prossimi due
anni, quello che sicuramente
non si tira indietro su niente,
quello che darà battaglia al suo
avversario di sempre, quello
che comunque vada si è divertito,
quello che non molla mai,
quello che ha sempre il sorriso
sulle labbra, quello più simpatico
e sportivo, Mirco Casale! Alla
terza regata la sua tavola decide
di mollarlo e per la rottura
della stessa è costretto a saltarne
due, pregiudicando una gara
veramente ad alti livelli.
Grande prestazione di Vannucci,
sempre velocissimo e preciso
intorno alle boe, sfoderando
prestazioni di livello.
Quando c’è da correre, quando
c’è competizione, lui non manca
mai, prestazione maiuscola
anche per Lorenzo Giovannelli,
ottimo terzo in questa nuova
disciplina, che dire il Re non ha
ancora abdicato? Lo aspettiamo
il prossimo anno più allenato e
agguerrito che mai.
Finalmente, ottimo risultato per
Andrea Beverino, bravissimo
secondo, sempre a suo agio in
condizioni meteo marine difficili.
Da sottolineare che sono stati
premiati anche i tre migliori
esordienti, Simone Boccolini il
vincente.
Scrivo di questa nuova e affascinante
disciplina, ma i nomi
risultano sempre gli stessi? No,
per il momento sembra che la
vecchia guardia stia facendo da
padrone, ma ci sono tanti volti
nuovi e tanti rider tornati a gareggiare
solo per il gusto di esserci
e di partecipare.
Si è riscoperto il piacere di trovarsi,
di fare gruppo e chi vince
vince, la base resta il divertimento
senza troppi patemi, il
poter dire io c’ero!

Grande riferimento per i due
giovani Morelli, di dove si può
arrivare, viene dato dal fortissimo
Mario Calbucci, qua alle prese
con ali troppo grandi e Toni
Vodisek il fortissimo e terribile
ragazzino figlio d’arte di papà
Raiko!
Simone Santoni ha saputo creare
una bella festa per il kitesurf,
una grande regata, i numeri
parlano per lui, per me parlano
gli occhi, i sorrisi e le facce felici
di tutti i rider intervenuti.
Ottobre 2016 seconda edizione
della Blade Runner, ora lo sai
non te la puoi perdere!

178
EVENTI
Campionato Italiano Formula Kite 2015
2015
CAMPIONATO ITALIANO
formula kite
testo Francesco Turchetti | foto Roberto Foresti
La tappa conclusiva del Campionato
Italiano Formula Kite
2015 si è svolta a Torvajanica
(RM) presso il Circolo Marine
Village, non posso non iniziare
nel citare la bellezza della struttura,
un Circolo Velico come ce
ne sono pochi, mezzi, possibilità,
location, organizzazione, uomini,
ristorante, bar, foresteria,
tutto di primissimo e altissimo
livello. Le veci del padrone di
casa le ha fatte Roberto Foresti,
gestendo le richieste dei Rider,
dei giudici e quant’altro, sempre
con la soluzione efficace e precisa.
La macchina organizzativa
del Marine Village non perde
mai un colpo, viaggia spedita
senza il minimo rallentamento.
Veniamo alla Regata, il vento
sembra bello teso, i dodici rider
e i tre junior, sono pronti alla
battaglia, un due tre, tutti in acqua
sulla linea di partenza e il
vento cala bruscamente dai 18
nodi a praticamene 4. Il comita-

to ferma la regata e sono recuperati
i rider in difficoltà. La lancetta
grande dell’orologio non
fa neanche il giro che il vento
inizia a soffiare con molta decisione,
di nuovo tutti in acqua
e si disputano quattro bellissime
regate. I ragazzi in acqua si
sono divertiti, la competizione
si è fatta subito forte e tattica
con la partenza della prima regata,
in palio la regata e il titolo
di campione italiano.
12 rider, 12 competitor, 12 amici,
si conoscono, si temono, si stimano,
ormai è diverso tempo
che si danno battaglia un po’ in
tutta Italia e non solo, spesso si
allenano insieme, spesso dividono
il viaggio per andare dalla
parte opposta del Mondo a regatare.
Vedere insieme tutte le
categorie lottare e battagliare è
uno spettacolo che ti rende felice
il cuore.
Pierluigi Capozzi, si può diventare
Campione del Mondo Ma

180
EVENTI
Campionato Italiano Formula Kite 2015
ster se non sei un combattente?
Alla boa di bolina, avanti a
Lorenzo Giovannelli, l’amico e
rivale sui campi di regata, come
dimenticare i tuoi occhi, quella
voglia di arrivare, tentare di battere
il campione di sempre! Non
è facile dimenticare, buttare
alle spalle, cosa questi “ragazzi”
hanno fatto vedere, la fatica,
i sacrifici, il sorriso alla fine
di ogni regata alla fine di ogni
stagione. Li vedi regatare e puoi
capire i sacrifici, gli allenamenti,
la passione che muove Pierluigi,
e tutti i gli altri.
Quest’anno per Pierluigi e il talentuoso
Mario Calbucci, la soddisfazione
di partecipare, da
invitati, alle gare di coppa del
mondo Isaf, a Mario anche il titolo
di Campione Italiano Formula
Kite. Quest’anno il Campione
Italiano è Mario Calbucci,
il re, Lorenzo Giovannelli, ha abdicato,
ma è sempre li, poco più
indietro, pronto, se ne ha l’opportunità,
a sferrare il suo attacco
al gradino più alto del
podio. Grazie Lorenzo per la tua
disponibilità sui campi di regata,
per la voglia di giocare come
hai dimostrato con i ragazzini
di Maselli, che chiedono dove si
applicano i Boots su di una tavola
da Race.
I lacustri? I due Umbri, sempre
molto corretti, dalla simpatia
trasbordante, come sempre, se
le sono suonate di santa ragione,
questa volta la vittoria è andata
a Gianluca Merla, il Casale
ha come scusante il grosso allenamento
nella formula Hydrofoil
e il poco tempo dedicato alla
Formula Race.
Appuntamento per tutti alla
prossima edizione! Sarebbe stato
questo il finale, un modo per
dire il prossimo anno saremo
di nuovo qua a battagliare a divertirci,
invece il sogno Olimpico
del Kiteboarding, ha di fatto
cancellato il Formula Kite.
Ha cancellato tante cose, tante
regate, tante avventure, discussioni
per le straps le pinne
meglio queste o quelle, quel
kite va più profondo di poppa
ma l'altro e più veloce di bolina,
le pinne di tizio hanno un angolo
più stretto e mantengono
la velocità. Cancellato ore e ore
di allenamento, di chilometri
fatti in mare con qualsiasi condizione,
onda formata, chop,
acqua piatta e poco vento, tanti
soldi spesi per regatare, per acquisto
attrezzature, allenamenti

giornalieri. La tanto amata tavola
race, per ora, finisce in soffitta,
forse la stiamo pensionando
troppo presto!
Il kitesurf, sport velocissimo, si
evolve… Il futuro, per ora, sembra
l'hydrofoil… ne vedremo delle
belle!

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