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Orizzonte Magazine n°2 Febbraio anno 3 2016

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Mensile di<br />

attualità e cultura<br />

Anno 3 N. 2<br />

<strong>Febbraio</strong> <strong>2016</strong><br />

un fantasma sul lungotevere<br />

beatrice cenci<br />

fashion & models<br />

I consigli per posare in modo corretto.<br />

primo maggio<br />

a colli aniene<br />

Un week-end pieno di sorprese che piacerà<br />

a tutti, a cominciare dai bambini.<br />

l’abbazia di vezzolano<br />

Un gioiello medievale in provincia di<br />

Asti e la leggenda dei tre scheletri<br />

che appaiono a Carlo Magno.<br />

la parigina<br />

Una gustosa e croccante focaccia<br />

farcita che rappresenta lo snack preferito<br />

dai napoletani.<br />

la porta santa e la porta magica


2 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong>


<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 3


IN PRIMO PIANO<br />

6 Un fantasma sul Lungotevere<br />

Beatrice Cenci.<br />

cultura<br />

12 La Porta Santa e la Porta Magica.<br />

18 L’Abbazia di Vezzolano.<br />

notizie e curiosità<br />

24 Primo Maggio a Colli Aniene:<br />

Un week-end pieno di sorprese.<br />

28 Mostre all’<strong>Orizzonte</strong>.<br />

42 Smartphone.<br />

fashion & models<br />

58 Aspiranti Fotomodelle:<br />

I consigli per posare<br />

in modo corretto.<br />

64 I gioielli di Dori Csengeri.<br />

66 A’ Rebours Vintage:<br />

Le nuove iniziative<br />

rubriche<br />

47 <strong>Orizzonte</strong> Food<br />

La Parigina.<br />

50 La dieta crudista.<br />

54 Lo sapevate che<br />

Il Coriandolo.<br />

69 Oroscopo del mese.<br />

Tutti i diritti sono riservati. Nessuna<br />

parte della pubblicazione può essere<br />

riprodotta, rielaborata o diffusa senza<br />

espressa autorizzazione. della Direzione.<br />

Le opinioni espresse negli articoli<br />

impegnano solo gli autori e non coinvolgono<br />

né rappresentano il pensiero<br />

della Direzione.<br />

4 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong>


EDITORIALE<br />

L’Italia è un paese ricco e non ce ne rendiamo conto.<br />

Non solo i nostri amministratori, troppo assorti a<br />

valutare il centesimo di punto percentuale di crescita<br />

da propagandare a grande orchestra per le prossime<br />

elezioni a Rocca Piedipapera di sotto; siamo innanzi<br />

tutto noi italiani che non ce ne accorgiamo. Camminiamo<br />

per le nostre città, per le nostre campagne, come<br />

automi, con lo sguardo fisso per terra (anzi, adesso<br />

sullo smartphone), senza vedere, senza badare a quello<br />

che ci circonda, forse perché ci è troppo consueto<br />

e ce ne siamo abituati.<br />

La nostra ricchezza si chiama cultura: monumenti,<br />

opere d’arte, beni archeologici; e poi sole, mare, paesaggio,<br />

natura. Con oltre 3.400 musei, circa 2.100 aree<br />

e parchi archeologici e 43 siti Unesco l’Italia possiede il<br />

più ampio patrimonio culturale a livello mondiale; nonostante<br />

questa situazione gli Stati Uniti, con la metà<br />

dei siti rispetto all’Italia, h<strong>anno</strong> un ritorno commerciale<br />

pari a 16 volte quello italiano. Lo rivela un rapporto<br />

della Pricewaterhouse Coopers, che sottolinea anche<br />

come il ritorno degli asset culturali della Francia e del<br />

Regno Unito è tra 4 e 7 volte quello italiano. “Investendo<br />

nell’ambito di pochi, ma prioritari settori, - fa<br />

notare Giacomo Neri, partner in charge della Financial<br />

Services Practice di Pricewaterhouse Coopers Advisory<br />

- quello del turismo, del merchandising artistico<br />

in alcuni servizi collegati (alberghi, ristorazione, viaggi,<br />

ecc…), è possibile dare avvio ad un processo virtuoso<br />

che coinvolgerebbe, con ricadute positive, tutta una<br />

serie di settori sinergici quali agricoltura, infrastrutture,<br />

artigianato, industria ed altri servizi.”<br />

In compenso grandi tesori d’arte sono nascosti nei<br />

magazzini dei musei italiani, e nessuno sembra darsene<br />

pensiero; Pompei crolla o sciopera, e nessuno se ne<br />

preoccupa più di tanto; il sottosuolo italiano è colmo<br />

di resti archeologici da portare alla luce e rendere fruibili<br />

al pubblico, ma spesso si chiudono gli scavi quando<br />

terminano gli spiccioli che erano stati stanziati.<br />

Il Paese è in crisi, il lavoro scarseggia, ma continuiamo<br />

a confidare in qualche decimo di punto d’incremento<br />

del PIL, e a piangerci addosso.<br />

Franco Ardito<br />

<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong><br />

Mensile di attualità e cultura<br />

Anno 3 n. 2 - <strong>Febbraio</strong> <strong>2016</strong><br />

Reg. trib. di Bari n° 19/2014<br />

Franco Ardito<br />

Direttore Responsabile<br />

Angelo Ferri<br />

Direttore Editoriale<br />

Redazione<br />

via dei Mille, 50/A - 70126 Bari (BA)<br />

tel.: 080 9697552<br />

e-mail: direzione@orizzontemagazine.it<br />

www.orizzontemagazine.it<br />

La collaborazione avviene su invito.<br />

Articoli e materiali non si restituiscono.<br />

La Direzione si riserva di adattare<br />

testi, illustrazioni e fotografie alle<br />

esigenze della pubblicazione.<br />

Articoli e immagini v<strong>anno</strong> inviati per<br />

e-mail a:articoli@orizzontemagazine.<br />

it Gli articoli dovr<strong>anno</strong> pervenire in<br />

formato doc o docx e le immagini in<br />

formato jpeg, con una risoluzione<br />

non inferiore a 300 ppi.<br />

<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 5


un fantasma sul lungotevere<br />

beatrice cenci<br />

di Sabrina Rosa<br />

6 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong>


U<br />

n’antica leggenda romana<br />

racconta che<br />

nelle notti di luna piena,<br />

quando il ponentino<br />

romano soffia leggero, sfiorando<br />

le case e frusciando fra gli<br />

alberi, il fantasma di una fanciulla<br />

sedicenne vaghi sul lungotevere,<br />

passeggiando fino a Ponte<br />

Sant’Angelo e portando con sé il<br />

capo decapitato. Si tratta di Beatrice<br />

Cenci, una donna fiera e<br />

coraggiosa, che ha pagato con la<br />

vita il tentativo di rendersi libera<br />

dalla violenza del padre.<br />

È il 6 febbraio 1577 quando la<br />

piccola Beatrice viene al mondo. I<br />

suoi genitori, Francesco ed Ersilia<br />

Santacroce, appartengono ad<br />

una delle famiglie più facoltose<br />

della Roma dell’epoca,<br />

per cui tutto farebbe<br />

presagire in<br />

un futur<br />

o<br />

roseo e ricco di successi per la<br />

piccola neonata, purtroppo il destino<br />

ha in serbo per lei una storia<br />

ben più triste e dolorosa.<br />

Francesco Santacroce è, infatti,<br />

un uomo violento e senza scrupoli.<br />

Accusato di aver molestato<br />

e sodomizzato i figli minorenni di<br />

un rigattiere, di essere ricorso alla<br />

corruzione pur di salvaguardare il<br />

patrimonio di famiglia, quando rimane<br />

vedovo, nel 1584, decide di<br />

affidare i suoi cinque figli (in realtà<br />

ne aveva avuti dodici dalla moglie,<br />

ma solo cinque erano sopravvissuti)<br />

a vari enti e strutture.<br />

Così Beatrice, che all’epoca aveva<br />

undici anni, e la sorella Antonia,<br />

poco più grande di lei, vengono<br />

accolte come educande nel<br />

Monastero della Santa Croce a<br />

Montecitorio e qui rimangono<br />

per i successivi otto anni. Contrariamente<br />

a quanto si potrebbe<br />

pensare, questo è l’unico periodo<br />

felice per le due fanciulle, fino a<br />

quel momento soggette, anch’esse<br />

come i figli del negoziante,<br />

alle violenze domestiche<br />

da parte del padre.<br />

Così quando<br />

le<br />

<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 7


giovani escono dal monastero e<br />

rientrano a casa non f<strong>anno</strong> altro<br />

che tornare in un vero e proprio<br />

inferno in terra. I tre fratelli di Beatrice<br />

sono in rotta con il padre,<br />

che continua a dilapidare il patrimonio<br />

negando loro qualsiasi sostentamento.<br />

Accuse e processi<br />

non f<strong>anno</strong> altro che aggravare le<br />

loro condizioni economiche.<br />

Quando Antonia decide di sposarsi<br />

Francesco ha l’ulteriore problema<br />

di doverle darle una dote;<br />

subito dopo le nozze decide<br />

quindi di rinchiudere Beatrice, allontanandola<br />

dalla società ed isolandola,<br />

per non dover sborsare<br />

altro denaro in caso di un nuovo<br />

matrimonio in famiglia. Va così<br />

che nell’aprile del 1595 Beatrice,<br />

appena diciottenne, si ritrova reclusa,<br />

insieme alla seconda moglie<br />

di Francesco, Lucrezia Petroni,<br />

in un castello a Petrella Salto, un<br />

piccolo centro situato tra Rieti e<br />

Avezzano, all’epoca appartenente<br />

al regno di Napoli.<br />

Ancora una volta la giovane ha<br />

perso la libertà a causa della<br />

scelleratezza del padre. Separata<br />

dall’affetto dei fratelli, perduta<br />

ogni speranza di sottrarsi alle violenze<br />

di un padre padrone,<br />

abbandonata ogni ipotesi di matrimonio,<br />

di avere una famiglia per<br />

sé, Beatrice medita la vendetta.<br />

Diventa l’amante del suo carceriere<br />

Olimpio e questo le consente<br />

una maggior libertà di azione; comincia<br />

ad inviare lettere ai parenti<br />

e al fratello Giacomo, pregando<br />

tutti di aiutarla a trovare un marito,<br />

per poter finalmente riconquistare<br />

le propria libertà.<br />

Purtroppo però ancora una volta<br />

8 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong>


il destino non la aiuta. Il fato innegabilmente<br />

ha ben altri progetti<br />

per la vita di Beatrice: un’esistenza<br />

che sembra non volerle in alcun<br />

modo concedere un momento di<br />

tranquillità. Una di queste lettere<br />

arriva infatti nelle mani di Francesco,<br />

che immediatamente parte<br />

alla volta del castello e, una volta<br />

giunto, decide di sfogare tutta la<br />

sua rabbia sulla figlia e sulla seconda<br />

moglie.<br />

Beatrice viene frustata e percossa<br />

con foga incontenibile dal padre,<br />

che la lascia poi rinchiusa per tre<br />

giorni in una cella da sola. Come<br />

se ciò non bastasse, Francesco<br />

decide anche di stabilirsi permanentemente<br />

al castello, lontano<br />

da Roma, in modo da sottrarsi ai<br />

debiti che, ormai, lo stavano soffocando<br />

e, allo stesso tempo, per<br />

controllare più da vicino la figlia<br />

indomita e ribelle.<br />

Inizia così la vera rovina per la giovane.<br />

Esasperata da una condizione<br />

di vita intrisa di violenza e minacce,<br />

Beatrice decide ci uccidere<br />

il padre e per questo chiede aiuto<br />

al fratello e alla matrigna. Inizialmente<br />

l’idea è di avvelenarlo con<br />

il cibo, ma il progetto viene ben<br />

presto accantonato, perché Francesco,<br />

che non si fida dei propri<br />

parenti, obbliga proprio la figlia<br />

ad assaggiare ogni pietanza ed<br />

ogni bevanda, prima di mangiare.<br />

Non rimane altra scelta che eliminarlo<br />

mentre dorme. In una<br />

notte di fine estate due sicari<br />

s’introducono nella sua stanza e<br />

gli fracassano il cranio, quindi lo<br />

gettano dal balcone nel giardino<br />

sottostante, in modo da simulare<br />

una disgrazia.<br />

Per non creare eccessivi sospetti<br />

e per non sollevare dubbi tra la<br />

popolazione, il funerale viene fatto<br />

in gran fretta e l’uomo seppellito<br />

immediatamente.<br />

Sembra che tutto sia andato per<br />

il meglio e che finalmente Beatrice<br />

sia salva, ma si sa che il lieto<br />

fine appartiene solo alle favole,<br />

e la vita di questa donna di favoloso<br />

ha avuto ben poco. Infatti,<br />

poco dopo la morte dell’uomo,<br />

vengono aperte due inchieste sul<br />

presunto incidente: una voluta dal<br />

Viceré di Napoli e l’altra richiesta<br />

da Marzio Colonna, proprietario<br />

del castello che per anni ha costituito<br />

la prigione delle due donne.<br />

A destare sospetti sono il brutto<br />

carattere di Francesco e le ben<br />

note violenze che ha perpetrato,<br />

che di certo non gli h<strong>anno</strong> procurato<br />

simpatie da parte dei suoi<br />

familiari, la velocità con cui è stato<br />

sepolto il corpo e, soprattutto, la<br />

celerità con la quale la famiglia è<br />

tornata a Roma.<br />

Una volta riesumata la salma, non<br />

è difficile comprendere che la<br />

morte accidentale è una messa in<br />

scena e che, in realtà, Francesco<br />

è stato ucciso. Subito scattano gli<br />

arresti per i membri della famiglia<br />

Cenci, ma anche per Olimpio,<br />

che ha preso parte all’omicidio insieme<br />

a un altro complice, morto<br />

nel frattempo.<br />

Dopo una prima fase, durante la<br />

quale tutti gli imputati si rifiutano<br />

di parlare, le torture h<strong>anno</strong> ragione<br />

della loro resistenza: giungono<br />

le confessioni e, insieme a<br />

queste, la condanna a morte per<br />

l’intera famiglia. A nulla valgono le<br />

prove prodotte a difesa da due<br />

dei più illustri avvocati dell’epoca,<br />

Planca Coronato de’ Coronati e<br />

Prospero Farinacci, che cercano<br />

in ogni modo di salvare la vita ai<br />

loro clienti. Giacomo, Lucrezia e<br />

Beatrice sono condannati alla decapitazione<br />

e i loro beni vengono<br />

sottoposti a confisca.<br />

L’11 settembre 1599, di fronte a<br />

ponte Sant’Angelo, dopo aver<br />

percorso sul carro dei prigionie-<br />

<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 9


i Via dell’Orso, Via del Giglio,<br />

Piazza Farnese e via dei Banchi<br />

Vecchi, Beatrice viene fatta<br />

scendere dal triste veicolo e decapitata,<br />

insieme alla matrigna<br />

Lucrezia.<br />

Le cronache raccontano che la<br />

giovane è salita sul patibolo con<br />

aria fiera, a testa alta, e che prima<br />

di morire ha guardato la folla<br />

e si è sistemata i capelli. Il suo<br />

sguardo ha incrociato per una<br />

frazione di secondi quello di Mastro<br />

Titta (così veniva chiamato il<br />

boia a Roma) prima che la lama<br />

affondasse nel suo collo, scrivendo<br />

in tal modo la fine dell’intera<br />

vicenda.<br />

I corpi dei tre giustiziati restano<br />

esposti al popolo fino alle 23.00,<br />

in segno di monito esemplare<br />

per chi non rispetta le leggi, ma<br />

la popolazione non ci sta: inneggia<br />

a Beatrice e, recuperato<br />

il suo cadavere, lo porta in processione<br />

fino alla chiesa di San<br />

Pietro in Montorio. Qui il corpo<br />

della sventurata viene deposto<br />

nella sepoltura e vi resta fino al<br />

1798, quando le truppe francesi<br />

distruggono la tomba, come<br />

era consuetudine, per prendere<br />

il piombo e farne pallottole per<br />

i fucili.<br />

Ripercorrere la vita di Beatrice è<br />

ancora oggi possibile, visitando i<br />

luoghi dove lei stessa ha vissuto,<br />

nel quartiere Regola (dove sorge<br />

Palazzo Cenci, che non è però<br />

aperto al pubblico), e ricalcando<br />

l’ultimo cammino, che l’ha condotta<br />

fino al patibolo.<br />

La spada, con cui la donna è stata<br />

decapitata insieme a Lucrezia, è<br />

custodita presso il museo Criminologico<br />

di Roma, dove è stata<br />

portata dopo il suo ritrovamento<br />

sul greto del fiume Tevere durante<br />

alcuni lavori fatti alla fine<br />

dell’Ottocento.<br />

10 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong>


<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 11


la porta<br />

e la port<br />

di Roberta D<br />

L<br />

a Porta Santa<br />

Alle 17.00 di venerdì<br />

1 gennaio <strong>2016</strong>, giornata<br />

mondiale della<br />

Pace, Papa Francesco ha aperto<br />

un’altra Porta Santa. Questa volta<br />

è toccato a quella della basilica<br />

di Santa Maria Maggiore, situata<br />

tra il Rione Monti e l’Esquilino,<br />

sulla sommità del colle, là dove<br />

si incrociano via Gioberti e via<br />

Merulana.<br />

12 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong>


santa<br />

a magica<br />

’Alessandro<br />

La Patriarcale Basilica fa parte<br />

delle quattro basiliche papali di<br />

Roma. Leggenda vuole che nel<br />

358 d. C. la Madonna sia apparsa<br />

in sogno al Papa Liberio, chiedendogli<br />

di costruire una chiesa<br />

a lei dedicata. Era la notte del 4<br />

agosto e la mattina successiva nevicò<br />

esattamente sul luogo dove<br />

sorge la basilica. Questo evento,<br />

conosciuto in tutto il mondo, è il<br />

Miracolo della Neve, che ogni an-<br />

<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 13


no viene commemorato con uno<br />

spettacolo di suoni e luci che accompagna<br />

una nevicata artificiale,<br />

sotto il cielo stellato di Roma.<br />

Sulla chiesa liberiana Papa Sisto III<br />

fece erigere, tra il 432 e il 440,<br />

l’attuale basilica, dedicandola al<br />

culto della Madonna. L’edificio<br />

conserva ancora, unica basilica,<br />

la primigenia struttura paleocristiana,<br />

con successive aggiunte.<br />

Sulla piazza che porta lo stesso<br />

nome si erge dal 1614 la colonna<br />

della Pace, di Carlo Maderno, e<br />

la statua in bronzo della Vergine,<br />

di G. Berthélot e O. Censore.<br />

All’interno si conserva, tra le altre<br />

reliquie, la mangiatoia, detta<br />

“la sacra culla”, dove fu deposto<br />

Cristo, motivo per il quale la basilica<br />

viene chiamata anche “Santa<br />

Maria ad praesepem”, conservata<br />

in un’urna di argento realizzata<br />

dal Valadiér, posta nell’altare della<br />

Confessione. Nella Cappella Sistina,<br />

ultima della navata di destra,<br />

è custodito il più antico presepe<br />

di Roma, realizzato da Arnolfo di<br />

Cambio e dal Vasloldo intorno al<br />

1290.<br />

La basilica è stata teatro di due<br />

atti violenti nei confronti di altrettanti<br />

papi. Nel 649 Martino I (papa<br />

dal 649 al 655), mentre stava<br />

celebrando messa, fu oggetto di<br />

un attentato da parte dello scudiero<br />

dell’esarca bizantino Olimpio,<br />

su ordine dell’imperatore bizantino<br />

Costante II. Quest’ultimo<br />

14 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong>


aveva promulgato il Typos, documento<br />

in difesa del monotelismo<br />

(dottrina che affermava un’unica<br />

volontà, sia umana che divina, del<br />

Cristo) propugnata dalla Chiesa<br />

d’Oriente ma avversata dal Papa,<br />

il quale convocò il Concilio<br />

Lateranense che condannò come<br />

eretici tutti gli scritti monoteliti e<br />

scomunicò i monotelisti.<br />

Questo intervento suscitò la reazione<br />

dell’Imperatore, culminata<br />

con l’attentato. Ma il sicario non<br />

riuscì nella sua impresa. Al momento<br />

di ricevere la comunione<br />

dal Papa, estrasse il pugnale ma<br />

venne colto da improvvisa cecità<br />

e non riuscì a colpire il bersaglio.<br />

L’evento straordinario convinse<br />

Olimpio che Dio aveva protetto<br />

Martino e abbandonò il delittuoso<br />

progetto.<br />

Il secondo episodio accadde durante<br />

la messa di Natale del 1075,<br />

quando il prefetto Cencio fece<br />

irruzione nella Basilica e, giunto<br />

all’altare, ferì l’allora pontefice<br />

Gregorio VII e lo rapì, rinchiudendolo<br />

in una torre vicino al<br />

Pantheon. Inseguito dal popolo<br />

inferocito, Cencio fu costretto a<br />

chiedere perdono al Papa, che<br />

fece ritorno a Santa Maria Maggiore<br />

per riprendere la messa.<br />

La Porta Magica<br />

Poco distante da Piazza Santa<br />

Maria Maggiore, nel quartiere<br />

Esquilino, s’incontra un’altra porta<br />

particolarmente interessante: la<br />

Porta Magica di Piazza Vittorio. È<br />

quanto rimane di Villa Palombara,<br />

fatta costruire tra il 1655 e il 1680<br />

da Massimiliano Palombara, marchese<br />

di Pietraforte, e abbattuta<br />

nel 1873 per far spazio all’Esquilino,<br />

quando Roma divenne capitale<br />

d’Italia.<br />

La porta, ricomposta, fu sistemata<br />

dove si trova ora, in un’area<br />

recintata all’interno della Piazza.<br />

Ai due lati furono sistemate due<br />

statue, che sembra montino la<br />

guardia. Sull’architrave e sugli stipiti<br />

vi sono simboli e motti alchemici,<br />

mentre sul frontone c’è una<br />

circonferenza intorno alla quale è<br />

riprodotta una frase latina, che in<br />

italiano suona così: ”Tre son le cose<br />

mirabili; Dio e uomo, Madre e vergine,<br />

trino e uno”. All’interno vi è<br />

un Sigillo di Salomone, composto<br />

da due triangoli equilateri incrociati<br />

a formare una stella, al quale<br />

è sovrapposta una croce che sormonta<br />

un ulteriore cerchio con<br />

un punto centrale, che potrebbe<br />

rappresentare il simbolo alchemico<br />

del sole e quindi dell’oro. Intorno<br />

a questa cornice circolare<br />

c’è una iscrizione: ”Il centro nel trigono<br />

del centro”.<br />

L’architrave riporta una invocazione<br />

in lingua ebraica, Spirito<br />

Divino, e una in latino, Il drago<br />

esperio custodisce l’ingresso del<br />

magico giardino e, senza volontà<br />

di Ercole, Giasone non potrebbe<br />

gustare le delizie della Colchide.<br />

Si tratta di scritte presumibilmente<br />

a carattere alchemico,<br />

come quelle riportate sugli stipiti<br />

e come i simboli che le accompagnano.<br />

Certamente si tratta di<br />

iscrizioni e disegni di non facile<br />

interpretazione, che ancora oggi<br />

non sono stati definitivamente<br />

spiegati.<br />

Il marchese Palombara era uomo<br />

colto, poeta manierista e alchimista;<br />

come tale raccontò la sua<br />

esperienza nel manoscritto La<br />

Bugia. In origine la porta era l’ingresso<br />

di una dépendance della<br />

villa, dove egli aveva fatto allestire<br />

un laboratorio alchemico. La villa<br />

era frequentata da studiosi di<br />

astrologia, intellettuali e alchimisti<br />

dell’epoca; fra loro la regina Cri-<br />

<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 15


stina di Svezia, appassionata di alchimia,<br />

che si era stabilita a Roma<br />

dopo aver abdicato, nel 1656, e<br />

di cui il marchese era diventato<br />

persona di fiducia.<br />

Secondo la leggenda Palombara<br />

ospitò un pellegrino alchimista<br />

che sosteneva di essere in grado<br />

di realizzare la “Grande Opera”.<br />

Nottetempo l’alchimista fece<br />

perdere le sue tracce, lasciando<br />

pagliuzze di oro alchemico e una<br />

pergamena contenente simboli e<br />

scritte che alchimisti e studiosi interpellati<br />

dal marchese non riuscirono<br />

ad interpretare. Palombara<br />

decise quindi di farli riprodurre<br />

sulla porta, sperando che prima o<br />

poi qualcuno riuscisse a coglierne<br />

il significato.<br />

La Porta Santa della basilica di<br />

Santa Maria Maggiore e la Porta<br />

Magica di Piazza Vittorio esprimono<br />

entrambe, a modo proprio,<br />

una spiritualità parallela. Sono<br />

legate ad un culto intimo ed<br />

allo stesso tempo umanistico e<br />

metafisico. Rappresentano momenti<br />

diversi della città e della<br />

tradizione di Roma e contribuiscono<br />

a renderla di particolare<br />

interesse e bellezza. Sacro e<br />

profano sono alle radici della civiltà<br />

romana. Basti pensare che<br />

la maggior parte delle basiliche<br />

sono costruite su templi pagani e<br />

che le più importanti ricorrenze<br />

della religione cristiano cattolica<br />

vengono celebrate in periodi<br />

dell’<strong>anno</strong> in cui i Romani rendevano<br />

omaggio alle proprie divinità,<br />

al fine di attirarne la benevolenza,<br />

e rappresentavano nella tradizione<br />

contadina il passaggio da una<br />

stagione all’altra. Religione, paganesimo,<br />

occulto, alchimia, magia<br />

raccontano gli aspetti umani che<br />

superlativamente da sempre contraddistinguono<br />

e rendono unica<br />

e affascinante la storia della città<br />

eterna.<br />

16 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong>


<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 17


un gioiello medievale in provincia di ast<br />

l’abbazia di vezzolano<br />

di Fabrizio Capra<br />

V<br />

igneti, prati e boschi<br />

f<strong>anno</strong> da corollario,<br />

ad una realtà fra le<br />

più suggestive del<br />

Monferrato astigiano, uno dei<br />

principali monumenti medievali<br />

del Piemonte: l’Abbazia di Santa<br />

Maria di Vezzolano, situata nella<br />

frazione omonima del comune di<br />

Albugnano, in provincia di Asti.<br />

L’Abbazia, in stile gotico e romanico,<br />

risalirebbe alla fine dell’VIII<br />

secolo; secondo una leggenda<br />

Carlo Magno, mentre era a caccia<br />

nella selva di Vezzolano avrebbe<br />

visto apparire tre scheletri che si<br />

agitavano in una danza macabra.<br />

Colto da un forte spavento, fu<br />

aiutato da un eremita che abitava<br />

in una capanna nei pressi, il quale<br />

lo invitò a pregare Maria Vergine.<br />

La Madonna lo avrebbe guarito<br />

dall’epilessia, cui andava soggetto,<br />

e il sovr<strong>anno</strong> avrebbe deciso di<br />

edificare nel luogo dell’apparizione<br />

una chiesa abbaziale in onore<br />

della Vergine. Era l’<strong>anno</strong> 773.<br />

Leggenda a parte, è certo che<br />

Carlo Magno soggiornò in quel<br />

luogo nel 799, mentre si stava re-<br />

18 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong>


i<br />

cando a Roma<br />

Secondo una ricostruzione storica,<br />

pare però che fosse già<br />

esistente in epoca longobarda,<br />

ai tempi di Liutprando: resti di<br />

architetture testimoniano infatti<br />

che in epoca paleocristiana in<br />

quel luogo esisteva già una chiesa.<br />

Negli anni successivi sarebbe stata<br />

ingrandita, accrescendo la propria<br />

fama e ricchezza.<br />

Distrutta nel X secolo dai Saraceni,<br />

fu ricostruita e donata nel<br />

1002 da Arduino, re d’Italia, a<br />

Oddone di Brozolo, i cui eredi<br />

la cedettero nel 1095 al Prevosto<br />

di Vezzolano con quello che<br />

rappresenta il primo documento<br />

storico conosciuto: si tratta<br />

dell’investitura di Teodulo ed Egidio<br />

ad officiales, con l’impegno di<br />

attenersi ad alcuni precetti condivisi<br />

e di vivere secondo la regola<br />

canonica, probabilmente quella di<br />

Sant’Agostino, attestata in seguito<br />

in Vezzolano da bolle papali del<br />

1176 e del 1182.<br />

Fra il XII e il XIII secolo l’abbazia<br />

conobbe un periodo favorevole<br />

in quanto poté gestire numerose<br />

<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 19


endite rurali derivanti dalle cospicue<br />

donazioni di cui beneficiò;<br />

un benessere che venne ribadito<br />

da quanto attestato nella bolla di<br />

Papa Eugenio III, del 1148, e da<br />

di un Graziano diploma di Federico Riccio Barbarossa,<br />

del 1159. Nel 1238 Federico II<br />

investì l’abate di Vezzolano della<br />

signoria del castello imperiale di<br />

Albugnano.<br />

L’abbazia dipendeva direttamente<br />

da Roma e non era posta sotto<br />

la sovranità di alcun vescovo. Nel<br />

primo decennio del 1400 venne<br />

concessa in commenda ad abati<br />

residenti altrove e iniziò il proprio<br />

declino; rimase in tale condizione<br />

fino al XIX secolo, quando<br />

l’amministrazione napoleonica<br />

espropriò i beni residui: la chiesa<br />

divenne così la cappella campestre<br />

della parrocchia di Albugnano<br />

mentre il chiostro fu venduto<br />

a privati e trasformato in granaio.<br />

L’ultimo abate di Vezzolano fu<br />

monsignor Rossi che concluse il<br />

suo governo nel 1796.<br />

Nel 1937 l’abbazia ritornò proprietà<br />

dello Stato italiano e fu data<br />

in consegna alla Soprintendenza<br />

per i Beni Architettonici.Attualmente<br />

essa è composta da una<br />

chiesa con il campanile, il chiostro<br />

e la sala capitolare e rappresenta<br />

l’alternanza di alcuni momenti stilistici,<br />

fra il gotico e il romanico.<br />

Architettura<br />

La pietra arenaria e il mattone<br />

sono stati qui utilizzati per marcare<br />

lo stile architettonico dell’abbazia,<br />

fondato sulla bicromia a<br />

fasce alternate comune ad altre<br />

scuole architettoniche<br />

italiane, in<br />

particolare quella<br />

ligure e toscana.<br />

L’edificazione della<br />

chiesa orientata,<br />

ovvero con la parte<br />

absidale rivolta<br />

a est, avvenne tra<br />

il 1110 e il 1189,<br />

sulle rovine di un<br />

preesistente edificio,<br />

che aveva in<br />

origine una pianta<br />

di tipo basilicale e<br />

che subì successivamente<br />

alcuni<br />

interventi di sostanziale<br />

ristrutturazione,<br />

soprattutto<br />

in epoca gotica.<br />

La facciata è tipicamente<br />

romanica<br />

e mostra nella<br />

parte superiore<br />

un paramento in<br />

cotto alternato a<br />

fasce orizzontali<br />

in pietra. Presenta<br />

tre ordini di gallerie<br />

cieche, meno<br />

quella centrale,<br />

interrotta da una<br />

bifora, con piccole colonnine, e ricorda<br />

i motivi architettonici pisani<br />

e lucchesi. Inizialmente aveva tre<br />

portali, dei quali solo due ancora<br />

visibili; ora la porta di destra è di<br />

fatto scomparsa e quella sinistra è<br />

murata, ma è ancora visibile una<br />

bella lunetta decorata.<br />

Lo schema architettonico è sicuramente<br />

di stile lombardo e ne<br />

sono chiara testimonianza la divisione<br />

della facciata in tre parti, i<br />

fregi in mattoni posti a dente di<br />

sega a coronamento del tetto e<br />

le decorazioni in ceramica.<br />

Facciata e portale<br />

La facciata si presenta a tre campate,<br />

delle quali quella centrale,<br />

più alta, è riccamente decorata;<br />

20 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong>


nella parte inferiore è in mattoni<br />

combinati con pietra mentre nella<br />

parte superiore propone a fasce<br />

alternate di mattoni e pietra.<br />

Il profilo a salienti interrotti farebbe<br />

pensare a una struttura a<br />

tre navate che, come vedremo<br />

più avanti, non corrisponde alla<br />

realtà.<br />

Il portale principale è molto ricco<br />

e poggia su un<br />

architrave la cui<br />

strombatura è<br />

ornata da piccoli<br />

pilastri quadrati<br />

e colonnette con<br />

capitelli decorati<br />

a motivi vegetali,<br />

geometrici e teste<br />

di animali; nella lunetta<br />

è raffigura la<br />

“Vergine in trono”<br />

con ai lati l’arcangelo<br />

Gabriele e<br />

un fedele. Accanto<br />

alla Madonna<br />

è rappresentata<br />

la colomba dello<br />

Spirito Santo.<br />

Sopra al portale<br />

sei esili colonne<br />

formano una galleria<br />

cieca, tema<br />

ripetuto anche<br />

nei sovrastanti<br />

ordini architettonici<br />

a costituire<br />

un esempio unico<br />

di tale architettura<br />

in Piemonte.<br />

Al centro possiamo<br />

ammirare<br />

una grande<br />

bifora, pregevole composizione<br />

che ruota attorno alla figura del<br />

Cristo affiancato da due arcangeli:<br />

Michele e Raffaele, armati<br />

rispettivamente di lancia e spada.<br />

Sopra la bifora troviamo un originale<br />

pronao nel quale due angeli<br />

con un cero in mano si alternano<br />

a tre medaglioni orientaleggianti<br />

in ceramica policroma, che simboleggiano<br />

l’ospitalità abbaziale.<br />

Infine ancora sopra troviamo due<br />

serafini su una ruota, mentre al<br />

culmine è collocato in una nicchia<br />

il busto di Cristo benedicente.<br />

I portali laterali sono ad arco a<br />

tutto sesto; il portale minore della<br />

campata di sinistra presenta una<br />

effige di Sant’Ambrogio, che fu<br />

un grande amico dei monaci vezzolanesi;<br />

quello di destra, murato,<br />

confermerebbe la presenza di un<br />

accesso alla originaria navata meridionale,<br />

poi trasformata nel braccio<br />

settentrionale del portico.<br />

Il fianco settentrionale è ornato<br />

da una serie di archetti intrecciati<br />

interrotti dai contrafforti.<br />

Campanile<br />

Il campanile, in stile romanico con<br />

archetti, si trova a sinistra dell’abbazia<br />

ed è stato rimaneggiato nel<br />

XVII secolo nella parte superiore.<br />

Si appoggia per due lati al muro<br />

perimetrale della chiesa.<br />

Interno<br />

L’interno dell’abbazia rispecchia le<br />

caratteristiche murarie delle prime<br />

costruzioni romaniche.<br />

Si presenta a tre navate: quella<br />

centrale è a tre campate quadre,<br />

con volte a crociera sorrette da<br />

robusti pilastri in mattoni e tufo<br />

con pesante cordonatura; la navata<br />

centrale misura trenta metri<br />

in lunghezza, sette in larghezza e<br />

dodici in altezza. Le navate laterali<br />

sono molto ampie, circa la metà<br />

di quella centrale.<br />

La navata principale si presenta<br />

con un nartece, struttura rara-<br />

<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 21


mente presente nelle chiese italiane<br />

ma molto diffusa in Francia, che<br />

divide, all’inizio della seconda campata,<br />

l’edificio. È costituito da cinque<br />

arcate a sesto acuto sorrette<br />

da colonne con capitelli classici.<br />

Il colonnato regge una fascia liscia<br />

sulla quale è posto un bassorilievo<br />

di scuola borgognona della<br />

fine dell’XII secolo, composto da<br />

due bande orizzontali: nella fascia<br />

inferiore sono scolpiti i quaranta<br />

patriarchi antenati della Madonna;<br />

nella fascia superiore, ai lati<br />

sono rappresentanti i simboli degli<br />

evangelisti e, andando verso il<br />

centro, sulla parte di sinistra sono<br />

raffigurati gli apostoli che st<strong>anno</strong><br />

adagiando la Madonna nel sepolcro<br />

e sulla destra alcuni angeli che<br />

la trasportano in cielo. Al centro<br />

il Cristo che incorona la Madre.<br />

L’incoronazione non racchiusa<br />

nella mandorla mistica, il rilievo<br />

quasi a tutto tondo delle figure<br />

rappresentate, la disposizione<br />

delle sculture su fasce, sono altri<br />

elementi che avvicinano il bassorilievo<br />

ai canoni classici romani più<br />

che a quelli medioevali. Le sculture<br />

del nartece erano dipinte e<br />

un restauro recente ha riportato<br />

alla luce le tracce dei<br />

colori.<br />

Una volta oltrepassato<br />

il nartece si accede<br />

al quadrilungo<br />

e di seguito al presbiterio,<br />

ornato da<br />

colonnine binate, capitelli istoriati<br />

e finestre con stipiti scolpiti. Le pareti<br />

delle navate sono realizzate a<br />

fasce alternate in mattoni e pietra.<br />

L’abside centrale pur avendo subito<br />

numerosi restauri è quella più<br />

fedele allo stile originale.<br />

Altare Maggiore<br />

Conserva in un tabernacolo un<br />

pregevole trittico in terracotta<br />

di epoca gotica (1430) raffigurante<br />

al centro la Madonna e ai lati<br />

Sant’Agostino e Carlo Magno con<br />

un eremita.<br />

Dietro all’altare, sui lati della finestra<br />

centrale, si possono vedere<br />

due bassorilievi romanici in pietra,<br />

la cui fattura è notevole, che<br />

raffigurano l’Arcangelo Gabriele<br />

e la Madonna.<br />

Chiostro e Sala Capitolare<br />

In fondo alla navata destra si apre<br />

una porta di collegamento con il<br />

piccolo Chiostro: nell’ingresso si<br />

può notare una lunetta con affresco,<br />

in stile gotico, rappresentate<br />

la Vergine in trono affiancata da<br />

due angeli.<br />

Il Chiostro, a pianta quadrata, è<br />

costituito da arcate ogivali edificate<br />

su pilastri cilindrici, alternati<br />

a piccole colonne, mentre quello<br />

successivo presenta un numero<br />

inferiore di arcate che poggiano<br />

su pilastri poligonali e nell’ultimo<br />

appaiono invece contrapposizioni<br />

stilistiche fra pilastri poligonali e<br />

bifore romaniche.<br />

Il visitatore potrà osservare la presenza<br />

di stili di varie epoche: la<br />

parte verso la chiesa pare addirittura<br />

risalire all’VIII secolo, mentre il<br />

lato a meridione, voluto dall’abate<br />

Galliano, risale al 1600. Nella parte<br />

più antica sono visibili bellissimi<br />

affreschi risalenti a varie epoche.<br />

Dall’angolo adiacente all’ingresso<br />

del Chiostro si accede alla Sa-<br />

22 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong>


la Capitolare tramite una porta<br />

fiancheggiata da due bifore: nella<br />

sala è stata allestita una mostra<br />

fotografica permanente, destinata<br />

a illustrare la ricca tipologia<br />

delle chiese romaniche delle campagne<br />

astigiane.<br />

Affreschi<br />

È particolarmente interessante<br />

una serie di affreschi, collocabili<br />

fra il XIII e il XIV secolo e sicuramente<br />

di influenza francese:<br />

“Cristo fra i simboli degli Evangelisti”,<br />

“L’adorazione dei magi con un<br />

devoto presentato da un angelo”,<br />

un “Defunto in toga rossa disteso”,<br />

e il “Contrasto dei tre vivi e dei tre<br />

morti” che rappresenta la leggenda<br />

di Carlo Magno e degli scheletri<br />

fuoriusciti dal sepolcro.<br />

Altri affreschi, sopravvissuti solo<br />

in parte, rappresentano la Crocifissione<br />

e probabilmente una<br />

versione diversa della leggenda<br />

carolingia. Nel loro<br />

insieme questi dipinti<br />

rappresentano<br />

uno dei più interessanti<br />

cicli pittorici<br />

del Trecento piemontese.<br />

Ringrazio la collega e amica Cinzia<br />

Montagna, attenta conoscitrice<br />

INFORMAZIONI<br />

dell’Abbazia, che ha letto in anteprima<br />

l’articolo e mi ha fornito utili<br />

consigli che mi h<strong>anno</strong> consentito di<br />

evitare errori e omissioni.<br />

Sopra:<br />

Contrasto dei tre vivi e dei tre morti,<br />

affresco che rappresenta la leggenda di<br />

Carlo Magno e i tre scheletri.<br />

Sotto:<br />

Bassorilievo di scuola borgognona con<br />

scene della vita della Vergine<br />

Orario - dal 15 ottobre al 28 febbraio dal martedì alla domenica<br />

dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 14.00 alle 17.00; dal 1 marzo al 14 ottobre<br />

dal martedì alla domenica dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 14.00<br />

- 18.30. Giorno di chiusura: lunedì<br />

Ingresso gratuito<br />

Visita: il percorso di visita prevede l’Abbazia, il chiostro e i locali<br />

della mostra permanente. La durata è di 60 minuti circa, in gruppi<br />

con un massimo 55 persone.<br />

Accesso disabili parziale e con accompagnamento. Visite guidate a<br />

pagamento (dietro appuntamento) e gratuite per le scuole, a cura<br />

dell’Associazione Culturale La Cabalesta<br />

Informazioni: tel. 0119920607 - sbap.pie.vezzolano@beniculturali.it<br />

Associazione Culturale La Cabalesta - Castelnuovo don Bosco<br />

(AT): tel/fax 0119872463<br />

e-mail: info@lacabalesta.it<br />

Per raggiungere Albugnano da Asti basta seguire la statale 458 per<br />

Chivasso fino al bivio per Albugnano oppure svoltare a Gallareto<br />

per Castelnuovo Don Bosco e poi da Castelnuovo per Albugnano.<br />

<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 23


Un week-end<br />

pieno di sorprese<br />

di Claudio La Medica<br />

Quando a Luglio 2013<br />

nacque “Roma per<br />

Liga” come pagina<br />

Facebook, l’intenzione<br />

era di curiosare dentro il Ligamondo<br />

dopo aver seguito circa<br />

sette-otto concerti. Nulla faceva<br />

presagire tutta la marea di idee<br />

che h<strong>anno</strong> dato sempre più forma<br />

a questa associazione culturale,<br />

costola consolidata dell’Accademia<br />

delle Idee.<br />

Questa idea si basava sul grande<br />

impatto che da anni le canzoni di<br />

Luciano h<strong>anno</strong> sul contesto sociale<br />

di tantissimi fans in tutta la<br />

24 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong>


penisola, con un fascino capace di<br />

confortare i travagli interiori.<br />

L’ascolto attento delle sue canzoni<br />

è capace di far intravedere luci<br />

in fondo ad un tunnel, dare forza<br />

nei momenti bui, elevare l’animo<br />

spingendo a credere fermamente<br />

nei propri sogni e a tenere duro<br />

nelle difficoltà e nel perseguimento<br />

dei propri obiettivi, purché con<br />

la massima convinzione.<br />

Le tante serate organizzate e vissute<br />

con due tra le cover band<br />

più in voga della capitale, i “Fandango”<br />

prima e i “Terzo tempo”<br />

poi. L’organizzazione del “1° concerto<br />

del 1° maggio a Colli Aniene”,<br />

a Roma, con protagonisti i Fandango:<br />

giornata all’insegna dell’intrattenimento<br />

e della musica all’aperto<br />

dal vivo nello spazio verde<br />

del parco Nuovo Auspicio, il più<br />

grande del quartiere. L’intervista<br />

uscita su questa rivista a Settembre<br />

2015, in prossimità del concerto<br />

di Campovolo e alla quale<br />

vi rimandiamo.<br />

L’aggregazione di un bel gruppo<br />

di amici che giunge a Reggio<br />

Emilia e partecipa a Campovolo,<br />

incontrandone tanti altri, per celebrare<br />

tutti insieme i 25 Anni di<br />

carriera del rocker di Correggio.<br />

Infine l’incontro con alcuni tra i<br />

musicisti che h<strong>anno</strong> fatto la storia<br />

di Ligabue, come Mel Previte, Josè<br />

Fiorilli e Max Cottafavi, protagonisti<br />

di grandi serate in diversi locali<br />

romani, trascorse in loro compagnia<br />

a parlare di musica, di Luciano,<br />

ma soprattutto di sogni che non<br />

finiscono mai e che si susseguono<br />

nel tempo sempre rinnovati e terribilmente<br />

perseguiti.<br />

“Roma per Liga” è ad oggi un’associazione<br />

culturale che cerca di creare<br />

un vero e proprio connubio<br />

tra la nostra città e il più famoso<br />

<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 25


cantautore rock nazionale attraverso<br />

la diffusione della musica di<br />

Ligabue a scopo aggregativo, organizzando<br />

e pubblicizzando l’esibizione<br />

live di gruppi “cover”.<br />

Da qui parte l’organizzazione del<br />

“2° Concerto del 1° maggio a Colli<br />

Aniene”, dove ancora una volta<br />

l’evento clou sarà rappresentato<br />

dall’esibizione di una cover del Liga,<br />

che intratterrà il pubblico con<br />

i migliori pezzi di Luciano. Ma il<br />

concerto del 1° maggio si vuole<br />

inserire anche in un discorso più<br />

ampio: contribuire alla crescita<br />

del nome del quartiere dove<br />

questa associazione è nata e ha<br />

mosso i primi passi, volendo richiamare<br />

un pubblico numeroso<br />

e soprattutto residente; recuperare<br />

il quartiere alla gente<br />

col piacere di passare insieme<br />

una giornata all’insegna<br />

del’intrattenimento<br />

e della condivisione.<br />

Ecco quindi la creazione<br />

di un progetto che vedrà<br />

protagonista il fine settimana<br />

30 Aprile - 1 Maggio e<br />

che è stato pensato un po’<br />

per tutti i gusti, a cominciare<br />

dai bambini e seguitando<br />

con i giovani cantanti<br />

e musicisti emergenti, che<br />

desiderano esibire al pubblico<br />

di casa le loro doti artistiche;<br />

a questi ultimi farà<br />

seguito l’evento clou della<br />

serata: un concerto in piena<br />

regola di una delle più<br />

gettonate cover band romane<br />

di Luciano Ligabue.<br />

La domenica avrà un taglio<br />

diverso rispetto allo<br />

scorso <strong>anno</strong>, con una forma<br />

di spettacolo che impegnerà<br />

tutta la giornata<br />

coinvolgendo il pubblico<br />

presente in un modo che<br />

ancora non sveliamo.<br />

In questi giorni inoltre<br />

“Roma per Liga” esce con<br />

un proprio sito internet<br />

www.romaperliga.it dove i visitatori<br />

trover<strong>anno</strong> tanto bel materiale<br />

riguardante Luciano, oltre ad una<br />

sezione interamente dedicata ai<br />

nostri eventi, primo fra tutti il “1°<br />

Maggio a Colli Aniene”.<br />

Invitiamo quindi tutti i lettori a<br />

continuare a seguirci per scoprire<br />

quali sorprese riserverà “Roma<br />

per Liga”.<br />

26 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong>


<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 27


MOSTRE ALL’ORIZZONTE<br />

a cura di Fabrizio Capra<br />

Questa nuova rubrica non vuol essere una semplice elencazione di mostre<br />

in corso, ma una serie di consigli. Trattandosi di suggerimenti, non vogliamo<br />

appesantire le segnalazioni, pertanto per le informazioni sulle singole mostre<br />

(orari, biglietti, ecc.) vi rimandiamo ai link che riportiamo. La rubrica verrà<br />

aggiornata ogni mese.<br />

Milano<br />

Palazzo Reale<br />

(Piazza del Duomo 12)<br />

Umberto Boccioni (1882-1916).<br />

Genio e memoria<br />

dal 25 marzo al 3 luglio <strong>2016</strong><br />

Nella ricorrenza del primo centenario<br />

della morte di Umberto<br />

Boccioni (1882-1916), il Comune di<br />

Milano, Assessorato alla Cultura,<br />

intende celebrare la personalità<br />

dell’artista con una mostra di studio<br />

che ne evidenzi, alla luce anche<br />

di nuovi documenti, il percorso<br />

artistico e la levatura internazionale<br />

con particolare riguardo per<br />

la sua attività milanese, attraverso<br />

soprattutto la valorizzazione delle<br />

numerose opere conservate nei<br />

musei cittadini. La mostra, frutto<br />

di un lavoro di ricerca svolto dai<br />

musei civici e promossa dalla Soprintendenza<br />

del Castello Sforzesco<br />

in collaborazione con il Museo<br />

del Novecento e Palazzo Reale,<br />

presenta circa 300 opere tra disegni,<br />

dipinti, sculture, incisioni,<br />

fotografie d’epoca, libri, riviste e<br />

documenti ed è sostenuta da prestiti<br />

e collaborazioni d’importanti<br />

istituzioni museali e collezioni private<br />

italiane e straniere.<br />

Alfons Mucha e le atmosfere<br />

Art Nouveau<br />

fino al 20 marzo <strong>2016</strong><br />

La mostra consente di tuffarsi nel<br />

mondo prezioso ed elegante del<br />

Liberty, lo stile che a cavallo tra<br />

Otto e Novecento caratterizzò<br />

il mondo dell’arte, dell’architettura,<br />

dell’artigianato e dell’arredo<br />

dell’intero contesto europeo raggiungendo<br />

vette di ineguagliata<br />

raffinatezza.<br />

Simbolismo. I fiori del male.<br />

fino al 5 giugno<br />

Occasione unica per ammirare<br />

una splendida panoramica su una<br />

delle correnti più curiose ed originali<br />

della storia dell’arte. L’arte<br />

del Simbolismo parla di emozioni,<br />

28 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong>


di paure, di sensazioni profonde,<br />

quelle che si trovano nell’intima<br />

essenza delle cose, una volta scalfita<br />

la mera apparenza del reale.<br />

L’artista simbolista diventa una<br />

sorta di profeta che, con la sua<br />

sensibilità straordinaria riesce a<br />

cogliere il cosmo nascosto<br />

e misterioso<br />

del mondo, traducendolo<br />

in una figuratività<br />

che lo palesa in tutto il<br />

suo vigore.<br />

Gallerie d’italia<br />

(Piazza alla Scala)<br />

Hayez<br />

fino al 21 febbraio<br />

<strong>2016</strong><br />

http://www.gallerieditalia.com/hayez/<br />

Il percorso espositivo<br />

segue una successione<br />

cronologica, che rievoca<br />

insieme la vita e<br />

il percorso creativo del<br />

grande pittore: dagli<br />

anni della formazione<br />

tra Venezia e Roma,<br />

ancora nell’ambito del<br />

Neoclassicismo, sino<br />

all’affermazione, a Milano,<br />

come protagonista<br />

del movimento<br />

Romantico e del Risorgimento<br />

accanto a Verdi e Manzoni,<br />

con i quali ha contribuito all’unità<br />

culturale dell’Italia. La sequenza<br />

di opere, tra cui capolavori più<br />

noti accanto ad altri presentati al<br />

pubblico per la prima volta - inedito<br />

l’accostamento delle tre versioni<br />

del Bacio - rivela la grandezza<br />

di Hayez nel padroneggiare generi<br />

diversi, come la pittura storica e<br />

il ritratto, la mitologia, la pittura<br />

sacra e un ambito allora di gran<br />

moda come l’orientalismo, sino a<br />

giungere alle composizioni dove<br />

trionfa il nudo femminile, declinato<br />

in una potente sensualità che<br />

lo rende unico nel panorama del<br />

Romanticismo italiano e europeo.<br />

Mudec (via Tortona 56)<br />

www.mudec.it<br />

Joan Mirò. La forza della materia<br />

dal 25 marzo all’11 settembre<br />

<strong>2016</strong><br />

La mostra ripercorre l’intera produzione<br />

dell’artista catalano, divenuto<br />

famoso a livello mondiale<br />

per la leggerezza visiva delle sue<br />

opere, unita ad una profondità<br />

poetica di grande<br />

originalità.<br />

L’arte di Joan Mirò<br />

, sognante e<br />

quasi infantile<br />

all’apparenza, si<br />

lega in realtà con<br />

tutta una serie<br />

di suggestione<br />

diverse dell’arte<br />

del Novecento,<br />

fondendosi con<br />

quelle correnti<br />

d’avanguardia<br />

con cui Mirò era<br />

entrato in contatto<br />

dopo il suo<br />

trasferimento a<br />

Parigi.<br />

Gauguin. Racconti<br />

dal paradiso<br />

fino al 21 febbraio<br />

<strong>2016</strong><br />

Il progetto consta<br />

di circa 70 opere,<br />

capolavori pittorici<br />

e scultorei,<br />

comprensivi di artefatti polinesiani<br />

e immagini di documentazione<br />

dei diversi luoghi visitati<br />

dall’artista.<br />

Francesco Hayez, Il bacio,<br />

Pinacoteca di Brera (Milano)<br />

Mostra alle Gallerie d’Italia di Milano.<br />

<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 29


Barbie - The icon<br />

fino al 13 marzo <strong>2016</strong><br />

Definirla una bambola sarebbe<br />

riduttivo. Barbie è un’icona globale,<br />

che in 56 anni di vita è riuscita<br />

ad abbattere ogni frontiera<br />

linguistica, culturale, sociale, antropologica.<br />

Galleria Gammanzoni<br />

(Via A. Manzoni 45)<br />

www.gammanzoni.com/<br />

La belle époque<br />

fino al 21 febbraio<br />

L’affascinante mondo della Belle<br />

Époque è al centro di questa<br />

mostra, che indaga l’opera di<br />

tre eccellenti pittori italiani che<br />

seppero confrontarsi con l’arte<br />

Giuseppe De Nittis,<br />

Strada di Parigi con carrozze,<br />

collezione privata.<br />

Mostra alla Galleria Gammanzoni di Milano.<br />

dell’Impressionismo, maturando<br />

un linguaggio moderno e autonomo,<br />

che fece di loro tra i migliori<br />

cantori della Parigi fin de siècle:<br />

Giovanni Boldini, Giuseppe De<br />

Nittis e Federico Zandomeneghi.<br />

PAVIA<br />

Scuderie Castello Visconteo<br />

(Viale Xi <strong>Febbraio</strong>, 35)<br />

Tranquillo Cremona e la scapigliatura<br />

dal 26 febbraio al 5 giugno <strong>2016</strong><br />

Collegandosi idealmente con la<br />

grande esposizione “Tranquillo<br />

Cremona e gli artisti lombardi del<br />

suo tempo”, allestita nel 1938 nel<br />

Castello Visconteo e inaugurata<br />

dal Re Vittorio Emanuele III, la<br />

mostra intende rendere omaggio<br />

al gruppo scapigliato, partendo<br />

dalla ricerca dell’iniziatore<br />

del nuovo linguaggio stilistico,<br />

Tranquillo Cremona - che a Pavia<br />

è nato e si è formato alla Civica<br />

Scuola di pittura - per indagare il<br />

movimento in tutte le sue diverse<br />

espressioni artistiche.<br />

Palazzo Vistarino<br />

(Via Sant’Ennodio 26)<br />

Picasso e le sue passioni<br />

fino al 20 marzo <strong>2016</strong><br />

L’esposizione, curata da Lola Duran,<br />

propone più di 200 opere<br />

tra disegni, ceramiche e oli, provenienti<br />

da importanti raccolte<br />

private di tutto il mondo e dal<br />

museo di Mija Malaga, e illustra,<br />

nei suoi contenuti più autentici, i<br />

temi e le passioni che h<strong>anno</strong> dato<br />

vita alla creatività di Pablo Picasso<br />

e ne h<strong>anno</strong> influenzato l’esperienza<br />

umana e artistica.<br />

TORINO<br />

Palazzo Chiablese<br />

(Piazzetta Reale)<br />

Matisse e il suo tempo<br />

http://www.poloreale.beniculturali.<br />

it/index.php/it/eventi/141-matisse-e-il-suo-tempo-la-collezionedel-centre-pompidou<br />

fino al 15 maggio <strong>2016</strong><br />

Con 50 opere di Matisse e 47 di<br />

artisti a lui coevi, quali Picasso,<br />

Renoir, Bonnard, Modigliani, Mirò,<br />

Derain, Braque, Marquet, Léger<br />

- tutte provenienti dal Centre<br />

Pompidou - la mostra si prefigge<br />

di mostrare le opere di Matisse<br />

attraverso l’esatto contesto delle<br />

sue amicizie e degli scambi artistici<br />

con altri pittori. Così, per mezzo di<br />

30 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong>


Studio Vangi<br />

commercialisti in Modugno<br />

via S. Teresa, 14 - 70026 Modugno (BA)<br />

www.studiovangi.it<br />

<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 31


confronti visivi con opere di artisti<br />

suoi contemporanei, sarà possibile<br />

cogliere non solo le sottili influenze<br />

reciproche o le fonti comuni di<br />

ispirazione, ma anche una sorta<br />

di “spirito del tempo”, che unisce<br />

Matisse e gli altri artisti e che coinvolge<br />

momenti finora poco studiati,<br />

come il modernismo degli anni<br />

quaranta e cinquanta.<br />

Palazzo Madama<br />

(Piazza Castello)<br />

http://www.palazzomadamatorino.it/<br />

Fashion. Moda e stile negli<br />

scatti di National Geographic<br />

fino al 2 maggio <strong>2016</strong><br />

Bartolomeo Bimbi,<br />

Stravagante piede di cavolfiore<br />

del marchese Capponi.<br />

Mostra a Palazzo Madama a Torino.<br />

Una grande mostra fotografica<br />

ideata e prodotta da National<br />

Geographic Italia. 62 immagini<br />

di grande formato, realizzate da<br />

36 maghi dell’obiettivo, offrono<br />

un’affascinante prospettiva globale<br />

sul significato storico e culturale<br />

dell’abbigliamento e dell’ornamento<br />

e su ciò che ruota intorno al<br />

concetto di stile.<br />

Eccentrica Natura. Frutti e<br />

ortaggi stravaganti e bizzarri<br />

nei dipinti di Bartolomeo Bimbi<br />

per la famiglia Medici.<br />

fino all’11 aprile <strong>2016</strong><br />

Antichi tartufi, zucche e cocomeri<br />

enormi, strani cavolfiori, grosse<br />

albicocche, limoni cedrati giganti; e<br />

ancora cardi, meloni, fave, spighe<br />

di grano, grappoli d’uva, pere, datteri,<br />

barbabietole, girasoli, cavoli,<br />

funghi, castagne. Ecco i protagonisti<br />

della mostra: l’eccentrica natura<br />

ritratta da Bartolomeo Bimbi per<br />

la famiglia Medici.<br />

GENOVA<br />

Palazzo Ducale<br />

(piazza Matteotti 9)<br />

www.palazzoducale.genova.it<br />

Dagli impressionisti a Picasso<br />

fino al 10 aprile <strong>2016</strong><br />

La mostra sarà divisa in diverse<br />

sezioni: la prima è dedicata alla nascita<br />

del movimento che ha cambiato<br />

per sempre la storia della<br />

pittura: l’Impressionismo. La volontà<br />

di aprirsi alla luce libera della<br />

natura è una conquista che - agli<br />

albori dell’Impressionismo - passa<br />

attraverso il realismo intenso di<br />

Courbet (Bagnante addormentata<br />

presso un ruscello) e le opere narrative<br />

di pittori come Gervex e<br />

Carolus-Durand.<br />

Uno spazio autonomo sarà invece<br />

dedicato alla figura di Edgar Degas,<br />

del quale sar<strong>anno</strong> presenti<br />

cinque tele che sviluppano tutti i<br />

temi fondamentali del pittore parigino:<br />

il ritratto, i cavalli e le inconfondibili<br />

ballerine.<br />

La sala principale della mostra<br />

avrà invece come tema il superamento<br />

dell’Impressionismo e<br />

l’aprirsi di nuovi orizzonti, e ruoterà<br />

attorno alla figura-chiave<br />

di Vincent Van Gogh, alla quale<br />

si affiancher<strong>anno</strong> quelle di Paul<br />

Cézanne e Henri Matisse. Sar<strong>anno</strong><br />

presenti anche dipinti di Amedeo<br />

Modigliani.<br />

La mostra culminerà con una sala<br />

32 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong>


monografica dedicata a Pablo Picasso,<br />

del quale sar<strong>anno</strong> presenti<br />

sei tele, che h<strong>anno</strong> l’obiettivo<br />

di ripercorrere l’intera vicenda<br />

dell’arte del Novecento, dalla giovanile<br />

Testa di Arlecchino (1905)<br />

fino alla Donna seduta, dipinta<br />

nel 1960, quando Picasso era ormai<br />

alle soglie degli ottant’anni.<br />

BARD (AO)<br />

Forte di Bard<br />

www.fortedibard.it<br />

Wildlife Photographer of the year<br />

fino al 2 giugno <strong>2016</strong><br />

Prima tappa italiana del tour mondiale<br />

della mostra, l’evento più<br />

prestigioso e importante nell’ambito<br />

della fotografia naturalistica.<br />

Presenti in mostra oltre cento<br />

emozionanti immagini, vincitrici<br />

nelle 18 categorie del premio indetto<br />

dal Natural History Museum<br />

di Londra in collaborazione<br />

con il Bbc Wildlife <strong>Magazine</strong>, giunto<br />

ormai alla sua 51esima edizione.<br />

Quest’<strong>anno</strong> h<strong>anno</strong> partecipato<br />

42.000 concorrenti, provenienti<br />

da 96 paesi del mondo, valutati da<br />

una giuria internazionale di stimati<br />

esperti e fotografi naturalisti.<br />

GoldenAge. Jordaens - Rubens -<br />

Brueghel<br />

fino al 2 giugno<br />

Il secolo d’oro della pittura olandese<br />

e fiamminga è protagonista<br />

della mostra-evento che ha aperto<br />

la stagione espositiva invernale<br />

del Forte di Bard. Esposti 114 dipinti,<br />

dei quali il nucleo più cospi-<br />

Anthonis Van Dick, Ritratto del pittore<br />

Caspar de Crayer, Collezione<br />

Hohenbuchau.<br />

Mostra al Forte di Bard (AO).<br />

Sotto:<br />

Andrea Schiavone, Diana e Callisto,<br />

Proprietà del Museo della Picardia.<br />

Mostra al Museo Correr di Venezia.<br />

<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 33


El Greco,<br />

Ultima Cena.<br />

Mostra alla Casa dei Carraresi di Treviso.<br />

cuo è stato concesso in prestito<br />

dalla Collezione Hohenbuchau,<br />

straordinaria raccolta privata in<br />

deposito nelle gallerie della Collezione<br />

del Principe del Liechtenstein<br />

a Vienna, affiancato da una<br />

preziosa serie di opere di proprietà<br />

del Principe stesso.<br />

VENEZIA<br />

Museo Correr (San Marco 52)<br />

www.correr.visitmuve.it<br />

Splendori del Rinascimento veneziano.<br />

Andrea Schiavone tra Tiziano,<br />

Tintoretto e Parmigianino<br />

fino al 10 aprile<br />

Nello straordinario scenario della<br />

pittura rinascimentale veneziana,<br />

in quel concerto polifonico che<br />

vedeva eccezionali personalità<br />

primeggiare in laguna, e da qui in<br />

Europa, la figura e il “suono” di<br />

Andrea Meldola detto Schiavone<br />

(Zara, 1510 c. - Venezia, 1563)<br />

s’imposero fin da subito come<br />

novità dirompenti, scardinanti e<br />

in certo modo enigmatiche.<br />

Gallerie dell’Accademia -<br />

Ala Palladio<br />

(Campo della Carità 1050)<br />

Aldo Manunzio. Il rinascimento<br />

di Venezia<br />

dal 19 marzo al 19 giugno <strong>2016</strong><br />

La mostra presenterà la storia<br />

dell’uomo che ha inventato il libro<br />

moderno e il concetto stesso di<br />

editoria, facendo di Venezia la capitale<br />

internazionale della stampa.<br />

L’esposizione, attraverso capolavori<br />

assoluti di Giorgione, Carpaccio,<br />

Giovanni Bellini, Cima da Conegliano,<br />

Tiziano, Lorenzo Lotto, Pietro<br />

Lombardo, racconterà come il progetto<br />

di Aldo e i suoi preziosi libri si<br />

intrecciarono a Venezia con un’arte<br />

nuova, nutrita dalla pubblicazione<br />

dei classici greci e latini.<br />

TREVISO<br />

Casa dei Carraresi<br />

(Via Palestro 33/35)<br />

El Greco in Italia - metamorfosi<br />

di un genio<br />

fino al 10 aprile<br />

http://www.elgrecotreviso.it/<br />

Per la prima volta al mondo<br />

un’esposizione dedicata agli anni<br />

cruciali della trasformazione di<br />

El Greco, maestro indiscusso del<br />

‘500, attraverso le tappe che h<strong>anno</strong><br />

scandito il suo complesso iter<br />

artistico e spirituale tra Creta, l’Italia<br />

e la Spagna.<br />

Il curatore, Lionello Puppi, emerito<br />

di Ca’ Foscari, con alle spalle mezzo<br />

secolo di studi sull’artista, coadiuvato<br />

da un comitato scientifico<br />

di respiro internazionale, ricostru-<br />

34 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong>


<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 35


isce con molteplici spunti inediti le<br />

tappe di un’avventura irripetibile,<br />

indagando il processo creativo, il<br />

metodo di lavoro e la bottega di<br />

un artista controverso e non compreso<br />

nel suo periodo storico, ma<br />

definito dalla critica moderna un<br />

“visionario illuminato”.<br />

Un viaggio nel tempo e nello<br />

spazio attraverso la progressiva<br />

trasformazione dell’artista e il<br />

percorso che lo porterà alla creazione<br />

di un linguaggio che non<br />

ha paragoni possibili e alla realizzazione<br />

di capolavori assoluti.<br />

PADOVA<br />

Palazzo Zabarella<br />

(via San Francesco 27)<br />

Fattori<br />

http://www.zabarella.it/mostre/leprossime-mostre/fattori/<br />

fino al 28 marzo <strong>2016</strong><br />

Le celebri tavolette, i dipinti monumentali<br />

di soggetto risorgimentale, i<br />

magnifici ritratti, le scene di vita popolare<br />

sar<strong>anno</strong> riuniti in una grande<br />

mostra che riproponga al pubblico<br />

l’assoluto protagonista, non solo<br />

della pittura macchiaiola, ma anche<br />

del naturalismo di fine secolo.<br />

POSSAGNO (TV)<br />

Museo Gipsoteca Canova<br />

(via Canova 74)<br />

www.museocanova.it<br />

Antonio Canova. L’arte violata<br />

nella Grande Guerra<br />

fino al 28 febbraio <strong>2016</strong><br />

Quando con la testa di Paolina<br />

si giocava a pallone a Possagno,<br />

i Canova esplosi dalla guerra. La<br />

cronaca fotografica dello scempio.<br />

La Ebe dimezzata. E la cronaca<br />

del conflitto nel diario di una<br />

bambina di allora.<br />

CONEGLIANO (TV)<br />

Palazzo Sarcinelli<br />

(via XX Settembre, 132)<br />

Vivarini. Lo splendore della pittura<br />

fra Gotico e Rinascimento.<br />

www.mostravivarini.it<br />

fino al 5 giugno <strong>2016</strong><br />

La prima mostra interamente dedicata<br />

ai Vivarini, la famiglia di artisti<br />

veneziani che tra il Quattrocen-<br />

36 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong>


to e il Cinquecento a Venezia si<br />

contende il primato con la celebre<br />

bottega del Bellini. I Vivarini segnano<br />

un momento di passaggio decisivo<br />

dell’arte veneta e italiana dal<br />

Gotico fiorito al rigore del Rinascimento.<br />

È una stagione di grande<br />

rinnovamento artistico: Antonio,<br />

Bartolomeo e Alvise risentono<br />

dell’influenza dei più importanti<br />

artisti dell’epoca come Mantegna,<br />

Donatello, Paolo Uccello, Antonello<br />

da Messina.<br />

CODROIPO (UD)<br />

Villa Manin<br />

(piazza Manin 10 Passariano)<br />

www.villamanin.it<br />

Joan Mirò a Villa Manin. Soli<br />

di notte<br />

fino al 3 aprile <strong>2016</strong><br />

Una mostra evocativa ricostruisce<br />

l’universo di Miró negli ultimi<br />

trent’anni di vita, l’atmosfera dei<br />

suoi studi maiorchini, la ricerca<br />

della solitudine e la radicale trasformazione<br />

della sua arte. Oltre<br />

250 opere dell’artista, i suoi oggetti<br />

personali, tanti documenti e<br />

circa 50 scatti di grandi fotografi<br />

che lo h<strong>anno</strong> immortalato, in un<br />

inedito percorso espositivo. Una<br />

mostra che vuole essere assolutamente<br />

evocativa dei luoghi, degli<br />

ambienti, dei suoni, delle emozioni<br />

che h<strong>anno</strong> accompagnato il pittore<br />

catalano negli ultimi trent’anni di<br />

vita trascorsi a Palma di Maiorca,<br />

ispirando dal 1956 al 1983, <strong>anno</strong><br />

Giovanni Fattori,<br />

Acquaiole a Livorno.<br />

Collezione privata<br />

Mostra a Palazzo Zabarella di Padova.<br />

<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 37


Sopra:<br />

Guido Reni, Anima Beata.<br />

Collezione Sacchetti.<br />

Mostra a Palazzo Fava di Bologna.<br />

A destra:<br />

Statue di Maya, Sovrintendente al tesoro<br />

reale di Tutankhamon, e di sua moglie<br />

Meryt, cantrice di Amon.XVIII dinastia.<br />

Collezione D’Anastasi Rijksmuseum van<br />

Ouheden, Leiden.<br />

Mostra al Museo Civico Archeologico di<br />

Bologna.<br />

A destra i alto:<br />

Peter Brueghel il Giovane,<br />

Danza nuziale all’aperto,<br />

Collezione privata.<br />

Mostra a Palazzo Albergati di Bologna.<br />

della sua morte,<br />

un radicale<br />

m u t a m e n to<br />

espressivo e<br />

tecnico del<br />

suo lavoro e<br />

della sua straordinaria<br />

arte.<br />

FIRENZE<br />

P a l a z z o<br />

Strozzi<br />

(piazza degli<br />

Strozzi)<br />

www.palazzostrozzi.org<br />

Da Kandinsky<br />

a Pollock. La<br />

grande arte dei<br />

Guggenheim<br />

dal 19 marzo<br />

al 24 luglio<br />

<strong>2016</strong><br />

Dedicare una mostra alle collezioni<br />

Guggenheim significa raccontare<br />

a ritmo serrato la nascita<br />

delle neoavanguardie del secondo<br />

dopoguerra in un fitto e costante<br />

dialogo tra artisti europei<br />

e americani. Realizzare questa<br />

straordinaria mostra a Firenze<br />

significa anche celebrare un legame<br />

speciale che riporta indietro<br />

nel tempo. Un eccezionale confronto<br />

tra opere fondamentali di<br />

maestri europei dell’arte moderna<br />

come Marcel Duchamp, Max<br />

Ernst, Man Ray e dei cosiddetti<br />

informali europei come Alberto<br />

Burri, Emilio Vedova, Jean Dubuffet,<br />

Lucio Fontana, insieme<br />

a grandi dipinti e sculture di alcune<br />

delle maggiori personalità<br />

dell’arte americana degli anni cinquanta<br />

e sessanta come Jackson<br />

Pollock, Mark Rothko, Willem de<br />

Kooning, Alexander Calder, Roy<br />

Lichtenstein, Cy Twombly.<br />

BOLOGNA<br />

Palazzo Fava (via Manzoni 2)<br />

Guido Reni e i Carracci un atteso<br />

ritorno. Capolavori bolognesi<br />

dai musei capitolini.<br />

fino al 13 marzo <strong>2016</strong><br />

Guido Reni, Annibale e Ludovico<br />

Carracci, Domenichino, Denis<br />

Calvaert, Sisto Badalocchio, Francesco<br />

Albani sono solo alcuni degli<br />

autori dei capolavori in esposizione.<br />

Maestri protagonisti di<br />

una stagione particolare - la<br />

fine del XVI e la prima<br />

metà del XVII secolo -<br />

che vide consolidarsi<br />

legami storici, politici,<br />

artistici tra-<br />

Bologna e Roma<br />

con la fioritura<br />

della scuola<br />

del capoluogo<br />

emiliano che,<br />

nell’Urbe, trovò<br />

il favore di<br />

mecenati e<br />

committenti di<br />

assoluto livello.<br />

Museo Civico<br />

Archeologico<br />

(via dell’Archiginnasio<br />

2)<br />

E g i t t o .<br />

38 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong>


Splendore millenario.<br />

Capolavori da<br />

Leiden a Bologna<br />

fino al 17 luglio<br />

<strong>2016</strong><br />

www.mostraegitto.it<br />

La mostra “Egitto.<br />

Splendore millenario.<br />

Capolavori da Leiden<br />

a Bologna” è un’esposizione<br />

di fortissimo<br />

impatto visivo e scientifico<br />

e anche un’operazione<br />

che non ha precedenti nel<br />

panorama internazionale: la collezione<br />

egiziana del Museo Nazionale<br />

di Antichità di Leiden in Olanda<br />

- una delle prime dieci al mondo<br />

- e quella di Bologna - tra<br />

le prime<br />

in Italia per numero, qualità e stato<br />

conservativo dei suoi oggetti<br />

- d<strong>anno</strong> vita a un percorso espositivo<br />

di circa 1.700 metri quadrati<br />

di arte e storia. Dall’Olanda sono<br />

esposti 500 reperti, databili dal<br />

Periodo Predinastico all’ Epoca<br />

Romana e importanti prestiti<br />

giunger<strong>anno</strong> dal Museo<br />

Egizio di Torino e<br />

dal Museo Egizio<br />

di Firenze.<br />

Palazzo<br />

Albergati<br />

(via Saragozza<br />

28)<br />

B r u e g h e l.<br />

C a p o -<br />

l a v o r i<br />

dell’arte<br />

fiamminga<br />

http://www.<br />

palazzoalbergati.com/<br />

mostra-brueghel-2/<br />

fino al 28 febbraio <strong>2016</strong><br />

La mostra ripercorre<br />

la storia, lungo un<br />

orizzonte temporale, familiare e<br />

pittorico di oltre 150 anni portando<br />

a Bologna i capolavori di<br />

un’intera dinastia di eccezionale<br />

talento attiva tra il XVI e il XVII<br />

secolo.<br />

Brueghel, nome di una dinastia diventata<br />

nei secoli passati marchio<br />

di eccellenza nell’arte pittorica,<br />

comprendeva la più importante<br />

famiglia di artisti fiamminghi a cavallo<br />

tra il XVI e XVII secolo interpreti<br />

dello splendore del Seicento.<br />

FERRARA<br />

Palazzo dei Diamanti<br />

(corso Ercole I d’Este 21)<br />

www.palazzodiamanti.it<br />

De Chirico a Ferrara. Un inverno<br />

meta-fisico<br />

fino al 28 febbraio <strong>2016</strong><br />

Una grande esposizione celebra il<br />

genio della pittura metafisica, ad<br />

un secolo dal suo arrivo a Ferrara.<br />

Era il 1915 quando Giorgio De<br />

Chirico, giunto nella città estense,<br />

cambiò il suo modo di fare arte,<br />

dipingendo, tra le bellissime architetture<br />

rinascimentali, piazze so-<br />

<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 39


spese nel tempo, manichini senza<br />

volto, particolari prospettive ed<br />

oggetti enigmatici. Il rapporto tra<br />

De Chirico e Ferrara è indissolubile,<br />

e dopo cento anni torna ad<br />

esprimersi<br />

ROMA<br />

Scuderie del Quirinale<br />

(via XXIV maggio 16)<br />

www.scuderiequirinale.it<br />

Correggio e Parmigianino. Arte<br />

a Parma nel Cinquecento<br />

fino al 30 giugno <strong>2016</strong><br />

La mostra presenterà al pubblico<br />

la straordinaria stagione<br />

dell´arte parmense della prima<br />

metà del cinquecento, mostrando<br />

come la grande arte del Rinascimento<br />

italiano non si limitò<br />

esclusivamente al perimetro dei<br />

tre principali centri di Firenze,<br />

Venezia e Roma.<br />

Palazzo Venezia<br />

(via del Plebiscito 118)<br />

Tesori della Cina Imperiale. L’Età<br />

della Rinascita fra gli Han<br />

e i Tang (206 a.C. - 907 d.C.)<br />

http://www.tesoridellacinaimperiale.it/<br />

fino al 28 febbraio <strong>2016</strong><br />

Nelle sale del<br />

R e f e t t o r i o<br />

quattrocentesco<br />

di Palazzo<br />

Venezia<br />

sar<strong>anno</strong> in<br />

mostra i<br />

capolavori<br />

dal Museo<br />

Provinciale dello Henan, uno dei<br />

maggiori musei nella Repubblica<br />

Popolare, per raccontare il passaggio<br />

dalla dinastia Han - periodo<br />

in cui l’odierna Cina comincia<br />

a prendere forma - all’Età<br />

dell’Oro della dinastia Tang (581<br />

d.C. - 907 d.C.). In mostra sar<strong>anno</strong><br />

esposti oltre 100 pezzi,<br />

tra i quali una veste funeraria<br />

di 2.000 listelli di giada intessuti<br />

con fili d’oro, lacche, terrecotte<br />

invetriate, vasi, oggetti d’oro,<br />

d’argento e di giadeite, ad illustrare<br />

lo straordinario clima di<br />

prosperità e di apertura culturale<br />

di questo periodo, quando<br />

la capitale dell’Impero,<br />

l’odierna Xi’An, era<br />

il crocevia di tutti i<br />

commerci, riceveva<br />

gli ambasciatori del<br />

mondo ed èra<br />

popolata da<br />

oltre un milione<br />

di persone.<br />

40 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong>


Ara Pacis<br />

(lungotevere in Augusta angolo via<br />

Tomacelli)<br />

Toulouse-Lautrec. La collezione<br />

del Museo di Belle Arti<br />

di Budapest<br />

http://www.arapacis.it/mostre_<br />

ed_eventi/mostre/toulouse_lautrec<br />

fino all’8 maggio <strong>2016</strong><br />

Con circa 170 opere provenienti<br />

dal Museo di Belle Arti di Budapest,<br />

arriva al Museo dell’Ara Pacis<br />

di Roma una grande mostra<br />

su Toulouse-Lautrec, il pittore<br />

bohémien della Parigi di fine Ottocento,<br />

che ripercorre la vita<br />

dell’artista dal 1891 al 1900, poco<br />

prima della sua morte avvenuta a<br />

soli 36 anni.<br />

Chiostro del Bramante<br />

(via Arco della Pace 5)<br />

http://chiostrodelbramante.it<br />

James Tissot<br />

http://chiostrodelbramante.it/info/james_tissot/<br />

fino al 21 febbraio<br />

<strong>2016</strong><br />

Per la prima volta in<br />

Italia, l’attesissima mostra sul<br />

grande pittore francese James<br />

Tissot. Raffinato protagonista<br />

dell’élite del suo tempo, invidiato<br />

e amato in pari misura, James<br />

Tissot è un pittore la cui arte è<br />

ancora oggi per alcuni aspetti<br />

un enigma, tra influenze impressioniste<br />

e istanze preraffaellite.<br />

Francese di nascita ma britannico<br />

di adozione, vissuto a suo<br />

agio tra conservatori e liberali,<br />

Tissot celebra nei suoi quadri la<br />

vita dell’alta borghesia - il ceto<br />

portato in auge in epoca vittoriana<br />

tra rivoluzione industriale<br />

e colonialismo - trasformando la<br />

quotidianità in imprese eroiche e<br />

celebrative, mutando ogni gesto<br />

in un cliché non privo di originalità.<br />

I macchiaioli<br />

dal 5 marzo al 31 maggio<br />

<strong>2016</strong><br />

ll movimento pittorico<br />

dei Macchiaioli è attivo<br />

tra l’Ottocento<br />

e il Novecento.<br />

Il termine venne<br />

coniato nel 1862 da un recensore<br />

della «Gazzetta del Popolo» che<br />

così definì quei pittori che intorno<br />

al 1855 avevano dato origine ad un<br />

rinnovamento anti-accademico della<br />

pittura italiana in senso verista.<br />

Andy Wharol<br />

dal 25 marzo al 25 giugno <strong>2016</strong><br />

Pittore, scultore, regista, produttore<br />

cinematografico, direttore<br />

della fotografia, attore, sceneggiatore<br />

e montatore statunitense,<br />

è stato una figura predominante<br />

del movimento della Pop<br />

Art e tra gli artisti più influenti<br />

del XX secolo.<br />

Otto statuette di suonatrici<br />

in ceramica dipinta della<br />

Dinastia Sui (581-618 d.C.)<br />

Mostra a Palazzo Venezia<br />

a Roma.<br />

<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 41


smartphone<br />

di Giorgia Marchetti<br />

e Chiara Gonfiantini<br />

P<br />

arliamo ancora di lui, il<br />

compagno delle nostre<br />

giornate. Lui sempre<br />

disponibile a soddisfare<br />

qualsiasi nostra richiesta, lui<br />

pronto in qualsiasi situazione ad<br />

ascoltarci, ad indicarci la giusta<br />

direzione da prendere. Più passa<br />

il tempo, più la sua presenza<br />

diventa importante; il legame tra<br />

noi e lui diventa man mano indissolubile.<br />

Se anche voi siete alla ricerca<br />

del vostro compagno ideale, tra<br />

42 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong>


i tanti che affollano le nostre<br />

città, dovrete guardarli uno per<br />

uno, valutarne le caratteristiche,<br />

scoprire pregi e difetti… e poi<br />

avere pazienza, potrebbe essere<br />

una ricerca lunga. Perché è sempre<br />

più difficile trovare quello<br />

giusto, quello che più si avvicina<br />

a noi. Deve avere un bell’aspetto,<br />

o magari buona memoria, per<br />

ricordarsi degli appuntamenti?<br />

Dev’essere grande e rassicurante<br />

o un peso leggero da portare<br />

ovunque? dev’essere il compagno<br />

giusto per le vacanze, in grado di<br />

fare belle foto, farci divertire con<br />

piacevoli conversazioni? Deve essere<br />

sempre attivo, indistruttibile?<br />

Svelto e risolutivo? Logico o<br />

fantasioso?<br />

C’è un’unica cosa sulla quale ci<br />

<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 43


troveremo tutti d’accordo: deve<br />

essere uno Smartphone! Ma che<br />

cosa avete capito, pensavate che<br />

stessimo parlando di uomini? Beh,<br />

non sono poi molto diversi…<br />

L’idea di creare dei dispositivi che<br />

fossero una via di mezzo tra il<br />

pc e il telefono nacque nel 1973<br />

ma per la prima volta a parlare<br />

di Smartphone fu la Ericsson nel<br />

1997 con il suo GS 88 Penelope.<br />

Il primo in assoluto fu però Simon,<br />

era il 1992 e a progettarlo<br />

fu IBM. Oltre a telefonare faceva<br />

i conti, prendeva appunti, c’erano<br />

i giochini, un orologio, ed era capace<br />

persino di mandare e-mail.<br />

Il Blackberry è stato invece il pioniere<br />

nella navigazione in internet,<br />

attraverso un browser mobile,<br />

una caratteristica unica per<br />

quei tempi. Ma solo nel 2000 lo<br />

smartphone ha compiuto un salto<br />

fondamentale per la sua crescita<br />

e il suo sviluppo, grazie anche<br />

all’evoluzione della rete di telefonia<br />

mobile e di conseguenza alla<br />

sua capacità di connessione dati.<br />

Sette anni dopo, a gennaio del<br />

2007, Steve Jobs, presentando il<br />

primo iPhone, ha rivoluzionato<br />

ancora una volta<br />

il concetto di telefono,<br />

portando alla ribalta<br />

quello che oggi è effettivamente<br />

per noi l’idea<br />

di smartphone. Quel dispositivo<br />

aveva caratteristiche innovative,<br />

oggi comuni nell’immaginario di<br />

tutti noi, molte delle quali sono<br />

diventate parte integrante del<br />

nostro tempo.<br />

Una delle caratteristiche più<br />

evidenti che lo differenziava da<br />

tutti i telefoni in circolazione fino<br />

ad allora era la presenza di<br />

uno schermo multitouch, sensibile<br />

al tocco in punti diversi della<br />

sua superficie. Questo rendeva<br />

possibili gesti prima impensabili,<br />

come ad esempio la possibilità<br />

di ingrandire o ridurre una foto<br />

col semplice gesto di allargare o<br />

stringere le dita.<br />

E’ stato l’Iphone a dare il via alla<br />

gara senza esclusione di colpi<br />

a cui assistiamo oggi, che vede<br />

principalmente Apple, Microsoft<br />

e Samsung impegnate ad armi<br />

spiegate nel tentativo di dar vita<br />

a cellulari sempre più perfezionati<br />

per strappare clienti alla<br />

concorrenza.<br />

Oggi nel <strong>2016</strong> le cose che sa fare<br />

uno Smartphone sono sempre<br />

di più e ormai tutti i dispositivi<br />

h<strong>anno</strong> implementato un<br />

assistente vocale che risponde<br />

quando chiediamo informazioni<br />

sui film in programmazione, che<br />

ci ricorda cosa dire a nostro fratello<br />

quando ci chiamerà, che ci<br />

avvisa se c’è traffico per andare a<br />

lavoro e quindi bisogna di uscire<br />

prima di casa.<br />

Almeno tra i telefoni c’è l’imbarazzo<br />

della scelta!<br />

Non c’è n’è uno migliore in assoluto,<br />

ci sono telefoni diversi, con<br />

pregi e difetti diversi; e ognuno<br />

sceglie quello che più si avvicina<br />

alle sue necessità, al suo modo<br />

44 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong>


di essere. Un po’ come facciamo<br />

con gli uomini…<br />

Vi state chiedendo quindi come<br />

orientarvi tra tutti questi potenzialmente<br />

ideali compagni di vita?<br />

Io mi comporto così: innanzi tutto<br />

voglio che sia di buon cuore,<br />

cioè con un ottimo processore,<br />

senza il quale tutto il resto è<br />

superfluo; poi voglio che abbia<br />

tanta memoria, visto che la mia<br />

comincia a scarseggiare, per cui<br />

sono particolarmente attenta alla<br />

capacità della Ram. E poi, siccome<br />

mi piace giocare non tralascio di<br />

considerare che la scheda grafica<br />

sia all’altezza.<br />

Tutto giusto, ma non dimentichiamo<br />

lo schermo, attraverso<br />

cui passa tutto. Grande o piccolo<br />

è un gusto personale, la risoluzione<br />

invece è un dettaglio fondamentale.<br />

E le foto? Certo non<br />

possiamo pretendere<br />

che faccia da reflex<br />

ma una buona ottica e<br />

un’adeguata risoluzione<br />

(i megapixel, intendo) possono<br />

aiutarci ad ottenere buoni scatti.<br />

Infine un dettaglio non da poco:<br />

la durata della batteria.<br />

E le frontiere del futuro? La tecnologia<br />

si sta evolvendo talmente<br />

in fretta che non è difficile<br />

immaginare tra qualche <strong>anno</strong> la<br />

diffusione di dispositivi, peraltro<br />

già esistenti, collegati alla casa; in<br />

grado di farci trovare, quando rientriamo,<br />

il forno acceso, il riscaldamento<br />

in funzione, le serrande<br />

aperte o la lavatrice già avviata,<br />

e di spegnere luci ed elettrodomestici<br />

quando saremo usciti.<br />

O che ci suggerir<strong>anno</strong> che cosa<br />

manca in frigo quando saremo al<br />

supermercato, sostituendosi alla<br />

consueta lista della spesa. Google<br />

ha già confermato l’esistenza del<br />

prototipo “Tango” che, a quanto<br />

pare, sarà in grado di elaborare<br />

mappe in 3D. Samsung, dal canto<br />

suo, ha brevettato uno smartphone<br />

piegabile e arrotolabile grazie<br />

all’uso di display flessibili.<br />

Ma arriverà forse dalla Francia la<br />

prossima rivoluzione tecnologica<br />

che potrebbe ribaltare la nostra<br />

concezione di Smartphone e<br />

catapultarci nel futuro. Si chiama<br />

Cicret ed è un braccialetto<br />

in grado di proiettare un display<br />

touchscreen direttamente sul nostro<br />

avambraccio e di recepire i<br />

movimenti. Al momento è in fase<br />

di sviluppo, ma i creatori di Cicret<br />

pensano di riuscire a coprire tutte<br />

le funzionalità alle quali siamo abituati.<br />

Potremo così, se il progetto<br />

riuscirà a svilupparsi, leggere e inviare<br />

mail, ascoltare musica, guardare<br />

video, telefonare e trasferire<br />

dati utilizzando come smartphone<br />

la nostra stessa pelle.<br />

<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 45


www.flickr.com/photos/brontolones_pictures/<br />

email: salvatorebrontolone@gmail.com<br />

46 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong>


la parigina<br />

<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 47


la parigina<br />

di Ornella Mirelli<br />

A<br />

dispetto del suo nome,<br />

la Parigina è un<br />

caratteristico cibo da<br />

strada di origine napoletana;<br />

si tratta di una focaccia<br />

farcita composta da due impasti<br />

differenti: lo strato inferiore è fatto<br />

di pasta lievitata (quella della<br />

pizza, per intenderci) mentre lo<br />

strato superiore è di pasta sfoglia;<br />

al centro c’è il ripieno di pomodori,<br />

prosciutto e scamorza.<br />

Non è ben chiaro da dove abbia<br />

origine il nome “Parigina”. Qualcuno<br />

ha azzardato l’ipotesi che<br />

derivi dal napoletano “p’a regina”,<br />

forse ricordando le origini della<br />

Pizza Margherita, creata dal cuoco<br />

Raffaele Esposito in onore della<br />

regina Margherita di Savoia. Si<br />

tratta però di un’ipotesi peregrina<br />

in quanto è piuttosto condivisa l’idea<br />

che<br />

la nascita<br />

della<br />

Parigina<br />

sia piuttosto<br />

recente<br />

e riferibile<br />

agli anni ’70. Pare infatti che ad<br />

inventarla sia stato un rosticciere<br />

di Afragola il quale, modificando<br />

una pizza rustica, già nota a Napoli<br />

col nome di pizza parigina e<br />

composta da due strati di pasta<br />

lievitata che contenevano la farcitura,<br />

avrebbe sostituito lo strato<br />

superiore con la pasta sfoglia,<br />

rendendo la Parigina croccante e<br />

unica nel suo genere.<br />

Per diverso tempo questa specialità<br />

rimase un’esclusiva del ro-<br />

48 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong>


sticciere di Afragola, che l’aveva<br />

chiamata “Tramezzino” riportandone<br />

il nome sull’insegna del suo<br />

esercizio che ancor oggi si chiama<br />

“Antica rosticceria Sant’Antonio - Il<br />

Tramezzino”; quindi prese a diffondersi<br />

anche a Napoli, assumendo<br />

l’attuale nome di “Parigina”<br />

e diventando uno degli snack<br />

preferiti dai napoletani.<br />

Per la ricetta ho preso spunto da<br />

quella proposta da Anice & Cannella<br />

al link http://aniceecannella.<br />

blogspot.it/2009/03/la-parigina.<br />

html#ixzz3Rnbp4aCA<br />

La Parigina<br />

Ingredienti (per una teglia da cm<br />

35X35):<br />

400 gr (circa) di pasta lievitata *<br />

300 gr (circa) di pasta sfoglia *<br />

200 gr di prosciutto cotto<br />

200 gr di scamorza<br />

400 gr di pelati (da sgocciolare) oppure<br />

200 ml di passata di pomodoro<br />

casalinga (corposa)<br />

olio, sale e pepe q.b.<br />

* Se avete fretta il mio consiglio è di<br />

acquistare dal panettiere la massa<br />

cresciuta e cercare nel banco frigo<br />

del supermercato una pasta sfoglia<br />

fresca o surgelata di buona qualità.<br />

Mi assicurano che ne esistono anche<br />

a base di solo burro, senza margarina<br />

dunque, né grassi idrogenati.<br />

Mettere a sgocciolare bene i pelati<br />

in un colino, quindi schiacciarli con<br />

una forchetta e condirli con un filo<br />

d’olio, il sale e il pepe, oppure<br />

condire allo stesso modo un po’ di<br />

passata di pomodoro.<br />

Stendere in una teglia unta di olio<br />

la pasta lievitata con la punta delle<br />

dita, in uno strato sottile; coprirla<br />

e lasciarla lievitare ancora per circa<br />

20 minuti. A questo punto coprire<br />

l’impasto con i pomodori conditi, il<br />

prosciutto e la scamorza. Chiudere<br />

la focaccia con uno strato di pasta<br />

sfoglia bucherellata. Infornare a<br />

210°C per circa 35 minuti. Lasciare<br />

intiepidire la focaccia, coperta, per<br />

un quarto d’ora, prima di servirla.<br />

Continua la collaborazione<br />

con <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> di<br />

Ammodomio, uno fra i più seguiti<br />

blog di cucina del web.<br />

Ammodomio è all’indirizzo<br />

www.ammodomio.blogspot.it<br />

<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 49


la DIETA crudista<br />

di Assunta Ruscitto<br />

I<br />

l crudismo, o raw food,<br />

non è una nuova moda<br />

alimentare ma una pratica<br />

antichissima. Prima<br />

di scoprire il fuoco l’uomo consumava<br />

cibo crudo, come tutti gli<br />

animali della terra; con la scoperta<br />

del fuoco il cibo non è stato più<br />

solo un mezzo per nutrirsi, ma è<br />

diventato anche un fatto culturale.<br />

In tutte le epoche ci sono stati<br />

uomini che h<strong>anno</strong> mantenuto l’abitudine<br />

di mangiare crudo, consapevoli<br />

della sua importanza.<br />

Nel Vangelo della Pace (testo sacro<br />

al ceppo ebraico degli Esseni)<br />

si leggono chiari ed espliciti inviti<br />

a preferire cibi crudi per il corpo<br />

e per l’anima. Lo stesso invito viene<br />

da Ippocrate e da altri emeriti<br />

studiosi di varie epoche. Nell’ultimo<br />

secolo la sua diffusione è da<br />

attribuire ai medici “indipendenti o<br />

naturisti” come H.M. Shelton. Negli<br />

Stati Uniti, negli ultimi decenni,<br />

molte persone famose h<strong>anno</strong> fatto<br />

questa scelta, sia per motivi di<br />

salute che per mantenersi giovani,<br />

e ciò ha contribuito molto alla sua<br />

diffusione anche in Italia.<br />

La scelta crudista parte da motivazioni<br />

antropologo-salutistiche e<br />

dalla convinzione che mangiare il<br />

cibo crudo fa funzionare al meglio<br />

il proprio corpo, per cui si conquista<br />

e si mantiene una salute<br />

esemplare. Questa scelta viene<br />

ritenuta dai suoi sostenitori utile<br />

per disintossicarsi da farmaci,<br />

droghe, fumo, alcool, per guarire<br />

da alcune intolleranze e allergie e<br />

per rinvigorire il corpo. Permette<br />

l’introduzione nell’organismo di<br />

generose quantità di antiossidanti<br />

e consente di sfruttare al meglio<br />

l’effetto anti-invecchiamento delle<br />

sostanze presenti negli alimenti.<br />

Secondo il crudismo, alimentarsi<br />

con cibi crudi permette al corpo<br />

di innescare un processo automatico<br />

di depurazione. Attraverso i<br />

vegetali crudi il corpo assimila l’energia<br />

necessaria alla pulizia delle<br />

cellule e alla costruzione di nuovi<br />

tessuti. Gli alimenti allo stato naturale<br />

conservano intatto il corredo<br />

di fattori vitali, tra cui ormoni,<br />

oligoelementi, essenze volatili, antiossidanti,<br />

biostimoline e complessi<br />

antibiotici<br />

Le tipologie di<br />

crudismo esistenti<br />

sono diverse:<br />

• Onnivoro:<br />

consiste nel<br />

consumare<br />

frutta, verdura<br />

cruda,<br />

miele, prodotti<br />

caseari<br />

non pastorizzati e non omogeneizzati<br />

(latte, formaggi a<br />

latte crudo, yogurt), carne<br />

cruda (che dovrebbe essere<br />

di animali allevati allo stato<br />

brado o da selvaggina e non<br />

da allevamenti intensivi), uova,<br />

pesce.<br />

• Vegano: è la forma più diffusa,<br />

che prevede il consumo solo<br />

di cibi crudi di derivazione<br />

vegetale; sono vietati tutti i<br />

derivati animali, come burro,<br />

uova, miele, latte.<br />

• Fruttariano: si consuma<br />

esclusivamente frutta, possibilmente<br />

matura e biologica.<br />

Oltre a frutta, verdura, semi,<br />

legumi e cereali germogliati, la<br />

50 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong>


dieta crudista utilizza anche altri<br />

alimenti che non sono conosciuti<br />

da tutti, ma che sono definiti dai<br />

crudisti dei supercibi:<br />

• L’acqua di cocco, altamente<br />

mineralizzata; viene assorbita<br />

attraverso le radici della palma<br />

dal profondo della terra.<br />

E’ ricca di elettroliti.<br />

• L’olio di cocco (estratto a<br />

freddo dalla polpa del cocco);<br />

ottimo elemento da aggiungere<br />

a frullati, gelati, zuppe crude.<br />

Regola la produzione di ormoni<br />

(estrogeni e progesterone).<br />

• Il cacao crudo (non torrefatto);<br />

contiene venti volte più<br />

antiossidanti del vino rosso e<br />

trenta volte più del tè verde.<br />

E’ fonte di magnesio, dopamina<br />

e serotonina. Un altro<br />

elemento prezioso del cacao<br />

è il triptofano, che però viene<br />

disperso nella cottura.<br />

• Le bacche di goji; aumentano<br />

le difese immunitarie, proteggono<br />

il fegato, rafforzano la vista,<br />

sono una fonte proteica e<br />

contengono dici<strong>anno</strong>ve diversi<br />

aminoacidi. Si coltivano in Cina,<br />

Tibet e Mongolia, ma ne esiste<br />

anche una varietà americana.<br />

• I semi di canapa (cannabis sativa),<br />

che contengono tracce<br />

di più di venti minerali, tra cui<br />

fosforo, potassio, magnesio,<br />

zolfo, calcio, ferro, manganese,<br />

zinco, sodio, silice, rame, ecc.<br />

• L’aloe; pianta conosciuta fin<br />

dall’antichità per le sue proprietà<br />

terapeutiche. Ne parla<br />

anche Ippocrate che ne elogia<br />

le proprietà antinfiammatorie,<br />

rigeneranti e antisettiche.<br />

L’aloe è una miniera di principi<br />

attivi e minerali, contiene le<br />

vitamine A, B1, B2, B12, C ed<br />

E, l’acido folico e la niacina.<br />

• L’alga spirulina, che consiste<br />

per il 65-71 per cento di<br />

proteine; è infatti sopr<strong>anno</strong>minata<br />

“regina delle proteine”.<br />

Contiene anche clorofilla, vitamine,<br />

minerali, acidi grassi<br />

essenziali, acidi nucleici e antiossidanti.<br />

• L’alga klamath, che vive nel<br />

lago Klamath, in Oregon,<br />

Stati Uniti, ed è un nutriente<br />

fantastico per la presenza di<br />

<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 51


fitochimici specifici per il cervello,<br />

una varietà di antiossidanti,<br />

minerali, aminoacidi,<br />

vitamine, enzimi, ecc.<br />

Il crudismo però non è solo una<br />

scelta dietetica, ma una filosofia,<br />

uno stile di vita. Nasce dal desiderio<br />

di stabilire un diverso rapporto<br />

col cibo e di contribuire a un<br />

modello di produzione e alimentazione<br />

ritenuto più sano per l’individuo<br />

e più sostenibile per il pianeta.<br />

Molti spiegano questa scelta,<br />

oltre che per motivi di salute e di<br />

benessere fisico, anche come un<br />

modo di riconnettersi con la Madre<br />

Terra e con i suoi ritmi, ritrovando<br />

equilibrio e serenità.<br />

Spesso gli individui diventano<br />

prima vegetariani, quindi vegani<br />

e infine crudisti. Mangiando cibo<br />

crudo, quindi vivo, si migliora su<br />

ogni piano: fisico, mentale, emotivo<br />

e spirituale.<br />

Le antiche culture, come quelle<br />

dei Maya, degli Incas, degli Egizi,<br />

degli Indiani, avevano individuato<br />

una relazione tra cibo, bellezza,<br />

spiritualità e saggezza. Tenevano<br />

l’agricoltura in grande considerazione,<br />

non solo perché frutta e<br />

verdura sfamavano il popolo ma<br />

perché avevano proprietà curative<br />

ed erano ritenute<br />

sacre.<br />

Per quanto riguarda le tecniche di<br />

lavorazione è esclusa la cottura; si<br />

possono assumere i cibi a pezzi,<br />

oppure sotto forma di centrifugati,<br />

frullati, purea e succhi. Sono<br />

consentite la disidratazione, la germinazione<br />

e la marinatura. L’essiccamento<br />

è ammesso purché non<br />

si superino i 42°. I crudisti sostengono<br />

infatti che la cottura dei cibi<br />

fa perdere la maggior parte delle<br />

sostanze nutritive, tra cui gli enzimi<br />

che aiutano la digestione.<br />

Medici e dietologi contrari alla<br />

dieta crudista motivano la loro<br />

posizione col fatto che per individui<br />

non più giovanissimi, o con un<br />

sistema immunitario non più efficiente,<br />

mangiare crudo non è molto<br />

indicato. Il cibo crudo - dicono<br />

- è ricco di microrganismi sia buoni<br />

che cattivi e questo permette di<br />

tenere allenato un sistema immunitario<br />

sano, efficiente e reattivo,<br />

ma può impegnare troppo un sistema<br />

immunitario compromesso<br />

da epatiti, mononucleosi, stafilococchi,<br />

tbc, ecc., che lasciano sempre<br />

il segno anche quando si guarisce<br />

dall’infezione. Lo stesso<br />

vale per i pazienti<br />

immunodepressi,<br />

come i soggetti affetti da<br />

AIDS o i chemioterapizzati.<br />

Sostengono che in natura esistono<br />

cibi che diventano più sani quando<br />

vengono cotti: cuocere verdure di<br />

colore rosso (ad esempio il pomodoro)<br />

porta alla formazione<br />

del licopene e di altri carotenoidi<br />

che rafforzano il sistema immunitario,<br />

combattendo il cancro e<br />

abbassando il rischio di malattie<br />

cardiache. Ci sono poi dei vantaggi<br />

che derivano dalla cottura dei<br />

cibi, consistenti in una maggiore<br />

appetibilità, digeribilità, salubrità e<br />

igienicità (la cottura elimina moltissimi<br />

microrganismo patogeni).<br />

Per chi si approccia all’alimentazione<br />

crudista si può solo consigliare<br />

di non essere estremi. Il<br />

crudismo non è una setta, né una<br />

religione; non è una scelta o tutto<br />

o niente. La cosa più semplice<br />

da fare è iniziare a sperimentare<br />

questa scelta alimentare, alla<br />

velocità che si preferisce e nella<br />

percentuale che si vuole; poi se<br />

ci si sentirà più felici, più vitali si<br />

potrà scegliere di progredire.<br />

52 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong>


<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 53


lo<br />

sapevate<br />

che<br />

CORIANDOLO<br />

(Coriandrum sativum L.)<br />

famiglia Apiaceae<br />

Nome SCENTIFICO:<br />

Coriandrum sativum L.<br />

pianta comune in tutta europa<br />

asia e africa del nord.<br />

di Angelo Ferri<br />

Il coriandolo, nome scientifico<br />

1.<br />

Coriandrum sativum L. è una pianta<br />

molto utilizzata come spezia,<br />

appartenente alla grande famiglia<br />

delle Apiaceae dove ritroviamo<br />

specie importanti quali il prezzemolo l’anice verde e<br />

l’angelica. E’ una pianta annuale che si suppone sia originaria<br />

del Medio Oriente o forse del nord Africa da<br />

dove si sarebbe diffusa, sfuggendo alla coltivazione, in<br />

tutto il bacino del Mediterraneo, in Asia ed anche in<br />

America. E’ una pianta non più alta di 60-70 cm, con<br />

radice a fittone, fusto eretto e liscio, con foglie molto<br />

profumate e diverse a seconda della loro posizione<br />

nella pianta: quelle poste più in basso sono provviste<br />

di un lungo picciolo, quasi intere o suddivise in tre<br />

piccole foglioline dentate mentre quelle poste nella<br />

parte più alta della pianta sono bi o tripennatosette<br />

non dentellate.<br />

54 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong>


Il coriandolo è una pianta che<br />

2.<br />

non ha particolari esigenze colturali<br />

crescendo senza problemi<br />

un po’ ovunque nelle regioni a<br />

clima temperato.<br />

L’epoca di semina varia a seconda della zona di coltivazione:<br />

all’inizio della primavera nelle zone a clima<br />

temperato mentre in primavera inoltrata nelle<br />

zone a clima freddo. In ogni caso è bene seminare<br />

in zone soleggiate (se piantato in pieno campo in<br />

file distanti 50-60 cm mentre lungo la fila la distanza<br />

deve essere di circa 20 cm), utilizzando terreni<br />

sciolti, ben drenanti e ad una profondità di circa 2<br />

cm. Frutti chiamati comunemente semi della pianta<br />

aromatica del coriandolo<br />

La pianta inizia a fiorire a partire dalla primavera<br />

inoltrata e da luglio e fino a settembre si iniziano ad<br />

estirpare le piante per raccogliere i frutti.<br />

In considerazione del fatto che le piante fresche<br />

emanano un odore non molto gradevole è preferibile<br />

piantarle non troppo vicino all’abitazione o nei<br />

luoghi di passaggio.<br />

Del coriandolo, per le sue proprietà<br />

aromatiche, si possono<br />

3.<br />

utilizzare sia le foglie che i semi.<br />

Le foglie sono usate prevalentemente<br />

nei paesi orientali e nelle<br />

americhe mentre non sono usate in Europa dove<br />

invece si usano quasi esclusivamente i frutti per aromatizzare<br />

vari tipi di pietanze.<br />

I frutti di coriandolo sono anche usati nell’industria<br />

farmaceutica per aromatizzare i medicinali e nell’industria<br />

erboristica per aromatizzare soprattutto i<br />

lassativi. Ha un aroma talmente forte che se si masticano<br />

i frutti, riescono a neutralizzare anche l’aroma<br />

dell’aglio. I frutti v<strong>anno</strong> consumati secchi in quanto<br />

freschi h<strong>anno</strong> un odore molto sgradevole che perdono<br />

con l’essicazione acquistando l’aroma caratteristico<br />

del coriandolo.<br />

I frutti (popolarmente chiamati<br />

4.<br />

semi) di coriandolo si raccolgono,<br />

nei climi mediterranei, a luglio,<br />

quando maturano ed iniziano ad<br />

assumere una colorazione marrone<br />

chiaro. Si estirpano direttamente le piante che<br />

si legano in mazzi e si mettono ad essiccare appese<br />

a testa in giù in luoghi ventilati, bui ed asciutti. Una<br />

volta essiccate si percuotono su dei teli per far cadere<br />

i frutticini che dovr<strong>anno</strong> essere successivamente<br />

ripuliti dalla polvere e dai residui della battitura. I<br />

frutti così ottenuti v<strong>anno</strong> conservati al buio in barattoli<br />

a tenuta ermetica. Non è una spezia che può<br />

essere conservata per lungo tempo in quanto perde<br />

abbastanza rapidamente il suo aroma.<br />

USO IN CUCINA<br />

5.<br />

Nei paesi europei si usano esclusivamente<br />

i frutti secchi del coriandolo<br />

(impropriamente chiamati<br />

semi) per il loro aroma fresco e<br />

gradevole, dolciastro e piccantino, utilizzati per aromatizzare<br />

pietanze a base di carne, pesce, insaccati,<br />

bolliti, selvaggina, sottaceti, verdure e nella preparazione<br />

di diversi liquori.<br />

Nei paesi orientali quali ad esempio India, Giappone,<br />

Cina ed anche in America oltre ai frutti si usano anche<br />

le foglie di coriandolo fresche e tritate, come se<br />

fosse prezzemolo, che conferiscono ai cibi un sapore<br />

amaro e piccante.<br />

Nella cucina europea non è una spezia largamente<br />

utilizzata mentre è fondamentale (tipo il nostro<br />

prezzemolo) nella cucina medio orientale soprattutto<br />

araba ed indiana entrando, tra l’altro nella<br />

composizione del curry (miscela di spezie di origine<br />

indiana) e del chutney (salsa vegetale tipica della cucina<br />

indiana, piccante, densa, a base di frutta, spezie<br />

e ortaggi). Anche in Messico e nella tradizione sud<br />

americana il coriandolo è molto utilizzato.<br />

Il nome coriandolo deriva dal greco koris «cimice»<br />

per il fatto che la pianta fresca ha un odore molto<br />

sgradevole che ricorda quello delle cimici verdi.<br />

Nel 1500 era nata l’usanza di rivestire i frutti di coriandolo<br />

con dello zucchero colorato ottenendo in<br />

questo modo dei piccoli confetti variopinti. E’ da<br />

questa tradizione che derivano i coriandoli di carta<br />

usati a carnevale per la gioia dei grandi e dei piccini.<br />

ll coriandolo nel libro Le mille e una notte è ricordato<br />

come pianta afrodisiaca per il fatto che il succo<br />

delle parti verdi provoca uno stato di ebrezza simile<br />

a quello provocato dal vino.<br />

Frutti di coriandolo sono stati trovati nelle tombe<br />

dei faraoni egizi presso i quali godeva grande considerazione.<br />

AVVERTENZA<br />

L’essenza di coriandolo va usata con molto moderazioni<br />

in quanto a dosi elevate può causare problemi<br />

nervosi, gastrointestinali e ai reni. Si consiglia di<br />

prenderlo sotto stretto controllo medico.<br />

<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 55


L’ABBONAMENTO SOSTENITORE A<br />

ORIZZONTE MAGAZINE<br />

PERMETTE DI RICEVERE A CASA<br />

LA VERSIONE CARTACEA DELLA RIVISTA<br />

E DI PUBBLICIZZARE LA PROPRIA ATTIVITÀ<br />

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56 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong>


fashion, beauty, Shooting, projects & more<br />

Aspiranti fotomodelle<br />

I consigli per posare<br />

in modo corretto<br />

<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 57


ASPIRANTI FOTO<br />

I CONSIGLI PER POSARE IN MOD<br />

di Fabrizio Capra<br />

58 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong>


MODELLE:<br />

O CORRETTO<br />

Nuovo appuntamento<br />

con la rubrica dedicata<br />

ai consigli per<br />

le “aspiranti fotomodelle”: in<br />

questo numero cercheremo<br />

di fornire qualche consiglio<br />

sul come gestire le pose sul<br />

set fotografico.<br />

Il primo consiglio è quello di<br />

provare queste indicazioni<br />

davanti allo specchio, in modo<br />

da vedere in tutti i dettagli<br />

la posa che si assume per<br />

riuscire a riprodurla davanti<br />

alla macchina fotografica.<br />

Testa e Viso<br />

Testa e viso sono sicuramente<br />

gli elementi più importanti<br />

in un ritratto, indipendentemente<br />

da quanta parte<br />

dell’inquadratura occupino:<br />

- la testa reclinata lievemente<br />

all’indietro suggerisce un<br />

atteggiamento di sfida;<br />

- la testa piegata verso la<br />

spalla più alta crea un senso<br />

di divertimento e ammiccamento;<br />

- la testa piegata verso il basso<br />

e verso la spalla più bassa<br />

esprime potere;<br />

- volgere lo sguardo lontano<br />

dall’obiettivo fa spostare<br />

l’attenzione sull’oggetto che<br />

<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 59


si sta guardando; se questo<br />

oggetto non è inquadrato si<br />

crea un senso di mistero e<br />

tensione;<br />

- guardare in camera crea un<br />

contatto, ma può anche suggerire<br />

un rapporto intrigante<br />

o addirittura di sfida;<br />

- le ombre migliori<br />

si h<strong>anno</strong><br />

quando il viso è<br />

diretto alla fonte<br />

di luce principale;<br />

- per avere il<br />

“luccichio” negli<br />

occhi non<br />

bisogna abbassare<br />

troppo<br />

il mento (a<br />

seconda della<br />

direzione della<br />

luce);<br />

- il viso non deve<br />

essere ruotato<br />

tanto da<br />

far sporgere il<br />

naso dalla linea<br />

della guancia;<br />

- se un occhio viene nascosto<br />

a causa della rotazione<br />

del viso, è meglio che sia nascosto<br />

completamente piuttosto<br />

che sia visibile a metà;<br />

- quando è presente più di<br />

una persona, non allineare le<br />

teste alla stessa altezza;<br />

- per evitare il doppio mento<br />

è meglio spingere il mento<br />

in avanti.<br />

Braccia e mani<br />

Dopo il viso sono le mani ad<br />

attrarre lo sguardo dell’osservatore;<br />

per posizionarle<br />

correttamente, e con loro le<br />

braccia, ecco alcune piccole<br />

regole:<br />

- è meglio che le dita siano<br />

distese; i pollici in tasca o le<br />

mani sui fianchi esprimono<br />

sicurezza e forza;<br />

- le mani in tasca d<strong>anno</strong> un<br />

aspetto casual;<br />

- generalmente è meglio che<br />

le mani siano rilassate;<br />

- le mani v<strong>anno</strong> posizionate<br />

in modo da essere<br />

inquadrate<br />

lateralmente; è<br />

preferibile evitare<br />

di presentare<br />

all’obiettivo<br />

il dorso;<br />

- un oggetto da<br />

tenere in mano<br />

o una superficie<br />

su cui appoggiare<br />

le mani spesso<br />

aiutano a<br />

creare una posa<br />

più naturale;<br />

- i gomiti piegati<br />

conferiscono<br />

all’immagine un<br />

senso di confortevole<br />

informalità;<br />

- al contrario, è meglio evitare<br />

le braccia dritte, che sono<br />

molto formali;<br />

- le braccia v<strong>anno</strong> distanziate<br />

dal corpo;<br />

- è preferibile evitare di pie-<br />

60 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong>


gare le braccia a 90° gradi;<br />

- non offrire mai all’obbiettivo un’ascella nuda.<br />

Torso<br />

La postura e la rotazione del torso influiscono sul<br />

tono complessivo della posa e sulle qualità estetiche<br />

del soggetto:<br />

- ruotando il torace lievemente la figura diventa<br />

più snella;<br />

- anche se il soggetto non ha bisogno di apparire<br />

più magro, in generale è meglio evitare<br />

di avere il torace perfettamente perpendicolare<br />

all’obiettivo;<br />

- per evidenziare la linea del seno<br />

basta inarcare lievemente le<br />

spalle all’indietro;<br />

- è meglio avere le spalle<br />

in posizione asimmetrica,<br />

una più alta dell’altra,<br />

ruotando il busto o piegando<br />

le braccia;<br />

- le spalle perfettamente allineate<br />

esprimono forza, ma questa posa è<br />

più adatta ai modelli che alle modelle;<br />

- è assolutamente necessario avere sempre<br />

la schiena dritta ma non rigida, con una<br />

postura corretta.<br />

Gambe<br />

La posizione delle gambe aiuta a controllare<br />

l’intera postura e a sembrare più snelle e<br />

slanciate:<br />

- mettendo un piede avanti all’altro si riduce<br />

la circonferenza apparente delle cosce;<br />

- una posa frontale a gambe larghe fornisce un’im-<br />

<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 61


pressione di forza;<br />

- in genere è meglio avere<br />

una gamba piegata;<br />

- spostare il peso sul piede<br />

posteriore aiuta ad avere una<br />

postura più armonica.<br />

Note generali<br />

Ecco infine alcune<br />

considerazioni<br />

per la posa:<br />

- in generale le articolazioni<br />

v<strong>anno</strong><br />

piegate, non devono<br />

rimanere<br />

dritte e rigide;<br />

- il soggetto<br />

seduto appare<br />

più a suo agio e<br />

informale, anche<br />

una superficie verticale<br />

(muro o albero)<br />

a cui appoggiarsi aiuta<br />

in tal senso;<br />

- piegandosi lievemente<br />

verso la fotocamera il soggetto<br />

suggerisce interesse e<br />

coinvolgimento;<br />

- in un ritratto in primo piano<br />

è meglio coprire le braccia<br />

per non distogliere l’attenzione<br />

dal viso;<br />

- le parti del corpo doppie<br />

(piedi, mani, braccia, gambe)<br />

devono avere pose diverse.<br />

62 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong>


Espressioni<br />

Questo è un punto difficilissimo, sul quale mi limiterò ad alcune<br />

osservazioni di ordine generale:<br />

- è meglio assumere espressioni naturali, senza forzature;<br />

- non è indispensabile sorridere in ogni foto, spesso rilassare<br />

il viso è la migliore soluzione;<br />

- il sorriso deve essere completo e deve coinvolgere gli occhi<br />

e il volto nel suo insieme; un sorriso che si ferma alle labbra<br />

diventa un ghigno;<br />

- una modella può provare a giocare con le espressioni, ricordando<br />

però che il rischio del ridicolo è sempre in agguato.<br />

Regole fondamentali<br />

- la colonna vertebrale non deve mai formare una linea verticale;<br />

- le spalle non devono mai formare una linea orizzontale<br />

- ricorda sempre che le linee verticali e orizzontali d<strong>anno</strong><br />

un’idea di staticità e rigidità;<br />

- i fianchi non devono essere perpendicolari alla fotocamera,<br />

perché quando si fronteggia la fotocamera si ha un allargamento<br />

del corpo;<br />

- posizione dei piedi: in partenza sono stretti e vicini,<br />

a) il primo piede punta la fotocamera mentre l’altro è angolato<br />

all’infuori;<br />

b) il piede angolato all’infuori è spinto verso l’esterno del corpo;<br />

c) il piede angolato all’infuori è esteso anche più lontano;<br />

- altro aspetto da non sottovalutare nella posa della modella<br />

è l’effetto “tartaruga”, che si determina quando il collo non è<br />

più ben visibile.<br />

Pose<br />

- posa chiusa: richiede che la gamba più vicina alla fotocamera<br />

risulti allineata alla gamba posteriore. Questa posizione esalta<br />

la linea delle natiche e richiede che il dorso sia arcuato;<br />

- posa aperta: la gamba vicina alla fotocamera deve essere<br />

estesa in avanti rispetto al tronco.<br />

<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 63


i gioielli di<br />

dori csengeri<br />

una favola senza tempo<br />

di Jo Chero<br />

tessuti sopraffini e pietre pregiate si<br />

incontrano nello scenario dorato e<br />

cristallino di bracelet, sautoir, collier e<br />

pendenti dal sangue blu, nei contorni di una<br />

femminilità nobile e naturale.<br />

È la donna di Dori Csengeri, principessa di<br />

una favola senza tempo. Un universo fantastico<br />

che si ispira alla storia del costume, alla<br />

moda contemporanea, all’arte. La sensibilità<br />

per il colore, la lunga tradizione del ricamo a<br />

mano, la conoscenza del design tessile sono<br />

alla base delle creazioni di Dori Csengeri.<br />

Le sue collezioni spaziano dalla haute couture<br />

(pezzi unici) a una selezione di bijoux<br />

prêt-à-porter. Sensuali e sorprendentemente<br />

leggeri da indossare, i bijoux della designer<br />

israeliana distribuiti in Italia da Aibijoux,<br />

racchiudono delicati inserti con cabochon,<br />

pietre raffinate, cristalli, perle bohème, conchiglie,<br />

legno o metallo foderati in cuoio per<br />

addolcirne la vestibilità. Sono creazioni che<br />

suscitano disinvoltura, grazia ed eleganza.<br />

“Nella fase di progettazione - dice la stilista<br />

- visualizzo la donna che indosserà il mio gioiello.<br />

Una donna che si distingue per uno stile<br />

definito e personalità. Cerco di creare per lei<br />

qualcosa di diverso, fresco ed emozionante,<br />

cosi che lei possa<br />

entrare nel<br />

gioco della moda<br />

con me ed<br />

essere partecipe<br />

alla creazione<br />

della propria<br />

immagine”.<br />

Dori Csengeri<br />

collabora regolarmente<br />

con<br />

l’Atelier Swarovski,<br />

per il<br />

quale ha recentemente<br />

realizzato<br />

due linee<br />

e ha creato i<br />

64 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong>


gioielli per la linea di tendenza “Crystallized”.<br />

Alla base della sua formazione c’è lo studio<br />

del design tessile: si è laureata al “Shenkar<br />

College of Fashion” di Tel Aviv, in seguito si è<br />

specializzata in design del tessuto presso la<br />

Tootal Fabrics a Manchester e nello studio<br />

di Cyril Kowalewsky a Parigi. Per<br />

molti anni ha praticato la professione<br />

di disegnatrice tessile freelance sia in<br />

Israele che all’estero. Ha completato<br />

la formazione con studi di Storia<br />

dell’Arte all’Università di Zurigo e<br />

di pittura all’Accadémie de Port<br />

Royal a Parigi.<br />

Ph Daniel Kaminsky<br />

model Irina Roshnik<br />

<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 65


A’ rebours<br />

vintage<br />

le nuove iniziative<br />

di Elena Conte<br />

Dopo aver messo a segno, qualche<br />

settimana fa, uno shooting fotografico<br />

con la bellissima burlesque perfomer,<br />

attrice, cantante e modella, Rita Lynch,<br />

che è stata cliente e testimonal dello store<br />

per un giorno, A’ rebours vintage annuncia già<br />

altre due importanti novità.<br />

La prima è rappresentata dalla collaborazione,<br />

a partire da domenica 14 febbraio, con<br />

Ketty Cinieri - Ketty’s Vintage style - la massima<br />

esperta in acconciature vintage dagli anni<br />

‘40 in poi, consulente di immagine d’epoca<br />

oltre che scenografa, famosa in tutta Italia<br />

e all’estero, che diventerà la responsabile<br />

dell’area acconciature presso il Vintage Beauty<br />

Studio, affiancando la responsabile dell’area<br />

make up, Jessica Buganza, mua professionista<br />

esperta in trucco vintage, trucco fotografico,<br />

artistico e teatrale, che vanta, tra le altre cose,<br />

importanti collaborazioni televisive.<br />

La seconda novità riguarda, invece, un’idea<br />

che diventerà realtà, invece, a marzo: si tratta<br />

del progetto “Marry me on stage”.<br />

Nata dall’esperienza personale della titolare<br />

dello store, “Marry me on stage” è una vera e<br />

propria rappresentazione teatrale, ad opera<br />

di attori professionisti, della storia dei futuri<br />

sposi, con una sceneggiatura scritta ad hoc in<br />

base al racconto degli sposi stessi della loro<br />

storia, del momento della proposta di matrimonio,<br />

delle loro aspettative, dei momenti di<br />

gioco e ilarità, a seconda del “taglio” che essi<br />

intendono dare alla messa in scena.<br />

Naturalmente il progetto prevede anche<br />

varianti a questa formula e rappresenta una<br />

novità assoluta per chi desidera per il proprio<br />

“giorno speciale” qualcosa di originale,<br />

unico e personalizzato.<br />

Anche questo è A’ rebours vintage ... cosa<br />

dobbiamo aspettarci ancora? Sicuramente<br />

molte altre iniziative e novità, che non tarder<strong>anno</strong><br />

ad arrivare!<br />

66 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong>


<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 67


Invia il tuo curriculum a:<br />

collaboratore@orizzontemagazine.it<br />

68 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong>


OROSCOPO<br />

FEBBRAIO <strong>2016</strong><br />

<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 69


ARIETE TORO GEMELLI<br />

Sicuramente avrete poco tempo<br />

per tutto, qualsiasi cosa vogliate<br />

fare vi sembrerà di non riuscire e<br />

di stare sempre un passo indietro.<br />

Tuttavia questa sensazione sarà<br />

dovuta ad uno scombussolamento<br />

interno che provate da tempo,<br />

quindi non colpevolizzatevi troppo!<br />

Forse non proprio il mese<br />

dell’amore questo, nonostante vi<br />

sia di mezzo il San Valentino che<br />

per molti si svolgerà in solitudine,<br />

per scelta, per necessità o per<br />

sfortuna! A parte gli scherzi comunque,<br />

non avrete proprio l’umore<br />

adatto per discorrere d’amore<br />

in queste giornate.<br />

Sarete molto stimolati e stimolanti<br />

in questo mese, pertanto<br />

avrete una marcia in più rispetto<br />

agli altri. Tuttavia dovrete fare<br />

bene attenzione a non perdere<br />

mai il filo, altrimenti tutto cadrà<br />

come un castello di carta con il<br />

vento!<br />

Ragguardevoli avvenimenti far<strong>anno</strong><br />

da cornice! Non lasciatevi andare<br />

all’orgoglio che ogni tanto<br />

vi dice di vendicarvi, poiché domani<br />

può sempre accadere a voi<br />

e potreste essere appunto voi le<br />

vittime.<br />

Se nei mesi passati qualcosa non<br />

vi ha pienamente soddisfatto o<br />

convinto, qusto è il mese giusto<br />

per dare una occasione a chi ve<br />

la chiede. I pianeti sono tutti in<br />

linea per voi, dunque è soltanto<br />

una questione di volontà e di impegno.<br />

Tutti sono a buon punto!<br />

La salute vi assiste cari nati sotto il<br />

segno dei Gemelli e quindidavanti<br />

a voi si aprono numerose possibilità.<br />

Soprattutto, dovreste attuare<br />

i vostri buoni propositi in questo<br />

<strong>Febbraio</strong>, in quanto ad inizio <strong>anno</strong><br />

avevate stilato una classifica di cose<br />

da fare per migliorarvi.<br />

CANCRO LEONE VERGINE<br />

Il passato vi ha indubbiamente lasciato<br />

qualcosa dentro, qualcosa di<br />

inaspettato anche, che non vi vuole<br />

abbandonare. Ebbene, dovreste<br />

cercare prima di elaborarlo, magari<br />

anche insieme a qualcuno che vi<br />

vuole bene e poi passare nuovamente<br />

a mandarlo via!<br />

Ci sarà un po’ di parapiglia in<br />

questo mese di <strong>Febbraio</strong>,poiché<br />

non riuscirete a sentirvi amati<br />

e per contro, non riuscirete ad<br />

amare pienamente. In certi casi<br />

questo potrebbe rappresentare<br />

davvero un problema di non facile<br />

soluzione.<br />

Sarete pienamente in forze in<br />

questo mese, poiché Marte è dalla<br />

vostra parte e vi sprona a dare<br />

il massimo in ogni occasione, sia<br />

professionale che sentimentale.<br />

Se avete avuto dei problemi infatti,<br />

è bene portare avanti un discorso<br />

più serio e meno astratto,<br />

in quanto il futuro è alle porte!<br />

La salute è nelle vostre mani tra<br />

alti e bassi. Sarete voi a decidere<br />

se portervi ammalare, come e<br />

quando ed in quel luogo! Quando<br />

sapete che aria tira, sarete voi<br />

a decidere se portare o meno<br />

l’ombrello.<br />

In questo mese i vostri problemi<br />

avr<strong>anno</strong> soltanto natura pratica<br />

e si legher<strong>anno</strong> soltanto alla<br />

quotidianità, quindi sarete sereni<br />

in generali, se non vi farete<br />

cruccio anche di queste inezie. Il<br />

partner, se ne avete uno, vi adora,<br />

quindi godetevela!<br />

Molta attenzione alle scadenze in<br />

questo mese, poiché qualcuna di<br />

essa potrebbe proprio cogliervi<br />

alla sprovvista e alla fine passereste<br />

intere giornate a inveire contro<br />

voi stessi e a lavorare molto<br />

più del dovuto.<br />

70 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong>


BILANCIA SCORPIONE SAGITTARIO<br />

Stranamente di questi tempi vi<br />

sentirete un pochino confusi e<br />

sgomenti di fronte ad alcuni avvenimenti,<br />

questo perché vi preparate<br />

a qualche sorta di cambiamento<br />

che era già latente in voi<br />

e che ora vuole farsi sentire in<br />

tutta la sua dirompenza. Pensate<br />

positivo!<br />

In questo mese con temperature<br />

ancora polari, dovreste cercare di<br />

riguardarvi il più possibile, poiché<br />

non siete immuni da alcuna<br />

malattia, non ancora almeno.<br />

Anche voi avrete modo ed occasione<br />

per cambiare e per prendere<br />

ciò che di buono c’era intorno a<br />

voi e trasportarlo anche nell’attuale<br />

presente. Insomma, continuerete<br />

a vivere in serenità se lo vorrete,<br />

nonostante qualche trasformazione,<br />

anche importante!<br />

Non è decisamente un buon periodo<br />

questo, soprattutto se dovete<br />

cercare di mantener stretti alcuni<br />

rapporti personali.<br />

Il mese potrebbe presentarsi inizialmente<br />

un po’ restio nei vostri<br />

confronti, soprattutto perché non<br />

riuscirete molto bene a capire<br />

come comportarvi. Poi qualcuno<br />

vi consiglierà, ma non sempre riuscirete<br />

a seguire questi consigli. Insomma,<br />

più decisi dovreste essere<br />

per essere più sereni!<br />

Grinta e determinazione non vi<br />

mancano, quindi se in questo<br />

mese vi capiterà di dover affrontare<br />

qualche piccolo mal<strong>anno</strong> o<br />

interventino niente paura.<br />

CAPRICORNO ACQUARIO PESCI<br />

In questo mese penserete molto<br />

di più alle vostre questioni<br />

professionali e questo potrebbe<br />

ovviamente avere delle ripercussioni<br />

sui vostri sentimenti che si<br />

affievolir<strong>anno</strong> per via del disinteresse<br />

apputno. Cercate una via<br />

di mezzo per non essere colti di<br />

sorpresa da coloro che vi amano!<br />

Sicuramente nei mesi passati vi<br />

è capitato di lavorare per niente,<br />

senza che nessuno vi abbia ricompensato<br />

nè detto grazie, ma<br />

in questo mese, potrete agire nei<br />

loro confronti, chiedendo quanto<br />

giustamente dovuto.<br />

In questo mese potreste sperare in<br />

meglio, poiché la vostra natura positiva<br />

questo vi suggerisce, tuttavia<br />

sarebbe meglio crearsi un po’ di<br />

fortuna da soli, semplicemente buttandosi<br />

in tutte le situazioni invece<br />

di averne timore!<br />

La vostra salute è abbastanza buona<br />

e non potete lamentarvi per<br />

quello che ogni tanto vi accadrà,<br />

ossia di essere un po’ stanchi,<br />

in quanto vi troverete a correre<br />

molto e a non fermarvi mai! Se<br />

vi saprete prendere i vostri spazi<br />

tutto andrà alla perfezione.<br />

Sarete molto più pratici in queste<br />

giornate di febbraio, soprattutto<br />

perché avete capito che non sempre<br />

lasciarsi guidare dai sentimenti<br />

e dalle forti emozioni può dare<br />

il proprio riscontro positivo!<br />

Se inizierete chiedendo scusa<br />

alle persone che avete fatto soffrire<br />

per qualche ragione, anche<br />

se non avete alcuna colpa, allora<br />

inizierete con il passo giusto e<br />

potrete contare su un buon rapporto<br />

con qualcuno, chiunque<br />

esso sia, un nuovo amico, nuovo<br />

conoscente, nuovo fidanzato.<br />

<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 71


<strong>Orizzonte</strong> pubblica tre periodici, leggibili gratuitamente sul web.<br />

• <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> - Rivista mensile di attualità e cultura;<br />

• Fashion & Models - Bimestrale di fashion, beauty, shooting, projects & more;<br />

• Ouroboros - Rassegna trimestrale di Studi Tradizionali.<br />

Le riviste possono essere sfogliate gratuitamente all’indirizzo:<br />

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