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Geo_3_Il_Mondo

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<strong>Geo</strong> 3 <strong>Il</strong> <strong>Mondo</strong><br />

<strong>Il</strong> 62% della popolazione segue la religione cristiana, protestante o<br />

scismatica: metodisti, avventisti e anglicani; i cattolici costituiscono<br />

circa il 10% dei cristiani; mentre il resto della popolazione è animista.<br />

Spesso però cristianesimo e culti indigeni vengono fusi.<br />

Economia<br />

Un tempo florido, il paese sta attraversando oggi una spaventosa crisi<br />

che, oltre ad essere umanitaria e politica, è anche economica.<br />

L'economia dello Zimbabwe è basata sulla produzione agricola, sulle<br />

attività estrattive e sulla produzione di manufatti. Le infrastrutture sono<br />

scarsamente sviluppate anche se il sistema stradale è di buon livello e<br />

consente spostamenti rapidi.<br />

L'inflazione è una delle più alte mai registrate nel mondo e la sua<br />

crescita sembra senza fine. Qualsiasi prodotto ha costi altissimi: medici<br />

ed infermieri non si recano al lavoro perché i trasporti sono troppo<br />

dispendiosi, manca il denaro per mettere benzina nelle ambulanze (la<br />

benzina è peraltro carente), le quali per questo non possono circolare;<br />

anche il servizio telefonico non funziona. La disoccupazione è<br />

dell'80%, e la stessa percentuale della popolazione vive sotto la soglia<br />

di povertà.<br />

Nel 2000, dopo il fallimento di una trattativa triangolare con il governo<br />

inglese e i proprietari terrieri bianchi, il governo di Mugabe ha<br />

espropriato senza indennizzi buona parte degli agricoltori bianchi dello<br />

Zimbabwe, che complessivamente possedevano e fruttificavano il 70%<br />

delle terre coltivabili del paese. Come risultato, la produzione agricola<br />

nel 2003 è crollata a circa un terzo di quella del 1999 e degli anni<br />

precedenti. <strong>Il</strong> settore agricolo versa oggi nel caos più completo. <strong>Il</strong> paese,<br />

un tempo grande esportatore, dipende ora esclusivamente dalle<br />

importazioni. Molte regioni stanno attraversando una gravissima<br />

carestia. La percentuale di terra coltivata è ormai alquanto bassa (7,5%).<br />

Le colture più diffuse sono: mais, frumento, canna da zucchero, sorgo,<br />

frutta, tabacco, caffè, arachidi, cotone e tè. Prati e pascoli occupavano<br />

circa il 43% del territorio e venivano utilizzati per l'allevamento, che era<br />

in discreta crescita e copriva il fabbisogno interno permettendo talvolta<br />

esportazioni. <strong>Il</strong> patrimonio zootecnico è perlopiù costituito da bovini,<br />

caprini e volatili.<br />

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