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Come <strong>possiamo</strong> fare silenzio di fronte ai 3200 bambini uccisi legalmente ogni giorno prima<br />
nella nascita nella sola Unione Europea? Giustamente Papa Francesco lo ha definito un<br />
crimine e un male assoluto. Eppure il mondo cattolico se ne sta disinteressando<br />
completamente ormai da anni: il Movimento per la Vita è ridotto a pochi adepti anziani e<br />
nessuna aggregazione manda più qualcuno dei suoi ad aiutarlo; i politici cattolici non<br />
sollevano minimamente la questione; le parrocchie non ne parlano mai … Certo, se uno<br />
cerca il plauso del mondo non deve proprio occuparsi di questa questione: ma è questo il<br />
nostro criterio?<br />
La Chiesa non può <strong>tacere</strong> nemmeno di fronte alle nuove leggi contro la famiglia, i diritti dei<br />
bambini, l’educazione dei giovani, la libertà di espressione, e via dicendo. <strong>Non</strong> si tratta di<br />
occuparsi solo di questo – non c’è pericolo -, ma nemmeno di non occuparsene mai. E non<br />
basta fare qualche articoletto una volta all’anno, ma bisogna affrontare seriamente la realtà e<br />
agire di conseguenza, nei limiti delle nostre forze.<br />
Del resto se noi cristiani ci educhiamo a non intervenire e a non mobilitarci su queste cose,<br />
non <strong>possiamo</strong> poi lamentarci se l’ardore si spegne e l’impegno si affievolisce nelle nostre<br />
comunità così come nelle singole persone. Don Giussani aveva richiamato con forza ed<br />
insistenza tutti i cristiani circa il nesso inscindibile tra l’amore a Cristo e la presenza<br />
coraggiosa e chiara dentro l’ambiente, come si vedrà più avanti.<br />
<strong>Non</strong> <strong>possiamo</strong> non rileggere qui una pagina memorabile della ‘Regola pastorale’ di San<br />
Gregorio Magno, il Papa che ha impostato la vita e l’azione della Chiesa nella sua missione<br />
verso i nuovi popoli barbarici che avevano conquistato ormai definitivamente l’Impero<br />
Romano:<br />
Il pastore sia accorto nel <strong>tacere</strong> e tempestivo nel parlare, per non dire ciò ch’è<br />
doveroso <strong>tacere</strong> e non passare sotto silenzio ciò che deve essere svelato. Un discorso<br />
imprudente trascina nell’errore, così un silenzio inopportuno lascia in una condizione<br />
falsa coloro che potevano evitarla. Spesso i pastori malaccorti, per paura di perdere<br />
il favore degli uomini, non osano dire liberamente ciò ch’è giusto e, al dire di Cristo<br />
ch’è la verità, non attendono più alla custodia del gregge con amore di pastori, ma<br />
come mercenari. Fuggono all’arrivo del lupo, nascondendosi nel silenzio.<br />
Il Signore li rimprovera per mezzo del Profeta, dicendo: «Sono tutti cani muti, incapaci<br />
di abbaiare» (Is 56, 10), e fa udire ancora il suo lamento: «Voi non siete saliti sulle<br />
brecce e non avete costruito alcun baluardo in difesa degli Israeliti, perché potessero<br />
resistere al combattimento nel giorno del Signore» (Ez 13, 5). Salire sulle brecce<br />
significa opporsi ai potenti di questo mondo con libertà di parola per la difesa del<br />
gregge. Resistere al combattimento nel giorno del Signore vuol dire far fronte, per<br />
amor di giustizia, alla guerra dei malvagi.<br />
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