Agorà Agosto/Settembre n. 8/2016
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Il Punto<br />
Mentre scriviamo nei comuni terremotati inizia la seconda fase degli interventi: dalla prima emergenza<br />
con la tendopoli per ospitare nell’immediato i terremotati si pongono le basi per la progressiva<br />
ripresa della vita civile di quelle comunità. L’approntamento di locali per la scuola, il recupero progressivo<br />
delle condizioni di viabilità e di lavoro e l’approntamento di soluzioni continuative di residenza<br />
per uscire dalla precarietà e programmare la ricostruzione.<br />
La fase che si apre è molto delicata perché pone le basi per la ripresa e “rinascita” comportando capacità<br />
progettuali, solidarietà a lungo termine, partecipazione e controllo efficace ed efficiente.<br />
Una riflessione vogliamo condividere con tutto il settore e con i lettori: uno degli insegnamenti che<br />
questo tragico evento dovrebbe portare, come dimostrano le vicende, diverse nel loro svolgimento, dei<br />
vari comuni interessati al sisma che hanno interessato il trattamento dei defunti provocati da questa<br />
tragedia, è la modalità dell’organizzazione e dell’approntamento efficiente dei servizi funebri e cimiteriali<br />
in questi difficili frangenti.<br />
Dalle cronache e dalle testimonianze dirette abbiamo registrato come sul versante marchigiano si sia<br />
registrata una organizzazione più rapida ed efficace nel trattamento di questo problema rispetto al<br />
versante laziale. Anche i funerali organizzati dalle istituzioni, i funerali di stato, si sono svolti ben due<br />
giorni prima rispetto a quelli di Amatrice.<br />
Indipendentemente dalle discussioni registrate crediamo che le ragioni stiano nel fatto che sul versante<br />
marchigiano sia intervenuto un operatore funebre che, per la propria storia ed esperienza alla<br />
direzione di una Federazione aveva conoscenze e relazioni più ricche e diffuse individuando soluzioni<br />
in tempi più rapidi.<br />
La riflessione, fatta anche nel passato in concomitanza di eventi tragici come quelli di cui parliamo, è<br />
che nell’abito degli organismi della Protezione Civile, come avviene in numerosi paesi europei, debba<br />
essere presente anche un rappresentante del settore che imposti e coordini gli interventi relativi ai decessi<br />
che, purtroppo, si possono registrare.<br />
Siamo convinti infatti che un dirigente di Federcofit, di Feniof o di Sefit, in accordo tra le organizzazioni<br />
del settore, sia perfettamente in grado non solo di coordinare le varie necessità che in queste<br />
vicende si possono sviluppare, ma abbia anche la conoscenza ed i canali per mettere in moto l’intervento<br />
dei tanti operatori funebri che, sempre, sono stati e sono disponibili ad offrire, volontariamente,<br />
la loro prestazione per il trasporto funebre od altre necessità.<br />
E’ triste, infatti, che le famiglie, colpite da lutti per queste tragedie, debbano anche vivere complicazioni<br />
e disfunzioni, a volte anche gravi, nel trattamento dei propri defunti: a dolore si aggiunge dolore e,<br />
non raramente, anche rabbia.<br />
Con un minimo sforzo si potrebbero alleviare . molte sofferenze nella massima trasparenza e correttezza.<br />
CARONTE<br />
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