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<strong>ProSpecieRara</strong> | Bollettino autunnale 2009<br />

La seconda morte del bovino friborghese<br />

▲ Philippe Ammann parla con Helvecia Davet,<br />

<strong>che</strong> da bambina ha vissuto l’arrivo dei bovini<br />

friborghesi in Cile.<br />

▲ Vengono prelevate delle prove di sangue per<br />

l’analisi del DNA.<br />

▲ <strong>Per</strong> l’aspetto esteriore le discendenti assomigliano<br />

esattamente ai bovini friborghesi<br />

esportati.<br />

▲ Troppo tardi: i geni svizzeri sono andati persi<br />

nelle mandrie di Punta Arenas.<br />

Foto Dante Baeriswyl<br />

Foto Roberto Frésard<br />

<strong>ProSpecieRara</strong> deve sotterrare il sogno<br />

del recupero del bovino friborghese. I<br />

bovini cileni, sottoposti alle analisi, non<br />

riportano elementi genetici sufficienti<br />

del bovino pezzato di Friborgo, <strong>che</strong> giustifi<strong>che</strong>rebbero<br />

un progetto di reinsediamento<br />

in Svizzera.<br />

L’inarrestabile via verso l’estinzione<br />

del bovino friborghese bianco-nero negli<br />

anni ’70 è stata una delle ragio ni<br />

della fondazione di <strong>ProSpecieRara</strong> nel<br />

1982. Grande è stata di conseguenza<br />

l’agitazione, quando agli inizi del 2008,<br />

la giornalista de «La Liberté», Annick<br />

Monod, ha riferito della scoperta di bovini<br />

neri pezzati friborghesi, nel sud del<br />

Cile. I piccoli bovini muscolosi sono stati<br />

osservati dallo svizzero Roger Pasquier,<br />

<strong>che</strong> stava facendo ricer<strong>che</strong> su famiglie<br />

svizzere emigrate a Punta Arenas.<br />

L’ambiente per una sopravvivenza<br />

sarebbe stato quello giusto<br />

Avrebbe veramente potuto essere, <strong>che</strong><br />

il bovino friborghese, la cui sorte sembrava<br />

ormai segnata, fosse ancora vivo?<br />

Ricer<strong>che</strong> stori<strong>che</strong> come an<strong>che</strong> dichiarazioni<br />

dei discendenti della famiglia Davet,<br />

<strong>che</strong> negli anni ’30 aveva portato bovini<br />

pezzati friborghesi in Cile, dimostravano<br />

<strong>che</strong> l’esportazione di questa razza<br />

c’era veramente stata. Inoltre il fatto,<br />

<strong>che</strong> le popolazioni bovine nel sud della<br />

Patagonia siano abbastanza isolate,<br />

ha permesso di ipotizzare <strong>che</strong> nell’arco<br />

degli anni, buona parte dei geni originali<br />

del bovino svizzero, avesse potuto<br />

essere ancora presente. Il fatto <strong>che</strong> la<br />

regione attorno alla strada di Magellano<br />

fosse più una regione per ovini anziché<br />

per bovini, rafforzò ulteriormente la speranza.<br />

Poi, ovviamente, c’erano an<strong>che</strong><br />

i bovini stessi, <strong>che</strong> corrispondevano e -<br />

sattamente all’originale bovino friborghese:<br />

animali di media statura, muscolosi,<br />

con la classica testa nera macchiata<br />

di bianco sulla fronte, punta delle<br />

corna scure, mammelle relativamente<br />

piccole e rotonde e il bacino pendente.<br />

<strong>ProSpecieRara</strong> ha subito ideato il progetto<br />

«Bovini friborghesi a Punta Arenas»<br />

per verificare se le muc<strong>che</strong> a Punta<br />

Arenas fossero davvero gli animali <strong>che</strong><br />

in Svizzera avrebbero potuto essere insediati<br />

come bovini pezzati-friborghesi.<br />

Durante una spedizione a Punta Arenas<br />

nel 2008, sono state trovate delle<br />

discendenti delle muc<strong>che</strong> <strong>che</strong> erano state<br />

esportate in Cile, inoltre sono stati<br />

effettuati dei prelievi di sangue.<br />

<strong>Per</strong> le analisi geneti<strong>che</strong> e l’elaborazione<br />

dei risultati è stato incaricato l’Istituto<br />

genetico della clinica veterinaria di Berna.<br />

Un compito non del tutto semplice,<br />

poiché una prova di DNA del bovino friborghese<br />

autentico non era più reperibile.<br />

A fine maggio 2009, è risultato chiaro<br />

<strong>che</strong> le muc<strong>che</strong> cilene non erano differenziabili<br />

a sufficienza dalle altre razze<br />

locali e il gruppo di confronto Holstein,<br />

da poter essere definite come bovini friborghesi.<br />

Nonostante il risultato negativo <strong>abbiamo</strong><br />

raggiunto molto<br />

Una triste notizia per tutti i coinvolti <strong>che</strong><br />

hanno sostenuto il progetto con tanto impegno.<br />

È stato come se i bovini friborghesi<br />

si fossero estinti una seconda volta.<br />

Nonostante il sogno dell’insediamento<br />

delle muc<strong>che</strong> friborghesi si sia dissolto,<br />

il progetto ha avuto an<strong>che</strong> dei lati positivi.<br />

Molte persone non sapevano <strong>che</strong> i<br />

bovini friborghesi fossero estinti e <strong>che</strong><br />

le muc<strong>che</strong> a macchie bian<strong>che</strong> e nere sui<br />

pascoli di Gruyère sono in realtà bovini<br />

Holstein, diffusi in tutto il mondo. Specialmente<br />

il grande interesse dei media<br />

ha aiutato a rendere pubblico il fatto <strong>che</strong><br />

certe razze si estinguono. Ciò <strong>che</strong> é capitato<br />

con il bovino friborghese 50 anni fa,<br />

succede oggi an<strong>che</strong> ad altre razze, per la<br />

cui salvaguardia vale la pena lottare. Se<br />

con il nostro progetto <strong>abbiamo</strong> potuto<br />

rendere attenta e sensibilizzare la gente,<br />

<strong>abbiamo</strong> già raggiunto molto.<br />

Philippe Ammann,<br />

Responsabile dei progetti animali<br />

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