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di Alessandro Cagnetti<br />
Ore 8. Stazione Termini. Treno per Torino Porta Nuova. Si parte verso l’Olimpico granata «Grande<br />
Torino» lasciando una Roma ancora assonnata e annuvolata. Dopo qualche ora di un viaggio che<br />
scorre via come un bicchiere d’acqua arriviamo a Torino io e mio cognato Francesco, in una capitale<br />
sabauda che ci accoglie fredda e piovosa (annamo bene pensiamo, già la gara è dura figuriamoci<br />
con questo tempo). Ci viene a prendere il mitico Mauri Rules insieme alla sua compagna.<br />
Il tempo di vedere il pullman <strong>del</strong>la Lazio dirigersi verso lo stadio e mangiare qualcosa e poi dritti<br />
nel settore ospiti dove incontriamo un altro centinaio di laziali. Alle 15 saremo 600 e sarà un tifo<br />
memorabile. Dei 98 minuti che dura la gara almeno 85 sono scanditi dai cori e dagli incitamenti<br />
<strong>del</strong> nostro settore. Ma quale Olimpico granata, sembra di stare all’Olimpico di Roma, Curva Nord.<br />
E pensare che la gara si mette subito male con un Toro solo difesa e contropiede che ci sorprende<br />
con un’azione che poteva essere letta meglio è forse l’unico errore <strong>del</strong>la difesa. Fa male vedere<br />
questa ingiustizia e siamo tutti incazzati soprattutto quando Keita spreca come un pivellino un<br />
gol facile facile. Non possiamo perdere, né tantomeno mollare. E infatti la Lazio non molla, noi<br />
nemmeno, e nel secondo tempo il Toro non esiste più ed è una sinfonia biancoceleste grazie<br />
anche ai cambi di un chirurgico Simone Inzaghi. Prima il pareggio con il gioiello di Immobile, fischiatissimo<br />
dalla Maratona perché temutissimo (e avevano ragione) e poi il sorpasso <strong>del</strong> gioiellino<br />
Murgia con un abile colpo di testa. Stiamo vincendo a Torino e il settore ospiti tracima. Manca<br />
poco, e nel recupero l’addizionale si inventa un rigore che «sentenza antilazio» Ljaic (e con questo<br />
sono cinque i gol alla Lazio) trasforma (certo Marchetti non para mai un rigore eh…). È pareggio,<br />
ottimo alla vigilia, non così alla fine. Peccati di giovinezza anche se il braccio è di Parolo, un veterano.<br />
Peccato, ma la prestazione c’è ed è quello che conta vista l’emergenza (senza cinque titolari<br />
sarebbe stata impossibile per tutti). Torniamo a Roma orgogliosi <strong>del</strong>la Lazio e di noi stessi.<br />
La Lazio c’è ed i suoi tifosi pure. Forza ragazzi. Noi con la voce voi con il cuore.