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settimanale aquile del 2- 9 novembre 2016

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L’editoriale di Rodolfo Casentini<br />

Ancora ricordo questa estate quando la<br />

Lazio annunciò dopo lo Tsunami Bielsa, l’ingaggio<br />

di Simone Inzaghi come allenatore<br />

<strong>del</strong>la prima squadra. Tutti scandalizzati, tutti<br />

inferociti per l’ennesima “ presa per il culo”<br />

da parte <strong>del</strong>la società, tutti a contestare<br />

aspramente tale decisione. Nessuno che si<br />

sia messo loì a fare alcune semplici riflessioni<br />

e valutare bene con obiettività e coscienza.<br />

Personalmente, una volta saltata la<br />

trattativa Bielsa e preso Inzaghi, ho da subito<br />

sempre pensato che fosse la decisione più<br />

giusta e ponderata che si potesse fare. Simone<br />

Inzaghi con i suoi 17 anni di pura lazialità,<br />

era l‘unica persona che era in grado<br />

di reggere l’urto <strong>del</strong>l’ambiente che si stava rivoltando<br />

in tutte le sue latitudini. Simone sapeva<br />

perfettamente cosa fare e come<br />

riguadagnare la serenità di un gruppo che<br />

praticamente aveva lacerazioni anche profonde,<br />

vedi la vicenda Keita, la vicenda iniziale<br />

di Anderson, i tempi che si allungavano<br />

maledettamente per acquisire giocatori sul<br />

mercato.Inzaghi però non ha mai mollato,<br />

forte <strong>del</strong> suo cuore biancoceleste e ha ricominciato<br />

tutto daccapo, con semplicità, con<br />

umiltà, in punta di piedi verso l’ambiente ferito<br />

e con la consapevolezza che ci sarebbe<br />

voluto un gran lavoro di squadra per tentare<br />

di ricucire l’ennesimo strappo tra società,<br />

squadra e tifosi. Io sono stato al ritiro di Auronzo<br />

e ho visto quotidianamente il lavoro di<br />

quest’uomo che trattava tutti alo stesso<br />

modo che dava considerazioni indistintamente<br />

a tutti e che non precludeva a nessuno<br />

la possibilità di giocarsi il posto in<br />

squadra. Si è voluto contornare inizialmente<br />

di tutti i suoi giovani che aveva allenato fino<br />

a qualche mese prima e poi successivamente<br />

se ne è tenuti più di qualcuno, convinto<br />

che nell’economia <strong>del</strong>la squadra e <strong>del</strong>la<br />

stagione, essi sarebbero stati importanti.<br />

Questa miscela ha dato quella scossa positiva<br />

anche ai cosiddetti veterani di questa<br />

squadra che hanno visto dedizione e voglia<br />

di arrivare a riprendersi una Europa scivolata<br />

via nella stagione precedente anche per<br />

colpa <strong>del</strong>la rosa e non solo <strong>del</strong> tecnico che<br />

c’era prima e <strong>del</strong>la società. Quando si vince<br />

si vince tutti e quindi se le cose vanno male,<br />

si perde ugualmente tutti, nessuno escluso.<br />

Non era facile rasserenare un Keita avvelenato<br />

con la società, non era facile rimotivare<br />

un Felipe Anderson che era di nuovo un vulcano<br />

dormiente, non era facile tirar fuori le<br />

qualità che Patric aveva ma che rimanevano<br />

inespresse anche per una sorta di autostima<br />

in negativo che cominciava a serpeggiare in<br />

lui, non era facile convincere i vari Lulic,<br />

Radu, Marchetti, Biglia che il nuovo percorso<br />

intrapreso, poteva dare soddisfazioni<br />

e poteva permettere di riqualificare tutti.<br />

Oggi a distanza di 4 mesi vediamo già i<br />

primi risultati <strong>del</strong>la cura Inzaghi, e li vediamo<br />

dove avremmo voluto vederli, cioè<br />

sul campo, in classifica generale, negli<br />

occhi dei giocatori, nelle voci dei tifosi.<br />

Oggi la Lazio corre, gioca, si diverte, fa divertire,<br />

vince, pareggia, perde ( poco per<br />

fortuna), lotta, non molla, è compatta. Tutte<br />

componenti che decretano e portano a un<br />

solo risultato, LA LAZIO. La storia <strong>del</strong>la<br />

Lazio è piena di uomini e squadre fatte di<br />

ardore, di gloria, di spirito di gruppo, di sacrificio,<br />

di sangue e anima, <strong>del</strong> non arrendersi<br />

mai, e loro oggi, stanno percorrendo<br />

lo stesso sentiero. 17 partite in serie A tra<br />

la scorsa stagione e l’attuale. 9 vittorie / 3<br />

pareggi / 5 sconfitte ( due con la juventus)<br />

Nelle 7 partite <strong>del</strong>la scorsa stagione ha<br />

fatto 12 punti su 7 partite con una media<br />

punti di 1,714 con 13 gol fatti e 10 subiti<br />

con una media gol fatti a partita di 1,87 gol<br />

e di una media gol subiti a partita di 1, 30.<br />

In questa stagione nelle 10 partite sin qui<br />

giocate ha fatto 18 punti con una media<br />

punti di 1,80 con 20 gol fatti e 11 subiti ,<br />

con una media gol fatti a partita di 2,00 e<br />

una media gol subiti a partita di 1,1. Come<br />

si può notare dai numeri che non mentono<br />

mai, l’andamento <strong>del</strong>la squadra rispetto<br />

all’ultimo scorcio <strong>del</strong>la scorsa stagione,<br />

sempre sotto la guida di Inzaghi è migliorata<br />

e ha portato la stessa ad avere una<br />

media di due gol a partita contro l’uno abbondate,<br />

segno questo che se fossero<br />

sempre tramutate sul campo, al squadra<br />

vincerebbe sempre 2 – 1. Ovvio che è cosi<br />

ma serve a rendere comunque l’idea <strong>del</strong><br />

buon lavoro svolto fin qui. Inzaghi ha questo<br />

merito, ha il merito di aver saputo motivare<br />

tutti i ragazzi, di averli fatti sentire<br />

importanti a prescindere, di convincerli<br />

sotto l’aspetto tattico, che per una allenatore<br />

è la cosa più complicata che ci sia perché<br />

se i giocatori alla fine non sono<br />

convinti nella loro testa che tu gli stai dicendo<br />

la cosa giusta da fare, alla fine tutto<br />

si trasforma inesorabilmente in un boomerang<br />

che produce forti danni. L’inserimento<br />

dei giovani non è casuale, e non è gratuito.<br />

Questi ragazzi sudano e lottano gomito a<br />

gomito con gli altri compagni più esperti<br />

per potersi ritagliare degli spazi in partita,<br />

e questo sano agonismo costruttivo alla<br />

fine produce un beneficio per tutti, giovani<br />

, medio giovani, e meno giovani. Inzaghi ha<br />

avuto la capacità psicologica di saper valorizzare<br />

le caratteristiche di ognuno di loro e<br />

di studiarci sopra <strong>del</strong>le tattiche di gioco semplici<br />

ma efficaci. Ha capito che davanti<br />

aveva tre giocatori molto pericolosi per gli<br />

altri, e che bisognava metterli nella condizione<br />

migliore per far si che potessero<br />

esplodere tutti i loro colpi sul bersaglio.<br />

Keita e Anderson sugli esterni sono devastanti<br />

quando fanno l’uno contro uno e<br />

quindi lo sviluppo <strong>del</strong> gioco doveva andare<br />

in quella direzione, cioè rifornire il più possibile<br />

questi due giocatori sulla trequarti avversaria<br />

e dargli modo di sfondare le difese<br />

prendendo punizioni, rigori, facendo assist<br />

o segnando a loro volta. Inzaghi ha compreso<br />

di avere a disposizione due centrali<br />

difensivi dal piede buono, e li ha fruttati a<br />

pieno. Non è un caso che quando giocano<br />

Hoedt e De VRij o uno dei due, tutto ruota<br />

intorno a loro nel momento che l’avversario<br />

pressa sul nostro regista classico. Ed ecco<br />

quindi che poi Hoedt o De Vrij o tutti e due<br />

a turno sfoderano dei lanci millimetrici in diagonale<br />

a tagliare il campo e a pescare sulla<br />

linea laterale avanzata l’esterno di turno che<br />

sa stoppare velocemente il pallone e puntare<br />

da subito il suo dirimpettaio non dando<br />

alla squadra che difende il tempo di venire<br />

a raddoppiare o comunque di non piazzarsi<br />

agevolmente. Di qui ecco che i centrocampisti<br />

s’inseriscono in area, che Immobile va<br />

in profondità, che Keita e Anderson arrivano<br />

in area con grossi guai per gli altri. Nel frattempo<br />

il centrocampo è comunque ben presidiato<br />

da Cataldi, da Parolo, da Lulic, da<br />

Milinkovic, da Biglia, scegliete voi chi mettere<br />

nei tre che scendono in campo. Il calcio<br />

è semplice nella sua forma e giocabilità, non<br />

serve inventarsi strani moduli o strane trame<br />

di gioco, basta fare bene le cose semplici<br />

che sono alla base <strong>del</strong> gioco <strong>del</strong> calcio. Difendere<br />

bene ma anche saper ripartire dalla<br />

difesa in vari modi e non solo con uno<br />

sbocco, cosi come in avanti, saper alternare<br />

gli esterni e la profondità <strong>del</strong> centravanti.<br />

Tutto questo ovviamente con giocatori degni<br />

di giocare in serie A, e sempre ovviamente,<br />

più sono bravi e più teoricamente, tutto dovrebbe<br />

riuscire più facilmente, ma nella pratica<br />

non è automatico questo altrimenti le<br />

squadre con la rosa più forte, vincerebbe<br />

sempre e dovunque e gli altri non avrebbero<br />

alcun motivo di gareggiare. Ecco quindi che<br />

altri fattori intervengono e anche con materiale<br />

umano tecnicamente medio, se si lavora<br />

bene sulla mente dei ragazzi, si


possono ottenere bei risultati. Il caso di Patric<br />

è un altro caso emblematico di come si possa<br />

cambiare un calciatore che lo scorso anno era<br />

un oggetto misterioso e etichettato da tutti<br />

come l’ennesimo bidone insulso acquistato<br />

dalla dirigenza laziale. Quest’anno vediamo un<br />

altro giocatore, più sicuro, più attento alla fase<br />

difensiva, tecnicamente tranquillo. Patric che ricordo<br />

è stato preso a costo zero, perlomeno<br />

fino ad oggi sta dimostrando come in questi<br />

casi la fiducia di un tecnico e gli insegnamenti<br />

<strong>del</strong> tecnico possano contribuire in maniera decisiva<br />

sullo sviluppo <strong>del</strong>la carriera di un giocatore<br />

rivalutandolo all’interno di un contesto<br />

ambientale che si era sempre dimostrato rejetto<br />

nei suoi confronti. E questa è un’altra vittoria<br />

di Inzaghi, perché a luglio durante il ritiro,<br />

la stampa più volte ha scritto che a destra mancava<br />

copertura e che il solo Basta non poteva<br />

accollarsi sulle spalle l’intero far<strong>del</strong>lo di una stagione.<br />

Inzaghi invece ha sempre manifestato<br />

ampia soddisfazione per Patric dicendo da subito<br />

che sulla destra era ampiamente coperto<br />

proprio con Patric. Certe volte i giudizi sommari<br />

non tengono conto di molti fattori quali la pazienza<br />

e l’adattabilità, soprattutto nei confronti<br />

di giovani calciatori catapultati in un campionato<br />

professionistico che tatticamente è forse<br />

il più difficile al mondo, dove non ci sono squadre<br />

che ti fanno da sparring partner, ma ti fanno<br />

sudare ogni punto conquistato e anzi, non è<br />

raro che tali squadre, i punti te li tolgano di<br />

brutto, lasciandoti a riflettere con le tue incertezze.<br />

La Lazio ha moltissimi giovani e quindi il<br />

tifoso dovrebbe saper comprendere che questa<br />

rosa può dare tutto e può dare niente, che i giovani<br />

hanno un gran talento ma rimangono<br />

molto più instabili rispetto al giocatore che ha<br />

acquisito esperienza e quindi fa <strong>del</strong> rendimento<br />

costante la sua forza. Inzaghi ha portato questa<br />

ventata di ottimismo, di convinzione, di spensieratezza<br />

ma al tempo stesso consapevolezza,<br />

tutti ingredienti che hanno da subito<br />

coeso il gruppo e fatto si che si remasse a<br />

piene mani e testa, nella stessa direzione. Ci<br />

saranno momenti più difficili, lo sappiamo, ma<br />

Inzaghi saprà come uscirne, perché Simone<br />

pensa, riflette, studia, ascolta tutti, tutto con<br />

grande umiltà. La Lazio ha finalmente un allenatore<br />

pensate a 360 gradi e questo Inzaghi<br />

con il cuore e l’anima laziale, può davvero far<br />

ritornare l’entusiasmo ai tifosi e riportarli mano<br />

mano allo stadio e tifare questi colori che rappresentano<br />

il cielo sereno e non certo le nubi<br />

nere <strong>del</strong> temporale che da tropo tempo ormai<br />

attanaglia l’ambiente Lazio. Diamo fiducia a lui<br />

e ai suoi ragazzi, proviamo a dargli sostegno<br />

incondizionato, proviamo a far sentire la nostra<br />

voce che trasmette quando vuole, il più bell’amore<br />

<strong>del</strong> mondo. Proviamo a tornare a ragionare<br />

da tifosi e non da soloni <strong>del</strong> calcio, e chi<br />

si professa “ disamorato per troppo amore”,<br />

che continui a leggere questa favola sterile<br />

passando le sue giornate dall’asilo nido alle<br />

pappette omogeneizzate. Noi siamo altro, NOI<br />

SIAMO LA LAZIO !!


Più & Meno<br />

PIÙ:<br />

21: Il chirurgico 2-1 al Sassuolo <strong>del</strong> rosicone<br />

Di Francesco proietta la Lazio di Inzaghi a 21<br />

punti. Quarto posto, a meno sei dalla vetta.<br />

Sognare non si può. Si deve.<br />

BISTURI: Una grande squadra sa quando affondare<br />

il bisturi. La Lazio lo ha fatto nei primi<br />

dieci minuti <strong>del</strong> secondo tempo. Ed ha arraffato<br />

i tre punti come voleva. Semplice.<br />

FELIPE ANDERSON: Illegale<br />

HOEDT: Sembrava De Vrij.<br />

CURVA NORD: Tifo continuo come ai bei<br />

tempi. Uniti si vince.<br />

MENO:<br />

AMNESIA: Sul gol degli emiliani la Lazio stava<br />

ancora esultando per il 2-0. Perdonata.<br />

CALVARESE: Nega un rigore clamoroso alla<br />

Lazio dopo pochi minuti. Se lo avesse assegnato<br />

sarebbe stata goleada.


Lazio - Sassuolo 2-1<br />

Le Pagelle<br />

MARCHETTI 6,5: Attento r concentrato da subito,<br />

sventa un rasoterra di defrel, poi tutto normale.<br />

BASTA 7: rientro dal 1 minuto alla grande, corre e si<br />

sovrappone, preciso e puntuale, una garanzia.<br />

WALLACE 7: cresce di partita in partita alla faccia di<br />

chi lo ha denigrato per quei 10 minuti con l’Atalanta.<br />

HOEDT 7,5: fa il De Vrij con lo stesso stile di De Vrij,<br />

noi lo abbiamo sempre detto che era un altro De Vrij.<br />

RADU 6,5: sulla sua fascia arriva qualche pericolo in<br />

più ma ha il merito di far realizzare il 2° gol.<br />

MILINKOVIC 6,5: corre e ran<strong>del</strong>la, mettela sua tecnica<br />

e tenacia als ervizio <strong>del</strong>la squadra, esce stanco.<br />

PAROLO 6,5: è stanco da qualche partita ma non si<br />

risparmia e come al solito produce sicurezza.<br />

LULIC 7: il suo gol è la fotocopia di quello <strong>del</strong> famoso<br />

26 maggio, e solo per questo merita un bel voto.<br />

ANDERSON 8: incanta lo stadio con le sue giocate,<br />

è tranquillo, è tornato, ed è questo che conta.<br />

IMMOBILE 7 : segna da 5 partite,è un punto di riferimento<br />

importante. HABEMUS CENTRAVANTI.<br />

KEITA 7: le sue migliori giocate sono nel primo<br />

tempo, ma sta riacquistando sempre più minutaggio.<br />

BIGLIA 6: per il suo rientro anticipato che conferma<br />

l’attaccamento alla maglia e al ruolo di capitano.<br />

MURGIA 6: non teme la partita ed entra sicuro in<br />

mezzo al campo aiutando i compagni.<br />

DJORDJEVIC 6: si sta reinserendo gradatamente,<br />

l’impegno e la voglia stanno tornando.<br />

INZAGHI 8: sta riuscendo a palsmare questo gruppo<br />

come lo vuole lui, e lo sta facendo giocare come<br />

vuole lui. per un allenatore questo è il massimo.


Lazio - Sas<br />

Post<br />

INZAGHI<br />

«Diciamo che veniamo da due ottime<br />

vittorie, io penso che oggi nel<br />

primo tempo – dove ci aspettavamo<br />

un altro modulo dal Sassuolo,<br />

che poi ha cambiato forse<br />

per via <strong>del</strong>le assenze o per meglio<br />

arginare i nostri giocatori – forse<br />

non siamo stati bravissimi a riempire<br />

l’area. Non dimentichiamo che pronti via c’era<br />

un rigore netto che probabilmente avrebbe cambiato<br />

la partita; nel secondo tempo siam stati bravi a compattarci<br />

anche quando la partita si è riaperta. Chiudiamo<br />

una settimana dove abbiamo avuto dei<br />

grandissimi problemi a livello tecnico con 7 punti,<br />

probabilmente avrebbero dovuto essere nove. Grandissimo<br />

spirito dei ragazzi, che sono stati bravi<br />

anche a soffrire. Un grande aiuto ci è arrivato dal<br />

pubblico. La squadra può crescere ancora, non dimentichiamo<br />

le nostre assenze importanti: in questa<br />

settimana avrebbero potuto dare <strong>del</strong>le rotazioni;<br />

nelle ultime partite ho cercato di alternare ed i giocatori<br />

sono stati bravi. Quello che io voglio è avere<br />

dei dubbi: avere da scegliere tra due giocatori, come<br />

ad esempio Basta e Patric, che mi mettono in grandissimo<br />

imbarazzo e difficoltà di scegliere; non è<br />

bello quando la formazione te la fa l’infermeria. Possiamo<br />

alzare l’asticella però recuperando le assenze.<br />

Il rigore era sicuramente netto oggi, Calvarese e<br />

Banti sono due ottimi arbitri: è capitato con loro e<br />

spiace che capiti contro di noi, ci vorrebbe più attenzione.<br />

Murgia è entrato benissimo: bravo lui e bravi<br />

tutti gli altri. Sono sicuro che faremo, contro il Napoli,<br />

la nostra partita – poi è normale che ci sono<br />

anche gli avversari. Andremo a giocare a Napoli che<br />

è costruito o per vincere lo scudetto o per arrivare<br />

secondo dietro la Juventus: dobbiamo preparare la<br />

partita nel migliore dei modi, ci arriviamo con due<br />

vittorie di fila e secondo me deve farci da sprone per<br />

giocare una buona partita. Immobile è stato bravissimo<br />

oggi a far goal e a capitalizzare finora le azioni<br />

da goal che gli vengono proposte; Biglia non è stato<br />

rischiato dall’inizio perché ad oggi è questa la sua<br />

autonomia: forse ha sbagliato all’inizio, ma era al<br />

rientro dopo l’infortunio ed ha impostato bene.<br />

Con Di Francesco nessuno screzio, c’è stata una differenza<br />

di vedute sul fuorigioco e sul rigore non concesso,<br />

ma siamo amici ed è tutto risolto.»<br />

ANDERSON<br />

"Grazie al lavoro<br />

quotidiano<br />

sto<br />

migliorando<br />

tanto, ascolto<br />

i più esperti.<br />

Stiamo lavorando<br />

tanto in<br />

allenamento e facciamo bene<br />

anche in partita. Sono felice di<br />

questa continuità, spero di migliorare<br />

ancora tanto. Da<br />

fermo riesco ad avere uno<br />

sprint forte, è una mia caratteristica.<br />

Devo stare attento riguardo<br />

il momento in cui<br />

approfittarne. Peccato non sia<br />

arrivato il gol oggi, ma ci<br />

stanno altre occasioni".<br />

a cura di Stefan<br />

LULIC<br />

La partita era<br />

complicata,<br />

loro si chiudevano<br />

bene.<br />

Ma i tre punti<br />

sono quelli<br />

che contano.<br />

Noi crediamo<br />

a quello che facciamo e questo<br />

è importante. Poi di chi<br />

non crede in noi, non ci interessa.<br />

Se giochiamo da squadra<br />

possiamo fare grandi<br />

cose. Champions? Bah la<br />

classifica la guardiamo certamente,<br />

ma i conti si fanno alla<br />

fine. Col Napoli? E’ bello giocare<br />

contro un avversario<br />

forte come loro. Vediamo che<br />

succede. Andiamo lì per fare<br />

risultato”.


Partita<br />

suolo 2-1<br />

o Pretruccetti<br />

BIGLIA<br />

“E’ stato bello<br />

rientrare con i<br />

miei compagni.<br />

Ho bisogno ancora<br />

di ritmo e lavoro.<br />

Sabato<br />

troveremo una<br />

gara tosta, io voglio<br />

esserci. Intanto sono contento<br />

per i 30′ e per il momento<br />

che sta passando la Lazio”. C’è<br />

un gruppo solido: “Finalmente<br />

siamo tornati a divertirci, c’è<br />

gente giovane che è cresciuta e<br />

che è felice di lavorare. Qui c’è<br />

gente che ha voglia di far imparare<br />

i ragazzi, noi li prendiamo per<br />

mano e andiamo avanti insieme”.<br />

Tanti baby ringraziano proprio Biglia<br />

per la loro crescita: “E’ bello,<br />

io sono cresciuto con compagni<br />

che mi hanno insegnato qualcosa.<br />

Io non sono un esempio di<br />

nessuno, ma cerco di trasmettere<br />

la mia esperienza”. Forse è cambiato<br />

l’obiettivo <strong>del</strong>la Lazio: “No,<br />

è lo stesso, abbiamo ancora tante<br />

squadre davanti. Vogliamo tornare<br />

in Europa, vedremo alla fine<br />

dove saremo”. Parolo lo ha sostituito:<br />

“Marco lo ha fatto benissimo,<br />

è un nazionale e ha fatto il<br />

playmaker alla grande. Anche Cataldi<br />

è stato bravo, chiunque è entrato”<br />

MARCHETTI<br />

“Sicuramente la<br />

vittoria di oggi dà<br />

fiducia e morale<br />

in vista <strong>del</strong> Napoli.<br />

Soprattutto<br />

dà i frutti <strong>del</strong> sacrificio,<br />

volersi<br />

aiutare paga sempre.<br />

Finché<br />

avremo questa mentalità sarà dura<br />

per tutti. Napoli sarà un banco di<br />

prova importante, ma non decisivo.<br />

Loro sono forti, ma noi abbiamo le<br />

qualità per dire la nostra”. Dopo 33<br />

secondi una parata su Defrel:<br />

“Quando entri in porta, sei subito carico.<br />

Fortunatamente sono riuscito a<br />

metterci una pezza, nel primo tempo<br />

siamo andati così così. Nella ripresa<br />

siamo entrati con un piglio diverso,<br />

poi abbiamo sofferto tutti e abbiamo<br />

portato a casa i tre punti”. Bene la difesa:<br />

“Avevamo avversari di valore, la<br />

prestazione di Cagliari non sarebbe<br />

bastata. Siamo quindi entrati con la<br />

testa giusta, come ci aveva detto il<br />

mister alla vigilia. Abbiamo messo<br />

personalità, stiamo crescendo tutti<br />

insieme. Sopratutto i giovani”. Bisogna<br />

solo migliorare nei black out: “E’<br />

vero, è capitato altre volte di staccare<br />

la spina. E’ un aspetto su cui bisogna<br />

lavorare, nonostante la Lazio abbia<br />

dimostrato di saper tenere duro sino<br />

alla fine. Anche con un pizzico di fortuna,<br />

col gol sbagliato da Ragusa nel<br />

finale. Il mister e i suoi assistenti<br />

sono dei martelli e non smetteranno<br />

di ricordarcelo. Se miglioreremo<br />

anche in questo, potremo fare qualcosa<br />

di straordinario”.<br />

Di Francesco<br />

"La Lazio l'abbiamo<br />

messa in difficoltà<br />

nelle fasi inziali, abbiamo<br />

avuto una parata<br />

di Marchetti<br />

all'inizio su Defrel e<br />

sempre lo stesso Defrel<br />

ha creato più di<br />

un'occasione. Il gol di<br />

Lulic ha cambiato la partita, anche perché<br />

c'era un metro di fuorigioco. Non siamo<br />

fortunati con le scelte arbitrali, la squadra<br />

ha reagito subito e nel finale potevamo pareggiarla.<br />

Avevamo tante defezioni e non<br />

mi sembra che questa squadra non meritasse<br />

almeno un punto. Voi guardate i risultati,<br />

io anche le prestazioni. Il modulo<br />

5-3-2? La filosofia non cambia, si tratta di<br />

una squadra che cerca di compattarsi ed<br />

attaccare l'avversario velocemente, anche<br />

cambiando modulo e giocando in modo<br />

duttile. Oggi ha rigiocato Terranova che<br />

non giocava da un anno e Dell'Orco ha<br />

fatto l'esordio in Serie A. Vorrei essere ripagato<br />

per il lavoro svolto in campo, ma<br />

gli episodi incidono sulle partite, fino al 50'<br />

la partita poteva avere un altro volto. Con<br />

la Roma abbiamo fatto un ottimo primo<br />

tempo, poi siamo calati. Ma li c'è stata<br />

un'ingenuità di un giocatore. Questa sfida<br />

con la Lazio a livello di 90 minuti è quella<br />

che mi è piaciuta di più a livello di manovra.<br />

Avremmo un'altra classifica se avessimo<br />

tutti gli effettivi, alcuni elementi non<br />

rientrano e ci vuole molto per il recupero.<br />

Non ho visto l'episodio <strong>del</strong> rigore di Peluso,<br />

magari ce n'era un altro dopo di<br />

Basta su un cross nostro, però ho visto<br />

bene anche il fuorigioco di Lulic. Alla fine<br />

ha ragione sempre chi vince. Quando ci si<br />

prepara a determinati situazioni, bisogna<br />

essere più bravi. Europa League? Questi<br />

impegni possono logorare, però regalare<br />

punti in giro quando meriteresti di vincere<br />

ti rende nervoso. Oggi sono francamente<br />

sono un po' inc***to. Berardi? Sono disperato<br />

per il suo recupero. Oggi abbiamo<br />

perso anche Duncan e nel finale ha avuto<br />

un problemino alla caviglia".


I Precedenti<br />

di Arianna Michettoni<br />

Sono 60 i precedenti al San Paolo in Serie A tra Napoli e Lazio; storicamente si registra un netto dominio partenopeo: 29 le<br />

partite vinte dal Napoli, appena 10 dai biancocelesti e ben 21 pareggi. L’ultimo precedente si è disputato il 20 Settembre<br />

2015 – gara che fa registrare anche il peggior passivo subito dalla Lazio in casa degli azzurri, 0-5 (nell’edizione 1971/1972<br />

<strong>del</strong>la Coppa Italia Napoli - Lazio terminò 5 a 1, con la rete al trentesimo <strong>del</strong> momentaneo vantaggio firmata da Facchin).<br />

Nella storia il precedente <strong>del</strong> 20 Maggio<strong>del</strong> 1973, giorno di Napoli - Lazio (ultima <strong>del</strong> campionato 1972/1973):<br />

con Milan e Juventus la Lazio è in corsa per vincere il suo primo scudetto – rossoneri a 44 punti, bianconeri<br />

e biancocelesti ad inseguire con 43 prima degli ultimi novanta minuti di gioco. La squadra guidata da Maestrelli<br />

doveva vincere e sperare in una battuta d’arresto juventina: a tre minuti dalla fine <strong>del</strong>la partita Cuccureddu<br />

regalava invece la vittoria alla Juventus, e a un minuto dal novantesimo a Napoli andava a segno<br />

Oscar Damiani per l’1 a 0 partenopeo contro la Lazio. La Juventus si aggiudicò quel campionato; negli<br />

spogliatoi <strong>del</strong> San Paolo fu rissa: il Napoli venne accusato di aver ricevuto un premio dalla Juventus (la<br />

stessa accusa ricade anche sui giocatori <strong>del</strong>la Roma, avversari proprio dei bianconeri in quell’ultimo turno).<br />

Di tutt’altro sapore è lo scontro <strong>del</strong> 31 Maggio 2015 – il quarto in ordine cronologico a concludere la Serie<br />

A: ad eccezione <strong>del</strong> primo caso (nel campionato 1938/39, quando le due squadre chiusero il torneo con<br />

una partita ininfluente di centro classifica) per la terza volta si rivelerà una partita decisiva: la Lazio raggiunge<br />

la Champions (approdando ai preliminari) proprio nell’ultimo impegno stagionale. La squadra guidata<br />

da Pioli riesce ad imporsi per 4 a 2 sul Napoli con reti di Parolo, Candreva, Onazi e Klose.<br />

Le Statistiche<br />

Ben 154 le reti messe a segno in Napoli - Lazio, di cui 97 azzurre e 57 biancocelesti. Nessuna squadra ha<br />

segnato più goal su azione <strong>del</strong> Napoli in questo campionato: 6 reti sono state segnate da chi entra a partita<br />

in corso. La Lazio è appena dietro: con la recente segnatura di Murgia sale a quota 5 goal realizzati da calciatori<br />

partiti dalla panchina. Sono invece già 4 gli assist vincenti di Felipe Anderson: nessuno ha fatto<br />

meglio di lui in Serie A; solo Kroos (Real Madrid), Ribery (Bayern Monaco) e Kramaric (Hoffenheim) hanno<br />

saputo fare meglio nelle massime competizioni europee. La Lazio non ha perso in 3 <strong>del</strong>le 5 partite in cui è<br />

andata in svantaggio; quando il Napoli si porta in vantaggio per 1 a 0 nei match casalinghi, però, poi vince<br />

la partita nel 90% dei casi.


di Arianna Michettoni<br />

Di rigore in rigore: il tiro dal dischetto fa<br />

da fil rouge, da collante biancoceleste per<br />

queste giornate di campionato che passano<br />

e lasciano pochi errori di interpretazione.<br />

Dal penalty contro il Bologna al tiro<br />

dal dischetto negato all’ottavo minuto di<br />

Lazio - Sassuolo: in mezzo, si cita testualmente<br />

“Un disastro Giacomelli, senza<br />

molte attenuanti: nel giro di cinque minuti<br />

combina due disastri incredibili. Perché<br />

Castan non tocca mai il pallone, spostato<br />

all’interno sinistro di Immobile, ed era dunque<br />

rigore; perché il braccio di Parolo sul<br />

tiro di Ljaijc è si non parallelo al corpo ma<br />

il giocatore di Inzaghi lo ha portato dietro<br />

la schiena mentre si sta girando, dunque<br />

il movimento è congruo, l’addizionale Di<br />

Paolo non lo coglie, assegna un penalty<br />

che non c’era”. Chiarita la beffa di Torino -<br />

Lazio – beffa davvero, per quei due punti<br />

mancanti al computo finale che tanto influiscono<br />

ed infieriscono sulla classifica –<br />

quel che resta è l’incanto di chi guarda i<br />

biancocelesti: le giocate <strong>del</strong>la Lazio sono<br />

belle, e se non sono belle son concrete, e<br />

se neanche concrete allora sono di sacrificio.<br />

Uno spirito fiero e maestoso, uno spirito<br />

che filtrato dalla pay-tv si logora: si<br />

vive e si respira solo allo stadio, lontano e<br />

al riparo da ogni scetticismo imposto.<br />

Di rigore in rigore, si è detto in principio–<br />

e nel principio vi è un po’ di fine,<br />

anche: finale piuttosto modesto tra Empoli<br />

e roma, ancor prima tra Sassuolo e roma.<br />

Chi è la formazione che guida la speciale<br />

classifica stilata in base al numero dei tiri<br />

dagli undici metri assegnati in questa stagione?<br />

La squadra giallorossa, certamente:<br />

ben 6. Tanto provvidenziale che<br />

quando viene meno inchioda gli uomini di<br />

Spalletti in un abulico, apatico 0 a 0, ben<br />

lontano da qualsivoglia prospettiva scudetto.<br />

Soprattutto perché, lassù, vi è madama<br />

Juventus: gioca bene o gioca male,<br />

pur nell’episodio arbitrale incredibilmente<br />

sfavorevole – e chissà che non porti conseguenze<br />

da rivelare in futuro – è alla<br />

guida di un campionato che solo lei può<br />

chiudere od aprire, a suo piacimento.<br />

Molto più di un vantaggio, è avere potere<br />

– tanto quanto è risaputo che il potere logora<br />

chi non ce l’ha: Inter e Napoli, che si<br />

candidavano ad un ruolo predominante in<br />

questa (ormai matura) stagione. I nerazzurri<br />

son più che in crisi, il loro è uno smarrimento<br />

esistenziale: undici personaggi in<br />

cerca di autore – De Boer, dopo la sconfitta<br />

contro la Sampdoria, è stato esonerato<br />

– e, ancor più, di un ruolo da recitare<br />

con chiarezza interpretativa. Appena meglio<br />

va ai partenopei, che tanto hanno da<br />

imputare alla sfortuna come il riflesso di<br />

una trave che impedisce, almeno in parte,<br />

di accorgersi <strong>del</strong>la propria pagliuzza: vero<br />

che Milik è fuori, ma la crisi <strong>del</strong> secondo<br />

anno si è abbattuta prepotentemente su<br />

Sarri.<br />

A voler leggere criticamente la classifica,<br />

sono due i dati che saltano immediatamente<br />

all’occhio: la compattezza <strong>del</strong><br />

gruppo che occupa dalla seconda alla<br />

sesta posizione, quasi fosse un torneo nel<br />

torneo – vi è già un distacco di quattro<br />

punti tra la capolista e la seconda <strong>del</strong>la<br />

classe; e la posizioni più basse, dove si<br />

lotta contro la retrocessione: Pescara,<br />

Empoli, Palermo e Crotone sono abbandonate<br />

a se stesse.


La nona sinfonia di Immobile e la Lazio suona il rock!!!<br />

di Luciano Lattanzi<br />

Si chiude il mese di ottobre con la vittoria chirurgica contro l’ostico Sassuolo <strong>del</strong> «piagnone» Di Francesco<br />

(sunt lacrimae rerum…) e con la nona sinfonia di Immobile, leggasi nove gol in undici gare. Ciro<br />

si aggiudica anche il primo posto nella classifica di ottobre <strong>del</strong> nostro premio (e le vittorie mensili ora<br />

sono due per il bomber biancoceleste…), a dimostrazione di uno stato di forma impeccabile. Nulla da<br />

eccepire sulla solarità <strong>del</strong>la vittoria, né tantomeno sul gioco messo in mostra e sulle giocate da palati<br />

fini <strong>del</strong>la KIA biancoceleste. Particolarmente interessante è stata la gestione ragionata <strong>del</strong>la gara, la<br />

terza in sette giorni, che ha dimostrato come questa Lazio stia acquisendo quella mentalità giusta per<br />

poter alzare l’asticella degli obiettivi. Tutto questo è naturalmente di Simone Inzaghi e di tutto il suo<br />

staff, capaci di non omettere nessun dettaglio nella preparazione <strong>del</strong>le partite. Rispedito a casa il Sassuolo<br />

che comunque ha disputato forse la migliore gara stagionale; e dunque i meriti biancocelesti<br />

sono ancora maggiori. Vero, la stagione è lunghissima, ma non si può non fotografare il momento attuale<br />

con sano ottimismo; con 21 punti in cascina, quarto posto a due punti dal secondo, si affronta<br />

un Napoli quinto in classifica: chi l’avrebbe detto ad inizio campionato? Le valutazioni dei giornali<br />

sono state praticamente unanimi: Lazio promossa a pieni voti con picchi valutativi dedicati ad Immobile<br />

(implacabile), Felipe Anderson (illegale) e alla sorpresa (non per me) Wallace, the Wall…ace biancoceleste,<br />

protagonista di una difesa coriacea e puntigliosa. Nella classifica generale <strong>del</strong> nostro premio<br />

continua la fuga di Immobile seguito a debita distanza da Parolo e Felipe Anderson. Ricordiamo che<br />

la classifica <strong>del</strong> nostro premio è il frutto <strong>del</strong>le votazioni dei quotidiani sportivi più venduti e cioè il Corriere<br />

<strong>del</strong>lo Sport e la Gazzetta <strong>del</strong>lo Sport, e che la classifica la potete anche trovare nel numero <strong>del</strong><br />

magazine Aquile, divenuto <strong>settimanale</strong> e che uscirà mercoledì prossimo, dopo un Napoli-Lazio tutto<br />

da vedere. Per chi volesse leggerlo è sufficiente visitare il sito www.cuoredilazio.it ed andare alla sezione<br />

magazine. Intanto ecco i prospetti, sia generale che quello relativo alla classifica di ottobre, limitati<br />

alle prime posizioni dopo le undici gare giocate dalla Lazio.


FRASCHETTA DA I FRATELLI<br />

FRASCHETTA DA I FRATELLI<br />

FRASCHETTA DA I FRATELLI


Supercoppa Europea<br />

27 agosto 1999<br />

Manchester United - Lazio 0-1


di Enzo Carpegna<br />

Nello stadio Louis II di Montecarlo la Lazio scende in<br />

campo contro il Man.Utd per la finale <strong>del</strong>la Supercoppa<br />

Europea. Diecimila tifosi biancocelesti (in netta maggioranza<br />

rispetto ai red devils) assistono ad una meravigliosa<br />

prova <strong>del</strong>la squadra di Eriksson. La Lazio non ha<br />

timori reverenziali contro i padroni <strong>del</strong>la Champions league;<br />

partono bene i romani, ma un episodio in apparenza<br />

negativo decide la contesa. Al 18' in un cruento scontro<br />

con il gigante Stam, Inzaghi si rompe il naso ed è costretto<br />

a lasciare il posto al Matador Salas. È destino.<br />

Dopo solo 17 minuti il cileno dopo uno stop di petto ed<br />

un tiro al volo di sinistro batte il portiere avversario: è il<br />

tripudio, è il gol vincente. Da quel momento la partita si<br />

fa bellissima con un Manchester infuriato proteso in<br />

avanti ed una Lazio che spreca più volte il raddoppio. In<br />

fase difensiva superbi Marchegiani e Nesta. Al triplice fischio<br />

arbitrale è una festa totale sia in terra francese che<br />

in quella romana dove le vie <strong>del</strong> centro sono invase dai<br />

tifosi rimasti in città. Questa Supercoppa Europea segue<br />

di pochi mesi la vittoria in Coppa <strong>del</strong>le Coppe ed anticipa<br />

lo scudetto ed altri trionfi memorabili.

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