08.03.2017 Views

Magazine Avventista - Marzo / Aprile 2017

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

MAGAZINE AVVENTISTA GIORNALE BIMESTRALE DELLA FEDERAZIONE AVVENTISTA DELLA SVIZZERA ROMANDA E DEL TICINO - N°8 - MARZO / APRILE <strong>2017</strong><br />

PREVENIRE IL SUICIDIO<br />

WWW.MAGAZINEAVVENTISTA.COM


SOMMARIO<br />

NSU<br />

6 408<br />

VERSETTI<br />

PROFETICI<br />

3 268<br />

SI SONO GIÀ<br />

COMPIUTI<br />

fTRADOTTA IN<br />

2300<br />

lingue<br />

b<br />

VERSETTO<br />

PIÙ CORTO<br />

Giovanni<br />

11.35<br />

b<br />

VERSETTO<br />

PIÙ LUNGO<br />

Esther 8.9<br />

La Bibbia<br />

66 libri<br />

39<br />

ANTICO<br />

TESTAMENTO<br />

27 NUOVO<br />

TESTAMENTO<br />

BLIBRO<br />

PIÙ LUNGO<br />

Salmi<br />

150 CAPITOLI<br />

IN CIFRE<br />

B<br />

LIBRO<br />

PIÙ CORTO<br />

2 Giovanni<br />

13 VERSETTI<br />

CSCRITTA IN<br />

+ 1000<br />

Anni<br />

g<br />

5 Milioni<br />

DI CARATTERI<br />

1 100<br />

CAPITOLI<br />

31 700<br />

VERSETTI<br />

E<br />

PRIMA STAMPA<br />

NEL<br />

1455<br />

B 1<br />

LIBRO PIÙ<br />

VENDUTO CON<br />

4<br />

miliardi<br />

DI ESEMPLARI<br />

CORANO<br />

3 miliardi<br />

IL LIBRETTO ROSSO<br />

800 milioni<br />

DON CHISCIOTTE<br />

500 milioni<br />

LA SAGA DI<br />

HARRY POTTER<br />

450 milioni<br />

IL SIGNORE<br />

DEGLI ANELLI<br />

150 milioni<br />

IL PICCOLO<br />

PRINCIPE<br />

140 milioni<br />

IL CODICE DA VINCI<br />

86 milioni<br />

VENTI MILA LEGHE<br />

SOTTO I MARI<br />

60 milioni<br />

Distrutto..si, forse è la prima parola che può descrivere il sentimento<br />

che proviamo quando veniamo a sapere che qualcuno<br />

del nostro entourage si è tolto la vita. Ne segue un senso<br />

di colpa « Non ho fatto niente per aiutarlo, avrei potuto.. ».<br />

Per le persone più intime, c’è più che altro l’incomprensione<br />

o la rabbia contro la « codardia » dell’amato che non c’è più.<br />

Col passare del tempo, mi rendo conto che tutti i sentimenti<br />

legati al suicidio non sono altro che un pallido riflesso di una<br />

situazione difficile da vivere e da spiegare. Come spiegarsi il<br />

fatto che è la seconda causa di mortalità tra i giovani tra i 15<br />

e i 29 anni, età in cui di solito si ha una solo desiderio: vivere!<br />

Come spiegarsi che anche i cristiani non sono esonerati da<br />

questo fenomeno? E ancora più sorprendente è il fatto che,<br />

da circa due decenni, anche se in numero ridotto, anche dei<br />

pastori si sono tolti la vita.<br />

Il sottotitolo del dossier di questo numero “Lo stato di urgenza<br />

mondiale” e i numeri parlano da soli. Circa 800 000<br />

persone si tolgono la vita ogni anni e si pensa che siano 16<br />

milioni coloro che lo hanno tentato (1 su 20 lo compiono). Sì,<br />

è un flagello. No, nessuno è al sicuro. Poco importa il paese.<br />

Questo riguarda il mondo intero.<br />

Di fronte a ciò, possiamo distogliere lo sguardo e dire che<br />

non ci riguarda. Fino al giorno in cui scopriamo che un nostro<br />

vicino di casa, un nostro amico, un caro ha provato o è riuscito<br />

a trovare la morte. Anche se è difficile o addirittura un tabù<br />

parlarne, ci tenevamo a presentare la testimonianza di qualcuno<br />

che ha voluto morire e ci ha provato. Lo scopo è quello<br />

di provare a comprendere al fine di aiutare. Quali sono i segni<br />

che permettono di prevenire l’atto? Come fare per non<br />

stigmatizzare le persone e i loro sentimenti? Sarebbe formidabile<br />

poter dare delle risposte precise<br />

a tutte queste domande! Facendo riferimento<br />

alla Bibbia, possiamo trovare degli<br />

esempi e degli spunti di riflessione?<br />

Questo numero, che tratta anche altri<br />

soggetti, non ha la presunzione di dare<br />

delle frasi fatte come risposte, ma si propone<br />

di aprire una discussione sul tema,<br />

anche all’interno della nostra chiesa.<br />

Rickson Nobre<br />

Pastore<br />

e segretario FSRT<br />

1. Tagliare una cipolla e dorarla in una<br />

padella con un po’ d’olio.<br />

2. Aggiungere un bicchiere di tris di<br />

quinoa e miglio. Mescolare.<br />

3. Aggiungere rapidamente tre bicchieri<br />

d’acqua e passata di pomodoro.<br />

Mescolare.<br />

1<br />

3<br />

5<br />

10<br />

12<br />

13<br />

14<br />

LA Bibbia in cifre<br />

Intervista : François Scerba<br />

Prevenire il suicidio<br />

Testimonianza : Ho cercato di<br />

uccidermi<br />

Disegni dei bambini<br />

A presto<br />

Giornale bimestrale della Federazione avventista della Svizzera<br />

Romanda e del Ticino (FSRT)<br />

N°8 / <strong>Marzo</strong> - <strong>Aprile</strong> <strong>2017</strong><br />

Rivista gratuita<br />

Stampato in Germania<br />

Caporedattore: Rickson Nobre - Editore: Dipartimento<br />

delle Comunicazioni FSRT - Redazione a cura di:<br />

David Jennah, Rickson Nobre, Eunice Goi, Pierrick Avelin,<br />

Yolande Grezet, Adriana Stasi - Impaginazione e grafica:<br />

Eunice Goi - Redattori: Rickson Nobre, Bernard<br />

Davy, Carlos Fayard, Peter Landless, Richard Lehmann,<br />

Dominik Frikart - Collaboratori: Jessica Merckx, Elena Zagara,<br />

Pierrick Avelin, Eunice Goi - Traduttore: Serena Zagara,<br />

Susan Jacquet , Eleonora Ricciardo - Correzione a cura di: Yolande<br />

Grezet, Geneviève Montégut.<br />

Photo credit<br />

Copertina, pagine 5, 7 : Adobe photos stock - pagina 2 : Jessica<br />

Merckx - pagina 3 : François Scerba - pagina 7 : pexels.com - pagina<br />

9 : dollaphotoclub, freelyphotos.com - pagina 13 : Dominik Frikart.<br />

La responsabilità degli articoli firmati pubblicati su ADVENTISTE MAGAZINE<br />

è dei singoli autori.<br />

RICETTA<br />

TRIO DI QUINOA MESSICANA (VEGAN)<br />

Una ricetta di Jessica Merckx / pinkcappuccino.ch<br />

Versione francese<br />

5. Lavare del coriandolo fresco e sminuzzarlo<br />

con delle forbici. Aggiungerlo nella<br />

padella.<br />

6. Lasciare cuocere a fuoco lento.<br />

7. Aggiungere delle spezie: coriandolo<br />

in polvere, cumino, pepe, ecc (secondo<br />

i gusti)<br />

1<br />

FÉDÉRATION ADVENTISTE DE LA SUISSE ROMANDE ET DU TESSIN<br />

WWW.ADVENTISTE.CH<br />

4. Aggiungere mais e fagioli rossi. Mescolare<br />

e lasciare cucinare a fuoco lento<br />

con un coperchio.<br />

8. Aggiungere un po’ di succo di limone.<br />

9. Buon appetito!


INTERVISTA<br />

> FRANÇOIS SCERBA<br />

Intervista a cura di <strong>Magazine</strong> <strong>Avventista</strong><br />

Anche se non si tratta della stessa<br />

epoca, hai vissuto anche tu, come<br />

Doss, delle situazioni difficili a causa<br />

del tuo impegno pacifista?<br />

Chi è François<br />

Scerba?<br />

Sono un pediatra<br />

e ho fatto<br />

il servizio militare<br />

come<br />

medico militare<br />

non armato.<br />

Sono cresciuto<br />

in una famiglia<br />

svizzera ancorata<br />

alla fede cristiana<br />

avventista. Imparare sempre più della<br />

Bibbia è una delle basi fondamentali<br />

dell’educazione che ho ricevuto. Persone<br />

come Gandhi e altri eroi della<br />

non violenza sono stati altri esempi<br />

per me.<br />

Da poco il mondo scopre Desmond<br />

Doss e il suo impegno pacifico<br />

nell’esercito per difendere il<br />

suo paese. Il film “La battaglia di<br />

Hacksaw Ridge” è addirittura stata<br />

nominata a sei oscar. Anche tu hai<br />

vissuto un impegno non armato.<br />

Com’è stato per te?<br />

La prima decisione fu quella di non<br />

essere un obiettore di coscienza con<br />

la condizione di poter servire nelle<br />

truppe sanitarie e soprattutto senza<br />

armi. Essere reclutato come soldato<br />

sanitario è stato abbastanza facile<br />

visto che l’esercito cerca sempre dei<br />

futuri medici. Il rifiuto delle armi è<br />

stato un po’ più complicato, ma ebbi<br />

il sostegno della FSRT con la quale<br />

avevo preparato un solido dossier.<br />

Sono poi stato sottoposto a una serie<br />

di domande da parte di una commissione.<br />

Dopo questo “interrogatorio”,<br />

sul mio libretto di servizio è stato<br />

messo il timbro tanto atteso “Servizio<br />

senza armi”. Una delle domande<br />

che mi era stata fatta era sapere cosa<br />

avrei fatto nel caso in cui qualcuno<br />

minacciasse la mia famiglia con delle<br />

armi. Avevo risposto che se fossi stato<br />

armato, avrei aumentato la possibilità<br />

di una sparatoria, e che essendo<br />

disarmato sarebbe stato più facile<br />

poter comunicare con l’aggressore<br />

ed evitare il peggio.<br />

Da dove viene questa convinzione<br />

di non dover portare un’arma?<br />

Giunto alla maggiore età, ricevetti<br />

la convocazione per il reclutamento<br />

dell’esercito, e mi posi varie domande:<br />

si può essere avventisti e servire<br />

nell’esercito? È coerente con la<br />

mia fede e le mie convinzioni? Cosa<br />

dice la Bibbia a questo proposito?<br />

La Bibbia dice che bisogna rispettare<br />

la legge degli uomini, poiché essa è<br />

benedetta da Dio. Ovviamente fino a<br />

quando la legge degli uomini non è<br />

direttamente in contraddizione con la<br />

legge di Dio. La legge dice che sono<br />

obbligato a servire il mio paese? Ok!<br />

Come? Essendo armato? Imparando<br />

a battermi? Usando<br />

delle armi? Stop! Proteggere e<br />

servire sono dei valori perfettamente<br />

coerenti con i valori<br />

cristiani. Ma togliere la vita a<br />

qualcuno per proteggere quella<br />

di qualcun altro per il solo motivo<br />

che non siamo della stessa<br />

nazionalità? Non voglio entrare<br />

nella discussione sull’utilità di<br />

un’arma nel XX secolo in Svizzera<br />

o sulla natura asimmetrica dei<br />

conflitti attuali. È qui che dalla<br />

Bibbia deriva la visione secolare:<br />

non dobbiamo proteggere<br />

la vita dei nostri concittadini. Dobbiamo<br />

proteggere la vita di ogni essere<br />

umano: il nostro prossimo.<br />

Da un punto di vista esterno si può<br />

pensare che l’esercito e la fede<br />

non possono coesistere. Come lo<br />

vivi oggi nel tuo quotidiano essendo<br />

medico e ufficiale senza armi<br />

dell’esercito svizzero?<br />

Nel nostro paese con un esercito di<br />

milizia, è abbastanza facile dimenticarsi<br />

dell’esercito quando siamo dei<br />

civili. Durante i miei giorni di servizio,<br />

pregavo che i giorni si facessero più<br />

corti. E durante i lunghi periodi di formazione<br />

iniziale, era a volte difficile.<br />

Soprattutto era difficile non identificarsi<br />

come un “soldato”. Penso che<br />

l’esercito svizzero ha fatto degli sforzi<br />

in questi ultimi decenni per inserire<br />

tutte le culture che sono parte dell’attuale<br />

Svizzera.<br />

3<br />

Penso che sia stato in modo molto<br />

meno drammatico che per Doss!<br />

Nella scuola per le reclute ero spesso<br />

mal visto dai miei superiori quando<br />

sistematicamente ogni venerdì sera<br />

me ne andavo in “congedo personale”,<br />

mentre il resto della truppa<br />

restava fino al sabato mattina. Ritornavo<br />

la domenica qualche ora prima<br />

del resto della truppa per degli inutili<br />

“lavori compensatori”, ma niente<br />

di male. Per quanto riguarda i miei<br />

compagni, o non chiedevano niente,<br />

o erano molto comprensivi. Da ciò è<br />

nato anche qualche interessato all’interno<br />

della mia stanza!<br />

Extrait du film "Tu ne tueras point" (Hacksaw Ridge,<br />

Mel Gibson, <strong>2017</strong>) narrant l'histoire de Desmond Doss<br />

Cosa potresti dire ai giovani cristiani<br />

che esitano ad impegnarsi in<br />

modo duraturo?<br />

Quando il servizio è obbligatorio, non<br />

c’è esitazione per il reclutamento. Ma<br />

ognuno si deve fare delle domande<br />

riguardo le proprie convinzioni, e su<br />

come servire al meglio il nostro Dio.<br />

Al giorno d’oggi, l’accesso a un servizio<br />

civile in alternativo al servizio militare<br />

è molto più facile che nel 1997.<br />

I partiti politici di destra provano in<br />

questi casi ad ostacolare i giovani che<br />

scelgono il servizio civile. Se si decide<br />

di servire nell’esercito, invito sinceramente<br />

tutti i giovani a interrogarsi sul<br />

significato di portare un’arma.<br />

POUR RÉAGIR À L’ARTICLE<br />

contact@adventistemagazine.com<br />

i


DOSSIER<br />

PREVENIRE IL SUICIDIO<br />

Lo stato di urgenza mondiale<br />

Il 5 settembre 2014, in presenza dei direttori<br />

dei Ministri della salute, ambasciatori,<br />

amministratori e professionisti<br />

della salute, l’Organizzazione Mondiale<br />

della Salute (l’OMS) di Ginevra ha ufficialmente<br />

rivelato il suo primo rapporto<br />

completo sul suicidio. 1 Lo scopo annunciato<br />

di questo documento era quello<br />

di ridurre il tasso di suicidio del 10% da<br />

qui al 2020. Le ricerche degli autori e le<br />

statistiche hanno dimostrato che il suicidio<br />

è un fenomeno che riguarda tutte<br />

le regioni del mondo e può prodursi a<br />

qualsiasi età. Fra i giovani (tra i 15 e i<br />

29 anni) il suicidio è la seconda causa<br />

di mortalità. E ciò nonostante i suicidi<br />

possono essere prevenuti grazie a una<br />

strategia multisettoriale. Questa deve<br />

essere applicata dai legislatori, i lavorati<br />

della salute e le comunità, comprese<br />

le nostre chiese, ospedali e cliniche<br />

avventiste.<br />

L’entità di una tragedia mondiale<br />

Le nostre società contano dei numeri alti dei<br />

suicidi. Più di 800.000 persone muoiono per<br />

questo ogni anno, cioè una persona ogni<br />

40 secondi. Per ogni adulto che muore per<br />

suicidio, ce ne possono essere più di 20 che<br />

lo hanno tentato. Poiché si tratta di un tema<br />

sensibile e addirittura illegale in alcuni paesi,<br />

è probabilmente per questo oggetto di mancata<br />

informazione.<br />

Il 75% dei suicidi hanno luogo nei paesi con<br />

stipendi bassi o medi, e si riscontra un numero<br />

più elevato tra i giovani della fascia d’età<br />

15-29 anni.<br />

Tuttavia, proporzionalmente parlando, nella<br />

maggior parte delle regioni del mondo, il tasso<br />

di suicidio è più elevato tra le persone di<br />

più di 70 anni, sia uomini che donne.<br />

Gli uomini muoiono tre volte di più che le<br />

donne per suicidio nei paesi più ricchi (con<br />

un rapporto di un uomo per 3,5 donne). Nei<br />

paesi con stipendi medio-bassi, lo stesso rapporto<br />

è inferiore (1,6).<br />

La buona notizia è che tra il 2000 e il<br />

2012, il numero dei suicidi si è abbassato<br />

del 9%, passando da 883.000 a<br />

804.000. Una delle possibili spiegazioni<br />

sta nel miglioramento straordinario<br />

della salute globale di certi paesi durante<br />

questo ultimo decennio. Questa<br />

riduzione è la prova che un miglioramento<br />

è possibile. Tuttavia, in alcune<br />

regioni il tasso di suicidio è aumentato.<br />

In Africa, per esempio, è aumentato<br />

del 38%.<br />

Conseguenze della stigmatizzazione<br />

e dei miti<br />

Trovarsi di fronte a qualcuno che ha<br />

delle idee suicide impaurisce e mette<br />

a disagio. Si suole credere che parlare<br />

di suicidio è una cattiva idea e può essere<br />

interpretata come un’incitazione.<br />

Sfortunatamente, questo mito fa isolare<br />

le persone depresse nella loro sofferenza<br />

e la loro ricerca di sostegno. In<br />

25 paesi del mondo, il suicidio è addirittura<br />

considerato come un crimine, e<br />

coloro che lo hanno tentato rischiano<br />

la prigione piuttosto che un ricovero<br />

in ospedale.<br />

Tuttavia si sa che uno dei tanti modi di<br />

prevenire il suicidio è quello di aprirsi<br />

al dialogo. Alcuni professionisti della<br />

salute psichica chiedono spesso<br />

a dei pazienti disorientati o disperati<br />

“Lei pensa alla morte o al fatto di morire?”<br />

Se la risposta è affermativa, ne<br />

segue un’altra domanda “Lei pensa di<br />

togliersi la vita? Cosa le ha permesso<br />

di restare in vita fino ad ora? Potrebbe<br />

ricorrere alla richiesta di aiuto nel<br />

caso in cui abbia un’impellente idea<br />

suicida?”.<br />

Attraverso una partecipazione e un<br />

dialogo, le persone possono essere<br />

guidate ad allontanarsi dal loro dolore<br />

e dalle loro ferite, e a considerare le<br />

conseguenze di una scelta così radicale.<br />

Questo approccio ha salvato numerose<br />

vite. 2<br />

Fattori di rischio e di protezione<br />

Come si può notare dal grafico sottostante,<br />

i ricercatori indicano che ci sono<br />

molti fattori di rischio e di protezione<br />

inerenti al suicidio. La presenza di fattori<br />

di protezione aumenta la salute<br />

psichica e riduce il rischio di suicidio.<br />

Ridurre l’accesso a strumenti per suicidarsi<br />

funziona. Una strategia efficace<br />

per prevenire i suicidi e i tentativi di<br />

suicidio consiste in ridurre l’accesso<br />

agli strumenti più comuni utilizzati,<br />

compresi i pesticidi, le armi da fuoco,<br />

e alcune medicine.<br />

I servizi sanitari primari devono poter<br />

valutarne il rischio durante i controlli<br />

regolari, inserendo la prevenzione al<br />

suicidio come componente di base<br />

delle cure di routine. Problemi psichici<br />

e un uso nocivo dell’alcool influenzano<br />

un gran numero di suicidi del mondo.<br />

Un’identificazione precoce e una gestione<br />

efficace sono cruciali per assicurare<br />

che le persone ricevano le cure di<br />

cui hanno bisogno.<br />

Declino della salute mentale<br />

Fattori di rischio: perdita del lavoro, problemi economici, dolori cronici,<br />

abuso di alcool, problemi psichici, precedenti tentativi di suicidio,<br />

conflitto relazionale, isolamento, mancanza di sostegno sociale,<br />

trauma o abuso, accesso a strumenti di autolesionismo, stigmatizzazione,<br />

tabu, esposizione inappropriata ai media.<br />

Miglioramento della salute mentale<br />

Fattori protettori: relazioni personali, capacità di recupero di fronte<br />

allo stress e a dei traumi, senso del proprio valore, credenza religiosa<br />

o spirituale, comunità di sostegno, identità personale, capacità di<br />

risoluzione dei problemi, scelta di vita sana, attività fisica regolare,<br />

adeguata quantità di riposo, regime nutrizionale appropriato, sostegno<br />

verso coloro che cercano aiuto.<br />

Le comunità hanno un ruolo fondamentale<br />

nella prevenzione del suicidio.<br />

Possono fornire un sostegno sociale<br />

a individui vulnerabili e impegnarsi<br />

nel seguirne la cura, lottare contro la<br />

stigmatizzazione e sostenere coloro in<br />

lutto per un suicidio. In India, le visite<br />

mensili dei lavorati sanitari delle comunità<br />

non professionale presso delle<br />

persone che hanno tentato il suicidio<br />

hanno ridotto in modo significativo il<br />

tasso di suicidi. Pensate a cosa succederebbe<br />

se le nostre chiese facessero<br />

la stessa cosa!<br />

Le nostre opportunità di agire come<br />

chiesa<br />

La stigmatizzazione associata al suicidio<br />

può diminuire con una maggiore<br />

consapevolezza nella società, e in particolare<br />

nella chiesa, che permetterebbe<br />

alle persone di chiedere aiuto più<br />

volentieri. Dobbiamo parlare del suicidio,<br />

e le persone devono trovare nella<br />

chiesa un forte aiuto. Se le persone<br />

sono disperate possono venire da noi<br />

per trovare la speranza in Gesù Cristo,<br />

così come un nuovo sentimento di<br />

avere uno scopo nella vita. È il nostro<br />

ruolo come chiesa.<br />

I membri e i dirigenti possono sforzarsi<br />

a partecipare in azioni individuali<br />

e collettive. Gli ospedali e le cliniche<br />

avventiste dovrebbero promuovere<br />

una consapevolezza precoce della<br />

difficoltà emotiva in contesti di cure<br />

primarie. Dovrebbero anche offrire<br />

una gamma di cure specializzate, e<br />

anche dei servizi di salute psichica<br />

inserendo degli elementi relativi alla<br />

fede, così come dei fattori allo scopo<br />

di restaurare la salute mentale. Le<br />

università avventiste che formano pastori,<br />

lavoratori nel campo della salute<br />

e professionisti della salute psichica<br />

devono insegnare attivamente, anche<br />

alle famiglie, i principi che permettono<br />

di riconoscere e di curare coloro che<br />

soffrono di dolore emotivo, basandosi<br />

sugli insegnamenti delle Scritture,<br />

dello Spirito di Profezia, e anche della<br />

scienza.<br />

Le persone possono contribuire riconoscendo<br />

i fattori di depressione<br />

e identificando gli individui a rischio.<br />

Possono anche dare l’esempio vivendo<br />

una vita equilibrata e incoraggiando<br />

gli altri a evitare di consumare sostanze<br />

stupefacenti, compreso l’alcool,<br />

allo scopo di preservare la propria salute<br />

psichica e il benessere emotivo.<br />

Infine, una buona chiesa può considerare<br />

i pensieri suicidi non come<br />

una mancanza di fede, ma come un<br />

momento di difficoltà spirituale (vedi<br />

tabella) e una richiesta di sostegno e<br />

di compassione. Come disse un sopravvissuto<br />

a un tentato suicidio “La<br />

compassione di un amico valeva come<br />

dieci anni di cure psichiatriche”.<br />

6


Quando facciamo questo, seguiamo il<br />

ministero della guarigione di Gesù.<br />

L’impatto del suicidio sui sopravvissuti<br />

Questo ministero d’amore e di compassione<br />

deve essere messo al servizio<br />

di coloro che restano, spesso sprofondati<br />

in un abisso di profondo dolore,<br />

oscuro e solitario, in lutto in seguito<br />

alla perdita dei loro cari. Nonostante<br />

i migliori sforzi dei membri della famiglia,<br />

degli amici, degli addetti alle<br />

cure, un suicidio può sempre essere<br />

effettuato. Una lettera anonima scritta<br />

da qualcuno che ha sfiorato da molto<br />

vicino il suicidio permette di vederlo<br />

da questo punto di vista “Aveva una<br />

famiglia che mi amava, un ottimo medico<br />

e un eccellente sostegno, ma<br />

quando si entra nel tunnel, sembra<br />

che niente importi”.<br />

Uno dei nostri clinici esperti ha vissuto<br />

la perdita di un paziente per suicidio.<br />

Nonostante ciò sia successo più di<br />

dieci anni fa, il ricordo è sempre vivo<br />

come se fosse stato ieri. Era un giovedì,<br />

durante la pausa pranzo. Il paziente<br />

era in trattamento da più di tre<br />

anni con delle idee suicide croniche,<br />

multipli tentativi, e vari ricoveri in un<br />

ospedale psichiatrico. L’impatto immediato<br />

fu estremamente doloroso.<br />

Una semplice passeggiata a bordo del<br />

lago diventava sempre più difficile per<br />

il medico, giusto perché l’ultimo negozietto<br />

sulla riva si chiamava “The Last<br />

Stop”. Sembrava che tutto facesse ricordare<br />

la morte del paziente. La famiglia<br />

lo aveva invitato ai funerali e gli era<br />

stato chiesto di essere uno dei portatori<br />

della bara. A ogni passo il medico<br />

pensava “Ti sto portando verso il tuo<br />

ultimo riposo”. Il fatto che la famiglia<br />

fosse riconoscente per il lavoro clinico<br />

prestatogli fu fonte di consolazione.<br />

“Ha dato a lui- e anche a noi- altri tre<br />

anni di vita”, gli dissero.<br />

MITI<br />

Parlare del suicidio è una cattiva<br />

idea e può essere interpretata<br />

come un’incitazione.<br />

Le persone che fanno riferimento<br />

al suicidio non vogliono<br />

passare all’atto.<br />

La maggior parte dei suicidio<br />

si verifica all’improvviso, senza<br />

preavviso.<br />

Chi ha tentato il suicidio ha<br />

preso la decisione di morire.<br />

Una volta che qualcuno ha<br />

tentato il suicidio, resterà per<br />

sempre con delle idee suicide.<br />

Solo le persone con problemi<br />

psichici hanno idee suicide.<br />

FATTI<br />

Ma il dolore provato dal medico curante<br />

non sarà mai paragonato a<br />

quello provato dalla famiglia. Nell’anno<br />

seguente, gli anziani genitori del<br />

paziente morirono, profondamente<br />

addolorati. La madre rifiutò le cure ad<br />

eccezione di quelle palliative. Le due<br />

sorelle sono state devastate dal dolore<br />

e dalla depressione. Dopo l’accaduto,<br />

e per vari anni, non hanno potuto lavorare.<br />

Una delle sorelle ha combattuto<br />

contro uno straziante senso di colpa,<br />

che ha persino portato la sorella stessa<br />

a pensare al suicidio. Tutti coloro che<br />

erano coinvolti hanno sofferto. La loro<br />

fede è stato uno dei pochi elementi<br />

che gli ha consolati. Anni di trattamento<br />

hanno finalmente restaurato le<br />

sorelle dandogli di nuovo la capacità<br />

di lavorare e riportandole alle loro<br />

famiglie.<br />

Parlare apertamente può offrire alle persone<br />

altre opzioni o del tempo per ripensare alla<br />

sua decisione, prevenendo così il suicidio.<br />

La maggior parte di coloro che pensano al<br />

suicidio è ansiosa, depressa, disperata e ha<br />

l’impressione che non ci sia altra scelta.<br />

La maggior parte dei suicidi è preceduta da<br />

segni di preavviso, che siano essi verbali o<br />

comportamentali. Alcuni suicidi non hanno<br />

preavviso.<br />

Alcune persone che hanno tentato il suicidio<br />

sono indecise sul fatto di voler vivere o<br />

morire.<br />

Un alto rischio di suicidio è spesso un fenomeno<br />

di breve durata e legato ad una situazione<br />

specifica.<br />

Un comportamento suicida indica una profonda<br />

tristezza ma non per forza un problema<br />

psichico.<br />

Nonostante la guarigione sia difficile,<br />

c’è sempre la speranza. Il ruolo degli<br />

amici, dei pastori, dei consiglieri, così<br />

come la fede dei sopravvissuti non<br />

devono essere sottovalutati. La madre<br />

di un figlio adulto che si era suicidato<br />

ha rinnovato la sua fede nella grazie<br />

del Signore per poter accettare ciò<br />

che aveva vissuto. Ha trovato rifugio<br />

nell’amore e nel prendersi costantemente<br />

cura delle figlie. Ha cercato<br />

aiuto presso uno psicoterapeuta per<br />

poter affrontare il senso di colpa e<br />

per trovare la capacità emotiva di perdonare<br />

coloro che lei pensava avessero<br />

contribuito alla fine disperata di<br />

suo figlio. Ovunque ci sia grazia, c’è<br />

speranza.<br />

Il ministero della guarigione di Gesù<br />

Come chiesa, forse non siamo stati<br />

abbastanza costanti nel rispondere al<br />

dolore emotivo così come invece lo<br />

siamo stati nei campi riguardanti la<br />

salute e lo stile di vita. Forse non abbiamo<br />

letto la Bibbia in modo chiaro<br />

come avremmo dovuto. Ascoltiamo<br />

le parole del profeta Isaia 61:1-3. Il<br />

linguaggio usato invita a manifestare<br />

bontà verso coloro che sono in difficoltà<br />

emotiva:<br />

“Lo Spirito del Signore, l’Eterno è su<br />

di me,, perché l’Eterno mi ha unto per<br />

recare buone novelle agli umili; mi ha<br />

inviato a fasciare quelli dal cuore rotto,<br />

a proclamare la libertà a quelli in<br />

cattività, l’apertura del carcere ai prigionieri,<br />

a proclamare l’anno di grazia<br />

dell’Eterno e il giorni di vendetta del<br />

nostro Dio, per consolare tutti quelli<br />

che fanno cordoglio, per stabilire di<br />

dare a quelli che fanno cordoglio in<br />

Sion un diadema invece della cenere,<br />

l’olio della gioia invece del lutto, il<br />

manto della lode invece di uno spirito<br />

abbattuto, affinché siano chiamati<br />

querce di giustizia, la piantagione<br />

dell’Eterno perché egli sia glorificato.”<br />

Ellen White descrive il modo in cui<br />

Gesù ha compiuto il suo ministero.<br />

Nuovamente, notate le parole che<br />

evidenziano l’attenzione che presentava<br />

il Salvatore verso i bisogni emotivi<br />

di coloro che entravano in contatto<br />

con lui:<br />

“La missione di Gesù era quella di<br />

dare agli uomini un completo cambio:<br />

è arrivato per dar loro salute e pace e<br />

perfezione di carattere. Durante il suo<br />

ministero, Gesù dedicò più tempo alla<br />

guarigione dei malati che a predicare.<br />

Il Salvatore fece di ogni guarigione<br />

un’occasione per piantare un principio<br />

divino nella mente e nell’anima.<br />

Questo era lo scopo della Sua opera.<br />

Impartì benedizioni terrestri che potessero<br />

inclinare il cuore degli uomini<br />

a ricevere il vangelo della Sua grazia.<br />

Pieno di grazia, tenerezza, pietà, Egli<br />

venne per abbassarsi e confortare il<br />

sofferente. Ovunque andasse, portava<br />

benedizioni. Cristo non faceva distinzione<br />

di nazionalità o rango o credo.<br />

Per lui nessun essere umano era privo<br />

di valore, e cercava sempre di offrire<br />

un rimedio adatto alla guarigione di<br />

ogni anima.” 3<br />

Che possiamo, come discepoli di<br />

Dio, manifestare lo Spirito di Cristo<br />

e "non facendo nulla per rivalità o<br />

vanagloria, ma con umiltà, ciascuno<br />

di voi stimando gli altri più di se stesso.<br />

Non cerchi ciascuno unicamente<br />

il proprio interesse, ma anche quello<br />

degli altri. Perciò, abbiate in voi<br />

lo stesso sentimento che è stato in<br />

Cristo Gesù" (Filippesi 2.3-5)<br />

Autori Bernard Davy,<br />

M.D., M.P.H., è capo reparto<br />

di psichiatria nella<br />

clinica della Lignière, a<br />

Gland, in Svizzera.<br />

Carlos Fayard, Ph.D.,è professore<br />

associato del dipartimnto<br />

di psichiatria, nella<br />

scuola universitaria di medicina<br />

di Loma Linda, e direttore<br />

aggiunto degli affari<br />

di salute psichica presso il<br />

dipartimento del ministero<br />

della salute della Conferenza<br />

Generale degli avventisti<br />

del settimo giorno.<br />

Peter Landless, M.D., è<br />

direttore del ministero<br />

avventista della salute alla<br />

Conferenza Generale degli<br />

avventisti del settimo<br />

giorno.<br />

1<br />

Organizzazione Mondiale della Salute, «<br />

Prevenire il suicidio : lo stato di urgenza<br />

mondiale » (2014). Il rapporto completo<br />

può essere consultato sul sito internet<br />

dell’OMS<br />

<br />

2<br />

Referenza « Miti e fatti sul suicidio »,<br />

rapporto dell’OMS del 2014.<br />

3<br />

Estratti dei libri di Ellen G. White,<br />

Le ministère de la guérison (Mountain View,<br />

Calif.: Pacific Press Pub. Assn., 1905),<br />

pp-17-24 (non tradotto in italiano),<br />

Evangélisation (Washington, D.C.: Review<br />

and Herald Pub. Assn., 1946), p. 568 (non<br />

tradotto in italiano) e Reflecting Christ<br />

(Hagerstown, Md.: Review and Herald Pub.<br />

Assn., 1985), p. 27 (non tradotto in italiano).<br />

IL SUICIDIO DA UNA<br />

PROSPETTIVA BIBLICA<br />

Quando veniamo a sapere che un<br />

conoscente si è suicidato, riceviamo<br />

la notizia come uno shock. Perché?<br />

Come? Si poteva evitare? Sono numerose<br />

le domande che ci vengono in<br />

mente. Ci teniamo così tanto alla vita<br />

che supponiamo immediatamente che<br />

ci sia una causa esterna, una somma<br />

ragione, una pressione insopportabile<br />

all’origine di questo dramma.<br />

Il suicidio non è sempre stato considerato<br />

come un peccato morale. La<br />

Bibbia parla di alcuni suicidi senza<br />

giudicare questo genere di morte.<br />

Abimelech si suicida per evitare la vergogna<br />

del fatto che una donna avesse<br />

potuto provocargli una frattura al cranio<br />

(Giudici 9.53-54); il re Saul, ferito,<br />

si suicidio per scappare alla tortura<br />

che i suoi nemici gli avrebbero potuto<br />

infliggere se fosse stato catturato<br />

(1 Samuele 31.3-4); Zimri si suicida<br />

con il fuoco per evitare la vendetta al<br />

suo crimine (1 Re 16.18); il suicidio di<br />

giuda è probabilmente il più famoso.<br />

Viene presentato solo nel Vangelo di<br />

Matteo (27.3-5) come un gesto disperato.<br />

Anche Luca fa riferimento alla<br />

morte di Giuda (Atti 1.16-20) per giustificare<br />

il rimpiazzo fra i dodici, senza<br />

specificare il fatto che si sia suicidato.<br />

Bisognerà aspettare il IV secolo per la<br />

dichiarazione, fatta da Sant’Agostino,<br />

che il suicidio è un omicidio, il VI secolo<br />

per il rifiuto di ossequi a un morto<br />

suicida, e la fine del VII secolo affinché<br />

il Concilio di Toledo applichi la scomunicazione<br />

su coloro che si suicidano.<br />

Oggi, le chiese vogliono prendere in<br />

considerazione i motivi di un suicidio,<br />

e gli accordano degni ossequi.<br />

I motivi che spingono al suicidio, infatti,<br />

possono essere diverse. Di solito<br />

si prende la decisione quando lo<br />

sfortunato è arrivato a un punto critico,<br />

una sorta di strada senza uscita,<br />

in cui non si vede altra soluzione<br />

se non quella di eliminarsi. Il suicidio<br />

7<br />

8


appresenta dunque un gesto di disperazione.<br />

Non potendo eliminare la<br />

causa del suo dolore, lo sfortunato elimina<br />

se stesso, pensando di trovare,<br />

attraverso questo gesto, la pace a cui<br />

aspira. Un giovane che si suicida lancia<br />

un appello, senza rendersi conto che si<br />

tratta di un’azione irreversibile. Si vive<br />

un inferno al lavoro, si hanno debiti insormontabili,<br />

ci si trova di fronte alla<br />

vergogna di un fallimento. Alcuni ricorrono<br />

a delle medicine senza sapere<br />

che inducono a dei pensieri suicidi.<br />

Il suicidio genera spesso un sentimento<br />

di simpatia o di pietà. Il morto per<br />

suicidio viene visto come una vittima.<br />

Vittima del suo ambiente professionale,<br />

familiare, sociale.<br />

Si pensa che sia caduto<br />

in uno stato psicologico<br />

patologico<br />

che lo esonera da<br />

ogni responsabilità.<br />

La colpa<br />

dell’azione non<br />

ricade su colui o<br />

colei che consideriamo<br />

una vittima,<br />

ma sulla possibile<br />

causa del gesto. È difficile,<br />

effettivamente, immaginare<br />

che una persona<br />

abbia messo fine a ciò a cui teniamo<br />

di più: la vita.<br />

Se si tratta di una persona cara, allora<br />

il suicidio genera un incredibile senso<br />

di colpa, da cui derivano le seguenti<br />

osservazioni “Come ho fatto a non<br />

rendermene conto?”, “Avevo notato<br />

qualcosa, ma non avrei mai immaginato<br />

questo!”, “Me ne aveva parlato, ma<br />

sembrava abbastanza forte”. Sembra<br />

che si sia persa l’occasione di agire.<br />

Tutte queste osservazioni ci fanno<br />

credere che il destino di coloro che ci<br />

circondano ci appartiene, che le nostre<br />

azioni possono determinare le loro<br />

scelte. Questo è vero fino a un certo<br />

punto. Nel libero arbitrio, che ci permette<br />

di vivere insieme, risiede il limite<br />

delle relazioni umane. Possiamo<br />

agire, ma non decidere al posto degli<br />

altri.<br />

Una volta che l’atto si è verificato,<br />

dobbiamo offrire aiutare e conforto ai<br />

cari che si sentono colpevoli. Il suicidio<br />

di una donna fa venire un dubbio su<br />

suo marito, quello di un figlio verso i<br />

genitori, quello di un lavoratore verso<br />

il suo capo, ecc. La simpatia, l’amicizia,<br />

l’affetto ed eventualmente l’aiuto<br />

psicologico gli saranno molto più utili<br />

che un giudizio presentato sotto forma<br />

di silenzio, per liberarsi del peso di<br />

questo senso di colpa.<br />

Solo Dio conosce le circostanze e le<br />

cause profonde che spingono una<br />

persona e mettere fine alla sofferenza<br />

attraverso il suicidio. Non sappiamo<br />

in che momento una persona<br />

può passare dal pensiero<br />

all’azione. Ognuno ha il<br />

proprio limite di sopportazione.<br />

Ma ci sono delle<br />

motivazioni sociali<br />

contro le<br />

quali il cristiano<br />

può lottare: la segregazione,<br />

la violenza<br />

familiare fisica e<br />

psicologica, il mobbing<br />

dei bambini a scuola,<br />

degli impiegati al lavoro,<br />

del capo di lavoro nella sua gestione,<br />

la mancanza di considerazione, la miseria:<br />

in poche parole, tutti i mali che<br />

influenzano il vivere insieme e rendono<br />

tristi le persone. Un atteggiamento<br />

propriamente cristiano è quello di<br />

essere attento alle sofferenze di coloro<br />

che ci circondano e manifestare<br />

sempre bontà, attenzione e comprensione.<br />

Nella nostra società individualista, il<br />

suicidio rappresento un appello a più<br />

fratellanza, dolcezza, bontà. Se si può<br />

trovarne un senso, sarebbe quello di<br />

interrogarci sullo sguardo che rivolgiamo<br />

verso gli altri e il modo in cui gli<br />

prestiamo attenzione.<br />

Richard Lehmann<br />

Professore FAT<br />

Nel 1990 ci fu un prima e un<br />

dopo. Prima ero una donna<br />

sposata che fingeva di essere<br />

felice. Dopo ero divorziata e tutto<br />

ciò che normalmente sembrano<br />

banalità per me era una montagna da<br />

scalare: vestirmi, cucinare, fare la spesa..<br />

Non avevo più voglia di niente.<br />

Entrai in ciò che potrei chiamare una<br />

malattia della volontà: la depressione.<br />

Il mio quotidiano era diventato<br />

doloroso e il senso di colpa era cresciuto<br />

a livello esponenziale.<br />

Cercai disperatamente aiuto, sia da<br />

uno psichiatra che mi proponeva le<br />

medicine come unica soluzione, sia<br />

nei libri cristiani. Volevo capire la mia<br />

malattia per poter combatterla. Ma<br />

le mie letture mi dicevano sempre<br />

che la depressione era dovuta a una<br />

mancanza di Dio nella mia vita. Ora,<br />

io mi ritenevo abbastanza vicina a Lui.<br />

E quindi più leggevo, più mi sentivo<br />

colpevole, e più soffrivo.<br />

Per colpa della vergogna e delle fobie<br />

che avevo dentro, cominciai a<br />

isolarmi dal mondo esterno, dai miei<br />

amici, dalla mia chiesa. Le uniche attività<br />

che svolgevo erano andare a<br />

mangiare dai miei genitori e badare<br />

al mio cane. Il sentimento di inutilità<br />

si aggiunse a tutto il resto. Questo<br />

durò 3 anni.<br />

Nel 1993, non ne potevo più. Troppo<br />

pesante, troppo difficile, troppo<br />

inutile, troppo doloroso, troppo vergognoso.<br />

Di fronte al troppo, non<br />

avevo nessuna speranza. Presi la<br />

decisione di metterne fine, per non<br />

pensarci più e per non essere fonte<br />

di tristezza per i miei genitori. Per<br />

due settimane smisi di prendere le<br />

medicine. Poi, il giorno X, scrissi una<br />

lettere in cui chiedevo scusa. Portai<br />

fuori il mio cane per l’ultima volta.<br />

Sulla strada per tornare a casa, senza<br />

sapere davvero perché, dissi a Dio<br />

“Se hai ancora bisogno di me, se hai<br />

una benedizione per me, allora manifestati”.<br />

TESTIMONIANZA<br />

Rientrai a casa, mi diressi verso il bagno,<br />

alzai le braccia per prendere la<br />

scatola delle medicine e, ancora con<br />

le mani alzate, suonò il telefono. Erano<br />

circa le 22. Nessuno mi chiamava<br />

mai così tardi. Credo che se avessi<br />

avuto il tempo di prendere la scatola<br />

delle medicine, si sarebbe azionato<br />

l’ingranaggio e non avrei potuto rispondere<br />

al telefono. Fu il primo segnale<br />

di risposta di Dio alla mia preghiera.<br />

Quella sera, sentii veramente<br />

che Dio aveva bisogno di me. Questa<br />

manciata di speranza non mi lasciò<br />

mai. Nonostante non fossi guarita e<br />

la mia lotta continuasse.<br />

Poco a poco, Dio mise sul mio cammino<br />

delle persone e delle opportunità<br />

e addirittura mi ridiede degli amici e<br />

un lavoro. Il mio stato mentale era ancora<br />

instabile e fragile. Avanzavo con<br />

Dio ma sapevo che mi trovavo sul filo<br />

di un rasoio. Alla minima difficoltà,<br />

tutto poteva cedere.<br />

E in effetti, una prova sul lavoro mi<br />

fece cadere di nuovo in basso. Dovetti<br />

rinunciare al mio impiego. Vidi<br />

che stavo facendo dei passi indietro,<br />

e tornavo alla stessa situazione di<br />

prima. Questo pensiero era insopportabile<br />

per me. Decisi nuovamente<br />

di farla finita con la mia vita e questa<br />

volta passai all’azione. Nel natale<br />

del 2006, incartai i miei regali, scrissi<br />

nuovamente una lettera di scuse ai<br />

miei genitori, inghiottii le medicine<br />

che provocarono una cattiva reazione<br />

e vomitai tutto. Completamente stordita,<br />

rimasi sdraiata a casa mia. Non<br />

avendo mie notizie, mio padre venne<br />

a casa a cercarmi. Quando aprì la porta,<br />

i nostri sguardi si incrociarono, e<br />

capì immediatamente cosa aveva fatto.<br />

Io capii che non avrei mai più voluto<br />

far soffrire i mie genitori tentando<br />

di togliermi la vita.<br />

Negli anni successivi ricevetti nuovamente<br />

le cure da parte di un medico,<br />

di altro psichiatra dai metodo più<br />

adatti al mio caso. Ritrovai la pace<br />

9<br />

10


icopiando tutti i salmi. L’esperienza<br />

di Davide mi parlava e mi faceva del<br />

bene. Poi, capii il versetto che dice<br />

che quando sono debole, allora sono<br />

forte. Ogni volta che si presenta una<br />

situazione difficile per me, chiedo a<br />

Dio di stare con me e guidarmi. E lo<br />

fa! Sento la Sua presenza. Per esempio,<br />

quando devo parlare con qualcuno<br />

ma non trovo la forza di alzare la<br />

cornetta del telefono, Dio fa in modo<br />

che la incontri per strada, così, per<br />

caso. È successo un sacco di volte.<br />

Dio è la mia forza, agisce in mio favore.<br />

Dieci anni dopo, i miei problemi non<br />

si sono risolti. Ma ho progredito, perché<br />

Dio è la mia forza.<br />

Dalla mia esperienza, se ne posso<br />

trarre un consiglio, è quello di prendere<br />

sul serio ogni tentativo di suicidio.<br />

Sono tutte manifestazioni di un<br />

profondo e insopportabile dolore.<br />

Le persone che provano a togliersi la<br />

vita non “giocano”. Al contrario, cercano<br />

una scappatoia, una liberazione.<br />

Alcuni hanno la tendenza a pensare<br />

che i tentati suicidi siano delle “semplici”<br />

richieste d’aiuto. Questa definizione<br />

può ferire la persona in sofferenza<br />

e farla sprofondare in un abisso<br />

ancora più profondo, poiché si riduce<br />

e si minimizza il malessere provato.<br />

Aumenta ancora di più il divario tra<br />

l’individuo e la società. Impariamo a<br />

riconoscere e a chiamare per nome la<br />

sofferenza. A volte, è il primo passo<br />

verso la guarigione.<br />

The<br />

Journey<br />

AYC <strong>2017</strong><br />

22 JUILLET - 06 AOÛT<br />

VALENCE | ESPAGNE<br />

www.aycongress.org<br />

www.jeunesse.adventiste.ch<br />

Le congrès Européen de la jeunesse adventiste<br />

Un rassemblement unique de plus de 3000 jeunes.<br />

Ne le manque pas !<br />

Louange · Community Impact · Amitié · Inspiration · TedTalks<br />

Seminaires · Workshops · Prière · Créativité · Engagement ·<br />

Principaux intervenants<br />

Gilbert Cangy Jeffrey Rosario Sam Leonor Ty Gibson<br />

BRAVISSIMI<br />

i bambini che hanno risolto l’enigma e<br />

inviato i loro disegni.<br />

Sono bellissimi!<br />

AGABRIELE<br />

ANDREA<br />

Ho un grosso problema!<br />

Ho ricevuto 2 disegni<br />

senza il nome dei bambini.<br />

Se riconosci il tuo disegno,<br />

per favore, manda un<br />

messaggio a<br />

enfants@adventiste.ch<br />

per darmi il tuo nome e<br />

il tuo indirizzo.<br />

In questo modo<br />

potro’ inviarti un oggetto<br />

che ti permetterà di<br />

risolvere i prossimi<br />

enigmi !<br />

“Ecco, io faccio una cosa nuova; essa<br />

germoglierà; non la riconoscerete<br />

voi? Sì, aprirò una strada nel deserto,<br />

farò scorrere fiumi nella solitudine”<br />

(Isaia 43.19).<br />

L'autore ha voluto rimanere<br />

anonimo.<br />

Intervista a cura di<br />

<strong>Magazine</strong> <strong>Avventista</strong><br />

17 th June <strong>2017</strong><br />

PHYSICAL HEALTH<br />

One day to know how to<br />

take care of your body<br />

PLa Plage de La Lignière, Gland,<br />

Switzerland<br />

b<br />

French, sign language, other<br />

language on request<br />

2 meetings<br />

BALANCE YOUR WELLNESS<br />

FOR A BETTER LIVING<br />

WITH YOURSELF AND OTHERS<br />

in all<br />

our differences<br />

AAA<br />

Blind, deaf, earing people<br />

8-10 th september <strong>2017</strong><br />

MENTAL AND SPIRITUAL<br />

HEALTH<br />

i secretariat@adventiste.ch www.adventiste.ch<br />

French/italian SWISS ADVENTIST CONFERENCE<br />

A week-end to explore the<br />

health of your mind and soul<br />

PLe chalet des Bosquets, les Diablerets,<br />

Switzerland<br />

b<br />

English, French, sign language,<br />

other language on request<br />

Elena Zagara<br />

Ministeri a favore dei Bambini<br />

FSRT<br />

12


24 000 VISITATORI E 57 000 CLICK –<br />

GRAZIE!<br />

È proprio così, magazineavventista.com festeggia il<br />

suo primo anno di esistenza. La versione online della<br />

rivista cerca di proporre tutti i giorni una notizia interessante,<br />

un’ informazione in rapporto alla chiesa<br />

avventista, un articolo sui cristiani in generale, una<br />

riflessione spirituale, una ricetta… insomma, informa<br />

continuamente i lettori affinchè questi siano informati<br />

e uniti tra loro. I primi parametri della nostra<br />

visione sono la nostra fede e la lingua- francese o<br />

italiano, secondo la versione.<br />

Tutti i giovedì, ricevete nella vostra buca delle lettere<br />

elettronica la ”posta” più rilevante secondo la<br />

redazione. Siete numerosi a leggerla, molto numerosi<br />

per un così giovane mezzo di comunicazione.<br />

Durante gli ultimi 12 mesi, siete stati in 243 000 a<br />

visitare il nostro sito. Avete cliccato 57 000 volte sui<br />

nostri link. Un internauta che naviga su adventistemagazine.com<br />

legge in media 1,7 articoli. Il mese<br />

dello scorso gennaio è stato il “migliore” da quando<br />

è stato lanciato il sito: 36 000 visitatori e 9 000 clik.<br />

Abbiamo pubblicato all’incirca 300 articoli in<br />

francese e 150 in italiano. Il nostro obiettivo è quello<br />

di mantenere la rotta, ma anche di proporvi poco<br />

a poco, più di un articolo al giorno e di essere il<br />

più reattivi possibile dinanzi all’attualità della nostra<br />

chiesa e del mondo cristiano in generale.<br />

Questo sogno è divenuto realtà grazie a tutti i collaboratori,<br />

i corrispondenti locali, la equippe benevola<br />

di traduttori in lingua italiana e francese, oltre ad<br />

i siti di informazione. È grazie a questa bella squadra<br />

che Adventiste <strong>Magazine</strong> online vi accompagna<br />

quotidianamente, non solamente per darvi informazioni,<br />

ma per farvi riflettere sull’impatto che ha la<br />

nostra fede nella realtà pratica della vita.<br />

Resta l’appello che facciamo ai francofoni e agli italofoni<br />

che desidererebbero collaborare con la missione<br />

di comunicazione, per:<br />

• Trasmettere delle informazioni,<br />

• Condividere la pubblicità delle attività nelle<br />

chiese,<br />

• Tradurre degli articoli dall’inglese, spagnolo,<br />

portoghese, tedesco (o altro) al francese o<br />

dall’italiano<br />

• Oppure semplicemente far conoscere il nostro<br />

canale d’informazione.<br />

A PRESTO<br />

Omaggio a Esther Etienne di Dominik Frikart,<br />

cappellano della Casa di Riposo Flon, a Oron<br />

Esther Etienne est née le<br />

4 avril 1926 à Lyè nata il 4<br />

aprile 1926 a Lione ed è<br />

cresciuta con i suoi nonni a<br />

Essertes, vicino Oron. Nutriva<br />

un profondo affetto<br />

per loro.<br />

Da quando aveva 14 anni<br />

ha vissuto nel Giura, nei<br />

Reussilles. Ha conosciuto<br />

suo marito Georges a Tramelan,<br />

luogo in cui nacque<br />

la prima chiesta <strong>Avventista</strong><br />

in Europa, e lo sposò nel<br />

1945.<br />

Per Esther la famiglia era<br />

molto importante. I suoi figli,<br />

Anne-Marie, Jean-Paul,<br />

Michèle, Claude e Chantal<br />

che le hanno a loro dato<br />

nove nipoti e quindici pronipoti.<br />

La suocera di Esther le insegnò<br />

il mestiere nell’orologeria,<br />

campo in cui ha lavorato<br />

durante la maggior<br />

parte della sua vita professionale.<br />

Esther ha anche<br />

lavorato al servizio degli<br />

altri, presso delle persone<br />

anziane.<br />

A Esther piaceva tanto intraprendere<br />

nuove cose:<br />

era molto coraggiosa,<br />

lavoratrice e aveva uno spirito<br />

positivo. Dimostrava<br />

una grande dolcezza verso<br />

tutti i suoi cari.<br />

Nella sua famiglia, si dice<br />

che era una grande donna<br />

Esther e Georges possedevano<br />

una grande fede e<br />

amavano il loro Dio. Hanno<br />

sempre cercato la verità e<br />

la spiritualità. Erano molto<br />

attivi nella chiesa. Furono<br />

membri della chiesa<br />

avventista di Clarens per<br />

molti anni prima di andare<br />

a vivere presso la clinica<br />

della Lignière, a Gland.<br />

Successivamente, hanno<br />

vissuto insieme quasi otto<br />

mesi alla casa di riposo<br />

Flon, a Oron.<br />

Suo marito Georges è deceduto<br />

tre anni fa. Esther è<br />

rimasta quasi quattro anni<br />

al Flon. Abbiamo potuto<br />

vedere che Esther amava<br />

la vita e che era una combattente.<br />

Un’infermiera del Flon<br />

disse di lei “Esther non<br />

vuole andarsene per non<br />

provocare dolore alla sua<br />

famiglia”.<br />

Il suo testo preferito era<br />

Isaia 43 e in particolare i<br />

versetti 4 e 5 “Perché tu<br />

sei prezioso ai miei occhi<br />

e onorato, e io ti amo, io<br />

do uomini al tuo posto e<br />

popoli in cambio della tua<br />

vita. Non temere, perché<br />

io sono con te, farò venire<br />

la tua progenie dall’est e ti<br />

radunerò dall’ovest”.<br />

Ci vediamo al ritorno di<br />

Cristo!<br />

Se desiderate collaborare con <strong>Magazine</strong> <strong>Avventista</strong>,<br />

contattateci: contact@adventistemagazine.com<br />

Semplicemente, grazie per la vostra compagnia!<br />

13

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!