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Schede esercizi al 13_7_2010 - Siua

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70<br />

Lavorare sugli spazi<br />

Obbiettivi: pro-soci<strong>al</strong>ità, competenze comunicative e socio-relazion<strong>al</strong>i.<br />

Premessa:<br />

La cultura occident<strong>al</strong>e ci spinge a v<strong>al</strong>utare la comunicazione esclusivamente attraverso il medium<br />

verb<strong>al</strong>e. L’essere umano, quando si esprime con le parole, le accompagna sempre con una<br />

mimica facci<strong>al</strong>e, con una gesticolazione delle mani e delle braccia, assume precise posture e<br />

tiene distanze diverse d<strong>al</strong>l’interlocutore. Questi elementi coverb<strong>al</strong>i, se impariamo a leggerli ed<br />

interpretarli, ci dicono molto di più di quello che la persona ci sta esprimendo verb<strong>al</strong>mente. Se<br />

vogliamo decifrare il linguaggio tra cani e apprendere il modo corretto di comunicare con loro,<br />

dobbiamo sforzarci di spostare il focus comunicativo sul linguaggio non verb<strong>al</strong>e, ovvero su quella<br />

sistemica complessa fatta di posture, prossemiche, mimiche e cinetiche. Con l’attività evolutiva<br />

che lavora sugli spazi, impareremo a fare maggiore attenzione <strong>al</strong>le prossemiche, cioè <strong>al</strong>la gestione<br />

dello spazio nella doppia accezione: a) lo spazio tra il cane e il mondo esterno, b) lo spazio tra il<br />

P.O. e il cane, quando questo interagisce con un conspecifico. In entrambi i casi dobbiamo sapere<br />

che lo spazio per il cane ha un v<strong>al</strong>ore comunicativo enorme e compito del P.O. è assumere un<br />

ruolo di mediazione e di gestione <strong>al</strong>l’interno di questo fattore. Dobbiamo da una parte<br />

permeabilizzare le soglie delle zone soci<strong>al</strong>i del cane, desensibilizzandolo <strong>al</strong>le invasioni dello spazio<br />

privato, d<strong>al</strong>l’<strong>al</strong>tra utilizzare adeguatamente la distanza tra noi e lui, quando interagisce in ambito<br />

intraspecifico. In questa disarticolazione della funzione comunicativa dello spazio, esistono dei<br />

parametri di riferimento, ma molto dipende d<strong>al</strong> soggetto, d<strong>al</strong>la sua storia ontogenetica, d<strong>al</strong>le<br />

esperienze avute e d<strong>al</strong>le varianti di ruolo di mediazione assunte d<strong>al</strong> P.O. nei suoi confronti. Sul<br />

modo in cui un cane percepisce lo spazio intorno a sé, contribuiscono fattori filogenetici di razza,<br />

ma anche fattori esterni come il profilo caratteri<strong>al</strong>e del partner umano. I molossi e <strong>al</strong>cuni tipi di<br />

pastore, ad esempio, hanno una forte territori<strong>al</strong>ità e tendono a difendere reattivamente il proprio<br />

territorio e il proprio spazio privato. D<strong>al</strong> punto di vista umano abbiamo persone molto premurose e<br />

ansiose, che tendono a tutelare eccessivamente il cane, viceversa <strong>al</strong>tre, che tendono ad avere<br />

una deriva relazion<strong>al</strong>e spontaneista, che si disinteressano del cane nei suoi momenti di interazione<br />

con <strong>al</strong>tri cani e persone estranee e che non si assumono <strong>al</strong>cun ruolo di mediazione che li accrediti<br />

come modello.


Correttezza:<br />

Variante 1: permeabilizzare lo spazio privato<br />

1. Scegliamo un set adeguato, ad esempio una stanza di un appartamento dove il P.O.<br />

collocherà la copertina in modo opportuno seguendo le indicazioni date nell’attività<br />

evolutiva n°2.<br />

2. Con il cane sulla copertina e con uno stato di c<strong>al</strong>ma già raggiunto facciamo avvicinare<br />

una persona.<br />

3. Premiamo il cane se non mostra di essere preoccupato d<strong>al</strong>l'estraneo che si avvicina.<br />

4. Importante è che la persona si avvicini rispettando le regole di approccio e che noi siamo<br />

in grado di premiare il cane <strong>al</strong> momento giusto, prima che metta in atto o segn<strong>al</strong>i di<br />

minaccia, come ringhiare ed abbaiare o si <strong>al</strong>zi d<strong>al</strong>la copertina per andare ad interagire più<br />

o meno correttamente.<br />

5. Qui stiamo andando a disciplinare la soglia interattiva sia di un soggetto territori<strong>al</strong>e e<br />

difensivo, sia un soggetto eccessivamente pro-soci<strong>al</strong>e. Entrambi i comportamenti possono<br />

essere problematici nella gestione del cane in contesti soci<strong>al</strong>i.<br />

6. Anche in questa attività dobbiamo attenerci a un principio di progressività. Il figurante deve<br />

prima avvicinarsi e tenere una distanza grande, poi progressivamente ridurre questa<br />

distanza.<br />

7. Il P.O. che si troverà seduto su una sedia o su un divano, vicino <strong>al</strong>la copertina, dovrà<br />

centripetare su di sé l’attenzione del cane, fino <strong>al</strong> momento in cui si <strong>al</strong>zerà per accogliere<br />

lui stesso la persona, con il cane che rimane fermo sulla copertina.<br />

8. Prima di far entrare in scena il figurante, centripetiamo l’attenzione del cane attraverso il<br />

suono o semplicemente premiando lo stato di c<strong>al</strong>ma del cane.<br />

9. Se, mentre il figurante si avvicina, il cane non si <strong>al</strong>za ma scodinzola guardandolo,<br />

premiamolo di nuovo.<br />

10. Se il cane prende l’iniziativa e si <strong>al</strong>za, facciamo uscire il figurante d<strong>al</strong>la stanza, non diamo<br />

attenzione <strong>al</strong> cane e aspettiamo che si riposizioni sulla copertina in uno stato di c<strong>al</strong>ma.<br />

11. Aspettiamo il tempo necessario e riprendiamo d<strong>al</strong> punto 8.<br />

12. Rispettiamo questo schema fin quando non riusciamo ad arrivare <strong>al</strong>l’obiettivo descritto <strong>al</strong><br />

punto 7. Una volta che il figurante ha preso posizione seduto anche lui nelle prossimità della<br />

copertina possiamo far premiare il cane d<strong>al</strong>l’estraneo depositandogli un bocconcino sulla<br />

copertina o invitarlo ad avvicinarsi a lui per fargli qu<strong>al</strong>che carezza gradita.<br />

Variante 2:<br />

1. Le caratteristiche del set rimangono invariate, verosimilmente il s<strong>al</strong>otto di casa dove siamo<br />

soliti accogliere gli estranei.<br />

2. Attendiamo che il cane si rilassi sulla copertina e premiamolo per questo nel modo<br />

adeguato rispetto <strong>al</strong> soggetto.


3. Prima che l’estraneo entri in scena prendiamo l’attenzione del cane senza attivarlo.<br />

4. Premiamolo se ce la concede.<br />

5. Se il cane rimane tranquillo senza <strong>al</strong>lertarsi premiamolo di nuovo e facciamo avvicinare<br />

ancora la persona.<br />

6. Se il cane inizia a ringhiare per poi abbaiare, il figurante si dovrà fermarsi e mostrare il<br />

fianco senza guardare il cane. Non indietreggiare o emettere <strong>al</strong>cun grido o esclamazione<br />

di paura.<br />

7. Il P.O. prenderà di nuovo l’attenzione del cane e solo dopo che il cane avrà smesso di<br />

abbaiare/ringhiare il figurante potrà continuare ad avvicinarsi.<br />

8. Se il cane si <strong>al</strong>za d<strong>al</strong>la copertina e parte abbaiando verso l’estraneo questo pacificherà<br />

come <strong>al</strong> punto 6 e il P.O. ne richiamerà l’attenzione invitandolo a prendere posto di nuovo<br />

sulla copertina.<br />

9. Se il cane rimane tranquillo facciamolo premiare d<strong>al</strong> figurante che getterà un<br />

bocconcino molto appetitoso sulla copertina del cane.<br />

10. L’incontro tra il P.O. e il figurante deve avvenire ad una certa distanza d<strong>al</strong>la copertina,<br />

non meno di due metri. Prima che si accomodi, facciamo di nuovo premiare il cane d<strong>al</strong><br />

figurante.<br />

11. Una volta che il figurante si è accomodato sulla sedia, possiamo accompagnare il cane<br />

ad avvicinarsi <strong>al</strong>la persona che lo premierà e consentirà <strong>al</strong> cane un’esplorazione olfattiva.<br />

12. Aspettiamo che il cane torni sulla copertina e facciamolo premiare adeguatamente d<strong>al</strong><br />

P.O.<br />

Parametri di adeguatezza:<br />

• La variante 1 è adeguata per i soggetti che sono molto socievoli che però eccedono nei<br />

momenti interattivi, sono invadenti ma soprattutto vivono l’incontro con l’estraneo con un<br />

picco di arous<strong>al</strong> che li porta ad avere comportamenti scorretti qu<strong>al</strong>i s<strong>al</strong>tare addosso,<br />

mordicchiare le mani o afferrare un lembo della manica.<br />

• La variante 2 è adeguata per i soggetti diffidenti e con una forte motivazione territori<strong>al</strong>e,<br />

che ringhiano e abbaiano quando entra un estraneo in casa. Se nella variante 1, quando il<br />

cane si <strong>al</strong>zava per andare a s<strong>al</strong>utare il figurante, questo tornava indietro uscendo d<strong>al</strong>la<br />

stanza, nella variante 2 ciò non deve accadere. E’ molto importante che la persona<br />

pacifichi mostrando il fianco e non guardando il cane, ma sarebbe improduttivo se<br />

arretrasse, in quanto darebbe fiducia <strong>al</strong> soggetto nell’uso di mezzi di minaccia per<br />

l’<strong>al</strong>lontanamento dell’estraneo come il ringhio o l’abbaio apprendendone così il loro v<strong>al</strong>ore<br />

strument<strong>al</strong>e.<br />

a) Prima di affrontare quest’ attività evolutiva è necessario aver fatto una v<strong>al</strong>utazione<br />

molto accurata del soggetto in modo da non prendere in carico soggetti che<br />

abbiano dei veri e propri problemi comportament<strong>al</strong>i che non ineriscono il campo di<br />

lavoro dell’educatore cinofilo. Non possiamo affrontare con quest’ attività evolutiva


i problemi di un soggetto che ha in precedenza morso gravemente qu<strong>al</strong>cuno.<br />

b) La manovra di avvicinamento del figurante, in entrambe le varianti, ma con<br />

riguardo maggiore per la 2, deve essere fluida e rilassata. La persona deve<br />

mantenere un’andatura natur<strong>al</strong>e, <strong>al</strong>trimenti, anche se corretta da un punto di vista<br />

form<strong>al</strong>e, rischia di essere ingessata e foc<strong>al</strong>izzare ancora di più l’attenzione del cane.<br />

Obiettivi evolutivi specifici: rafforzare gli autocontrolli del cane quando viene oltrepassata la soglia<br />

del suo spazio privato. Una soglia oltre la qu<strong>al</strong>e <strong>al</strong>cuni soggetti si sentono minacciati, <strong>al</strong>tri in diritto di<br />

andare ad andare ad interagire seppure positivamente, ma in maniera irruenta. Con questa<br />

attività evolutiva diamo <strong>al</strong> cane degli strumenti per assumere un comportamento pro-soci<strong>al</strong>e e un<br />

profilo integrativo <strong>al</strong>l’interno della società.<br />

Obiettivi lati o secondari: lavorando sulla permeabilità dello spazio privato del cane posizioniamo il<br />

cane in un assetto comunicativo più articolato. Gli eccessivi festeggiamenti o le minacce<br />

chiudono il campo espressivo. La persona accolta in questo modo vuole solo chiudere<br />

l’interazione per non riaprirla.<br />

Propedeuticità:<br />

In questa attività evolutiva lavoriamo <strong>al</strong> confine dei comportamenti problematici del soggetto.<br />

Nelle aree problematiche, il cane gener<strong>al</strong>mente vive un picco di arous<strong>al</strong> <strong>al</strong>to che è <strong>al</strong>la base di<br />

reazioni emotive e non controllate. La propedeutica più importante, dunque, per rendere efficace<br />

questo lavoro sugli spazi è aver lavorato moltissimo sugli autocontrolli del cane e sul suo profilo prosoci<strong>al</strong>e.<br />

Il soggetto deve avere già strutturato un campo di regole dentro cui esprimere le<br />

interazioni soci<strong>al</strong>i. Per avere autocontrolli, il cane deve godere di una relazione fortemente<br />

centripetata dove il ruolo di mediazione del P.O. sia ben consolidato. Il modo attraverso cui<br />

lavorare sugli spazi si basa molto sull’osmosi emozion<strong>al</strong>e e la persona deve essere molto attenta a<br />

offrire <strong>al</strong> cane uno stile di approccio soci<strong>al</strong>e, basato sulla c<strong>al</strong>ma e sulle emozioni positive.<br />

1. Lavoro sulla c<strong>al</strong>ma legato <strong>al</strong>la copertina, sia in ambiente domestico, sia in ambiente<br />

esterno.<br />

2. Doggy Zen<br />

3. Costruzione di un suono<br />

4. Gestione delle attenzioni<br />

5. Apertura e chiusura delle interazioni<br />

6. Soci<strong>al</strong>izzazione a stella<br />

7. Soci<strong>al</strong>izzazione con cerchio di persone<br />

8. P<strong>al</strong>estra con il corpo anche con gli estranei<br />

9. Gli incroci<br />

10. La spir<strong>al</strong>e


11. Hand<br />

12. La ciotola<br />

<strong>13</strong>. Gestione delle soglie<br />

14. Anticip<strong>al</strong>o<br />

15. Resta<br />

Età evolutiva di riferimento:<br />

Seppure si tratti di un’attività evolutiva in cui le competenze e le risorse interne del cane devono<br />

essere ricche, ci potrebbe aspettare un’età di riferimento <strong>al</strong>ta. Al contrario, questa mod<strong>al</strong>ità di<br />

gestione dello spazio che il P.O. deve operare sul cane deve partire fin da subito, scegliendo una<br />

mod<strong>al</strong>ità adeguata sulla base della lettura del profilo socio-relazion<strong>al</strong>e del soggetto. Le<br />

propedeuticità elencate sono necessarie, soprattutto se ci troviamo ad operare su un soggetto<br />

cresciuto, quindi già nel campo della problematicità e non del semplice indirizzo di sviluppo.<br />

Quest’attività evolutiva non deve essere messa in campo per risolvere un problema già strutturato,<br />

ma essere una mod<strong>al</strong>ità quotidiana di gestione del soggetto a partire d<strong>al</strong> primo lavoro sulla c<strong>al</strong>ma<br />

legato <strong>al</strong>la copertina. Rendere il cane tranquillo e rilassato nelle interazioni soci<strong>al</strong>i e nelle invasioni<br />

dello spazio privato da parte di persone o anim<strong>al</strong>i è un obiettivo educativo che deve essere<br />

affrontato a partire d<strong>al</strong>l’età dei tre/quattro mesi.


71<br />

Gestione in libertà tra cani<br />

Obiettivi: pro-soci<strong>al</strong>ità intraspecifica, autocontrolli, rafforzare la comunicazione nel binomio.<br />

Premessa:<br />

L'obiettivo che ci poniamo in questo caso è che il nostro cane sia in grado di stare insieme agli <strong>al</strong>tri<br />

cani sereno e tranquillo, che si lasci coinvolgere nel gioco senza eccedere nei picchi di arous<strong>al</strong>,<br />

che sia in grado di padroneggiare una buona comunicazione con i propri simili e nello stesso<br />

tempo tenere <strong>al</strong>l'interno del suo registro comunicativo anche il conduttore. Molte persone<br />

sottov<strong>al</strong>utano la necessità del proprio cane di stare <strong>al</strong>l’interno di situazioni soci<strong>al</strong>i intraspecifiche<br />

ricche, con la presenza di due o più soggetti. Questa necessità è propria di tutti i cani ma è<br />

primariamente importante soprattutto per i cani adolescenti maschi. Certi tipi di atteggiamenti di<br />

cani maschi adolescenti, quando si relazionano con gli <strong>al</strong>tri cani, devono essere monitorati e tenuti<br />

sotto controllo d<strong>al</strong>la persona nel suo ruolo di mediatore.<br />

Per fare in modo che le attività di soci<strong>al</strong>izzazione di gruppo siano un momento educativo sia per il<br />

cane che per il P.O. gli incontri devono rispettare delle caratteristiche, ovvero:<br />

• non devono essere messi insieme soggetti timorosi e cani adulti eccessivamente assertivi.<br />

• non devono essere messi insieme cani troppo irruenti, per evitare che si influenzino<br />

reciprocamente nell'inn<strong>al</strong>zamento dell'arous<strong>al</strong>. L’inn<strong>al</strong>zamento di arous<strong>al</strong> è inoltre<br />

contagioso e condiziona l’assetto emozion<strong>al</strong>e del gruppo.<br />

• È possibile l'inserimento di cani tutor o pacificatori che siano in grado di frapporsi<br />

fisicamente con decisione e autorevolezza <strong>al</strong>l'interno delle scaramucce o conflitti in atto.<br />

Correttezza:<br />

1. Selezionare un gruppo di cani che per profilo caratteri<strong>al</strong>e possono, non solo andare<br />

d'accordo, ma che abbiano dei profili caratteri<strong>al</strong>i che si compensino a vicenda.<br />

2. Scegliamo un luogo recintato, abbastanza grande e sicuro.<br />

3. I conduttori dei cani entrando nell’area di soci<strong>al</strong>izzazione dovranno rispettare tutte le fasi<br />

della gestione in libertà.<br />

4. I cani devono essere messi in libertà contemporaneamente, quindi sarà necessario<br />

attendere chi impiega più tempo per centripetare il proprio cane.<br />

5. Una volta che i cani si trovano in stato di libertà i P.O. dovranno continuare inizi<strong>al</strong>mente a<br />

rimanere in movimento seguendo ad una certa distanza il proprio cane.<br />

6. Interrompiamo le interazioni che avvengono con eccessi di arous<strong>al</strong> e che rischiano di<br />

trasformarsi in delle risse.


7. In proposito ai cani che sappiamo essere più irruenti e insistenti nel gioco, potremmo<br />

applicare un cordino di trenta quaranta centimetri in modo che non si intrecci facilmente. Il<br />

cordino può essere afferrato d<strong>al</strong> P.O. per trattenere il cane, giusto il tempo di abbassarne il<br />

picco di arous<strong>al</strong>. Il cordino ha la funzione di effettuare la trattenuta del cane senza<br />

incombere su di esso, senza invaderne troppo lo spazio di interazione con il rischio di<br />

generare un equivoco comunicativo.<br />

8. Il modo attraverso cui il P.O. ferma il proprio cane che sta esagerando nel gioco deve<br />

essere quello di richiamarlo prima avvicinandosi un po’ a lui e poi <strong>al</strong>lontanandosi come per<br />

ingaggiarlo. Quando il cane si avvicina lo premiamo e lo tratteniamo per <strong>al</strong>meno un<br />

minuto. Trascorso il tempo necessario, lasciamolo andare.<br />

9. Se il cane riparte dopo poco con uno stile di gioco troppo irruento e con un livello di<br />

attivazione emozion<strong>al</strong>e troppo <strong>al</strong>to ripetiamo la prassi del punto 8 e questa volta<br />

cerchiamo di impostare una piccola ricerca olfattiva che ne abbassi l’arous<strong>al</strong>, offrirgli da<br />

bere o se necessario <strong>al</strong>lontanarlo per qu<strong>al</strong>che minuto d<strong>al</strong>l’area di gioco impostando un<br />

attività di ric<strong>al</strong>co e guida o di massaggio c<strong>al</strong>mante..<br />

10. Quando il cane è rientrato <strong>al</strong>l’interno degli standard di arous<strong>al</strong>, reinseriamolo di nuovo nel<br />

gruppo.<br />

11. Dopo un tempo ragionevole che non superi la mezz’ora, iniziamo a richiamare i cani a<br />

partire da quelli con livello di attivazione emozion<strong>al</strong>e più <strong>al</strong>to e facciamoli <strong>al</strong>lontanare d<strong>al</strong><br />

set di gioco.<br />

12. I cani che per primi escono d<strong>al</strong>l’area di gioco devono avere poi la possibilità di fare una<br />

passeggiata di defaticamento in modo da compiere un abbassamento di arous<strong>al</strong> lento e<br />

gradu<strong>al</strong>e.<br />

Parametri di adeguatezza:<br />

a) Non esistono parametri di adeguatezza particolari a patto che vengano rispettati i criteri<br />

sopra elencati per la formazione di una classe di soci<strong>al</strong>izzazione. Una gestione in libertà così<br />

concepita non ha un obiettivo di tipo riabilitativo comportament<strong>al</strong>e che si re<strong>al</strong>izza<br />

seguendo <strong>al</strong>tre mod<strong>al</strong>ità e scegliendo in maniera più oculata i soggetti che formeranno la<br />

classe di soci<strong>al</strong>izzazione.<br />

b) Non è possibile re<strong>al</strong>izzare una gestione in libertà tra cani con soggetti che non hanno mai<br />

fatto esperienza di soci<strong>al</strong>izzazione intraspecifica e con soggetti che hanno grossi problemi<br />

di aggressività.<br />

c) La mod<strong>al</strong>ità attraverso cui il P.O. del cane più attivo a livello di arous<strong>al</strong> lo interrompe deve<br />

essere ben gestita. La persona non deve mettersi a seguire il cane o tentare di afferrarlo,<br />

questo agiterebbe ancora di più il soggetto e l’intero gruppo. Il cane deve essere fermato<br />

a partire d<strong>al</strong>la capacità del P.O. di centripetarne l’attenzione su di sé. E’ un processo che<br />

può durare anche qu<strong>al</strong>che minuto. Una volta che la persona è riuscita ad afferrare il<br />

cordino <strong>al</strong> cane non deve sfogare su di lui la frustrazione di non essere stato ascoltato fin da


subito. La marcatura emozion<strong>al</strong>e del ricongiungimento con il P.O. deve essere sempre<br />

positiva.<br />

Obiettivi evolutivi specifici: insegnare <strong>al</strong> cane la mod<strong>al</strong>ità corretta di vivere l’interazione <strong>al</strong>l’interno<br />

di un gruppo di cani. Limitare gli eccessi di arous<strong>al</strong> che non permettono di vivere l’interazione<br />

dentro una cornice di autocontrolli. Perdere gli autocontrolli in un contesto soci<strong>al</strong>e porta spesso a<br />

fattori di conflitto soprattutto tra soggetti dello stesso sesso.<br />

Obiettivi lati o secondari: fornire <strong>al</strong>la persona gli strumenti per dare una lettura del profilo sociointerattivo<br />

del proprio cane, far capire qu<strong>al</strong>e è il ruolo del soggetto <strong>al</strong>l’interno del gruppo. Far<br />

notare atteggiamenti scorretti sul nascere in modo che non diventino motivo di liti in futuro. Dare <strong>al</strong><br />

P.O. ulteriori competenze per gestire la prossemica tra lui e il gruppo di cani che si relazionano.<br />

Propedeuticità:<br />

In questa occasione, forse in grado maggiore rispetto <strong>al</strong>l’attività evolutiva “Lavorare sugli spazi”, il<br />

P.O. deve essere in grado di mantenere uno stato di c<strong>al</strong>ma, avere molta fiducia nelle doti<br />

comunicative del proprio cane e in questo modo trasmettere per osmosi emozion<strong>al</strong>e una<br />

marcatura positiva della situazione soci<strong>al</strong>e. Una propedeutica tecnica importante è la capacità di<br />

centripetare l’attenzione del proprio cane anche in situazioni dove gli stimoli centrifugativi sono<br />

molto forti. Anche avere un richiamo efficace ci sarà sicuramente d’aiuto, soprattutto per andare<br />

a interrompere delle interazioni troppo agitate. E’ importante inoltre saper leggere correttamente<br />

la comunicazione del cane e non fraintendere giochi del tutto norm<strong>al</strong>i in qu<strong>al</strong>cosa di pericoloso. In<br />

proposito molti P.O. non riescono a distinguere il ringhio che il cane fa per giocare e quello per<br />

minacciare. Spesso quindi si preoccupano per nulla.<br />

1. Centripetazione in movimento<br />

2. Aggancio/sgancio<br />

3. Il richiamo<br />

4. Ric<strong>al</strong>co e guida<br />

5. Incroci<br />

6. La spir<strong>al</strong>e<br />

7. Anticip<strong>al</strong>o<br />

8. Come gestire la prossemica nell’incontro fra cani.<br />

Età evolutiva di riferimento:<br />

Il cane sin d<strong>al</strong>l’età dei tre mesi, soprattutto se vive in un contesto di vita urbano, deve essere<br />

abituato a stare in compagnia di <strong>al</strong>tri cani, sia dello stesso sesso sia di sesso opposto. A partire da<br />

questa età, il cane deve apprendere quella varietà di linguaggio fatta di segn<strong>al</strong>i c<strong>al</strong>manti, segn<strong>al</strong>i<br />

di criptazione, icone intenzion<strong>al</strong>i e segn<strong>al</strong>i olfattivi, che gli permettono di interagire positivamente<br />

<strong>al</strong>l’interno di un gruppo di conspecifici e soprattutto senza conflitti. La soci<strong>al</strong>izzazione del cucciolo


deve partire d<strong>al</strong>l’età di tre mesi, attraverso le Puppy Class, dove il soggetto avrà modo di<br />

incontrare cani della sua stessa età, ma dovrà necessariamente continuare in forma più strutturata<br />

attraverso sessioni di soci<strong>al</strong>izzazione come quella appena descritta anche in età adulta. Il periodo<br />

sensibile in cui la “gestione in libertà fra cani” deve essere messa in pratica, come attività evolutiva<br />

specifica, è intorno agli otto/nove mesi, in corrispondenza del periodo adolescenzi<strong>al</strong>e del cane,<br />

quando le sue problematiche connesse <strong>al</strong> posizionamento soci<strong>al</strong>e, potrebbero mettersi in<br />

evidenza.


72<br />

Come gestire la prossemica nell’incontro fra cani<br />

Obiettivi: pro-soci<strong>al</strong>ità, osmosi emozion<strong>al</strong>e, mediazione, riposizionamento<br />

Premessa:<br />

Quella che prendiamo in esame è un’attività evolutiva di fondament<strong>al</strong>e importanza per la<br />

gestione del cane in contesti soci<strong>al</strong>i a carattere intraspecifico. Al contrario della maggior parte<br />

delle <strong>al</strong>tre attività che abbiamo visto fin ora, il focus dell’attenzione in questa occasione è sulla<br />

persona e sulla sua gestione prossemica dello spazio, quando il cane interagisce con i suoi simili. Il<br />

contesto di vita urbano, dove si re<strong>al</strong>izza la maggior parte delle relazioni uomo-cane sottopone<br />

l’anim<strong>al</strong>e ad un regime di stretta coabitazione, che richiede <strong>al</strong> soggetto forti competenze sociorelazion<strong>al</strong>i<br />

e <strong>al</strong> pet-owner raffinate competenze comunicative non verb<strong>al</strong>i. Purtroppo dobbiamo<br />

constatare che il motivo per cui molti cani hanno problemi nell’incontro con i propri simili, è<br />

ascrivibile <strong>al</strong>la serie di errori comunicativi commessi dai P.O. In gener<strong>al</strong>e prev<strong>al</strong>e un profilo di petownership<br />

troppo tutelativo e repressivo nei confronti del cane. Le persone non hanno fiducia nelle<br />

doti comunicative dell’anim<strong>al</strong>e e per questo non ne consentono incontri liberi, soprattutto se dello<br />

stesso sesso, imputando spesso aprioristicamente un’antisoci<strong>al</strong>ità non del tutto re<strong>al</strong>e. Attribuire <strong>al</strong><br />

cane l’incapacità di relazionarsi positivamente con i propri simili deriva spesso da letture errate di<br />

liti, semplici scaramucce scambiate per episodi gravi di aggressività. I proprietari sbagliano tirando<br />

il cane verso di sé quando incrociano un <strong>al</strong>tro cane. Con collare fisso o peggio a strozzo,<br />

costringono il cane ad assumere una postura assertiva verso il loro interlocutore, ma soprattutto<br />

usano una prossemica che invita il cane <strong>al</strong>la conflittu<strong>al</strong>ità con l’interlocutore. Tirando il cane <strong>al</strong><br />

proprio fianco, gli stiamo comunicando di <strong>al</strong>learsi con noi per minacciare l’<strong>al</strong>tro cane o peggio<br />

ancora gli stiamo chiedendo di proteggerci e di prendere le nostre difese. Altri, invece, quando<br />

notano un timore del proprio cane nell’incontro con gli <strong>al</strong>tri, usano una prossemica molto<br />

ravvicinata e accarezzano il cane, trasmettendogli così ancora più insicurezza di quella che già<br />

vive. L’ultimo, il più grave e purtroppo il più diffuso tra gli errori di gestione della prossemica<br />

dell’uomo nell’incontro tra cani, è la scelta di prendere il cane in braccio. In questo caso stiamo<br />

comunicando p<strong>al</strong>esemente una nostra insicurezza <strong>al</strong> cane e gli stiamo dicendo che, oltre ad<br />

avere tutte le ragioni per temere l’incontro, non essendoci possibilità di fuga l’unica soluzione che<br />

rimane è attaccare. E’ invece molto importante che il cane abbia molte occasioni d’incontro con<br />

<strong>al</strong>tri cani e la possibilità di avere una vita soci<strong>al</strong>e intraspecifica ricca, dove il P.O. sia presente e<br />

sappia mediare le situazioni interattive. Laddove è possibile, il P.O. deve lasciare la possibilità <strong>al</strong><br />

cane di esprimersi in tutta la sua varietà comunicativa. Quando due cani si relazionano il P.O. deve<br />

prendere distanza per vigilare e osservare, in modo da capire il profilo soci<strong>al</strong>e del proprio cane, le<br />

differenze con gli <strong>al</strong>tri, lo stile di approccio e i suoi comportamenti più diffusi ecc … Questo non


significa assolutamente disinteressarsi, ma intervenire solo quando è necessario per guidare il cane<br />

verso un comportamento pro-soci<strong>al</strong>e e accettato dagli <strong>al</strong>tri.<br />

Correttezza:<br />

1. Il team composto da tutor e docenti della scuola selezionerà dei soggetti <strong>al</strong>l’interno del<br />

gruppo classe che possono andare d’accordo e magari iniziare un’interazione anche di<br />

carattere ludico.<br />

2. La scelta delle coppie di cani può essere indifferentemente maschio-maschio, femminafemmina,<br />

femmina-maschio.<br />

3. Mettiamo due birilli in terra a una distanza di <strong>al</strong>meno 20 metri l’uno d<strong>al</strong>l’<strong>al</strong>tro.<br />

4. Chiediamo ai due binomi di avvicendarsi ciascuno a un birillo.<br />

5. Aspettiamo che i due cani si notino e si diano attenzione reciproca.<br />

6. Chiediamo <strong>al</strong>le due coppie di avvicinarsi l’una <strong>al</strong>l’<strong>al</strong>tra incontrandosi a metà strada dopo<br />

aver compiuto una curva.<br />

7. Il conduttore del cane con maggiori competenze soci<strong>al</strong>i sarà esposto nella traiettoria di<br />

avvicinamento <strong>al</strong>l’<strong>al</strong>tra coppia, mentre il conduttore dell’<strong>al</strong>tro cane si metterà in posizione<br />

di mediazione frapponendosi nella traiettoria di avvicinamento tra un cane e l’<strong>al</strong>tro.<br />

8. A metà strada i due cani si incontreranno di fianco, a questo punto i due P.O. lasceranno<br />

cadere a terra il guinzaglio mentre prenderanno distanza dai rispettivi cani, disegnando<br />

una curva più ampia di quella che tracceranno i cani annusandosi i genit<strong>al</strong>i.<br />

9. I cani e i rispettivi proprietari si saranno scambiati di posizione e si troveranno a ricoprire il<br />

ruolo dei due fuochi dell’ellissi interattiva.<br />

10. Osserviamo l’approccio e dopo una breve pacifica interazione soprattutto se i cani sono di<br />

sesso maschile, uno dei due uscirà d<strong>al</strong>l’ellisse di interazione per andare a marcare il territorio<br />

e lasciare così il proprio biglietto di presentazione <strong>al</strong>l’interlocutore.<br />

11. Questo è il momento in cui i P.O. devono accorciare lo spazio con il proprio cane,<br />

richiamarlo, quando arriva premiarlo e sganciare il guinzaglio.<br />

12. A questo punto sarebbe opportuno, se lo spazio lo consentisse, che i due P.O. si<br />

avvicinassero tra loro iniziando a camminare in par<strong>al</strong>lelo verso una stessa direzione.<br />

<strong>13</strong>. Dopo aver percorso qu<strong>al</strong>che decina di metri uno dei due P.O. può accucciarsi e invitare il<br />

cane a venire verso di sé.<br />

14. Se il cane arriva accarezziamolo e lodiamolo.<br />

15. Se anche l’<strong>al</strong>tro cane arriva osserviamo le posture dei due cani e v<strong>al</strong>utiamo se accarezzarli<br />

insieme.<br />

16. Se le posture si irrigidiscono, <strong>al</strong>ziamoci lentamente prendiamo distanza indietreggiando di<br />

qu<strong>al</strong>che metro.<br />

17. Se la situazione si sblocca con uno dei due cani che invita l’<strong>al</strong>tro <strong>al</strong> gioco, il rispettivo P.O. lo<br />

loderà con un “bravo”.<br />

18. Dopo la fase di gioco i due P.O. continueranno a passeggiare e trascorso qu<strong>al</strong>che minuto


ichiameranno i rispettivi cani rimettiamoli <strong>al</strong> guinzaglio dopo averli premiati. Fatto ciò i due<br />

binomi usciranno d<strong>al</strong> set in direzioni opposte.<br />

Parametri di adeguatezza:<br />

a) E’ possibile che nonostante le opportune v<strong>al</strong>utazioni i cani per diversi motivi abbiano<br />

un diverbio. In questo caso è importante che i due P.O. non <strong>al</strong>zino la voce e non si<br />

precipitino sui due cani. Il miglior modo per interrompere velocemente una<br />

scaramuccia è non foc<strong>al</strong>izzare sull’episodio, <strong>al</strong>lontanarsi d<strong>al</strong> cane cercando di farci<br />

seguire con voce <strong>al</strong>legra. Molti episodi di piccole liti finiscono nello sfociare in vere e<br />

proprie risse a causa dell’intervento scorretto delle persone.<br />

b) Se uno dei due cani m<strong>al</strong>auguratamente si ferisce nella colluttazione con l’<strong>al</strong>tro,<br />

anche qui dobbiamo essere bravi a non foc<strong>al</strong>izzare sull’accaduto, a non andare<br />

subito a controllare la ferita. Dobbiamo invece tranquillamente richiamare<br />

l’attenzione del cane, portarlo lontano d<strong>al</strong>la zona dove è avvenuta la lite e solo<br />

dopo che si è c<strong>al</strong>mato verificare le sue condizioni fisiche. Chiaramente stiamo<br />

sempre parlando di fatti che potremmo definire non gravi.<br />

c) E’ opportuno che i P.O. quando i due cani si incontrano non tirino fuori risorse<br />

importanti come giochi e risorse <strong>al</strong>imentari che potrebbero essere motivo di<br />

contesa. Inoltre dobbiamo fare attenzione ad <strong>al</strong>tri fattori sensibili come il passaggio<br />

sulle soglie, evitando su queste ingorghi e soste inutili.<br />

Obiettivi evolutivi specifici: mettere il cane nelle migliori condizioni per poter avere un incontro<br />

sereno e tranquillo con un conspecifico sia esso di sesso opposto o dello stesso sesso. Insegnare <strong>al</strong><br />

P.O. a gestire lo spazio cercando di lasciare campo espressivo <strong>al</strong> cane, dandogli la possibilità di<br />

prendere distanze adeguate per gestire gli obiettivi comunicativi. Impostare l’incontro con gli <strong>al</strong>tri<br />

cani sulla base della fiducia nelle capacità comunicative del nostro amico a quattro zampe.<br />

Obiettivi lati o secondari: anche in questo caso è difficile parlare di secondarietà ma definendo un<br />

campo di regole che delineano la correttezza della gestione degli spazi che la persona deve<br />

tenere quando due cani si relazionano tra di loro lavoriamo indirettamente sul profilo caratteri<strong>al</strong>e<br />

del Pet-Owner. Sarebbe improduttivo, infatti, mettere in evidenza direttamente i limiti sociorelazion<strong>al</strong>i<br />

di una persona che proprio per essere chiusa e timorosa nell’incontro con l’estraneo<br />

trasmette ansia e nervosismo <strong>al</strong> proprio cane. L’attacco diretto da parte dell’educatore non<br />

costruisce complicità con il cliente ed ha gener<strong>al</strong>mente l’effetto opposto ovvero di chiudere la<br />

persona <strong>al</strong>la ricezione dei consigli. Definendo un campo di regole, invece, obblighiamo il P.O. a<br />

comportarsi correttamente e a far vivere <strong>al</strong> cane un’ osmosi emozion<strong>al</strong>e positiva.<br />

Propedeuticità:<br />

Un cucciolo quando viene adottato a sessanta giorni ha già vissuto l’apprendistato di base del


linguaggio del cane. La mamma e i fratelli hanno contribuito a strutturare nel soggetto dei<br />

comportamenti importantissimi per le future interazioni soci<strong>al</strong>i, come il rib<strong>al</strong>tamento per<br />

sottomissione, l’inibizione del morso, la scansione dei ritmi di sonno e di veglia, la gestione delle<br />

attenzioni e della frustrazione ecc … Tuttavia, quando adottiamo il cucciolo, dobbiamo<br />

preoccuparci di continuare a coltivare questo processo di soci<strong>al</strong>izzazione intraspecifica<br />

preoccupandoci di far incontrare <strong>al</strong> proprio cane una varietà la più ampia possibile di conspecifici<br />

di tutte le razze, età e taglie. Questa è la propedeutica più importante per permettere un incontro<br />

tra cani sereno e disteso. Come abbiamo già puntu<strong>al</strong>izzato è necessario che il P.O. si fidi delle doti<br />

comunicative del proprio cane e anche degli <strong>al</strong>tri che incontra. Una cosa comune quanto<br />

sbagliata è, infatti, confidare nelle capacità comunicative del proprio cane e non fidarsi di quelle<br />

degli <strong>al</strong>tri, soprattutto se si tratta di cani di grossa taglia. E’ come se presupponessimo che una<br />

persona <strong>al</strong>ta e muscolosa debba essere in qu<strong>al</strong>che modo pericolosa soci<strong>al</strong>mente. E’<br />

fondament<strong>al</strong>e, inoltre, che la persona conosca le regole base della gestione della C.N.V. e sappia<br />

lavorare con il proprio cane attraverso l’osmosi emozion<strong>al</strong>e.<br />

1. Cambi di direzione 1 e 2<br />

2. Aggancio/ sgancio<br />

3. Centripetazione in movimento<br />

4. Dare la direzione<br />

5. Il richiamo<br />

6. Lavorare sugli spazi<br />

7. Incroci<br />

8. La spir<strong>al</strong>e<br />

9. Anticip<strong>al</strong>o<br />

Età evolutiva di riferimento:<br />

La necessità di tenere un processo di soci<strong>al</strong>izzazione con gli <strong>al</strong>tri cani sempre vivo e intenso,<br />

metterà il P.O. nelle condizioni di gestire il momento dell’incontro a partire d<strong>al</strong>l’età di sessanta<br />

giorni del cane. Nel primo periodo è necessario onde evitare delle brutte esperienze ad un cane<br />

molto giovane pensare a degli incontri abbastanza protetti o con <strong>al</strong>tri cuccioli o con soggetti<br />

adulti equilibrati e competenti. Soprattutto quando gli incontri si faranno più casu<strong>al</strong>i, ad esempio <strong>al</strong><br />

parco, il P.O. dovrà applicare le sue conoscenze di prossemica per consentire un approccio<br />

corretto del proprio cane con gli <strong>al</strong>tri. Questa gestione dovrebbe diventare qu<strong>al</strong>cosa di abitu<strong>al</strong>e<br />

fino a partire d<strong>al</strong> terzo mese, ma si imporrà come necessaria soprattutto durante il periodo<br />

adolescenzi<strong>al</strong>e del cane, intorno ai nove mesi. In questa fase, infatti, il cane si costruirà uno stile di<br />

interazione, tenterà dei comportamenti fuori d<strong>al</strong>le righe, e compito del P.O. sarà quello di<br />

monitorare gli atteggiamenti assertivi e ridimensionarli facilitando, nel suo ruolo di mediatore,<br />

l'incontro pacifico.

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