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Premessa Lavoriamo sulle motivazioni - SIUA

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<strong>Premessa</strong><br />

Il profilo posizionale del cane è quello che ne definisce il carattere. Il profilo motivazionale<br />

ci dice a che cosa quel soggetto è interessato, cosa è portato a fare e<br />

quali sono i suoi target elettivi. Il profilo emozionale ci indica qual è il suo umore<br />

abituale, come si pone nelle situazioni e come è predisposto verso il mondo<br />

(fiducioso vs diffidente).<br />

L’obiettivo pedagogico del processo educativo è quello di realizzare il benessere<br />

dell’individuo e la sua integrazione sociale favorendone la correlazione e la<br />

competenza nel rispetto della sua identità specie-specifica.<br />

Il soggetto è adeguatamente correlato al suo ambiente di vita quando c’è armonia<br />

tra le sue dotazioni interne e le proposte dell’ambiente stesso.<br />

Sarà compito dell’educatore orientare il processo di sviluppo in modo tale da<br />

fornire al soggetto gli strumenti per affrontare in modo adeguato le situazioni<br />

favorendone l’adattabilità attraverso il mantenimento di molte potenzialità anziché<br />

“potarle” riducendo la flessibilità del soggetto stesso (adattamento).<br />

L’ambiente di vita dei nostri cani è ovviamente l’antroposfera e l’assetto posizionale<br />

più favorevole alla correlazione è, di solito, quello che presenta un ampio<br />

orizzonte motivazionale offrendo al cane diverse possibilità di gratifica zione,<br />

un assetto emozionale positivo tendenzialmente fiducioso e aperto, un arousal<br />

intermedio, nel complesso quindi un quadro posizionale orientato all’integrazione<br />

e alla collaborazione con l’uomo.<br />

<strong>Lavoriamo</strong> <strong>sulle</strong> <strong>motivazioni</strong><br />

Per raggiungere il nostro obiettivo pedagogico (benessere e integrazione del<br />

soggetto) lavoreremo sull’assetto motivazionale implementando lo sviluppo di<br />

<strong>motivazioni</strong> che favoriscono la costruzione di una relazione corretta (collaborativa,<br />

epimeletica ed et-epimeletica, comunicativa) e disciplinando quelle che<br />

possono invece comprometterla ( territoriale, possessiva, esplorativa, predatoria<br />

ecc.).<br />

Un buon lavoro sulla collaborazione è la chiave per il raggiungimento degli<br />

obiettivi di base attraverso la costruzione della fiducia verso il proprietario e il<br />

suo accreditamento agli occhi del cane.<br />

La motivazione collaborativa è controlaterale alla:<br />

• Territoriale (IL CANE NON FA ENTRARE NESSUNO)<br />

• Possessiva (IL CANE RINGHIA SE HA QUALCOSA IN BOCCA)<br />

• Sillegica (IL CANE RUBA TUTTO E SE LO PORTA IN CUCCIA)<br />

• Perlustrativa (IL CANE SCAPPA PER ANDARE A ZONZO )<br />

• Predatoria (IL CANE INSEGUE TUTTO CIO’ CHE SI MUOVE)<br />

Esempio: cane del canile con motivazione territoriale eccessivamente enfatizzata<br />

con episodi di aggressione nei confronti di persone; ampliando l’orizzonte<br />

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motivazionale del cane e fornendogli un referente significativo si possono<br />

ottenere risultati positivi sulla disciplina della motivazione territoriale.<br />

Altre <strong>motivazioni</strong> centripetative sull’uomo sono le <strong>motivazioni</strong> epimeletica ed<br />

et-epimeletica. La motivazione epimeletica riguarda la tendenza a rispondere ai<br />

segnali giovanili con comportamenti di cura: se la motivazione collaborativa<br />

possiamo schematicamente definirla con “facciamo qualcosa insieme” la motivazione<br />

epimeletica possiamo definirla con “faccio qualcosa per te”. Specularmente<br />

la motivazione et-epimeletica riguarda la disposizione ad emettere comportamenti<br />

di richiesta di cura: “fai qualcosa per me”. Sia il comportamento epimeletico<br />

che il comportamento et-epimeletico, possono abbassare l’arousal e<br />

rafforzare la relazione.<br />

Per lavorare sulla motivazione et-epimeletica del cane è fondamentale il lavoro<br />

sul contatto e la manipolazione, attraverso il cui esercizio si rafforzano, aumentandone<br />

il volume, queste <strong>motivazioni</strong>.<br />

Dal punto di vista gestionale, poi, è di assoluta importanza che il cane viva con<br />

agio e con l’adeguato livello di arousal le operazioni ordinarie di pulizia ed igiene<br />

come la spazzolatura e l’asciugatura, in quanto questo aumenta fortemente il<br />

grado di integrabilità del cane nel contesto domestico. L'integrazione nel mondo<br />

domestico e da qui al mondo sociale è l'obiettivo pedagogico principale dell'approccio<br />

CZ. Spazzolare ed asciugare sono operazioni teoricamente molto<br />

semplici che ogni proprietario si sente in grado di fare, ma che in realtà richiedono<br />

molta attenzione perché, se eseguite in maniera scorretta, possono creare<br />

dei traumi nell'animale difficili da recuperare. E' per questo che prima di arrivare<br />

a questo livello di manipolazione, dobbiamo assicurarci di aver ben saldato<br />

delle propedeutiche:<br />

1. un buon contatto generico;<br />

2. una buona carezza;<br />

3. un approccio corretto;<br />

4. la vestizione quotidiana della pettorina;<br />

5. una buona CNV.<br />

Se non rispettiamo questi 5 punti rischiamo di perdere la fiducia del cane soprattutto<br />

negli strumenti che useremo per spazzolare ed asciugare e la perdita<br />

della fiducia è quanto di più difficile da dover recuperare. Sia per asciugare che<br />

per spazzolare dobbiamo tenere delle regole precise la prima delle quali è indubbiamente<br />

quella di non forzare mai il cane, di non inseguirlo con gli strumenti<br />

in mano, di non chiuderlo all'angolo senza lasciargli via di fuga. In queste<br />

semplici operazioni il cane va sempre invitato, ingaggiato e coinvolto. Attraverso<br />

la CNV e un buon lavoro di socializzazione sugli oggetti dobbiamo portare<br />

il cane a noi e renderlo disponibile ad una manipolazione anche un po' invasiva,<br />

che nell'asciugatura si realizza per esempio nel frizionare il pelo, nella<br />

spazzolatura, nel soffermarsi a sbrigliare qualche nodo. La seconda regola è<br />

quella di rispettare la suddivisione, inerente alla manipolazione, del corpo del<br />

cane in aree calde e aree fredde. Le due operazioni come nella carezza devono<br />

partire dalle zone fredde per arrivare progressivamente a conquistarsi delle zone<br />

calde, più difficile da toccare.<br />

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<strong>Lavoriamo</strong> <strong>sulle</strong> emozioni<br />

Le emozioni sono disposizioni reattive, cioè di risposta al mondo. Possiamo<br />

parlare di emozioni a valenza positiva, cioè in linea con il piacere, e di emozioni<br />

a valenza negativa, che cioè si allontanano dal piacere. Applicazioni della valenza<br />

emozionale saranno la strutturazione del carattere (se le emozioni prevalenti<br />

in un soggetto sono positive o negative e quindi in che modo un soggetto si<br />

pone nelle diverse situazioni), l’induzione situazionale (creare le condizioni favorevoli<br />

dal punto di vista emozionale perché il soggetto si apra a quella situazione<br />

e ci si posizioni volentieri poiché le emozioni positive favoriscono l’apprendimento)<br />

e la marcatura emozionale (tutti gli animali registrano le esperienze<br />

vissute e le marcano emotivamente in modo personale, positivo o negativo,<br />

creando uno schema emotivo che precede e influenza la lettura degli eventi).<br />

Le emozioni sono componenti fondamentali nei processi di apprendimento,<br />

che possono favorire o al contrario inibire). Il profilo emozionale ci dice in che<br />

modo un soggetto si pone nelle diverse situazioni, soprattutto in quelle nuove<br />

(fiducioso vs diffidente).<br />

Il compito dell’educatore è quello di fornire al cane le competenze necessarie ad<br />

affrontarle portandolo ad autocontrollarsi e a gestire la frustrazione agendo<br />

quindi in maniera emozionale anziché emotiva. Avremo così un cane capace di<br />

non saltare addosso, di non disperarsi se sta da solo e di non sovraeccitarsi alla<br />

vista di altri cani.<br />

Gli strumenti da utilizzare nel lavoro educativo sono l’osmosi emozionale e la<br />

marcatura emozionale. Attraverso il processo di osmosi noi “trasferiamo”ai nostri<br />

cani il nostro stato emotivo e loro si allineano con noi risentendo delle nostre<br />

fluttuazioni di umore che possono tradursi, in loro, in comportamenti anomali.<br />

Marcando positivamente le esperienze che loro vivono li aiutiamo a strutturare<br />

degli schemi emotivi attraverso i quali leggeranno gli eventi futuri. Si suscitano<br />

emozioni positive favorendo l’agio mentale, attraverso la somatopsichica,<br />

attraverso stimoli appetitivi, attraverso l’osmosi emozionale, attraverso le<br />

cornici di piacere.<br />

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