Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
HAND<br />
Obiettivi<br />
Calma, autocontrolli, mediazione, permessi.<br />
Obiettivi evolutivi specifici: insegnare al cane<br />
a prendere una risorsa che abbiamo tra le mani,<br />
come il cibo o un oggetto, senza agitarsi e saltare<br />
addosso, ma con calma e dopo aver chiesto<br />
il permesso attraverso lo sguardo.<br />
Obiettivi lati o secondari: implementare nel<br />
cane la forma mentale di prendere delle risorse<br />
solo dopo aver chiesto il permesso, ci consente<br />
di costruire degli script comportamentali nel<br />
cane, anche all’interno di contesti ludici. Il cane<br />
saprà, anche senza essere istruito da un segnale<br />
di controllo, che l’oggetto con cui giocherà<br />
(ad esempio la palla, oppure, un gioco di<br />
attivazione mentale) potrà essere raggiunto solo<br />
dopo aver chiesto il permesso al P.O.<br />
29<br />
Premessa<br />
L’“Hand” (dall’inglese mano) è una delle attività<br />
evolutive che possiamo realizzare per lavorare su<br />
calma, autocontrolli, mediazione e permessi. Di<br />
fatto, potrebbe essere anche la strada per aiutare<br />
il cane a trovare la calma prima di iniziare un<br />
gioco, per esempio il riporto, o per trovare il modo<br />
adeguato di prendere un premio dalla mano.<br />
Nell’“Hand” le valenze educative possono essere<br />
molteplici. Per realizzare l’attività evolutiva con<br />
un alto contenuto cognitivo, è necessario non<br />
dare alcun comando vocale, in modo che la soluzione<br />
scaturisca da un’ iniziativa del cane e non<br />
dal controllo esercitato dal P.O. Solo in questo<br />
modo possiamo radicare nel profondo alcuni<br />
comportamenti e costruire nel cane una conoscenza<br />
che gli appartiene e che potrà mettere in<br />
campo autonomamente in diversi contesti.<br />
Correttezza<br />
Variante 1<br />
1. Scegliamo un set adeguato, come una stanza<br />
dell’ambiente domestico in cui vive il cane.<br />
Sono importanti la tranquillità e l’assenza di<br />
altri cani.<br />
2. Prendiamo in mano un oggetto molto ambito<br />
dal cane o un bocconcino.<br />
3. Se questi si avvicinerà come per prenderselo,<br />
solleveremo la mano al petto.<br />
4. Procederemo in questo modo, abbassando e<br />
alzando la mano (mantenendo il nostro corpo<br />
in una posizione di ¾) fino a che il cane<br />
avrà preso adeguata distanza, raggiunto uno<br />
stato di calma, e ci avrà rivolto lo sguardo<br />
chiedendo la nostra collaborazione.<br />
5. A questo punto potremo dare il segnale di<br />
permesso (“OK”) e concedere la risorsa allungando<br />
la mano verso il cane.<br />
6. Procediamo per gradi e prestiamo attenzione<br />
in caso di soggetti particolarmente insicuri.<br />
Variante 2<br />
1. Prendiamo in mano un bocconcino molto<br />
appetitoso.<br />
2. Teniamolo tra le dita come per appoggiarlo a<br />
terra.<br />
3. Se il cane si muove subito, chiudiamo il pugno<br />
e portiamo la mano verso il petto in maniera<br />
repentina.<br />
4. A questo punto il cane potrebbe sedersi; in<br />
questo caso diciamogli “bravo”.<br />
87<br />
Attività evolutiva n°1
5. Cerchiamo di nuovo di portare il bocconcino<br />
verso terra e, se il cane si muove, riportiamolo<br />
verso di noi come al punto 3.<br />
6. Lodiamo di nuovo il cane se torna seduto e<br />
scendiamo con il bocconcino verso terra.<br />
7. Se il cane rimane fermo, continuiamo a scendere,<br />
cercando di appoggiare il boccone a<br />
terra, altrimenti risaliamo portando la risorsa<br />
verso di noi.<br />
8. Se riusciamo ad appoggiare il bocconcino a<br />
terra senza che il cane si muova, guardiamolo<br />
e lasciamo la mano leggermente sollevata<br />
da terra a protezione della risorsa alimentare.<br />
Se il cane è molto insistente e veloce nel<br />
volersi conquistare la risorsa sarà possibile<br />
frapporre tra lui ed essa la gamba che rimane<br />
esposta al lato dove si trova il cane come a<br />
formare una piccola barriera di accesso.<br />
9. Solleviamoci molto lentamente, guardando<br />
il cane.<br />
10. Se il cane continua a guardarci, mentre torniamo<br />
in posizione eretta, aspettiamo qualche<br />
secondo e diamogli l’“OK” allontanandoci<br />
dal bocconcino.<br />
11. Se sollevandoci in posizione eretta il cane<br />
non ci guarda e si indirizza verso il cibo, torniamo<br />
a metterci una mano o un piede sopra.<br />
12. Continuiamo fino ad arrivare all’obiettivo<br />
come descritto al punto 10.<br />
Parametri di adeguatezza<br />
• La variante 1 è adeguata per cani che tentano<br />
di strappare il cibo dalle mani del P.O.<br />
• La variante 2 è adeguata per soggetti che tentano<br />
di rubare il cibo se lasciato incustodito<br />
dal P.O.<br />
Propedeuticità<br />
L’“Hand” è l’ultimo di una serie di esercizi riguardanti<br />
i permessi. È l’ultimo perché, realizzandosi<br />
con la mano del P.O. che contiene la risorsa,<br />
è bene che il cane abbia già delle rappresentazioni<br />
di autocontrollo, onde evitare il<br />
verificarsi di incidenti, soprattutto nel caso di<br />
soggetti con un <strong>livello</strong> di attivazione emozionale<br />
molto alto e particolarmente motivati sulla risorsa.<br />
Il cane dovrebbe già sapere che qualsiasi<br />
interazione, anche mediata da oggetti, può<br />
partire solo da uno stato di calma.<br />
1. Lavoro sulla calma sia in ambiente domestico<br />
che all’esterno.<br />
2. Gestione delle attenzioni.<br />
3. Doggy Zen.<br />
4. La soglia.<br />
5. Ciotola.<br />
• Entrambe le varianti servono ad aumentare<br />
gli autocontrolli sul cibo e a rafforzare la dinamica<br />
dei permessi all’interno del binomio.<br />
• Quando il cane si indirizza verso il bocconcino<br />
contenuto tra le nostre mani, senza chiedere<br />
il permesso attraverso lo sguardo, chi<br />
sta realizzando l’attività deve portare il bocconcino<br />
verso di sé, con un movimento repentino,<br />
soprattutto se si tratta di soggetti<br />
molto veloci e con un <strong>livello</strong> di attivazione<br />
emozionale molto alto. In questo caso potrebbe<br />
essere utile nell’evoluzione dell’attività<br />
evolutiva ripetere le sessioni premiando il<br />
cane con l’altra mano e non con quella che<br />
contiene la risorsa alimentare e con cui abbiamo<br />
svolto l’esercizio.<br />
• Al contrario, se si tratta di soggetti timidi e<br />
insicuri, il movimento di riportare la mano<br />
Attività evolutiva n°1 88
Età evolutiva di riferimento<br />
È consigliato non realizzare questa attività evolutiva<br />
prima dei quattro mesi. Infatti il cane, prima<br />
di questa età, da una parte non è in grado di<br />
rimanere motivato troppo a lungo su un target,<br />
distraendosi molto facilmente, dall’altra vivendo<br />
uno scenario abbastanza competitivo, potrebbe<br />
inibirsi sul target stesso. Il cane prima dei quattro<br />
mesi, non riesce a gestire la frustrazione derivante<br />
da una risorsa che vede davanti a sé, ma<br />
che la persona non gli consente di prendere.<br />
verso di sé, chiudendo il bocconcino o la risorsa<br />
nel pugno della mano, deve essere lento,<br />
altrimenti rischiamo di spaventare il cane<br />
e di inibirlo nel prendere la risorsa dopo il<br />
permesso. In questo caso potremmo valutare<br />
anche la possibilità di non compiere affatto il<br />
movimento, seppur lento, di portare il nostro<br />
pugno verso il petto quanto piuttosto di<br />
chiudere semplicemente la mano e riaprirla<br />
quando il cane si allontana dalla risorsa.<br />
• Realizziamo questa attività solo dopo aver verificato<br />
il <strong>livello</strong> della relazione all’interno<br />
del binomio. In fondo si tratta di una attività<br />
che apre in qualche modo la competitività e<br />
questo potrebbe creare problemi, come ad<br />
esempio il morso fortuito della mano da parte<br />
del cane.<br />
• Lo sguardo che rappresenta la richiesta di<br />
permesso da parte del cane non deve essere<br />
troppo veloce. Lo sguardo che richiediamo<br />
non è obliquo, ma diretto, non è un’occhiatina<br />
veloce per poi tornare a guardare la risorsa<br />
ma uno sguardo diretto e prolungato che<br />
sembra chiederci: “Posso?”.<br />
• Ad ogni modo dobbiamo aver ben chiaro<br />
che il cane deve essere abituato a non prendere<br />
mai il cibo da tavola e a ricevere il suo<br />
pasto rispettando la correttezza del rituale<br />
agapico (vedi A.E. “Ciotola”). Se questo non<br />
fosse sufficiente dobbiamo splittare il cane<br />
dal target cibo che si trova sulla tavola e allontanarlo.<br />
Se non rispettiamo questa regola<br />
basilare il cane sarà sempre portato a tentare<br />
strategie furtive per ottenere la risorsa alimentare<br />
quando viene lasciata incustodita o<br />
tenuta anche in mano a sua portata.<br />
89<br />
Attività evolutiva n°1
30<br />
??<br />
RESTA<br />
Premessa<br />
Il “resta” è uno dei “segnali di controllo” che viene<br />
maggiormente utilizzato dai P.O. e che, all’interno<br />
di un percorso educativo, dobbiamo saper differenziare<br />
dall’“aspetta tranquillo”. Nel “resta”, il<br />
cane rimane in una condizione di centripetazione<br />
aperta rispetto al P.O., in attesa di qualcosa che seguirà<br />
ed è per questo che si adatta meglio ad un contesto<br />
ludico/performativo. Ad esempio, se dobbiamo<br />
impostare una ricerca olfattiva o un problemsolving,<br />
possiamo dare il “resta” al cane mentre ci<br />
osserva nell’allestimento del set. Nell’“aspetta tranquillo”,<br />
invece, il P.O. chiude l’interazione con il<br />
cane, non c’è centripetazione aperta; il cane distoglie<br />
lo sguardo e non rimane in attesa, piuttosto<br />
si rilassa fin quando il P.O. non torna disponibile<br />
all’interazione. L’“aspetta tranquillo” è riferito ad<br />
altri contesti, come l’attesa fuori da un negozio. Il<br />
cane ha una grandissima intelligenza nella lettura<br />
degli script comportamentali, riesce a capire perfettamente<br />
dal nostro linguaggio non verbale e dal<br />
contesto in cui si trova quando è il momento di rimanere<br />
in “resta”, quindi in attesa o di mettersi tranquillo<br />
ad aspettare di nuovo il momento interattivo.<br />
Il cane riesce a fare questo, a prescindere dall’appropriatezza<br />
del segnale che gli diamo.<br />
Correttezza<br />
Variante 1<br />
1. Scegliamo un set adeguato come una stanza<br />
dell’ambiente domestico o un prato recintato,<br />
privo di elementi centrifugativi e senza la<br />
presenza di conspecifici.<br />
2. Chiediamo al cane di mettersi a terra, diamo<br />
un chiaro segnale di “resta” mostrandogli il<br />
palmo della mano, come per dare l’alt.<br />
3. Allontaniamoci dal cane camminando all’indietro<br />
per 2/3 passi.<br />
4. Se il cane rimane fermo, torniamo da lui e<br />
premiamolo con calma.<br />
5. Ripetiamo il segnale e allontaniamoci dal cane<br />
di un passo in più rispetto alla sessione<br />
precedente.<br />
6. Se il cane resta fermo, torniamo da lui e premiamolo,<br />
sempre all’insegna della calma.<br />
7. Se siamo riusciti a compiere l’esercizio in<br />
maniera positiva, iniziamo ad allontanarci<br />
dal cane di qualche metro in più, anche voltandogli<br />
le spalle.<br />
8. Aspettiamo qualche secondo e, se il cane non<br />
si è mosso, torniamo da lui e premiamolo.<br />
Obiettivi<br />
Calma, centripetazione, autocontrollo,<br />
collaborazione, distacco.<br />
Obiettivi evolutivi specifici: insegnare al cane<br />
a rimanere fermo con l’attenzione rivolta verso<br />
il P.O. A <strong>livello</strong> cognitivo, questa attività aiuta il<br />
cane a gestire con calma il momento dell’allontanamento<br />
del P.O. inoltre, seppure indirettamente,<br />
lavora sull’autocontrollo del soggetto.<br />
Obiettivi lati o secondari: fornire al cane la<br />
competenza di rimanere fermo mentre ci vede<br />
allontanare con qualcosa in mano, come un<br />
gioco che va allestito all’interno di un set. In<br />
questo caso il “Resta” è funzionale alla creazione<br />
delle regole precise nello svolgimento di<br />
un’attività ludica.<br />
Attività evolutiva n°1 90
Propedeuticità<br />
Per poter realizzare correttamente il “Resta”, il<br />
cane deve conoscere segnali di controllo come<br />
il “seduto” e il “terra”, associati ad uno stato di<br />
calma. Chiaramente, dobbiamo aver lavorato<br />
anche, sul rafforzamento degli autocontrolli, in<br />
modo che il cane abbia risorse interne per gestire<br />
il distacco. Il fattore propedeutico più importante<br />
è relativo alla rappresentazione della<br />
calma, sia in ambiente domestico sia in ambiente<br />
esterno.<br />
1. Lavoro sulla calma legato alla copertina sia<br />
in ambiente domestico sia in ambiente<br />
esterno.<br />
2. Gestione delle attenzioni.<br />
3. Seduto.<br />
4. Terra.<br />
5. La soglia.<br />
6. La ciotola.<br />
7. Hand.<br />
Età evolutiva di riferimento<br />
Seppure il “resta” faccia parte del capitolo sui<br />
“segnali di controllo” che possono essere insegnati<br />
al cane a partire dall’età di tre/quattro mesi,<br />
è bene affrontarlo successivamente. Potremmo<br />
quindi dire che il “resta” può essere inserito<br />
approssimativamente, rispettando le<br />
propedeuticità indicate, a partire dall’età di<br />
quattro mesi. Il cane, prima dei quattro mesi,<br />
non realizza concretamente il processo di distacco,<br />
quindi il “resta” potrebbe risultare problematico.<br />
Tuttavia, esistono delle possibilità di<br />
eccezione con cani molto calmi e da subito collaborativi.<br />
Con questi ultimi sarà possibile affrontare<br />
il “resta” anche nella stessa sessione<br />
pedagogica degli altri segnali di controllo.<br />
9. Se quando ci allontaniamo il cane ci segue,<br />
ignoriamolo e torniamo insieme a lui nella<br />
posizione di partenza e ripetiamo l’esercizio.<br />
10. Una volta che il cane riesce a rimanere in<br />
“resta” anche quando gli voltiamo le spalle,<br />
possiamo iniziare non solo ad allontanarci da<br />
lui in linea non retta, ma anche a tornare, oltrepassandolo<br />
e girandogli alle spalle.<br />
Variante 2<br />
1. Chiediamo al cane di prendere la posizione<br />
di “terra” e diciamogli “bravo” se assume la<br />
postura che desideriamo.<br />
2. Alziamoci per gradi e, se il cane non si alza<br />
con noi, premiamolo, questa volta con un<br />
bocconcino.<br />
3. Spostiamo il baricentro del nostro corpo all’indietro<br />
senza muovere le gambe.<br />
4. Se il cane non si alza verso di noi, torniamo<br />
in fretta a premiarlo adagiandogli un bocconcino<br />
tra le gambe.<br />
5. Ora teniamo il piede d’appoggio fermo e<br />
spostiamo l’altra gamba indietro.<br />
6. Se il cane non si muove, torniamo di nuovo a<br />
premiarlo velocemente, come al punto 4.<br />
7. Ora portiamo indietro anche il nostro piede<br />
d’appoggio e continuiamo a premiare se il<br />
cane non si muove.<br />
8. Solo a questo punto possiamo procedere come<br />
nella variante 1, cioè aumentando le distanze<br />
lungo una linea retta e poi in linea spezzata.<br />
Parametri di adeguatezza<br />
• La variante 1 è adeguata per soggetti che<br />
non hanno grossi problemi di distacco dal<br />
P.O. e che dimostrano di avere una buona<br />
dose di autocontrolli.<br />
• La variante 2 è adeguata per soggetti che presentano<br />
molte difficoltà a distaccarsi dal P.O.<br />
e che lo seguono in ogni suo spostamento,<br />
soprattutto se si trovano in un luogo esterno.<br />
• Nel caso di soggetti che non hanno troppi<br />
problemi a distanziarsi dal P.O., possiamo<br />
pensare di impostare il “resta” non necessariamente<br />
dalla posizione di “terra”, ma anche<br />
quella di seduto o da in piedi. Non ci interessa<br />
che il cane assuma una postura specifica,<br />
ma che rimanga fermo dopo il segnale.<br />
• Prima di allontanarci dal cane voltandogli le<br />
spalle possiamo fare qualche metro camminando<br />
all'indietro e poi fermarci e dare il<br />
fianco al cane evitando di guardarlo. Se il cane<br />
mantiene tranquillamente la posizione di<br />
resta la sessione successiva potremmo provare<br />
ad allontanarci da lui voltandogli le spalle.<br />
91<br />
Attività evolutiva n°1
?? 31<br />
ASPETTA TRANQUILLO<br />
Premessa<br />
In questa premessa siamo tenuti a specificare il<br />
contenuto cognitivo che distingue il “resta”<br />
dall’“aspetta tranquillo”. Il cane è un’ animale<br />
particolarmente abile nel destreggiarsi all’interno<br />
degli script comportamentali ed è perfettamente<br />
in grado di distinguere da solo se “restare”<br />
in attesa o “aspettare” tranquillo, quando il P.O. si<br />
allontana da lui. Mentre nel “Resta” la centripetazione<br />
verso la persona rimane aperta,<br />
nell’“aspetta tranquillo” si chiude e il cane non<br />
rimane con gli occhi fissi sul P.O. che prende distanza,<br />
ma assume una postura rilassata e disinteressata,<br />
non attenta e vigile come quando gli viene<br />
chiesto di restare. Come possiamo vedere, la finestra<br />
mentale che si apre nel cane è molto diversa<br />
nei due casi, quindi il P.O. deve essere in<br />
grado di capire il contesto specifico dove applicare<br />
l’uno o l’altro segnale.<br />
Correttezza<br />
Variante 1<br />
1. Possiamo avvalerci della copertina nelle prime<br />
fasi di costruzione dell’“aspetta tranquillo”.<br />
2. Stendiamo la copertina e premiamo il cane<br />
quando ci sale. Diamo al cane il segnale insieme<br />
gestuale e verbale di “aspetta tranquillo”.<br />
Il gestuale potrebbe essere realizzato con<br />
le due mani che si allungano verso il cane come<br />
a dare un doppio segnale di “alt”.<br />
3. Rimaniamo nei pressi della copertina volgendo<br />
altrove la nostra attenzione.<br />
4. Premiamo il cane quando si rilassa sulla copertina.<br />
5. Muoviamoci intorno alla copertina premiando<br />
il cane se rimane tranquillo.<br />
6. Allunghiamo progressivamente tempi e distanze<br />
premiando il cane che aspetta tranquillo.<br />
7. Inseriamo il segnale verbale e gestuale.<br />
8. Nell’aspetta tranquillo, l’attenzione del cane<br />
non rimarrà sul conduttore, che a sua volta<br />
non manterrà il contatto visivo.<br />
Variante 2<br />
1. Scegliamo un set adeguato, ad esempio, le<br />
prossimità di un bar o di un negozio lontano<br />
dalla strada e da altri pericoli.<br />
2. Scegliamo un segnale da dare al cane per indicargli<br />
di “aspettare tranquillo” fuori dalla<br />
porta mentre noi entriamo. Il segnale deve<br />
Obiettivi<br />
Calma anche in ambiente esterno, autocontrolli,<br />
distacco.<br />
Obiettivo evolutivo specifico: insegnare al cane<br />
ad aspettare tranquillo mentre il P.O. si allontana<br />
svolgendo attività che non lo riguardano<br />
direttamente, come ad esempio entrare in un<br />
bar o in un negozio. Questo ci consente di costruire<br />
uno script comportamentale molto utile<br />
per il <strong>livello</strong> di coinvolgibilità dell’animale nella<br />
nostra vita quotidiana, fatta di impegni e transiti<br />
in luoghi in cui la presenza del cane non è<br />
sempre gradita.<br />
Obiettivi lati o secondari: arricchire la comunicazione<br />
all’interno del binomio al fine di renderla<br />
utile e operativa nei diversi contesti di vita.<br />
Insegnare al cane l’“aspetta tranquillo” costruisce<br />
una delle basi fondamentali del percorso<br />
di allineamento della coppia.<br />
Attività evolutiva n°1 92
Propedeuticità<br />
Le propedeutiche importanti per l’utilizzo<br />
dell’“aspetta tranquillo”, non sono solo le attività<br />
evolutive legate alla calma e alla gestione<br />
delle fluttuazioni di arousal, ma anche e soprattutto<br />
l’arricchimento del piano prossimale di<br />
esperienza del cane, frutto del tempo condiviso<br />
con il P.O. Per far si che un cane sia in grado di<br />
gestire il distacco e rimanere tranquillo in un<br />
ambiente non familiare, è necessario che conosca<br />
una moltitudine di ambienti, sia socializzato<br />
con le persone e i suoi simili e abbia una<br />
buona flessibilità cognitiva, solo così riuscirà a<br />
gestirsi senza ansia il momento della separazione.<br />
Un cane deficitario nella socializzazione<br />
secondaria non sarà in grado di essere tranquillo,<br />
da solo, fuori da un ambiente in cui siano<br />
presenti persone e rumori.<br />
1. Calma legata alla copertina in ambiente domestico<br />
e in ambiente esterno.<br />
2. Seduto.<br />
3. Terra.<br />
4. Resta.<br />
5. La soglia.<br />
Età evolutiva di riferimento<br />
Le due varianti, come indicato nel paragrafo relativo<br />
ai parametri di adeguatezza, sono concepite<br />
diacronicamente quindi, mentre la variante<br />
1 può essere inserita a partire dai tre mesi di vita,<br />
per aiutarci a costruire il distacco che si realizzerà<br />
intorno al quarto mese, è possibile realizzare<br />
la variante 2 solo a partire dai 5/6 mesi di<br />
vita del cane. Fissiamo questo riferimento di<br />
età in quanto il cane deve avere il tempo materiale<br />
di condividere esperienze con il P.O. Agire<br />
prematuramente, può sovraesporre il cane a rischi<br />
eccessivi. Se il cane non è sufficientemente<br />
pronto, potrebbe vivere con ansia il distacco<br />
dal P.O. che entra, ad esempio, in un bar, vivere<br />
un picco di arousal troppo alto e allontanarsi<br />
dalla prossimità della porta esponendosi al pericolo,<br />
per la sua incolumità e quella degli altri.<br />
essere diverso da quello del “resta” anche se,<br />
in qualche modo, lo può richiamare.<br />
3. Allontaniamoci dal cane staccando l’interazione<br />
visiva.<br />
4. Il cane, in questo caso, non deve assumere<br />
una posizione particolare come nel “resta”,<br />
ma sceglierà lui in quale posizione attendere<br />
il ritorno del P.O.<br />
5. È consentito che il cane, distaccando lo<br />
sguardo dal P.O., si metta ad annusare per<br />
terra e a muoversi in uno spazio ristretto di<br />
pochi metri. L’attività di annusare dimostra,<br />
in questo caso, il disinteresse del cane verso il<br />
distanziamento del P.O. e la sua capacità di<br />
impiegare tranquillamente il tempo in sua<br />
attesa.<br />
6. Entriamo nel locale stabilito, aspettiamo un<br />
paio di minuti e torniamo dal cane.<br />
7. Se il cane è rimasto fermo nelle prossimità<br />
della porta in cui siamo entrati, diciamogli<br />
“bravo” con un tono di voce calmo e rilassato,<br />
come se l’allontanamento fosse stato un<br />
evento normalissimo.<br />
8. Allontaniamoci dal luogo dove lo abbiamo<br />
fatto attendere e chiediamogli di seguirci.<br />
9. Il ricongiungimento con il P.O., cui segue<br />
un’iniziativa di movimento, è la ricompensa<br />
adeguata alla situazione e all’obiettivo che ci<br />
siamo prefissati.<br />
Parametri di adeguatezza<br />
• La variante 1 può essere utilizzata con soggetti<br />
che stanno apprendendo la calma in<br />
ambiente esterno e che non hanno mai vissuto<br />
un distacco dal P.O. in un luogo non familiare.<br />
Questa variante, avvalendosi della copertina,<br />
costruisce una rappresentazione base<br />
dell’attesa, da cui possiamo partire per costruire<br />
un comportamento più maturo del<br />
cane, che non necessiterà più dell’oggetto<br />
transizionale per attendere tranquillamente.<br />
• La variante 2 è più avanzata e può essere realizzata<br />
cronologicamente dopo la 1, in alternativa,<br />
può essere proposta a cani che possiedono<br />
un piano prossimale di esperienza molto<br />
ricco, condiviso con il P.O. Mentre la variante<br />
1 costruisce una rappresentazione base<br />
dell’aspetta tranquillo, la variante 2 cala<br />
l’attività evolutiva all’interno dell’operatività<br />
quotidiana.<br />
• L’aspetta tranquillo potrà anche aiutare, se<br />
proposto con estrema gradualità, quei cani<br />
che presentano problemi nel distacco o i<br />
cuccioli che debbono gradualmente acquisire<br />
autonomia.<br />
93<br />
Attività evolutiva n°1
32<br />
??<br />
CENTRIPETAZIONE CON STIMOLO CINETICO<br />
Premessa<br />
In questa attività evolutiva vogliamo portare il cane<br />
a cercare autonomamente la strategia giusta<br />
per il raggiungimento di un target che, dapprima<br />
in movimento, si ferma davanti a lui a qualche<br />
metro di distanza. Il cane dovrà arrivare a capire<br />
che l’unica modalità per raggiungere il target desiderato,<br />
prevede il coinvolgimento del proprietario<br />
o del conduttore e non l’insistenza nel perseguire<br />
una strategia individuale. L’obiettivo è<br />
che il cane torni a centripetarsi sul P.O., dopo che<br />
la sua attenzione è stata catturata da un target in<br />
movimento, molto appetibile. Questa attività lavora<br />
inoltre in maniera molto efficacie contro la<br />
naturale tendenza del cane ad essere ostinato. Da<br />
un punto di vista evolutivo il cane è stato premiato<br />
proprio da questa sua incredibile caratteristica<br />
quella di rimanere molto a lungo motivato su un<br />
target senza perderlo mai di vista. Pensiamo ai cani<br />
protettori degli armenti che rimangono anche<br />
per diversi giorni in compagnia delle pecore in<br />
assenza del pastore e che non distolgono quasi<br />
mai la loro vista dal gregge svolgendo a perfezione<br />
il loro compito. Lo stesso fanno i conduttori<br />
del gregge che non perdono mai di vista gli armenti<br />
e si prodigano immediatamente a riportare<br />
un membro del gruppo che si allontana, insieme<br />
agli altri. Allo stesso modo possiamo pensare<br />
ai cani da caccia che una volta che hanno fiutato<br />
una traccia la seguono insistentemente e nulla<br />
può distoglierli, fino al raggiungimento dell'obiettivo.<br />
L'intelligenza ostinativa del cane lo<br />
porta a puntare un target e non distogliersi da esso,<br />
a rimuovere gli ostacoli che si frappongono<br />
tra lui e ciò che lo interessa e non ad aggirarli.<br />
Questa attività evolutiva lavora dunque contro<br />
l'ostinazione a favore della flessibilità cognitiva<br />
che gli consentirà di integrarsi meglio all'interno<br />
della complessità dell’ecumene umana. Questa<br />
attività se ben costruita favorirà soprattutto quelli<br />
che chiameremo i processi di detour.<br />
Correttezza<br />
1. Scegliamo un set adeguato privo di eccessivi<br />
stimoli centrifugativi.<br />
2. Chiediamo al cane di disporsi al nostro fianco<br />
usando la gestualità del “dare la direzione”.<br />
3. Accorciamo adeguatamente il guinzaglio per<br />
evitare strappi.<br />
4. Mostriamo al cane un oggetto a lui molto<br />
gradito, preferibilmente del cibo.<br />
Obiettivi<br />
Autocontrolli, permessi, mediazione, riposizionamento.<br />
Obiettivi evolutivi specifici: ridirezionare il cane<br />
verso il P.O. dopo che la sua attenzione è<br />
stata catturata da un target in movimento che<br />
staziona davanti a lui a qualche metro di distanza.<br />
Questo ci consente di creare nel cane<br />
una prima rappresentazione mentale della cooperazione,<br />
per il raggiungimento di un target<br />
desiderato. Con questa attività creiamo uno<br />
scacco molto forte al cane che tende a non<br />
perdere mai di vista il target per poterlo conquistare.<br />
Rivolgersi al conduttore per chiederne il<br />
permesso, aiuta il cane a rafforzare la dimensione<br />
collaborativa e, cognitivamente a, tenere<br />
in mente il target, anche se per qualche secondo<br />
(il tempo di girarsi verso il P.O. e raggiungerlo)<br />
viene perso di vista.<br />
Obiettivi lati o secondari: disciplinare la motivazione<br />
predatoria. Questa attività, infatti, insegna<br />
al cane che non tutto ciò che si muove davanti<br />
a lui può essere raggiunto immediatamente,<br />
ma l’iniziativa va concordata con il P.O.<br />
Attività evolutiva n°1 94
Propedeuticità<br />
Questa attività evolutiva per risultare educativa<br />
ed avere successo, ha bisogno di essere impostata<br />
correttamente dal P.O. Per far si che il cane<br />
comprenda ciò che gli stiamo proponendo,<br />
dobbiamo scandire precisamente tutte le fasi.<br />
Al P.O. è richiesta una gestualità molto chiara<br />
che permetta al cane di affiancarsi a lui e, non<br />
ultima, una competenza nella gestione del<br />
guinzaglio. Considerando il fatto che il cane è<br />
un predatore, sarà molto difficile per lui riuscire<br />
a controllarsi di fronte ad un oggetto che si<br />
muove velocemente davanti ai suoi occhi e<br />
che, rimane successivamente alla sua portata.<br />
È per questo che risulta importante l’aver svolto<br />
in precedenza esercizi base di focalizzazione<br />
e autocontrollo.<br />
1. Gestione del guinzaglio.<br />
2. Dare la direzione.<br />
3. Doggy Zen.<br />
4. Costruzione di un suono.<br />
5. Seduto.<br />
6. Hand.<br />
Età evolutiva di riferimento<br />
Questa attività evolutiva risulta abbastanza<br />
complessa da realizzare per il P.O., sia a <strong>livello</strong><br />
di comunicazione non verbale, sia nella gestione<br />
del guinzaglio. Non può essere somministrata<br />
al cane prima del quarto mese. Il guinzaglio,<br />
prima di diventare uno strumento di scacco<br />
(ciò che mi impedisce di raggiungere il target<br />
che si è mosso) deve diventare uno strumento<br />
di gestione quotidiana, legato a marcature<br />
emozionali positive. Inoltre, un cane di tre<br />
mesi, non dispone delle risorse cognitive per<br />
gestire una frustrazione sul predatorio ed essere<br />
in grado di coinvolgere il P.O. nel raggiungimento<br />
del target.<br />
5. Lanciamolo a qualche metro, assicurandoci<br />
che il cane abbia visto partire l’oggetto. Se,<br />
infatti, il cane si trova di ¾ rispetto a noi come<br />
nella posizione di seduto, potrebbe non<br />
accorgersi dell’oggetto che viene lanciato alle<br />
sue spalle. Da qui la necessità della posizione<br />
di partenza del cane al fianco del P.O.<br />
6. Quando il cane si muoverà nella direzione del<br />
target, non concediamogli terreno, ma al<br />
contrario, rimaniamo fermi senza far scorrere<br />
il guinzaglio.<br />
7. Attendiamo in silenzio che il cane, compreso<br />
di non potere raggiungere l’oggetto, ci guardi.<br />
8. Se il cane continua a fissare l'oggetto senza<br />
voltarsi a guardarci, facciamo scorrere il guinzaglio<br />
per tutta la sua lunghezza facendo due<br />
o tre passi indietro distanziandoci dal cane e<br />
rimanendo alle sue spalle. Svolgere il guinzaglio<br />
inizialmente corto non significa far avvicinare<br />
il cane al target al contrario creiamo<br />
una lacuna tra noi e il cane. Non rimaniamo<br />
in coda al cane ma trasliamoci a destra o a sinistra<br />
rimanendo alle sue spalle ad un paio di<br />
metri di distanza in modo da favorirlo nell'incontrare<br />
il nostro sguardo se dovesse girarsi.<br />
9. Se il cane ci guarda girando la testa verso di<br />
noi, lodiamolo subito con un “bravo” e andiamo<br />
insieme a raggiungere il target.<br />
10. Impostato il primo step, potremo gradualmente<br />
chiedere qualcosa di più al cane e<br />
non accontentarci dello sguardo.<br />
11. In questo caso invitiamolo a tornare indietro<br />
e a raggiungerci. Una volta affiancato lo premieremo<br />
con un “bravo” seguito da un bocconcino.<br />
Solo dopo andremo insieme verso<br />
il target.<br />
Parametri di adeguatezza<br />
a) Questa attività evolutiva è particolarmente<br />
utile per cani centrifugati che prendono<br />
l’iniziativa verso ciò che li attira, cercando di<br />
trascinarsi dietro il conduttore.<br />
b) Aiuta i cani con elevata motivazione predatoria<br />
nell’acquisizione degli autocontrolli.<br />
c) Potrebbe non essere consigliato per cani timidi<br />
e molto centripetati. Nonostante la pettorina,<br />
questo esercizio potrebbe preoccupare<br />
e inibire un cane con questo profilo, sentendosi<br />
bloccato nella sua iniziativa.<br />
d) La scelta del set è importante, soprattutto la<br />
superficie. Il cane, le prime volte, deve vedere<br />
bene l’oggetto lanciato di fronte a sé, in<br />
modo da costruirsi una rappresentazione<br />
chiara dell’attività. Se il cane perde di vista il<br />
95<br />
Attività evolutiva n°1
target e inizia a cercarlo con il naso, apre<br />
un’altra finestra cognitiva legata alla ricerca<br />
olfattiva e non alla vista, senso che più di altri<br />
dovrebbe essere coinvolto nella realizzazione<br />
corretta di questa attività.<br />
e) Lo step indicato al punto 11 non rappresenta<br />
soltanto un coefficiente di difficoltà superiore<br />
dell’attività evolutiva ma è un passaggio<br />
adeguato per i cani molto insistenti nel raggiungere<br />
i target in movimento, soprattutto<br />
se si trovano al guinzaglio.<br />
Attività evolutiva n°1 96
COME SCEGLIERE E DARE UN OSSETTO<br />
33<br />
Obiettivi<br />
Calma, gestione delle attenzioni e dell’arousal<br />
del cane.<br />
Obiettivi evolutivi specifici: insegnare al cane<br />
ad indirizzare l’attività di masticazione su oggetti<br />
che sono stati costruiti per svolgere questa<br />
funzione. Attraverso questi oggetti, aiutare il<br />
cane a gestirsi momenti di ansia dovuti dall’assenza<br />
del P.O. o momenti di noia in cui il cane<br />
mostra l’intenzione di fare qualcosa.<br />
Obiettivi lati o secondari: fornire al P.O. un primo<br />
schema di gestione delle attenzioni e una<br />
modalità operativa per interrompere un’attività<br />
del cane senza inibirlo, anzi offrendogli un’alternativa<br />
positiva, percorribile immediatamente.<br />
Questo accredita il P.O. agli occhi del cane.<br />
Premessa<br />
Il mordicchiare è uno dei problemi più frequenti<br />
che possiamo riscontrare in un cucciolo o in<br />
un cane adottato in età adulta, magari proveniente<br />
dal canile e non abituato all’ambiente domestico.<br />
Il cucciolo, inizialmente, vive con ansia<br />
il momento della separazione dal proprietario.<br />
Capita, dunque, che a partire dallo stato ansioso,<br />
il cane possa mordicchiare oggetti a cui teniamo:<br />
mobili, scarpe e quant’altro. Il compito del P.O.<br />
è non solo quello di interrompere il comportamento<br />
indesiderato, ma anche di offrire un’alternativa<br />
indirizzando il “mordicchiamento”,<br />
verso un oggetto atto alla masticazione. È chiaro<br />
che, soprattutto se si tratta di un soggetto adulto,<br />
le attività di sostituzione devono essere date insieme<br />
ad una serie di provvedimenti che vadano<br />
a rimuovere le cause dell’ansia.<br />
Correttezza<br />
Variante 1<br />
1. Vediamo il cane che sta mordicchiando la<br />
nostra scarpa.<br />
2. Avviciniamoci a lui e chiamiamolo cercando<br />
di ottenerne l’attenzione.<br />
3. Non appena interrompe l’attività di “mordicchiamento”,<br />
premiamolo con un “bravo” a<br />
cui possiamo far seguire anche un premio.<br />
4. Il premio alimentare dovrà essere somministrato<br />
al cane mentre ci allontaniamo insieme<br />
dall’oggetto.<br />
5. Una volta allontanati, recuperiamo l’ossetto<br />
che abbiamo scelto essere opportuno per<br />
quel momento.<br />
6. Chiediamo al cane di sedersi e, dopo aver<br />
manipolato l’ossetto tra le nostre mani incuriosendolo,<br />
concediamolo al cane.<br />
7. Se si indirizza verso la sua copertina a mangiarselo<br />
lodiamolo molto.<br />
Variante 2<br />
1. Scegliamo un Kong, delle dimensioni appropriate<br />
alla taglia del cane.<br />
2. Riempiamolo di cibo umido, facendolo aderire<br />
bene alle pareti interne dell’oggetto di<br />
gomma.<br />
3. Chiamiamo il cane verso di noi e porgiamogli<br />
il Kong.<br />
4. Usciamo dalla stanza per un lasso di tempo<br />
abbastanza lungo da permettere al cane di<br />
gustarsi il suo gioco.<br />
97<br />
Attività evolutiva n°1
5. Rientriamo nella stanza e, se vediamo il cane<br />
sulla sua copertina con il Kong tra le zampe,<br />
lodiamolo moltissimo.<br />
6. Riprendiamo il Kong e verifichiamo se il contenuto<br />
è stato consumato.<br />
7. Se è vuoto, lodiamo ancora il cane e riponiamo<br />
l’oggetto nella borsa dei giochi.<br />
Variante 3<br />
1. Prendiamo un “ufo interattivo” o una palla<br />
“Buster Cube”.<br />
2. Riempiamolo di crocchette e chiamiamo il<br />
cane verso di noi. Più le crocchette saranno<br />
incastrate, più difficile sarà farle uscire.<br />
3. Porgiamo l’oggetto al cane e impegnamoci<br />
in un’attività vicino a lui, senza rivolgergli<br />
l’attenzione.<br />
4. Se il cane smette di interagire con l’oggetto,<br />
prima che sia completata la soluzione dello<br />
stesso e si avvicina a noi, riportiamolo sull’oggetto<br />
e invitiamolo di nuovo ad interagirci.<br />
5. Torniamo alle nostre faccende distogliendo<br />
di nuovo l’attenzione dal cane.<br />
6. Quando il cane avrà svuotato l’oggetto dalle<br />
crocchette, lodiamolo e se necessario (se le<br />
nostre attività non sono terminate) riempiamolo<br />
una seconda volta e torniamo alle nostre<br />
occupazioni.<br />
7. Quando l’oggetto è di nuovo svuotato, raccogliamolo<br />
da terra lodando il cane e riponiamolo<br />
nella sacca dei giochi.<br />
8. Diamo il segnale di “finito” e torniamo alle<br />
nostre attività.<br />
Parametri di adeguatezza<br />
• La variante 1 è adeguata per rispondere a situazioni<br />
di “mordicchiamento” di un oggetto<br />
su cui non vogliamo che il cane eserciti questa<br />
attività. In questo caso il nostro obiettivo è<br />
sostituire il “mordicchiamento” o con un’altra<br />
attività o con un oggetto appositamente<br />
dedicato.<br />
• La variante 2 è adeguata per gestire situazioni<br />
di distacco e per indirizzare l’attività di<br />
masticazione conseguente alla crescita dello<br />
stato d’ansia di un cane che viene lasciato solo.<br />
• La variante 3 è adeguata per gestire situazioni<br />
in cui abbiamo la necessità di tenere impegnato<br />
il cane mentre stiamo facendo altro.<br />
• In commercio esistono diversi ossetti di pelle<br />
animale o di materiale più friabile. Dobbiamo<br />
dunque scegliere quello della giusta consistenza<br />
e delle giuste dimensioni per andare<br />
a sostituire un’attività di “mordicchiamento”.<br />
Propedeuticità<br />
Il fenomeno del “mordicchiamento”, come abbiamo<br />
cercato di spiegare nelle diverse varianti<br />
offerte dall’attività evolutiva, può originare da<br />
cause diverse, come l’emergere di un’ansia da<br />
separazione (anche se il fenomeno in rari casi è<br />
veramente patologico) o la mancanza di attenzioni<br />
da parte del P.O. Per affrontare correttamente<br />
il momento dei “mordicchiamenti”, il cane<br />
deve aver già lavorato insieme al P.O. sullo<br />
stato di calma legato alla copertina, sulla gestione<br />
delle attenzioni e sulla centripetazione in<br />
movimento. Il P.O., infatti, per reindirizzare la<br />
masticazione del cane, deve allontanare il soggetto<br />
dall’oggetto su cui non vogliamo si indirizzi<br />
e seguirci per prendere l’altro. Se il P.O.<br />
non ha lavorato sufficientemente sulla centripetazione<br />
di base, sarà difficile per lui interrompere<br />
l’attività del cane. L’ansia da separazione<br />
che il cucciolo vive quando il P.O. si allontana, è<br />
l’esito di una cattiva gestione del distacco, ma<br />
è anche un fenomeno legato all’inattività del<br />
soggetto. Una propedeutica per evitare fenomeni<br />
di “mordicchiamento” potrebbe essere,<br />
dunque, il soddisfacimento dei bisogni psicofisici<br />
del cane, attraverso uno schema chiaro di<br />
uscite quotidiane e la somministrazione di attività<br />
evolutive che lo tengano impegnato, soprattutto<br />
dal punto di vista mentale.<br />
1. Centripetazione in movimento<br />
2. Lavoro sulla calma legato alla copertina<br />
3. Gestione delle attenzioni<br />
4. Apertura e chiusura delle interazioni<br />
Attività evolutiva n°1 98
Età evolutiva di riferimento<br />
Il “mordicchiamento” è un fenomeno che generalmente<br />
si manifesta quando il cucciolo è molto<br />
piccolo, intorno ai due / tre mesi. È per questo<br />
che gli strumenti base per la sostituzione di<br />
questa abitudine fastidiosa vanno acquisiti appena<br />
il cucciolo arriva in casa. Il P.O., insieme al<br />
cibo per cani, non deve dimenticarsi di acquistare<br />
oggetti atti alla masticazione, di consistenza<br />
e grandezza diversa a seconda dell’occasione.<br />
È un dato di fatto che i problemi connessi<br />
alla masticazione di oggetti siano attribuiti<br />
anche a cani in età adulta. In questo caso,<br />
cercando di fare prima un’anamnesi approfondita,<br />
affronteremo la situazione con gli stessi<br />
mezzi che utilizziamo per il cucciolo.<br />
La scelta dovrebbe tenere in considerazione<br />
la consistenza (durezza del materiale) e le dimensioni<br />
(osso grande, medio o piccolo) rispetto<br />
al <strong>livello</strong> di arousal e taglia del cane.<br />
L’osso deve essere più duro e grande se il cane<br />
ha un <strong>livello</strong> di attivazione emozionale<br />
molto alto, tuttavia, dobbiamo considerare<br />
questo dato anche in relazione alla taglia del<br />
cane.<br />
• Se si sceglie un osso troppo grande per un<br />
cane con un arousal molto alto, rischiamo di<br />
sortire l’effetto contrario, non abbassando<br />
ma alzando l’arousal.<br />
• Oltre agli ossetti, possiamo somministrare<br />
anche giochi individuali abbastanza resistenti,<br />
come il Kong, che può essere riempito di<br />
cibo umido e le palline dentate di diversa forma<br />
che, negli spazi tra i denti, possono essere<br />
riempite di cibo umido o formaggio spalmabile.<br />
• Il Kong riempito con le crocchette o l’“Ufo<br />
interattivo”, sono sempre giochi individuali,<br />
ma con un obbiettivo diverso: non quello di<br />
sostituire la masticazione di un oggetto su<br />
cui non è consentito farlo, ma sostituire il<br />
“mordicchiamento” con un altro tipo di attività,<br />
che prevede l’impegno cognitivo del cane<br />
attraverso la scelta di un operante, per<br />
conquistarsi la risorsa alimentare.<br />
• Con l’“ufo” il cane deve dare colpetti con<br />
il muso.<br />
• Con il Kong riempito di crocchette, deve<br />
prenderlo in bocca e lasciarlo cadere oppure<br />
utilizzare le zampe o il muso per farlo<br />
roteare a terra.<br />
• È possibile somministrare questo tipo di oggetti<br />
al cane non solo al momento della sostituzione<br />
dell’attività di “mordicchiamento”,<br />
ma anche a scopo preventivo. Il “mordicchiare”,<br />
infatti, non sempre è espressione di un<br />
carico di ansia, ma può essere un’attività di<br />
intrattenimento dopo un impegno oneroso,<br />
come il nostro fumarci una sigaretta, o semplicemente<br />
un modo gratificante per passare<br />
il tempo.<br />
99<br />
Attività evolutiva n°1