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Schede esercizi al 13_7_2010 - SIUA

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24<br />

Ric<strong>al</strong>co e guida<br />

Obiettivi: autocontrolli, c<strong>al</strong>ma, <strong>al</strong>lineamento<br />

Premessa:<br />

Con il termine ric<strong>al</strong>co intendiamo qu<strong>al</strong>cosa che ha che fare con il processo di empatia, ovvero<br />

quel movimento interiore che ci porta a metterci nei panni del cane e a sintonizzarci sulla sua<br />

lunghezza d’onda. Fare questo significa gettare le premesse per instaurare un di<strong>al</strong>ogo profondo<br />

con l’anim<strong>al</strong>e. Con il termine guida intendiamo la capacità di saper indirizzare il cane, con<br />

gradu<strong>al</strong>ità, verso l’obiettivo che ci siamo posti, ad esempio l’equilibrio nell’ambito dell’attivazione<br />

emozion<strong>al</strong>e. Riuscire a mettere insieme i due processi appena descritti significa operare il “ric<strong>al</strong>co e<br />

guida” sul cane. Questo comporta per la persona che affronta questo capitolo della relazione<br />

uomo-cane, da una parte la capacità di c<strong>al</strong>ibrare il proprio stato di attivazione emozion<strong>al</strong>e, la<br />

nostra disponibilità a metterci in gioco ad aprire finestre dimension<strong>al</strong>i fin ora rimaste chiuse,<br />

d<strong>al</strong>l’<strong>al</strong>tra si dovrà essere in grado di proporre <strong>al</strong> cane attività svolte correttamente e adeguate a<br />

guidare il soggetto verso lo stato posizion<strong>al</strong>e che ci siamo posti come obiettivo. Ciò “<strong>al</strong>lenerà” il<br />

cane a un maggior autocontrollo, a una fluttuazione di arous<strong>al</strong> più contenuta e a riposizionarsi più<br />

velocemente <strong>al</strong>l’interno del parametro ordinario, che cercheremo di portare ad essere quanto più<br />

possibile intermedio. Il processo di ric<strong>al</strong>co e guida oltre ad essere una mod<strong>al</strong>ità operativa specifica<br />

<strong>al</strong>l’interno del parametro di arous<strong>al</strong> è anche un parametro educativo più generico. Esistono due<br />

tipologie di proprietari, quelli che eccedono nel ric<strong>al</strong>care il cane e quelli che invece esagerano nel<br />

guidarlo. I primi tendono a essere troppo consenzienti <strong>al</strong>le richieste del cane, empatizzano troppo<br />

e cedono continuamente <strong>al</strong>le sue iniziative dandogli sostanzi<strong>al</strong>mente il ruolo di coordinatore, i<br />

secondi invece cercano sempre di contenere il cane, di averlo sempre sotto controllo e in questo<br />

modo rischiano di inibire il soggetto o di fargli vivere un prolungato stato di frustrazione che porta a<br />

forme di stress anche grave.<br />

Correttezza:<br />

1. Scegliamo un set adeguato, un luogo recintato e abbastanza ampio da permettere lo<br />

svolgimento di attività ludiche con componente cinetica.<br />

2. V<strong>al</strong>utiamo l’arous<strong>al</strong> del cane nel qui ed ora.<br />

3. Posizioniamoci sulle corde del cane, modulando la nostra C.N.V.<br />

4. Proponiamo attività in linea con l’arous<strong>al</strong> del cane.<br />

5. Attraverso C.N.V. e attività adeguate, guidiamo gradu<strong>al</strong>mente il cane verso un diverso<br />

stato di arous<strong>al</strong>


6. Riportiamo il cane verso un arous<strong>al</strong> intermedio.<br />

7. Chiudiamo l’interazione.<br />

Parametri di adeguatezza:<br />

a) Per guidare verso un abbassamento dell’arous<strong>al</strong> si potranno proporre ricerca olfattiva non<br />

strutturata, carezze corrette, grooming.<br />

b) Per <strong>al</strong>zare l’arous<strong>al</strong> si potrà ricorrere <strong>al</strong> movimento, <strong>al</strong>l’ingaggio cinetico, <strong>al</strong>la cornice ludica,<br />

<strong>al</strong>la presentazione di novità.<br />

c) Anche se questo è il prontuario del ric<strong>al</strong>co e guida dobbiamo comunque utilizzare queste<br />

attività ludiche in relazione <strong>al</strong> soggetto specifico, quindi essere in grado di capire che cosa<br />

inn<strong>al</strong>za o abbassa l’arous<strong>al</strong> a quel particolare soggetto, e qu<strong>al</strong>e è la sua chiave di<br />

ingaggio.<br />

Obiettivi evolutivi specifici: portare il posizionamento del cane ad un livello di arous<strong>al</strong> ordinario il più<br />

possibile intermedio, <strong>al</strong> fine di favorirne il benessere e l’integrazione nell’ecumene umana.<br />

Obiettivi lati o secondari: fornire <strong>al</strong> P.O. le coordinate non solo per entrare in sintonia con il proprio<br />

cane, ma anche per entrare in relazione con i cani in gener<strong>al</strong>e, affinando le proprie capacità<br />

comunicative.<br />

Propedeuticità:<br />

E’ chiaro che non esiste la possibilità di operare <strong>al</strong>l’interno del “ric<strong>al</strong>co e guida” senza che la<br />

persona conosca i fondamenti della C.N.V. Inoltre le possibilità di successo saranno inferiori nel<br />

caso di soggetti che non hanno lavorato in nessun modo sulla c<strong>al</strong>ma e che sono abituati a<br />

ricevere attenzioni, quando hanno l’arous<strong>al</strong> <strong>al</strong>to. Il processo di “ric<strong>al</strong>co e guida” può essere<br />

re<strong>al</strong>izzato sullo sfondo di qu<strong>al</strong>siasi tipo di interazione. Possiamo metterlo in pratica anche <strong>al</strong>l’interno<br />

di una sessione di contatto, come il massaggio, anche se è evidente che assume una consistenza<br />

maggiore se re<strong>al</strong>izzato <strong>al</strong>l’interno di una cornice ludica dell’interazione. Una propedeutica<br />

importante in questo caso potrebbe essere la conoscenza di <strong>al</strong>cune attività ludiche di base.<br />

1. Lavoro sulla c<strong>al</strong>ma legato <strong>al</strong>la copertina<br />

2. Lavoro sulla c<strong>al</strong>ma in ambiente esterno<br />

3. Gestione delle attenzioni<br />

4. Apertura e chiusura delle interazioni<br />

5. Come, quando e se accarezzare il proprio cane<br />

6. Lo scambio<br />

7. Tira e molla


Età evolutiva di riferimento:<br />

Il processo di ric<strong>al</strong>co e guida può essere uno strumento utilizzabile fin da subito con il cucciolo e<br />

condotto in par<strong>al</strong>lelo <strong>al</strong> lavoro sulla c<strong>al</strong>ma. Il soggetto per arrivare ad apprezzare un’attività<br />

basata sul ric<strong>al</strong>co e guida, deve aver acquisito <strong>al</strong>meno tutte le propedeuticità del caso. Quando il<br />

cucciolo è molto piccolo, infatti, apprende <strong>al</strong>l’interno della cucciolata ad interrompere le<br />

interazioni troppo inisistenti o irruenti. Nell’interazione con gli <strong>al</strong>tri cani arricchisce quotidianamente<br />

il suo linguaggio mettendo in pratica i segn<strong>al</strong>i d’ arresto, ma è intorno ai sei mesi che inizia a<br />

strutturare a vivere delle fluttuazioni di arous<strong>al</strong> che vanno ric<strong>al</strong>cate e guidate d<strong>al</strong>la persona.


25<br />

Ricerca olfattiva semplice<br />

Obiettivi: concentrazione, abbassamento dell’arous<strong>al</strong><br />

Premessa:<br />

Il cane come tutti sappiamo ha delle grandissime doti olfattive, <strong>al</strong>cune razze, come i segugi, ne<br />

sono più dotati di <strong>al</strong>tre ma tutti possiedono sin d<strong>al</strong>la nascita un orientamento sul mondo basto sulla<br />

percezione di molecole olfattive. E’ evidente, osservando il cane oggi, che molti soggetti hanno<br />

delle forti lacune nell’uso di queste capacità olfattive, a causa del contesto e delle condizioni di<br />

vita gener<strong>al</strong>mente stressanti e frustranti per il cane . Una delle cause princip<strong>al</strong>i, risiede nel fatto che,<br />

il cane abitando città, sempre più cementificate, vive una dimensione che non gli consente di<br />

esplicitare ed esercitare le sue doti olfattive, nel miglior modo possibile. Infatti, l’<strong>esercizi</strong>o dell’olfatto<br />

e della capacità di seguire una pista olfattiva, è molto legato <strong>al</strong>la motivazione perlustrativa ed<br />

esplorativa, che a volte, per esigenze gestion<strong>al</strong>i del P.O., il cane non può soddisfare (uscite brevi,<br />

poco frequenti, sempre gli stessi tragitti, cane relegato in giardino,…) Spesso non è permesso <strong>al</strong><br />

cane di vivere momenti di libertà o a causa di norme che impongono di tenerlo <strong>al</strong> guinzaglio o per<br />

l’eccessiva ansia del proprietario che non ha sufficiente fiducia in lui (“ho paura che se lo libero,<br />

poi scappa” “quando lo libero poi non ubbidisce e non torna”, “ho paura che gli <strong>al</strong>tri cani gli<br />

facciano del m<strong>al</strong>e”). Il cane vivrà <strong>al</strong>lora l’uscita <strong>al</strong>l’esterno, a) con un arous<strong>al</strong> troppo basso dato<br />

d<strong>al</strong>la demotivazione, b) con un picco di arous<strong>al</strong> troppo <strong>al</strong>to. In entrambi i casi, il cane non è in<br />

grado di utilizzare l’olfatto in maniera appropriata e pian piano, non <strong>al</strong>lenando questa sua<br />

capacità, si depotenzierà a livello cognitivo. Il naso del cane è molto potente ma <strong>al</strong>trettanto deve<br />

essere la rete neuron<strong>al</strong>e che ne supporta la ricezione cognitiva dei report sensori<strong>al</strong>i. Se il naso non<br />

è utilizzato correttamente si rischia un processo di apoptosi, in <strong>al</strong>tre parole un abbattimento<br />

neuron<strong>al</strong>e delle reti sinaptiche coinvolte nell’<strong>esercizi</strong>o olfattivo. Spesso i proprietari non<br />

propongono <strong>al</strong> proprio cane attività olfattive, delegando l’<strong>esercizi</strong>o dell’olfatto <strong>al</strong>la pratica<br />

quotidiana di esplorazione del terreno che il cane compie in autonomia. Preferiscono orientarsi su<br />

giochi di movimento come il lancio della p<strong>al</strong>lina, l’inseguimento, ecc .. o di competizione come la<br />

lotta, il tira e molla ed <strong>al</strong>tri. Consideriamo che la ricerca olfattiva per un cane è un’attività che<br />

richiede molta concentrazione, la stessa che è richiesta a noi esseri umani quando leggiamo un<br />

libro, ed ha bisogno, dunque, di un <strong>esercizi</strong>o continuo e sempre più ricco di difficoltà, in modo che<br />

il soggetto sia messo sempre di fronte <strong>al</strong>la necessità di migliorarsi.


Correttezza:<br />

1. Scegliamo un set adeguato ad esempio un prato recintato.<br />

2. Chiamiamo il cane verso di noi e premiamolo quando arriva.<br />

3. Se riusciamo, indichiamogli di prendere la posizione di “seduto” accanto a noi.<br />

4. Prendiamo dei bocconcini in mano abbastanza grandi e molto profumati. Portiamoli davanti<br />

<strong>al</strong> naso del cane tenendo il pugno ben stretto.<br />

5. Dopo qu<strong>al</strong>che secondo che il cane avrà annusato e cat<strong>al</strong>ogato la tipologia di odore,<br />

lanciamoli spargendoli a una distanza di <strong>al</strong>meno un metro e mezzo/due, da noi.<br />

6. Diamo il via <strong>al</strong> cane <strong>al</strong>la ricerca con il segn<strong>al</strong>e verb<strong>al</strong>e di “Cerca”.<br />

7. Se il cane ha difficoltà a trovare i bocconcini e si rivolge a noi per chiedere aiuto,<br />

riportiamolo sull’area dove è avvenuto lo spargimento, e accompagnandolo con il gestu<strong>al</strong>e<br />

della mano, ripetiamogli la parola “Cerca”.<br />

8. E’ assolutamente importante che il cane abbia il tempo di annusare e di ricercare i<br />

bocconcini. Attendiamo il più possibile prima di dare un aiuto, aspettiamo che sia lui a<br />

chiedercelo esplicitamente.<br />

9. Mentre il cane sta svolgendo l’attività di ricerca, non distraiamolo in nessun modo, nemmeno<br />

con espressioni d’incitazione.<br />

10. L’attività olfattiva richiede la massima concentrazione.<br />

Parametri di adeguatezza:<br />

a) Con cani insicuri o con difficoltà nel distacco, prima della “ricerca olfattiva semplice”, si<br />

potrebbe proporre una sorta di scia formata da tante briciole poste a poca distanza l’una<br />

d<strong>al</strong>l’<strong>al</strong>tra, con <strong>al</strong>la fine un premio molto appetitoso. In questo modo il cane otterrà<br />

gratificazione a distanza d<strong>al</strong> proprietario, a tutto vantaggio della sua autoefficacia.<br />

b) E’ un’attività molto adeguata con cani possessivi, perché aumenta la perlustratività del<br />

cane, lavorando in maniera controlater<strong>al</strong>e.<br />

c) E’ assolutamente inopportuno in quest’attività dire “NO” <strong>al</strong> cane se si sta orientando verso<br />

un’area dove non si trovano i bocconcini. Questo potrebbe inibire il cane a continuare in<br />

maniera fruttuosa la ricerca. Il cane ricerca la prima fonte <strong>al</strong>imentare odorando le<br />

molecole nell’aria. Se in quel momento il vento si sta muovendo, è probabile che il cane sia<br />

sviato nella ricerca per poi tornare sulla pista giusta. Proprio questo lavoro di ricerca è<br />

funzion<strong>al</strong>e <strong>al</strong>l’abbassamento dell’arous<strong>al</strong>.<br />

Obiettivi evolutivi specifici: insegnare <strong>al</strong> cane a svolgere una ricerca olfattiva in seguito <strong>al</strong> segn<strong>al</strong>e<br />

verb<strong>al</strong>e di “Cerca”, con l’obiettivo di abbassarne l’arous<strong>al</strong>. L’attività di ricerca può essere un<br />

preliminare cui far seguire un'<strong>al</strong>tra attività. La ricerca olfattiva, abbassando l’arous<strong>al</strong>, posiziona il<br />

cane ad un livello intermedio di attivazione emozion<strong>al</strong>e, che è quello più opportuno, per<br />

l’apprendimento e l’integrazione del soggetto nel contesto soci<strong>al</strong>e.


Obiettivi lati o secondari: la ricerca olfattiva semplice ci consentirà in futuro di costruire uno<br />

schema di attività ludica sempre più complessa, indirizzando l’attività di ricerca, verso una<br />

molteplicità di oggetti.<br />

Propedeuticità:<br />

Al fine di dar vita ad una ricerca olfattiva, sia pure di tipo semplice, è necessario che il cane rispetti<br />

uno schema di lavoro, ovvero, si sieda <strong>al</strong> nostro fianco e sia in grado di auto controllarsi, prima di<br />

iniziare la ricerca. La ritu<strong>al</strong>ità e lo sforzo olfattivo, aumentano la concentrazione del soggetto e ne<br />

abbassano l’arous<strong>al</strong>.<br />

1. Segn<strong>al</strong>i di controllo, seduto, terra, resta<br />

2. Ciotola<br />

3. Soglia<br />

4. Hand<br />

Età evolutiva di riferimento:<br />

Il naso del cane va <strong>al</strong>lenato sin da subito, d<strong>al</strong>l’età di tre mesi. Non trattandosi di una ricerca<br />

olfattiva complessa il cane, anche quando è cucciolo, ha tutti gli elementi per risolvere il<br />

problema. La capacità di concentrarsi su una ricerca olfattiva, sviluppa moltissimo le capacità<br />

cognitive del cane. Prima iniziamo, minori saranno i processi di abbattimento neuron<strong>al</strong>e, anzi<br />

sempre più connessioni sinaptiche si re<strong>al</strong>izzeranno, andando a potenziare la mente del cane.


26<br />

Lo scambio<br />

Obiettivi: lo scambio, condivisione, cooperazione, lavoro su arous<strong>al</strong><br />

Premessa:<br />

Immaginiamo che le motivazioni del cane siano come i led di un equ<strong>al</strong>izzatore music<strong>al</strong>e, dove<br />

<strong>al</strong>cuni v<strong>al</strong>ori del suono, come i bassi, sono preponderanti su <strong>al</strong>tri, come i medi o gli <strong>al</strong>ti. In ogni<br />

razza, <strong>al</strong>cune motivazioni hanno un volume maggior rispetto <strong>al</strong>le <strong>al</strong>tre. I molossi o i terrier, per<br />

esempio, hanno tra le motivazioni enfatiche quella possessiva. Proprio con soggetti di questo tipo,<br />

dobbiamo lavorare molto, affinché la motivazione possessiva sia depotenziata, a favore di quella<br />

collaborativa. Riuscire a scambiare un oggetto con il cane, non solo lavora sull’enfatizzazione della<br />

motivazione collaborativa, ma rafforza la fiducia <strong>al</strong>l’interno della relazione. Il cane, infatti,<br />

apprende che il P.O., non vuole sottrargli una risorsa ma semplicemente scambiarla con un'<strong>al</strong>tra.<br />

Questo, nei fatti, depotenzia la possessività e porta il cane a essere predisposto a orientarsi verso il<br />

P.O., piuttosto che tenersi la risorsa per sé.<br />

Correttezza:<br />

Variante 1: lo scambio di due oggetti ugu<strong>al</strong>i<br />

1. Scegliamo un set adatto come un ambiente chiuso libero da mobilia e abbastanza grande<br />

da poter lanciare una p<strong>al</strong>lina o un prato recintato senza troppi stimoli centrifugativi.<br />

2. Prendiamo due p<strong>al</strong>le perfettamente ugu<strong>al</strong>i.<br />

3. Lanciamone una <strong>al</strong> cane e aspettiamo che lui la rincorra.<br />

4. A questo punto tiriamo fuori d<strong>al</strong>la tasca la seconda p<strong>al</strong>lina e iniziamo a giocarci, ignorando il<br />

cane. Più lo facciamo in maniera appariscente e meglio è. Dobbiamo dimostrare <strong>al</strong> cane<br />

che ci stiamo divertendo molto a giocare con la p<strong>al</strong>lina che abbiamo in mano.<br />

5. Quando il cane si indirizza verso di noi con la sua p<strong>al</strong>lina in bocca e lascia la sua, per<br />

interessarsi <strong>al</strong>la nostra, diciamogli “bravo” e lanciamo la p<strong>al</strong>la che abbiamo in mano nella<br />

direzione opposta a quella precedente.<br />

6. Se il cane lascia molto lontano da noi la sua p<strong>al</strong>la, torniamo a muoverla, cercando di<br />

riattivarne l’interesse del cane.<br />

7. Ripetiamo la sequenza aspettando che il cane si muova con la sua p<strong>al</strong>la, nella nostra<br />

direzione.<br />

8. Quando la lascia, diciamogli “bravo” e lanciamo la nostra p<strong>al</strong>la nella direzione opposta da<br />

dove veniva il cane.


9. Solo dopo che il cane si è messo <strong>al</strong>l’inseguimento della p<strong>al</strong>la lanciata da noi, raccogliamo<br />

da terra quella che lui ha lasciato e continuiamo la sequenza.<br />

10. E’ importante che i lanci non avvengano sempre nella stessa direzione ma vadano a coprire<br />

l’intero raggio di direzioni intorno <strong>al</strong> P.O., in modo da far capire <strong>al</strong> cane che il fulcro del gioco<br />

siamo noi.<br />

11. Prima che il cane si annoi, il tempo varia a seconda dei soggetti, chiamiamo il cane e<br />

facciamolo venire verso di noi con la p<strong>al</strong>la in bocca. Nel p<strong>al</strong>mo di una mano mostreremo dei<br />

bocconcini, nell’<strong>al</strong>tra la p<strong>al</strong>la che abbiamo fin ora scambiato.<br />

12. Se il cane lascia la sua p<strong>al</strong>la e si indirizza verso i bocconi lasciamoglieli mangiare e nel<br />

frattempo recuperiamo la p<strong>al</strong>la caduta a terra.<br />

<strong>13</strong>. Mettiamo in tasca entrambe le p<strong>al</strong>le e diamo il segn<strong>al</strong>e di finito <strong>al</strong> cane.<br />

14. Se il cane lascia la sua p<strong>al</strong>la e si indirizza verso l’<strong>al</strong>tra, diciamogli bravo e facciamo ancora<br />

un <strong>al</strong>tro lancio.<br />

15. Riproponiamo il punto 11 e 12.<br />

Variante 2: lo scambio di due oggetti diversi<br />

1. Scegliamo, come nella variante 1, un set adeguato<br />

2. Prendiamo due oggetti, anche due p<strong>al</strong>le con forma e consistenza diversa, oppure giochi di<br />

<strong>al</strong>tra natura che siano adeguati ad essere tenuti in bocca.<br />

3. Lanciamo il primo oggetto e quando il cane si lancia <strong>al</strong> suo inseguimento, iniziamo a giocare<br />

con l’<strong>al</strong>tra p<strong>al</strong>la o oggetto che teniamo in mano.<br />

4. Ripetiamo la sequenza come nella variante 1 e chiudiamo <strong>al</strong>lo stesso modo.<br />

5. In questo caso, come nella variante precedente una volta che abbiamo ingaggiato il cane<br />

nella dinamica di scambio, potremmo inserire la parola “porta” quando il cane si indirizza<br />

con il suo oggetto verso di noi e la parola lascia quando il cane sta per lasciare l’oggetto<br />

che tiene in bocca.<br />

6. In questa variante saremo avvantaggiati, perché difficilmente i due oggetti avranno lo stesso<br />

v<strong>al</strong>ore d’importanza per il cane.<br />

7. L’oggetto che avrà meno v<strong>al</strong>ore, il cane tenderà a lasciarlo più in fretta.<br />

8. Proprio in questo caso, potremmo lavorare in anticipo e chiedergli il “lascia” prima che il<br />

cane molli l’oggetto che ha in bocca.<br />

9. Chiudiamo la sequenza come indicato nella variante 1 ai punti 11 e 12<br />

Parametri di adeguatezza:<br />

a) Lo scambio è particolarmente utile laddove si voglia andare a ridurre la possessività del<br />

cane, incrementando <strong>al</strong> contempo la sua fiducia nei nostri confronti.<br />

b) Con i cuccioli sarà anche utile per dare v<strong>al</strong>ore soci<strong>al</strong>e a determinati oggetti (p<strong>al</strong>line o<br />

comunque giochi destinati <strong>al</strong> cane) a scapito di oggetti qu<strong>al</strong>i ciabatte, telecomandi, ecc.<br />

che diventano interessanti per il cane, nostro m<strong>al</strong>grado, proprio in quanto lo sono per noi.


c) Con un cane che si trova in uno stato di <strong>al</strong>to arous<strong>al</strong>, potremo iniziare il gioco in modo<br />

molto dinamico e veloce, per poi r<strong>al</strong>lentarlo gradu<strong>al</strong>mente, fino a proporlo in modo statico,<br />

semplicemente appoggiando le p<strong>al</strong>line a terra.<br />

d) Se, <strong>al</strong> contrario, il cane è in uno stato di arous<strong>al</strong> basso, potremo iniziare l’attività in modo<br />

lento, aumentandone gradu<strong>al</strong>mente la dinamicità.<br />

Obiettivi evolutivi specifici: aumentare la collaboratività a discapito della possessività che è una<br />

motivazione autoriferita del cane. Aumentare la fiducia <strong>al</strong>l’interno della relazione portando il cane,<br />

da una parte a incuriosirsi di noi che teniamo un oggetto in mano e ci giochiamo, d<strong>al</strong>l’<strong>al</strong>tra a<br />

fidarsi di noi, vedendoci non come qu<strong>al</strong>cuno che sottrae una risorsa ma che la scambia con<br />

qu<strong>al</strong>cosa di più interessante. Una volta appreso il meccanismo, il cane non avrà più <strong>al</strong>cun interesse<br />

a difendere e contendere un oggetto che tiene in bocca.<br />

Obiettivi lati o secondari: gettare le prime basi del riporto. La dinamica di uno scambio che ha<br />

come fulcro il P.O. abitua il cane ad indirizzarsi verso la persona tenendo un oggetto in bocca e<br />

lasciandolo ai suoi piedi.<br />

Propedeuticità:<br />

Prima di re<strong>al</strong>izzare con successo quest’attività evolutiva, è necessario, che il cane sia motivato a<br />

tenere gli oggetti in bocca. Molti P.O. lasciano erroneamente i giochi sempre a disposizione del<br />

cane e questi lentamente perdono di v<strong>al</strong>ore, in quanto non sono una risorsa ambita, ma qu<strong>al</strong>cosa<br />

su cui il cane può prendere sempre l’iniziativa. Inoltre il cane deve essere incuriosito dai movimenti<br />

del P.O. e d<strong>al</strong>le cose che tiene in mano. Per re<strong>al</strong>izzare bene lo scambio è necessario che il cane<br />

abbia già costruito dei meccanismi di fiducia con il P.O., per esempio nelle fase del riaggancio del<br />

guinzaglio e nella manipolazione del corpo.<br />

1. Centripetazione in movimento<br />

2. Aggancio/sgancio<br />

3. P<strong>al</strong>estra con il corpo<br />

4. Il primo approccio <strong>al</strong> cane<br />

5. L’ingaggio<br />

Età evolutiva di riferimento:<br />

Le attività ludiche sono <strong>al</strong>la base dell’educazione del cane e sono quelle più fruttuose, da un punto<br />

di vista educativo, perché fanno leva sul consenso motivazion<strong>al</strong>e del cane. Inoltre, attraverso il<br />

gioco, il cane disciplina e incornicia le sue motivazioni, trovando target e contesti espressivi. Questa<br />

attività evolutiva, soprattutto con i soggetti che partono da un pacchetto motivazion<strong>al</strong>e basato<br />

sulla possessività e la territori<strong>al</strong>ità, va presentata a partire d<strong>al</strong>l’età di tre mesi, in modo che non si<br />

crei sin da subito, lo schema ludico classico dove il cane afferra cose e scappa per farsi seguire.


27<br />

Tira e molla<br />

Obiettivi: autoefficacia, autocontrollo, arous<strong>al</strong>, possessività<br />

Premessa:<br />

Il "tira e molla" è uno dei primi giochi che il cane propone di sua iniziativa <strong>al</strong> P.O., il qu<strong>al</strong>e spesso, gli<br />

permette di re<strong>al</strong>izzarlo su qu<strong>al</strong>siasi oggetto, come il guinzaglio, i lacci delle scarpe o un lembo di<br />

un maglione. Molti proprietari, da una parte acconsentono <strong>al</strong>le richieste ludiche del cane,<br />

d<strong>al</strong>l’<strong>al</strong>tra propongono troppo spesso questo gioco competitivo, fino a farlo diventare una mania.<br />

Con il risultato che per <strong>al</strong>cuni soggetti, il mondo appare come una serie di cose che si afferrano e<br />

si strappano, creando così dei gravi problemi di gestione.<br />

Con <strong>al</strong>cuni soggetti, soprattutto molossi,terrier e <strong>al</strong>cuni tipi di pastore, è molto importante<br />

disciplinare la possessività, la motivazione competitiva e l’inn<strong>al</strong>zamento di arous<strong>al</strong>, dando <strong>al</strong> gioco<br />

del "tira e molla" un target e un contesto espressivo molto preciso.<br />

Correttezza:<br />

Variante 1<br />

1. Scegliamo un set adeguato come un giardino recintato, o un prato dove non ci sia presenza<br />

di bambini, persone che corrono e <strong>al</strong>tri cani.<br />

2. Chiamiamo il cane verso di noi mostrandogli un oggetto atto per giocare <strong>al</strong> "tira e molla". In<br />

commercio ne esistono di molti tipi. Evitiamo di esercitare il "tira e molla" con oggetti impropri<br />

che possano ferire il cane o con oggetti di uso comune come vestiti, scarpe ecc..<br />

3. Per invitare il cane ad afferrare l’oggetto, basterà muoverlo in maniera scattosa, facendolo<br />

strisciare a terra, innescando la motivazione predatoria nel cane.<br />

4. Quando il cane avrà afferrato, offriamo una resistenza adeguata senza cercare di strappare,<br />

ma facendo una pressione costante.<br />

5. Dopo un tempo adeguato <strong>al</strong>l’interno del minuto, iniziamo a neutr<strong>al</strong>izzare la nostra postura,<br />

portiamoci in posizione eretta, afferriamo l’oggetto con entrambe le mani e avviciniamolo <strong>al</strong><br />

nostro corpo.<br />

6. Se questo non dovesse essere sufficiente a far mollare la presa <strong>al</strong> cane, portiamo l’oggetto<br />

verso il basso fino a toccare terra, tenendolo ben s<strong>al</strong>do fra le nostre mani e vicino ai nostri<br />

piedi.<br />

7. Dopo qu<strong>al</strong>che secondo il cane mollerà e mentre lo sta per fare, premiamolo con un “bravo”


seguito da bocconcini.<br />

8. Ripetiamo la sessione d<strong>al</strong> punto 1 stando attenti a non inn<strong>al</strong>zare troppo l’arous<strong>al</strong> del cane.<br />

9. Chiudiamo la sessione come indicato <strong>al</strong> punto 5 o 6 e 7.<br />

Variante 2<br />

1. La scelta del set è la medesima della Variante 1.<br />

2. Chiamiamo il cane verso di noi mostrandogli l’oggetto che abbiamo scelto per re<strong>al</strong>izzare il "tira<br />

e molla".<br />

3. Anche in questo caso, per spingere il cane ad afferrare il target, muoveremo l’oggetto in<br />

modo da stimolare il predatorio.<br />

4. Quando il cane avrà afferrato l’oggetto, iniziamo a offrire una resistenza attiva senza<br />

strattonare.<br />

5. Dopo qu<strong>al</strong>che secondo lasciamo l’oggetto <strong>al</strong> cane lodandolo.<br />

6. Tiriamo fuori d<strong>al</strong>la tasca un secondo oggetto ugu<strong>al</strong>e e invitiamo il cane <strong>al</strong>lo scambio E’<br />

possibile invitare il cane <strong>al</strong>lo scambio anche attraverso il boccone. (vedi Attività evolutiva n°<br />

26).<br />

7. Se avremo lavorato bene sullo scambio, non ci saranno problemi e potremo riproporre la<br />

sequenza di gioco.<br />

8. Questa volta non lasceremo l’oggetto <strong>al</strong> cane ma procederemo come nella variante 1.<br />

9. Non appena il cane starà per lasciare lo loderemo e lo premieremo con più bocconcini.<br />

10. A questo punto possiamo riprendere lo svolgimento per poi chiudere definitivamente,<br />

invitando il cane a lasciare e premiandolo con dei bocconcini.<br />

Parametri di adeguatezza:<br />

• La variante 1 è adeguata per soggetti che hanno un profilo caratteri<strong>al</strong>e molto sicuro e una<br />

possessività molto elevata, gener<strong>al</strong>mente legato ad un livello di arous<strong>al</strong> molto <strong>al</strong>to. Stiamo<br />

attenti in questo caso a non giudicare il cane sulla base della razza, piuttosto<br />

sull’osservazione attenta del soggetto.<br />

• La variante 2 è adeguata per soggetti che non sono particolarmente possessivi e che<br />

hanno un profilo caratteri<strong>al</strong>e docile e socievole. Questa variante prevede che l’oggetto<br />

venga lasciato <strong>al</strong> cane più volte. Dobbiamo essere attenti in questo caso a variare il<br />

numero delle volte in cui concediamo l’oggetto, a partire da una lettura del cane, sulla<br />

base della sua autostima e autoefficacia. Più un cane è insicuro e maggiori saranno le<br />

volte in cui concederò l’oggetto e lo lascerò vincere. Più sicuro e competitivo è il cane e<br />

meno volte lo lascerò conquistare l’oggetto.<br />

a) Con cani con motivazione possessiva, predatoria, competitiva molte <strong>al</strong>te, il gioco deve<br />

essere proposto con molta attenzione, per tempi brevi, e non spesso.<br />

b) Con cani con arous<strong>al</strong> medio-<strong>al</strong>to, potremo iniziare il gioco in modo dinamico andando


gradu<strong>al</strong>mente a r<strong>al</strong>lentarlo, riducendo, per esempio, la forza esercitata sull’oggetto<br />

conteso, fino a tenerlo semplicemente fermo rimanendo immobili( “Ric<strong>al</strong>co e guida”, vedi<br />

attività evolutiva n°24).<br />

c) Dovremo comunque v<strong>al</strong>utare con attenzione il livello di arous<strong>al</strong> di partenza del cane: se<br />

fosse troppo <strong>al</strong>to proporre il gioco potrebbe essere controproducente e arrivare a creare<br />

una situazione problematica.<br />

d) Con cani con arous<strong>al</strong> basso potrà essere necessario protrarre la fase d’ingaggio rendendo<br />

interessante l’oggetto non solo con il movimento, ma anche con l’esplorazione. In <strong>al</strong>cuni<br />

casi potrà essere utile saggiare la reazione del cane con oggetti diversi.<br />

Obiettivi evolutivi specifici: disciplinare la motivazione possessiva e competitiva fornendo una<br />

mod<strong>al</strong>ità espressiva che tenga conto dell’adeguatezza dell’oggetto e del contesto espressivo.<br />

Obiettivi lati o secondari: aumentare l’autostima e l’autoefficacia del cane a partire da una delle<br />

attività che più motivano il cane. Apertura di una prima finestra ludica trovando una chiave<br />

d’accesso per ingaggiare il cane.<br />

Propedeuticità:<br />

Per riuscire a creare una sequenza corretta nello svolgimento dell’attività ludica, è necessario che il<br />

cane abbia già lavorato, in precedenza, sulla scambio e sulla fiducia nei confronti del P.O. Inoltre,<br />

se il “tira e molla” è una delle attività che il cane preferisce, si rischia di avere un’attivazione<br />

emozion<strong>al</strong>e fuori sc<strong>al</strong>a. E’ importante che il P.O. abbia lavorato in precedenza sulla c<strong>al</strong>ma e sulla<br />

gestione delle attenzioni, quindi abbia dato delle indicazioni precise <strong>al</strong> cane sulle regole di<br />

interazione soci<strong>al</strong>e.<br />

1. Lavoro sulla c<strong>al</strong>ma legato <strong>al</strong>la copertina sia in ambiente domestico che <strong>al</strong>l’esterno.<br />

2. Gestione delle attenzioni<br />

3. Aggancio/sgancio<br />

4. Lo scambio<br />

Età evolutiva di riferimento:<br />

Come abbiamo detto più volte il “tira e molla” è una delle prime attività ludiche che il cane ci<br />

proporrà, quindi dovremmo essere subito in grado di capire, non solo se quel particolare gioco è<br />

adeguato per quel soggetto ma soprattutto disciplinarlo in maniera chiara. I pericoli di<br />

gener<strong>al</strong>izzazione legati ad una attività ludica come questa sono molto <strong>al</strong>ti. Quindi proponiamo il<br />

“tira e molla” fin da subito, a partire dai tre mesi di vita del cane, prima che sia lui a strutturare una<br />

versione del gioco, che potrebbe diventare problematica. E’ possibile somministrare l’attività<br />

evolutiva, anche con un cane adulto, andando a disciplinare una motivazione importante come<br />

quella competitiva.


28<br />

P<strong>al</strong>estra con il corpo<br />

Obiettivi: pro-soci<strong>al</strong>ità, arous<strong>al</strong>, cinestesi.<br />

Premessa:<br />

Questa attività evolutiva, a seconda di come viene svolta, ha una molteplicità di obiettivi.<br />

Senz’<strong>al</strong>tro lavora sulla fiducia del cane nei confronti della persona, portando il cane a muoversi in<br />

stretta vicinanza con il nostro corpo, e a legare ad esso emozioni positive e gratificazioni.<br />

Aumentando la fiducia del cane nel nostro corpo, ci accreditiamo agli occhi del cane e<br />

riduciamo il rischio di fraintendimenti comunicativi. Se faremo giocare il cane, con c<strong>al</strong>ma e<br />

concentrazione, potremo lavorare, <strong>al</strong> contempo, sull’arous<strong>al</strong> del cane e sulla sua cinestesi. Molto<br />

spesso i P.O. non sono attenti a creare un atteggiamento di fiducia del cane nei confronti del loro<br />

corpo. Non notano manipolazioni scorrette, invasioni dello spazio di rilassamento e sicurezza del<br />

cane, come la copertina. Non curano le fasi di aggancio/sgancio e riaggancio del guinzaglio,<br />

quando ancora eseguono queste operazioni scorrettamente. Tutti questi errori possono portare a<br />

compromettere la fiducia del cane, nel cono di spazio che descrive il movimento delle nostre<br />

braccia e delle nostre gambe. Una caduta di fiducia <strong>al</strong>l’interno della relazione ma che rischia di<br />

gener<strong>al</strong>izzarsi in problemi di pro-soci<strong>al</strong>ità del cane nei confronti delle persone.<br />

Correttezza:<br />

Variante 1<br />

1. Scegliamo un set adeguato come uno stanzone con della moquette, una stanza<br />

abbastanza ampia di un appartamento o un giardino con un buon manto erboso.<br />

2. Chiamiamo il cane verso di noi e premiamolo quando arriva.<br />

3. Utilizziamo una mano come target per guidare il cane.<br />

4. Tenendo le gambe aperte di fronte <strong>al</strong> cane, lo guideremo a passarci sotto e lo premieremo<br />

se lo farà.<br />

5. Se il cane esita, rimanendo in posizione eretta, facciamo cadere un bocconcino davanti a<br />

noi, mentre il cane sta mangiando, facciamone cadere uno più avanti disegnando la<br />

strada del passaggio, sotto le nostre gambe.<br />

6. Ripetiamo la stessa azione <strong>al</strong> contrario.<br />

7. Sempre utilizzando la mano come target, faremo compiere <strong>al</strong> cane una specie di otto<br />

intorno <strong>al</strong>le gambe aperte, in un verso e nell’<strong>al</strong>tro. Anche in questo caso se la mano non è<br />

sufficiente, disponiamo progressivamente dei bocconcini come per disegnare la traiettoria


del cane e coinvolgiamolo in una pista olfattiva.<br />

8. Potremo poi utilizzare la nostra gamba tesa come un ostacolo da s<strong>al</strong>tare, o metterci a<br />

quattro zampe, formando una sorta di ponte, oppure quant’<strong>al</strong>tro potrà suggerirci la nostra<br />

fantasia.<br />

9. Una volta che il cane non ha problemi ad affrontare i diversi passaggi, possiamo anche far<br />

sentire <strong>al</strong> cane il contatto della nostra mano o di parti del nostro corpo <strong>al</strong> suo passaggio.<br />

Variante 2<br />

1. La scelta del set in questo caso ricade <strong>al</strong>l’aperto, su un prato.<br />

2. Chiamiamo uno o più figuranti e chiediamo loro di disporsi a una certa distanza l’uno<br />

d<strong>al</strong>l’<strong>al</strong>tro a gambe aperte.<br />

3. Chiamiamo il cane lontano dai figuranti e premiamolo quando arriva.<br />

4. Avviciniamoci insieme <strong>al</strong> cane approcciando l’estraneo d<strong>al</strong>le sp<strong>al</strong>le.<br />

5. Gettiamo un bocconcino tra le gambe della persona e invitiamo il cane a prenderlo.<br />

6. Mentre il cane sta mangiando, poniamone un <strong>al</strong>tro più avanti, anche in questo caso,<br />

disegnandogli il passaggio.<br />

7. Se il cane consuma il premio e si ritrae, non diciamogli in nessun modo “No”. Lo stesso v<strong>al</strong>e<br />

se il cane, per mangiare il secondo bocconcino, facesse il giro della persona senza<br />

passargli sotto le gambe.<br />

8. Se il cane rifiuta di prendere il bocconcino che viene gettato tra le gambe del figurante,<br />

iniziamo a tracciare la pista olfattiva, a partire da un metro, un metro e mezzo d<strong>al</strong>la<br />

persona.<br />

9. Se riusciamo a far passare il cane, lodiamolo abbondantemente e proviamo questa volta a<br />

farlo passare sotto le gambe, affrontando il figurante, front<strong>al</strong>mente.<br />

10. Anche in questo caso possiamo rendere fantasioso l’<strong>esercizi</strong>o disegnando un otto,<br />

accoppiando i figuranti oppure facendo un tunnel ecc..<br />

11. Quando il cane non dimostra di aver più problemi nei diversi passaggi, chiediamo ai<br />

figuranti di toccare delicatamente il cane nelle aree fredde <strong>al</strong> suo passaggio sotto le<br />

gambe.<br />

Parametri di adeguatezza:<br />

• La variante 1 è adeguata per soggetti che non hanno grossi problemi di fiducia e pro<br />

soci<strong>al</strong>ità nei confronti del P.O. e delle persone in gener<strong>al</strong>e.<br />

• La variante 2 è adeguata per soggetti che, seppure hanno fiducia nel P.O., non hanno un’<br />

adeguata pro-soci<strong>al</strong>ità nei confronti degli estranei.<br />

a) Con cani con arous<strong>al</strong> <strong>al</strong>to l’<strong>esercizi</strong>o potrà essere fatto con estrema lentezza, cercando la<br />

concentrazione e la consapevolezza del cane su ciò che sta facendo. In questo potrebbe<br />

aiutarci, l’utilizzo di bocconcini che potranno essere posti uno a uno a terra portando a<br />

r<strong>al</strong>lentare i movimenti del cane, fino anche a farlo fermare, per esempio, sotto le nostre


gambe.<br />

b) Con cani timorosi per i qu<strong>al</strong>i l’avvicinamento front<strong>al</strong>e potrebbe essere eccessivamente<br />

difficoltoso, si potrà proporre l’avvicinamento <strong>al</strong>le nostre sp<strong>al</strong>le. Oppure, con l’aiuto di<br />

qu<strong>al</strong>che bocconcino, limitarsi, nelle prime fasi, a fare esplorare il nostro corpo, ponendoci<br />

per esempio abbassati, non front<strong>al</strong>i e senza guardare il cane.<br />

Obiettivi evolutivi specifici: aumento della fiducia <strong>al</strong>l’interno del binomio e potenziamento della<br />

pro-soci<strong>al</strong>ità del soggetto. Se abituiamo il cane a non temere il nostro corpo e quello degli <strong>al</strong>tri, il<br />

suo profilo socio-relazion<strong>al</strong>e, sarà aperto e rilassato, quindi integrativo.<br />

Obiettivi lati o secondari: abituare il cane <strong>al</strong> movimento negli spazi ristretti e a sentirsi <strong>al</strong> sicuro in<br />

mezzo <strong>al</strong>le persone. Se il cane è in grado di passare sotto le nostre gambe e di accettare il nostro<br />

corpo come una p<strong>al</strong>estra, significa che sarà disposto a muoversi intorno <strong>al</strong> nostro corpo con<br />

facilità e questo potrebbe essere molto comodo a livello gestion<strong>al</strong>e nei direzionamenti.<br />

Propedeuticità :<br />

Non ci sono in questo caso delle attività evolutive propedeutiche <strong>al</strong>la costruzione della fiducia,<br />

anzi partiamo da questa, soprattutto se esistono dei deficit di soci<strong>al</strong>izzazione secondaria del<br />

soggetto. Una attività evolutiva che può fungere da chiave di lettura, per iniziarlo ad aprire nei<br />

confronti del mondo. L’unica tecnica propedeutica importante è il Luring, cioè, il direzionamento<br />

della mano, percepita d<strong>al</strong> cane come target. Questo ci potrebbe aiutare a svolgere l’<strong>esercizi</strong>o<br />

senza l’uso eccessivo del premio <strong>al</strong>imentare.<br />

1. Luring<br />

Età evolutiva di riferimento:<br />

Costruire nel cane una forte fiducia nei confronti del corpo delle persone e un profilo sociorelazion<strong>al</strong>e<br />

aperto, è uno degli obiettivi pedagogici più importanti. La p<strong>al</strong>estra con il corpo nelle<br />

due varianti, è una delle prime attività da presentare <strong>al</strong> cane, anche prima dei tre mesi. Il cane,<br />

infatti, <strong>al</strong>l’interno della cucciolata passa la maggior parte del tempo a stretto contatto fisico con i<br />

propri fratelli, sorelle e con la mamma. Giocando e muovendosi i cuccioli si toccano e questo<br />

crea un grande clima di fiducia <strong>al</strong>l’interno del gruppo. Dovremmo essere in grado di proporre lo<br />

stesso scenario una volta adottato il cane, <strong>al</strong>l’interno del suo gruppo affiliativo.

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