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Gestione: segnali di controllo (seduto, terra, resta) Guinzaglio ... - SIUA

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<strong>Gestione</strong>: <strong>segnali</strong> <strong>di</strong> <strong>controllo</strong><br />

(<strong>seduto</strong>, <strong>terra</strong>, <strong>resta</strong>)<br />

I <strong>segnali</strong> <strong>di</strong> <strong>controllo</strong> sono dei <strong>segnali</strong> che in<strong>di</strong>cano al cane <strong>di</strong> assumere una<br />

posizione specifica come il <strong>seduto</strong>, <strong>terra</strong>, fermo, <strong>resta</strong>, vieni ecc... Questo ci<br />

consente <strong>di</strong> gestire correttamente il cane soprattutto in una situazione sociale o<br />

in un contesto urbano. Le parole che definiscono questo argomento, <strong>segnali</strong> <strong>di</strong><br />

<strong>controllo</strong>, sono tuttavia piuttosto fuorvianti. Infatti non si tratta <strong>di</strong> avere come<br />

obiettivo quello <strong>di</strong> controllare il cane, quanto piuttosto <strong>di</strong> dare vita a comportamenti<br />

che una volta interiorizzati possano essere un bagaglio a <strong>di</strong>sposizione<br />

del soggetto. C'è da <strong>di</strong>re che il <strong>controllo</strong> si esercita quando il soggetto ha molta<br />

voglia <strong>di</strong> fare una cosa e noi gli chie<strong>di</strong>amo <strong>di</strong> prendere una posizione e <strong>di</strong> non<br />

fare ciò che il soggetto desidererebbe fare. Facciamo un esempio: se il cane ha<br />

una gran<strong>di</strong>ssima voglia <strong>di</strong> rincorrere un gatto che ha visto e gli chie<strong>di</strong>amo <strong>di</strong><br />

mettersi <strong>seduto</strong>, quello è un segnale <strong>di</strong> <strong>controllo</strong>. Se invece il cane nello stesso<br />

contesto non mostra alcun interesse nel rincorrere il felino e gli chie<strong>di</strong>amo <strong>di</strong><br />

sedersi non stiamo esercitando alcun <strong>controllo</strong> nei suoi confronti. Non è corretto<br />

dunque definire questi <strong>segnali</strong> sempre come “<strong>segnali</strong> <strong>di</strong> <strong>controllo</strong>”, infatti sono<br />

tali solo quando vanno a congelare una motivazione molto forte e non permettono<br />

al soggetto <strong>di</strong> mettere in atto uno schema motorio e comportamentale<br />

collegato, altrimenti possiamo definirli <strong>segnali</strong> gestionali ovvero dei <strong>segnali</strong> che<br />

ci servono a gestire al meglio il cane in un contesto pubblico facendo emergere<br />

la figura <strong>di</strong> un animale ben educato e che sa inserirsi al meglio nell'ecumene<br />

umana. I <strong>segnali</strong> gestionali <strong>di</strong>venteranno un patrimonio proprio del cane e uno<br />

snodo importante per arrivare all'allineamento <strong>di</strong> coppia. I <strong>segnali</strong> <strong>di</strong> <strong>controllo</strong><br />

devono essere insegnati al cane avendo cura della CNV (prossemica, postura,<br />

cinetica e gestuale). Al fine <strong>di</strong> costruire dei <strong>segnali</strong> <strong>di</strong> <strong>controllo</strong> forti e stabili<br />

nelle più <strong>di</strong>verse situazioni, è necessario avere una gestualità attenta e precisa<br />

che non cada né nella polisemia né nell'alone semantico. È possibile agganciare i<br />

<strong>segnali</strong> <strong>di</strong> <strong>controllo</strong> a dei coman<strong>di</strong> vocali ma solo dopo aver se<strong>di</strong>mentato molto<br />

bene il gestuale. Per facilitare l’appren<strong>di</strong>mento dovremo inoltre valutare l’assetto<br />

posizionale del cane e il set all’interno del quale ci troviamo a lavorare.<br />

<strong>Guinzaglio</strong>: cambi <strong>di</strong> <strong>di</strong>rezione, incontro altri cani<br />

Abbiamo legato il paragrafo dei cambi <strong>di</strong> <strong>di</strong>rezione al capitolo del guinzaglio<br />

per un'esigenza <strong>di</strong> categorizzazione degli argomenti, ma cambiare <strong>di</strong>rezione<br />

con un cane non ha nulla a che fare con l'uso del guinzaglio, tranne in situazioni<br />

particolari, che andremo ad analizzare. Anche in questo caso la me<strong>di</strong>atica <strong>di</strong><br />

comunicazione principale che dobbiamo avere con un cane riguarda la CNV,<br />

soprattutto la cinetica e la prossemica. Infatti, la cosa più importante per comunicare<br />

ad un cane la <strong>di</strong>rezione da prendere insieme a noi, oltre ad un gestuale<br />

facilitante, è la nostra posizione rispetto a lui (prossemica) e la chiarezza della<br />

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<strong>di</strong>rezione presa, data dalla posizione delle spalle e dei pie<strong>di</strong>. Per realizzare dei<br />

buoni cambi <strong>di</strong> <strong>di</strong>rezione senza doversi aiutare sempre con il guinzaglio dobbiamo<br />

aver costruito almeno i primi due step della centripetazione, ovvero il<br />

processo <strong>di</strong> focalizzazione e <strong>di</strong> prima me<strong>di</strong>azione, quin<strong>di</strong> essere in grado <strong>di</strong><br />

catturare l'attenzione del cane anche in una situazione con elementi <strong>di</strong> <strong>di</strong>strazione.<br />

Se da una parte la centripetazione è una premessa importante per poter<br />

mettere in pratica i cambi <strong>di</strong> <strong>di</strong>rezione, realizzarli nel quoti<strong>di</strong>ano aumenta il<br />

grado <strong>di</strong> centripetazione del cane sul conduttore. Immaginiamo infatti <strong>di</strong> uscire<br />

in passeggiata con un amico cui teniamo molto e questo mentre camminiamo<br />

non ci <strong>di</strong>ce dove stiamo andando e, cambiando spesso <strong>di</strong>rezione, spezza il tragitto<br />

continuamente. Il risultato è che se vogliamo <strong>resta</strong>re in sua compagnia<br />

dobbiamo concentrarci su <strong>di</strong> lui ed essere attenti a non perderlo <strong>di</strong> vista.<br />

Soprattutto con cani che hanno un’andatura molto <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>nata e si lasciano<br />

<strong>di</strong>strarre facilmente mettere in atto una camminata con variazioni <strong>di</strong> velocità e<br />

repentini cambi <strong>di</strong> <strong>di</strong>rezione, mette il cane nella con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> essere sempre<br />

attento a dove an<strong>di</strong>amo. In sostanza aumentiamo il suo grado <strong>di</strong> centripeta zione<br />

nei nostri confronti. Per avere però rispetto del cane e quin<strong>di</strong> coinvolgerlo<br />

enfatizzando la sua motivazione collaborativa dobbiamo sempre comunicargli<br />

ciò che stiamo facendo quin<strong>di</strong>, quando cambiamo <strong>di</strong>rezione, dobbiamo sempre<br />

avvertirlo prima, almeno all’inizio del training. In questo ci verrà sicuramente<br />

in aiuto l'esercizio in cui abbiamo costruito il suono, dove lo schiocco delle<br />

labbra sia in grado <strong>di</strong> attirare l'attenzione del cane emergendo da un rumore <strong>di</strong><br />

fondo. Quando l'uso del guinzaglio <strong>di</strong>venta necessario nei cambi <strong>di</strong> <strong>di</strong>rezione?<br />

Sicuramente quando dobbiamo uscire repentinamente da una situazione <strong>di</strong><br />

pericolo ma anche quando il cane si concentra su un odore escludendo tutti gli<br />

altri sensi <strong>di</strong> percezione, oppure quando punta un altro cane e/o gli abbaia contro<br />

o assume un atteggiamento assertivo. Usare il guinzaglio per cambiare <strong>di</strong>rezione<br />

non vuol <strong>di</strong>re assolutamente strattonare il cane usando la forza sul guinzaglio<br />

in maniera intermittente, ma usare una pressione graduale e costante fin<br />

quando il cane non si sblocca da una situazione <strong>di</strong> stallo. Consentire al cane <strong>di</strong><br />

porsi a <strong>di</strong>stanza ad abbaiare ad un altro cane porta entrambi ad aumentare il<br />

livello <strong>di</strong> arousal e il grado <strong>di</strong> assertività dentro una motivazione competitiva.<br />

In questo caso è dunque opportuno trascinare via il proprio cane e premiarlo<br />

non appena ci segue, spostando l'attenzione su <strong>di</strong> noi. La pressione graduale<br />

fatta sul guinzaglio è consentita tuttavia solo se il cane indossa la pettorina e<br />

quin<strong>di</strong> le sue zone comunicative più sensibili non vengono coinvolte.<br />

I cambi <strong>di</strong> <strong>di</strong>rezione, insieme agli incroci e agli altri esercizi <strong>di</strong> approccio tra cani,<br />

sono molto importanti per riuscire a compiere come proprietari un importante<br />

ruolo <strong>di</strong> <strong>di</strong>rezionamento.<br />

Propedeutiche importanti per il cane sono: una buona socializzazione primaria<br />

e secondaria, un buon livello <strong>di</strong> centripetazione. Propedeutiche importanti per<br />

il proprietario sono una conoscenza approfon<strong>di</strong>ta della comunicazione del cane<br />

e la fiducia nelle sue capacità comunicative. Se si è lavorato bene su questi punti<br />

non si dovrebbero avere problemi nell’incontrare altri cani al guinzaglio, anche<br />

perché si avranno tutti gli strumenti per evitare situazioni problematiche.<br />

L’obiettivo sarà che il cane si possa avvicinare tranquillamente ai conspecifici<br />

rispettando le regole <strong>di</strong> comunicazione, che consentiranno un approccio privo<br />

<strong>di</strong> conflitti, grazie anche al nostro ruolo <strong>di</strong> me<strong>di</strong>azione e <strong>di</strong> guida. Fare una cur-<br />

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va centripetando l’attenzione e premiando i <strong>segnali</strong> <strong>di</strong> <strong>di</strong>stensione che il cane<br />

invia ad un suo simile, ci consentirà un approccio completo dove i due cani arriveranno<br />

ad annusarsi reciprocamente, sco<strong>di</strong>nzoleranno e poi se ne andranno<br />

ognuno per la sua strada.<br />

I premi: apprendere per conseguenze<br />

Definire l'appren<strong>di</strong>mento e le modalità attraverso cui si realizza nel soggetto<br />

che <strong>di</strong>aloga con il mondo è uno dei compiti fondamentali della zooantropologia<br />

e del suo approccio cognitivo al training.<br />

L'appren<strong>di</strong>mento più semplice, che il cucciolo mette in atto per primo, è l'appren<strong>di</strong>mento<br />

per conseguenze: ogni azione ha una conseguenza, che può essere<br />

positiva (gratificazione), negativa (punizione) o neutra.<br />

La gratificazione costituisce un rinforzo, aumenta cioè la possibilità che quel<br />

soggetto scelga <strong>di</strong> riproporre il comportamento che l’ha generata in quanto portatore<br />

<strong>di</strong> una gratificazione (marcatura positiva); al contrario, la punizione costituisce<br />

un <strong>di</strong>sincentivo al comportamento che l’ha prodotta, in quanto generatore<br />

<strong>di</strong> un’esperienza spiacevole (marcatura negativa). Una conseguenza neutra<br />

non ha particolari ripercussioni in quanto non incide sullo stato emozionale del<br />

soggetto. Esistono due modalità <strong>di</strong> rinforzo e <strong>di</strong> punizione:<br />

• rinforzo positivo e negativo;<br />

• punizione positiva e negativa.<br />

- Rinforzo positivo = aggiungo qualcosa <strong>di</strong> positivo<br />

- Rinforzo negativo = elimino qualcosa <strong>di</strong> negativo<br />

- Punizione positiva = aggiungo qualcosa <strong>di</strong> negativo<br />

- Punizione negativa = elimino qualcosa <strong>di</strong> positivo<br />

La punizione positiva ha sul soggetto che la subisce un impatto emotivo negativo<br />

(paura, umiliazione, rabbia) maggiore rispetto alla punizione negativa (delusione),<br />

e pertanto porta ad una maggiore scollatura nella relazione tra cane e<br />

proprietario; ne consegue che un progetto educativo impostato su <strong>di</strong> un approccio<br />

zooantropologico utilizzi come strumenti <strong>di</strong> appren<strong>di</strong>mento solo il rinforzo<br />

positivo e la punizione negativa, il primo in percentuale nettamente superiore<br />

rispetto alla seconda.<br />

L’appren<strong>di</strong>mento per conseguenze nelle modalità del rinforzo positivo e della<br />

punizione negativa è quello basilare ed è il primo che deve essere insegnato al<br />

proprietario del cane. L'educatore cinofilo deve imparare ad usare l'appren<strong>di</strong>mento<br />

per conseguenze soprattutto per quanto riguarda la tempestività nel<br />

somministrare il rinforzo. E’ importante saper in<strong>di</strong>viduare il momento giusto<br />

per evitare equivoci e frainten<strong>di</strong>menti relativamente a qual è stato il comportamento<br />

premiato.<br />

Nella definizione della fase tecnica dell'appren<strong>di</strong>mento per conseguenze<br />

dobbiamo necessariamente capire che cosa inten<strong>di</strong>amo per rinforzo o premio.<br />

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Può essere:<br />

1. la nostra attenzione, che è il premio più ambito per il cane, animale sociale, e<br />

che gli dà una conferma ai comportamenti che sta attuando;<br />

2. un complimento (“bravo”), espresso con un giusto tono <strong>di</strong> voce;<br />

3. uno sguardo sod<strong>di</strong>sfatto dell’interlocutore;<br />

4. la gestione <strong>di</strong> una <strong>di</strong>stanza (dare più spazio al cane);<br />

5. una carezza fatta nel modo giusto e nella zona corretta del corpo del cane;<br />

6. il ricongiungimento con il proprietario;<br />

7. un’attività piacevole, per esempio il gioco;<br />

8. un bocconcino.<br />

Le prime sei tipologie <strong>di</strong> rinforzo sono molto strettamente collegate alla relazione<br />

che il cane ha con colui che lo premia, in quanto sono tanto più gratificanti<br />

quanto più forte e congruo è il legame; la settima, il gioco, lo è solo in parte, in<br />

quanto può suscitare un certo grado <strong>di</strong> gratificazione anche in<strong>di</strong>pendentemente<br />

dalla relazione che il cane ha con chi lo propone; l’ultima, il cibo, tende ad essere<br />

la tipologia <strong>di</strong> rinforzo più <strong>di</strong>staccata, anche se pure in questo caso non si può<br />

mai prescindere totalmente dalla relazione (molti cani non accettano cibo da<br />

estranei), e dalle modalità (tono <strong>di</strong> voce, postura, mimesi facciale, ecc.) con cui<br />

viene somministrata.<br />

Per quanto riguarda l’attenzione, torniamo a sottolineare come spesso i proprietari<br />

<strong>di</strong>ano attenzione al cane proprio quando questi esprime comportamenti che<br />

essi <strong>di</strong>sapprovano. Se in questo caso il proprietario sgrida il cane, gli sta comunque<br />

fornendo attenzione e sta quin<strong>di</strong> andando a rafforzare proprio quel comportamento<br />

che vorrebbe invece vedere estinto.<br />

Per quanto invece riguarda il complimento, ad esempio la parola “BRAVO!”, è<br />

importante che venga utilizzato sempre, eventualmente accompagnando un’altra<br />

tipologia <strong>di</strong> rinforzo, e per la precisione anticipandola.<br />

Questo ci permette infatti <strong>di</strong> creare uno stretto legame tra il complimento e l’approssimarsi<br />

dell’arrivo <strong>di</strong> un premio, consentendoci quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> gratificare un<br />

comportamento adeguato del cane anche se in quel momento non abbiamo a<br />

portata <strong>di</strong> mano del cibo, e la situazione non ci consente <strong>di</strong> utilizzare altre tipologie<br />

<strong>di</strong> rinforzo. La parola “Bravo” assume quin<strong>di</strong>, accanto al valore <strong>di</strong> gratificazione<br />

sociale insita nella sua natura <strong>di</strong> complimento, anche un valore <strong>di</strong> promessa,<br />

in quanto preannuncia l’arrivo <strong>di</strong> un’ulteriore gratificazione, che arriverà<br />

in un secondo momento.<br />

E’ importante, inizialmente, che il secondo premio segua imme<strong>di</strong>atamente il<br />

complimento, affinché il legame tra i due eventi sia molto evidente; solo quando<br />

questo legame per il cane è assodato, possiamo lasciare che trascorra qualche<br />

secondo, fino ad arrivare anche a qualche minuto, tra il “Bravo” ed il secondo<br />

premio.<br />

Alcune riflessioni sul premio alimentare.<br />

Non è un caso che in questa lista il bocconcino venga elencato da ultimo, infatti<br />

il canale preferenziale <strong>di</strong> rinforzo <strong>di</strong> comportamenti positivi del cane è la relazione<br />

e la sua crescita in termini <strong>di</strong> tempo con<strong>di</strong>viso ,quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> integrazione <strong>di</strong><br />

esperienze e <strong>di</strong> un profondo livello <strong>di</strong> affiliazione. Il bocconcino tuttavia è un<br />

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inforzo che può essere molto utile, sia quando la relazione non è ancora molto<br />

profonda (cani in canile, o appena adottati, o ancora con una relazione con il<br />

proprietario sulla quale si sta lavorando, perché non adeguata) sia quando stiamo<br />

chiedendo al cane uno sforzo <strong>di</strong> concentrazione elevato, ed è quin<strong>di</strong> necessaria<br />

una gratificazione particolarmente stimolante.<br />

Pertanto, è necessario definirne le caratteristiche <strong>di</strong> correttezza ed adeguatezza<br />

della somministrazione per non abusarne. Un premio è tale quando arriva<br />

inaspettatamente, quando è un dono. Non è tale quando vi è un eccesso <strong>di</strong><br />

aspettativa da parte del cane, e non deve essere utilizzato come un’esca, se non<br />

in una primissima fase <strong>di</strong> <strong>di</strong>mostrazione dell’attività proposta; al più presto,<br />

infatti, deve essere mostrato chiaramente al cane che il cibo arriva come premio<br />

che conferma l’adeguatezza <strong>di</strong> un suo comportamento.<br />

Ve<strong>di</strong>amo come si potrebbe procedere per esempio durante l’appren<strong>di</strong>mento del<br />

“<strong>seduto</strong>”.<br />

All’inizio posso utilizzare il bocconcino tenuto in mano per indurre il cane ad<br />

assumere la posizione <strong>di</strong> <strong>seduto</strong>. Potrebbe anche non essere necessario e bastare<br />

il movimento della mano utilizzata come target.<br />

Una volta che il cane si è <strong>seduto</strong>, lo premierò con un “BRAVO!” e poi subito<br />

dopo un bocconcino ed una maggiore <strong>di</strong>stanza (tipologia <strong>di</strong> premio n. 4).<br />

Dopo poche ripetizioni, comincerò a non tenere più in mano il premio, ma a<br />

darlo al cane solo dopo che si è <strong>seduto</strong>.<br />

Potrei anche cominciare ad allungare i tempi dell’elargizione del premio alimentare:<br />

il cane si siede, gli lascio spazio, attendo alcuni istanti, “bravo”, e<br />

premio.<br />

Quando il cane eseguirà correttamente il <strong>seduto</strong> in un’alta percentuale, potrò<br />

cominciare a dargli il premio alimentare in modo variabile, una volta su due,<br />

poi una volta su tre, ecc., alternando per esempio con la carezza (tipologia <strong>di</strong><br />

premio n. 5), ma non <strong>di</strong>menticando mai la parola “BRAVO!”.<br />

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