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Jahresbericht 2015

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BLICKE AUF <strong>2015</strong><br />

Noi,<br />

Gutmenschen<br />

“Buonisti!”: quante volte ce l’hanno<br />

detto con il dito puntato ad offesa? È<br />

stato l’anno dei profughi, quindi anche<br />

di noi “Gutmenschen”. In Germania<br />

l’hanno eletta “non-parola” dell’anno.<br />

Con questa motivazione: “Mit dem<br />

Vorwurf Gutmensch, Gutbürger oder<br />

Gutmenschentum würden Toleranz<br />

und Hilfsbereitschaft pauschal als naiv,<br />

dumm und weltfremd, als Helfersyndrom<br />

diffamiert. Die Verwendung<br />

dieses Ausdrucks verhindert somit einen<br />

demokratischen Austausch von Sachargumenten”.<br />

Insomma: l’accusa di “buonismo”<br />

è l’insulto dei cinici e dei razzisti.<br />

Quindi noi ce lo teniamo con orgoglio.<br />

Nel <strong>2015</strong> ogni europeo ed europea è<br />

stata messa di fronte a una scelta: dare<br />

ascolto alla paura, oppure accogliere con<br />

generosità e – sì, riconosciamolo – anche<br />

ingenuità. Abbiamo sottovalutato il<br />

compito? Forse. Ma ce lo siamo assunto,<br />

questa era la scelta.<br />

Non si può lasciar affogare persone in<br />

mare, non si può lasciarle morire di freddo<br />

in stazione – gente che scappa dalla<br />

guerra e dalla fame. Tutto il resto viene<br />

dopo – ed è molto, va ben studiato e<br />

vanno unite le forze.<br />

Un anno è passato dentro la “grande<br />

migrazione”. Quando nell’ottobre 2014<br />

noi Verdi ci precipitammo al Brennero<br />

– perché riconoscemmo che lì c’era<br />

la nostra Lampedusa – non trovammo<br />

nessuno, se non Monika Weissensteiner,<br />

della Fondazione Langer,<br />

che da settimane osservava<br />

la situazione e aiutava il<br />

possibile. C’era solo lei,<br />

qualche giorno dopo Armin<br />

Mutschlechner, e poi<br />

quando la crisi si è spostata<br />

alla stazione di Bolzano, tantissime altre<br />

volontarie e volontari. Grazie a loro (e<br />

alla nostra continua pressione) le istituzioni<br />

si sono finalmente mosse.<br />

Quanto è cambiato il Sudtirolo<br />

quest’anno! Da poche decine di persone<br />

rifugiate siamo arrivati a 1000, finalmente<br />

distribuite sul territorio e non<br />

solo a Bolzano (che resta comunque<br />

sovraccarica). Nelle stazioni ferroviarie<br />

c’è un minimo di soccorso umanitario.<br />

L’integrazione racconta soprattutto<br />

storie di successo, da Merano a Brunico,<br />

da Ortisei alla Val di Vizze, da Vandoies<br />

alla stessa Bolzano.<br />

Certo: la notte di Capodanno a Colonia<br />

e i fili spinati che tornano ai confini<br />

parlano un’altra lingua. Il 2016<br />

non si presenta facile. Sulla<br />

grande migrazione l’Europa<br />

perde se stessa, o si ritrova.<br />

Il Sudtirolo del <strong>2015</strong> ha<br />

dimostrato che possiamo<br />

farcela. Noi Gutmenschen<br />

siamo la maggioranza.<br />

Riccardo Dello Sbarba<br />

Capogruppo<br />

in Consiglio provinciale<br />

<strong>2015</strong><br />

war das Jahr<br />

der Flüchtlinge, also<br />

auch das Jahr von uns<br />

„Gutmenschen”. So betitelt,<br />

werden wir zynisch und<br />

rassistisch beleidigt, und<br />

genau deshalb tragen wir<br />

diese Zuschreibung<br />

mit Stolz.<br />

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